Aziende che detengono Bitcoin: scopri le più importanti

Aziende che detengono Bitcoin: scopri le più importanti

Quali sono le grandi aziende che detengono più Bitcoin, anche se esterne al settore crypto? Ecco la classifica

Dopo la registrazione all’IPO di Reddit, attraverso la quale è emerso che la piattaforma possiede Bitcoin, Ethereum e MATIC, gli appassionati crypto hanno iniziato a chiedersi quali sono le aziende che hanno investito in questa tipologia di asset.

In totale, quelle che hanno reso pubblici i bilanci comunicando la quantità di crypto che detengono, sono 91, ma analizziamo le quattro più importanti e famose!

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MicroStrategy

MicroStrategy ha intrapreso il suo entusiasmante viaggio all’interno di questo settore nell’ormai lontano, soprattutto per gli appassionati di criptovalute, 2020. Il suo CEO Michael Saylor è uno dei membri più influenti del settore, stimato da tutti i crypto enthusiast.

MicroStrategy detiene attualmente 214.000 Bitcoin, per un controvalore in dollari di 14,4 miliardi al prezzo attuale di 69.000$. E pensare che Michael Saylor era inizialmente molto scettico nei confronti di questa tecnologia. Nel 2013 aveva dichiarato che BTC sarebbe sicuramente fallito, paragonandolo al gioco d’azzardo online. 

Nel 2020, però, dopo averlo studiato a fondo, ha cambiato radicalmente la sua posizione. Da quel momento in poi è sempre stato fermamente convinto che sia una riserva di valore sicura per proteggersi dall’inflazione e dalle crisi monetarie. Tutto questo è normale, Bitcoin è un argomento molto complesso e ci vuole tempo per comprenderlo a pieno.

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In confronto alla maggior parte delle Whale, Michael Saylor ha, attraverso il suo fondo, iniziato “tardi” ad acquistare Bitcoin. Il prezzo medio di acquisto di MicroStrategy è 35.000$, ma il profitto attuale è da capogiro: quasi 7 miliardi di dollari.

Tesla

Il secondo elefante nella stanza è Tesla, attualmente la terza azienda che detiene più Bitcoin al mondo, 9.720. Il valore attuale di questo “gruzzoletto” è di circa 660 milioni di dollari. L’avventura dell’azienda fondata da Elon Musk in questo settore è più simile ad un’epopea. Tutto ha avuto inizio a febbraio del 2021, quando l’azienda ha annunciato, attraverso una dichiarazione della Security and Exchange Commission) di aver acquistato 1,5 miliardi di dollari di Bitcoin. Poche settimane dopo, nel mese di marzo, Tesla ha annunciato che avrebbe iniziato ad accettare BTC come metodo di pagamento per i clienti statunitensi intenzionati ad acquistare i veicoli del brand.

A maggio dello stesso anno c’è stata poi la marcia indietro, che ha contribuito a rendere quel mese uno dei più negativi di sempre per il mercato. Questa, ha riguardato soltanto la ridefinizione delle modalità di pagamento per le automobili e non la detenzione di Bitcoin come asset.

Come mai Elon Musk ha cambiato idea?

Perché, a detta sua, l’impatto ambientale di Bitcoin era eccessivo. La dichiarazione che l’imprenditore ha abbinato all’annuncio ufficiale è stata: “quando il 50% del mining di Bitcoin verrà alimentato da energia pulita e sostenibile, Tesla tornerà ad accettare pagamenti in Bitcoin”. Nel frattempo, però, è ancora possibile acquistare gli accessori del marchio di auto elettriche utilizzando Dogecoin (DOGE).

Guarda il prezzo di DOGE

Reddit

La terza grande azienda che detiene Bitcoin è Reddit. Reddit ha iniziato ad accettare donazioni in Bitcoin nel 2013 e, in breve tempo, il suo forum è diventato uno dei punti di riferimento per gli appassionati del settore, in particolare i subreddit r/Bitcoin e r/Cryptocurrency.

Nel 2018 poi ha fatto dietro front a causa delle elevate commissioni di transazione e della volatilità del prezzo di BTC. Tuttavia, il legame di Reddit con il mondo delle criptovalute non è stato definitivamente troncato. Nel 2020, Reddit ha lanciato un’iniziativa innovativa introducendo i Community Points, dei token basati su Ethereum, nei subreddit r/CryptoCurrency e r/FortNiteBR. Questi punti, rispettivamente chiamati “Moons” e “Bricks,” hanno permesso agli utenti di guadagnare ricompense a seconda del loro contributo.

Reddit ha ulteriormente esplorato le possibilità della blockchain collaborando con la Ethereum Foundation per migliorare la scalabilità delle transazioni sull’omonima blockchain. Nel 2021, ha lanciato il Reddit Vault, un portafoglio digitale integrato nella piattaforma per gestire i Community Points, semplificando per gli utenti l’interazione con i token senza necessità di software esterni.

Nel 2022, Reddit ha ampliato il programma dei Community Points e ha iniziato a testare tecnologie Web3, promuovendo un ecosistema decentralizzato all’interno della piattaforma. Inoltre, Reddit ha iniziato a esplorare la tecnologia degli NFT (token non fungibili), attraverso il lancio di una collezione di avatar che ha riscosso un discreto successo.

Infine, pochi mesi fa in occasione della registrazione della Initial Public Offering (IPO) precedente alla quotazione in borsa, ha dichiarato di aver investito parte degli utili in Bitcoin, Ethereum e Matic.

Block inc.

L’ultima grande azienda che detiene Bitcoin di questo articolo è Block Inc., precedentemente nota come Square Inc. L’impresa di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, che ha, da sempre, dimostrato un fortissimo interesse nei confronti del settore.

L’azienda ha fatto il suo ingresso nel mondo crypto nel 2018, integrando Bitcoin nei suoi servizi Cash App, permettendo ai suoi utenti di acquistare e vendere in modo semplice. Nel 2020, Block Inc. ha fatto un ulteriore passo avanti investendo $50 milioni, l’1% del patrimonio dell’azienda, in Bitcoin, acquistandone 4.709 BTC. 

Block inc ha successivamente, e gradualmente, aumentato la sua esposizione, e secondo gli ultimi dati oggi ne deterrebbe circa 8.000. 

Queste sono le più grandi aziende, non native crypto, che hanno acquistato e tuttora possiedono Bitcoin. Cosa succederà nei prossimi mesi, data la forte espansione dell’adozione che ha investito il settore dopo l’approvazione degli ETF spot. Potrebbero esserci delle imprese, magari ancora più importanti, che hanno acquistato Bitcoin attraverso questi strumenti finanziari?

Cos’è il MiCA e cosa prevede il regolamento europeo sulle crypto?

Regolamento MiCA crypto: cos’è e cosa prevede? La guida

Cos’è il MiCA e cosa prevede il regolamento crypto che disciplina il mercato nell’Eurozona? Leggi la guida completa

Cos’è il regolamento MiCA e cosa prevede? Domanda più che lecita dopo che, a giugno 2023, il Parlamento Europeo ha approvato il documento che disciplinerà il mercato delle criptovalute nell’Eurozona sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore progressivamente nel corso del 2024. 

Questo documento è noto con l’acronimo di MiCAR o MiCA, che sta per Markets in Crypto-Assets, ossia “mercati dei crypto-assets” ed è il primo regolamento dell’UE che disciplina il settore delle criptovalute.

Gli scopi principali di questo pacchetto di norme sono garantire la protezione degli investitori attraverso obblighi di trasparenza, requisiti per operare e prevenzione degli abusi, mettendo un ordine sistemico al settore dei crypto asset. 

Vediamo che cosa stabilisce e come cambia il panorama crypto. 

Dalle ICO alla MiCA

La regolamentazione del MiCA è stata ispirata dal fenomeno delle offerte pubbliche di crypto attività nel 2017, meglio note come Initial Coin Offerings (ICOs). Queste hanno attirato in modo particolare l’attenzione dei legislatori e dei regolatori nazionali ed europei. 

Fu proprio l’annuncio nel 2019 dello sviluppo di Libra, la stablecoin di Facebook, a spingere gli Stati ad approvare rapidamente una regolamentazione su questo tipo di criptovaluta. Libra avrebbe infatti permesso il trasferimento di una valuta privata a miliardi di utenti dentro il circuito chiuso della blockchain. 

Le opportunità date dalla MiCA

L’idea di fondo è che i crypto asset abbiano il potenziale per divenire mezzi efficienti di raccolta di capitale per le piccole e medie imprese e, per la loro natura intrinsecamente transnazionale, proporsi come strumenti per nuovi servizi di pagamento mantenendo l’Unione europea come un polo di 

Garantire un quadro normativo unificato, porterebbe l’Europa a rafforzare la sua capacità industriale e di innovazione entro limiti sicuri ed etici. Questa normativa eurounitaria, infatti, costituisce un unicum a livello mondiale e può trasformare l’Europa nel primo mercato unico “continentale” dei nuovi asset, assicurandole una posizione di avanguardia rispetto ad altri ordinamenti, inclusi gli Stati Uniti. 

L’attuale contesto normativo delle criptovalute

Ad oggi la situazione normativa europea sul settore crypto è infatti fortemente frammentata e in via di evoluzione. Ogni Paese ha adottato le proprie leggi, rendendo difficile un’armonizzazione normativa. La Francia possiede, per esempio, una regolamentazione per le ICO (Initial Coin Offering), mentre la Germania ha classificato le crypto come valute digitali e le ha sottoposte già da tempo ad una tassazione specifica. Anche l’italia ha introdotto la tassazione delle criptovalute all’interno della Legge di Bilancio per il 2023.

Il punto di partenza: che cos’è una criptovaluta?

Il primo tentativo dell’Unione Europea è stato quello di cercare un termine e una definizione che potessero includere nella normativa la maggior parte delle tipologie di criptovalute e attività ad esse connesse. 

Ecco quindi l’introduzione del termine crypto-asset definito come “rappresentazione digitale di un valore o un diritto che può essere trasferito e memorizzato elettronicamente, utilizzando un registro distribuito o una tecnologia analoga”.  

MiCA: cosa prevede per i progetti crypto

Il MiCA si rivolge sia agli emittenti di crypto-asset, sia ai prestatori di servizi relativi alle crypto-asset (“crypto-asset service provider” o CASP). 

D’ora in avanti gli emittenti di crypto-asset potranno operare previa autorizzazione e rispettare diversi requisiti, tra i quali troviamo in particolare requisiti di trasparenza, nonché la pubblicazione di un “white paper” che dettagli i diritti e i rischi associati all’asset emesso. Alcune categorie specifiche di crypto-asset devono anche rispettare specifici requisiti di riserva, governance e stabilizzazione del prezzo.

Il whitepaper darà così trasparenza su aspetti come l’architettura del sistema, i meccanismi di sicurezza, le strategie di governance e l’utilizzo previsto della tecnologia, facilitando così la comprensione del progetto da parte degli investitori. 

Inoltre, I CASP (Crypto-Asset Service Provider) dovranno registrarsi presso le autorità nazionali e rispettare standard rigorosi per la protezione dei propri utenti.

MiCA: cosa prevede per gli exchange

Il MiCA stabilisce che tutte le aziende che forniscono servizi legati ai crypto-asset, come la custodia, lo scambio, la consulenza e altri, debbano registrarsi presso le autorità di regolamentazione nazionali e aderire a rigorosi standard organizzativi, operativi e di condotta aziendale. Questi standard includono misure volte a proteggere gli asset dei clienti, prevenire i conflitti di interesse e garantire la trasparenza del mercato. 

Il nuovo framework, inoltre, ritiene direttamente responsabili i CASP in caso di bug, exploit o insolvenza. In questo modo, si potrà garantire un risarcimento agli utenti nel caso in cui parte del capitale delle piattaforme vada perduto. Inoltre, i CASP dovranno conservare lo storico di tutte le transazioni processate sulla loro piattaforma per almeno i 5 anni.

MiCA: lotta al riciclaggio di denaro

Per quanto riguarda l’antiriciclaggio, il monitoraggio e l’applicazione delle norme vigenti verrà affidato all’ABE (Autorità Bancaria Europea). L’ente avrà anche un registro con le aziende che non potranno svolgere attività di CASP nell’UE che utilizzerà per limitare l’entrata nel mercato di organizzazioni considerate ad “alto rischio” riciclaggio.

Inoltre tutte le aziende che hanno a che fare con i crypto-asset Proof-of-Work devono regolarmente presentare dei documenti che attestino il loro impatto ambientale. Il MiCA non bandisce le criptovalute PoW, ma limita la loro diffusione tagliando gli incentivi pubblici diretti verso questo tipo di tecnologie.

Crypto-asset come strumenti finanziari

Se gli emittenti sono tenuti a rispettare le direttive MiCA che riguardano tutte quei crypto-asset che non sono considerate strumenti finanziari, i prestatori di servizi sono tenuti ad applicarle a prescindere dalla natura, dal valore o dal diritto che il crypto-asset incorpora. 

La distinzione tra crypto-asset che possono essere considerate strumenti finanziari e quelle che non lo sono, rappresenta una componente fondamentale dell’intero quadro normativo. La MiCA cerca infatti di considerare tutti quei casi d’uso delle crypto-asset che non erano già coperti da normative storiche, come la MiFID che regola le crypto-asset assimilabili a strumenti finanziari e la PSD per quelle assimilabili a moneta elettronica e depositi. 

Prendendo spunto dai principi delle normative esistenti, la MiCA rappresenta un corpo normativo nuovo e complementare, che cerca di adattarsi alle peculiarità del settore crypto.

Nuova categorizzazione giuridica dei crypto-asset 

Il primo passo è stata la definizione di tre categorie di crypto-asset che, come abbiamo detto, non sono assimilabili a strumenti finanziari:

  1. token di moneta elettronica (EMT)
  2. token collegato ad attività (ART)
  3. token “residuali”

La classificazione dei token è ancora ad oggi in evoluzione e, pertanto, richiederà ulteriori chiarimenti da parte delle preposte Autorità.

Vediamo dunque la definizione delle tre categorie di token. 

Token di moneta elettonica

I token di moneta elettronica o electronic money tokens (indicati dalla sigla EMT) includono tutti quei token che fanno riferimento al valore di una singola valuta fiat a corso legale, come l’euro o il dollaro. La differenza con i “token collegati ad attività” è proprio qui: il fatto di legarsi al valore di una sola valuta fiat.  

In questa categoria rientrerebbero molte stablecoin, come Tether, criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, tramite un sistema chiamato “ancoraggio” a una moneta fiduciaria, in rapporto 1:1. L’ancoraggio per cui ad esempio un’unità di stablecoin corrisponde sempre a 1 dollaro, viene assicurato grazie a riserve monetarie o tramite algoritmi. 

Con il MiCA, gli emittenti e i fornitori di EMT dovranno rispettare principalmente questi obblighi:

  • L’Autorità bancaria europea (ABE) supervisionerà e regolerà tutti gli EMT.
  • Gli emittenti di EMT avranno bisogno di una “licenza di moneta elettronica”, simile a una licenza bancaria standard, ma con dei limiti precisi che non comportano la possibilità di operare come istituti di credito.   

Token collegati ad attività 

La seconda categoria, ovvero i token collegati ad attività (indicati dalla sigla ART), comprendono quei token che non sono EMT e che “mirano a stabilizzare il loro valore facendo riferimento a un altro valore o diritto, o a una combinazione degli stessi, comprese una o più valute ufficiali.”

Ne è un esempio Pax Gold, la cui sigla è PAXG, è il tentativo di unire i vantaggi dell’oro e della blockchain. Questa stablecoin infatti riproduce 1:1 il valore dell’oro, metallo prezioso di cui sono composte anche le sue riserve. Pax Gold è emessa da Paxos Trust Company. Grazie a questa stablecoin su blockchain, si possono acquistare anche piccole e frazionabili somme di oro.

Con il MiCA, gli emittenti e i fornitori di ART saranno soggetti a ulteriori obblighi, come:

  • Tutte le ART saranno supervisionate dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) a meno che non siano ritenute “significative”. Sono significative quando superano determinate soglie, come ad esempio una capitalizzazione di mercato superiore a 5 miliardi. In questo caso, subentrerà l’EBA. 
  • Solo gli emittenti di token con sede legale nell’UE potranno emettere ART.  
  • Gli ART non ancorati a una valuta europea saranno controllati per preservare l’integrità monetaria dell’UE.   

Il dibattito interpretativo su EMT e ART

Il dibattito sulla definzione di ART è particolarmente acceso. Essa sembra estendersi a tutte le stablecoin, configurandosi così come un insieme ampio che comprende quello più specifico degli EMT. Tuttavia, per alcuni, gli interessi e i diritti associati agli ART non sono facilmente compatibili con quelli degli EMT. 

Indipendentemente dalle prime impressioni, è evidente che queste definizioni rimangono troppo limitate per coprire appieno le varie sfaccettature delle stablecoin. Una normativa che rifletta realmente le caratteristiche tecnologiche e giuridiche del settore richiederà una vera collaborazione tra il mondo delle criptovalute e le autorità regolatorie e non un “copy cut” stiracchiato delle vecchie normative al mercato crypto.

Token “residuali”

Nella terza categoria, quella “né carne, né pesce”, rientrano tutti i token “residuali”.  In questa categoria generale comprende gli utility token e tutte le crypto-asset che non si qualificano come ART o EMT. Sono cioè quelle crypto-asset che non ancorano il loro valore a una valuta fiat o a un paniere di asset. 

Gli utility token forniscono l’accesso digitale a un prodotto o servizio specifico. Le norme del MiCA richiedono trasparenza anche in questo caso, ma sono meno restrittive di quelle per le EMT e le ART.

Le società che emettono questo tipo di token sono tenuti a redigere uno specifico documento, il White Paper che deve essere pubblicato sul sito internet di proprietà dell’organizzazione che emette la criptovaluta.

All’interno di questo documento devono essere contenute tutte le informazioni fondamentali sul token, come una descrizione dettagliata del progetto, il modo in cui vengono emesse e vendute le crypto e le tecnologie su cui si basa.

Il caso di Bitcoin

Sebbene in termini di catalogazione bitcoin (BTC) rientri in quella dei “token residuali”, l’esclusione dal Regolamento viene chiarita nei Considerando. Qui viene detto che quando un crypto asset viene creato automaticamente come ricompensa per la manutenzione della blockchain o per la convalida delle transazioni, la norma non viene applicata. 

Questo approccio regolamentare dimostra la scelta di escludere gli aspetti più innovativi e dinamici della tecnologia blockchain. La divisione in tre categorie, pur includendo una categoria residuale aperta, esclude molti crypto asset, ignorando di fatto Bitcoin.

Quasi che posizionarlo in una limbo, né moneta né strumento finanziario, sia il modo migliore per renderlo il più innocuo possibile. Questo se è vero che ogni legge, buona o cattiva che sia, finisce per essere percepita positivamente, perché la sua sola esistenza è capace di incentivare gli investimenti e una certa fiducia nell’intero ecosistema. 

Resta il fatto che continuiamo a ignorare l’elefante nella stanza. Bitcoin è il crypto asset in assoluto più diffuso, il primo per capitalizzazione di mercato, con una dominance (valutazione di Bitcoin rispetto alla valutazione del mercato complessivo delle criptovalute) di oltre il 50%. A ciò si aggiunge che la quasi totalità degli operatori di mercato cui il MiCA è destinato offrono servizi che lo riguardano e rappresenta un unicum per le sue caratteristiche di governance decentralizzata, contro il quale le ambizioni di controllo del legislatore continuano a scontrarsi senza trovare soluzione. 

La DeFi, la grande assente 

Anche la DeFi non rientra nel framework del MiCA.

In effetti la DeFi è un argomento a sé, che scardina ogni criterio di imputazione della responsabilità, dove davvero di decentralizzazione si tratti. Proprio per questo, sta mettendo in difficoltà i regolatori di tutto il mondo, incerti sul come e sul se abbia senso creare una norma ad hoc.

Sorprende anche che i mercati del credito in crypto asset siano stati esclusi dalla regolamentazione, considerando la loro reputazione come uno degli ambiti più a rischio per i consumatori, specialmente per quanto riguarda il rapporto tra fornitori di servizi e consumatori. 

Il MiCA si concentra sui rischi associati alle piattaforme centralizzate, mentre lending e staking di crypto asset sono più comuni su piattaforme decentralizzate. Anche se spesso queste attività implicano una certa centralizzazione dei processi, facendo sorgere dubbi sulla reale decentralizzazione e sulla possibilità di identificare soggetti responsabili, il tutto però non sembra portare ad un quadro equilibrato di vigilanza.

Anche gli NFT mancano all’appello

L’esclusione degli NFT (Non-Fungible Tokens) dalla regolamentazione si basa sulle loro caratteristiche distintive. A differenza di altre crypto-asset, gli NFT sono unici e non facilmente intercambiabili, il che rende difficile determinare il loro valore tramite confronti diretti con altre attività di mercato o equivalenti. 

La loro unicità riduce significativamente il loro utilizzo in ambito finanziario e i relativi rischi per il sistema finanziario e monetario (fiat) nel suo complesso. Di conseguenza, il legislatore ha deciso di escluderli dall’ambito di applicazione di alcune normative. 

Questo non implica che gli NFT non possano essere classificati come strumenti finanziari in futuro. La discussione sugli NFT è ancora in corso e potrebbero emergere ulteriori linee guida sulla loro classificazione e regolamentazione.

Wallet di exchange e wallet privati: cosa cambia con il MiCA?

Anche per quanto riguarda la regolamentazione dei crypto wallet, le leggi europee puntano a proteggere gli utenti. I pagamenti P2P tra privati via criptovalute non sono stati toccati.Infine il MiCA si occupa anche dell’impatto dei crypto influencer, coloro che esprimono pareri personali su determinate criptovalute consigliandole ai propri follower sui social network. Il disegno di legge prevede delle sanzioni per coloro che non si comportano in modo trasparente: esprimendo pareri su un determinato asset senza comunicare la loro esposizione.

Opinioni dal settore: pro MiCA

Gli appassionati del settore crypto sanno che cos’è il MiCA e cosa prevede da diversi mesi. La prima bozza del documento è infatti stata redatta nel 2020 e perciò hanno avuto parecchio tempo per farsi la loro idea su questa regolamentazione. 

Secondo alcuni esperti, il MiCA sta avendo un impatto positivo sul settore. La protezione dei consumatori che garantisce il nuovo framework serve a rendere più accessibile il mondo crypto. In più, le nuove regole impediscono l’accesso al mercato europeo alle aziende sospette o discutibili, riducendo il rischio di scam o rug pull. Secondo Dante Disparte, l’Head of Global Policy di Circle, le leggi trasformeranno l’Unione Europea in un terreno crypto competitivo e innovativo.Guardando alla situazione normativa degli Stati Uniti, confusa e penalizzante per il settore, il MiCA è diventato un esempio da seguire, di come regole chiare possono attirare sviluppatori e nuovi progetti. In Europa infatti gli investimenti sui progetti crypto stanno diventando i più numerosi del mondo.

Opinioni dal settore: contro MiCA

D’altra parte, i critici pensano che queste nuove leggi europee potrebbero avere effetti negativi sul mercato. Principalmente perché alcune operazioni che, ad oggi, vengono eseguite in maniera immediata, come le transazioni tra wallet di exchange e i prelievi di grandi somme di crypto, potrebbero diventare complicate. I detrattori credono quindi che questo rallenterà l’adozione delle criptovalute.

In generale però, le opinioni dei membri della community crypto che sanno da tempo che cos’è il regolamento MiCA e cosa prevede, sono positive. D’altronde la maggior parte dei pionieri del settore (come Charles Hoskinson e Andre Cronje) sono da sempre a favore della regolamentazione delle criptovalute.  

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10 grandi aziende che già accettano Bitcoin

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Le criptovalute non sono il futuro, ma il presente. Ecco chi tra le grandi aziende accetta pagamenti in Bitcoin

La mass-adoption? È sempre più vicina. Non siamo noi a dirlo, basta osservare quante aziende e multinazionali, ma anche semplici negozi, si stiano attrezzando per accettare pagamenti in criptovalute. Anche se in molti Stati ancora non sono pienamente regolamentate, il fenomeno crypto è troppo grande per essere ignorato. Ecco perché le aziende vogliono innovarsi e spingere verso la diffusione dei pagamenti in crypto. E non si parla di nicchie specifiche, bensì di brand e servizi molto popolari che fanno parte della nostra quotidianità.

Ecco un elenco di dieci aziende che accettano Bitcoin e le criptovalute come metodo di pagamento.

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Mastercard

Mastercard permette ormai da tempo i pagamenti in criptovalute attraverso la sua piattaforma grazie a collaborazioni con importanti realtà del settore come Metamask e MoonPay. L’azienda ha riconosciuto l’utilità delle crypto come monete vere e proprie. “Con l’interesse [per le crypto] che arriva da molti ambiti, le applicazioni reali delle criptovalute stanno superando la pura speculazione” ha detto Rama Sidhar, vicepresidente per i nuovi mezzi di pagamento digitali di Mastercard. Negli scorsi anni l’azienda leader nel settore dei circuiti di pagamento ha stretto collaborazioni con otto startup Web3 con l’obiettivo di rendere le crypto più accessibili.

Visa

Anche il competitor di Mastercard ha, in questi anni, dedicato le sue energie in progetti a tema criptovalute. Dal 2020 in poi Visa collabora con vari exchange per fornire agli utenti la possibilità di pagare in Bitcoin e altre crypto attraverso le carte di debito che utilizzano Visa come circuito di pagamento. 

Gucci

Sogni di comprare lussuosi capi di abbigliamento attraverso i tuoi satoshi? Negli store statunitensi di Gucci, da Agosto 2022, è possibile pagare in diverse crypto. Per la precisione vengono accettate Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Litecoin, Dogecoin, Shiba Inu, ApeCoin (il token del Bored Apes Yacht Club) e anche le più famose stablecoin

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Microsoft

Tra gli early adopter della tecnologia blockchain c’è Microsoft, che accetta pagamenti in Bitcoin dal 2014. La criptovaluta può essere utilizzata per i servizi Microsoft come Skype o Xbox Live

Tesla

Elon Musk, CEO di Tesla, è stato tra i primi imprenditori a dimostrare interesse verso Bitcoin. Per un certo periodo è stato possibile acquistare le automobili elettriche utilizzando crypto. Poi ci ha ripensato, bloccando temporaneamente pagamenti in Bitcoin fin quando le operazioni di mining non saranno completamente alimentate da fonti rinnovabili. 

Nonostante questo è ancora possibile acquistare alcuni accessori Tesla in Dogecoin (DOGE) .

Amazon

Anche se al momento non è possibile pagare direttamente in crypto sull’e-commerce più grande del mondo, Amazon sta cercando degli esperti di blockchain da inserire nel suo team. Vedremo presto questa nuova funzionalità? Attualmente possiamo comunque acquistare in crypto attraverso l’utilizzo di varie carte di debito oppure convertire le nostre criptovalute in buoni Amazon attraverso siti di terze parti. Comodo, no?

PayPal

Il gigante dei pagamenti ha introdotto nel 2021 la possibilità di acquistare, vendere e custodire alcune criptovalute direttamente dalla sua applicazione. La funzionalità è rimasta però riservata agli utenti residenti negli Stati Uniti. A maggio 2023 c’è stata una svolta: l’avvio della collaborazione tra PayPal e Metamask. Grazie a questa partnership è possibile effettuare il login nella propria area dedicata di Paypal anche con il proprio wallet Metamask e comprare crypto direttamente dal proprio conto PayPal, in un solo passaggio. 

Twitch

Anche Twitch, la piattaforma di streaming più utilizzata al mondo, accetta Bitcoin e altre criptovalute per donazioni e iscrizioni. Tramite le iscrizioni o sub puoi supportare mensilmente i tuoi creatori preferiti pagando con tante diverse crypto: da Bitcoin a Ethereum, da Dogecoin a Litecoin. 

McDonald’s

Al McDonald’s di Lugano puoi comprare il tuo Crispy McBacon con Bitcoin e la stablecoin Theter (USDT). Questi pagamenti fanno parte dell’iniziativa “Plan B” che ha coinvolto il capoluogo del Canton Ticino ad Ottobre 2022. Questo progetto ha l’obiettivo di incrementare l’adozione delle criptovalute nella città svizzera. I pagamenti al McDonald’s di Lugano vengono elaborati sulla blockchain Layer-2 di Bitcoin, il Lighting Network.

Starbucks

Chiudiamo la lista delle 10 aziende che consentono di pagare in Bitcoin, come concluderemo un pranzo, ovvero con un bel caffè da pagare rigorosamente in crypto. Nelle caffetterie americane di Starbucks si possono infatti acquistare espressi e frappuccini in criptovalute direttamente dall’app, grazie alla partnership con Bakkt.

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Negozi dove pagare con Bitcoin

Le aziende presenti in questa lista non sono le uniche ad accettare Bitcoin e le criptovalute come metodo di pagamento, ma sono probabilmente quelle più note a livello globale. Anno dopo anno, molte altre realtà di diverse dimensioni e che operano nei settori più disparati hanno adottato le crypto.

Tra queste ci sono negozi fisici situati in paesi crypto friendly. Qualche esempio pratico? Alcuni store di Burger King in Venezuela, le squadre statunitensi dei Miami Dolphin e dei Dallas Mavericks e dei distributori automatici di Coca Cola in Australia e Nuova Zelanda.

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BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

BTP Italia e Valore: le linee guida per il 2024

Dopo il grande successo del 2023, il MEF ha già effettuato due emissioni di BTP nel 2024. Ecco le linee guida per i prossimi sei mesi.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze continuerà a proporre strumenti dedicati agli investitori retail, soprattutto grazie al successo riscontrato nel corso degli ultimi anni. I BTP Italia e i BTP Valore verranno ugualmente apprezzati anche se potremmo continuare ad assistere a una riduzione dei tassi di interesse nei prossimi mesi del 2024 e quindi del loro rendimento?

Se i tassi di interesse torneranno alla normalità potremmo assistere ad una ripartire ad una migrazione di capitali dalle obbligazioni a vantaggio di asset più volatili: azioni e criptovalute. Puoi prepararti a questa evenienza acquistando Bitcoin o altre criptovalute sul nostro exchange.

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BTP: un recap dei primi mesi del 2024

Il 2023 e la prima parte del 2024, almeno dal punto di vista delle obbligazioni governative, è stato un successo. Durante l’anno scorso sono stati messi BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) per un totale di circa 360 miliardi di euro e BOT (Buoni ordinari del Tesoro) per 156 miliardi. Questi dati se sommati ci restituiscono il controvalore totale dei titoli emessi nel 2023 dal nostro paese, che supera i 500 miliardi di euro. Un grande successo è stato riscosso anche dalla nuova tipologia di obbligazioni, i BTP Valore, bond dedicati esclusivamente a risparmiatori individuali e affini.

Durante le due emissioni del 2024 (di marzo e di maggio) sono stati “piazzati” rispettivamente 18,3 e 11,2 miliardi di euro su queste obbligazioni. Per i cittadini che hanno comprato il titolo in fase di emissione e lo terranno fino alla scadenza nel 2030, è previsto un premio fedeltà dello 0,80%.

Inoltre, bisogna specificare che la tassazione rimane quella classica per le obbligazioni governative del 12,5%, a differenza di quella del 26% applicata per il mercato azionario e quello delle criptovalute, e che i BTP Valore vengono esclusi dal calcolo dell’ISEE fino a 50.000 euro.

Le linee guida per il 2024

Insomma, il MEF ha, almeno fino ad oggi, rispettato le linee guida per le emissioni delle obbligazioni governative italiane nel 2024 annunciate alla fine dell’anno scorso.

Ha, infatti, effettuato due emissioni nel corso dell’anno in modo da soddisfare un numero più alto possibile di investitori, sia quelli retail che quelli istituzionali. Inoltre,i titoli hanno mantenuto l’indicizzazione legata al tasso di inflazione nazionale e il premio fedeltà per gli investitori retail che porteranno a scadenza l’obbligazione.

Cosa ci aspetta per il secondo trimestre di quest’anno? Arriveranno dei nuovi BTP a tre e a sette anni?

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Cambio euro dollaro, le previsioni degli esperti per il 2024

Cambio euro dollaro, le previsioni degli esperti per il 2023

Le previsioni degli esperti per il cambio euro dollaro 2024, quale sarà la moneta più forte? 

Quali sono le previsioni per il cambio euro dollaro per il secondo trimestre del 2024? Come sempre, l’EUR/USD viene monitorato con attenzione dagli esperti del mercato valutario e non solo. Ogni movimento della quotazione viene costantemente analizzato e con esso anche i continui rafforzamenti e indebolimenti di una valuta rispetto all’altra. Per questo motivo, e per l’interesse nei confronti del pair, ogni anno gli esperti formulano le proprie previsioni sul cambio euro dollaro. 

Cambio euro dollaro: previsioni 2024

Prima di analizzare le previsioni sul cambio euro dollaro, è necessario fare qualche precisazione teorica. EUR/USD è la sigla che indica il cambio euro-dollaro ovvero il tasso che indica quanti dollari servono per acquistare un euro. In questa coppia valutaria l’euro è la “valuta base”, mentre il dollaro quella “quotata”. Se ad esempio il tasso è 1.5 vuol dire che 1,5$ corrispondono a 1 euro.

Il cambio euro dollaro viene studiato dagli investitori del mercato Forex e in generale serve a calcolare la solidità di una valuta. Questa metrica è influenzata dalle politiche monetarie delle banche centrali come il rialzo dei tassi di interesse e delle condizioni macroeconomiche, come l’inflazione o lo spread dei rendimenti obbligazionari tra USA e Germania. Nello specifico quando una Banca Centrale alza i tassi di interesse, la moneta in circolazione diminuisce e questo fa aumentare il suo valore.

Le previsioni sul cambio euro dollaro per il 2024 delle principali banche di investimento indicano un 1.09 per la fine dell’anno. In generale ci si aspetta che l’euro continui a guadagnare terreno rispetto al dollaro visto anche il recente taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea

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Le previsioni di Morgan Stanley

Gli analisti di Morgan Stanley, avevano predetto, nel 2023, che USD avrebbe sofferto nei confronti dell’euro.

Le loro previsioni sul cambio euro dollaro vedono la coppia arrivare a 1.08, livello raggiunto in questi giorni.

Bank of America e ING

Bank of America, invece, si aspetta un euro più forte nel 2024. La stima sul tasso di cambio è di 1.10 e 1.15. Gli elementi che potrebbero alterare queste ipotesi sono diversi, come il protrarsi della politica hawkish della BCE, l’andamento della guerra in Ucraina e del conflitto in Medio Oriente e le conseguenze sui prezzi delle materie prime.

Al contrario invece, se la Banca Centrale Europea dovesse procedere con altri tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi e la FED dovesse restare ferma, queste stime potrebbero essere riviste al rialzo

Anche secondo ING l’EUR/USD continuerà a salire nel corso del 2024. Con una media intorno ai 1.15. 

JPMorgan

Le previsioni sul cambio euro dollaro di JPMorgan formulate ad aprile 2024, iniziano con la presa di coscienza che il dollaro si è rafforzato dopo le promesse di tre tagli dei tassi per quest’anno. Con un aumento di valore del 4,5% da dicembre 2023 a aprile. Poi però, la situazione è cambiata e l’inflazione è tornata a crescere.

Per quanto riguarda le principali valute, J.P. Morgan Research è rialzista sullo yen. Nel loro report si legge che il ratio con il dollaro potrebbe raggiungere il livello dei 155 a giugno del 2024, quello dei 154 a settembre e quello dei 153 a marzo.

Per quanto riguarda la sterlina, J.P. Morgan Research resta ribassista, come annunciato durante il 2023.

ABN AMRO Bank

Gli economisti di ABN AMRO Bank invece hanno alzato le previsioni per il cambio euro dollaro per il 2024. Tale rapporto, secondo la banca totalmente condizionato dalle politiche monetarie delle due banche centrali, dovrebbe restare intorno al livello degli 1,1 fino alla fine del 2024. Questo perché ABN AMRO Bank si aspetta che la Banca Centrale Europea procederà con un piano di tagli dei tassi di interesse più serrato rispetto a quello della FED.

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Il ruolo delle criptovalute alle elezioni europee

Elezioni europee: il ruolo delle criptovalute

Dove si collocano le crypto e la tecnologia blockchain nel panorama politico europeo iniziate oggi? Scoprilo in questo articolo

Le elezioni del Parlamento Europeo avranno un impatto sul mondo crypto? Nella giornata di oggi i Paesi Bassi, l’Irlanda e la Repubblica Ceca hanno aperto i seggi, e nei prossimi giorni toccherà a tutti gli altri paesi europei.

Come si colloca il settore delle crypto nel contesto delle elezioni europee, dopo che è diventato un tema centrali di quelle americane. D’altronde il MiCA, il regolamento dell’Unione sulle “crypto attività” (come le definisce il documento), entrerà progressivamente in vigore dal 30 giugno in poi.

Le crypto alle elezioni europe

Dato che le crypto non hanno una posizione di rilievo all’interno programmi elettorali dei principali partiti, è difficile ipotizzare che l’esito delle elezioni europee influenzerà il panorama normativo. Secondo Robert Kopitsch di Blockchain for Europe, i nuovi membri del Parlamento Europeo difficilmente apporteranno modifiche sostanziali al MiCA. 

Tuttavia, nel caso in cui dovessero salire in cattedra esponenti politici pro-crypto, l’adozione di questa tecnologia potrebbe accelerare nei prossimi mesi. I principali indiziati a fare da portabandiera del settore in questa “crociata” sono la portoghese Lídia Pereira del Partito Popolare Europeo e Ondřej Kovařík di Renew Europe.

Il Portogallo è da sempre uno degli stati più aperti nei confronti di questo settore, negli scorsi mesi ha istituito delle zone franche che consentono di sperimentare diverse tecnologie, compresa la blockchain, senza incorrere immediatamente in ostacoli normativi. 

Elezioni europee e crypto: gli step per il cambiamento

Sebbene sia, ad oggi, improbabile che l’assetto normativo dell’Unione Europe in ambito crypto cambi, non è di fatto impossibile. I 700 eurodeputati che verranno eletti, potranno presentare alla Commissione Europea – l’organo esecutivo politicamente indipendente dell’UE responsabile di proporre nuove leggi e di attuare le decisioni del Parlamento – una relazione contente delle proposte di modifica. Questo braccio d’esecuzione europeo verrà, da ottobre in poi, plasmato dai nuovi parlamentari, che potranno eleggere i membri e quindi influenzarne l’operato.

Sarà quindi compito degli esponenti pro crypto convincere i loro colleghi sulla rilevanza del tema e proporre modifiche all’attuale regolamentazione. Questa, secondo diversi esponenti del settore, è dannosa perché adotta regole pensate per il sistema finanziario tradizionale a quello degli asset digitali, disincentivando le aziende del settore a innovare in nel nostro continente.

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Nello specifico, il dibattito si è concentrato prevalentemente sul concetto di stablecoin, suddivise dal MiCA in due categorie: gli “electronic money tokens” (EMTs) e gli “asset-referenced tokens” (ARTs). Anche il settore DeFi e degli NFT, che non rientrano nel framework, potrebbero essere oggetto di discussione nel caso in cui si torni a parlare di crypto alla Commissione Europea.

Insomma, le crypto non sono un argomento centrale alle elezioni europee. I candidati che hanno a cuore la questione sembrano essere pochi. I digital asset non figurano in nessun punto chiave dei programmi elettorali dei principali partiti. La situazione cambierà nei prossimi mesi con l’avvicinarsi delle elezioni americane, dove le criptovalute e la tecnologia blockchain hanno un ruolo decisamente più rilevante?


Tassi BCE: conseguenze del taglio sui mercati e sull’economia

tassi bce giugno 2024

La BCE taglia i tassi per la prima volta dal 2019.  

La Banca Centrale Europea (BCE) giovedì 6 giugno, ha annunciato un taglio dei tassi di interesse, portando il tasso sui depositi dal 4% al 3,75%, il tasso di riferimento dal 4,50% al 4,25% e il tasso sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Non si verificava dal 2019.

Questa decisione è stata presa nonostante le previsioni di inflazione siano state riviste al rialzo, evidenziando un percorso di riduzione dei tassi che sarà lento e irregolare.

Decisioni future sui tassi di interesse

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato che le future decisioni sui tassi saranno prese “meeting dopo meeting” e ha avvertito che il percorso sarà accidentato. Ha aggiunto: “Il taglio dei tassi di oggi è figlio della fiducia che riponiamo nel percorso di crescita, me per proseguire in questo processo dovremo attendere che le analisi confermino che siamo in rilancio economico”.

Nonostante il taglio dei tassi, la BCE non ha fornito indicazioni precise sulle prossime mosse, rimarcando che le pressioni inflazionistiche rimangono elevate. Le previsioni aggiornate vedono un’inflazione media del 2,5% per il 2024, del 2,2% per il 2025 e dell’1,9% per il 2026.

Impatto sul mercato del lavoro e sull’economia

La BCE ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il 2024, ora stimata allo 0,9% rispetto allo 0,6% previsto a marzo. Tuttavia, le prospettive per il 2025 sono state leggermente ridotte all’1,4%, mentre quelle per il 2026 rimangono invariate all’1,6%. Questo quadro indica una crescita economica moderata nei prossimi anni, con un’inflazione che potrebbe rimanere al di sopra del target del 2% fino al 2025.

Lagarde ha indicato che la crescita dei salari, pur rimanendo elevata, dovrebbe rallentare nel corso dell’anno, contribuendo a ridurre le pressioni inflazionistiche. Tuttavia, la riduzione dei tassi sarà probabilmente lenta, con un’inflazione che rimarrà sopra il target della BCE per gran parte del 2025. Questo scenario implica che la BCE continuerà a monitorare attentamente vari indicatori economici per determinare la sua politica monetaria futura.

Conseguenze del taglio dei tassi BCE

Il taglio dei tassi di interesse da parte della BCE avrà diverse conseguenze:

  1. Riduzione del costo del credito: le famiglie e le imprese potranno beneficiare di tassi di interesse più bassi sui prestiti, favorendo così l’accesso al credito e stimolando i consumi e gli investimenti.
  2. Impatto sui risparmiatori: i tassi di interesse più bassi possono penalizzare i risparmiatori, riducendo i rendimenti sui depositi bancari e sui titoli di stato.
  3. Stimolo alla crescita economica: un costo del denaro inferiore dovrebbe incentivare la spesa e gli investimenti, sostenendo la crescita economica. Tuttavia, l’efficacia di questa misura dipenderà anche dalle condizioni economiche globali e dall’evoluzione della domanda interna.
  4. Inflazione e salari: la riduzione dei tassi potrebbe influenzare l’inflazione e la dinamica dei salari. Sebbene Lagarde abbia segnalato che la crescita dei salari si ridurrà, l’inflazione potrebbe rimanere elevata nel breve termine, complicando ulteriormente le decisioni future della BCE.

Reazioni dei mercati

I mercati finanziari avevano anticipato il taglio dei tassi, scontando un movimento al ribasso di 25 punti base. Dopo l’annuncio del taglio dei tassi, i rendimenti dei titoli di stato della zona euro sono aumentati significativamente. In particolare, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni della Germania è salito di quasi 8 punti base al 2,573%, mentre il rendimento dei titoli a 2 anni è aumentato di poco meno di 6 punti base al 3,033%. Anche i rendimenti dei titoli di stato italiani e spagnoli a 10 anni hanno registrato aumenti rispettivamente di 9 e 7 punti base, attestandosi al 3,893% e al 3,299%.

Confronto internazionale

La BCE, nonostante abbia iniziato ad aumentare i tassi più tardi rispetto ad altre banche centrali, è ora in una posizione di guida con il taglio di giugno. La Federal Reserve americana, ad esempio, è ancora alle prese con un tasso di inflazione più alto. Altri paesi come il Canada, la Svezia e la Svizzera hanno già iniziato a ridurre i tassi di interesse nel ciclo attuale.

Conclusioni

La BCE ha fatto sapere chiaramente che le prossime mosse dipenderanno dai dati economici e che non esiste un percorso predeterminato per ulteriori tagli dei tassi. Con un’inflazione ancora sopra il target e una crescita economica moderata, il futuro della politica monetaria europea resta in bilico, richiedendo un’attenzione costante e una valutazione accurata di tutte le variabili in gioco.

Francobolli rari: come riconoscerli e dove vendere i pezzi

Francobolli rari: come riconoscere e dove vendere i pezzi

Quali i francobolli rari, d’Italia e non solo, valgono di più? Scopri come riconoscere i più preziosi e dove vendere e comprare

Saper riconoscere quali sono i francobolli rari, d’Italia e non solo, e collezionarli può sembrare un hobby vintage. Il “francobollo” di certo sta diventando un oggetto del passato e proprio per questo ha grande valore storico e culturale. E in certi casi anche economico, visto che alcuni di questi pezzi sono diventati veri e propri tesori ambiti dai collezionisti di tutto il mondo. In genere gli esemplari più speciali sono quelli emessi in edizione limitata, con errori di stampa o con particolari caratteristiche che li distinguono dalle stesse serie. In altri casi sono quelli dedicati a eventi storici o commemorazioni. Ma quali sono i francobolli rari d’Italia e del mondo? Ecco tutti i segreti dei pezzi più unici e come venderli o comprarli. 

Francobolli rari: come capire quali hanno valore

Per riconoscere i francobolli rari e capire quali hanno valore può essere utile affidarsi a un esperto di filatelia. Bisogna considerare infatti diversi aspetti, in primo luogo va individuata la tiratura ovvero il numero di pezzi che sono stati prodotti. Come per le monete rare, anche qui vale il principio per cui più esemplari esistono meno sarà il valore del singolo pezzo. 

Generalmente i francobolli più rari sono quelli con errori di stampa oppure quelli ritirati dalla circolazione. Un altro aspetto da considerare è l’età del pezzo che può essere ricavata dall’illustrazione, o vignetta. Questo è fondamentale per riconoscere quelli emessi per celebrare anniversari o eventi storici. Infine un francobollo vale di più se le sue condizioni sono buone, poiché eventuali imperfezioni potrebbero abbassare la sua quotazione.

Uno dei punti di riferimento per i collezionisti è il catalogo Unificato Super in cui trovare tutte le informazioni sulle quotazioni, aggiornate ogni anno, sui francobolli rari d’Italia e non solo. Tieni presente che i prezzi potrebbero essere solo indicativi e che dipendono dalle varie aste o piattaforme per la compravendita.

Scovare i francobolli più rari è il modo per ottenere il massimo a livello economico. Come abbiamo visto, è la rarità a determinare la preziosità. Questo meccanismo può rispondere anche alla domanda “perché le criptovalute hanno valore”. Queste monete digitali, al contrario di quelle fiat, non sono emesse all’infinito. La loro “tiratura” è stabilita a priori e per questo non risentono dell’inflazione. Proprio come i francobolli!

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Francobolli rari Italia: la lista dei più ricercati

La lista dei francobolli rari d’Italia è particolarmente interessante perché comprende alcuni dei pezzi più unici del mondo: 

  • Error of Colour: questo è uno dei francobolli più rari al mondo presente solo in due pezzi, uno dei quali è stato battuto all’asta in Svizzera nel 2011 per 1,86 milioni di euro. La sua rarità dipende dal suo colore, infatti venne stampato di blu invece che nel classico arancione. Raffigura Ferdinando II ed è stato emesso dal Regno di Sicilia nel 1859, in generale tutti i francobolli di questa zona e pre unità d’Italia sono molto preziosi
  • 3 lire di Toscana: dal valore tra i 200 e i 500.000 euro, questo pezzo è stato emesso il 1° gennaio 1860 dal Gran Ducato di Toscana. Del “3 lire” esistono pochissimi pezzi (si stima circa 324), di questi due sono stati affrancati in due lettere una del re d’Egitto Farouk e l’altra del collezionista Alphonse de Rothschild.
  • Trinacria: fa parte della prima serie mai emessa dal Regno delle Due Sicilie (1858) e rappresenta la trinacria insieme ai gigli dei Borbone e al cavallo rampante effige di Napoli. Il valore di questo esemplare, tra i francobolli rari d’Italia, è di circa 350.000 euro. 
  • Francobollo Garibaldino Mezzo tornese: messo in commercio durante l’epoca garibaldina a Napoli e venne utilizzato per la spedizione a bassi costi dei giornali. Rappresentava ancora il vecchio simbolo dei Borbone perché Garibaldi non aveva tempo di farne realizzare uno  nuovo. La sua rarità dipende dai pochissimi pezzi rimasti integri: questi francobolli erano come dei sigilli sui giornali che dovevano essere spezzati per essere letti. Il suo valore è di circa 13.000 euro. 
  • Gronchi rosa: questo pezzo del 1961 venne emesso con un errore nel raffigurare i confini del Perù sulla cartina geografica, una volta notato lo sbaglio la serie venne ritirata dal mercato anche se ormai alcuni pezzi erano già stati usati. Può valere fino a 30.000 euro. 
  • Ducato di Modena: tra i francobolli rari d’Italia c’è anche la serie dei 15 centesimi di cinque tipologie che valgono tra i 2.000 e i 5.000 euro, e il pezzo da 80 centesimi del 1858 emesso dal governo provvisorio di Parma in unica copia per una lettera alla Francia. La sua quotazione è di circa 200.000 euro. 
  • Trittico Servizio di Stato: questi francobolli del 1933 raffigurano la bandiera italiana e Vittorio Emanuele III, un singolo esemplare può essere valutato fino a 5.000 euro. 
  • Congresso Filatelico di Trieste: si tratta di quattro francobolli di posta ordinaria del Regno d’Italia emessi nel 1922 in occasione del congresso. Valgono circa 4.000 euro. 
  • Centenario morte Alessandro Volta: 480 esemplari da 20 centesimi di questa serie sono stati stampati in viola anziché in rosso e ora valgono dagli 8.000 ai 50.000 euro. 
  • Seconda Milizia: francobolli  rari del 1928, anch’essi stampati in viola nella versione da 50 e da 20 centesimi (oltre 10.000 euro).
  • Ragazzo coi gabbiani: del 1991,raffigura la scultura di Pericle Fazzini stampato per errore in viola, vale oltre i 10.000 euro. 
  • Augusto: destinato alle isole dell’Egeo stampato in viola e quindi nel colore sbagliato, vale oltre 20.000 euro. 
  • Castello di Miramare 1980: anche questo tra i francobolli più rari e ricercati d’Italia è stato emesso in colorazione errata e oggi può valere fino ai 10.000 euro. 

Alcuni francobolli rari dell’Italia sono diventati preziosi anche senza essere mai stati commercializzati. Per varie ragioni alcune serie che sono state create senza mai essere vendute oppure dei falsi:

  • K2: serie nata per celebrare la spedizione del 1954 di Ardito Desio, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli e Walter Bonatti che per la prima volta nella storia conquistarono la seconda montagna più alta del mondo. I 160 pezzi non vennero mai venduti e oggi possono valere dai 6.000 ai 7.000 euro. 
  • Trittici Balbo: anche questa serie del 1933 per celebrare la crociera aerea transatlantica Decennale organizzata da Italo Balbo, non venne mai messa in commercio. Un trittico può valere fino ai 1.000 euro. 
  • Falso Due Popoli: questo francobollo è un falso denigratorio elaborato dai servizi segreti inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Si ispira a un pezzo del 1941 che il regime fascista aveva emesso per celebrare la fratellanza con il popolo tedesco, la satira evidenzia invece la sudditanza di Mussolini nei confronti di Hitler. Il falso oggi vale fino ai 3.000 euro.

Se sei un* collezionista appassionat* di francobolli rari (non solo d’Italia) e altri oggetti preziosi, forse hai sentito parlare di un nuovo modo di certificare la proprietà e il valore degli oggetti da collezione, ovvero gli NFT. I non fungible token infatti sono dei registri digitali garantiti dalla blockchain. 

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I francobolli più rari al mondo

Guardando oltre i francobolli più rari d’Italia, citiamo alcuni esemplari internazionali. Il British Guyana 1 cent Black Magenta ha un valore di 10 milioni di dollari e risale al 1856, si stima esista in unica copia. Il Treskilling Yellow svedese è stato ritrovato in una soffitta nel 1886 e quotato per 2 milioni di euro, la sua rarità dipende ancora una volta dall’errore del colore. In questo caso giallo invece di verse. Un altro rarissimo è l’Inverted Jenny che vale 700.000 euro. Si tratta di un francobollo da 24 centesimi creato per la posta aerea nel 1918 e stampato con il foglio rovesciato, da cui il nome “invertito”. Lo stesso errore è quello dell’Inverted Swan emesso in Australia. Infine in questa lista dei francobolli rari citiamo il Penny Black del Regno Unito. Venne venduto nel 1850 con il ritratto della Regina Vittoria ed è il primo francobollo adesivo della storia. Il suo valore è di circa 3.000 euro. 

Lo spazio di riferimento per quanto riguarda gli NFT, una nuova tecnologia che ha molto in comune con i francobolli, sta diventando la blockchain di Solana. Questo ecosistema crypto si gioca il primato con Ethereum, la rete dove questa tecnologia è nata. Se pensi che il futuro di queste opere d’arte digitali possa essere roseo e quindi valga la pena esplorarlo in profondità, puoi acquistare SOL su Young Platform.

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Francobolli rari, dove venderli e comprarli

Per comprare e vendere francobolli rari se non si è esperti la via migliore è quella di affidarsi ai professionisti come i negozi di filatelia. In questo modo potrete far valutare i vostri pezzi (anche quelli scovati nelle soffitte dei nonni) e farvi consigliare per gli acquisti. Un’altra buona pratica è quella di imparare a muoversi nel mercato di riferimento consultando riviste specializzate, siti web e blog di appassionati ma anche frequentando mercatini dell’antiquariato, fiere ed eventi. Se vuoi comprare o vendere su internet puoi farlo su siti d’asta come Catawiki, sui classici e-commerce come ebay o sui forum. In questo caso è sempre bene farsi mille scrupoli per evitare truffe. 

Infine per andare a caccia di quelli che forse in futuro saranno i prossimi francobolli rari d’Italia, consulta sempre le uscite di Poste Italiane

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FED: previsioni per i tassi di interesse nella riunione di giugno 2024

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Qual è la posizione della FED sul taglio dei tassi di interesse?  Ecco le previsioni degli analisti. 

La Federal Reserve (FED) è la banca centrale degli Stati Uniti e ha un ruolo fondamentale nel sistema finanziario globale. Ogni sua decisione, specialmente riguardo ai tassi di interesse, è attentamente monitorata da economisti, analisti e investitori di tutto il mondo. 

Ma cosa possiamo aspettarci dalla prossimo riunione della FED, prevista per l’11-12 giugno 2024? Gli analisti prevedono che la FED manterrà i tassi di interesse invariati, ma ci sono segnali che potrebbero anticipare futuri tagli entro la fine dell’anno.

Cos’è la Fed e perché è importante?

La Federal Reserve, o FED, è l’istituzione che funge da banca centrale degli Stati Uniti. Ha il compito di stabilizzare l’economia attraverso la gestione della moneta e dei tassi di interesse. Tra le sue funzioni principali ci sono il controllo dell’inflazione, la regolazione del sistema bancario e la promozione della stabilità economica. I tassi di interesse determinati dalla FED influenzano il costo del denaro, ossia quanto costa prendere in prestito o quanto si guadagna risparmiando.

L’attuale situazione dei tassi di interesse

I tassi di interesse della FED sono fermi in un intevallo tra il 5,25% e il 5,5% da luglio 2023. Dopo un anno di stabilità, la FED ha deciso di non aumentare ulteriormente i tassi, nonostante i segnali contrastanti sull’inflazione. Secondo il governatore della FED Christopher Waller, alcuni rapporti sull’inflazione nei primi mesi del 2024 hanno temporaneamente raffreddato le aspettative di un taglio dei tassi, ma recenti dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) suggeriscono che l’inflazione non sta accelerando.

Le previsioni degli analisti per il meeting di giugno

Secondo il CME’s FedWatch Tool, la probabilità di un taglio dei tassi nel meeting di giugno è solo dello 0,1%. Anche il sito di previsioni Kalshi indica una probabilità del 99% che i tassi rimangano invariati. Tuttavia, gli analisti prevedono che la FED potrebbe segnalare possibili tagli dei tassi più avanti nel 2024. Durante il meeting, sarà aggiornata la “Summary of Economic Projections”, dove i politici monetari delineeranno le loro previsioni per la fine dell’anno.

Impatti sulla vita quotidiana della Fed

Le decisioni della FED sui tassi di interesse hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone. Tassi di interesse più alti significano prestiti più costosi per case, auto e aziende, e rendimenti più alti per i risparmiatori. Al contrario, tassi più bassi rendono i prestiti più economici ma riducono i guadagni sui risparmi. Ad esempio, i tassi dei mutui a 30 anni hanno raggiunto un massimo annuale del 7,79% nel 2023, per poi scendere al 7,03% a fine maggio 2024.

Le decisioni della FED portano anche una volatilità più o meno elevata anche nel mercato delle criptovalute. Monitora gli impatti in tempo reale.

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Quando potrebbe arrivare un taglio dei tassi?

Secondo i mercati obbligazionari, il primo taglio dei tassi potrebbe avvenire a settembre 2024, con una probabilità del 50%. Un secondo taglio potrebbe seguire a dicembre. Tuttavia, queste previsioni sono soggette a cambiamenti rapidi in risposta ai dati economici. Ad esempio, c’è ancora una probabilità del 15% che non ci siano tagli nel 2024.

La riunione della FED di giugno è attesa con grande interesse, ma è improbabile che porti a cambiamenti immediati nei tassi di interesse. Gli occhi sono puntati sulle previsioni economiche aggiornate e sulle dichiarazioni del presidente della FED, Jerome Powell. La possibilità di tagli dei tassi nel corso del 2024 dipenderà dalla forza del mercato del lavoro e dai progressi nel controllo dell’inflazione.

Le decisioni della FED continueranno ad avere un impatto significativo sull’economia globale e sulla vita quotidiana di milioni di persone. Monitorare queste decisioni ci aiuta a capire meglio le dinamiche economiche e a prendere decisioni finanziarie più informate.

Campagna elettorale USA: la sfida si decide sul “campo di battaglia” crypto?

Le crypto e la politica USA: vincerà Trump o Biden?

Le crypto sono diventate un tema centrale nel dibattito politico negli Stati Uniti, scopri tutto quello che è successo da inizio maggio ad oggi

Le crypto stanno diventando un tema centrale nella campagna elettorale USA. In passato demonizzate, stanno guadagnando sempre più interesse da parte dei candidati politici.

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Come si è passati dalla completa ostilità nei confronti di questo settore, all’apertura generale a cui stiamo assistendo in questi giorni? Scoprilo in questo articolo.

La politica USA abbraccia le crypto: le dichiarazioni di Trump

Il mondo crypto è diventato un campo di battaglia per la lotta alla presidenza a partire dall’inizio di maggio, quando Donald Trump si è dichiarato a favore di questa tecnologia. Il video, che ha fatto il giro dei social, è stato il punto di partenza di questa lotta che, probabilmente, ha causato un dolce “effetto collaterale”: l’approvazione degli ETF spot su Ethereum.

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Alle prime dichiarazioni di Trump, ne sono seguite delle altre. L’ex presidente si è espresso, alla Libertarian National Convention, a favore del settore e contro le Central Bank Digital Currencies, dichiarando che, se tornerà alla Casa Bianca, si opporrà alla crociata di Joe Biden contro le crypto, e si impegnerà per rendere gli USA il centro globale per lo sviluppo di questa tecnologia.

Il 30 maggio, poi, Bloomberg ha dichiarato che Trump è Elon Musk avrebbero iniziato a dialogare in merito alla regolamentazione crypto, poi smentita dal CEO di Tesla.

E i democratici? Il controverso rapporto tra le crypto e Joe Biden

La love story tra le crypto e la politica USA, per quanto riguarda il versante democratico, è ancora più controversa. Il fronte guidato da Joe Biden si è, in generale, sempre opposto al settore, seppur con qualche eccezione ad esempio Nancy Pelosi; ma dopo le dichiarazioni di Trump la posizione dello schieramento politico è cambiata

Il primo momento di svolta è stata l’approvazione degli ETF spot su Ethereum da parte della Security and Exchange Commission, capitanata da Gary Gensler, da sempre legato ad esponenti politici dem come Paul Sarbanes, Barack Obama e Bill Clinton. Prima delle dichiarazioni di Trump, le probabilità di un’approvazione erano bassissime secondo Bloomberg, la principale testata, e anche la più autorevole, a seguire e raccontare quotidianamente la vicenda

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Insomma, sembra che la SEC abbia dovuto approvare gli ETF spot su Ethereum perché condizionata da pressioni politiche, probabilmente esercitate da Joe Biden e dai democratici, per non perdere il consenso degli investitori crypto dopo la presa di posizione di Trump.

La situazione attuale

Fa sicuramente riflettere che questo cambio di rotta della politica USA nei confronti delle crypto sia avvenuto in pochissimi giorni, probabilmente segno che è stato sostenuto dalla volontà di accaparrarsi il consenso di determinati elettori, più che da un sincero sostegno a ciò che le crypto rappresentano.

In ogni caso, quanto successo nelle scorse settimane è molto positivo. Secondo BlackRock, l’entourage del presidente Biden sta contattando figure di rilievo del settore delle criptovalute, per comprendere a fondo la materia e ripensare eventuali politiche a sostegno del suo sviluppo istituzionale.


Insomma, non sta a noi giudicare se, in questo caso, il fine giustifica i mezzi. Nonostante l’obiettivo finale rimanga il consenso, una svolta questa portata può, sicuramente, aiutare l’adozione. Chissà quanto Joe Biden e Donald Trump hanno effettivamente approfondito e studiato Bitcoin. Sono, effettivamente, entrati nella “tana del bianconiglio”. Quasi sempre, una volta che si inizia ad approfondire Bitcoin, non si torna più indietro e si cambia idea sul concetto di moneta e su quello di valore.