Le stablecoin e il caso esemplare dell’Argentina: dove l‘inflazione è alta, le persone scelgono di comprarle
Le stablecoin diventano sempre più popolari nei paesi che stanno affrontando una crisi economica, dove vengono usate come strumento nella lotta alla svalutazione del denaro. Il fenomeno è particolarmente diffuso in Argentina, ecco perché queste criptovalute sono scelte dai risparmiatori.
Stablecoin: un’alternativa al dollaro
Manuel Beaudroit, CEO di Belo, un exchange di criptovalute con sede in Argentina, ha spiegato che: “vediamo che l’adozione delle stablecoin continua a crescere senza sosta dal 2019. In effetti, le stablecoin rappresentano oggi più del 50% del volume di scambi di Belo”.
Si tratta di una tipologia di monete digitali nata per mantenere il loro prezzo stabile e costante nel tempo, eliminando la volatilità tipica delle altre crypto. Le stablecoin riproducono il valore di un bene sottostante come una valuta fiat, grazie a delle riserve di collaterali o a degli algoritmi.
La crescita delle stablecoin in Argentina è guidata dai comuni cittadini che cercano di proteggere il loro denaro dall’inflazione. Per fare un quadro della situazione economica del paese basta dire che lo Stato sudamericano nel 2023 ha uno dei tassi d’inflazione più alti del mondo (104%) e che il 50% dei lavoratori ha impieghi informali che rimangono al di fuori del sistema bancario.
Inoltre l’Argentina è un paese molto legato al dollaro, la vice presidente Cristina Kirchner sollecitata dal Fondo Monetario Internazionale a sistemare la situazione, ha spiegato che quella del suo paese un’economia “bimonetaria” e che la principale causa dell’impennata dei prezzi è “la variazione del dollaro”. In Argentina infatti nel 1991 è stata promulgata la “legge della convertibilità”: il peso, la moneta argentina, deve avere un tasso di cambio fisso con il dollaro statunitense. Inizialmente questa misura si rivelò efficace per contenere l’inflazione, ma sul lungo termine portò dei problemi come la difficoltà ad esportare prodotti locali e un aumento dei prezzi e quindi della povertà e della disoccupazione.
Da quando il costo del denaro ha cominciato a salire vertiginosamente a partire dal 2022, la Banca Centrale argentina ha imposto ai cittadini severe restrizioni all’acquisto di dollari statunitensi, nella speranza di mantenere le proprie riserve federali stabili. E questo, secondo gli esperti, ha portato le persone ad acquistare stablecoin ancorate al dollaro, come alternativa digitale.
“Con una stablecoin si può accedere a un conto in dollari senza avere un conto in dollari”, spiega sempre Beaudroit. In altre parole molte persone volevano trovare un modo per ‘dollarizzare’ i loro risparmi e hanno trovato DAI, USDC e Tether (USDT).
Secondo il rapporto “Geography of Currency” 2022 di Chainalysis, i principali fattori di adozione delle criptovalute in America Latina sono la conservazione del valore e l’invio di denaro, per le quali le stablecoin sono ampiamente utilizzate.
Stipendi in stablecoin
Un’altra tendenza legata alle stablecoin in Argentina riguarda gli stipendi. Sembrerebbe che sempre più persone decidano di ricevere compensi in “crypto-dollari”. Può sembrare una scelta curiosa, ma non è proprio una novità.
Secondo una ricerca del 2022 di SoFi, una società di formazione sulla finanza personale, il 36% dei lavoratori statunitensi propone di ottenere lo stipendio in criptovalute per migliorare lo stress nella gestione delle proprie finanze. E il 42% apprezzerebbe i premi di rendimento in NFT.
Megan Knab, CEO di Franklin, che si occupa di sistemi ibridi di pagamento in contanti e crypto per le aziende, presenta il caso dell’Argentina sugli stipendi in criptovalute: “in Argentina c’è una meravigliosa comunità di sviluppatori web che soffre di una valuta iperinflazionata ed estremamente volatile. Una stablecoin è un modo molto attraente per loro di prendere il loro compenso, perché sono coperti da ciò che sta accadendo nel loro ambiente macro”.
Non è solo l’Argentina a soffrire a causa dell’iperinflazione, pure in Nigeria la moneta locale ha subito un duro colpo in termini di potere d’acquisto. Anche in questo caso molti scelgono di convertirla in stablecoin per evitare la svalutazione dei risparmi.
E non sono solo le stablecoin gli asset preferiti durante situazioni di crisi economica, altri studi dimostrano che anche Bitcoin è una soluzione da valutare nella lotta all’inflazione.