Nasce la nuova pool YNG/ETH: più liquidità e vantaggi per i trader

Nuova pool YNG/ETH su Uniswap: più liquidità e vantaggi

Scopri la nuova pool YNG/ETH su Uniswap: più liquidità, scambi vantaggiosi e flessibilità fiscale per i trader. Uno dei pilastri del modello economico di Young (YNG).

In Young Platform, la nostra missione è sempre stata quella di costruire un ecosistema finanziario robusto, trasparente e accessibile. Il nostro token YNG non è solo un simbolo, ma un motore di valore per la nostra community. 

Oggi annunciamo un’importante evoluzione in questa direzione: abbiamo creato e rifornito di liquidità nuove pool per la coppia YNG/ETH su Uniswap. Questa iniziativa, che abbiamo iniziato a delineare nel nostro ultimo report trimestrale, rappresenta il completamento di un passo strategico fondamentale per il nostro token YNG, rafforzandone la presenza e la liquidità nel panorama decentralizzato. Si inserisce nel più ampio contesto del nostro impegno a potenziare il meccanismo economico di YNG, un modello sostenibile che lega la crescita del token al successo della piattaforma.

Perché aprire nuove pool su Uniswap per YNG/ETH?

La creazione e l’aggiunta di liquidità su Uniswap per la coppia YNG/ETH non sono semplici integrazioni tecniche, ma mosse strategiche che portano benefici concreti alla nostra community e al token stesso. Il nostro obiettivo è rafforzare la posizione di YNG nel panorama decentralizzato, proseguendo un percorso già tracciato. Una maggiore liquidità offre numerosi benefici diretti per gli holder e i trader di YNG:

  • Maggiore accessibilità e flessibilità on-chain: un DEX come Uniswap è un pilastro del mercato decentralizzato. Aumentando la nostra presenza qui, rendiamo YNG più facilmente scambiabile e accessibile a un pubblico globale.
  • Scambi più voluminosi con minore slippage: con un aumento della liquidità, la profondità del mercato YNG/ETH migliora significativamente. Questo significa che i trader potranno eseguire scambi di importo più elevato con un impatto minimo sul prezzo (riduzione dello slippage), un vantaggio cruciale sia per i piccoli investitori sia per chi desidera operare con volumi più consistenti.
  • Vantaggi operativi e flessibilità fiscale con gli scambi crypto-to-crypto: per molti utenti, la possibilità di scambiare direttamente crypto-to-crypto (YNG con ETH e viceversa) su un DEX può offrire maggiore flessibilità nella gestione del proprio portafoglio. Essendo la prima coppia che consente di scambiare YNG contro un’altra criptovaluta (ETH) e non contro stablecoin o valuta fiat, introduce un vantaggio dal punto di vista della gestione fiscale: consente di investire e disinvestire nel token (scambiandolo con ETH) senza generare forzatamente un evento fiscale, a differenza del passaggio a valuta fiat o stablecoin.

I numeri dell’operazione

Questo trimestre avevamo compiuto un passo strategico fondamentale iniziando con un contributo iniziale di 38 ETH. Oggi abbiamo ampliato significativamente il nostro impegno: per queste nuove pool di liquidità, abbiamo investito in totale 92.86 ETH, per un controvalore totale di 300.000€, calcolato su un prezzo medio di carico di 3,230.65€ per ETH

Un investimento così consistente dimostra la nostra profonda fiducia nel potenziale di YNG e nel valore che attribuiamo a un mercato altamente liquido. A testimonianza di questa quota di liquidità, il nostro wallet custodisce ora gli LP (Liquidity Provider) token ricevuti in cambio, che ci garantiscono il diritto a una quota delle commissioni generate da ogni scambio. Come è tipico per le pool di liquidità, la quantità di YNG ed ETH bloccata in questi indirizzi è in costante fluttuazione, in base all’attività di trading.

Il ruolo della liquidità nel meccanismo economico di YNG

L’aggiunta di liquidità sui DEX è parte integrante della nostra strategia di supporto al token YNG. Non solo migliora l’esperienza di trading, ma riveste anche un ruolo fondamentale nel rafforzamento del nostro modello economico. Come spiegato nel nostro whitepaper, il meccanismo economico di YNG, che entrerà a pieno regime con il lancio del conto di pagamento, prevede una logica di “Buyback and Add Liquidity”. Le commissioni (fees) generate da queste nuove pool di liquidità su Uniswap, che si prospettano essere particolarmente rilevanti grazie all’importante quantità di valore monetario depositato al loro interno, andranno ad alimentare direttamente questo modello economico. Nello specifico, serviranno a riacquistare YNG dal mercato tramite buyback e verranno poi rimessi nelle pool o utilizzati per la crescita dell’ecosistema, aumentando costantemente la liquidità e legando il valore del token alla crescita della piattaforma. Le nuove pool su Uniswap saranno quindi un canale fondamentale per l’attuazione di questo meccanismo, garantendo stabilità e profondità al token.

Questo è un passo avanti concreto per Young Platform e per la nostra community. Continuiamo a costruire, passo dopo passo, un futuro finanziario in cui Euro e crypto convivono in un unico ecosistema efficiente e vantaggioso.

Fed: chi vuol essere il nuovo Presidente?

Fed: chi vuol essere il nuovo presidente?

La Fed cambia volto: a maggio il Presidente Jerome Powell terminerà il suo secondo mandato e Donald Trump dovrà scegliere il suo successore. Chi sarà?

La Fed, ovvero la banca centrale degli Stati Uniti, dopo otto anni passerà sotto la gestione di un nuovo Presidente: Jerome Powell, che attualmente siede sulla poltrona più alta, dovrà lasciare il posto a una nuova figura. Sarà compito del Presidente degli Stati Uniti scegliere l’erede. Vediamo i candidati più probabili.  

La Fed si prepara per il nuovo Presidente

La Fed, a maggio 2026, vedrà un cambio importante all’interno della sua struttura: il Presidente in carica, Jerome Powell, terminerà i suoi otto anni di mandato e verrà sostituito. Colui o colei che occuperà il vertice della banca centrale statunitense, sarà scelto o scelta direttamente da Donald Trump: dopo la nomina, però, il candidato Presidente della Fed dovrà ricevere anche l’approvazione del Senato degli Stati Uniti. 

Come vedremo, il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha comunicato una lista di cinque nomi, di cui almeno tre potenzialmente molto vicini alla nomina. L’unico spoiler che possiamo fare è che, nell’elenco fornito da Bessent, non figura Jerome Powell. Perché? Per almeno due motivi

Nessuna chance per Jerome Powell: dura lex, sed lex

Il primo è di natura legale: nonostante la legge in vigore negli USA – il Federal Reserve Act – non preveda un limite di mandati per il Presidente della Fed, Powell uscirà dai giri della banca centrale per una coincidenza di eventi abbastanza curiosa. 

Jerome Powell, infatti, è entrato in carica come Governatore nel maggio 2012 per completare il mandato non scaduto di Frederic Mishkin – un po’ come il trumpianissimo Stephen Miran, nominato Governatore nel luglio scorso a causa delle dimissioni della Governatrice Adriana Kugler.

Due anni dopo, nel giugno del 2014, Powell è stato ufficialmente nominato Governatore per un mandato pieno, che ha 14 anni di durata, con scadenza al 31 gennaio 2028. Nel 2018, Powell è poi stato promosso proprio da Donald Trump – durante il suo primo mandato – al ruolo di Chair (cioè Presidente) della Federal Reserve. Quattro anni dopo, al termine legale del mandato, è stato confermato da Joe Biden, che ai tempi era il Presidente degli Stati Uniti. Arriviamo, quindi, ai giorni nostri: nel 2026 saranno quattro anni dalla conferma di Biden e, di conseguenza, apparirà la parola “Fine”. 

Ma allora, se la legge non prevede un limite massimo di mandati per il Chair della Fed, perché Jerome Powell non potrà essere rieletto in quel ruolo? Perché il Federal Reserve Act prevede una regola fondamentale: il Presidente della Fed deve essere anche membro del Board of Governors, cioè dei Governatori della banca centrale. 

Questa regola, nel caso di Powell, non può essere applicata: anche se venisse rieletto nella posizione apicale fino al 2030, nel 2028 decadrebbe il suo status di Governatore, dal momento che avrebbe raggiunto i 14 anni di servizio iniziati nel 2014. A quel punto, verrebbe automaticamente rimosso dal ruolo di Presidente.  

L’antipatia dell’amministrazione trumpiana per Powell è cosa nota

Anche se questa regola non esistesse, la situazione non cambierebbe: le possibilità che Powell rientri nella lista di Bessent sarebbero prossime allo zero. E qui veniamo al secondo motivo, di natura più “relazionale”: Trump e compagnia non amano l’attuale Chair, per usare un eufemismo. 

Come abbiamo raccontato in varie occasioni, Il Presidente degli Stati Uniti ha spesso usato toni duri nei confronti di Jerome Powell, soprattutto in occasione dei FOMC estivi, quando il tanto agognato taglio dei tassi tardava ad arrivare. A causa di questa “lentezza”, Donald Trump ha iniziato a soprannominarlo Jerome “Too Late” Powell e ha minacciato più volte il suo licenziamento

Una volta escluso Powell dal roster dei papabili, vediamo quali sono i nomi scelti dal Segretario del Tesoro USA.

I candidati più probabili

Domenica 26 ottobre, mentre era in viaggio sull’Air Force One verso Tokyo, Scott Bessent ha riferito ai giornalisti di aver ristretto a cinque il numero dei candidati, a seguito del primo giro di colloqui – a cui dovrebbe seguirne un secondo. 

In lista, troviamo il consigliere di Trump Kevin Hassett, l’ex Governatore della Fed Kevin Warsh, l’attuale Governatore della Fed Christopher Waller, la Vicepresidente della Fed Michelle Bowman e il dirigente di BlackRock Rick Rieder. Vediamoli uno per uno.

Kevin Hassett

È un fedelissimo di Donald Trump: ha affiancato il Presidente degli Stati Uniti nel primo mandato come Chair del Council of Economic Advisors e tuttora ha un posto nell’amministrazione come direttore del National Economic Council. Inoltre, nel periodo compreso tra i due mandati, ha lavorato per il fondo di investimenti di Jared Kushner, genero dello stesso Trump. 

Date queste premesse, sarebbe lecito supporre che Hassett possa essere la scelta principale di Trump, un uomo politico che dà molto peso al fattore fedeltà. Tuttavia, ci sono un paio di considerazioni da fare a livello strategico. 

In primo luogo, la reazione dei mercati alla sua nomina potrebbe essere particolarmente negativa, dal momento che una Fed a guida Hassett verrebbe percepita come fortemente subordinata alle volontà del POTUS (President of the United States). 

In secondo luogo, qualora la Federal Reserve dovesse compiere delle scelte poco gradite a Trump, con conseguenze macroeconomiche altrettanto poco gradite, quest’ultimo potrebbe fare molta più fatica a incolpare uno dei suoi fedelissimi: la retorica che sta utilizzando contro Powell avrebbe un effetto ridotto. 

Kevin Warsh

Ex Governatore della Fed, è stato membro del Board of Governors durante la crisi finanziaria del 2008, per poi dimettersi nel 2011 a seguito della svolta della banca centrale statunitense verso il Quantitative Easing (QE) – cioè una politica monetaria più espansiva. È stato direttore esecutivo e vice presidente di Morgan Stanley e, ora come ora, è visiting fellow presso l’Università di Stanford.

Un curriculum di tutto rispetto che, giustamente, lo rende un potenziale successore di Powell. A ciò, si aggiungono le sue connessioni con l’ambiente conservatore americano: come Hassett, ha lavorato anche lui per la Casa Bianca come consigliere economico di George W. Bush (detto anche Bush figlio), che poi lo avrebbe nominato Governatore della Fed. Inoltre, la famiglia di sua moglie, la miliardaria Jane Lauder – nipote di Estée Lauder, fondatrice dell’omonima casa di cosmetici da 32 miliardi di market capè in ottimi rapporti con la famiglia Trump

Tuttavia, anche qui, ci sono un paio di considerazioni strategiche da fare, a partire dalla sua idea sulla politica monetaria. Warsh viene considerato un “falco” hawkish opposto a dovish – perché, a quanto si legge, è fissato col controllo dell’inflazione: è stato proprio questo il motivo principale alla base delle sue dimissioni da Governatore nel 2011.

Una Fed a guida Warsh, pertanto, sarebbe più incline ad implementare una politica economica più restrittiva o, comunque, meno espansiva.  Insomma, un atteggiamento molto diverso da quello del POTUS, che da mesi sta implorando Powell di tagliare i tassi. 

Christopher Waller 

Attualmente in carica come Governatore della Fed, nominato proprio da Trump nel 2020, Waller ha trascorso la sua vita tra le aule universitarie e gli ambienti della banca centrale degli USA. 

Ha insegnato come professore in varie università negli Stati Uniti – Indiana, Washington e Kentucky – e in Germania – Bonn University. Nel 2009, invece, entra nella sede della Fed di St. Louis, nel ruolo di Vice Presidente e research director, e contribuisce alla creazione di FRED (Federal Reserve Economic Data), un gigantesco database gratuito di dati economici e finanziari gestito dalla Fed. 

Waller vede il settore delle criptovalute sotto una luce positiva: il 21 ottobre, presso la Fed di Washington, ha presieduto la Payments Innovations Conference, un meeting che, per dirla proprio con le sue parole, aveva lo scopo di “riunire idee su come migliorare la sicurezza e l’efficienza dei pagamenti, ascoltando chi sta plasmando il futuro dei sistemi di pagamento“. Alla conferenza hanno partecipato, giusto per fare tre nomi, Sergey Nazarov, Co-Founder & CEO di Chainlink; Heath Tarbert, Presidente di Circle e Cathie Wood, CEO di Ark Invest

In tutto ciò, c’è un problema: la lunga esperienza di Christopher Waller all’interno dei circoli della Federal Reserve. Il futuro Chair scelto da Donald Trump, infatti, dovrà essere anche una figura nuova, in grado di riformare la struttura della Fed e renderla meno determinante per quanto concerne la gestione dell’economia. Waller, al contrario, potrebbe aver interiorizzato proprio queste dinamiche che Trump intende smontare, risultando così poco adatto al ruolo. 

Michelle Bowman

Michelle “Miki” Bowman è la prima dei due outsider, cioè di coloro che possiedono un background diverso rispetto a quello dei tre candidati appena esaminati. In ogni caso, Anche Bowman, come Waller, è una Governatrice in carica nominata da Trump nel 2018. Lo stesso Trump, a gennaio 2025, l’ha poi promossa a Vice Presidente della Fed, un ruolo che la pone solo un gradino sotto Jerome Powell.

Perché è un’outsider? Perché, mentre i vari Hassett, Warsh e Waller hanno una formazione prettamente economica o di alta finanza, Bowman è laureata in Pubblicità e Giornalismo e ha un master in Giurisprudenza

Prima di passare all’ultimo candidato, una nota su Michelle Bowman: è conosciuta per essere una che lotta con tenacia per portare avanti le sue istanze e raggiungere i suoi obiettivi, nonostante le pressioni politiche. Per esempio, ha espresso più volte dissenso nei confronti di molti dei provvedimenti dell’era Biden e, a settembre 2024, il suo è stato il primo voto contrario di un Governatore della Fed, dopo due decenni di voto unanime sulla politica monetaria. Una donna dal carattere forte che sicuramente potrebbe piacere a The Donald.  

Rick Rieder

Rieder è un outsider non tanto per il background accademico, quanto per il fatto che non è un membro dei Governatori della Fed. Parliamo, infatti, di un importante manager di BlackRock, con una profonda conoscenza del mercato obbligazionario, che è appunto la sua specialità. 

Rieder, quindi, è estraneo – non del tutto – ai meccanismi della banca centrale e alle sottotrame politiche di Washington, ma ha molta familiarità con l’alta finanza e con la burocrazia che la riguarda. In questo senso, potrebbe essere considerato come l’antitesi di Waller

Infine, Rieder è conosciuto per i suoi orari lavorativi estenuanti: si dice che si alzi dal letto ogni giorno alle 03:30 del mattino, proprio per avere qualche ora di vantaggio sui suoi competitor.     

Quali sono le probabilità per ognuno dei candidati?

Bene, abbiamo esaminato i potenziali eredi di Jerome Powell, è ora di dare un’occhiata ai bookmakers, cioè Polymarket

Al momento della scrittura, le probabilità per ciascun nome sono: 

  • Kevin Warsh: 15%
  • Kevin Hassett: 15%
  • Chris Waller: 14%
  • Scott Bessent: 5%
  • Rick Rieder: neanche quotato
  • Nessun annuncio prima di dicembre: 53%

Perché c’è anche Scott Bessent? Perché Donald Trump, nel suo viaggio di fine ottobre verso Tokyo, ha dichiarato ai giornalisti che stava pensando proprio a lui come Chair della Fed ma che lo stesso Bessent avrebbe rifiutato perché “gli piace lavorare al Tesoro”. Qualche minuto dopo avrebbe fatto marcia indietro dicendo che “Non stiamo pensando a lui, in realtà”. 

Insomma, chi vincerà la corsa alla presidenza della Fed? O per dirla col titolo dell’articolo: chi vuol essere il nuovo Presidente?

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Due storie sull’utilità della VPN

Ora che è chiaro cos’è una VPN e perché, nello specifico, collaboriamo con NordVPN, è arrivato il momento di comprendere i motivi che fanno di questa tecnologia uno strumento, per molti, indispensabile.

Gli Emirati Arabi Uniti: il problema del dissenso politico

Secondo Cybernews, negli Emirati Arabi Uniti (EAU), la percentuale di user di VPN nel 2024 è aumentata dell’83,5% rispetto all’anno precedente. Questo significa che il numero totale di persone che usano la VPN è quasi raddoppiato in un anno.

I motivi sono legati al quadro normativo degli EAU, che si fonda su un forte controllo di internet. Nello specifico, la monarchia emiratina, che non ammette dissenso politico, controlla e blocca tutti i contenuti giudicati politicamente sensibili, tra cui quelli di critica al governo o quelli che violano le regole socio-culturali. 

Per ovviare a questo problema e proteggersi, come abbiamo visto, sempre più cittadini degli Emirati Arabi Uniti utilizzano quotidianamente i servizi offerti dalla VPN.

Il Regno Unito: l’Online Safety Act 

Nel Regno Unito, con “Online Safety Act”, moltissimi siti e applicazioni implementeranno sistemi per verificare l’identità e raccogliere informazioni sensibili di milioni di utenti. 

Tra questi, troviamo quelli di uso quotidiano che spesso utilizziamo per intrattenerci, informarci o per inviarci messaggi: X (ex Twitter), Telegram, Reddit e Discord, per fare qualche esempio. 

Grazie alla VPN, quindi, i cittadini britannici possono connettersi a un server in Finlandia ed evitare le restrizioni geografiche imposte dal governo del loro paese – che, tra l’altro, + a conoscenza del fatto che la VPN, effettivamente, potrebbe rendere vani gli sforzi dell’Online Safety Act. 
Inutile dire che anche in UK il bacino di utenza delle VPN sta esplodendo: secondo un sondaggio del 2025 commissionato proprio da NordVPN, l’80% dei cittadini del Regno Unito sa cosa sia una VPN, mentre il 32% la utilizza costantemente.

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Riunione BCE ottobre 2025: i risultati

Riunione BCE ottobre 2025: i risultati

La BCE si è riunita il 30 ottobre per decidere le politiche monetarie dell’Eurozona: cosa è successo ai tassi di interesse? Qui i risultati

La riunione della Banca Centrale Europea di giovedì 30 ottobre 2025 ha visto i membri del Consiglio Direttivo riunirsi per discutere, tra le altre cose, in merito alle politiche monetarie dell’Eurozona. Sul tavolo, le decisioni relative al taglio dei tassi di interesse, complicate dai recenti annunci di Donald Trump sui dazi. Quali sono i risultati?

Riunione della BCE: qual è il contesto economico?

La settima riunione della BCE nel 2025 è avvenuta in uno scenario economico complesso, in cui i mercati sono in una fase abbastanza stabile ma con un occhio fisso all’incertezza, tra guerre e tariffe doganali. I temi principali hanno riguardato soprattutto l’inflazione, al 2,2% secondo l’ultima rilevazione, e la crescita economica. Vediamo nel dettaglio cosa si è deciso.

La BCE mantiene invariati i tassi di interesse

Giovedì 11 settembre, Francoforte. Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato la sua decisione in materia di politica monetaria per l’area euro. Come atteso dalla maggioranza degli analisti, la BCE ha deciso di mantenere invariati i suoi tre tassi di interesse chiave. Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali resta stabile al 2.15%, così come il tasso sulla marginal lending facility al 2.40% e il tasso sui depositi presso la banca centrale al 2%.

Le motivazioni dietro la scelta

La BCE ha spiegato che la decisione è stata guidata dal fatto che il processo di disinflazione è in linea con le aspettative: come abbiamo anticipato, l’ultima rilevazione ha mostrato un’inflazione nell’area euro attestarsi al 2,2%, poco distante dagli obiettivi fissati dal Consiglio direttivo. L’economia dell’Eurozona, dall’altro lato, ha mostrato resilienza nei confronti dei recenti shock che hanno colpito il mercato globale, anche grazie al “vigore del mercato del lavoro, alla solidità dei bilanci del settore privato e alle passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo” che “rimangono fattori importanti alla base della capacità di tenuta dell’economia“. 

Prospettive Future:

Mantenere i tassi di interesse a un livello basso è una misura di politica economica espansiva che ha l’obiettivo di sostenere la crescita riducendo il costo del denaro: le imprese possono chiedere prestiti più facilmente, producono più ricchezza e l’economia ne beneficia. Quando il denaro costa meno anche i mercati azionari ne traggono vantaggio, dal momento che i tassi bassi stimolano la circolazione del capitale: da un lato le imprese chiedono più facilmente i soldi in prestito, hanno più margine per operazioni finanziarie, acquisizioni ed espansioni. Così incrementano i potenziali guadagni e con essi la probabilità che il prezzo delle azioni salga.

Dall’altro gli investitori si spostano da titoli più stabili ma meno profittevoli, come le obbligazioni, ad asset finanziari più rischiosi con ritorni potenziali più alti. In questa seconda seconda categoria rientrano le azioni e i relativi indici, ma anche le criptovalute.

Con questa riunione, la BCE conferma la traiettoria

La riunione della BCE di settembre 2025 ha decretato il mantenimento dei tassi di interesse ai livelli di settembre. Nonostante il contesto globale fortemente confuso, l’inflazione continua a reggere botta e la Banca Centrale segnala un cauto ottimismo: con questa decisione conferma la sua traiettoria futura ma “seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione“.

Le settimane che verranno saranno fondamentali per capire se i dati confermeranno lo scenario attuale e quale sarà la prossima mossa dell’Eurotower: l’ottava e ultima riunione di politica monetaria del 2025 è prevista per il 17-18 dicembre

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Young si evolve: conto, carta e cashback in arrivo

Young si evolve: conto, carta e cashback in arrivo

Young Platform continua a scalare il proprio ecosistema: non solo exchange, ma anche conto di pagamento con carta (e cashback). Inizia una nuova era

Siamo pronti al grande salto: manca davvero poco e Young Platform integrerà a tutti gli effetti il conto di pagamento, con carta di debito e cashback fino al 3,6% sulle spese quotidiane. Comincia un nuovo percorso, guidato dalla volontà di valorizzare la libertà finanziaria attraverso il primo conto crypto-nativo in Italia e in Europa. 

Ve l’avevamo promesso ed è successo: arriva il conto Young 

È stato un percorso lungo e complesso, ma estremamente motivante: siamo partiti mesi fa, lanciando una sfida ambiziosa con l’obiettivo di cambiare le regole del gioco. Una sfida che la nostra community ha accolto a braccia aperte

Il concetto di fondo che ha mosso le nostre iniziative – ci teniamo a rimarcarlo – è stato sempre e soltanto uno: restituire alle persone quel potere finanziario che, per troppo tempo, hanno creduto di non possedere.

Prima, con The Box, abbiamo cercato di mettere in luce la scatola virtuale che concretamente influenza la nostra quotidianità: limiti, barriere e stereotipi che frenano l’intraprendenza finanziaria del singolo, in nome del mantenimento dello status quo.   

Poi, con The Unbox, abbiamo gettato le basi per la rimozione di questa scatola con uno scopo tanto impegnativo quanto gratificante: evadere da questo recinto invisibile per osservare coi propri occhi che, effettivamente, un’alternativa esiste

Infine eccoci qua, col nostro conto di pagamento crypto-nativoche unisce la praticità della finanza tradizionale con le potenzialità rivoluzionarie delle criptovalute”, per utilizzare le esatte parole del nostro Co-CEO Andrea Ferrero

Data l’importanza dell’aggiornamento, e dato che ci piace fare le cose ad arte, abbiamo programmato l’uscita di queste nuove funzionalità in tre fasi, che riveleremo gradualmente.   

Via alla fase uno: Family and Friends    

Il primo step avrà luogo a partire da giovedì 30 ottobre e sarà riservato al team di Young Platform e alla relativa cerchia ristretta di amici e familiari – motivo per cui lo abbiamo chiamato Family and Friends. Questi saranno i primi utenti a poter toccare con mano le novità dell’update: potranno testare il conto di pagamento e, soprattutto, utilizzare la carta Young e ricevere il cashback che, ricordiamo, può salire fino al 3,6%

Questa tappa, come è logico che sia, è finalizzata sia alla rilevazione di eventuali errori, sia alla ricezione di feedback esterni connessi alla user experience: vogliamo consegnare al nostro pubblico un prodotto che sia quanto più possibile vicino alla perfezione

Una volta terminato il Family and Friends, conto di pagamento e carta saranno disponibili anche per gli utenti esterni, ma non nello stesso momento. La seconda fase, infatti, sarà riservata ai membri del Club e ai vincitori della carta nei concorsi a premi, che avranno l’opportunità di sperimentare le potenzialità in anteprima rispetto al resto della Community.

Dare la precedenza ai membri dei Club è uno dei nostri modi per ringraziare coloro che, da sempre, credono in questo progetto. Ma non preoccuparti: se stavi pensando di iscriverti a un Club, questo è il momento adatto: oltre alle varie agevolazioni dedicate, tra cui sconti sulle commissioni fino al 90% e bonus sullo staking fino al 70% APY, avrai anche tu la possibilità di accedere alle nuove funzionalità in anticipo, all’inizio della seconda fase. 

Token YNG: Report 3° Trimestre 2025

Token Young (YNG): Report Speciale lancio su Uniswap (Q3 2025)

Il Report del terzo trimestre del 2025 sul token YNG. Cos’è successo? Quali sono i prossimi passi da compiere?

Il terzo trimestre del 2025 ha segnato un capitolo di crescita senza precedenti per l’ecosistema Young Platform, consolidando la svolta strategica avviata con il listing di YNG su Uniswap. Quello che nel Q2 era un punto di partenza è oggi diventato un potente acceleratore che ha proiettato il nostro token verso nuovi orizzonti di valore e visibilità.

Questo report analizza i risultati di un periodo entusiasmante, caratterizzato da una forte validazione da parte del mercato e da un intenso lavoro su più fronti: dal consolidamento della nostra presenza nella DeFi al potenziamento delle iniziative di community engagement come The Unbox, passando per gli importanti progressi sul piano normativo in vista del MiCA e la nostra partecipazione a eventi chiave del settore.

Come per le edizioni precedenti, salvo quella per il secondo trimestre del 2025 (un’edizione speciale per celebrare il lancio su Uniswap), il report è strutturato in due versioni:

  • Una pubblica, che offre una panoramica chiara dei traguardi raggiunti, degli eventi e delle novità che hanno caratterizzato il trimestre.
  • Una esclusiva e approfondita, riservata ai membri dei Club, con analisi dettagliate sui dati di mercato, sulle strategie, sulle tokenomics e sulle anticipazioni sulla nostra roadmap.

Se stai sudando in preda ad un attacco di curiosità estrema c’è soltanto una cosa che puoi fare: iscriverti ai Club di Young Platform. Se invece ne fai già parte…cosa ci fai ancora qua? Corri a controllare la tua casella di posta: ti aspetta la versione deluxe – per dirla in termini musicali – di questo Report.

Il 2025 fino ad oggi: il mercato convalida la nostra visione

Il lancio su Uniswap a luglio non è stato soltanto un traguardo tecnico, ma l’inizio di una nuova era per YNG. L’approdo sul mercato decentralizzato ha innescato una reazione straordinaria, che si è tradotta nella performance di prezzo più significativa della nostra storia.

Listing su Uniswap e price action: oltre le aspettative

L’entusiasmo suscitato dal listing si è tradotto in una price action eccezionale. Dal giorno dell’annuncio a inizio luglio, il prezzo di YNG è cresciuto di oltre il 300%, passando da un valore di circa 0,20 € a un nuovo massimo storico di 0,95 €.

Questo risultato non è un evento casuale, ma la prima conferma tangibile che la nostra strategia di lungo termine sta dando i suoi frutti. La scelta di perseguire una crescita organica e sostenibile si è rivelata, per ora, vincente. Abbiamo protetto la community e permesso al valore reale del nostro ecosistema di emergere in modo sano.

Nonostante questo traguardo, crediamo che il potenziale di YNG sia ancora in gran parte inespresso. Una capitalizzazione di mercato che si attesta sotto i 30 milioni di euro non riflette ancora pienamente il valore di un’azienda leader nel suo mercato nazionale e con chiare ambizioni di espansione europea

L’adozione di un ecosistema è un processo lungo, fondato sul lavoro quotidiano e sulla fiducia degli utenti. Ogni giorno lavoriamo per massimizzare il valore che offriamo in cambio di quella fiducia, e i risultati di questo trimestre ci dicono che siamo sulla strada giusta.

The Unbox

Il terzo trimestre ha visto la conclusione di The Unbox, il nostro concorso a premi più ambizioso di sempre, che ha agito da ponte strategico per il lancio del conto di pagamento e della carta di debito. Partendo dal successo della prima edizione, abbiamo elevato l’asticella sia nel valore del montepremi sia nelle meccaniche di gioco, con risultati che hanno superato ogni aspettativa.

L’impatto sull’engagement è stato eccezionale: l’attività sulla piattaforma è cresciuta, registrando picchi di partecipazione paragonabili a quelli di massima euforia del mercato.

Un ruolo chiave in questo successo è stato svolto dal Boost Holder, il meccanismo pensato per premiare chi deteneva YNG nel proprio portafoglio. Offrendo gemme bonus settimanali in base alla quantità di token posseduti, abbiamo creato un circolo virtuoso che ha legato direttamente la partecipazione al concorso all’utilità del nostro token, catalizzando l’interesse della community e rafforzando la domanda di YNG.

Il terzo trimestre ha registrato una performance economica di grande rilievo, trainata dalle efficaci campagne di marketing e dai concorsi “The Unbox” e “The Box”. Questi risultati testimoniano la concreta capacità del token YNG di creare valore per l’ecosistema. Nello specifico, il volume di scambi sulla coppia YNG/EUR ha superato i 17 milioni di euro, a cui si aggiungono 2,7 milioni di euro sulle pool decentralizzate. Tale performance segna un incremento di circa l’8.000% rispetto al volume totale di 250.000 euro del Q3 2024.

Roadmap: il Conto e la Carta Young Platform sono quasi qui

The Unbox era l’evento che ci avrebbe portato al lancio del conto. In merito a questo tema siamo entusiasti di annunciare che il prossimo grande passo della nostra evoluzione è ormai imminente: il conto di pagamento e la carta Young Platform stanno per diventare realtà.

In questo momento, la funzionalità è in fase di “Family and Friends”, un periodo finale di testing in cui il nostro team e un gruppo di utenti selezionati la stanno già utilizzando quotidianamente. Questa fase terminerà a novembre, e subito dopo inizierà il rilascio graduale al pubblico, con accesso prioritario per i membri dei Club e ai vincitori della carta di debito dei due concorsi a premi del 2025 (The Box e The Unbox).

Questo progetto riflette pienamente la nostra filosofia, che mette al primo posto la soddisfazione e la tutela dei clienti. Abbiamo scelto di percorrere una strada diversa rispetto agli approcci più speculativi del settore. Eventi recenti, che hanno visto liquidazioni per 19 miliardi di dollari, dimostrano i rischi di un sistema basato su leve finanziarie estreme.

Il nostro obiettivo non è offrire strumenti che trasmettono l’illusione di potersi arricchire velocemente, ma guidare gli utenti in un percorso di investimento consapevole e sostenibile. Crediamo che investire debba essere un’attività a ‘quasi zero effort’, integrata nella vita di tutti i giorni. Il conto e la carta sono gli strumenti con cui trasformiamo questa visione in realtà.

MiCA: il nostro percorso verso la piena conformità

Il terzo trimestre è stato cruciale anche sul fronte normativo, con progressi significativi nel nostro percorso di allineamento al nuovo Regolamento europeo sui mercati delle cripto-attività (MiCA). Vogliamo ribadire il nostro totale impegno ad operare in piena conformità con questo quadro normativo, che rappresenta un passo fondamentale per la trasparenza e la tutela degli investitori in Europa. Sebbene avessimo da tempo avviato tutte le attività necessarie per adeguarci, con l’obiettivo di presentare l’istanza definitiva entro la scadenza del 31 giugno 2025, una proroga del termine precedente ci ha reso impossibile rispettare tale scadenza. In ogni caso siamo pronti a ottenere l’autorizzazione dall’Autorità di Vigilanza entro la “nuova” scadenza: il 30 dicembre 2025.

Grazie a un regime transitorio previsto dalla normativa italiana, siamo autorizzati a continuare a fornire i nostri servizi in piena conformità e senza interruzioni, garantendo un passaggio ordinato al nuovo sistema. Per i nostri utenti, questo significa che non ci sarà alcun impatto immediato. Potete continuare a utilizzare la piattaforma come avete sempre fatto, senza la necessità di alcuna azione da parte vostra. Le funzionalità, i servizi e le condizioni contrattuali rimarranno invariati durante questo periodo di transizione

Il nostro team legale e di compliance è già al lavoro per assicurare che ogni aspetto della nostra operatività soddisfi i più alti standard richiesti da MiCA. Manterremo un dialogo aperto e trasparente, impegnandoci a tenervi costantemente aggiornati sull’avanzamento del processo. Questo percorso non è solo un obbligo normativo, ma una conferma della nostra responsabilità nel costruire un ecosistema crypto sempre più sicuro e affidabile.

Gli eventi strategici e il futuro di Young Group

Infine, ma non per importanza, il terzo trimestre ha segnato la nascita ufficiale di Young Group, un’evoluzione strategica celebrata durante un evento esclusivo tenutosi il 19 settembre nella prestigiosa cornice di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. In questa occasione abbiamo svelato la nostra trasformazione da exchange a Super App finanziaria: un ecosistema integrato che offrirà trading su exchange decentralizzati (DEX), prestiti collateralizzati, carta di debito e conto di pagamento e l’integrazione di perpetual futures, stock e ETF. Un pilastro di questa strategia è l’integrazione di Fleap S.p.A., piattaforma autorizzata da CONSOB per la tokenizzazione di asset reali, che ci posiziona al centro della finanza digitale europea. Il nostro co-CEO Andrea Ferrero ha sottolineato come questa evoluzione rappresenti il passo successivo della nostra missione: dopo aver reso sicuro e accessibile Bitcoin cinque anni fa, oggi l’obiettivo è integrare l’intera economia on-chain all’interno della nostra app.

La nostra presenza non si è limitata a questo. Siamo stati protagonisti dell’Italian Tech Week, l’evento tecnologico più importante d’Italia, dove abbiamo organizzato la “Crypto Night”, presentando la nostra visione a oltre 1500 innovatori e appassionati di tecnologia.

Il nostro raggio d’azione si è poi esteso sulla scena globale. A fine ottobre, infatti, il nostro Chairman Nicolas Bertrand porterà il modello di Young Group sul palco del Blockchain Life 2025 a Dubai, uno degli eventi crypto più importanti al mondo. La sua filosofia, che è il cuore della nostra strategia, è chiara: il successo nel fintech non risiede solo nella tecnologia, ma in un perfetto equilibrio tra regolamentazione, accessibilità e fiducia. Mentre altri si ossessionano con l’ottimizzazione dell’hashrate, la nostra ossessione è ottimizzare il “trust flow”: quel flusso di fiducia che permette a milioni di persone di avvicinarsi a questo mondo in sicurezza, traducendo la complessità della blockchain in un’esperienza umana.

Il terzo trimestre del 2025 ha dimostrato la forza della nostra visione e la capacità del nostro ecosistema di accelerare in modo esponenziale. La validazione del mercato, il lancio di Young Group e la roadmap di prodotto sempre più concreta sono i risultati di un lavoro strategico che poggia su basi solide e su una community forte.

Ma ciò che avete letto finora è solo la parte visibile di questa accelerazione.

Abbiamo scelto di riservare le analisi più strategiche e i dati più sensibili unicamente ai membri dei nostri Club. Sono loro i veri protagonisti del nostro ecosistema e meritano un livello di trasparenza senza precedenti sulle decisioni che ne guidano il futuro.

Per questo, nella versione del report riservata ai membri dei Club, troverai:

  • Trasparenza sulla tokenomics: con i dettagli sull’inizio della distribuzione dei token al team, gestita per allineare gli interessi a lungo termine.
  • Il futuro del modello economico: un approfondimento su come e quando verranno attivati i meccanismi di buyback con il lancio della nuova carta.
  • Dati esclusivi sui Club: numeri aggiornati sui membri e l’analisi dell’impatto dei loro acquisti sulla performance del token.
  • Uno sguardo alla roadmap futura: le nostre strategie e i piani per i prossimi listing su altri exchange centralizzati.

Questi approfondimenti strategici sono un’esclusiva per chi vive l’ecosistema Young Platform da protagonista e vuole comprendere a fondo le leve che ne guideranno la crescita futura.

Riunione FED ottobre 2025: cos’è successo?

Riunione FED ottobre 2025: cos’è successo?

Riunione FED ottobre 2025: il FOMC taglia i tassi di interesse di 25 punti base (pbs). Quali sono le motivazioni? Come hanno reagito i mercati?

Si è appena conclusa la riunione della FED del 28-29 ottobre 2025 in cui il Presidente Jerome Powell ha comunicato la decisione del FOMC sui tassi di interesse. Come previsto, il Comitato ha scelto di tagliare i tassi di 25 pbs, nel range tra il 3,75% e il 4%.

Riunione FED ottobre 2025: come da previsione, il FOMC taglia i tassi

Al termine della sua riunione del 29 ottobre 2025, il Federal Open Market Committee (FOMC) ha annunciato la sua attesa decisione sulla politica monetaria statunitense. Il comitato guidato da Jerome Powell ha optato per tagliare i tassi di interesse di 25 pbs, nel range tra il 3,75% e il 4%, come previsto.

Le motivazioni

Anche questa volta, il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che, in un contesto in cui sia l’inflazione che la disoccupazione crescono, contenere la seconda è diventato la priorità – rimarcando, sostanzialmente, quanto detto a Jackson Hole e in occasione del FOMC di settembre.  

Di conseguenza, continua Powell, il FOMC ha optato per il taglio dei tassi di interesse, per stimolare l’economia e favorire il mercato del lavoro. Nonostante questo cambio di rotta, conclude, la FED rimane concentrata su entrambi gli obiettivi: massima occupazione e inflazione contenuta intorno al 2%.

Nella conferenza stampa, Jerome Powell ha sostanzialmente rimarcato i punti toccati nel comunicato ufficiale: “con l’aumento dei rischi al ribasso per l’occupazione, l’equilibrio dei rischi si è spostato. Di conseguenza, abbiamo ritenuto appropriato, in questa riunione, compiere un ulteriore passo verso una posizione di politica più neutrale”. Ormai, questa frase è diventata un classico nelle varie dichiarazioni: è possibile ritrovarla scritta nello stesso identico modo negli ultimi tre discorsi ufficiali di Powell.

In ogni caso, il Presidente Powell ha poi parlato dell’effetto inflattivo dei dazi doganali, suggerendo che il rialzo dei prezzi potrebbe essere uno shock di breve termine, anche se è possibile che ciò si traduca in un rincaro permanente. Qualora si verificasse il secondo scenario, continua,”il nostro compito è garantire che un aumento una tantum del livello dei prezzi non si trasformi in un problema di inflazione persistente”. Infine, ha sottolineato il fatto che l’economia statunitense sembra leggermente più solida del previsto, anche se lo shutdown sta causando qualche miliardo di perdite.

Sarà, quindi, importante monitorare l’andamento dell’inflazione e dell’occupazione di novembre – shutdown permettendo – per cercare di prevedere l’esito dell’ultima riunione dell’anno, prevista per il 9-10 dicembre.

In merito, il Presidente della Fed ha dato un’informazione che non è piaciuta molto ai mercati: “un’ulteriore riduzione del tasso di riferimento nella riunione di dicembre non è una conclusione scontata, anzi, tutt’altro. La politica monetaria non sta seguendo un percorso prestabilito“.

Come si sono mossi i mercati

L’esito di questa riunione era ampiamente previsto e i mercati hanno reagito in modo abbastanza contenuto all’annuncio ufficiale del 29 ottobre: come abbiamo anticipato, il verdetto di questa riunione era praticamente scontato – ma la frase “un’ulteriore riduzione non è una conclusione scontata“, ha provocato qualche malumore . Entriamo un po’ più nel dettaglio.

Partendo dalle borse americane, il Nasdaq 100 ha chiuso in positivo dello 0,4%, recuperando dopo una perdita dello 0,8% iniziata un’ora prima dell’annuncio. L’S&P500, invece, ha chiuso con un leggero guadagno dello 0,2%. Montagne russe per l’indice che rappresenta l’andamento dei 30 titoli più importanti del mercato USA, il Dow Jones: dopo aver perso quasi lo 0,8% in dieci minuti, al momento dell’annuncio, l’indice ha chiuso riprendendo parte del terreno perso.

Passando ai mercati europei, la situazione, al momento della scrittura, è abbastanza negativa: Londra apre e perde immediatamente lo 0,4% in cinque minuti, mentre Milano è giù dello 0,8%. Anche Parigi non se la passa bene: apre con un -0,6%, rimbalza e recupera totalmente la perdita, salvo poi crollare di nuovo e fermarsi con un -0,73% dall’apertura. Chiudiamo con Francoforte, che apre in positivo dello 0,37%, per poi perdere tutto quanto e assestarsi a -0,2% dal valore di stamattina alle 9.

Comportamento molto positivo per il DXY, che misura l’andamento del dollaro USA contro le sei principali valute del mondo: dopo aver guadagnato lo 0,72% nelle due ore immediatamente precedenti alla conferenza di Powell, all’annuncio del taglio dei tassi ritraccia perdendo lo 0,44% per poi cambiare rotta e tornare ai livelli pre-FOMC. Attualmente, 1$ = 0,861€ – prima del FOMC, 1$ = 0,863€.     

Come ha reagito il mercato crypto?

Bene, ma niente di eccezionale: come abbiamo più volte sottolineato, l’esito era abbastanza scontato. Ad ogni modo, nelle ore successive all’annuncio, Bitcoin ha reagito malino, perdendo il 2%, per poi riprendersi: a meno di 24 ore dal FOMC, viaggia sui 110.100$ (-0,6%). 

Comportamento simile per Ethereum, che in un primo momento sale di prezzo, poi scende, poi risale e poi riscende: dopo questo tira e molla, ETH si trova a quota 3,890$. In definitiva, al momento in cui scriviamo, si trova a -0,67% rispetto al pre-FOMC.

Prossime riunioni della FED: taglio dei tassi all’orizzonte?

L’opinione, attualmente, è divisa in due: c’è chi prevede un taglio dei tassi di interesse nella riunione di dicembre e chi invece prende alla lettera le parole di Powell sul prossimo meeting, che abbiamo riportato sopra. 


Inoltre, il trumpianissimo Stephen Miran, nuovo membro del Board della FED subentrato a causa delle dimissioni dell’ex governatrice democratica Adriana Kugler, oltre ad essere un forte sostenitore di Bitcoin, è anche convinto della necessità di abbassare il costo del denaro: è stato l’unico tra i membri del FOMC, a votare per il taglio di 50 punti base.

L’appuntamento è vper il FOMC del 9-10 dicembre: entra nel nostro gruppo Telegram o iscriviti a Young Platform e tieniti informato sulle notizie rilevanti che muovono i mercati!

Inflazione USA: il dato del CPI oggi

Inflazione USA: il dato del CPI di oggi

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America.

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.

CPI significato

Tecnicamente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato. 

Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.

Perché è importante?

Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, si deve spendere di più per vivere come si faceva prima.

Bitcoin e CPI: come sono legati?

Quando più di un mese fa (16-17 ottobre) la Fed ha comunicato il taglio dei tassi di 25 punti base, il prezzo di Bitcoin non ha reagito in modo così netto, perché la decisione era ampiamente prevista. Infatti, il Presidente Jerome Powell, già nel suo discorso a Jackson Hole, aveva già lasciato intendere che la FED, nelle valutazioni relative alla politica monetaria, avrebbe dato priorità al contenimento del tasso di disoccupazione piuttosto che al mantenimento della stabilità dei prezzi. 

In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) perde leggermente di rilevanza rispetto ad altri indicatori, Non Farm Payroll e tasso di disoccupazione in primis. In ogni caso, resta uno strumento fondamentale per comprendere l’andamento dell’inflazione e cercare di prevedere il comportamento della banca centrale americana: un CPI stabile o in diminuzione alzerebbe notevolmente le probabilità – già elevate – di un taglio dei tassi al FOMC del 28-29 ottobre.

L’ultima volta che è successo

L’ultimo CPI di settembre è risultato in linea con le previsioni ma più alto rispetto al CPI di agosto: il dato non ha modificato le scelte della Fed la quale, come abbiamo già spiegato, dalla fine di agosto si sta concentrando maggiormente sull’andamento della disoccupazione.

Una curiosità: questo CPI è “diverso” dal solito, perché avviene in un contesto di shutdown. Per chi non lo sapesse, il government shutdown – letteralmente “chiusura del governo” – si verifica quando il Congresso non approva il bilancio federale, ovvero la gestione della spesa pubblica (l’equivalente della nostra legge di bilancio). In questa situazione, vengono automaticamente bloccate tutte le spese non essenziali fino al raggiungimento di un accordo sul bilancio che soddisfi Repubblicani e Democratici.

Anche il Bureau of Labor Statistics, l’ente responsabile della pubblicazione dei dati sul lavoro e sull’inflazione, rientra fra i “non essenziali”: questo mese, infatti, non sono usciti aggiornamenti né sui Non Farm Payroll né sul tasso di disoccupazione. 

In teoria, il BLS non avrebbe dovuto comunicare neanche il CPI di ottobre: si tratta di un’eccezione dettata dalla necessità di determinare l’adeguamento annuale al costo della vita che si basa, appunto, sull’inflazione destinato ai beneficiari della Social Security Administration.

Quindi, com’è andato il CPI di oggi?

CPI di ottobre 2025: l’analisi dei dati

Il 24 ottobre 2025, il BLS ha pubblicato i dati CPI di settembre 2025 ricordiamo che i valori di questo mese si riferiscono al mese scorso. Secondo il rapporto, il CPI mensile (MoM) è aumentato dello 0,3% sul mese precedente, così come il CPI anno su anno (YoY), in crescita del 3%.

Questo CPI è abbastanza positivo, poiché entrambe le rilevazioni sono inferiori dello 0,1% rispetto alle previsioni: gli analisti si aspettavano un incremento del CPI MoM pari allo 0,4% e del CPI YoY pari al 3,1%.

Tuttavia, come si può notare dai dati storici qui sotto, il CPI anno su anno sembra allontanarsi sempre di più dal target del 2% imposto dalla Fed.

Dati storici del CPI YoY nel 2025

Ecco com’è andato il CPI nei primi mesi del 2025:

Ottobre 2025: 3% (previsto 3,1%)
Settembre 2025: 2,9% (previsto 2,9%)
Agosto 2025: 2,7% (previsto 2,7%)
Luglio 2025: 2,7% (previsto 2,7%)
Giugno 2025: 2,4% (previsto 2,5%)
Maggio 2025: 2,3% (previsto 2,4%)
Aprile 2025: 2,4% (previsto 2,5%)
Marzo 2025: 2,8% (previsto 2,9%)
Febbraio 2025: 3% (previsto 2,9%)
Gennaio 2025: 2,9% (previsto 2,9%)

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Il calendario dei risultati trimestrali delle aziende quotate

Trimestrali NVIDIA e azionario: calendario e previsioni

Scopri il calendario dei dati trimestrali di NVIDIA e delle aziende più importanti dell’azionario

Il calendario dei dati trimestrali di NVIDIA e delle aziende più importanti dell’azionario è uno strumento essenziale per seguire al meglio i mercati. Ogni tre mesi, NVIDIA e tutte le aziende quotate sono tenute a pubblicare le trimestrali. Questi report contengono i risultati finanziari dell’azienda per l’ultimo trimestre, tra cui ricavi, profitti, spese, previsioni future e molto altro.

Scopri perché sono importanti, come influenzano le decisioni degli investitori e il calendario completo e aggiornato in questo articolo.

Trimestrali: perché le aziende come NVIDIA devono pubblicarle?

Prima di addentrarci nel calendario delle trimestrali di NVIDIA e delle altre aziende principali del mercato azionario, è utile capire alcune caratteristiche di questi report. Innanzitutto, va specificato che la pubblicazione di questi documenti è un obbligo normativo, volto a garantire un livello di trasparenza accettabile all’interno dei mercati. 

La pubblicazione delle trimestrali consente agli investitori di valutare l’andamento di un’azienda, comprendendo se sta crescendo, se è in grado di registrare profitti e fornendo gli elementi necessari per decidere se comprare o vendere le sue azioni.

Le trimestrali non sono solo un’indicazione della salute finanziaria di un’azienda, ma anche uno strumento per confrontarla con i suoi competitor. Per esempio, i risultati di NVIDIA possono essere utilizzati per confrontare l’azienda con altre nel settore tecnologico. Nel 2025, per esempio, la quotazione delle azioni di NVIDIA, che produce GPU, è cresciuta del 32% circa, portando la capitalizzazione di mercato dell’azienda a 4,38 trillion di dollari. 

Il prezzo delle azioni rappresenta il valore reale di NVIDIA? La market cap è ancora giustificata? Le risposte a queste domande, almeno in parte, possono essere trovate analizzando le trimestrali.

Come influenzano i mercati

Le trimestrali di NVIDIA, così come quelle di tante altre aziende quotate, hanno un impatto significativo sui mercati. Tuttavia, l’effetto che queste hanno non è mai scontato e richiede esperienza e una comprensione approfondita per essere interpretato correttamente.

Intuitivamente, si potrebbe pensare che, quando i risultati di un’azienda sono positivi, il prezzo delle sue azioni è destinato a salire. In realtà, la reazione del mercato a questi dati non è così lineare.

La verità è che non esiste una formula precisa per prevedere come reagirà il mercato ai dati trimestrali. Le reazioni possono essere influenzate da molteplici fattori. Le aspettative degli investitori sono cruciali: se i risultati di un’azienda sono in linea con le previsioni degli analisti, o meglio ancora li superano, il titolo tenderà a salire. Tuttavia, se i risultati sono positivi ma non riescono a superare le aspettative, il titolo potrebbe scendere.

Un altro fattore determinante è il contesto macroeconomico. I mercati adesso si trovano in un periodo di incertezza e debolezza a causa dell’atteggiamento imprevedibile di Donald Trump, che impedisce agli investitori di avere una visione chiara del prossimo futuro, e del caos geopolitico causato dalle guerre in corso.

In questa situazione altalenante, anche una trimestrale positiva potrebbe non ricevere l’attenzione che merita. Per esempio, se durante il prossimo Federal Market Open Committee (FOMC) la Federal Reserve dovesse alzare o mantenere invariati i tassi di interesse, anche dei risultati trimestrali ottimi potrebbero non influire positivamente: in due parole, le politiche monetarie restrittive innescano la fuga del capitale dal mercato azionario verso alternative meno rischiose, come le obbligazioni e i titoli di stato. 

Infine non si possono non citare altri aspetti che giocano un ruolo centrale. La dimensione dell’azienda, il settore in cui opera, le quote di mercato e la sua reputazione sono tutti fattori che possono avere un effetto sulle percezioni e sulle reazioni del mercato ai risultati trimestrali. 

Trimestrali NVIDIA e non solo: il calendario completo

Il 2025 è stato, è e sarà un anno cruciale per i mercati: con l’elezione di Donald Trump, il commercio globale ha subito pesanti scossoni che stanno avendo un impatto diretto sulle principali economie mondiali. 

Il 2025 sarà un anno cruciale anche per la finanza: il nuovo approccio isolazionista degli Stati Uniti ha prodotto un cambio di paradigma nei rapporti fra stati, che si riflette in una nuova architettura globale di alleanze economiche e finanziarie: la Cina, per esempio, vorrà approfittarne per diventare finalmente il principale attore commerciale e l’Europa dovrà necessariamente rendersi sempre più indipendente per difendersi dalle turbolenze esterne. 

Calendario e storico 

Mercoledì 27 agosto 2025

  • NVIDIA – Market Cap: 4,43 trilion di dollari | Utili: 46,7 miliardi di dollari (contro i 46,1 previsti)

Giovedì 4 settembre 2025

  • Broadcom – Market Cap: 1,65 trilioni di dollari | Utili: 15,95 miliardi di dollari (contro i 15,82 previsti)

Martedì 9 settembre 2025

  • Oracle – Market Cap: 830,46 miliardi di dollari | Utili: 14,93 miliardi di dollari (contro i 15,03 previsti)

Giovedì 25 settembre 2025

  • Costco – Market Cap: 414,96 miliardi di dollari | Utili: 86,16 miliardi di dollari (contro gli 86,08 previsti)

Martedì 30 settembre 2025

  • Nike – Market Cap: 99,59 miliardi di dollari | Utili: 11,72 miliardi di dollari (contro gli 10,79 previsti)

Martedì 14 ottobre

  • JPMorgan – Market Cap: 810,02 miliardi di dollari | Utili: 46,43 miliardi di dollari (contro i 45,25 previsti)
  • Wells Fargo – Market Cap: 262,24 miliardi di dollari | Utili: 21,43 miliardi di dollari (contro i 21,14 previsti)
  • Goldman Sachs – Market Cap: 237,63 miliardi di dollari | Utili: 15,18 miliardi di dollari (contro i 14,13 previsti)
  • BlackRock – Market Cap: 180,1 miliardi di dollari | Utili: 6,51 miliardi di dollari (contro i 6,29 previsti)

Mercoledì 15 ottobre 2025

  • Bank of America – Market Cap: 375,85 miliardi di dollari | Utili: 28,09 miliardi di dollari (contro i 27,48 previsti)
  • Morgan Stanley – Market Cap: 252,44 miliardi di dollari | Utili: 18,22 miliardi di dollari (contro i 16,66 previsti)

Venerdì 17 ottobre 2025

  • American Express – Market Cap: 238,77 miliardi di dollari | Utili: 18,43 miliardi di dollari (contro i 18,05 previsti)

Martedì 21 ottobre 2025

  • Netflix – Market Cap: 477,45 miliardi di dollari | Utili: 11,51 miliardi di dollari (contro i 11,51 previsti)
  • Coca Cola – Market Cap: 304,62 miliardi di dollari | Utili: 12,5 miliardi di dollari (contro i 12,41 previsti)

Mercoledì 22 ottobre 2025

  • Tesla – Market Cap: 1,46 trillion di dollari | Utili: 28,1 miliardi di dollari (contro i 26,22 previsti)
  • IBM – Market Cap: 267,82 miliardi di dollari | Utili: 16,33 miliardi di dollari (contro i 16,09 previsti)

Martedì 28 ottobre 2025

  • Visa – Market Cap: 662,08 miliardi di dollari | Utili: 10,7 miliardi di dollari (contro i 10,61 previsti)
  • UnitedHealth – Market Cap: 312,23 miliardi di dollari | Utili: 113,2 miliardi di dollari (contro i 113,04 previsti)

Mercoledì 29 ottobre 2025

  • Microsoft – Market Cap: 3,91 trillion di dollari | Utili: 77,7 miliardi di dollari (contro i 75,32 previsti)
  • Alphabet – Market Cap: 3,4 trillion di dollari | Utili: 105,35 miliardi di dollari (contro i 99,79 previsti)
  • Meta Platforms – Market Cap: 1,67 trillion di dollari | Utili: 51,24 miliardi di dollari (contro i 49,36 previsti)

Giovedì 30 ottobre 2025

  • Apple – Market Cap: 4,03 trillion di dollari | Utili: 102,5 miliardi di dollari (contro i 101,69 previsti)
  • Amazon – Market Cap: 2,38 trillion di dollari | Utili: 180,2 miliardi di dollari (contro i 177,75 previsti)
  • Mastercard – Market Cap: 498,17 miliardi di dollari | Utili: 8,6 miliardi di dollari (contro i 8,54 previsti)

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L’oro crolla: è il peggior crash dal 2013

L'oro crolla: è il peggior crash dal 2013

L’oro inverte la rotta? Il 21 ottobre segna il calo peggiore degli ultimi anni e sorprende gli investitori. Cos’è successo e perché?

Il prezzo dell’oro, nella giornata di martedì 21 ottobre, è sceso in un modo che non si vedeva da circa 12 anni. L’evento ha lasciato gli investitori di tutto il mondo a bocca aperta: all’entità della perdita si è aggiunta quella sensazione di shock data dal fatto che il valore del nobile metallo cresceva imperterrito da mesi. Quindi? È tempo di analizzare i fatti. 

La quotazione dell’oro precipita: cos’è successo?

L’oro, in poco più di 24 ore, ha messo a segno la peggiore performance dal 2013, arrivando a perdere quasi l’8,3%, toccando i 4.000$, per poi recuperare leggermente e assestarsi – almeno fino al momento della scrittura – nel range fra i 4.050$ e i 4.150$. 

Un dato incredibile che testimonia la portata dell’evento, è connesso alla perdita, in termini di market cap, del più nobile fra i metalli: questo -8,3% corrisponde, milione più milione meno, a circa 2,2 bilioni (trillion) di dollari o, per dirla in un altro modo, all’intera capitalizzazione di mercato di Bitcoin

Il crollo dell’oro, inoltre, ha colpito anche le aziende connesse al settore del mining – qualcuno potrebbe notare delle interessanti analogie. Le due compagnie di estrazione più grandi al mondo, Newmont Corporation e Agnico Eagle Mines Limited, infatti, hanno registrato dei forti cali: dall’apertura delle borse di martedì 21 al momento in cui scriviamo, le due società stanno perdendo più del 10%.

L’oro, in tutto ciò, non è l’unico metallo prezioso in difficoltà: l’argento, attualmente, sta cedendo l’8,6% mentre il platino, che in realtà se la passa un po’ meglio, è giù del 7,2%.

Le cause

Se la quotazione dell’oro è in picchiata, come affermano molti analisti, le cause sarebbero prevalentemente tecniche. In due parole, il sell-off potrebbe essere una conseguenza necessaria del rally che, da gennaio 2025, ha portato il metallo giallo a guadagnare più del 50%: molto semplicemente, se un asset cresce per tanto tempo è probabile che, prima, o poi qualcuno deciderà di prendere profitto

A questo discorso, che sicuramente ha un peso, data la scalata di cui l’oro si è reso protagonista, si potrebbero aggiungere due variabili di natura più politico-economica

La prima è connessa al rapporto fra Stati Uniti e Cina, in apparente distensione: dopo gli scontri a distanza del weekend 11 e 12 ottobre, che hanno innescato la peggiore liquidazione nella storia delle crypto, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello cinese Xi Jinping dovrebbero incontrarsi a Seoul il prossimo 31 ottobre. Il condizionale è d’obbligo, perché The Donald ha dimostrato più volte di cambiare idea all’ultimo. 

Ecco un esempio. Il POTUS, proprio martedì 21, ha confermato l’intenzione di trovare un accordo col supremo Leader: “Ho un ottimo rapporto col Presidente Xi. Mi aspetto di riuscire a concludere un buon accordo con lui”, salvo poi aggiungere che l’incontro “Forse non avverrà, possono succedere cose, per esempio qualcuno potrebbe dire “Non voglio incontrarmi, è troppo spiacevole.” Ma in realtà non è spiacevole. È solo business”. Imprevedibilità pura. 

La seconda, invece, potrebbe essere intesa in parte come una conseguenza della prima: il rafforzamento del dollaro USA. Il DXY, che misura il valore del dollaro rispetto a un paniere formato dalle sei più importanti valute estere, dalla metà di settembre ha guadagnato l’1,3%

Inversione di tendenza o un ritracciamento temporaneo?

Il trend rialzista dell’oro è arrivato al termine oppure stiamo assistendo a un semplice stop temporaneo? È la domanda delle domande a cui, ovviamente, nessuno può rispondere.

Ciò che potremmo dire, però, è che un cambio di rotta potrebbe essere un’ottima notizia per Bitcoin. Un precedente interessante lo possiamo ritrovare nel 2020: quando l’oro ha raggiunto il top di mercato ad agosto a quota 2.080$, Bitcoin toccava il bottom a 12.250$ – che tempi. 

Da quel momento, l’oro ha lateralizzato per circa tre anni, prima di cominciare il movimento al rialzo che l’ha portato a raddoppiare il suo valore, mentre per Bitcoin è partita l’epica bull run del 2020-2021: dai 10.000$ di settembre 2020 ai 65.000$ di aprile 2021. Una vera e propria rotazione di capitali a favore del Re delle Crypto. 

Citigroup assegna un forte rating “Buy” a Strategy

Nel caso di un’inversione di tendenza, il pattern oro-BTC si ripeterà anche nel 2025? Anche qui, non è dato saperlo. Tuttavia, il colosso di investimenti bancari Citigroup ha iniziato a seguire ufficialmente il titolo Strategy (MSTR), cioè l’azienda di Michael Saylor che detiene 640.418 BTC: la sua prima raccomandazione per gli investitori è stata “Buy”, pronosticando un prezzo target per l’azione a 485$

La cosa interessante è che la quotazione di Strategy – mentre scriviamo – si aggira sui 280$: se Citi pone un target price a 485$, significa che prevede una crescita del titolo pari al 70% circa. L’analista di Citi che sta monitorando MSTR, Peter Christiansen, ha affermato che un simile rialzo del prezzo “si basa sulla previsione di base di Citi per Bitcoin nei prossimi 12 mesi, fissata a 181.000 dollari, un potenziale rialzo del 65% rispetto ai livelli attuali”.

Oro e Bitcoin, testa a testa? Restiamo in attesa

Sarà molto interessante scoprire cosa ci accadrà nele prossime settimane. I dati ci dicono che, negli ultimi tre anni, sempre più istituzioni finanziarie – banche centrali in primis – hanno iniziato a fare scorta di oro fisico, anche al fine di proteggersi dalla svalutazione del dollaro, accentuata dalla gestione dell’amministrazione Trump. 

Dall’altro lato, stiamo assistendo a una crescita pressoché quotidiana delle entità, sia pubbliche sia private, che decidono di inserire Bitcoin nella propria tesoreria e che, in generale, vedono l’asset non più come un’alternativa – un piano B – ma come una scelta.  

Chi vincerà il testa a testa? Lo scopriremo solo vivendo. Nel mentre, continueremo ad osservare e a raccontare gli eventi più rilevanti: per non perderti nulla, iscriviti al nostro canale Telegram e a Young Platform.

Infine, come sempre, ricordiamo che le informative contenute in questo articolo hanno finalità esclusivamente divulgative. Non costituiscono in alcun modo una consulenza finanziaria, legale o fiscale, né una sollecitazione o offerta al pubblico di strumenti o servizi di investimento, ai sensi del D. Lgs. 58/1998 (TUF). L’investimento in cripto-attività comporta un rischio elevato di perdita – anche totale – del capitale investito. Le performance passate non garantiscono risultati futuri. L’utente è invitato a compiere valutazioni autonome e consapevoli prima di assumere decisioni economiche e/o di investimento.