Il crollo di Bitcoin sorprende con un -18%. Ecco perché.
Il mercato delle criptovalute è stato scosso da un significativo crollo delle quotazioni, che ha visto Bitcoin ed Ether registrare perdite impressionanti. In questo articolo, esploreremo i motivi dietro questo calo improvviso, le implicazioni per gli investitori e le prospettive future del mercato.
Il crollo di Bitcoin
Lunedì 5 agosto, il valore di Bitcoin è sceso di oltre il 18%, raggiungendo circa 51.100 dollari, una soglia che non toccava da diversi mesi. Ancora più drastico è stato il calo di Ether, che ha perso il 23%, portando il suo valore intorno ai 2.200 dollari. Questo crollo ha cancellato tutta la performance annuale che Ether era riuscito a realizzare fino ad ora.
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Dietro il crollo di Bitcoin: il panico sui mercati tradizionali
Il calo delle criptovalute è avvenuto in concomitanza con il clamoroso crollo dei mercati asiatici. La decisione della Banca del Giappone di aumentare i tassi di interesse, portandoli al livello più alto registrato in 16 anni, ha scosso i mercati.
Il panico ha cominciato a diffondersi alla fine della scorsa settimana, nel weekend del 3 e del 4 agosto e ha raggiunto il suo picco nella notte tra il 4 e il 5 agosto. Uno degli indicatori di questa paura è stato un grande calo dell’indice Nikkei, che è uno dei principali indici di borsa giapponesi.
Infatti, il Nikkei 225 ha chiuso con una perdita del 12,4%, la peggiore seduta dal “Black Monday” del 1987. Anche il Topix ha seguito la stessa sorte, crollando del 12,23%. Questi eventi hanno avuto un impatto significativo sulle criptovalute, provocando una reazione a catena sui mercati globali.
Carry Trade e Yen Giapponese
Uno dei motivi di questa preoccupazione è legato a una strategia di investimento chiamata carry trade. Questa strategia è stata utilizzata dagli investitori per sfruttare i bassi tassi di interesse in Giappone.
Ecco come funziona il carry trade:
- Prendere in prestito a basso costo: gli investitori prendono in prestito denaro in Giappone, dove i tassi di interesse sono molto bassi (quasi zero).
- Convertire e investire altrove: gli investitori poi convertono il denaro preso in prestito (in yen giapponesi, JPY) in un’altra valuta, come il dollaro USA (USD).
- Comprare azioni: con questi dollari, comprano azioni di società tecnologiche nel mercato azionario americano, come quelle del Nasdaq 100 (un indice che include grandi aziende tecnologiche).
Effetti del Carry Trade
Quando molti investitori fanno questo:
- Lo yen si deprezza: la conversione di grandi quantità di yen in dollari fa scendere il valore dello yen.
- Il Nasdaq sale: l’acquisto di molte azioni americane fa salire il valore di quelle azioni.
Problema attuale
Recentemente, la Banca del Giappone ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse. Questo ha portato a un aumento del valore dello yen. Quando il valore dello yen sale, gli investitori che hanno preso in prestito yen devono restituire più soldi in termini di altre valute. Questo rende il carry trade meno conveniente e, nei giorni scorsi, molti investitori hanno smesso improvvisamente di farlo.
Risultato
- Mercati in panico: smettondo di usare il carry trade, gli investitori vendono le azioni che avevano acquistato (come quelle del Nasdaq 100), facendo scendere il loro valore.
- Calo dell’indice Nikkei: la vendita delle azioni e l’incertezza generale causano grandi cali nei mercati, come quello visto nel Nikkei giapponese.
In sintesi, il panico nei mercati è stato causato dalla fine di una strategia di investimento (carry trade) che non funziona più bene a causa dei cambiamenti nei tassi di interesse in Giappone. Questo ha portato a vendite massicce di azioni e a un calo significativo dei mercati azionari che hanno colpito, di conseguenza, anche i titoli americani. Vediamo ora l’impatto in cifre.
Impatti sui mercati statunitensi
Le prime a subire le conseguenze date dal “panic-sell” sono state le aziende tech. Ecco come sono crollate le loro quotazioni:
- Apple -6%
- Meta -10%
- Microsoft -12%
- Amazon -17%
- Adobe -18%
- Nvidia -20%
- Broadcom -23%
- Tesla -25%
- Qualcomm -30%
- AMD -37%
Il Nasdaq è sceso del 3,4% la scorsa settimana, registrando le peggiori tre settimane da settembre 2022. Al momento, i futures indicano un ulteriore calo del Nasdaq del 5%, con l’S&P 500 e il Dow Jones in discesa rispettivamente del 2,6% e dell‘1,12%. L’indice di volatilità CBOE, spesso definito come l’indicatore della paura del mercato, è salito del 58,7%, raggiungendo il livello più alto dal 2020.
Perché proprio le aziende Tech?
Possiamo delinare tre motivazioni:
- Warren Buffett, famoso investitore americano, ha venduto la metà della sua quota di azioni Apple per 76 miliardi di dollari, dando un forte scossone al settore.
- Intel, una delle più grandi società di semiconduttori, ha annunciato una grande riduzione di personale, con il taglio di 15.000 dipendenti.
- Numerose grandi aziende americane hanno riportato risultati trimestrali deludenti, inferiori alle aspettative degli analisti. Questo ha causato un grande crollo nel settore tecnologico in Borsa. Dopo i licenziamenti di massa post-pandemia, le aziende tech erano tornate ad essere molto popolari grazie all’entusiasmo per l’intelligenza artificiale (IA).
Problemi con l’Intelligenza Artificiale (IA)
Tuttavia, l’IA non si è dimostrata così affidabile come sperato:
- Dubbi sui profitti: gli esperti e gli analisti di Goldman Sachs hanno sollevato dubbi sulla capacità dell’IA di generare buoni profitti rispetto ai progetti più tradizionali.
- Alti costi: gli enormi investimenti necessari per sviluppare l’IA non stanno portando i ritorni sperati.
Effetti sul mercato
Questi problemi hanno portato a:
- Vendite di azioni: gli investitori hanno iniziato a vendere le azioni delle aziende tecnologiche.
- Calo delle azioni: anche le aziende che hanno raggiunto i loro obiettivi hanno visto un calo nel valore delle loro azioni.
- Disillusione: c’è una crescente delusione tra gli investitori riguardo le promesse dell’IA.
La combinazione di risultati finanziari deludenti e preoccupazioni sulla redditività dell’IA ha causato un’ondata di vendite nel settore tecnologico, aumentando l’incertezza nei mercati finanziari globali. In scenari simili, la paura ha un effetto a catena. Porta gli investitori a liberarsi immediatamente degli asset a maggior rischio, come le criptovalute. Vediamo quali conseguenze ha comportato la caduta dell’ultima tessera del domino: il mercato crypto.
In cifre: l’impatto del crollo
TCMC
Dal 2 agosto, in soli tre giorni, la capitalizzazione di mercato delle criptovalute è crollata di 510 miliardi di dollari. Questo crollo ha coinvolto un numero maggiore di investitori rispetto al passato, complice l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin ed Ether, che hanno attirato molti investitori istituzionali.
Crollo del mercato e posizioni long a leva
L’improvviso crollo del mercato crypto ha spazzato via oltre 600 milioni di dollari in posizioni long con leva finanziaria. Secondo i dati di TradingView, il 5 agosto il prezzo di BTC è crollato fino a circa 49.000 dollari, per poi risalire a 52.900 dollari. Anche ETH ha subito un calo significativo, passando da 2.695 dollari a 2.118 dollari nello stesso arco di tempo.
L’impatto sui trader di Ether
Negli ultimi mesi, si è registrato un aumento significativo dell’open interest su Ether, con i trader che si sono affollati per ottenere un’esposizione all’asset in vista dell’approvazione degli ETF Ether spot negli Stati Uniti. Tuttavia, il brusco calo delle criptovalute ha colpito duramente i trader che cercavano di ottenere un’esposizione con leva su Ether, con oltre 256 milioni di dollari in posizioni long liquidate.
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Le opinioni degli esperti
Josh Gilbert, analista di mercato presso eToro, ha affermato che le criptovalute sono spesso un indicatore del sentiment degli investitori. Quando gli investitori sono in preda al panico o cercano di ridurre la leva finanziaria, le criptovalute sono spesso il primo asset a subire le conseguenze. Tuttavia, Gilbert ha condiviso una prospettiva ottimistica per le criptovalute nei prossimi mesi, sostenendo che gli investitori potrebbero vedere questa situazione come un’opportunità.
Il contesto economico
Per capire questo velocissimo calo, bisogna allargare la prospettiva e dare un’occhiata a alle premesse e non solo alle cause del crollo. Vediamo dunque il terreno fertile che ha trasformato l’incertezza in panico.
Gli Stati Uniti stanno entrando in recessione?
I recenti indicatori economici negli Stati Uniti sembrano puntare nella direzione di una recessione. Molti analisti che affermano che l’economia potrebbe entrare in recessione all’inizio del prossimo anno. Da una parte, le preoccupazioni per la recessione stanno influenzando negativamente i mercati, dall’altra i partecipanti al mercato speculano sulle potenziali azioni della Federal Reserve.
I dati sulla disoccupazione non sono positivi
Il rapporto mensile del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha mostrato una crescita di 114.000 posti di lavoro a luglio, ben al di sotto delle previsioni di 185.000. Il tasso di disoccupazione è salito dal 4,1% al 4,3%, il livello più alto da ottobre 2021. Questi dati economici negativi creano un crescente senso di allerta su un indebolimento del mercato del lavoro e sulla suscettibilità dell’economia alla recessione.
Tassi di interesse della Fed
Da un anno, la Federal Reserve statunitense ha mantenuto i costi di prestito di riferimento a un picco di 23 anni del 5,25%-5,50%. Alcuni analisti temono che questa prolungata politica monetaria restrittiva possa spingere l’economia verso una recessione. L’indicatore di recessione Sahm Rule, che ha superato la soglia dello 0,50, ha storicamente segnalato le prime fasi di una recessione nell’economia statunitense.
Mentre sono previsti dati significativi prima della riunione del 18 settembre, un’accelerazione nei trend occupazionali in agosto potrebbe rafforzare il caso per un taglio di 50 punti base. Tuttavia, al momento, il consenso propende verso una riduzione di 25 punti base.
L’opinione degli esperti
Simon White, stratega dei tassi di Bloomberg, nota che il mercato potrebbe anticipare prematuramente una recessione che difficilmente si verificherà prima dell’anno prossimo, al più presto. Aggiunge che, mentre il fattore scatenante della Sahm Rule accresce le preoccupazioni per la recessione, spesso è in ritardo e non coglie molti cali azionari, il che non lo rende una condizione necessaria né sufficiente per una recessione.
Brian Jacobsen, capo economista di Annex Wealth Management, ha espresso preoccupazioni, affermando che la Fed è sul punto di trasformare una vittoria in una perdita. Secondo lui, lo slancio economico ha rallentato al punto che un taglio dei tassi a settembre potrebbe essere insufficiente e che potrebbe essere necessaria una riduzione più sostanziale del tipico taglio di un quarto di punto percentuale per prevenire una recessione.
L’appoggio di Trump a Bitcoin
Le prossime elezioni presidenziali americane potrebbero influire significativamente sul mercato delle criptovalute, considerando la posizione chiaramente favorevole di Donald Trump nei confronti di Bitcoin. Durante la recente Bitcoin Conference di Nashville, Trump ha paragonato il Bitcoin all’industria dell’acciaio di cento anni fa, sostenendo che la blockchain ha il potenziale di plasmare il futuro dell’economia globale.
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I democratici recuperano terreno
Tuttavia, i sondaggi attuali mostrano un recupero per Kamala Harris non solo a livello nazionale, ma anche in tre stati cruciali per il collegio elettorale: Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Sebbene i margini siano molto sottili e rientrino nell’errore statistico, soprattutto in Pennsylvania, alcuni modelli danno alla vicepresidente probabilità leggermente migliori rispetto a Trump per la vittoria finale. Solo pochi giorni fa, questo scenario sembrava altamente improbabile.
Da certezza a prospettiva
Di conseguenza, la situazione che aveva aiutato a spingere il valore di Bitcoin così in alto è cambiata. La rielezione di Trump appare ora molto meno inevitabile rispetto a due settimane fa, rendendo una possibile svolta nell’uso delle criptovalute negli Stati Uniti solo una prospettiva. Questa incertezza si aggiunge alle preoccupazioni dei mercati finanziari e internazionali, con il Medio Oriente in bilico a causa delle crescenti tensioni tra Israele e Iran. I sondaggi sfavorevoli a Trump hanno creato lo scenario per un crollo di Bitcoin.
Prospettive future
Il recente crollo di Bitcoin e del mercato delle criptovalute ha messo in luce la loro vulnerabilità agli eventi macroeconomici e alle decisioni politiche. Tuttavia, è importante ricordare che ci sono fattori fondamentali che devono ancora mostrare il loro pieno impatto sul lungo termine, come l’approvazione degli ETF e l’halving di Bitcoin. Questi eventi potrebbero potenzialmente portare a una ripresa e a una crescita significativa nel futuro.
Nonostante i segnali di rischio, è importante notare che gli analisti non sono praticamente mai riusciti a prevedere una recessione con esattezza. Le previsioni economiche sono intrinsecamente incerte e spesso soggette a cambiamenti improvvisi. Inoltre, durante i periodi di bull market, il mercato delle criptovalute tende a decorrelarsi dall’azionario, offrendo potenzialmente delle opportunità diverse agli investitori.
In conclusione, sebbene il mercato delle criptovalute stia attraversando una fase difficile, le prospettive a lungo termine rimangono interessanti. Gli investitori devono mantenere una visione a lungo termine e considerare sia i rischi che le opportunità che questo mercato dinamico offre.
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