Con l’arrivo del Natale, torna quel momento speciale e carico di nostalgia in cui rinnoviamo tradizioni che scaldano il cuore. Una delle più amate? Riunirsi in famiglia davanti alla TV, riscoprendo i film cult che hanno segnato la nostra infanzia. Tra questi, Mamma ho perso l’aereo, uscito nel 1990, continua a essere un classico senza tempo, così come Richie Rich, con le avventure del ragazzino più ricco d’America. A distanza di oltre 30 anni, l’affetto per queste pellicole rimane immutato.
Qualche giorno fa, il cast di Mamma ho perso l’aereo (titolo originale Home Alone), la famiglia McCallister si è riunita nel New Jersey per un evento dedicato al film, accendendo nei fan la voglia di rivedere – forse per la centesima volta – le disavventure di Kevin e il suo Natale fuori dagli schemi.
L’amore dei fan e un enigma affascinante
Come spesso accade con i film cult, Mamma ho perso l’aereo ha dato vita a una community di appassionati che, ancora oggi, discutono online di curiosità e dettagli legati alla pellicola. Ma è sorprendente scoprire che questo classico sia finito persino sotto la lente di una giornalista del New York Times e, inaspettatamente, abbia coinvolto la Federal Reserve.
Ebbene sì. Amanda Holpuch, reporter del prestigioso quotidiano, si è trovata di fronte a una domanda curiosa che i fan si pongono da anni: quanto era ricca la famiglia McCallister?
Un’indagine tra fiction e realtà
Per rispondere, la giornalista ha intrapreso un lavoro investigativo meticoloso, che ha coinvolto professionisti legati al film, come Eve Cauley, scenografa della pellicola, e Todd Strasser, autore delle trasposizioni romanzate di Mamma ho perso l’aereo e dei suoi sequel. Il risultato? Una vera caccia al tesoro tra gli indizi disseminati nel film: mobilia, biglietti aerei, proprietà immobiliari e persino ricostruzioni storiche delle élite di Chicago negli anni ’90.
Un film che ha incassato oltre 476 milioni di dollari in tutto il mondo. Ha detenuto il Guinness World Record per la commedia live-action con il maggior incasso per più di 25 anni.
Insomma, tra ricordi e curiosità, il fascino di Mamma ho perso l’aereo resta intatto. Non è solo una commedia natalizia: è un pezzo della nostra infanzia, capace di farci sorridere e sognare, anno dopo anno. E voi, siete pronti a rivivere la magia?
La casa dei McCallister: un indizio sulla loro ricchezza
La villa dei McCallister, iconica protagonista di Mamma ho perso l’aereo, è un vero e proprio gioiello architettonico. Situata al 671 di Lincoln Avenue a Winnetka, Illinois, la casa esiste davvero ed è diventata un simbolo del film. Winnetka, uno dei quartieri più esclusivi degli Stati Uniti secondo Realtor.com, incarna il lusso e il prestigio, confermando lo status privilegiato della famiglia McCallister.
La dimora, in stile federale, vanta dimensioni tali da offrire stanze private a Kevin e ai suoi quattro fratelli, oltre a spazi per accogliere numerosi ospiti. Nel 1990, solo l’élite del top 1% delle famiglie di Chicago avrebbe potuto permettersi una proprietà simile.
Un’indagine economica… da film
Sorprende scoprire che la Federal Reserve Bank di Chicago abbia collaborato con entusiasmo alla curiosa indagine condotta dal New York Times. La richiesta di ricostruire la ricchezza della famiglia McCallister ha portato gli economisti ad analizzare archivi e dati finanziari dell’epoca. Grazie a informazioni dettagliate su redditi medi, tassi ipotecari, valore delle case e costi assicurativi, è stato stimato che nel 1990 solo famiglie con un reddito annuo di almeno 305.000 dollari (circa 665.000 dollari nel 2022) avrebbero potuto permettersi una simile abitazione.
Oggi, la casa è in vendita per 5,25 milioni di dollari. Anche il prezzo della villa di Mamma ho riperso l’aereo, mi sono perso a New York, il sequel, è da capogiro. La casa, che si trova nell’elegante Upper West Side di Manhattan, tra Central Park West e Columbus Avenue, è stata venduta quest’anno per 6,7 milioni di dollari.
Chi erano i veri proprietari della villa?
Dietro le quinte, la villa apparteneva alla famiglia Abendschein, che all’epoca abitava la casa con la loro figlia di 4 anni. Il regista Chris Columbus, famoso anche per i primi due capitoli della saga di Harry Potter, convinse gli Abendschein a prestare la loro dimora per le riprese. Nonostante inizialmente si fossero trasferiti in un hotel, gli Abendschein tornarono a vivere al secondo piano durante le ultime fasi di produzione, muovendosi con discrezione per non essere visti alla finestra nelle scene in cui i ladri Harry e Marv – interpretati magistralmente da Joe Pesci e Daniel Stern – tentavano di scassinare la casa.
La casa senza tempo: l’anima natalizia di Mamma ho perso l’aereo
Per preservare l’integrità della lussuosa villa dei McCallister (e come dargli torto!), molte scene degli interni di Mamma ho perso l’aereo non furono girate nella casa di Winnetka, ma in un luogo decisamente meno glamour: una palestra, oggi abbandonata, all’interno di una scuola superiore di Chicago. Questo spazio venne trasformato in un set cinematografico meticolosamente curato, grazie al talento della scenografa Eve Cauley.
Intervistata dal New York Times, Cauley ha rivelato i dettagli dietro l’allestimento che ha contribuito a rendere la casa un’icona natalizia senza tempo. Al posto di arredamenti moderni o vistosamente lussuosi, la scenografa optò per mobili, oggetti e carta da parati dal fascino raffinato e retrò, evocativi di una famiglia americana ricca da generazioni.
L’obiettivo non era solo rappresentare il benessere economico della famiglia McCallister, ma anche creare un’atmosfera calda e accogliente. I toni predominanti – il verde, il rosso e le rifiniture dorate – furono scelti per conferire agli interni della casa una perfetta armonia con lo spirito natalizio. Questo uso dei colori trasformò la villa in una scenografia che sembra uscire direttamente da una cartolina di Natale, destinata a restare impressa nell’immaginario collettivo.
Chi ha pagato il viaggio a Parigi?
Viaggi in taxi, abiti eleganti e un volo transatlantico: portare quindici persone da Chicago a Parigi, con alcuni biglietti in prima classe, era – e resta – un’impresa costosa, accessibile a pochi. Ma ecco il colpo di scena: a finanziare l’intero viaggio non furono i genitori di Kevin, ma lo zio Rob, che vive a Parigi in un appartamento talmente grande da poter ospitare l’intera famiglia McCallister.
Ma non dimentichiamo un altro elemento. Considerando sempre il contesto degli anni Novanta, la madre di Kevin offre come pagamento un Rolex e i propri gioielli quando tenta disperatamente di tornare a casa da Parigi.
Zio Frank: il “tirchio” della famiglia
Non poteva mancare l’episodio memorabile dello zio Frank, che con la sua fama di spilorcio aggiunge un tocco comico alla narrazione. Celebre per evitare spese di ogni tipo, viene ripreso direttamente nel film mentre si rifiuta di pagare un conto di 122,50 dollari per la pizza e addirittura ruba saliere di cristallo a bordo dell’aereo.
Una curiosità riportata dal New York Times e supportata da uno studio del Journal of Psychiatry del 2008 sottolinea che comportamenti come il taccheggio o piccoli furti sarebbero sorprendentemente più comuni tra persone con redditi familiari elevati. Forse, lo zio Frank incarna inconsciamente questo profilo, alimentando il suo lato più comico e irritante.
Come sono diventati ricchi i genitori di Kevin?
Nel film Mamma ho perso l’aereo, non viene mai chiarito che lavoro facciano i genitori di Kevin per permettersi uno stile di vita così agiato. Questo ha alimentato negli anni numerose teorie da parte dei fan, che cercano indizi nascosti nei dettagli della pellicola.
Una delle ipotesi più popolari riguarda Kate McCallister, che potrebbe essere una stilista di moda. La presenza di manichini nella casa dei McCallister, usati magistralmente da Kevin nelle sue trappole anti-ladro, ha alimentato questa speculazione. A conferma di questa idea, Todd Strasser, autore dei libri tratti dal film, ha dichiarato di aver scelto di rendere Kate una stilista e Peter un uomo d’affari generico “perché sembrava una scelta sicura”.
Una teoria dei fan ipotizza che Peter McCallister sia legato alla criminalità organizzata, il che spiegherebbe il valore della casa e la violenza di Kevin. Il New York Times non ha potuto escludere questa ipotesi!
Il fascino intramontabile di Mamma ho perso l’aereo
Al di là di speculazioni e teorie, la magia di Mamma ho perso l’aereo risiede nelle sue gag irresistibili, nell’ingegno di Kevin e nella perfetta atmosfera natalizia che ci riporta, ogni volta, all’incanto delle feste. Ma, soprattutto, ci ricorda ciò che davvero conta a Natale. Come direbbe Kevin: “Ehi, sto mangiando schifezze e guardo un film da grandi… venite a fermarmi!”.