Riunione BCE settembre 2025: i risultati

Riunione BCE settembre 2025: i risultati

La BCE si è riunita l’11 settembre per decidere le politiche monetarie dell’Eurozona: cosa è successo ai tassi di interesse? Qui i risultati

La riunione della Banca Centrale Europea di giovedì 11 settembre 2025 ha visto i membri del Consiglio Direttivo riunirsi per discutere, tra le altre cose, in merito alle politiche monetarie dell’Eurozona. Sul tavolo, le decisioni relative al taglio dei tassi di interesse, complicate dai recenti annunci di Donald Trump sui dazi. Quali sono i risultati?

Riunione della BCE: qual è il contesto economico?

La sesta riunione della BCE nel 2025 è avvenuta in uno scenario economico profondamente delicato e complicato dai recenti negoziati sui dazi annunciati da Donald Trump nei confronti dell’Unione Europea: i mercati sono in una fase abbastanza stabile ma condizionata dall’incertezza economica. I temi principali hanno riguardato soprattutto la crescita economica, fortemente condizionata dalle tariffe doganali, e l’inflazione, al 2% secondo l’ultima rilevazione. Vediamo nel dettaglio cosa si è deciso.

La BCE mantiene invariati i tassi di interesse

Giovedì 11 settembre, Francoforte. Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato la sua decisione in materia di politica monetaria per l’area euro. Come atteso dalla maggioranza degli analisti, la BCE ha deciso di mantenere invariati i suoi tre tassi di interesse chiave. Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta stabile al 2.15%, così come il tasso sulla marginal lending facility al 2.40% e il tasso sui depositi presso la banca centrale al 2%.

Le motivazioni dietro la scelta

La BCE ha spiegato che la decisione è stata guidata dal fatto che il processo di disinflazione è in linea con le aspettative: come abbiamo anticipato, l’ultima rilevazione ha mostrato un’inflazione nell’area euro attestarsi al 2%, in linea con gli obiettivi fissati dal Consiglio direttivo. L’economia dell’Eurozona ha mostrato resilienza nei confronti dei recenti shock che hanno colpito il mercato globale, anche se l’outlook futuro è ovviamente peggiorato proprio a causa della guerra commerciale e dei dazi

Prospettive Future:

Mantenere i tassi di interesse a un livello basso è una misura di politica economica espansiva che ha l’obiettivo di sostenere la crescita riducendo il costo del denaro: le imprese possono chiedere prestiti più facilmente, producono più ricchezza e l’economia ne beneficia. Quando il denaro costa meno anche i mercati azionari ne traggono vantaggio, dal momento che i tassi bassi stimolano la circolazione del capitale: da un lato le imprese chiedono più facilmente i soldi in prestito, hanno più margine per operazioni finanziarie, acquisizioni ed espansioni. Così incrementano i potenziali guadagni e con essi la probabilità che il prezzo delle azioni salga.

Dall’altro gli investitori si spostano da titoli più stabili ma meno profittevoli, come le obbligazioni, ad asset finanziari più rischiosi con ritorni potenziali più alti. In questa seconda seconda categoria rientrano le azioni e i relativi indici, ma anche le criptovalute.

Con questa riunione, la BCE conferma la traiettoria

La riunione della BCE di settembre 2025 ha decretato il mantenimento dei tassi di interesse ai livelli di luglio. Nonostante il contesto globale fortemente confuso, l’inflazione continua a reggere botta e la Banca Centrale segnala un cauto ottimismo: con questa decisione conferma la sua traiettoria futura. Le settimane che verranno saranno fondamentali per capire se i dati confermeranno lo scenario attuale e quale sarà la prossima mossa dell’Eurotower: la settima riunione di politica monetaria è prevista per il 30 ottobre 2025, presso la Banca d’Italia a Firenze. 

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Profit and Loss: come monitorare la performance del tuo portafoglio crypto su Young Platform

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Gestione della performance con il nuovo metodo di calcolo P&L

Young Platform ha aggiornato la funzionalità P&L (Profit & Loss) per offrire una visione più chiara e dettagliata della performance del portafoglio di criptovalute. A partire da giugno 2025, il sistema adotta un nuovo metodo di calcolo, che coinvolge grafici interattivi, statistiche dettagliate e una gestione diversa delle informazioni.

Questo aggiornamento non introduce una nuova funzionalità, ma migliora il metodo di analisi dei dati già esistenti, facilitando il monitoraggio di:

  • Rendimento complessivo del portafoglio
  • Profitto o perdita di ogni singola criptovaluta
  • Valore attuale dei vari portafogli (Principale, Salvadanaio, Staking, Smart Trade)
  • Performance realizzata e potenziale nel tempo

Per consultare i dati aggiornati, basta accedere alla sezione “Profit and Loss” all’interno dell’app o della versione web.

Metodo P&L e report fiscale

Il nuovo metodo di calcolo viene ora impiegato anche per la generazione del report fiscale disponibile in piattaforma. Questa integrazione garantisce che i dati visualizzati nella sezione P&L siano perfettamente allineati con quelli utilizzati per la dichiarazione dei redditi.

I principali vantaggi per l’utente:

  • Coerenza tra l’analisi operativa e i dati fiscali
  • Calcolo dei profitti realizzati conforme alle normative vigenti
  • Report fiscale facilmente esportabile e leggibile dal proprio commercialista

Questa sinergia tra monitoraggio delle performance e adempimenti fiscali rende la gestione delle criptovalute più semplice anche dal punto di vista normativo.

Come funziona il calcolo del P&L

La piattaforma distingue tra profitto/perdita realizzato e profitto/perdita potenziale.

Profitto (o perdita) realizzato

Rappresenta il guadagno o la perdita effettiva derivante da operazioni concluse: vendite, prelievi o conversioni in euro o stablecoin.

Per saperne di più su stablecoin e fisco: Crypto-asset: dalla MiCAR al fisco italiano

Calcolo:
Prezzo di vendita/prelievo/conversione – Prezzo medio d’acquisto
Le commissioni sono incluse e considerate come perdita.

Nota:

  • Le conversioni tra criptovalute (es. BTC > ETH) non generano profitto realizzato, ma trasferiscono il valore come plusvalenza potenziale.
  • Le conversioni verso stablecoin (es. BTC > USDC) sono invece considerate profitto realizzato, analogamente alla conversione in euro.

Esempio:

  • Acquisto: 0.5 BTC a €15.000 (€30.000/BTC)
  • Vendita: 0.5 BTC a €17.500 (€35.000/BTC)
  • Profitto realizzato: €2.500

Profitto (o perdita) potenziale

È una stima della variazione del valore delle criptovalute ancora detenute.

Calcolo:
Valore attuale – Prezzo medio d’acquisto

Nota:

  • Si applica solo alle crypto non ancora vendute, prelevate o convertite in euro/stablecoin. Le conversioni tra crypto mantengono il profitto come plusvalenza potenziale.

Esempio:

  • Acquisto: 0.5 BTC a €15.000
  • Valore attuale: €17.500
  • Profitto potenziale: €2.500

Prezzo medio d’acquisto: definizione e utilizzo

Il prezzo medio d’acquisto rappresenta il costo medio unitario di una criptovaluta nel tempo.

Caratteristiche:

  • Si aggiorna solo in caso di acquisto
  • Non cambia in caso di vendita, prelievo o conversione
  • È utilizzato nel calcolo di profitti sia realizzati che potenziali
  • In caso di spostamento tra portafogli (es. da Salvadanaio a Staking), il prezzo medio si trasferisce insieme all’asset

Come leggere i dati nella sezione Analytics

La sezione Analytics è stata potenziata per offrire una visione dettagliata e accessibile della composizione e dell’andamento del portafoglio. Include:

Rendimento totale

Il rendimento totale rappresenta la somma complessiva dei profitti e delle perdite del portafoglio, espressa sia in termini percentuali che monetari. Considera tutte le variazioni di valore, includendo guadagni e perdite sia realizzati che potenziali. I valori sono aggiornati ogni ora e già calcolati al netto delle commissioni.

Questo indicatore offre una visione chiara e immediata della crescita o diminuzione complessiva del portafoglio, rendendolo un riferimento essenziale per valutare la performance generale.

Suddivisione per funzionalità

Questa sezione mostra come il capitale è distribuito tra le diverse strategie offerte da Young Platform: Portafoglio Principale, Salvadanaio, Staking e Smart Trade. Per ciascuna, viene indicato il profitto potenziale complessivo, permettendo di identificare con un colpo d’occhio quali strategie stanno generando i risultati migliori.

Analisi dei volumi

Permette di monitorare in dettaglio l’attività del portafoglio: depositi, prelievi e ordini (acquisto, vendita, scambio). È possibile selezionare il periodo e filtrare per tipologia di transazione, ottenendo un grafico dettagliato delle operazioni. Questo consente un controllo completo sulle attività e supporta scelte strategiche più consapevoli.

Locazione delle criptovalute

Attraverso un grafico a torta, questa sezione mostra la distribuzione percentuale delle criptovalute presenti nel portafoglio. Ogni segmento rappresenta una specifica crypto, facilitando l’analisi visiva del peso di ciascun asset e permettendo di valutare se riequilibrare le proprie posizioni.

Transazioni

Questa sezione elenca in modo dettagliato tutte le operazioni effettuate, con indicazione del tipo di transazione e dei relativi volumi. È utile anche per valutare se conviene passare a un livello superiore di verifica o aderire a un Club con vantaggi sulle commissioni, in base alla propria attività.

Distribuzione del saldo

Il grafico mostra come il capitale è allocato tra le diverse strategie di investimento disponibili sulla piattaforma. Ogni segmento rappresenta una strategia, evidenziandone la proporzione rispetto al totale. Utile per valutare la diversificazione, il rischio e il peso delle singole strategie sul rendimento complessivo.

Allocazione per tipologia di asset

Offre una visione chiara della composizione del portafoglio tra euro, criptovalute e stablecoin. Questo aiuta a valutare il livello di esposizione al rischio (volatilità crypto) rispetto alla parte stabile del portafoglio e a pianificare eventuali aggiustamenti.

Per saperne di più:

L’aggiornamento del metodo P&L su Young Platform rappresenta un passo importante verso una gestione più consapevole degli investimenti in criptovalute. Non solo migliora la comprensione delle performance in tempo reale, ma si integra perfettamente anche nella reportistica fiscale, semplificando le attività legate alla dichiarazione dei redditi.Che tu sia un investitore esperto o alle prime armi, hai ora a disposizione uno strumento unico per monitorare, valutare e documentare le tue attività cripto in modo professionale e affidabile.

Occupazione USA: i dati e le reazioni dei mercati

Occupazione USA: i dati e le reazioni dei mercati

Sono usciti i dati sull’occupazione negli Stati Uniti: Non Farm Payrolls e disoccupazione. Come hanno reagito i mercati?

Nella giornata di venerdì 5 settembre il Bureau of Labour Statistics americano ha comunicato i dati relativi all’occupazione. Nello specifico, sono uscite le rilevazioni sui Non Farm Payrolls, cioè i nuovi posti di lavoro creati al netto del settore agricolo, e sul tasso di disoccupazione. Qual è la situazione? Come si sono comportati i mercati e perchè? 

I dati: Non Farm Payrolls e tasso di disoccupazione 

Andiamo subito al sodo: i Non Farm Payrolls sono cresciuti di 22.000 unità, un dato di molto inferiore rispetto alle aspettative che stimavano 75.000 nuovi posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione sale al 4,3% come previsto. 

Le implicazioni 

Come è noto, il mondo della finanza fremeva dalla voglia di conoscere queste rilevazioni, a causa di ciò che ha detto il Presidente della FED nel suo discorso a Jackson Hole. Sulla base di queste dichiarazioni, la catena logica che guida il comportamento di chi opera in borsa è la seguente: se i dati sui nuovi posti di lavoro creati sono negativi significa che il mercato del lavoro è in difficoltà, quindi il prossimo FOMC del 16-17 settembre deciderà di abbassare i tassi di interesse

Questa opinione era la più popolare fino a qualche ora fa, tanto tra gli addetti ai lavori quanto tra i commentatori e gli osservatori esterni. Adesso, cioè dall’uscita dei dati sul lavoro, sembra praticamente l’unica possibile.

Il FedWatch del CME Group, uno strumento che calcola le probabilità del taglio dei tassi da parte del FOMC sulla base dei prezzi dei futures sui Fed Funds, attualmente dà il No Change allo 0%. Ciò significa che, secondo questo tool, il FOMC nella prossima riunione non dovrà scegliere fra taglio e No Change, ma fra taglio di 25 punti base e taglio di 50 punti base. Per il FedWatch, queste ultime opzioni sono probabili rispettivamente all’88% e al 12%

Anche su Polymarket gli scommettitori si aspettano un esito simile: la probabilità di No Change è data al 2%, il taglio di 25 punti base all’88%, mentre il taglio di 50 punti base al 10%

Come hanno reagito i mercati?

Bene all’inizio, per poi peggiorare nelle ore successive. Proprio per la catena logica menzionata poco fa, era lecito aspettarsi un rialzo: abbassare i tassi di interesse, solitamente, spinge gli investitori verso asset più rischiosi, tra cui azioni e criptovalute. Tuttavia, i timori nei confronti dell’inflazione dirottano i capitali anche verso i beni rifugio, come l’oro e Bitcoin

A proposito, nella giornata odierna – al momento in cui scriviamo – Bitcoin sta mettendo a segno un +0,3% e si aggira nella fascia compresa fra i 111.000$ e i 113.000$, così come Ethereum, che fa leggermente meglio guadagnando lo 0,7%: attualmente oscilla fra i 4.300$ e i 4.500$. Solana segue e sale dell’1,3% fermandosi fra i 205$ e i 209$. Chiudiamo questa sezione con la Total Market Cap, che prima cresce del 2% toccando i 3,85 trilioni di dollari, poi scende a 3,75 T, restando sostanzialmente invariata.  

Passiamo ora al mercato tradizionale, che invece sta attraversando dei momenti un po’ più confusi, probabilmente per paura di una recessione imminente. C’è un po’ di rosso sparso per i principali indici azionari: Il Dow Jones attualmente sta perdendo lo 0,5%, così come il Nasdaq, giù dello 0,3%. Anche l’S&P500 e il Russell 2000 soffrono, in calo rispettivamente dello 0,5% e dello 0,4%

Il DXY, che misura l’andamento del dollaro contro le principali sei valute mondiali, perde lo 0,64% mentre l’oro registra l’ennesimo All Time High: +1,04% e 3.600$ sfiorati

What’s next?

Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, assisteremo a un ulteriore attacco di Donald Trump nei confronti di Jerome Powell: il Presidente degli Stati Uniti attribuirà tutte le colpe del caso alla FED, accusando la banca centrale degli USA di essere troppo lenta nell’abbassare il costo del denaro. 
Noi saremo qui ad aggiornarti sulle notizie e sui fatti che muovono i mercati. Iscriviti al nostro canale Telegram – se già sei dentro condividi il link con amici e amiche interessati – e a Young Platform per non perderti ciò che conta!

Mercosur: dall’UE via libera all’Accordo

Mercosur: dall'UE via libera all'Accordo

Mercosur e Unione Europea sono sempre più vicini a stipulare un partenariato strategico dopo 25 anni di trattative. Cosa significa tutto ciò?

Mercosur e Unione Europea potrebbero essere a un passo dal firmare un accordo commerciale definito dalla stessa Commissione europea come “la maggiore intesa di libero commercio mai siglata”. L’accordo UE-Mercosur, infatti, coinvolge paesi che rappresentano circa 20 trilioni di dollari di PIL e 700 milioni di consumatori. Di cosa si tratta? 

Mercosur: cos’é? 

Il MercosurMercado Común del Sur – è un’organizzazione istituita nel 1991 col Trattato di Asunciòn, che ha lo scopo di “promuovere uno spazio comune che generi opportunità di business e investimento attraverso l’integrazione competitiva delle economie nazionali nel mercato internazionale”. I membri a pieno titolo sono il Brasile, l’Argentina, il Paraguay, l’Uruguay e il Venezuela – quest’ultimo sospeso nel 2016 per pratiche antidemocratiche – mentre la Bolivia è in fase di adesione come quinto membro a pieno titolo. Ci sono poi i membri associati, privilegiati ma esterni al blocco, come il Cile, la Colombia, l’Ecuador e il Perù. 

Il Mercosur è quindi un mercato comune che ha l’obiettivo di aumentare gli scambi commerciali di beni e servizi e il libero movimento delle persone sia a livello regionale, cioè fra i vari paesi del Sud America, sia a livello internazionale, attraverso accordi con altri blocchi – come quello con l’Unione Europea. Affinché ciò si realizzi, col Mercosur i paesi membri lavorano per ridurre reciprocamente le barriere doganali favorendo, in questo modo, l’integrazione economica. 

Per dare un paio di dati al volo, il blocco del Mercosur, nel 2023, ha generato un volume di 447 miliardi di dollari per l’export e di 357 miliardi per l’import, equivalente al 10,9% del commercio internazionale – con questi numeri si fa riferimento sia agli scambi interni, quindi tra membri del blocco, sia esteri. 

Accordo UE-Mercosur: cosa prevede?

I negoziati tra UE e Mercosur vanno avanti da circa 25 anni, con un susseguirsi di momenti di tensione e distensione. Finalmente, il 6 dicembre 2024 a Montevideo, in Uruguay, i vertici dell’Unione Europea riescono a trovare un’intesa coi paesi del blocco sudamericano: questo mercoledì la Commissione europea ha presentato i trattati che definiranno l’accordo commerciale raggiunto, compiendo un ulteriore passo avanti verso l’ufficializzazione.

L’accordo è frutto della volontà di abbattere gli ostacoli commerciali, assicurare un accesso responsabile ed eco-compatibile a materie prime – con un occhio di riguardo alla deforestazione dell’Amazzonia – e lanciare un chiaro messaggio a favore del commercio internazionale regolamentato e contro ogni forma di protezionismo

Nello specifico, l’intesa si basa su un principio di reciprocità: l’industria europea con auto, macchinari, alcolici in primis, guadagnerà un maggiore accesso al mercato del Mercosur, che a sua volta potrà esportare più facilmente in Europa i suoi prodotti agroalimentari, tra cui carne, zucchero, caffè e soia. Quest’ultimo punto, in particolare, ha causato qualche malumore tra le imprese della filiera agroalimentare francesi, polacche e, in parte, anche italiane. 

Il timore principale, infatti, è relativo alla concorrenza sleale: i paesi sudamericani dispongono di normative ambientali e alimentari più permissive rispetto a quelle previste dall’UE, che permettono l’uso di antibiotici, pesticidi e ormoni vietati nel Vecchio Continente.  

In ogni caso, si parla di un graduale allentamento delle tariffe doganali sul 90% dei beni scambiati tra i due blocchi, di canali preferenziali per le imprese europee e sudamericane, le quali avrebbero un maggiore accesso agli appalti e alla possibilità di investire. Il risultato finale, in base a quanto dichiarato dalla Commissione Europea, determinerà un incremento dell’export dell’Unione Europea verso il Mercosur pari al 39% con un aumento occupazionale stimato di 440.000 posti di lavoro

Ma non c’è ancora nulla di ufficiale

L’accordo UE-Mercosur, come anticipato, non è ancora ufficiale ma rappresenta una fase fondamentale nel processo di avvicinamento tra i due blocchi commerciali, che devono tutelarsi dai costosi dazi trumpiani

Si tratta di un accordo commerciale ad interim, cioè provvisorio, che non necessita dell’approvazione dei 27 stati membri ma solamente della ratifica della maggioranza qualificata del Consiglio UE – quindi di almeno 15 paesi su 27 (il 55%) i quali devono rappresentare almeno il 65% della popolazione. 

È l’inizio di una fruttuosa collaborazione fra due continenti? Oppure questo accordo si tradurrà in un nulla di fatto? Noi, naturalmente, seguiremo l’evoluzione della situazione. Tu, nel mentre, iscriviti al nostro canale Telegram per non perdere gli aggiornamenti o a Young Platform cliccando qui sotto!

Cosa ha detto Jerome Powell a Jackson Hole?

Cosa ha detto Jerome Powell a Jackson Hole?

Questa settimana nel Wyoming, USA, avrà luogo una delle conferenze più Perché il discorso del Presidente della FED è stato interpretato positivamente dai mercati? Che significa che ha “aperto a un taglio dei tassi”?

Il discorso di venerdì 22 del Presidente della FED Jerome Powell ha riportato euforia tra gli investitori, generando forti rialzi un po’ ovunque. In questo articolo vedremo brevemente il perché di questo entusiasmo e daremo un’occhiata alle reazioni dei mercati.

Il discorso di Powell in breve

Al Jackson Hole Economic Symposium, tenutosi dal 21 al 23 agosto nello stato del Wyoming, USA, il Presidente della FED Jerome Powell, nel suo intervento di circa venti minuti, ha toccato tre temi principali.

In primo luogo, ha descritto lo stato attuale dell’economia americana, definendola resiliente nonostante il rallentamento di PIL e occupazione, con un’inflazione elevata ma in progressivo calo. Ha, inoltre, evidenziato una dinamica “curiosa che sta caratterizzando il mercato del lavoro: questo rimarrebbe stabile nonostante i recenti dati, con una disoccupazione al 4,2%, perché sarebbe in atto un rallentamento tanto dell’offerta quanto della domanda. In parole semplici, ci sarebbero meno assunzioni sia perché le imprese offrono meno posti, sia perché diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro – a causa, soprattutto, di un brusco calo dell’immigrazione. 

In secondo luogo, ha illustrato le modifiche al quadro di politica monetaria della Fed, pensate per renderlo più flessibile e adatto a diversi scenari economici. Ciò ha segnato un distacco dall’impostazione precedente, centrata soprattutto sui rischi legati ai tassi prossimi allo zero. Questo significa che, secondo Powell, è necessario un cambio netto rispetto al paradigma vigente dal periodo successivo alla crisi del 2008: se prima la preoccupazione era relativa ai tassi di interesse troppo bassi – ai tempi della crisi, negli USA, l’inflazione era molto bassa e i tassi di interesse vicini allo zero – adesso il mondo è cambiato. È quindi fondamentale essere reattivi e adattarsi agli eventi che, come ha dimostrato la pandemia del 2020, possono causare cambiamenti repentini.

Terzo, ha ribadito che la banca centrale manterrà un approccio equilibrato nel perseguire il duplice obiettivo di piena occupazione e stabilità dei prezzi, in particolare quando questi due traguardi risultano in tensione. In chiusura, Powell ha sottolineato che la politica monetaria non seguirà un percorso prestabilito, ma sarà guidata dai dati e dalla valutazione complessiva dei rischi – il classico wait and see.

Il passaggio chiave

Un punto in particolare del discorso ha catturato l’attenzione degli analisti e degli investitori: “nel breve termine”, dice Powell, “i rischi per l’inflazione sono orientati al rialzo e i rischi per l’occupazione al ribasso: una situazione difficile. Quando i nostri obiettivi sono in tensione come in questo caso, il nostro quadro di riferimento ci chiede di bilanciare entrambi i lati del nostro doppio mandato”. 

Il numero uno della FED ha poi riferito che “il nostro tasso di riferimento è ora 100 punti base più vicino al livello neutro – il tasso d’interesse teorico che non stimola né rallenta l’economia – rispetto a un anno fa e la stabilità del tasso di disoccupazione e di altre misure del mercato del lavoro ci consente di procedere con cautela mentre consideriamo i cambiamenti alla nostra posizione di politica monetaria”. 

Poi la frase cruciale: “Ciononostante, con una politica in territorio restrittivo, le prospettive di base e il mutato equilibrio dei rischi potrebbero giustificare un aggiustamento della nostra posizione di politica”. 

Cosa vogliono dire, nel concreto, queste dichiarazioni? Molto semplicemente che, attualmente, l’inflazione potrebbe aumentare e, al contrario, l’occupazione diminuire. Il punto fondamentale, stando alle parole di Powell, risiede nell’espressione “mutato equilibrio dei rischi”: se, un anno fa, la preoccupazione principale era un’inflazione fuori controllo, oggi mantenere un tasso di disoccupazione a livelli bassi diventa la priorità.  

Dunque, potrebbe essere necessario concentrarsi sul mercato del lavoro piuttosto che sul rialzo dei prezzi: mantenere i tassi ai livelli odierni, infatti, potrebbe soffocare ancora di più un’economia già in forte rallentamento. È, perciò, di vitale importanza scongiurare i rischi di una recessione. Come? Abbassando i tassi di interesse. Boom, mercati in estasi. 

Le reazioni dei mercati

Come anticipato, i mercati hanno reagito in modo marcatamente positivo alle parole di Powell: per quanto già ci si aspettasse almeno un taglio nell’ultimo trimestre del 2025, le dichiarazioni al Jackson Hole Economic Symposium hanno dato qualche sicurezza in più.

Vediamo nel dettaglio come ha reagito la Borsa nella giornata di venerdì 22 agosto: il Dow Jones e il Nasdaq hanno guadagnato l’1,7%, mentre l’S&P500 è cresciuto dell’1,5%. Altra storia se parliamo del Russell 2000 – indice che raggruppa le 2.000 aziende statunitensi a minore capitalizzazione — che ha registrato un aumento di quasi il 3,5%. Se invece guardiamo le singole azioni, Tesla ha messo a segno un interessante +5,8%, Nvidia il 3% e Amazon il 2,7%

Per concludere, il dollaro USA: a causa delle future pressioni inflazionistiche, la valuta statunitense ha perso terreno contro le principali valute mondiali. Il DXY, che misura il valore del dollaro statunitense rispetto a un paniere di sei valute principali (euro, yen, sterlina, dollaro canadese, corona svedese e franco svizzero), ha perso lo 0,9% in una sola seduta. 

Mercato Crypto

Dopo le dichiarazioni di Jackson Hole, Bitcoin ha guadagnato il 4% arrivando a toccare i 117.000$– anche se ad oggi è tornato sui 111.000$. Ethereum, invece, continua a macinare record: dopo aver guadagnato più del 15% in un solo giorno, ETH ha sfruttato la spinta per attaccare la resistenza dei 5.000$ e mettere a segno l’All Time High a 4.950$ nella giornata di domenica, per poi ritracciare leggermente – al momento in cui scriviamo viaggia sui 4.620$. Grandi performance anche per Solana, che da venerdì a domenica passa dai 180$ ai 212$, registrando un +17,7%.

What’s next?

Moltissimi esperti ritengono iper probabile almeno un taglio dei tassi prima della fine del 2025, proprio perché l’interpretazione che abbiamo dato qui sopra è quella più accreditata. Anche gli utenti di Polymarket sembrano condividere: il 78% degli scommettitori ha puntato sul taglio di 25 punti base a settembre, contro il 17% che ha votato “no change”. Aspettiamo la prossima riunione prevista per il 16-17 settembre prossimi. 
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Perché il prezzo del pane aumenta?

Perché il prezzo del pane aumenta?

Il prezzo del pane è lievitato negli ultimi anni: un chilo, in Italia, costa mediamente il 33% in più rispetto al 2021. Per quale motivo?

Il pane comune, essendo un bene di prima necessità, in Italia è sottoposto a una tassazione super-ridotta, con l’IVA al 4%. Nonostante ciò, negli ultimi anni abbiamo assistito a un rialzo sul prezzo euro/chilo che ha avuto effetti netti sulla spesa media delle famiglie italiane. Quali sono le ragioni dietro questo aumento? 

Il prezzo del pane in Italia: la differenza fra Nord, Centro, Sud e Isole

Il prezzo del pane, come quello di molti beni di consumo, cambia di in base alla parte della Penisola in cui ci troviamo, a causa delle differenze relative al costo della vita: nel Nord Italia vivere costa mediamente di più rispetto al Sud, anche se poi esistono variazioni di carattere regionale e persino cittadino. 

Per capire quanto effettivamente sia cresciuto il prezzo di un chilo di pane, abbiamo analizzato i cambiamenti dal 2021 al 2025 – forniti dall’Osservatorio Prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – prendendo in considerazione le due città più rilevanti dell’area geografica in questione: Milano e Torino per il Nord, Roma e Firenze per il Centro, Napoli e Bari per il Sud e Palermo e Cagliari per le Isole. 

Nord Italia

Nel giugno del 2021, a Torino e a Milano un chilo di pane costava rispettivamente 3,03€ e 4,20€, mentre nel giugno del 2025 erano necessari 3,98€ e 4,93€. Ciò equivale a un aumento del prezzo medio del 31,35% a Torino e del 17,38% a Milano. Nel complesso, se volessimo utilizzare queste due città per fotografare i cambiamenti nel Nord Italia, il prezzo del pane in questa area è salito del 23,24%

Centro Italia 

Per il Centro, come anticipato, abbiamo preso in considerazione le città di Firenze e Roma: nel giugno del 2021, un chilo di pane costava 2,22€ nel capoluogo toscano e 2,65€ nella Capitale. Cinque anni dopo, la stessa quantità viene esposta, nell’ordine, al prezzo di 3,33€ e 3,41€. La città di Dante ha visto un rialzo mostruoso, pari al 50%, mentre l’Urbe se l’è cavata un po’ meglio, con aumenti del 28,68%. Complessivamente, nel Centro Italia un chilo di pane costa il 38,40% in più rispetto al 2021. 

Sud Italia

Nel Sud il costo della vita è tendenzialmente più basso: un’indagine del 2024 del Codacons ha classificato Napoli come la città più economica d’Italia (e Bari la più costosa del Sud). In ogni caso, nel giugno del 2021 a Napoli il pane costava 1,88€/kg contro i 2,90€ di Bari. Nel 2025, invece, si parla di 2,42€ e 4€. Siamo dunque di fronte ad aumenti pari al 28,72% nel primo caso e 37,93% nel secondo, mentre a livello globale il rincaro ammonta al 34,31%

Isole

Nonostante finora abbiamo utilizzato le due città più popolose dell’area geografica in questione per descrivere i cambiamenti di prezzo, per le Isole abbiamo fatto un’eccezione: Cagliari infatti possiede meno abitanti di altre città siciliane, come Catania o Messina, ma era necessario rappresentare la Sardegna. Ma andiamo avanti.

A Palermo nel 2021 un chilo di pane veniva venduto a un prezzo medio di 2,96€, mentre a Cagliari la cifra si attestava sui 3,12€. Nel giugno del 2025, per la stessa quantità i siciliani dovevano spendere 4,4€ e i sardi 4,11€. Si tratta di rialzi del 48,65% e del 31,73%. In generale, nelle Isole si spende il 39,97% in più rispetto a quattro anni fa.  

Quali sono le cause?

Come è ovvio, non esiste un’unica causa dietro a un rincaro così importante. Si tratta di una serie di fattori interconnessi che vanno a impattare, in modo diretto e indiretto, la produzione del grano duro, fondamentale per la panificazione.

Cambiamento climatico tra siccità e alluvioni

Per esempio, il cambiamento climatico agisce direttamente sulla produzione del cereale, dal momento che i raccolti dipendono soprattutto dalla qualità del clima: siccità o, al contrario, alluvioni più frequenti e devastanti, hanno un impatto notevole sulla quantità di grano che la terra può produrre. Meno grano a disposizione si traduce in un rialzo dei prezzi, come vuole la legge della domanda e dell’offerta

Guerra in Ucraina: impatto diretto e indiretto

Anche la guerra in Ucraina, iniziata nel 2022 in seguito all’invasione russa, ha un ruolo di primo piano nell’aumento dei prezzi, per motivi diretti e indiretti.

L’Ucraina, infatti, è chiamata il “granaio d’Europa” proprio grazie al suo ruolo storico di esportatrice di prodotti agricoli, in particolare cereali. Allo stesso modo, la Russia produce grandissime quantità di cereali, che poi vende al resto del mondo. È chiaro, perciò, come un conflitto così totalizzante e prolungato nel tempo abbia una responsabilità diretta sulla riduzione delle tonnellate di grano raccolto. 

Questa guerra, però, ha influenzato il costo del grano anche in modo indiretto, colpendo il settore energetico, elemento chiave nella produzione agricola. Con l’inizio degli scontri e l’affrancamento dell’Unione Europea dal gas russo, il prezzo dell’energia è salito in modo quasi incontrollato. Quando l’energia costa di più, crescono di conseguenza i costi di trasporto, marittimo e su gomma, e di produzione, fra macchine agricole e forni. Chi paga questi incrementi di prezzo? Il consumatore finale.

Ma alla fine si parla sempre di inflazione 

Eh si, si torna sempre alla nemica numero uno dei nostri risparmi: se il consumatore spende di più per comprare la stessa quantità di un bene, significa che il denaro vale di meno rispetto al passato  – nel caso che abbiamo appena analizzato, il 33% in meno. 

Purtroppo non finisce qui, perché l’inflazione, oltre ad agire in modo diretto sui prezzi, presenta anche degli effetti collaterali. Cosa significa? Molto semplicemente potremmo parafrasare il famoso detto “vincere aiuta a vincere” con la nostra originale versione l’inflazione aiuta l’inflazione: se il costo di un bene aumenta a causa di fattori come quelli precedentemente descritti, è molto probabile che produca delle conseguenze anche su beni che, in realtà, non avrebbero ragione di crescere di prezzo.   

Banalmente, quanto detto vuol dire che, da una parte c’è un fornaio obbligato ad alzare il prezzo del pane, poiché a monte paga di più il grano stesso e l’energia per mandare avanti l’azienda. Ma dall’altra, potrebbe esserci un dentista – esempio casuale, amiamo i dentisti – che aumenta di un tot% la fattura perché ha bisogno di più soldi per vivere (tutto costa di più) o perché… tanto lo fanno tutti. Si instaura un circolo vizioso che, nel tempo, è destinato a diventare la normalità: una tazzina di caffè al bar, che prima costava 1€, adesso vale 1,20€. Pensi che torneremo al prezzo di qualche anno fa? No, non ci torneremo mai. Anzi, l’obiettivo sarà evitare che arrivi a 1,50€ troppo in fretta.

Una soluzione necessaria

Dobbiamo proteggerci e trovare una soluzione per impedire che l’inflazione eroda lentamente e inesorabilmente il nostro denaro. Come? A noi, per esempio, piace molto Bitcoin. Siamo talmente convinti di questa scelta che ci abbiamo costruito sopra una campagna dal titolo “Bitcoin Protegge”. Magari ci hai visto nelle principali spiagge italiane, dalla costiera amalfitana alla riviera romagnola. 
Siamo arrivati alla fine di questo mini viaggio alla scoperta dell’economia del pane: ti eri accorta/o di questa situazione? O hai preso consapevolezza della realtà leggendoci? In ogni caso, seguici sul nostro canale Telegram per restare aggiornata/o sulle notizie che contano, dall’economia alla geopolitica, con un occhio sempre attento sui mercati.

Come funziona la Borsa spiegato semplice

Come funziona la Borsa spiegato semplice

NYSE, Nasdaq, LSE: cosa significano questi termini? Sono i nomi di alcune fra le principali Borse mondiali. Ma cos’è una Borsa Valori? Come funziona?

La Borsa Valori, chiamata comunemente Borsa, è un mercato finanziario dove si comprano e si vendono azioni, obbligazioni e altri strumenti. Se la Borsa, in passato, era un argomento riservato agli addetti ai lavori, adesso è un elemento che appartiene all’immaginario collettivo, grazie soprattutto a numerosi film cult che hanno riempito le sale dei cinema dagli anni ‘70 in poi. Ma qual è la storia della Borsa? Quali sono le sue componenti fondamentali? Chi sono gli attori che vi operano? Vediamolo insieme. 

Come e quando nasce la Borsa Valori?

Le prime evidenze scritte di operazioni di cambio, prestiti e depositi risalgono al secondo millennio a.C. e sono incise sul codice babilonese di Hammurabi. Attività simili furono comuni anche fra gli antichi greci, gli etruschi e i romani. Queste antiche operazioni finanziarie, tuttavia, non possono ancora essere definite “borsistiche”: la Borsa vera e propria nascerà in Olanda, ad Amsterdam, intorno al ‘600. 

Il Medioevo

In ogni caso, nel tardo Medioevo, il mondo della finanza iniziò ad acquisire una dimensione più strutturata, con la nascita dei primi organismi bancari: l’Italia, soprattutto dalle parti di Genova, Venezia e Siena, fu per anni il principale centro finanziario dell’Europa. 

Intorno al ‘300, sorse una nuova piazza di scambio che attirò commercianti da tutto il continente, contribuendo notevolmente allo sviluppo di un sistema finanziario ancora troppo rudimentale. Ci troviamo a Bruges, in Belgio, precisamente nel Palazzo Ter Buerse, costruito dalla famiglia aristocratica Van der Bourse: è esattamente da questo posto, in cui i commercianti si riunivano per scambiare merci e valute, che deriva il nome “Borsa”. Successivamente, sorsero altre Borse importanti ad Anversa, Lione e Francoforte e si passò gradualmente da una gestione privata a una pubblica, con regolamentazioni via via più nitide ma anche più stringenti.

L’Età Moderna

Nel ‘600 la Borsa di Amsterdam divenne la Borsa più importante del continente europeo – e, probabilmente, del mondo. In questo periodo nascono le prime società per azioni: di conseguenza, le attività di contrattazione e di scambio di titoli (tra cui i titoli di stato) e merci ricevettero un grande impulso.

Il secolo successivo fu quindi segnato da un’espansione dei traffici, ma anche da una lunga serie di bolle speculative. La più famosa fu la South Sea Bubble in Inghilterra, intorno al 1710-1720, in cui il prezzo delle azioni di una compagnia commerciale – la South Sea Company appunto – salì alle stelle per poi crollare, rovinando migliaia di investitori. Questo evento portò all’introduzione del Bubble Act (abolita circa un secolo dopo), una legge che limitò la creazione di società anonime, nel tentativo di controllare la speculazione. Contemporaneamente, a New York, i primi mercanti si incontravano sotto un albero di platano a Wall Street per negoziare titoli. 

La Rivoluzione Industriale e la Borsa moderna

In questa fase storica, la Borsa si avvia a diventare un elemento cruciale non solo per lo sviluppo delle singole imprese, ma anche per la crescita economica delle nazioni. Londra e Parigi diventano i principali mercati europei, in cui si finanzia la costruzione di fabbriche e infrastrutture, ma anche l’attività coloniale e militare. Nel 1817 nasce ufficialmente il NYSE (New York Stock Exchange), che diventerà la principale Borsa al mondo per capitalizzazione di mercato.

Il XX secolo fra successi e pesanti crisi finanziarie 

Nel 1900 la Borsa diventa il cuore pulsante del sistema capitalistico: economia e finanza  sono ormai interconnesse e inscindibili. È un periodo di alti e bassi, in cui si alternano momenti di grandissima espansione economica, tra cui i Ruggenti Anni ‘20 e il boom economico successivo alla Seconda Guerra Mondiale, e crisi finanziarie pesantissime, come la Grande Depressione del 1929 e il Lunedì Nero del 1987

Una situazione del genere rende necessaria una regolamentazione: vengono creati enti e organismi di controllo come la SEC (Security Exchange Commission) negli USA e la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) in Italia, proprio per monitorare le operazioni finanziarie, che ormai muovono quantità di denaro decisamente importanti. Inoltre, nel 1971 nasce il Nasdaq e la Borsa inizia il passaggio da mercato fisico, fatto di urla e gesti, a elettronico, basato su computer e sistemi di calcolo. 

L’era digitale

Siamo arrivati ai giorni nostri. L’avvento di Internet ha rivoluzionato il modo di operare in Borsa: maggiore accessibilità, transazioni istantanee, spostamenti di capitale senza precedenti e nuovi mercati. Ora che conosciamo a grandi linee la storia, vediamo come funziona la Borsa oggi. 

Come funziona la Borsa?

Per capire il funzionamento della Borsa, prima di tutto è fondamentale comprendere che cos’è. La Borsa potrebbe essere definita come il motore finanziario che collega il mondo delle imprese e quello dei risparmiatori. Questo perché le prime cercano capitale per finanziare la propria crescita – costruire nuovi poli industriali, sviluppare nuovi prodotti, assumere personale – mentre i secondi, invece, cercano opportunità per accrescere il proprio capitale. Per questa ragione, si parla di mercato primario e mercato secondario

Il mercato primario è il “luogo” dove si creano le azioni: quando un’azienda si quota in Borsa per la prima volta, vende le sue azioni – di cui parleremo a breve – direttamente agli investitori che, comprandole, permettono all’azienda stessa di raccogliere i fondi per crescere. Il mercato secondario, invece, è quello di “tutti i giorni”, dove gli investitori si scambiano tra loro le azioni già circolanti (che l’azienda ha emesso per il mercato primario), al fine di trarre profitto dalla compravendita. 

Nel mondo della Borsa, però, non esistono solamente le azioni: una parte consistente dei prodotti finanziari circola, infatti, sottoforma di obbligazioni. Cerchiamo di capire bene la differenza, che è fondamentale.

Cosa sono le azioni?

Come abbiamo visto poco fa, le azioni sono “piccoli pezzetti” di azienda che gli investitori comprano nella speranza di venderle in futuro ad un prezzo più alto. Acquistando anche una singola azione, pertanto, l’investitore diventa socio dell’azienda stessa. In questo modo, l’investitore-socio ha una serie di diritti, come la partecipazione agli utili attraverso i dividendi – che non sempre sono garantiti – e alle assemblee societarie

Ma comprare azioni porta con sé anche una serie di contro, primo fra tutti il rischio. Il prezzo dell’azione della società in questione, infatti, è strettamente collegato alla sua performance: se l’azienda va bene, il prezzo sale, se l’azienda va male, il prezzo scende fino anche ad azzerarsi. Questo avviene perché il suo valore è determinato attraverso la legge della domanda e dell’offerta (ma non solo): più l’azione è richiesta, perché l’azienda ha fatto utili record o ha lanciato sul mercato un prodotto disruptive, più costerà e viceversa. La scarsità del bene circolante determina il suo prezzo. Quanto pagheresti una bottiglietta d’acqua in città? Poco, perché in ogni angolo troverai un bar o un supermercato che la vendono. Ma quanto pagheresti la stessa bottiglia in mezzo al deserto?

Cosa sono le obbligazioni?

Le obbligazioni sono sostanzialmente diverse dalle azioni perchè l’investitore che le compra non diventa socio ma creditore. Cosa significa? Detto semplice, l’azienda emette obbligazioni per lo stesso motivo per cui emette le azioni, cioè per raccogliere capitale, ma con modalità diverse. Acquistare un’obbligazione, infatti, è come fare un prestito all’azienda in questione: io, investitore, presto a te, azienda, questa precisa quantità di denaro sapendo che fra X anni mi verrà restituito. Nel mentre, l’azienda paga all’investitore-creditore delle cedole, cioè degli interessi periodici, che rappresentano il profitto alla base di questa operazione.

La cedola pagata dall’azienda, che può essere intesa un po’ come il tasso di interesse, dipende dall’affidabilità dell’azienda stessa. Concretamente, ciò significa che un’azienda strutturata, in profitto, trasparente e coi bilanci in ordine pagherà meno rispetto a un’azienda più “oscura” e in difficoltà. La stessa cosa vale per i titoli di Stato, che sono obbligazioni emesse dal governo o dal Tesoro per finanziare la spesa pubblica di una Nazione: i titoli di Stato italiani, ad esempio, pagheranno tassi di interesse minori rispetto ai titoli di Stato moldavi, proprio perchè l’Italia è considerato un paese più affidabile e, conseguentemente, la componente di rischio si riduce

Rispetto alle azioni, le obbligazioni sono più sicure e garantite e, per questo motivo, presentano margini di guadagno inferiori. La regola è sempre la stessa: ad alto rischio corrisponde alto rendimento e viceversa

Cosa sono gli indici?

Paragrafo bonus, trasversale rispetto alle nozioni di azione e obbligazione. Quindi, che cos’è un indice? Nient’altro che un insieme – un paniere, per utilizzare uno dei termini più abusati nel settore – di società quotate, se parliamo di azioni, o titoli di debito, se invece si tratta di obbligazioni, raggruppate in base a specifici criteri

In che senso “in base a specifici criteri”? Nel senso che l’S&P500, ad esempio, include le 500 società a maggiore capitalizzazione quotate sul mercato americano, il NASDAQ-100 invece rappresenta le 100 maggiori società non finanziarie quotate sulla borsa del NASDAQ, mentre l’S&P Global Clean Energy Transition raggruppa 100 società attive nel settore dell’energia pulita a livello globale. Per le obbligazioni, dall’altra parte, esistono indici che dividono i titoli di Stato secondo la loro durata: tutti quelli con scadenza a 10 anni, a 30 anni eccetera, eccetera, eccetera.

Chi opera sul mercato? Gli attori principali

Una volta chiare le regole e gli strumenti del gioco, è il momento di conoscere chi partecipa. Naturalmente ci sono le società quotate, senza le quali non esisterebbe la Borsa, che, come abbiamo visto, si lanciano sui mercati finanziari al fine di raccogliere fondi. 

Gli investitori: istituzionali e retail

Ci sono poi gli investitori, che comprano azioni e obbligazioni per incrementare il proprio capitale. Gli investitori si dividono in investitori istituzionali e investitori retail. I primi sono considerati i pesi massimi del sistema finanziario, dal momento che spostano enormi quantità di denaro e sono in grado di influenzare l’andamento dei prezzi delle azioni. Tra questi attori troviamo i fondi comuni di investimento, i fondi pensione o i fondi assicurativi, che investono i soldi dei loro clienti, con l’obiettivo di restituirgli un profitto e guadagnare dalle commissioni. I secondi, invece, sono gli investitori individuali, cioè i piccoli risparmiatori, che investono il proprio capitale nella speranza di ottenere un rendimento futuro.

Se sei un investitore retail – e molto probabilmente lo sei o lo sarai –  ti consigliamo di dare un’occhiata al nostro blog, perché troverai molti articoli che ti aiuteranno a non commettere i soliti errori, come quello sull’importanza della diversificazione o quello sui bias cognitivi in finanza

Gli intermediari finanziari

É il momento di parlare di chi rende possibile investire: gli intermediari finanziari. Questi operatori sono il ponte obbligatorio tra chi emette azioni e obbligazioni e chi le compra. Per vari motivi di natura tecnica, legale e di sicurezza, non è possibile operare in Borsa senza passare attraverso queste entità, che vengono appunto chiamate intermediari. Di chi stiamo parlando? Niente meno che di banche e broker online, che offrono la possibilità ai propri clienti di comprare o vendere prodotti finanziari in cambio, ovviamente, di commissioni. 

A questo punto potresti chiederti con una punta di fastidio: “ma per quale motivo sono obbligato a passare per un intermediario finanziario per comprare o vendere le azioni della Coca Cola?” La risposta, in realtà, è abbastanza semplice: per lo stesso motivo per cui hai bisogno di prendere la patente per guidare. Non puoi semplicemente salire in macchina e premere pedali a caso. E allora potresti farci notare che, una volta presa la patente, la macchina te la guidi in autonomia. E avresti anche ragione. Ma sei in grado di costruirla?

Il punto, insomma, è uno solo: costruire quell’auto significa avere i sistemi informatici ultra-sicuri, le autorizzazioni legali, le connessioni dirette con le Borse e via dicendo. È un’attività complessa, costosissima e strettamente regolamentata. Ecco perché le autorità di vigilanza impongono che solo specifici soggetti, gli intermediari finanziari, possano farlo.

Le autorità di vigilanza

A proposito di autorità di vigilanza, parliamo proprio di loro, cioè di chi si occupa che le regole siano giuste e che, soprattutto, vengano rispettate: se investire in Borsa fosse una partita di calcio, le autorità di vigilanza sarebbero precisamente gli arbitri. Questi arbitri finanziari possono avere una dimensione nazionale, come la SEC per gli USA, la CONSOB per l’Italia e la FCA per il Regno Unito, o sovranazionale, come l’ESMA per l’Unione Europea.  Le loro funzioni ruotano principalmente intorno alla

  • protezione degli investitori/consumatori, vigilando sul comportamento degli intermediari finanziari che offrono servizi;
  • trasparenza del mercato, obbligando le aziende quotate a rendere pubbliche tutte le informazioni rilevanti come bilanci, resoconti trimestrali fino anche alle modifiche nel personale di alto livello;
  • correttezza delle negoziazioni, monitorando il mercato per individuare e sanzionare modi scorretti di operare come l’insider trading – comprare o vendere in anticipo perchè si conoscono informazioni private o protette da segreto aziendale. 

Ma non si finisce mai di imparare

In questo articolo abbiamo provato a spiegare lo scheletro della Borsa, elencando i suoi elementi fondamentali. Va detto, però, che quanto scritto sopra è forse la punta della punta dell’iceberg. Se hai letto questa mini guida perché hai appena finito di vedere The Wolf of Wall Street e speri di ritrovarti fra un anno a sorseggiare un Martini, su un lettino in un resort di lusso in mezzo all’Oceano Pacifico come un fuffaguru qualsiasi, il consiglio è di tornare coi piedi per terra e cominciare a studiare seriamente. 
Intanto, però, potresti iscriverti al nostro canale Telegram: pubblichiamo spesso contenuti del genere, guide, consigli e notizie rilevanti per non farsi cogliere di sorpresa. Alla prossima!

Guerra Russia-Ucraina: gli aggiornamenti

Guerra Russia Ucraina: aggiornamento post-vertice

Weekend intenso per Donald Trump, che in pochi giorni incontra Putin, Zelensky, i leader europei e della NATO. Cos’è successo? Le reazioni dei mercati

Un weekend decisamente caldo quello appena trascorso: uno scatenato Donald Trump ha accolto negli Stati Uniti, in quattro giorni, il Presidente russo Putin, quello ucraino Zelensky, sei leader europei tra cui Giorgia Meloni e il Segretario della NATO Mark Rutte. L’obiettivo? Trovare una soluzione che possa mettere fine alla guerra cominciata più di tre anni fa con l’invasione russa dell’Ucraina. Qui un breve recap di ciò che è successo, con un focus finale sul comportamento dei mercati. 

Trump e Putin: meeting in Alaska a Ferragosto 

Il 15 agosto, in una base americana nei pressi di Anchorage, in Alaska, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello della Federazione russa Vladimir Putin hanno avuto un faccia a faccia per discutere della guerra russo-ucraina. Le scene che hanno preceduto il meeting sono state oggetto di grande dibattito, a causa di una quasi inaspettata cordialità di Trump nei confronti di Putin: tappeti rossi, calorose strette di mano, pacche sulla spalla e amichevoli sorrisoni. 

Ma è un dettaglio particolare a incuriosire i media di tutto il mondo: il Presidente USA, in modo volontario e non previsto, ha offerto un passaggio all’omonimo russo sull’epica e indistruttibile limousine presidenziale – chiamata appunto “The Beast” – al riparo da occhi e orecchie indiscreti. Cosa si siano detti in quei dieci minuti di macchina, nessuno potrà mai saperlo. I due, però, sono stati visti ridere serenamente, come amici di vecchia data.

In ogni caso, dalla “conferenza stampa” successiva all’incontro non è trapelato nulla di significativo. Le virgolette non sono casuali: i due non hanno risposto a praticamente nessuna domanda, ma si sono limitati a fare le solite, vaghe dichiarazioni. 

Ha iniziato Putin, lodando l’atmosfera “di rispetto reciproco” e raccontando come, in realtà, l’Alaska fosse in passato una regione russa. È poi passato al tema centrale del summit, cioè la guerra che sta conducendo contro l’Ucraina. Ancora una volta, lo Zar ha rimarcato la necessità di “eliminare le cause profonde” del conflitto come requisito imprescindibile per parlare di pace: riconoscimento della sovranità russa sulle regioni attualmente contese, smilitarizzazione e neutralità di Kyiv, assenza di coinvolgimento militare straniero e nuove elezioni ucraine.

Arriva, quindi, il momento di The Donald. Come riportano numerosi analisti, il POTUS, che ci ha abituato a lunghe dichiarazioni, è stato stranamente di poche parole: “ci sono stati moltissimi punti su cui siamo stati d’accordo”, “grandi progressi“, “incontro estremamente produttivo“.  Insomma, qualche minuto di fumo con poco arrosto, per poi ammettere che nessun accordo era stato raggiunto ma che, comunque, “abbiamo una grandissima possibilità di arrivarci“. 

Trump, Zelensky, Europa e NATO a Washington D.C.

Tra domenica e lunedì, Donald Trump ha discusso della situazione attuale e futura col Presidente ucraino Zelensky, per poi allargare l’invito a sei leader europei – il francese Macron, il tedesco Mertz, l’italiana Meloni, il britannico Starmer, il finlandese Stubb e la Presidente della Commissione U.E. von der Leyen – e al Segretario generale della NATO Rutte

Il tema centrale del summit è stato chiaramente la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Infatti, tanto il Presidente Zelensky quanto i rappresentanti europei e della NATO, da mesi stanno esercitando forti pressioni sul Presidente Trump al fine di ottenere le cosiddette garanzie: la pace fra le due parti deve essere raggiunta senza compromettere la sovranità dell’Ucraina e, in prospettiva futura, deve servire a dissuadere la Russia dal ripetere simili invasioni militari. Come? Permettendo a Kyiv di dotarsi di un esercito competitivo, al passo coi tempi e fortemente specializzato, che funga da deterrente. Il problema è che Putin, come abbiamo visto, non ne vuole sapere e chiede tutt’altro.  

What’s next?  

Difficile a dirsi, data la natura criptica di Vladimir Putin e l’atteggiamento incostante di Donald Trump. Tuttavia, nella giornata del 19 agosto, lo stesso Trump ha dichiarato che il Presidente russo avrebbe accettato di partecipare a un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky, a cui dovrebbe seguire un trilaterale USA-Russia-Ucraina

Come si legge da un suo post sul social Truth, “al termine degli incontri, ho chiamato il presidente Putin e ho iniziato a organizzare un incontro, in una sede da definire, tra il presidente Putin e il presidente Zelensky. Dopo che questo incontro avrà luogo, avremo un trilaterale, che comprenderà i due presidenti e me stesso”. La notizia sarebbe stata confermata anche dal Primo Ministro britannico Starmer e dal Cancelliere tedesco Mertz.

Come hanno reagito i mercati? 

Per quanto riguarda i mercati finanziari tradizionali, la risposta è stata tutto sommato positiva. I tre principali indici americani – Nasdaq, Dow Jones, S&P500 – hanno accolto con entusiasmo la notizia dell’incontro Trump-Putin in Alaska, salvo poi perdere un po’ di terreno: molto probabilmente, gli investitori si aspettavano risultati più concreti e informazioni meno vaghe dal summit di Anchorage. Stesso discorso per i tre principali indici europei – Parigi, Francoforte e Londra – che, con diverse intensità, stanno mettendo a segno buone performance dalla prima settimana di agosto.   

Situazione diversa lato crypto. Bitcoin, fra il 13 e il 14 agosto, ha toccato un nuovo All Time High superando quota 124.000$, per poi ritracciare e tornare sui 115.600$ dopo aver fallito, per la seconda volta, l’attacco alla resistenza compresa nel range fra i 121.000$ e i 123.000$.  

Anche Ethereum ha tentato l’assalto all’ATH, arrivando a meno di 100$ dal record toccato nel 2021. Attualmente, si aggira intorno ai 4.300$: potrebbe essere molto probabile un secondo attacco ai massimi, dal momento che – facciamo tutti gli scongiuri del caso – la resistenza situata a quota 4.100$ sembra essersi trasformata in supporto

Per quanto riguarda la Total Market Cap, dal momento dell’annuncio – giovedì 7 agosto – siamo passati dai 3,7 trilioni di dollari agli attuali 3,85 con un aumento del 3,8% circa (più o meno 150 miliardi di dollari). Infine, Bitcoin continua a perdere terreno nei confronti delle altcoin: negli ultimi 12 giorni, la dominance di BTC è calata di più di 3 punti percentuali, arrivando al 59,7% – al momento in cui scriviamo. 

Non solo geopolitica

Occorre anche specificare un dato molto importante: il 12 e il 14 agosto, il BLS (Bureau of Labour Statistics) ha pubblicato i dati relativi all’inflazione negli Stati Uniti, comunicando il CPI e il PPI, ovvero il Consumer Price Index e il Producer Price Index. Il primo valore riflette i prezzi all’acquisto, dalla prospettiva dei consumatori, mentre il secondo mostra le variazioni dei prezzi di vendita, dunque dalla prospettiva dei produttori.

Il PPI è importante perché è considerato un indicatore anticipatore dell’inflazione: se chi produce vende a prezzi più alti, chi acquista compra a prezzi più alti, il potere d’acquisto cala e l’inflazione cresce. Questo mese, il PPI è aumentato dello 0.9% rispetto a luglio, contro le previsioni che stimavano “solo” un +0,2%. Queste rilevazioni hanno sicuramente influenzato il comportamento degli investitori, dal momento che un’inflazione più alta riduce le probabilità di tagli ai tassi futuri da parte della FED.

Si intravede uno spiraglio di luce?

Per concludere, Donald Trump riuscirà a far sedere Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky allo stesso tavolo? Siamo sempre più vicini alla pace o è solamente un’illusione? Che ruolo avrà l’Europa in tutto ciò?


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Trasferisci le tue criptovalute su Young Platform: guida al deposito crypto

Come trasferire crypto su Young Platform la guida completa

Vuoi trasferire Ethereum e le tue altre criptovalute da wallet esterni su Young Platform? Ecco la guida completa!

Se vuoi trasferire Ethereum o altre criptovalute da wallet esterni o altri exchange su Young Platform, leggi questa guida passo per passo!

1. Seleziona la crypto che intendi depositare

Il primo step per effettuare un deposito di criptovalute su Young Platform è selezionare la criptovaluta che intendi depositare. Per selezionarla ti basta accedere alla sezione “Portafoglio” dell’app o della piattaforma web di Young Platform e cliccare sul bottone “Deposita”.

Per questa guida utilizzeremo, come esempio, la crypto Ethereum. Nel caso dovessi depositare su Young Platform un’altra criptovaluta, non ti preoccupare! Il procedimento rimane identico, con una piccola aggiunta. In alcuni casi, come spiegato nei paragrafi successivi, dovrai aggiungere un codice in più, il memo.

2. Copia il tuo wallet address

Una volta selezionata la crypto che intendi depositare, clicca sul pulsante deposita. Così facendo vedrai una schermata simile. Usiamo come esempio Ethereum.

Il codice alfanumerico che vedi accedendo in prima persona a questa sezione è l’indirizzo del tuo crypto wallet Ethereum sull’exchange di Young Platform

Che cos’è l’indirizzo del wallet? L’indirizzo del wallet (wallet address) è un codice di 26-35 caratteri alfanumerici, necessario a inviare criptovalute a un wallet. L’indirizzo del wallet ha una funzione simile a quella del codice IBAN per un conto corrente bancario. Va quindi comunicato al mittente in modo da ricevere le criptovalute. 

Per trasferire i tuoi Ether da un wallet self-custody o da un altro exchange, è sufficiente inviare a questo indirizzo la quantità di ETH che desideri. Se stai utilizzando la versione mobile del tuo wallet, potrai anche scannerizzare il codice QR che vedi sopra l’indirizzo del wallet. 

Utilizza l’indirizzo che trovi su “Deposita Ethereum” solo per inviare ETH. Ogni criptovaluta ha una o più (per quanto riguarda ETH, USDC e USDT) reti di riferimento e un indirizzo di wallet specifico. Per esempio, puoi depositare Ethereum anche attraverso diversi Layer-2, ad esempio Arbitrum, Optimism, Linea e Base, mentre sono disponibili i depositi per le stablecoin sopracitate sulle seguenti reti.

  • USDT: Polygon, Arbitrum, Optimism, BSC, e Tron
  • USDC: Polygon, Arbitrum e Optimism

In ogni caso è necessario controllare quali network supportino la criptovaluta che intendi depositare prima di effettuare l’operazione. Inviare per esempio degli AVAX, il token nativo della blockchain di Avalanche, al tuo indirizzo Ethereum potrebbe comportare la perdita dell’importo inviato.

3. Deposita le tue crypto da un wallet self-custody

Vediamo come trasferire crypto su Young Platform da wallet self-custody, ossia wallet di cui hai in gestione la chiave privata, come ad esempio Metamask. Se non conosci Metamask, si tratta di un’estensione per browser e un portafoglio crypto open source che permette agli utenti di interagire con le Dapp. Questo wallet, nato inizialmente per effettuare transazioni sulla blockchain di Ethereum, oggi permette di interagire con tutte le più famose blockchain compatibili con quest’ultima. È possibile utilizzare Metamask sia da desktop, attraverso l’estensione per browser, che da smartphone attraverso l’app. 

Spostiamoci quindi sull’estensione browser di Metamask. Per trasferire Ethereum da Metamask seleziona la “Rete Ethereum Principale” dalla tendina in alto a destra. Successivamente clicca sul bottone “Invia”

Come depositare su Young Platform tramite Metamask

Una volta selezionato che si intendono inviare i fondi, basta incollare l’indirizzo copiato in precedenza e continuare. 

Come incollare il tuo wallet address su Metamask

Il prossimo passo per trasferire Ethereum su Young Platform è inserire l’ammontare di Ether che vuoi depositare. Tieni presente che per processare una transazione su blockchain è necessario pagare le gas fee. Le gas fee sono le tasse che vengono pagate da chi intende effettuare una transazione su blockchain ai validatori, coloro che garantiscono che le transazioni avvengano in modo sicuro sul network. Assicurati quindi di possedere, su Metamask, la quantità necessaria di Ether per pagare queste gas fee oppure la transazione non potrà essere processata. Puoi consultare le gas fee in tempo reale, più la blockchain di Ethereum è congestionata e più saranno alte. Inoltre, la quantità di gas fee che pagherai sarà direttamente proporzionale a quanto pretendi che sia veloce la transazione che invii, puoi scegliere la tipologia di transazione cliccando sul bottone “modifica” che trovi all’interno dell’estensione browser di Metamask prima di confermare la transazione. Per questo tipo di transazioni, che non necessitano di un’alta velocità, tuttavia, si tende a risparmiare sulle gas fee.

Come inserire l'importo che vuoi depositare su Young Platform tramite Metamask

Una volta inserito l’importo che intendi depositare su Young Platform non ti resta che cliccare sul bottone “Avanti”. Dopodiché si aprirà questa schermata in cui potrai vedere la quantità di gas fee che andrai a pagare per processare la transazione e la somma totale delle crypto che “spenderai”. Una volta confermato la transazione sarà processata. 

Come confermare la transazione su Metamask

Entro qualche minuto dovresti ricevere la quantità di crypto inviata dal tuo wallet self-custody. Se la rete blockchain è congestionata, potresti riscontrare ritardi per i depositi crypto. In tal caso, potrebbe essere necessario attendere fino alla conferma della transazione. Se le crypto non dovessero essere accreditate sul tuo account Young Platform, richiedi l’apertura di un ticket dall’app o dalla piattaforma web.

4. Deposita le tue crypto da un altro exchange

Per depositare crypto da un altro exchange il procedimento dipende dalla piattaforma di partenza. Nella maggior parte dei casi ti basta accedere alla sezione “preleva” del tuo portafoglio crypto e incollare l’indirizzo copiato in precedenza. Un consiglio che possiamo darti è quello di leggere le guide dell’exchange che intendi utilizzare per prelevare i tuoi fondi. Puoi trovare queste guide facilmente su Google, digitando “prelievo crypto (nome dell’exchange)”. Per quanto riguarda l’exchange Binance, per esempio, basta recarsi all’interno della sezione “Wallet”, selezionare la voce “Preleva criptovaluta” e scegliere la criptovaluta che si intende prelevare.

Prelievo crypto da Binance

Successivamente incolla l’indirizzo del tuo wallet Young Platform e seleziona la rete che intendi utilizzare. Per rete si intende la blockchain sulla quale ogni crypto è supportata. Per esempio, se vuoi depositare sull’exchange di Young Platform la crypto ETH, portrai selezionare Ethereum, Arbitrum, Optimism, Linea e Base. Se hai dei dubbi su quale sia la rete corretta, chiedi aiuto nel nostro canale Discord o contatta il supporto, se invii le tue crypto sulla rete sbagliata corri il rischio di perderle! 

5. Che cos’è il memo?

Per alcune criptovalute, per esempio per XRP, la criptovaluta della blockchain di Ripple, è necessario inserire anche il memo nel momento in cui si invia una transazione. Il memo o tag è un identificativo univoco assegnato a ciascun account per identificare un deposito e accreditarlo correttamente sul relativo wallet. Nel momento in cui selezioni la crypto da depositare e ti viene restituito dall’app o dalla piattaforma web l’indirizzo a cui inviarla, troverai, nel caso in cui sia necessario, il memo.

6. Finalizzazione del deposito

Una volta confermata la transazione, il tuo deposito crypto su Young Platform dovrebbe essere processato in un lasso di tempo che va da pochi secondi a qualche minuto, a seconda della congestione e della velocità del network che stai utilizzando. Per assicurarti che i tuoi fondi siano arrivati sull’exchange di Young Platform, visita la sezione Portafoglio della tua app o della Piattaforma Web e controlla il saldo della crypto che hai depositato. Se non dovessi ricevere la crypto anche a distanza di ore, puoi parlare con il Supporto aprendo un ticket o chiedere aiuto nel nostro server Discord.