Il Bored Ape Yacht Club acquisisce i CryptoPunks

Il Bored Ape Yacht Club compra i Cryptopunks

Yuga Labs unisce i due progetti NFT più importanti del mondo crypto. Perché i creatori dei CryptoPunks hanno venduto la loro proprietà intellettuale?

Immagina un cross-over tipo “Harry Potter che acquisisce Il Trono di Spade”, “Hermione Granger Regina dei Draghi” o “Jon Snow che vince il Torneo Tremaghi sulla sua Nimbus 2000”. Questo è più o meno quello che è successo il 12 Marzo 2022 quando Yuga Labs, i creatori del Bored Ape Yacht Club, ha annunciato di aver acquisito i diritti di CryptoPunks e Meebits. Ebbene sì, il Bored Ape compra i CryptoPunks! Che cosa si nasconde dietro a questa mossa? Cosa succederà ora alla storica collezione di NFT?

Il Bored Ape Yacht Club compra i Cryptopunks

Il Bored Ape Yacht Club e i CryptoPunks sono i progetti NFT numero 1 e numero 2 di tutti i tempi, il loro valore combinato si aggira tra i 5 e i 10 miliardi di dollari. Nessuno sa con esattezza la cifra per cui Yuga Labs si è aggiudicata i diritti intellettuali e commerciali delle creazioni del Larva Labs, voci di corridoio dicono circa 200 milioni. Yuga Labs ha comprato il brand, i diritti IP, 423 CryptoPunks e 1.711 Meebits, un’altra collezione di NFT di Larva Labs. I Meebits sono 20.000 avatar in stile voxel. È stata una buona acquisizione per Yuga Labs? Chi ci guadagnerà maggiormente, i Punks o le Ape?

Non succede tutti i giorni di vedere la fusione di due top player in una specifica area di mercato. La community, dei proprietari di Punk e di Ape, pare aver risposto positivamente all’acquisizione, Yuga Labs infatti ha la reputazione di essere un brand più attivo, dinamico e attento alle novità.

Il comunicato di Larva Labs

In occasione dell’acquisizione, i creatori dei CryptoPunks hanno riflettuto sul ruolo della loro collezione nel Web3. I Punks sono diventati presto l’immagine delle identità online delle persone, in maniera così forte da lasciare spiazzati i ragazzi di Larva Labs. I Profile Picture Projects (PFP) stanno crescendo come un’industria a sé, “ci siamo trovati sempre meno adatti alla gestione di questi progetti. Le nostre personalità e abilità non sono adatte alla gestione di una community, alle relazioni pubbliche e allpo sforzo quotidiano che questo tipo di progetti richiede e merita”. 

Cercando una soluzione per colmare questa mancanza, Larva Labs ha incontrato i fondatori di Yuga Labs. Così è entrato in scena il Bored Ape Yacht Club, con le competenze adatte per onorare le origini dei CryptoPunks e il settore NFT. Larva Labs, lascia i suoi CryptoPunks in buone mani! Larva Labs non chiuderà i battenti ma aprirà la strada a nuovi progetti. 

Cosa succederà ora ai Crypto Punks?

“Per noi, gli NFT sono sempre stati una questione di cultura”, è questo il punto cruciale del post di Yuga Labs che annuncia l’acquisizione. I creatori del BAYC scrivono di essere onorati di ricevere in consegna l’eredità di questa collezione NFT che ha dato un fondamentale contributo alla consapevolezza intorno allo spazio crypto e allo sviluppo di Ethereum

Ma cosa hanno in mente di fare con i CryptoPunks? “Presto garantiremo ai titolari di CryptoPunks e Meebits gli stessi diritti commerciali di cui godono i proprietari di BAYC e MAYC”, le proprietà IP dei CryptoPunks e dei Meebits, che sono sempre state sotto il controllo di Larva Labs, ora saranno trasferite ai proprietari degli NFT.  Lo scopo di Yuga Labs è allineare i Punks ai valori del Web3. 

L’identità dei Punks non verrà compromessa, non saranno inglobati nel meccanismo del “club” che resisterà il cuore pulsante dell’universo Yuga. I CryptoPunks saranno trattati come una collezione storica. 

La crescita del prezzo delle Bored Ape

L’annuncio dell’acquisizione ha avuto il suo impatto anche sul mercato. I prezzi dei CryptoPunks sui mercati secondari sono aumentati del 11%, il prezzo minimo si aggira intorno ai 195.000 dollari (75 ETH). Come riferito da Cryptoslam, il 13 Marzo 2022 le Bored Ape hanno registrato vendite per 7,3 milioni di dollari ovvero il 307% in più rispetto alle 24 ore precedenti

Altre novità dal Bored Ape Yacht Club

Con un Tweet dell’11 Marzo 2022, il BAYC ha condiviso il suo nuovo progetto lasciando un link al dominio somethingisbrewing.xyz. Aprendolo ci si ritrova in una pagina che chiede di installare Metamask e niente di più.

Il progetto in questione è stato costruito in 7 mesi in collaborazione con Animoca Brands (l’azienda dietro The Sandbox) e richiede il completamento di un KYC. La community si è subito chiesta il motivo di questo passaggio, inusuale per i progetti decentralizzati. Quello che viene criticato non è tanto il KYC in sé ma l’assenza di spiegazioni sulla sua utilità. Dal BAYC non è trapelata nessuna informazione sul progetto e per il momento è tutto un mistero. 

Le 5 crypto preferite dai Fondi e dai Venture Capital

Le 5 crypto preferite dai fondi istituzionali

Quali sono le 5 crypto preferite dai fondi e dai venture capital? Scopri la lista dei progetti su blockchain più promettenti del momento!

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Sempre più fondi speculativi e di venture capital (VC) scelgono il mondo crypto per i loro affari. Tra DeFi, NFT, servizi per il Web3, gaming e smart contract quali sono per loro i progetti più interessanti su blockchain? Un report del centro di ricerca Messari ha analizzato in che direzione si orientano i portfolio di 57 tra i più importanti Fondi Speculativi e Venture Capital nel Q4 del 2021

La classifica generale vede trionfare le piattaforme per gli smart contract ma tra i progetti ci sono anche network e blockchain Layer 1, tra queste abbiamo selezionato le prime 5. Nel report non sono state incluse Bitcoin ed Ethereum, dal momento che la maggior parte dei fondi le possiedono. 

5. Avalanche (AVAX)

In quinta posizione troviamo Avalanche, su 57 fondi, 12 hanno tra i loro asset AVAX. L’8 Marzo 2022 L’Avalanche Foundation ha annunciato un programma di 290 milioni di dollari (circa 4 milioni di AVAX) chiamato Avalanche Multiverse. Lo scopo del programma  è incoraggiare la crescita dei subnet del network. I subnet sono blockchain collegate ad Avalanche che ne condividono strumenti e caratteristiche ma possono essere personalizzate per esigenze e dapp specifiche. Possono avere il loro token ma mantengono tutta la potenza di Avalanche. I subnet ricordano le parachain di Polkadot, cambia il nome ma non la sostanza! Del resto tra le blockchain il trend è espandere il proprio ecosistema. Per diventare subnet, bisogna mettere in staking 2000 AVAX. Il programma Multiverse arriva dopo quello da 180 milioni di dollari nell’Agosto del 2021, chiamato Avalanche Rush, che mirava ad attirare gli sviluppatori DeFi alla blockchain.

Il primo subnet a ricevere incentivi attraverso il programma Multiverse è il gioco basato sugli NFT, DeFi Kingdoms, per il quale sono stati messi da parte 15 milioni di dollari in incentivi. 

In una dichiarazione, il direttore esecutivo di DeFi Kingdoms (sotto pseudonimo), Frisky Fox, ha detto che stavano cercando una tecnologia in grado di aiutare il progetto “a scalare e introdurre nuove funzionalità come l’utilizzo dei nostri token nativi per pagare il gas, senza sacrificare la sicurezza o la decentralizzazione”.

4. Maker (MKR)

Prima di Avalanche, con solo un punto di differenza, c’è Maker, scelto da 13 fondi. MKR è il token di governance di MakerDAO e del Maker Protocol utilizzato per emettere e gestire la stablecoin DAI. Fondi e venture capital hanno a cuore anche la finanza decentralizzata! Maker è uno dei primi progetti DeFi per nascita, attivo dal 2017, probabilmente ispira fiducia grazie al suo lungo e costante percorso nel campo.

3. Solana (SOL)

La classifica delle 5 crypto preferite dai fondi istituzionali prosegue con Solana! A pari merito con Maker, è nel portfolio di 13 fondi su 57. Ultimamente la blockchain che vanta di essere la più ecosostenibile in circolazione, è sotto i riflettori grazie al protocollo per i pagamenti Solana Pay. Da molti è considerato la Visa o il Paypal del Web3. Solana Pay offre transazioni immediate, circa 65 mila al secondo, senza commissioni e con un impatto zero sull’ambiente.

2. Terra (LUNA)

LUNA sembra essere la crypto del momento! Il 9 Marzo 2022 ha coronato il suo momento di gloria con un nuovo ATH a 104,58$. Quali sono le cause dell’interesse degli investitori istituzionali? Di sicuro lo sviluppo del suo ecosistema non è passato inosservato, così come l’emergere di Anchor Protocol che ha spinto la crescita di Terra per tutto il 2021.

L’aumento del prezzo di LUNA potrebbe essere correlato anche al fatto che è la prima criptovaluta in termini di staking, il totale di LUNA in staking è di 31,6 miliardi di dollari e le ricompense per gli utenti sembrano essere tra le più vantaggiose. Il 40% di tutti i token in circolazione infatti sono delegati ai validatori e avere così tanti token bloccati riduce la volatilità. Il meccanismo di consenso di Terra prevede inoltre che per riscattare i token in staking, bisogna aspettare 21 giorni e in questo modo gli utenti sono disincentivati a fare holding. 

1. Polkadot (DOT)

Al primo posto nella classifica delle 5 crypto preferite dai fondi istituzionali c’è Polkadot! Nel 2021 ben 24 fondi su 57 hanno scelto il network multichain, quasi il 42% degli investitori istituzionali. Polkadot ha mantenuto questo primato per tutto l’anno, ci aspettiamo grandi cose anche per il 2022! Nello specifico, di tutto l’ecosistema di Polkadot, sono state premiate dai fondi e dai VC le piattaforme smart contract, parachain e parathread. Con il procedere inarrestabile delle aste, gli investitori guadagnano interesse per DOT e il suo ecosistema che, combinato anche con Kusama, offre mille risorse e opportunità. 

A inizio anno ci siamo chiesti quali fossero le crypto da tenere d’occhio per il 2022, Avalanche, Solana e Terra sembrano proprio mantenere le promesse. 

I crowdloan su Kusama e Polkadot sono le ICO del 2022?

Kusama Polkadot Crowdloan

Kusama e Polkadot hanno introdotto un nuovo sistema che permette alla community di sostenere i progetti più interessanti: i crowdloan. Sostituiranno le ICO?

Kusama e Polkadot, le blockchain cugine, hanno particolarmente a cuore la decentralizzazione e l’importanza della community. Questo si riflette anche sul funzionamento delle aste: per raccogliere i fondi necessari, i team delle Dapp possono organizzare delle raccolte di fondi decentralizzate chiamate crowdloan. Il crowdfunding decentralizzato sostituirà le ICO?

Come funzionano le aste su Polkadot e Kusama

Come sai, Polkadot e Kusama sono blockchain che ospitano sul loro network le cosiddette parachain, ovvero reti parallele programmabili in base ai bisogni dei proprietari. Per avere accesso alle parachain, però, c’è bisogno che il team di sviluppo di una Dapp vinca un’asta. Le aste sono decentralizzate, questo vuol dire che è un software a decretare la fine dell’asta.

Il modello delle aste su Kusama e Polkadot è strutturato come una versione leggermente modificata di un’asta con candela. Questo tipo di asta prevede che all’inizio venga accesa una candela; quando la candela si spegne, allora l’asta si conclude e il maggior offerente vince. Lo stratagemma della candela serve a evitare il cosiddetto “auction sniping”, ovvero le offerte all’ultimo secondo prima dello scadere del tempo. Secondo vari studi, il fatto che la fine dell’asta sia imprevedibile spinge i partecipanti a fare puntate serie fin dall’inizio.

Per replicare la candela, le aste decentralizzate lasciano che sia un algoritmo a scegliere casualmente la fine dell’asta. La durata è di approssimativamente una settimana; scaduto il tempo, l’algoritmo determina il momento esatto di fine dell’asta, e lo rende noto ai partecipanti. Chi aveva offerto il valore di KSM e DOT maggiore si guadagna l’opportunità di poter fare il deploy della propria parachain. I token vengono bloccati fino alla fine del periodo di lease (affitto dello slot sulla parachain), per poi venire restituiti. I progetti che perdono l’asta, invece, ricevono immediatamente i token bloccati.

Il crowdloan e il potere della community

Dopo che l’algoritmo ha determinato casualmente la fine dell’asta, il maggior offerente vince. Ma come si raccolgono i fondi per portare avanti le offerte? Ci sono più modi per farlo. Il metodo principale è quello diretto: i team di sviluppo puntano un determinato numero di KSM o DOT per aggiudicarsi lo slot della parachain. Su Polkadot il lease di uno slot dura due anni, mentre su Kusama il tempo va da 6 a 48 settimane, a seconda di ciò che sceglie il team di sviluppatori. Le crypto puntate vengono bloccate in un wallet creato appositamente per l’occasione.

Esiste però anche un altro modo per raccogliere fondi e battere gli avversari: il crowdloan. Ogni team può organizzare una campagna di raccolta fondi decentralizzata direttamente su blockchain. Gli utenti possono utilizzare i loro token liberi, quindi non impegnati nello staking o su piattaforme di lending, e supportare i progetti che più preferiscono. Il funzionamento delle campagne di crowdloan è molto semplice. Prima di tutto il proprietario deve selezionare i parametri della campagna: durata, contributo massimo e ricompense.

– La durata della campagna non è direttamente legata alla durata dell’asta, e viene decisa dal team di sviluppo. I fondi rimangono bloccati nel crowdloan fino alla fine della campagna o fin quando il progetto non vince un’asta. In questo modo, gli sviluppatori non devono programmare una raccolta fondi aggiuntiva nel caso in cui dovessero perdere un’asta.

– Il contributo massimo rappresenta il numero massimo di KSM o DOT che possono essere raccolti. Fintanto che la campagna è attiva e che il massimo non viene raggiunto, gli utenti possono bloccare i loro token nel crowdloan. Mettere un tetto massimo ai contributi serve ai team a gestire meglio le ricompense da distribuire in caso di vittoria.

– Le ricompense vengono decise dal team di sviluppo, e servono a ripagare gli utenti per il tempo in cui manterranno bloccati i loro fondi. In genere, i team offrono ricompense sotto forma di token proprietari della loro blockchain, proporzionate al numero di KSM o DOT bloccati.

La campagna può concludersi in due modi: quando scade il tempo, oppure quando il team che ha lanciato la campagna vince uno slot all’asta.

Nel primo caso, la campagna fallisce e i token bloccati dagli utenti vengono sbloccati e restituiti ai legittimi proprietari. Nel secondo caso, invece, la campagna ha successo. In questo caso, i fondi raccolti vengono bloccati per il tempo di lease, e la parachain viene attivata. Le ricompense vengono elargite a chi ha supportato il progetto, e la blockchain diventa pienamente funzionante. Alla fine del periodo, i DOT o KSM bloccati vengono restituiti a chi li ha prestati.

La differenza con le ICO

Forse ti starai chiedendo quale vantaggio abbia questo sistema rispetto al tradizionale metodo delle ICO (Initial Coin Offering). Ce ne sono molti, ma il più importante è sicuramente il vantaggio della sicurezza.

Quando si supporta un progetto attraverso una ICO, si versano dei token con un valore già consolidato (come ETH o BTC) in cambio di token nuovi e non testati. Bisogna affidarsi solo al white-paper del progetto, senza alcuna sicurezza o garanzia. Non è raro che una ICO finisca per rivelarsi un fallimento perché il progetto viene abbandonato in itinere, oppure che fosse tutto un tentativo di ingannare gli utenti con un rug pull.

Con il crowdloan, questo non può accadere. Gli utenti non acquistano delle nuove criptovalute; stanno solo prestando le loro crypto. In più, i DOT e i KSM puntati non finiscono nel wallet degli sviluppatori, ma vengono bloccati in uno smart contract apposito. Il team, quindi, non ha nessun interesse a raccogliere fondi se non è sicuro di creare un progetto che offra un ritorno economico. Allo stesso modo, è impossibile assistere al rug pull, visto che i malintenzionati non possono prelevare i fondi: sono al sicuro nella blockchain, e vengono sbloccati solo alla fine del periodo di lease.

Questo layer di sicurezza in più non può che portare vantaggi a tutto il mondo crypto. La paura degli scam e degli hacker è una delle argomentazioni preferite dai detrattori della blockchain e della finanza decentralizzata. Con il crowdloan, il massimo che gli utenti possono perdere nel caso in cui il progetto non vada in porto sono le ricompense di due anni di staking.

Il crowdloan: passaggio obbligato per il mainstream?

Kusama e Polkadot potrebbero davvero essere pionieri di un nuovo modo di supportare i progetti ambiziosi attraverso le raccolte fondi decentralizzate? La grandissima partecipazione della community sembra dare un messaggio affermativo. Gli utenti hanno contribuito con entusiasmo ai progetti lanciati sulle due blockchain di Gavin Wood, bloccando un gran numero di KSM e DOT e rinunciando ai vantaggi dello staking per permettere alle dapp di partecipare a questi nuovi ecosistemi.

Per esempio, Moonbeam ha visto più di 200.000 wallet partecipare alla raccolta fondi. Non solo: per aggiudicarsi quello slot, anche gli altri team avevano istituito un crowdloan. In tutto sono stati raccolti più di 95 milioni di DOT, pari a quasi 4 miliardi di dollari. Un segnale estremamente positivo per l’ecosistema di Polkadot.

Il crowdloan, poi, ricorda le piattaforme centralizzate di crowdfunding già esistenti come Kickstarter e IndieGoGo. Questo  modello ha per esempio consentito a Kickstarter di raccogliere quasi 3 miliardi di dollari a partire dal 2009, raccolti tra 12 milioni di backer. Il crowdloan riprende questo concetto e lo trasporta nella finanza decentralizzata, garantendo la sicurezza dei prestatori e l’imparzialità del processo. Abbassare i rischi e offrire certezze serve a tutelare sia gli utenti esperti, sia i principianti, sia chi non si è mai avvicinato alle crypto perché le trova troppo ostiche.  

Possiamo stare certi che un successo tale non è passeggero: questo è solo l’inizio per le nuove ICO! 

Bitcoin: le parole di Biden portano il prezzo degli ETF a +10%

Bitcoin ETF news: Grayscale dialoga con la SEC

L’imminente regolamentazione delle crypto negli USA ha fatto decollare il mercato tradizionale legato a Bitcoin: aumenta il prezzo di ETF e stock.

Biden si è dimostrato propenso a regolamentare le criptovalute. Dai movimenti del mercato, questo sembra aver portato la finanza tradizionale a dare fiducia agli asset legati al mondo crypto. Alcuni credevano che le regolamentazioni avrebbero affossato il mercato e mandato in fumo il sistema decentralizzato voluto da Satoshi Nakamoto. Invece, l’evento dei giorni scorsi apre nuovi scenari di speranza. Gli ETF e le azioni di aziende legate al mining di Bitcoin hanno visto i loro prezzi alzarsi di più del 10% subito dopo l’annuncio del presidente americano. La finanza tradizionale è pronta ad apprezzare il Digital Gold?

L’ordine esecutivo di Biden sulle criptovalute

Il 9 marzo, Biden ha firmato un ordine esecutivo che chiede alla SEC e alle altre agenzie federali di tracciare delle direttive sulla regolamentazione delle criptovalute. Anche se una legge del genere è temuta da alcuni appassionati di crypto, il documento sembra aderire ai principi di base del settore. Gli esponenti del Crypto Council for Innovation, un gruppo di aziende impegnate nel settore delle criptovalute, hanno detto che l’approccio della giunta Biden è “propositivo e informato”.

In particolare, sono state indicate sei aree in cui il governo dovrà intervenire in vari modi, affidando ciascuna area a una commissione di esperti. Le regolamentazioni interesseranno “la protezione degli investitori, la stabilità finanziaria, l’inclusione finanziaria, l’innovazione responsabile, la leadership finanziaria globale degli USA e l’opposizione agli scambi illeciti”.

Considerando la reticenza degli USA ad approvare un ETF spot su Bitcoin, questo è stato recepito come un grande passo avanti dagli investitori tradizionali e anche da chi acquista direttamente crypto dagli exchange. Persino Gensler, il presidente della SEC (l’agenzia americana che si occupa degli asset quotati in borsa) ha approvato la decisione di Biden, nonostante sia uno dei maggiori critici di ETF spot e di azioni legate a Bitcoin. In effetti, proprio in questi giorni la SEC ha di nuovo negato l’autorizzazione di due ETF spot; evidentemente, l’ordine esecutivo di Biden deve ancora dare i suoi frutti.

ETF e azioni legati a Bitcoin e crypto rispondono positivamente all’annuncio

Nonostante il prezzo di Bitcoin sia rimasto stabile a 39000$, dopo essersi brevemente affacciato sui 40000$, gli asset della finanza tradizionale legati alla criptovaluta di Satoshi hanno performato decisamente meglio in seguito all’annuncio di Biden. ETF come il Valkyrie Bitcoin Stategy e il ProShares Bitcoin Strategy hanno registrato un +10% nella giornata del 9 marzo. Altri ETF legati al mining, come il Valkyrie Bitcoin Miners, hanno registrato fino al +14%.

Dopo 24 ore, questi asset sono ritornati quasi ai loro valori originari, ma dagli ETF è normale aspettarsi un comportamento del genere. Questi strumenti finanziari, infatti, sono noti per la loro stabilità, e un +10% in una giornata è davvero un fenomeno più unico che raro da osservare. Anche se tracciano i valori e il sentiment delle crypto, difficilmente seguono gli sbalzi repentini tanto comuni nel mercato delle criptovalute.

La regolamentazione del settore, quindi, è fondamentale per portare nell’ecosistema delle criptovalute i più tradizionalisti. Cosa accadrà al mercato e al prezzo di Bitcoin quando finalmente gli USA approveranno gli ETF spot?

5 curiosità su Kusama

Kusama 5 curiosità sulla crypto per testare il Web3

Perché è la blockchain degli innamorati? Da dove viene il suo nome esotico? È davvero il network preferito dagli sviluppatori più arditi? Scopri queste e altre curiosità su Kusama!

Nel 2019 appare nei meandri del mondo crypto un Whitepaper degno di uno dei tuoi temi di italiano delle superiori: “Aspettati il caos. Niente promesse”. Già da questo inizio insolito, è chiaro lo spirito di Kusama e della sua community. Basta farsi un giro sul loro profilo Twitter per constatare che non si risparmiano in meme e ironia. E forse chi considera Kusama il cugino ribelle di Polkadot non ha tutti i torti: nella tavolata di Natale delle blockchain, Polkadot aiuta mamma Ethereum a servire l’arrosto, Kusama è vegana e scandalizza con le sue battute lo zio Cardano che voleva solo sonnecchiare in pace nella sua poltrona. 

In questo articolo troverai 5 curiosità su Kusama, la crypto fuori dagli schemi perfetta per testare i progetti del Web3!

1. Cosa significa il nome Kusama?

Kusama è il nome dell’artista giapponese contemporanea Yayoi Kusama, conosciuta per la sua arte figurativa ma anche per le performance innovative. Nata e cresciuta in Giappone, Kusama si è trasferita a New York negli anni ‘60 dove ha scoperto la pop art e ha contribuito alla vita artistica della città. È diventata particolarmente conosciuta grazie a una serie di happening in cui dipingeva su partecipanti nudi, pois di tutti i colori. Ed ecco che ci avviciniamo al nome della blockchain… Kusama è strettamente legata a Polkadot, il cui nome significa “pois” in inglese. Il network ha scelto quindi di omaggiare Yayoi Kusama, colei che ha fatto dei pallini la sua firma!

L’artista, sempre aperta alle novità in campo artistico, si è avvicinata agli NFT. Insieme a CryptoArt.ai, una piattaforma per l’arte digitale, nel 2021 ha creato delle versioni non fungibili delle sue opere Infinite Net (1959 – c1979) e Infinite Net (MGPP). Il tutto nel merito di un progetto per la consapevolezza della proprietà autoriale, registrando tutte le informazioni delle opere in maniera permanente e sicura. 

2. Il mistero delle parachain anonime

Kusama è una blockchain che ha la stessa impostazione strutturale di Polkadot, anche nel canary network arrivano parachain di tutti i tipi. Kusama però non poteva che gestire le sue aste con il suo stile. Il 7 Marzo 2022 su Twitter il network annuncia con un post: “Per la prima volta nella storia di Kusama una parachain sconosciuta ha vinto un’asta. Ed è anche la prima volta che un’asta è stata vinta senza un crowdloan. Benvenuti nel caos”. Per essere una parachain di Kusama non serve nemmeno avere un nome! Il network dà a tutti i progetti l’occasione per portare il loro contributo al Web3.

Il mistero della blockchain anonima poi è stato svelato qualche giorno dopo: si tratta di Moonriver, la parachain sorella di Moonbeam che si trova su Polkadot. 

3. A San Valentino, galeotto fu Kusama

Per il giorno degli innamorati, Kusama ha tirato fuori l’asso nella manica: “sorprendi il tuo amato con un NFT di San Valentino di Kusama!”. Di token non fungibili per San Valentino ne sono usciti moltissimi eppure quelli di Kusama sono davvero particolari. Dopo aver scelto l’NFT per il tuo innamorato tra 7 opere diverse dell’artista CIVIT, compilando un modulo potevi partecipare a un concorso. La posta in palio? Vedere iscritta sulla blockchain la tua dichiarazione d’amore per sempre e in maniera immutabile (quindi attenzione con i nomi, Ross Geller docet). Che la storia d’amore su Kusama abbia inizio!

4. Kusama ha lanciato un Meme Contest

La quarta curiosità su Kusama è super social. Nel 2020 Kusama ha lanciato il suo Meme Contest su Twitter, in palio 2.500 KSM! Il concorso per “hackerare” in maniera creativa il brand di Kusama. Vediamo alcune perle.

Chissà se per fare colpo Kusama funziona davvero! 

https://twitter.com/Coincoino1/status/1405575392887558149?s=20&t=L5EfRN8dc2nNit2Wq_uBjg

Kusama multitasking!

Anche Young Platform ha il suo Meme Contest! Il talento della nostra community è esploso creando meme su Crypto Attack sotto lo spirito guida di Giovanni Muciaccia. Questa sera sulla pagina Instagram saranno annunciati gli 8 finalisti e il 21 Marzo 2022 i vincitori!

5. Su Kusama l’NFT più grande della storia

In occasione dell’edizione 2021 della Biennale d’arte contemporanea di Vancouver, è stato presentato l’NFT più grande della storia. La grandezza in questo caso non è il peso del file ma la sua vastità, l’opera infatti, dal nome Voxel Bridge, è un’installazione di arte digitale di 1765 metri quadrati. L’opera, nei pressi del Cambie Bridge di Vancouver, potrebbe sembrare un semplice murales che copre la passerella pedonale ma è molto di più. Voxel Bridge si costruisce su tre livelli: la raffigurazione visiva, la realtà aumentata e i token non fungibili. Tramite un’app è possibile infatti interagire con l’opera e scoprirne i segreti, il tutto costruito su Kusama. 

Barrie Mowatt, il presidente e direttore artistico della Biennale di Vancouver, ha sottolineato la natura rivoluzionaria di questo progetto per l’adozione mainstream della VR e della blockchain: “la Biennale di Vancouver è sempre stata all’avanguardia e ha sfidato pubblicamente i confini tradizionali dell’arte. Ora che la definizione stessa di pubblico si è evoluta per comprendere il virtuale, eravamo determinati a portare un’installazione artistica di grande significato artistico e tecnologico al mondo”.

Più 11% in un mese: Pax Gold la crypto trending 

Prezzo record di Pax Gold Crescita del +11% nel 2022

La stablecoin ancorata al prezzo dell’oro ha raggiunto un prezzo record a Marzo 2022. Ecco perché PAXG è la crypto in trend!

PAXG è una delle stablecoin più importanti del mercato, che combina i vantaggi di essere una criptovaluta a quelli di essere ancorata al prezzo dell’oro. Il suo valore dipende direttamente dai futures dell’oro e non è volatile come le altre crypto. Ma perché essere in stretta relazione con il metallo prezioso può essere utile a una crypto? Vediamo cos’è successo all’oro e perché il prezzo di Pax Gold sta facendo discutere il mondo crypto! 

I mercati globali a picco e il prezzo dell’oro aumenta

Nei momenti di crisi economica gli investitori si rivolgono principalmente all’oro in quanto bene rifugio adatto ad ammortizzare le perdite durante i periodi di magra dei mercati azionari. Quando i mercati soffrono, l’oro solitamente resiste e il suo prezzo non cala. Dallo scoppio della guerra in Ucraina il prezzo dell’oro invece di crollare come nel caso di tanti altri prodotti, è aumentato confermando questo ruolo di riserva di valore. L’aggressione compiuta dalla Russia ha avuto un impatto su tutti i mercati: il petrolio è salito di oltre il 22%, i futures sul grano sono saliti di quasi il 50% dall’invasione, il nichel ha registrato una crescita senza precedenti di oltre il 70%.

Questi aumenti sono dovuti all’interruzione della fornitura proveniente dalla Russia. L’8 Marzo 2022 Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato lo stop definitivo delle importazioni di petrolio dalla Russia. Anche se il petrolio, il grano e il nichel potrebbero sembrare dei buoni mercati, dato l’aumento dei prezzi, in realtà questo trend è sintomo di una crisi dell’offerta e di alta volatilità. Così come è salito, il loro prezzo potrebbe invertire rotta in un attimo. L’oro al contrario continua ad essere percepito come riserva di valore. 

L’oro è un bene di rifugio in tempi di crisi

La crescita del prezzo dell’oro non ha come causa un’interruzione della fornitura ma la corsa al riparo degli investitori spaventati dal crollo dei mercati. In questi giorni l’oro si sta dirigendo verso un massimo storico. Reuters riporta il commento di David Meger, direttore del trading dei metalli presso High Ridge Futures: “la combinazione dei prezzi dell’energia, del grano e dei metalli di base è culminata in una drammatica pressione inflazionistica che continua ad essere il principale supporto alla base del rialzo dell’oro”. 

Con il mercato sotto pressione, l’oro sta raggiungendo prezzi mai visti, vicini ai 2.072 dollari all’oncia dell’Agosto 2020. Il prezzo dell’oro ha aperto Febbraio 2022 a 51,45 per aver chiuso a 59,8 euro al grammo. La guerra in Ucraina sta dimostrando il ruolo dell’oro come bene di rifugio, descrivendo una situazione simile a quella della crisi finanziaria del 2008 in cui l’afflusso di investimenti ha fatto salire il prezzo dell’oro di quasi il 24% in un anno. 

Il prezzo record di Pax Gold nel 2022

Se il prezzo dell’oro continua a salire senza freni, anche quello di PAXG sta registrando nuove vette. Le persone cominciano ad acquistare PAXG con la stessa idea di comprare l’oro: assicurarsi un bene di rifugio. Nel 2022 il prezzo record di Pax Gold è correlato all’incertezza della situazione geopolitica. Il 9 Marzo 2022 PAXG è 2.016 dollari, il giorno prima, l’8 Marzo, ha raggiunto un picco che non si verificava dal 2020 con 2.055 dollari. Il prezzo di Pax Gold ha aperto il 1 Febbraio 2022 a 1.808 dollari per chiudere il mese con un più 11%. Nel grafico dell’andamento salta all’occhio un’incredibile spinta a 2.043 dollari datata il 24 Febbraio, giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina segnando la crisi politica ed economica globale. 

In meno di un mese, il market cap del token è aumentato di quasi il 50% da $355 milioni a $530 milioni. Questa dinamica Pax Gold l’aveva già sperimentata durante la situazione di emergenza nata con la pandemia di COVID-19, oggi le tensioni politiche globali si evolvono rapidamente e gli investitori cercano di comprare oro e di averlo in mano il prima possibile. Tuttavia l’oro non è facilmente reperibile o trasportabile, esistono diverse barriere per l’acquisto diretto. Perché acquistare PAXG?  Per molti è il modo più semplice e immediato per comprare un bene ancorato all’oro. Al momento Pax Gold conta 15 mila wallet che possiedono questa criptovaluta. Assisteremo a un nuovo prezzo record di Pax Gold?

Kusama: Aste e Dapp sul cugino ribelle di Polkadot

Kusama dapp aste parachain

Kusama, cugino ribelle di Polkadot, è una blockchain innovativa. Come funzionano le aste e quali dapp promettenti sono nate sul canary network di Gavin Wood?

Kusama, il canary network di Polkadot, è una rete che permette di testare sul campo nuove dapp. Così come i canarini venivano utilizzati dai minatori per valutare i livelli di ossigeno nelle miniere, allo stesso modo gli sviluppatori possono osservare le applicazioni decentralizzate in un ecosistema di test perfetto. Per assicurarsi un posto, però, bisogna vincere un’asta. Come funzionano le aste su Kusama, e quali dapp hanno vinto un posto nella blockchain sorella di Polkadot?

Kusama e le parachain all’asta

Se hai confidenza col sistema di aste di Polkadot, allora sai già come funzionano le aste su Kusama. Dopo aver creato una rete basata su Substrate, e averla testata a livello locale, gli sviluppatori possono offrire KSM per aggiudicarsi uno slot su Kusama. Le aste durano approssimativamente una settimana. Ogni team può richiedere un affitto (lease) che va da 6 a 48 settimane al massimo. I team che vogliono continuare a testare le dapp, oppure che vogliono rimanere su Kusama, possono rinnovare la lease vincendo una nuova asta prima della scadenza del primo contratto.

Ovviamente, la quantità di KSM che ciascun team punta è pubblica, così che tutte le parti abbiano il modo di confrontarsi tra di loro in trasparenza. Nonostante la competizione, gli slot su Kusama sono più economici rispetto a quelli su Polkadot. Alla fine del periodo d’affitto, sta al team giudicare se è il caso di rinnovare il contratto o passare alla blockchain cugina.

A volte, però, alcune dapp scelgono volontariamente di rimanere sul canary network. Perché? Uno dei vantaggi di Kusama, oltre all’economicità degli slot, è la rapidità con cui viene aggiornata. Un vero incubo per uno sviluppatore, eppure alcuni amano la sfida e apprezzano un ecosistema innovativo e in costante cambiamento. Inoltre, su Kusama vengono testate le nuove funzionalità di Polkadot, per assicurarsi che il lancio ufficiale sia privo di intoppi. Alcuni team di sviluppo hanno preso spunto da questo sistema, e hanno studiato un sistema di dapp “doppie”. La versione ufficiale è su Polkadot, mentre su Kusama gli sviluppatori creano la “beta” per testarla in un network reale.

Alcune dapp da tenere d’occhio

La praticità di Kusama ha fatto gola a tantissimi programmatori, dando vita a un ecosistema di dapp che non ha nulla da invidiare a Polkadot. Vediamo tre esempi di applicazioni decentralizzate costruite apposta per sfruttare il canary network.

Zeitgeist

Zeitgeist è una applicazione decentralizzata per il cosiddetto “prediction market”. Il prediction market è un mercato dove gli utenti non scambiano delle azioni fisiche, ma delle previsioni sugli asset. Questo mercato è utile per tutti; infatti, se molti utenti puntano su un apprezzamento o un deprezzamento di un determinato asset, è possibile ricavare il sentiment per quello strumento finanziario.

Zeitgeist permette agli utenti di scambiare previsioni e guadagnare ZTG, la valuta nativa del network. Il funzionamento è molto semplice: un individuo, detto aggregatore, pone una domanda su una variabile. Per esempio, potrebbe voler sapere quale sarà il prezzo di Bitcoin il 1 Gennaio 2023. A questo punto, i trader offrono il loro parere, bloccando una parte di ZTG. Dopo il giorno deciso, un oracolo riporta il risultato a Zeitgeist. Chi ha avuto ragione riceve come ricompensa dei token ZTG.

In più, Zeitgeist propone un modello di governance davvero innovativo. Invece di essere basato solo sulla votazione tramite token, il protocollo è anche guidato da un sistema di governance chiamato “futarchia”. Gli utilizzatori del network usano il prediction market anche per guidare le scelte di Zeitgeist: le proposte che provocano un sentiment positivo sono le proposte che la rete trasforma in leggi. Se le leggi si rivelano essere efficaci, allora chi ha votato riceve una ricompensa.

Il modello di governance di Zeitgeist si basa sulle teorie di un importante economista, Robert Hanson, che ha concettualizzato per primo la forma di governo che ha chiamato “Futarchia”. Secondo il team di sviluppo, la futarchia dovrebbe essere un sistema molto più efficiente rispetto ai classici sistemi delle altre blockchain proof-of-stake. In ogni caso, costruire la piattaforma su Kusama garantisce agli sviluppatori un ecosistema che permette di testare sul campo questo sistema tanto innovativo e modificarlo velocemente.

Ciò che più sorprende di Zeitgeist è che la community non è sicura di volersi trasferire su Polkadot. “Alla community di Kusama piace sperimentare… ed è più propensa a trovare approcci alternativi alle questioni, proprio come Zeitgeist”.

Moonriver

Moonriver è la parachain sorella di Moonbeam, già attiva su Polkadot. Moonbeam è un protocollo Layer-1 che collega Ethereum a Polkadot. Il vantaggio è che gli sviluppatori di Ethereum possono duplicare le loro dapp senza cambiare alcuna riga di codice.

Moonriver è la controparte “beta” di Moonbeam, ed è sviluppata su Kusama. Grazie al canary network, il team di sviluppo può testare le nuove funzionalità prima di implementarle sulla rete principale. In questo modo si riducono i bug al minimo e si incentiva la community a provare e dire la sua sullo sviluppo del protocollo fin dalle prime fasi di implementazione.

Karura

Karura è una parachain sviluppata dal team dietro ad Acala, piattaforma per numerose funzionalità DeFi basata su Polkadot. Come Moonriver, anche Karura è nata con l’intento di testare nuove funzionalità finanziarie su Kusama, prima di ufficializzare i cambiamenti su Acala. La Dapp vuole imporsi come la piattaforma di DeFi più importante del canary network, abbracciando tutte le sfide che Kusama offre.

“Su Kusama, Karura può spingere i limiti del possibile sempre oltre, dando all’Acala Foundation un luogo dove provare nuove e coraggiose innovazioni finanziarie”. La piattaforma offre funzionalità eccezionali come la possibilità di scambiare asset cross-chain, e una liquidità costante garantita dalla stablecoin nativa kUSD.

Kusama a prova di hacker

Moonriver e Karura rappresentano il caso d’uso “da manuale” di Kusama: un network dove eseguire stress test delle applicazioni prima di rilasciarle sulla versione ufficiale. Numerosi test di sicurezza sono tanto più importanti nelle applicazioni decentralizzate, siccome non c’è nessun intermediario che reagisca agli attacchi informatici. Sono invece gli smart contract a dover garantire il funzionamento della Dapp in qualsiasi condizione, senza che sia necessario l’intervento di programmatori. Ma grazie al passaggio su Kusama, le probabilità che qualcuno riesca a sfruttare delle falle passate inosservate sono davvero basse!

Terra: arrivano gli ETF decentralizzati di Nebula

Terra ETF DeFi

La finanza decentralizzata è uno dei settori crypto dominati da Ethereum. Ma Terra avanza e si avvicina sempre di più al primato

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

L’ecosistema Terra-LUNA esplora galassie sempre più lontane. Dopo l’ultimo apprezzamento, il valore bloccato in piattaforme di finanza decentralizzata su Terra ammonta a ben 25,93 miliardi di dollari. Anche se è ancora ben lontano dai 108 miliardi bloccati in Ethereum, Terra è la seconda blockchain DeFi più grande. Anche le dapp fioccano, tra cui Nebula, una piattaforma che promette di portare gli ETF sulla blockchain.

La crescita di Terra nella DeFi

LUNA ha stupito la community resistendo efficacemente al deprezzamento generale che il settore crypto ha affrontato alla fine di febbraio. Terra ha poi scavalcato BNB e Fantom, approfittando del crollo di quest’ultima dopo l’annuncio dell’addio di Cronje.

Oggi, 9 marzo 2022, la blockchain sudcoreana rappresenta il 12,7% del settore DeFi: una crescita del 36% rispetto all’inizio dell’anno! Tra gli ultimi successi c’è anche la raccolta di 1 miliardo di dollari con cui formare una riserva di bitcoin. La riserva, stando all’associazione no-profit Luna Foundation Guard, servirà a garantire che la stablecoin algoritmica US Terra mantenga la sua quotazione anche in caso di grande instabilità. La riserva sarà comunque non correlata: il fondo entrerà in azione solo se il meccanismo dovesse fallire temporaneamente.

Il miliardo di dollari per la riserva è stato raccolto con il sostegno di Jump Crypto e Three Arrow Capital, due grandi società attive nel mondo crypto e interessate alla DeFi. Il fatto che abbiano dato fiducia a Terra e al particolare sistema messo a punto per assicurarsi che UST rimanga ancorata al dollaro indica che l’ecosistema ha serie intenzioni di diventare l’hub di riferimento per la DeFi.

Nebula e gli ETF decentralizzati

Oltre alla migliorata stabilità dell’ecosistema, Terra ha anche dato spazio a delle dapp di DeFi innovative. Tra queste c’è Nebula, che promette di portare gli exchange-traded fund all’interno della finanza decentralizzata.

Un exchange-traded fund, o ETF, è un fondo a gestione passiva. Nella finanza tradizionale, gli ETF vengono gestiti da grandi fondi d’investimento seguendo gli indici di mercato e replicandoli. Lo scopo è offrire un paniere di azioni diversificato e facilmente scambiabile. Questi strumenti sono ideali per i principianti perché sono flessibili, con bassi costi di gestione e relativamente semplici da capire. Proprio per questo sono estremamente popolari: sulla Borsa italiana sono presenti ben 1296 ETF, ciascuno con un indice di riferimento diverso e una gestione differente.

Può uno strumento così legato alla finanza tradizionale sbarcare su Terra? Nebula pensa di sì. Sviluppata da un team vicino a Terraform Labs, la dapp intende offrire dei cosiddetti ETF dinamici, ribilanciati costantemente dalla community. In questo modo si rinuncia alla gestione passiva di una società d’investimento e si sceglie una gestione decentralizzata e comunitaria del paniere di asset su blockchain da mantenere nel fondo.

In pratica, Nebula si basa su degli smart contract, chiamati cluster, che gestiscono una strategia d’investimento dinamica. Ciascun cluster può essere programmato per seguire una strategia differente. I parametri impostabili sono tanti: oltre al classico market cap e valore di mercato, è possibile impostare smart contract che tracciano anche l’attività della community di un determinato progetto, o il numero dei suoi follower sui social. Il creatore dei cluster quindi può davvero far uscire tutta la sua creatività finanziaria. Sono gli utenti a decidere se i progetto sono validi e quindi premiarli, o se osano troppo e rimandarli ai confini della galassia di Nebula.

Il vantaggio rispetto agli ETF classici è che gli smart contract possono modificare gli asset detenuti dal fondo in maniera rapidissima: potenzialmente, ogni blocco rappresenta un’opportunità per il ribilanciamento del paniere. Oltre alla gestione automatica, è possibile ribilanciare i cluster manualmente. Chi si occupa di ribilanciare il paniere ottiene delle ricompense e degli sconti sull’acquisto dei token rappresentativi del cluster. Questo incentivo sprona la community a contribuire al corretto funzionamento del network.

Nebula riesce quindi a trasportare uno strumento finanziario popolare come l’ETF nel mondo della finanza decentralizzata. L’ecosistema Terra-LUNA è perfetto per ospitare questi progetti di DeFi. UST garantisce una liquidità costante, indispensabile per una piattaforma del genere. I dettagli sulla data di rilascio e sulla tokenomics del progetto sono ancora sconosciuti, ma il team di Nebula merita di essere seguito. Gli ETF dinamici potrebbero diventare una parte importante del mondo della DeFi, considerando la fama di cui godono nella finanza tradizionale. Sarà Terra la prima a ospitarli nel suo ecosistema?

Gender gap nel settore crypto? La parola alle donne italiane

donne in crypto

Si parla spesso di gender gap nel settore dell’informatica e della finanza, e nel mondo crypto? Ecco la visione di 7 donne italiane. 

Chi frequenta l’ambiente fintech non ha problemi a nominare qualche CEO donna, e lo stesso possiamo dire per il settore crypto a livello internazionale.

Ma in Italia, considerando la piccola dimensione del mercato, a che punto siamo? 

Chi sono le donne che lavorano in prima linea e portano valore in questo settore ogni giorno?

Te ne presentiamo 7: Raffaella Aghemo, Cristina Baldi, Silvia Bosso, Enza Cirone, Francesca Failoni, Maria Magenes e Saveria Spezzano, tutte professioniste con esperienze ed età diverse.

Non solo scopriremo chi sono, ma abbiamo chiesto direttamente a loro cosa pensano della questione “gender gap” (disparità di genere) e cosa si possa fare per incoraggiare le donne ad avvicinarsi al settore crypto e blockchain.

La risposta di Enza Cirone

“A mio parere sarebbe necessario agire lungo due direttrici: le norme sociali e la formazione.

Da una parte, è necessario un cambiamento di approccio che si rispecchi nella società: più atti normativi che favoriscano la parità di genere e norme sociali che si riflettano in azioni concrete volte a garantire una reale rappresentazione delle donne nel settore blockchain (ad es. più donne nei consigli di amministrazione di grandi società). 

Dall’altra parte, dato il tecnicismo che caratterizza la tecnologia blockchain e il settore crypto, è opportuno fornire alle professioniste strumenti utili per poter essere competitive, incentivando progetti e corsi di formazione rivolti a donne, come il programma DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center al quale ho avuto il piacere di partecipare.

Esempi come questo testimoniano come vi sia sempre più attenzione a questo tema e alle problematiche ad esso connesse e come alcuni degli strumenti idonei a garantire un futuro più equo e sostenibile per le prossime generazioni siano davvero a portata di mano. È ora di cogliere queste opportunità!”

Chi è Enza Cirone

Enza è una dottoranda di ricerca in European and Transnational legal studies presso l’Università di Firenze e il suo progetto di ricerca indaga le implicazioni legali di data protection della tecnologia Blockchain. Ha svolto periodi di ricerca presso la Commissione europea collaborando con il legal team della Unit for Digital Innovation & Blockchain della DG CONNECT, presso il Max Planck Institute for Innovation and Competition di Monaco di Baviera e sta attualmente lavorando presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea.

È membro ricercatore dell’Associazione Blockchain Italia e del network internazionale Blockchain Ladies ed è associate member dell’unità di ricerca BABEL (Blockchain and Artificial Intelligence for Business, Economics and Law) del dipartimento di Economia and Management dell’Università di Firenze. È anche una alumna del programma di formazione DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center.

La risposta di Saveria Spezzano – Women of Crypto

“Credo che le donne abbiano bisogno di esempi, modelli a cui ispirarsi, abbiano bisogno di essere incoraggiate.
Ricordiamoci che i tempi sono cambiati e che questo meraviglioso settore è aperto a chiunque abbia passione e voglia di aggiornarsi. 
La blockchain, come le crypto e l’innovazione in generale hanno bisogno di donne. Pensate a quanto tempo hanno perso le nostre nonne chiuse in casa a stirare, che noia

Ora tocca a noi.

Chi è Saveria Spezzano

Saveria ha una laurea in Economia e una magistrale in Tecnologia e gestione dell’Innovazione, con una tesi incentrata sul mondo degli NFT. Pugliese di nascita, ha vissuto prima a Roma e ora in Spagna. Con l’alias Women of Crypto, ha un canale YouTube dove parla di Blockchain e Criptovalute, e contemporaneamente si occupa del Marketing di un’impresa che sviluppa software, anch’essa molto attiva sul fronte gender gap in ambito STEM.

La risposta di Raffaella Aghemo

“In un momento storico in cui è importante riguadagnare fiducia nel futuro, occorre anche volgere uno sguardo più attento all’emisfero femminile, in termini di competenze, partecipazione e coinvolgimento.

Come ho spiegato anche in un recente lavoro, appare sempre più evidente una forte componente femminile nel settore delle nuove tecnologie e della blockchain!

Occorre, però, anche “accettare” la presenza delle donne in sempre maggiori ambiti, ma non nel senso di una “apertura di genere”, che già di per sé sarebbe giusta ed auspicabile, ma nel senso di una agognata “meritocrazia”, atta a premiare chi è preparato, senza badare a genere, estrazione sociale, etnia eccetera. Solo in questa maniera si incoraggeranno le nuove leve a proporsi, a rischiare, a lanciarsi in nuove e stimolanti sfide.”

Chi è Raffaella Aghemo

Raffaella è una Innovative Lawyer, consulente ed autrice di pubblicazioni su Intelligenza Artificiale e sulla blockchain che indagano i profili tecnologici alla luce di futuri scenari normativi. Co-Founder di Iusintech, team interdisciplinare tutto al femminile di supporto alle imprese nel nuovo panorama tecnologico

La risposta di Maria Magenes

“Questo settore, essendo molto giovane, può sicuramente sembrare complesso, quasi ostico, e non solo per le donne. Spesso si pensa che sia necessario un background tecnico, ma non è così. Semplicemente, per tutti i ruoli nel settore, c’è tanto da capire e tantissimo da imparare. C’è da rimboccarsi le maniche e uscire dalla comfort zone. Sicuramente una delle cose che mi sento di dire è che non c’è genere nell’apprendimento.

Quello che ho personalmente notato in questi 3+ anni nel settore è che tutti, uomini, donne stiamo imparando insieme. Non c’è mai stata discriminazione nei miei confronti e trovo che il miglior modo per attrarre talenti e donne, in questo mondo sia raccontare e condividere più che possiamo le nostre storie positive, storie di inclusività. A livello personale, rendersi disponibili a dare consigli.”

Chi è Maria Magenes

Maria è entrata nel mondo della Blockchain ed in particolare della Finanza Decentralizzata (DeFi) nel 2018. Oggi è Marketing Lead di Oasis.app, che permette l’accesso al protocollo Maker e la creazione del Dai. Inoltre collabora con Balancer e supporta diversi progetti relativi all’education sulla blockchain, tra cui DeFi Africa e She256. Precedentemente ha ricoperto per 2 anni il ruolo di Marketing Lead Europe & Africa per MakerDAO e per un anno quello di Head of Marketing ad Aave. Prima di entrare nel settore, è stata diversi anni parte del team di Marketing Strategy a Sky Italia. Maria ha studiato International Management all’Università Bocconi.

La risposta di Silvia Bossio

“Come diciamo sempre noi del Crypto bar, sarebbe un elemento incoraggiante dell’ottimo champagne contornato da studio generale del mercato crypto e blockchain

Non è una questione di genere, come ripeto da anni, ma di mente. Questo settore si muove velocemente, nuovi spunti di studio, nuove realtà, nuove esperienze da vivere e condividere. 

Non esiste il concreto bisogno di incoraggiare un’altra persona (donna o uomo), ognuno si crea la sua cultura per determinati bisogni e obiettivi. Sono dell’idea che essa non abbia confini, non esiste nessun genere, nessuna classe sociale o politica, non abbiamo bisogno di categorie, le quote rosa esempio, marketing per molti, valore di pochi. 

Il mio consiglio? 

Se interessa un determinato argomento, lo studio e l’informazione sono essenziali, é il pizzico di passione in più che fa il resto. “

Chi è Silvia Bossio

Silvia è una delle prime e poche donne in Italia ad aver percepito e cavalcato l’ondata tecnologica del settore Blockchain e Bitcoin.

Durante i suoi studi in merito fonda quello che si chiama adesso “The Timist” e scrive articoli per hobby sulle nuove tecnologie, firmandosi a volte con il suo alterego, Silvia Jones. Da oltre 5 anni si occupa di portare valore alla community italiana, è una delle Founder di Crypto Bar.  Community Manager di Seed Venture e Direttore Generale di Chainblock.

La risposta di Francesca Failoni

“Dalla mia esperienza professionale nel mondo blockchain ho capito che l’importante non è tanto parlare di donne e uomini quanto di persone che portano contributi nuovi e di valore, competenza e idee diverse. Questa tecnologia rivoluzionaria sta alimentando un settore professionale in costante evoluzione che oggi è rappresentato da una community in rapida crescita, dove il confronto è alla base e l’inclusione è fondamentale per delineare una prospettiva efficace sull’innovazione.

Non avere quindi paura di buttarsi e puntare a seguire la propria passione con determinazione e perseveranza, impegnarsi e aggiornarsi anche grazie alle nuove possibilità di formazione che si stanno sviluppando, perché ritengo sia il momento giusto e una reale opportunità per le donne di inserirsi in un campo variegato, aperto e ancora giovane, che non può avere una visione solo maschile ma che ha bisogno di noi per guardare al futuro!”

Chi è Francesca Failoni

Francesca è Chief Financial Officer e co-fondatrice di Alps Blockchain e Idromine, impresa che si pone l’obiettivo di rendere sostenibile il processo di mining legato alla tecnologia della blockchain in Italia. Laureata in Economia e Management presso l’Università degli Studi di Trento, attualmente frequenta il master in Management delle tecnologie, innovazione e sostenibilità presso Università degli Studi di Roma – La Sapienza. Durante il percorso accademico entra a far parte di Junior Enterprise dell’Università di Trento  (JETN) e guida il progetto del FintechLab per mettere in contatto le startup del territorio operanti nel settore Fintech e Blockchain. 

La risposta di Cristina Baldi 

“Nonostante il consistente divario tra il numero di investitori uomini e donne a favore del primo, è sicuramente di grande auspicio prendere atto del risultato dell’analisi compiuta durante lo scorso mese di Febbraio di N26 sul mondo crypto: negli ultimi tre anni la percentuale di donne che detengono Bitcoin è triplicata. Un dato interessante soprattutto se analizzato in un contesto più ampio dove la carenza di presupposti e delle condizioni per l’indipendenza finanziaria della donna è ancora una realtà di fatto.

L’adeguamento del gap salariale contribuirebbe sicuramente a spingere la propensione all’investimento femminile fino ad ora molto bassa e prevalentemente destinata a contribuire ai bisogni della famiglia soprattutto per quanto riguarda la gestione e la cura dei figli. Tale tendenza è da considerarsi un’evidenza storica il cui protrarsi ha determinato anche un allontanamento dell’interesse femminile dalle tematiche e dalla conoscenza delle opportunità esistenti sul mercato. Ecco perché iniziative di educazione finanziaria che prevedano livelli di coinvolgimento diversi sono da considerarsi una delle opportunità più utili per sensibilizzare, far conoscere e coinvolgere sempre più donne nelle possibilità di investimento esistenti sul mercato. 

Il mondo delle criptovalute peraltro offre di per sé un’ulteriore opportunità dettata dal fatto che non esistono soglie minime per entrare sul mercato. Se ne parla ancora poco, da un lato per questioni culturali dall’altro perché gli impatti mediatici legati a questo mondo non sempre positivi, creando reticenze e frizioni all’avvicinamento verso questo mondo.

Sono auspicabili iniziative di educazione finanziaria fin dalla scuola elementare che riescano a trasmettere in una fascia di età ancora poco segnata dagli stereotipi di genere che la crescita finanziaria come anche la possibilità di lavorare nel mondo delle tecnologie come la blockchain sono opportunità al pari di tutti. La sensibilizzazione di fasce di età più giovane può contribuire in modo reale a un cambiamento dello stato attuale delle cose, per osmosi e sicuramente per impatto creando un interesse sempre più importante e consistente anche per il mondo femminile nei confronti delle materie finanziarie.”

Chi è Cristina Baldi

Cristina ha un’esperienza ventennale come manager della finanza d’impresa, del credito e gestione dei rischi in aziende multinazionali e intermediari del credito. 

Specializzata nella tecnologia Blockchain e le sue applicazioni, aiuta le persone a fare operazioni consapevoli con le criptovalute e le imprese a definire i fattori per stare sul mercato in modo competitivo, associare ad essi i propri progetti di innovazione e le soluzioni finanziarie più idonee. Formatrice in tema di Blockchain e finanza d’impresa. 

Donne e crypto, a che punto siamo?

Gender Gap: Le donne nel settore crypto

Le donne comprano crypto? Quante sono lavoratrici nella blockchain? Quali progetti si dedicano a valorizzare la presenza femminile?

L’8 Marzo è l’occasione per parlare dell’emarginazione che ancora colpisce le donne in diversi contesti e in diverse misure, e di come si affronta.

Qual è dunque il loro ruolo nel mondo crypto? Scopriamo un po’ di dati sul rapporto tra le donne e la blockchain e alcuni progetti interessanti che si occupano di creare community al femminile. 

Nel settore crypto esiste un Gender Gap?

Lo studio sul gender gap nel settore crypto pubblicato da BlockFi a Settembre 2021 ha presentato il rapporto tra donne americane e criptovalute. I dati più significativi? Il 92% delle donne ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo una su quattro (24%) ne possiede. Tra queste il 71% nel suo wallet ha BTC, il 42% DOGE e il 18% ETH, insomma si va sul classico! L’80% delle donne intervistate trova ancora difficile capire il settore e i suoi meccanismi e il 72% crede che comprare crypto sia troppo rischioso. BlockFi nota una crescita nella consapevolezza crypto, secondo il sondaggio il 45% delle donne ha detto di sapere come acquistare criptovalute mentre sei mesi prima, solo il 23% aveva risposto affermativamente alla domanda.

Questi dati di per sé raccontano che le donne dentro al mondo crypto sono ancora un gruppo ristretto, tuttavia ci troviamo nell’area limitata degli Stati Uniti dove le criptovalute sono nel discorso pubblico da più tempo rispetto al resto del mondo. Cosa succede a livello internazionale? Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Aprile 2021 descrive una situazione ancora più lontana. La prima considerazione è davvero scoraggiante, dopo la pandemia COVID-19 ci vorranno 135 anni per colmare il gap di genere. Il report non ha una sezione specifica per lo spazio crypto, che può essere tuttavia compreso nei settori in rapida crescita come cloud computing, ingegneria, intelligenza artificiale. Nonostante in questo campo si registri una bassa partecipazione delle donne, è comunque più alta rispetto a quella di altri settori

Le criptovalute? Servizi finanziari per tutte! 

Come ha notato la CNBC, “le criptovalute sono uno strumento finanziario del 21° secolo con un problema del 20°: non ci sono abbastanza donne”. La disparità di genere nei servizi finanziari esiste da secoli, fin dalla loro nascita le criptovalute grazie alla decentralizzazione hanno promesso di fornire servizi finanziari a coloro che sono sempre stati emarginati, come donne e minoranze. Ma la strada da fare è ancora lunga come abbiamo visto dai report sul coinvolgimento delle donne nel mondo crypto. La situazione è ancora più spinosa se si combina il genere alle minoranze. Non è una novità l’esclusione delle donne dai servizi finanziari, per secoli le donne non hanno potuto sottoscrivere prestiti, ottenere mutui, possedere carte di credito senza avere un co-firmatario maschio. Ma anche le minoranze hanno affrontato le barriere del sistema economico. Queste pratiche discriminatorie sono completamente sparite? Sembrerebbe che intere fasce di pubblico si stiano avvicinando alle criptovalute per sopperire alla discriminazione finanziaria. Vediamo alcuni progetti e iniziative per avvicinare le donne alla blockchain e alla DeFi. 

Il Black Women Blockchain Council 

Olayinka Odeniran ha fondato nel 2018 il Black Women Blockchain Council dopo la North American Bitcoin Conference in cui degli 88 conferenzieri, solo 3 erano donne. L’obiettivo dell’associazione è “creare uno spazio sicuro che ispiri, formi e attivi una catena economica di talenti costituita da donne di colore che perseguono carriere professionali e imprenditoriali nel campo della blockchain e in quello fintech”. Il BWBC promuove la connessione, il lavoro, la condivisione e la crescita di uno spazio comune. 

Boys Club: concetti crypto spiegati sui social

Deana Burke è una delle fondatrici di Boys Club, una startup nata sul concetto di avvicinare più donne e persone non-binary nello spazio crypto e al Web3, la prossima fase di internet. Burke ha spiegato che il loro intento non è convincere le persone sulla “bontà” delle crypto o degli NFT”, ma rendere Boys Club uno spazio sicuro e leggero per le donne che sono curiose e vorrebbero fare qualche domanda. La community è vasta e comprende profili tra i più disparati come poetesse, fioriste, accademiche. Burke racconta: “stanno cercando di capire come la loro attività di agopuntura potrebbe muoversi nel Web3”. Boys Club si muove soprattutto sui social con il nome BoysClub.eth, con video ironici e che strizzano l’occhio alla cultura pop, spiegando concetti di base del mondo crypto. Che cos’è una DAO, in cosa consiste lo staking, come comprare criptovalute.

La prima indagine sulle donne lavoratrici blockchain in Italia 

L’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) insieme alla community internazionale Blockchain Ladies ha realizzato il primo studio sulle professioniste del settore dal titolo “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa”. Oltre a presentare la situazione delle donne che lavorano nel settore blockchain, fornisce una panoramica di come questa tecnologia venga usata e le sue potenzialità per il futuro. Tra arte, mondo legale, imprenditoria. All’indagine hanno partecipato vari atenei italiani.

Dai risultati dello studio si può notare come la maggior parte delle donne che lavora con la blockchain appartiene alla fascia d’età tra i 26 e i 32 anni, mentre in Italia la fascia d’età si allarga fino alle over 50. Sul piano regionale, si registra “un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia”. In Europa il primato di donne e blockchain va alla Spagna, seguita da Germania e Portogallo. 

World of Women con The Sandbox

Gli NFT sono uno strumento con cui le artiste si stanno affermando nel mondo crypto, la collezione World of Women (WoW) di Yam Karkai è diventata famosissima proprio per questo. WoW è una collezione di 10 mila token non fungibili che rappresentano volti di donne di tutte le forme e colori, qualcuno le paragona ai CryptoPunks o alle Bored Ape e in effetti il loro successo sembra calcare le loro orme. Oltre a celebrare la fierezza e l’unicità femminile con la sua arte, Karkai insieme al suo team ha aperto anche un fondo per la promozione dell’arte crypto tra le donne.

Tra i collezionisti di WoW ci sono diversi personaggi, come Reese Witherspoon che ha intenzione di raccontare la collezione all’interno di un film. Le WoW sono inarrestabili: è stata appena annunciata una collaborazione con The Sandbox per portare gli NFT all’interno del Metaverso. La partnership prevede la creazione della WoW Foundation che con 25 milioni di dollari si occuperà di coinvolgere le donne nel settore della decentralizzazione. A The Sandbox presto comparirà uno spazio dedicato alla causa femminile, un museo virtuale in cui esporre la collezione e la WoW University che offrirà tutorial e guide per iniziare con il Web3.