Kusama e Polkadot hanno introdotto un nuovo sistema che permette alla community di sostenere i progetti più interessanti: i crowdloan. Sostituiranno le ICO?
Kusama e Polkadot, le blockchain cugine, hanno particolarmente a cuore la decentralizzazione e l’importanza della community. Questo si riflette anche sul funzionamento delle aste: per raccogliere i fondi necessari, i team delle Dapp possono organizzare delle raccolte di fondi decentralizzate chiamate crowdloan. Il crowdfunding decentralizzato sostituirà le ICO?
Come funzionano le aste su Polkadot e Kusama
Come sai, Polkadot e Kusama sono blockchain che ospitano sul loro network le cosiddette parachain, ovvero reti parallele programmabili in base ai bisogni dei proprietari. Per avere accesso alle parachain, però, c’è bisogno che il team di sviluppo di una Dapp vinca un’asta. Le aste sono decentralizzate, questo vuol dire che è un software a decretare la fine dell’asta.
Il modello delle aste su Kusama e Polkadot è strutturato come una versione leggermente modificata di un’asta con candela. Questo tipo di asta prevede che all’inizio venga accesa una candela; quando la candela si spegne, allora l’asta si conclude e il maggior offerente vince. Lo stratagemma della candela serve a evitare il cosiddetto “auction sniping”, ovvero le offerte all’ultimo secondo prima dello scadere del tempo. Secondo vari studi, il fatto che la fine dell’asta sia imprevedibile spinge i partecipanti a fare puntate serie fin dall’inizio.
Per replicare la candela, le aste decentralizzate lasciano che sia un algoritmo a scegliere casualmente la fine dell’asta. La durata è di approssimativamente una settimana; scaduto il tempo, l’algoritmo determina il momento esatto di fine dell’asta, e lo rende noto ai partecipanti. Chi aveva offerto il valore di KSM e DOT maggiore si guadagna l’opportunità di poter fare il deploy della propria parachain. I token vengono bloccati fino alla fine del periodo di lease (affitto dello slot sulla parachain), per poi venire restituiti. I progetti che perdono l’asta, invece, ricevono immediatamente i token bloccati.
Il crowdloan e il potere della community
Dopo che l’algoritmo ha determinato casualmente la fine dell’asta, il maggior offerente vince. Ma come si raccolgono i fondi per portare avanti le offerte? Ci sono più modi per farlo. Il metodo principale è quello diretto: i team di sviluppo puntano un determinato numero di KSM o DOT per aggiudicarsi lo slot della parachain. Su Polkadot il lease di uno slot dura due anni, mentre su Kusama il tempo va da 6 a 48 settimane, a seconda di ciò che sceglie il team di sviluppatori. Le crypto puntate vengono bloccate in un wallet creato appositamente per l’occasione.
Esiste però anche un altro modo per raccogliere fondi e battere gli avversari: il crowdloan. Ogni team può organizzare una campagna di raccolta fondi decentralizzata direttamente su blockchain. Gli utenti possono utilizzare i loro token liberi, quindi non impegnati nello staking o su piattaforme di lending, e supportare i progetti che più preferiscono. Il funzionamento delle campagne di crowdloan è molto semplice. Prima di tutto il proprietario deve selezionare i parametri della campagna: durata, contributo massimo e ricompense.
– La durata della campagna non è direttamente legata alla durata dell’asta, e viene decisa dal team di sviluppo. I fondi rimangono bloccati nel crowdloan fino alla fine della campagna o fin quando il progetto non vince un’asta. In questo modo, gli sviluppatori non devono programmare una raccolta fondi aggiuntiva nel caso in cui dovessero perdere un’asta.
– Il contributo massimo rappresenta il numero massimo di KSM o DOT che possono essere raccolti. Fintanto che la campagna è attiva e che il massimo non viene raggiunto, gli utenti possono bloccare i loro token nel crowdloan. Mettere un tetto massimo ai contributi serve ai team a gestire meglio le ricompense da distribuire in caso di vittoria.
– Le ricompense vengono decise dal team di sviluppo, e servono a ripagare gli utenti per il tempo in cui manterranno bloccati i loro fondi. In genere, i team offrono ricompense sotto forma di token proprietari della loro blockchain, proporzionate al numero di KSM o DOT bloccati.
La campagna può concludersi in due modi: quando scade il tempo, oppure quando il team che ha lanciato la campagna vince uno slot all’asta.
Nel primo caso, la campagna fallisce e i token bloccati dagli utenti vengono sbloccati e restituiti ai legittimi proprietari. Nel secondo caso, invece, la campagna ha successo. In questo caso, i fondi raccolti vengono bloccati per il tempo di lease, e la parachain viene attivata. Le ricompense vengono elargite a chi ha supportato il progetto, e la blockchain diventa pienamente funzionante. Alla fine del periodo, i DOT o KSM bloccati vengono restituiti a chi li ha prestati.
La differenza con le ICO
Forse ti starai chiedendo quale vantaggio abbia questo sistema rispetto al tradizionale metodo delle ICO (Initial Coin Offering). Ce ne sono molti, ma il più importante è sicuramente il vantaggio della sicurezza.
Quando si supporta un progetto attraverso una ICO, si versano dei token con un valore già consolidato (come ETH o BTC) in cambio di token nuovi e non testati. Bisogna affidarsi solo al white-paper del progetto, senza alcuna sicurezza o garanzia. Non è raro che una ICO finisca per rivelarsi un fallimento perché il progetto viene abbandonato in itinere, oppure che fosse tutto un tentativo di ingannare gli utenti con un rug pull.
Con il crowdloan, questo non può accadere. Gli utenti non acquistano delle nuove criptovalute; stanno solo prestando le loro crypto. In più, i DOT e i KSM puntati non finiscono nel wallet degli sviluppatori, ma vengono bloccati in uno smart contract apposito. Il team, quindi, non ha nessun interesse a raccogliere fondi se non è sicuro di creare un progetto che offra un ritorno economico. Allo stesso modo, è impossibile assistere al rug pull, visto che i malintenzionati non possono prelevare i fondi: sono al sicuro nella blockchain, e vengono sbloccati solo alla fine del periodo di lease.
Questo layer di sicurezza in più non può che portare vantaggi a tutto il mondo crypto. La paura degli scam e degli hacker è una delle argomentazioni preferite dai detrattori della blockchain e della finanza decentralizzata. Con il crowdloan, il massimo che gli utenti possono perdere nel caso in cui il progetto non vada in porto sono le ricompense di due anni di staking.
Il crowdloan: passaggio obbligato per il mainstream?
Kusama e Polkadot potrebbero davvero essere pionieri di un nuovo modo di supportare i progetti ambiziosi attraverso le raccolte fondi decentralizzate? La grandissima partecipazione della community sembra dare un messaggio affermativo. Gli utenti hanno contribuito con entusiasmo ai progetti lanciati sulle due blockchain di Gavin Wood, bloccando un gran numero di KSM e DOT e rinunciando ai vantaggi dello staking per permettere alle dapp di partecipare a questi nuovi ecosistemi.
Per esempio, Moonbeam ha visto più di 200.000 wallet partecipare alla raccolta fondi. Non solo: per aggiudicarsi quello slot, anche gli altri team avevano istituito un crowdloan. In tutto sono stati raccolti più di 95 milioni di DOT, pari a quasi 4 miliardi di dollari. Un segnale estremamente positivo per l’ecosistema di Polkadot.
Il crowdloan, poi, ricorda le piattaforme centralizzate di crowdfunding già esistenti come Kickstarter e IndieGoGo. Questo modello ha per esempio consentito a Kickstarter di raccogliere quasi 3 miliardi di dollari a partire dal 2009, raccolti tra 12 milioni di backer. Il crowdloan riprende questo concetto e lo trasporta nella finanza decentralizzata, garantendo la sicurezza dei prestatori e l’imparzialità del processo. Abbassare i rischi e offrire certezze serve a tutelare sia gli utenti esperti, sia i principianti, sia chi non si è mai avvicinato alle crypto perché le trova troppo ostiche.
Possiamo stare certi che un successo tale non è passeggero: questo è solo l’inizio per le nuove ICO!