Staking e Fisco: come funzionano le imposte sulle ricompense nel 2025

staking crypto

Lo staking è un modo per guadagnare criptovalute “in automatico”, ma come tutti i guadagni, anche quelli da staking vanno dichiarati e sono soggetti a imposte. In questo approfondimento ti spieghiamo in modo semplice come funziona la tassazione, cosa cambia se vendi le criptovalute ricevute e come puoi fare tutto correttamente senza rischiare sanzioni.

Cos’è lo staking (in parole semplici)

Lo staking ti permette di bloccare le tue criptovalute per un certo periodo, mettendole a disposizione della rete (blockchain) per farla funzionare meglio. In cambio ricevi delle ricompense in criptovaluta.

È un po’ come lasciare dei soldi in banca e guadagnare interessi, ma nel mondo crypto.

Esistono vari modi per fare staking:

  • Direttamente sulla blockchain, se hai competenze tecniche.
  • Attraverso exchange come Young Platform, che fanno tutto per te.
  • Con lo staking liquido, che ti permette di usare i tuoi fondi anche mentre sono in staking.

Devo pagare imposte sulle ricompense da staking?

Sì. Secondo la normativa italiana, le ricompense da staking sono considerate guadagni e, come tali, vanno tassate.

Ecco quando e quanto si paga:

1. Quando ricevi la ricompensa

L’anno dopo che hai ricevuto le criptovalute dallo staking, devi pagare un’imposta del 26% sul loro valore di mercato nel momento in cui le hai ricevute sul tuo portafoglio.

2. Quando le vendi (se le vendi)

Se poi decidi di vendere le criptovalute ricevute e il loro valore è aumentato, paghi un’altra imposta del 26% sulla differenza tra:

  • il valore al momento della vendita e
  • il valore al momento della ricezione (quando ti sono arrivate).

Esempio:

  • Hai ricevuto 10 ETH di ricompensa grazie allo staking di 1000 ETH nel 2024.
  • Dichiari 10 ETH nel 2025 e paghi le imposte del 26% sul valore dei 10 ETH. 
  • Poniamo che il valore di 1 ETH quando li avevi ricevuti nel 2024 era di 1.000 € = (1.000 x 10) x 26% = 2.600 euro di imposta da pagare nel 2025.

Se decidessi di vendere i 10 ETH nel 2026:

  • Ponendo che nel 2026 1 ETH = 3.000 € 
  • Incassi un valore di 3.000 x 10 = 30.000
  • La plusvalenza imponibile è pari al prezzo di vendita – il prezzo di accredito sul tuo portafoglio, quindi → (30.000 – 10.000) x 26% = 5.200 euro di imposte.
  • Dichiarerai e pagherai l’imposta sulla plusvalenza nel 2027.
staking e imposte 2025

Come dichiarare lo staking nella dichiarazione dei redditi

In Italia, chi riceve criptovalute dallo staking deve inserirle nella dichiarazione dei redditi in due parti:

1. Quadro RW o Quadro W

Per dichiarare il possesso di criptovalute, incluse quelle in staking. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.

2. Quadro RT o Quadro T

Per dichiarare le eventuali plusvalenze se le hai vendute a un prezzo più alto di quando le hai ricevute.

Cosa fa Young Platform per aiutarti

Se fai staking su Young Platform, non devi preoccuparti di calcoli complessi. Hai a disposizione:

Report Fiscale

Un documento precompilato con:

  • il valore delle ricompense ricevute
  • eventuali vendite e plusvalenze
  • l’imposta di bollo dovuta.

Pagamento automatico del bollo

Young Platform calcola e versa per te l’imposta di bollo dello 0,2% anche sulle ricompense da staking.

Consulenze fiscali

Puoi prenotare un appuntamento con un commercialista esperto in criptovalute, direttamente dall’app o dalla sezione “Tasse & Report”.

In sintesi

Lo staking è un buon modo per far fruttare le proprie criptovalute, ma bisogna essere in regola con il fisco.
Con gli strumenti giusti – come il Report Fiscale di Young Platform – puoi gestire tutto con facilità, evitare errori e affrontare la dichiarazione dei redditi con serenità.

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Soglia dei 2.000€: come funziona e cosa cambia per le imposte sulle criptovalute

plusvalenze criptovalute soglia 2000 euro

​Nel 2025, la normativa fiscale italiana sulle plusvalenze da criptovalute subirà importanti modifiche. Fino al 31 dicembre 2024, le plusvalenze annuali inferiori a 2.000 euro sono esenti da tassazione. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2025, questa soglia di esenzione verrà eliminata, rendendo imponibili tutte le plusvalenze, indipendentemente dall’importo.​

Cosa significa questo per te?

  • Fino al 31 dicembre 2024: se nel corso dell’anno realizzi plusvalenze dalla vendita o scambio di criptovalute inferiori a 2.000 euro, non dovrai pagare imposte su questi guadagni.​
  • Dal 1° gennaio 2025: qualsiasi plusvalenza ottenuta dalla vendita di criptovalute sarà soggetta a imposta, anche se l’importo è inferiore a 2.000 euro.

Esempi:

Fino al 2024:

  • Plusvalenza di 1.900€ → Nessuna imposta.
  • Plusvalenza di 2.100€ → L’intero importo è tassato (non solo l’eccedenza), quindi 2.100€ x 26% = 546€ di imposta.
  • Nella dichiarazione dei redditi del 2025 non dovrai pagare imposte se i tuoi guadagni non superano i 2.000 euro.

Dal 2025:

  • Plusvalenza di 500€500€ x 26% = 130€ di imposta.
  • Plusvalenza di 3.000€3.000€ x 26% = 780€ di imposta.
  • Nella dichiarazione dei redditi del 2026 dovrai quindi dichiarare qualsiasi guadagno e pagare l’imposta del 26%.

Compensazione delle minusvalenze

Se durante l’anno hai venduto criptovalute in perdita, puoi compensare le minusvalenze con le plusvalenze, riducendo così l’imposta dovuta. Le perdite non utilizzate possono essere riportate l’anno in cui le hai realizzate, più nei quattro anni successivi.

Riprendendo l’esempio precedente.

Se nel 2024

  • Realizzi una plusvalenza di 3.000€ e una minusvalenza di 1.000€.
  • La plusvalenza netta sarà di 2.000€ (3.000€ – 1.000€).​
  • I tuoi guadagni rientrano nella soglia di esenzione, quindi non dovrai pagare imposte su questa plusvalenza.​

Se nel 2025

  • Realizzi una plusvalenza di 3.000€ e una minusvalenza di 1.000€.
  • La plusvalenza netta sarà di 2.000€ (3.000€ – 1.000€).​
  • Non essendoci più la soglia dei 2.000€, dovrai pagare le imposte del 26% = 520€.

Come Young Platform può aiutarti

Piattaforme come Young Platform offrono report fiscali che semplificano la dichiarazione dei guadagni perché calcolano in automatico quanti sono i tuoi guadagni, quali le perdite e se si applica la soglia di esenzione. 

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Soglia o franchigia? Chiarimento definitivo

Negli ultimi due anni si è discusso se i 2.000 euro rappresentassero una soglia (tassazione su tutto l’importo) o una franchigia (esenzione solo per i primi 2.000 euro). L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che si tratta di una soglia: se la plusvalenza supera anche di poco i 2.000€, l’intero importo diventa tassabile.

Esempio: una plusvalenza di 2.100€ non viene tassata solo su 100€, ma su tutti i 2.100€.

Per evitare sanzioni, è importante considerare l’interpretazione dell’Agenzia: superata la soglia, l’intero guadagno è imponibile.

Valuta i servizi fiscali di Young Platform scaricando i facsimili dei documenti per la dichiarazione dei redditi dalla sezione dedicata “Tasse & Report”. 

Imposta patrimoniale sulle criptovalute 2025: imposta di bollo e IVACA

Imposta di bollo sulle criptovalute 2024

Anche per il 2025 è previsto l’obbligo di pagamento dell’imposta patrimoniale sulle criptovalute, a carico di chi detiene crypto-asset, indipendentemente dal fatto che abbia realizzato guadagni.

In questo articolo spieghiamo che cos’è, come funziona, quando si paga e soprattutto qual è la differenza tra IVACA e imposta di bollo, due concetti spesso confusi ma con importanti differenze pratiche.

Le informazioni contenute in questo articolo hanno finalità puramente divulgative e mirano ad aiutare l’investitore a comprendere il funzionamento della tassazione patrimoniale sulle criptovalute.

IVACA: l’imposta patrimoniale vera e propria

Fino al 2023, le criptovalute detenute su exchange esteri erano soggette alla IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’Estero).

Con l’introduzione del Decreto Legge 73/2023, la IVAFE non si applica più alle cripto-attività. Al suo posto è stata istituita l’IVACAImposta sul Valore delle Cripto-Attività, che si applica a tutte le criptovalute, indipendentemente dal fatto che siano custodite in Italia o all’estero.

Come funziona l’IVACA

  • Aliquota: 0,2% annuo
  • Base imponibile: il valore di mercato dei crypto-asset detenuti al 31 dicembre. Se non esiste un prezzo di mercato affidabile (es. token illiquidi, NFT non quotati), si utilizza un valore nominale attribuito, coerente e documentabile

Cosa si intende per valore nominale? 

Il valore nominale è un valore stimato, attribuito convenzionalmente al crypto-asset, in assenza di una quotazione ufficiale. Deve essere coerente, ragionevole e documentabile, per poter giustificare il calcolo dell’imposta in caso di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate.

L’IVACA:

  • Si applica al solo possesso di crypto-asset, anche se non sono stati movimentati
  • Si paga attraverso la dichiarazione dei redditi, mediante la compilazione del Quadro RW o W
  • È una vera e propria imposta patrimoniale, come l’IVIE per gli immobili esteri

Imposta di bollo: patrimoniale “assimilata 

Non esiste un’imposta di bollo autonoma per le criptovalute. Tuttavia, per chi detiene crypto-asset su exchange o piattaforme con sede in Italia, viene applicata una tassazione automatica assimilabile all’imposta di bollo.

  • Aliquota: 0,2% annuo
  • Applicazione: automatica, da parte dell’intermediario (es. Young Platform)
  • Base imponibile: valore degli asset detenuti al 31 dicembre (o, in ogni caso, in proporzione ai giorni di detenzione)
  • Non si versa in dichiarazione, ma viene trattenuta direttamente dalla piattaforma
imposta di bollo e IVACA criptovalute 2025

In pratica: quando si applica l’una o l’altra?

  • Detieni criptovalute su piattaforme italiane
    → L’imposta viene trattenuta automaticamente. Devi solo scaricare la ricevuta di pagamento dall’exchange e conservarla per eventuali controlli del fisco. Durante la dichiarazione dei redditi, devi fare una “X” nella casella 16 “solo monitoraggio” per comunicare all’Agenzia delle Entrate che è già stata pagata.
  • Detieni criptovalute su exchange esteri o wallet non custodial
    → Dovrai calcolare e versare tu l’IVACA, inserendola nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi.
  • Hai crypto su piattaforme italiane e estere
    → Dovrai conservare le ricevute dell’imposta trattenuta automaticamente dalle piattaforme italiane. Per le criptovalute detenute su exchange esteri o wallet privati, dovrai dichiararle nel Quadro RW e versare l’IVACA corrispondente.

Qual è la scadenza per dichiarare e pagare l’imposta? 

La scadenza per il pagamento dell’IVACA (o per allegare la ricevuta dell’imposta di bollo) coincide con quella della dichiarazione dei redditi: 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento.

Per l’anno fiscale 2024, il pagamento o l’inserimento in dichiarazione dovrà essere fatto entro il 30 giugno 2025.

Il mancato adempimento comporta sanzioni e interessi.

Su Young Platform, l’imposta di bollo viene calcolata e prelevata automaticamente ogni anno, senza che l’utente debba fare nulla. A partire dalla prima settimana di febbraio, l’importo viene prelevato dal Portafoglio Euro, se ci sono fondi disponibili. Se il saldo è insufficiente, l’addebito avverrà alla prima operazione utile successiva.

  • Vai in “Tasse & Report” → “Imposta di bollo” per vedere l’importo pagato.
  • I dettagli della transazione (ID, data, importo, stato) sono disponibili in “Portafoglio Euro” → “Cronologia”.

Come si calcola la base imponibile

Esempio – Imposta di bollo su portafoglio crypto

Al 31 dicembre 2024, l’utente detiene i seguenti asset su Young Platform:

imposta di bollo portafoglio 2025

Calcolo imposta di bollo (0,2%)

  • Formula: valore totale del portafoglio × 0,2%
  • 14.700 € × 0,2% = 29,40 €

L’imposta di bollo da pagare sarà quindi pari a 29,40 €, che verrà trattenuta automaticamente da Young Platform, in quanto piattaforma italiana.

Cosa deve fare l’utente?

Nulla. L’imposta è già versata dall’exchange. L’utente dovrà solo scaricare la ricevuta del pagamento e conservarla in caso di controlli fiscali o per allegarla alla dichiarazione, se richiesto.

E se avessi lo stesso portafoglio su un exchange estero?

Nel caso in cui questi stessi asset fossero detenuti su un exchange estero o un wallet non custodial, l’imposta da versare sarebbe comunque di 29,40 €, ma non verrebbe trattenuta automaticamente.

In quel caso l’utente dovrebbe:

  • Inserire il valore del portafoglio nel Quadro RW del Modello Redditi o nel Quadro W del modello 730
  • Versare autonomamente l’imposta IVACA tramite Modello F24 entro il 30 giugno 2025

In sintesi: stesso importo, ma modalità diverse di adempimento fiscale.

Commercialista esperto di criptovalute: accedi ai servizi di consulenza di Young Platform

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Gestisci al meglio la fiscalità crypto con il supporto di commercialisti specializzati. Scopri come ottimizzare la dichiarazione e ridurre i rischi fiscali.

Investire in criptovalute può essere redditizio e stimolante, ma la gestione fiscale rappresenta spesso un ostacolo complesso. La normativa in materia di crypto asset cambia praticamente ogni anno ed è purtroppo facile commettere errori nella dichiarazione dei redditi,  portando a sanzioni significative.

La soluzione: un commercialista crypto

Per questo motivo, abbiamo creato un portale di consulenza fiscale dedicato, che ti mette in contatto diretto con commercialisti esperti del settore. Grazie al loro supporto, potrai gestire in modo corretto e strategico la tua posizione fiscale, evitando rischi e ottimizzando il pagamento delle imposte.

I principali vantaggi del servizio sono:

  • Dichiarazione corretta degli asset digitali, con l’assistenza di un esperto.
  • Ottimizzazione fiscale, per ridurre il carico tributario nei limiti della legge.
  • Regolarizzazione di errori passati, tramite il Ravvedimento Operoso.
  • Consulenza su operazioni specifiche, come cash out, trasferimenti all’estero e gestione di fondi bloccati.

Il supporto di un commercialista con un documento fiscale come il Report Fiscale di Young Platform sono la soluzione alla tua dichiarazione dei redditi. È disponibile in due versioni:

  • Young Platform (da app e web): ideale per chi utilizza solo l’exchange PRO e Base.
  • Young-Okipo (solo da web): perfetto per chi opera con più wallet o exchange.

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L’accesso al servizio è semplice e immediato. È sufficiente:

  1. Accedere alla sezione “Tasse & Report” della piattaforma
  2. Cliccare sul banner dedicato alla consulenza fiscale
  3. Compilare un rapido questionario
  4. Scegliere un orario disponibile per l’appuntamento con il team di Young Platform.

Il primo incontro conoscitivo è gratuito e parlerai con i tecnici del team Young Platform per capire meglio le tue esigenze. 

Vogliamo infatti valutare insieme se sia davvero necessario attivare una consulenza fiscale professionale, che rappresenta comunque una spesa. In molti casi possiamo già aiutarti noi a chiarire dubbi e rispondere alle domande più comuni. Se invece la situazione lo richiede, ti supporteremo anche nel passaggio successivo, mettendoti in contatto con il nostro commercialista qualificato.

La scadenza per il pagamento delle imposte è fissato al 30 giugno 2025. Nei mesi precedenti questa data la richiesta di consulenze aumenta sensibilmente. Prenotare in anticipo consente di ricevere l’assistenza necessaria senza il rischio di ritardi o sovraccarichi.

Perché scegliere la consulenza fiscale di Young Platform?

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I professionisti disponibili tramite il nostro servizio sono specializzati nel settore crypto e costantemente aggiornati sulle normative fiscali più recenti. Questo consente di ricevere un supporto mirato e affidabile, riducendo al minimo il rischio di errori o omissioni nella dichiarazione.

Integrazione con i Report Fiscali di Young Platform

Uno dei principali vantaggi è l’integrazione con i report fiscali della piattaforma. Questi documenti forniscono un quadro chiaro e dettagliato di tutte le transazioni effettuate, facilitando la compilazione della dichiarazione dei redditi.

Acquistare il Report Fiscale consente di ottenere un riepilogo preciso della propria attività crypto, riducendo il rischio di errori e facilitando il lavoro del commercialista.

Supporto personalizzato in base alle esigenze individuali

Ogni investitore ha una situazione fiscale unica. Per questo motivo, il nostro servizio di consulenza offre un supporto su misura, adattandosi alle necessità specifiche di ciascun utente.

I principali servizi offerti includono:

  • Analisi della situazione fiscale individuale, per sviluppare le strategie dichiarative più efficaci.
  • Calcolo delle imposte su plusvalenze e minusvalenze, per una gestione fiscale ottimale.
  • Compilazione dei quadri RW e RT, necessari per la dichiarazione degli asset digitali.
  • Gestione di fondi bloccati o allocati su piattaforme problematiche, con assistenza nella dichiarazione.
  • Consulenza su strategie per ottimizzare i cash out, evitando impatti fiscali imprevisti.
  • Supporto per trasferimenti di criptovalute da e per l’estero, con analisi degli obblighi fiscali connessi.
  • Guida alla conservazione della documentazione fiscale, per garantire una gestione corretta e conforme.
  • Preparazione alla difesa in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  • Assistenza per il ravvedimento operoso, per correggere eventuali errori dichiarativi di anni precedenti.
  • Consulenza su attività imprenditoriali legate alle crypto, come accettazione di pagamenti digitali, fiscalità internazionale, eredità e donazioni.
  • Supporto dedicato a chi ha vissuto situazioni complesse, come vittime di frodi o utenti che hanno perso fondi a causa del fallimento di exchange o piattaforme non più operative

Due formule di servizio: scegli quella più adatta a te

Offriamo due livelli di supporto, pensati per adattarsi al meglio alle tue esigenze:

  • Consulenza Fiscale
    Un incontro singolo con un esperto fiscale per ricevere chiarimenti su dubbi specifici, ottenere indicazioni su come procedere con la dichiarazione e valutare la tua situazione fiscale complessiva.
  • Pacchetto Completo
    Un servizio più approfondito, pensato per chi ha una situazione più articolata o preferisce delegare completamente la gestione della parte fiscale. Include l’analisi dei movimenti, il calcolo delle imposte, la compilazione della dichiarazione e la consegna dei documenti pronti per l’invio.

Queste informazioni sono riprese anche nelle mail che riceverai automaticamente al momento della prenotazione della chiamata, così avrai tutto chiaro fin da subito.

Ravvedimento Operoso e gestione di errori fiscali

Se negli anni precedenti hai commesso errori nella dichiarazione delle criptovalute o hai dimenticato di farla, il ravvedimento operoso rappresenta la soluzione per regolarizzare la tua posizione fiscale riducendo le sanzioni.

Grazie alla consulenza dei nostri esperti, potrai:

  • Analizzare la tua situazione fiscale e individuare eventuali irregolarità.
  • Ricevere un piano dettagliato su come correggere errori passati.
  • Minimizzare i costi delle sanzioni grazie all’intervento tempestivo.
  • Evitare il rischio di accertamenti futuri e contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Correggere eventuali inesattezze prima di ricevere una comunicazione ufficiale dall’Agenzia delle Entrate è fondamentale per evitare problemi e costi aggiuntivi.

Gestisci le tue criptovalute con sicurezza e tranquillità

Affidarsi a un commercialista esperto consente di eliminare ogni incertezza sulla fiscalità crypto, evitando errori e garantendo la conformità con la normativa vigente.

Grazie alla nostra consulenza specializzata, potrai concentrarti esclusivamente sulla crescita del tuo portafoglio, senza preoccupazioni legate alla dichiarazione dei redditi.

Mining di criptovalute: trattamento fiscale in Italia nel 2025

mining imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come il fisco italiano tratta il mining di criptovalute, distinguendo tra attività personale e professionale, e le relative implicazioni fiscali.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale. Caricando un csv, le plusvalenze da attività di mining vengono calcolate automaticamente e i valori inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T). Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è il mining di criptovalute?

Il mining è il processo attraverso il quale vengono validate e aggiunte nuove transazioni alla blockchain. I miner utilizzano potenza computazionale per risolvere complessi algoritmi crittografici, ricevendo in cambio nuove criptovalute come ricompensa.

Trattamento fiscale del mining in Italia

Il trattamento fiscale del mining di criptovalute in Italia varia a seconda che l’attività sia svolta a livello personale o professionale.

Mining a livello personale

Se il mining è svolto occasionalmente e senza organizzazione in forma d’impresa, i proventi derivanti sono considerati “redditi diversi” e tassati con un’aliquota del 26% sulle plusvalenze realizzate. È importante dichiarare questi redditi nella dichiarazione dei redditi annuale, compilando il Quadro RT del Modello Redditi o il Quadro T del modello 730.

Mining a livello professionale

Quando il mining è svolto in modo continuativo, organizzato e con mezzi professionali, l’attività è considerata imprenditoriale. In questo caso, i proventi sono soggetti a tassazione come reddito d’impresa, con obbligo di apertura della partita IVA e applicazione delle relative imposte sul reddito e dell’IVA.

Come determinare la natura dell’attività di mining

Per stabilire se l’attività di mining è personale o professionale, il fisco valuta diversi fattori, tra cui:

  • Continuità dell’attività: se il mining è svolto regolarmente o saltuariamente.
  • Organizzazione dei mezzi: utilizzo di attrezzature professionali e infrastrutture dedicate.
  • Investimenti effettuati: entità degli investimenti in hardware e software.
  • Volume dei proventi: ammontare delle criptovalute minate e successivamente vendute.

Obblighi fiscali per i miner

Indipendentemente dalla natura dell’attività, i miner devono:

  • Tenere una documentazione accurata: registrare tutte le transazioni, inclusi i dettagli delle criptovalute minate e vendute.
  • Dichiarare i redditi: riportare i proventi nella dichiarazione dei redditi annuale, nel Quadro RT o T per attività personali, o secondo le regole del reddito d’impresa per attività professionali.
  • Versare le imposte dovute: calcolare e pagare le imposte in base al regime fiscale applicabile.

Trattamento fiscale del mining a livello personale

Se svolto in modo occasionale e non professionale, il mining è considerato dal fisco italiano una forma di reddito diverso, assimilabile ad altri redditi di natura finanziaria.
Questo significa che:

  • Al momento dell’accredito della ricompensa (es. BTC), il valore in euro della crypto ricevuta è considerato un reddito imponibile.
  • L’imposta da versare è del 26% sul valore di mercato al momento dell’accredito.
  • Anche se non vendi la criptovaluta ricevuta, l’imposta è comunque dovuta, proprio perché il reddito si considera “realizzato” al momento della ricezione.

Dove si dichiara il mining?

I redditi da mining personale vanno dichiarati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Il valore da dichiarare è pari al valore in euro delle criptovalute minate, calcolato nel giorno in cui sono state accreditate sul tuo wallet.

Esempio – Imposta mining personale

Immagina di aver ricevuto 0,05 BTC come ricompensa per attività di mining il 10 aprile 2024, quando 1 BTC valeva 60.000 €.

  • Calcolo del valore ricevuto:
    0,05 BTC × 60.000 € = 3.000 € di reddito imponibile
  • Calcolo dell’imposta dovuta:
    3.000 € × 26% = 780 € da pagare nel 2025

Quando si paga l’imposta?

L’imposta si paga l’anno successivo a quello in cui hai ricevuto la ricompensa.
Quindi, se hai minato crypto nel 2024, dovrai dichiarare e versare l’imposta nel 2025.

Tutto calcolato automaticamente

Usando un servizio di reportistica fiscale crypto come quello offerto da Young Platform, il sistema:

  • Riconosce le ricompense da mining
  • Calcola in automatico il valore e l’imposta da pagare
  • Inserisce tutto nei quadri corretti della dichiarazione

Riceverai così un report fiscale precompilato, pronto da usare come guida affidabile per la dichiarazione dei redditi.

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Prezzo di carico: perché è così importante per la dichiarazione dei redditi da criptovalute

prezzo di carico imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: aiutano l’investitore a comprendere il ruolo del prezzo di carico nella dichiarazione dei redditi e nel calcolo delle imposte sulle criptovalute.

Vedremo cos’è, quando viene assegnato automaticamente e in quali casi va inserito manualmente.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute come quello offerto da Young Platform, ci sono alcune operazioni per cui sarà necessario inserire manualmente il prezzo di carico.

Una volta fornito questo dato, il sistema calcola automaticamente plusvalenze, imposte e li riporta nei quadri fiscali corretti (es. Quadro RT o Quadro T), generando un report precompilato, pronto da usare come guida sicura per la dichiarazione.

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Prezzo di carico: che cos’è? 

Il prezzo di carico rappresenta il valore iniziale attribuito a una criptovaluta nel momento in cui entra nel patrimonio del contribuente.

È fondamentale per il calcolo delle plusvalenze o minusvalenze, che si determinano al momento della vendita o dello scambio della crypto. Se non viene dichiarato correttamente, potresti pagare più imposte del dovuto.

Come si determina il prezzo di carico?

  • Acquisto diretto → coincide con il prezzo pagato per acquistare la crypto, incluse eventuali commissioni.
  • Airdrop, staking, mining, programmi Earn coincide con il valore di mercato al momento dell’accredito.
  • Trasferimento da altro wallet o exchange (quindi un deposito) → il contribuente deve dichiarare manualmente il prezzo di carico, ovvero il valore originale di acquisto.

Attenzione: prezzo di carico a 0 €

Se al momento della vendita il prezzo di carico è 0 € (perché non indicato, o in mancanza di documentazione), l’intero ricavato sarà considerato plusvalenza e tassato al 26%.

Nota operativa

Il corretto tracciamento del prezzo di carico è essenziale per:

  • Evitare errori nella dichiarazione fiscale
  • Ridurre il rischio di sovrastimare le plusvalenze
  • Dimostrare l’origine e il valore effettivo degli asset in caso di controlli

Esempio 1: Deposito senza prezzo di carico

  • Depositi 1 Bitcoin acquistato in passato, ma senza indicare il prezzo di acquisto.
  • Successivamente, vendi questo BTC a 100.000€.
  • Il fisco considera l’intero importo come plusvalenza → 100.000 × 26% = 26.000€ di imposta.

Esempio 2: Deposito con prezzo di carico documentato

  • Depositi 1 Bitcoin e dichiari che lo hai acquistati a 60.000€.
  • Quando vendi a 100.000€, la plusvalenza imponibile sarà: 100.000 – 60.000 = 40.000€.
  • Imposta dovuta: 40.000 × 26% = 10.400€.

Come evitare errori (e pagare meno imposte)

Per non incorrere in una tassazione eccessiva:

  • Conserva sempre le prove d’acquisto delle criptovalute
  • Quando trasferisci fondi su un exchange, inserisci il prezzo di carico corretto

Se usi Young Platform, puoi caricare la cronologia delle transazioni da wallet esterni (es. Metamask, Ledger, ecc.) e ottenere un report fiscale completo e ottimizzato per la dichiarazione dei redditi.

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Hard fork: cos’è e quali sono le imposte da pagare nel 2025

hard fork imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come funzionano le imposte sulle criptovalute ricevute in seguito ad un hard fork.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale.

Ogni transazione viene tracciata in automatico, i valori vengono calcolati correttamente e inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T).

Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è un hard fork?

Un hard fork è una modifica significativa e incompatibile con le versioni precedenti del protocollo di una blockchain, che porta alla creazione di una nuova catena separata dalla precedente. Questo evento si verifica quando una parte della comunità decide di implementare cambiamenti sostanziali alle regole del sistema, non accettati da tutti i partecipanti. Di conseguenza, si formano due blockchain distinte: una che segue le vecchie regole e un’altra che adotta le nuove. 

Esempio:
Nel 2022, Ethereum ha subito un aggiornamento che ha dato origine a una nuova rete chiamata EthereumPoW (ETHW).

Chi possedeva ETH al momento del fork ha ricevuto gratuitamente un numero equivalente di token ETHW.

Cosa succede a livello fiscale?

Ricevere criptovalute a seguito di un hard fork è considerato un reddito, anche se non hai sostenuto alcun costo per acquisirle. 

Dal punto di vista fiscale, funziona esattamente come un airdrop: si tratta di un’entrata soggetta a un’imposta.

Dove si dichiarano?

I token ricevuti tramite hard fork vanno indicati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Quando si pagano le imposte sulle criptovalute ricevute dopo un hard fork?

Nell’anno successivo a quello in cui hai ricevuto i token.

Esempio:
Se hai ricevuto criptovalute tramite hard fork nel 2024, dovrai dichiararle e pagare le imposte nel 2025.

Quanto si paga?

L’imposta è pari al 26% sul valore dei token ricevuti, calcolato nel giorno in cui ti sono stati accreditati sul wallet.

Come si calcola?

  • Prendi la quantità di token ricevuti
  • Moltiplica per il prezzo di 1 token nel giorno dell’accredito
  • Su questo valore si applica il 26% di imposta

Esempio – Imposta su hard fork 

Hai ricevuto 50 ETHW in seguito a un hard fork di Ethereum il 15 settembre 2024, quando 1 ETHW valeva 1,50 €.

  • Valore ricevuto: 50 × 1,50 € = 75 € 
  • Imposta da pagare nel 2025 = 75 € x 26% = 19,50 €

Anche se non hai venduto i tuoi ETHW e sono ancora nel wallet, l’imposta è comunque dovuta, perché il ricevimento dei token è considerato un reddito fiscalmente imponibile.

E se vendi le criptovalute?

Se in futuro decidi di vendere le criptovalute ricevute con l’hard fork, e il loro valore sarà aumentato rispetto al giorno in cui le hai ricevute, dovrai pagare un’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sulla vendita

  • Ricevi 50 ETHW nel 2024, quando valgono 1,50 € → valore iniziale: 75 €
  • Vendi i 50 ETHW nel 2025, quando valgono 5 € → incasso: 250 €
  • Plusvalenza: 250 – 75 = 175 €
  • Imposta da pagare nel 2026: 175 € × 26% = 45,50 €

Questa imposta si somma a quella di 19,50 € da pagare nel 2025 per il solo fatto di averli ricevuti.

Quando si paga l’imposta sulla plusvalenza?

Il principio è semplice: le imposte si pagano l’anno successivo rispetto all’anno in cui hai venduto le criptovalute e, ovviamente, solo se hai realizzato un guadagno.

Quindi:

  • Se le vendi nel 2024, paghi nel 2025
  • Se le vendi nel 2025, paghi nel 2026
  • Se le vendi nel 2026, paghi nel 2027 …e così via.
hard fork imposte 2025

E se scambi le criptovalute ricevute con un hard fork per una stablecoin?

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCAR, anche lo scambio di criptovalute con alcune stablecoin classificate come EMT (Electronic Money Tokens) è fiscalmente rilevante.

Gli EMT sono token il cui valore è ancorato a una valuta fiat, come l’euro o il dollaro. Per il fisco, sono equiparati a moneta tradizionale.
Esempi di EMT: Tether (USDT), USD Coin (USDC)

Scambiare ETHW per USDC è quindi fiscalmente equivalente a venderli in euro. Se il valore di ETHW è aumentato rispetto al giorno dell’accredito, dovrai pagare l’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sullo scambio con stablecoin

Hai ricevuto 50 ETHW il 15 settembre 2024, quando valevano 1,50 € ciascuno → valore iniziale: 75 €

A dicembre 2024, il valore di ETHW sale a 4 € → decidi di scambiare i 50 ETHW per 200 USDC (equivalenti a 200 €, poiché 1 USDC ≈ 1 €)

Calcolo della plusvalenza

  • Valore al momento dello scambio: 200 € in USDC
  • Valore al momento dell’hard fork: 75 €
  • Plusvalenza: 250 – 75 = 125 €

Imposta da pagare nel 2025: 32,50 €

Esattamente come avviene per la vendita in euro, anche lo scambio per EMT genera una plusvalenza imponibile.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Tutti i calcoli sono automatici

Ricorda che non devi fare questi calcoli da solo o da sola.
Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, tutti questi passaggi sono gestiti automaticamente:

  • Il software traccia ogni operazione
  • Calcola eventuali imposte dovute
  • Ti dice esattamente quanto e se devi pagare 

In pochi clic ottieni un report fiscale completo, già precompilato con il valore delle criptovalute e l’esatto importo delle imposte da versare per la dichiarazione dei redditi.

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Trading Bot e Smart Trades: cosa sono e quali sono le imposte da pagare nel 2025

trading bot imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere il funzionamento della tassazione sulle operazioni eseguite da Trading Bot e, nel caso specifico di Young Platform, tramite gli Smart Trades.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non è necessario effettuare calcoli manuali.

Tutte le transazioni vengono tracciate automaticamente, i valori e gli importi calcolati con precisione e inseriti nelle sezioni corrette della dichiarazione dei redditi (come il Quadro RT o il Quadro T).

Riceverai così un report fiscale precompilato, pronto da consultare e utilizzare come guida affidabile durante la dichiarazione.

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Che cos’è un Trading Bot

Un Trading Bot è un software automatizzato che esegue operazioni di acquisto e vendita di criptovalute al posto dell’utente, seguendo parametri preimpostati (strategie di prezzo, volumi, soglie, indicatori tecnici, ecc.).

Dal punto di vista fiscale, tutte le operazioni effettuate dal Bot sono imputabili all’investitore, come se fossero state eseguite manualmente.

Rilevanza fiscale delle operazioni del Bot

Le operazioni eseguite da un Trading Bot sono considerate fiscalmente rilevanti in due casi principali:

  1. Quando la criptovaluta viene venduta in cambio di euro o di un’altra valuta fiat
  2. Quando viene scambiata con una stablecoin classificata come EMT (Electronic Money Token)

Ma cosa significa “EMT”?

Secondo il regolamento europeo MiCAR, gli EMT sono token il cui valore è ancorato a una valuta fiat (come l’euro o il dollaro), e sono trattati come denaro elettronico.
Ai fini fiscali, vengono equiparati alla valuta tradizionale: scambiare una crypto per un EMT è come venderla per euro.

Quindi, se il Bot scambia ad esempio Bitcoin per 1.000 USDC, l’operazione è fiscalmente equiparabile alla vendita per 1.000 euro.

In questo caso, si può generare una plusvalenza (o minusvalenza), che deve essere dichiarata e tassata se rilevante.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Esempio – Imposta sulle operazioni del Trading Bot

Un Bot vende 1 ETH a 2.000 USDC. Se quell’ETH era stato acquistato quando valeva 1.500€, hai una plusvalenza di 500€, su cui si applica il 26% di imposta, da versare l’anno successivo.

Smart Trades su Young Platform: Trading Bot e fiscalità

Su Young Platform, puoi utilizzare gli Smart Trades, strumenti di trading algoritmico che funzionano come veri e propri Bot automatici: eseguono operazioni di acquisto e vendita in base a strategie preimpostate, senza che tu debba intervenire manualmente.

Questi Bot possono operare anche contro stablecoin, come USDC o USDT, che rientrano nella categoria degli EMT (e-money tokens) secondo l’interpretazione del regolamento MiCAR.

Impatto fiscale delle operazioni automatiche

Quando un Smart Trade scambia una criptovaluta contro uno di questi EMT, l’operazione è fiscalmente rilevante, come se fosse una vendita per euro.
Se il valore della crypto al momento dello scambio è superiore a quello che aveva quando l’hai acquistata (o quando il Bot l’ha acquistata), si genera una plusvalenza soggetta all’imposta del 26%.

Non fa differenza se l’ordine è stato eseguito da un Bot o da te manualmente: ai fini fiscali conta l’effetto dell’operazione.

Tutto è già calcolato nel tuo Report Fiscale

La buona notizia?
Non devi fare nulla a mano. Su Young Platform, tutte le operazioni eseguite con Smart Trades vengono:

  • Tracciate automaticamente
  • Classificate in base alla loro rilevanza fiscale
  • Incluse nel report fiscale, con eventuali plusvalenze e imposte dovute già calcolate 

In pochi clic ottieni un documento completo e pronto da usare per la dichiarazione dei redditi, senza doverti preoccupare di nulla.

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Airdrop crypto: cos’è e quali sono le imposte da pagare nel 2025

airdrop crypto dichiarazione dei redditi 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come funzionano le imposte sulle criptovalute ricevute tramite airdrop.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale.

Ogni transazione viene tracciata in automatico, i valori vengono calcolati correttamente e inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T).

Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è un airdrop crypto?

Un airdrop è una distribuzione gratuita di criptovalute.
Spesso i progetti crypto regalano i loro token a utenti selezionati per far conoscere il progetto, premiare chi ha già usato la piattaforma o incentivare l’adozione.

Esempio:
Nel 2020, Uniswap – uno dei più famosi exchange decentralizzati – ha regalato 400 token UNI a ogni utente che aveva interagito con la piattaforma prima di una certa data.

Un altro esempio più recente è Arbitrum, che nel 2023 ha distribuito token ARB agli utenti che avevano utilizzato la sua piattaforma.

Come viene trattato un airdrop crypto livello fiscale?

Ricevere token tramite airdrop è considerato un reddito anche se non hai speso nulla per ottenerli.

Per questo motivo, il valore ricevuto è soggetto a imposta.

Dove si dichiarano?

I token ricevuti tramite airdrop vanno indicati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Quando si pagano le imposte sugli airdrop crypto?

Nell’anno successivo a quello in cui hai ricevuto i token.

Esempio:
Se hai ricevuto delle criptovalute con un airdrop nel 2024, dovrai dichiararle e pagare le imposte nel 2025.

Quanto si paga?

L’imposta da pagare è del 26% sul valore delle criptovalute ricevute tramite airdrop al momento dell’accredito sul tuo portafoglio.

Si considera cioè il prezzo della criptovaluta nel giorno in cui è stata accreditata sul tuo portafoglio.

Per calcolare il valore su cui verrà applicata l’imposta, ti basta:

  • Moltiplicare la quantità di token ricevuti per
  • Il prezzo di 1 token nel giorno in cui li hai ricevuti.

Questo ti dà il valore complessivo delle criptovalute ricevute, su cui si applica l’aliquota del 26%. 

Esempio – Imposta sull’airdrop ricevuto

Hai ricevuto 400 UNI il 21 ottobre 2024, quando 1 UNI valeva 7€.

  • Calcolo del valore ricevuto:
    400 UNI × 7€ = 2.800€
  • Calcolo dell’imposta:
    2.800€ × 26% = 728€ da pagare nel 2025

Anche se non hai venduto i tuoi UNI e sono ancora nel wallet, l’imposta è comunque dovuta, perché si tratta di un reddito.

E se vendi le criptovalute?

Se poi vendi le criptovalute in cambio di euro o qualsiasi altra valuta fiat e il loro valore è aumentato, allora paghi anche un’imposta sulla plusvalenza (cioè sul guadagno).

Esempio – Imposta sulla vendita:

Hai venduto i tuoi 400 UNI a novembre 2024, quando valevano 10€ ciascuno.

  • Valore di vendita: 400 × 10€ = 4.000€
  • Valore al momento dell’airdrop: 2.800€
  • Plusvalenza = 4.000 – 2.800 = 1.200€
  • 26% su 1.200€ = 312€ di imposta da pagare nel 2025

Questa imposta si aggiunge a quella pagata sulla ricezione dell’airdrop e va anch’essa versata nel 2025. 

Quando si paga l’imposta sulla plusvalenza?

Il principio è semplice: le imposte si pagano l’anno successivo rispetto all’anno in cui hai venduto le criptovalute e, ovviamente, solo se hai realizzato un guadagno.

Quindi:

  • Se le vendi nel 2024, paghi nel 2025
  • Se le vendi nel 2025, paghi nel 2026
  • Se le vendi nel 2026, paghi nel 2027…e così via.
airdrop crypto imposte 2025

E se scambi le criptovalute ricevute con un airdrop per una stablecoin?

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCAR, anche lo scambio di criptovalute con alcune stablecoin (chiamate EMT – e-money tokens) è fiscalmente rilevante.

Gli EMT sono stablecoin il cui valore è ancorato a una valuta fiat (come il dollaro o l’euro), e sono trattati dal fisco come valuta a corso legale. Esempi: Tether (USDT), USD Coin (USDC).

Questo significa che scambiare criptovalute come UNI per USDC è come venderle per euro, e se hai un guadagno rispetto al momento in cui le hai ricevute, dovrai pagare l’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sullo scambio con stablecoin

Hai ricevuto 400 UNI il 21 ottobre 2024 con un airdrop, quando valevano 7€ ciascuno → valore iniziale: 2.800€

A novembre 2024, quando il prezzo di 1 UNI è salito a 10€, decidi decidi di scambiare i tuoi 400 UNI per USDC. 

  • Dallo scambio ricevi circa 4.000 USDC (equivalenti a 4.000€, dato che 1 USDC ≈ 1€).
  • Perciò il valore ricevuto al momento dello scambio: 4.000€
  • Valore al momento dell’airdrop: 2.800€
  • Plusvalenza: 4.000 – 2.800 = 1.200€
  •  Imposta da pagare: 26% di 1.200€ = 312€

Esattamente come avviene per la vendita in euro, anche lo scambio per EMT genera una plusvalenza imponibile.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Tutti i calcoli sono automatici

Ricorda che non devi fare questi calcoli da solo o da sola.
Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, tutti questi passaggi sono gestiti automaticamente:

  • Il software traccia ogni operazione
  • Calcola eventuali imposte dovute
  • Ti dice esattamente quanto e se devi pagare 

In pochi clic ottieni un report fiscale completo, già precompilato con il valore delle criptovalute e l’esatto importo delle imposte da versare per la dichiarazione dei redditi.

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Crypto-asset: dalla MiCAR al fisco italiano

mica stablecoin

L’adozione del Regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) segna un importante passo avanti nella regolamentazione delle cripto-attività all’interno dell’Unione Europea. Tra le novità più rilevanti vi è la classificazione delle stablecoin, che ha conseguenze dirette sulla loro tassazione. In particolare, MiCA introduce una chiara distinzione tra token di moneta elettronica (EMT) e token collegati ad attività (ART), con implicazioni fiscali diverse per chi opera nel settore crypto.

Crypto-asset: che cosa vuol dire?

l termine crypto-asset è utilizzato nel regolamento europeo MiCAR (Markets in Crypto-Assets) per identificare qualsiasi forma di asset digitale basato su tecnologie di registro distribuito (DLT), come la blockchain.

Nella classificazione MiCAR, i crypto-asset si dividono in tre categorie principali, ognuna con caratteristiche e trattamenti normativi (e potenzialmente fiscali) distinti:

1. Asset-Referenced Tokens (ART)

Token il cui valore è ancorato a un paniere di asset sottostanti, come valute fiat, criptovalute o materie prime.

Esempio: un token ancorato a un mix di dollaro, oro e Bitcoin.

2. Electronic Money Tokens (EMT)

Token il cui valore è stabilmente ancorato a una singola valuta fiat, come l’euro o il dollaro.
Questi token sono progettati per replicare il comportamento del denaro elettronico, e sono equiparati a valuta tradizionale ai fini fiscali.

Esempi: USDC (classificato ufficialmente come EMT), USDT (considerato EMT secondo interpretazione diffusa).

3. Utility Tokens

Token che danno accesso a un prodotto o servizio all’interno di un ecosistema digitale specifico.
Non sono pensati come mezzo di pagamento, ma come “chiave” d’accesso a funzionalità.

Esempio: token per accedere a servizi su una piattaforma DeFi o a un videogioco web3.

Trattamento fiscale dei crypto-asset

Dal punto di vista fiscale, tutti i crypto-asset possono generare plusvalenze imponibili nel momento in cui:

  • Vengono venduti in cambio di euro o altra valuta fiat
  • Oppure vengono scambiati con EMT, considerati equivalenti a valuta fiat

La categorizzazione MiCAR non ha ancora un impatto diretto unificato sulla normativa fiscale italiana, ma contribuisce a interpretare la natura delle operazioni:

  • Gli EMT, essendo assimilabili a moneta legale, rendono fiscalmente rilevante lo scambio come se fosse una vendita.
  • Gli NFT, anch’essi crypto-asset secondo MiCAR, sono fiscalmente rilevanti solo se ceduti con profitto, anche se manca ancora una disciplina dettagliata su di essi.

In sintesi, “Crypto-asset” è un termine ombrello che copre ogni forma di criptovaluta o token digitale. Qualunque operazione che generi un guadagno da questi asset – indipendentemente dalla loro categoria – può dar luogo a plusvalenze soggette all’imposta del 26%,.

Quando uno scambio è fiscalmente rilevante?

In linea generale, la normativa fiscale italiana – in linea con l’interpretazione del regolamento europeo MiCAR – considera fiscalmente rilevante solo lo scambio tra crypto-asset con caratteristiche e funzioni diverse.

“Non si considerano realizzati i redditi diversi qualora le cripto-attività oggetto di permuta abbiano le medesime caratteristiche e funzioni.

Cosa significa?

Che se scambi due crypto-asset simili – cioè appartenenti alla stessa categoria MiCAR – non realizzi una plusvalenza, e quindi non devi pagare imposte su quell’operazione.

Esempi di operazioni non rilevanti fiscalmente:

  • Bitcoin → Ethereum
    Entrambe sono criptovalute native con funzione di scambio → nessuna imposizione
  • USDC → USDT
    Entrambi sono EMT, ovvero stablecoin ancorate a valute fiat → nessuna imposizione
  • USDT → euro
    Equiparati in funzione e valore → nessuna imposizione
  • DAI → PAXG (entrambi sono classificati ART) → nessuna imposizione

Quando l’operazione diventa rilevante fiscalmente?

Lo scambio diventa fiscalmente rilevante quando coinvolge crypto-asset di categoria diversa, perché in questo caso si considera che tu abbia realizzato un guadagno o una perdita.

Esempio:

Vendi un NFT per degli ETH
L’NFT ha una funzione completamente diversa da Ethereum (non è mezzo di scambio, ma oggetto digitale unico, quindi questo scambio è fiscalmente rilevante. Se lo scambio genera una plusvalenza, cioè il controvalore degli ETH ottenuti dalla vendita è maggiore del valore dell’NFT al momento dell’acquisto, questo guadagno è soggetto a un’imposta del 26%.

Manca una classificazione ufficiale (per ora)

Ad oggi, non esiste una classificazione pubblica, completa e vincolante che assegni ogni singolo token a una delle categorie previste dalla MiCAR (EMT, ART, utility, ecc.).

Questo significa che la categorizzazione è soggetta a interpretazione, e può variare tra operatori, fiscalisti e Stati membri.

Tuttavia, esistono consensi diffusi su alcuni casi pratici:

  • USD Coin (USDC) è stato ufficialmente certificato come EMT, dopo aver completato il processo di due diligence previsto da MiCAR.
  • Tether (USDT) è generalmente considerato un EMT, anche se la certificazione formale è ancora in fase di adeguamento.
  • Bitcoin, Ethereum, Ripple, Uniswap, Litecoin, ecc. sono comunemente trattati come crypto-asset generici, e gli scambi tra loro non sono fiscalmente rilevanti.
  • Token come PAX Gold (PAXG) sono generalemente considerati ART, perché ancorato a un paniere di asset o un asset, come l’oro, diverso dalla valuta fiat.

Come semplifica tutto questo il report fiscale di Young Platform?

Comprendere la categorizzazione dei crypto-asset può essere complesso, soprattutto quando si detengono asset su più piattaforme o wallet.

Per questo, il servizio fiscale di Young Platform applica automaticamente un’interpretazione coerente con la normativa MiCAR, classificando le criptovalute in tuo possesso sia all’interno della nostra piattaforma, sia su altri exchange o wallet esterni.

Tutte le operazioni vengono:

  • Analizzate e categorizzate automaticamente
  • Tracciate con precisione
  • Inserite nel report fiscale completo, con plusvalenze e imposte già calcolate

Hai criptovalute anche su altri wallet o exchange?

Nessun problema: ti basta importare i file CSV delle transazioni, e il sistema genererà un report fiscale unico, consolidato e conforme, pronto per essere utilizzato nella tua dichiarazione dei redditi.

Tutto in pochi clic, senza bisogno di interpretazioni manuali o competenze tecniche.

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