Il settore dei pagamenti internazionali B2B è in crescita e sta superando diverse sfide, anche grazie alla blockchain
Si stima che nel 2023 i pagamenti internazionali B2B abbiano raggiunto i 39,3 miliardi, e che il trend sia in crescita nei prossimi anni.
Se inizialmente è stata la globalizzazione ad alimentare il fenomeno, solo negli ultimi anni è stato fatto il vero salto avanti. Da dopo la pandemia, infatti, sempre più aziende si servono di negozi online per acquistare beni e servizi, dando una forte spinta agli e-commerce B2B.
Sono tantissimi i casi in cui le aziende devono effettuare pagamenti da e verso l’estero, ecco alcuni dei più comuni:
- E-commerce B2B
- Import-export
- Abbonamenti a software (SaaS)
- Stipendi di personale internazionale
- Trading e investimenti aziendali
- Rimpatrio di fondi e flussi di tesoreria (multinazionali)
Le tempistiche e i costi dei metodi tradizionali di pagamento, però, limitano la crescita delle imprese e hanno impatti concreti sui flussi di cassa.
Così negli ultimi anni sono emersi nuovi attori nel nascente settore fintech, che hanno sviluppato soluzioni sia con i modelli esistenti, che sfruttando nuove tecnologie come la blockchain.
Approfondiamo di seguito i problemi legati ai pagamenti internazionali B2B e le soluzioni in via di sviluppo.
I problemi dei pagamenti internazionali oggi
Nonostante la spinta alla digitalizzazione e la nascita di numerose soluzioni di pagamento innovative ed efficienti, lo sviluppo di questo settore non è omogeneo e sincronizzato in tutto il mondo. Per questo sussistono ancora ostacoli e sfide nell’ambito dei pagamenti esteri, come dimostrano diversi studi.
I costi e le tempistiche
I circuiti delle carte di credito richiedono commissioni tra il 2 e il 4% per invii internazionali.
I trasferimenti bancari come Swift e SEPA invece si affidano a complesse reti globali, che possono includere numerosi intermediari e di conseguenza maggiori costi e tempistiche dilatate, nonché informazioni opache o non prevedibili su questi ultimi. In generale i pagamenti aziendali transfrontalieri possono costare fino a 10 volte di più di un pagamento interno.
In termini di costi, anche la necessità di cambiare valuta ha un peso significativo. Ogni intermediario può richiedere varie commissioni di conversione, proporre diversi tassi di cambio o non fornire sufficiente visibilità sul tasso applicato. Poniamo che un’azienda statunitense accetti pagamenti in yen giapponesi: se questi si indeboliscono rispetto al dollaro, l’azienda otterrà entrate inferiori al previsto.
C’è poi un’abitudine obsoleta di alcune banche che influisce sui costi: quella di tenere un conto separato con fondi in valuta estera presso un’altra banca. Questo tipo di conto, chiamato “nostro/vostro account” viene utilizzato per facilitare alti volumi di scambio con l’estero, ma ha costi esorbitanti che possono ricadere sui clienti.
Passando alle tempistiche, un pagamento transfrontaliero può richiedere anche una settimana lavorativa.
Questo è dovuto a una serie di fattori. Prima di tutto, la maggior parte delle banche nel mondo sono ancora limitate dall’inattività durante i giorni feriali e dagli orari di chiusura quotidiani.
Non solo: tantissimi istituti si rifiutano ancora di aggiornare i propri software o persino di automatizzare i processi. Questo significa che molte operazioni sono ancora manuali e dunque più lente.
La latenza dei pagamenti naturalmente impatta sulla liquidità e sulla cassa delle aziende coinvolte, ma soprattutto le espone alla fluttuazione del tasso di cambio delle valute.
Trasparenza e sicurezza
Se da una parte in Europa siamo abituati a un’estrema semplicità data dalla moneta unica e una buona adozione di sistemi di pagamento efficienti e aggiornati, non è sempre così. Il sistema finanziario è molto frammentato sia a livello tecnico-strutturale che normativo.
La regolamentazione finanziaria è in continua trasformazione all’interno dei vari paesi e aree economiche. Per questo può essere complesso mantenere l’aderenza e conformità con le leggi di ogni paese con cui si conducono gli affari.
In questo contesto di diversità, che implica diversi standard di sicurezza e qualità, sono frequenti casi di scarsa esperienza utente e mancata tracciabilità delle transazioni.
Un’esperienza semplice e trasparente, invece, è fondamentale anche per garantire la sicurezza, aspetto da tenere sempre in conto nell’ambito dei pagamenti. Quelli internazionali poi, sono tanto più vulnerabili ad attacchi informatici e tentativi di frode che sfruttano la mancanza di informazioni e le diversità dei sistemi finanziari. Dunque le aziende che eseguono transazioni globali devono munirsi di un solido sistema di protezione e conoscere i pericoli del mercato specifico su cui si affacciano.
A proposito di differenze, non è da sottovalutare poi, l’aspetto culturale: la barriera linguistica può intervenire a complicare l’esperienza e la risoluzione di problemi come dispute o rimborsi.
Tutte queste problematiche sono sentite soprattutto dalle piccole imprese, che hanno minore accesso a risorse da impiegare in questo ambito. Si tratta quindi non tanto di inventare nuove soluzioni dal nulla, ma di renderle disponibili: è una questione di accessibilità.
Le nuove tecnologie e i loro vantaggi
L’adozione delle nuove soluzioni di pagamento non significa solamente risolvere i problemi di cui sopra, ma anche aprirsi a nuove opportunità. Riassumendo, ecco i 3 vantaggi chiave di innovare in questo ambito:
- Efficientare i pagamenti internazionali permette di aprirsi facilmente a nuovi mercati e adattarvisi in modo da attirare clienti.
- L’automazione implementata dalle soluzioni fintech velocizza l’elaborazione dei trasferimenti, evita errori umani e sistematizza la prevenzione delle frodi. Inoltre consente di risparmiare denaro, soprattutto sul lungo termine.
- Una maggiore trasparenza sui costi, le tempistiche e i tassi di cambio permette alle aziende di prevedere le proprie spese con maggiore accuratezza ed ottimizzarle.
Quali sono dunque queste soluzioni e che forma stanno prendendo?
Nel settore bancario e dei pagamenti tradizionali, oggi si parla di funzionalità e servizi come:
- Ottimizzazione dei tassi di cambio valute, ad esempio attraverso API che forniscano dati in tempo reale sui prezzi delle monete estere e l’effettiva applicazione del tasso desiderato.
- Virtual account, per gestire in modo più efficiente i saldi virtuali dei propri clienti.
- Local acquiring o intelligent routing, per poter fare affidamento su di una rete di banche locali al fine di gestire meglio i pagamenti verso un determinato paese.
- Conti multivaluta, per non dover aprire più conti correnti destinati alla gestione di diverse valute.
Questi sono solo pezzi di possibili soluzioni, non ce n’è una definitiva.
In generale, i circuiti di pagamento più affermati stanno cominciando a costruire servizi ad hoc per il commercio internazionale. Tra questi, Swift ha lanciato nel 2017 Swift Global Payment Innovation, poi Swift Go e Payment Pre-validation che promettono passi avanti riguardo le tempistiche e la trasparenza. Il circuito inoltre sta studiando i possibili vantaggi delle CBDC in merito.
A proposito, è interessante notare come le istituzioni tradizionali si stiano avvicinando sempre di più alla blockchain.
La blockchain e le stablecoin
I vantaggi della blockchain sono stati individuati soprattutto da fornitori di pagamenti digitali, banche digitali e gli emittenti di carte.
Visa, infatti, ha lanciato B2B Connect nel 2019, una soluzione che sfrutta la blockchain per facilitare transazioni tra le banche, senza richiedere una carta. Anche Mastercard Send si è unita al trend, fornendo pagamenti globali e istantanei grazie a una blockchain privata.
Ma perché i leader di mercato dei pagamenti digitali scelgono la blockchain, e come la utilizzano?
Innanzitutto, le transazioni su blockchain impiegano pochi minuti, richiedono commissioni molto basse e sono facilmente tracciabili. Inoltre possono essere eseguite in stablecoin, delle rappresentazioni su blockchain delle monete fiat. Queste, al contrario delle criptovalute, non sono particolarmente volatili, poiché replicano l’andamento del dollaro.
Così, basta inviare stablecoin e convertirle in fiat istantaneamente per non incorrere in oscillazioni di prezzo durante il pagamento.
L’ha capito anche Stripe, una delle maggiori fintech al mondo, che offre agli esercenti la possibilità di effettuare transazioni con la stablecoin USD Coin. Visa invece sta esplorando l’utilizzo di USDC e della rete Ethereum; mentre American Express collabora con Ripple dal 2017 per elaborare pagamenti internazionali B2B.
Non è necessario, tuttavia, stringere partnership o abbonarsi a un servizio di pagamento costoso.
Puoi iniziare a sfruttare i vantaggi della blockchain per i pagamenti internazionali della tua azienda anche in modo più semplice. Creando un Account Business su Young Platform acquisti, invii e ricevi facilmente criptovalute, e in più accedi a diversi servizi pensati per le imprese.
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