Le riserve auree degli Sati Uniti si trasformeranno in Bitcoin?

Bitcoin news: gli USA venderanno oro per comprare BTC?

Le ultime news su Bitcoin ci dicono che la senatrice Cynthia Lummis ha proposto di convertire parte dell’oro in possesso degli USA in BTC

Negli ultimi giorni, il panorama delle criptovalute è stato scosso, oltre che da un esplosivo aumento di prezzo da diverse news importanti riguardanti Bitcoin, provenienti principalmente dagli USA. La senatrice del Wyoming, Cynthia Lummis, ha presentato un disegno di legge che propone la conversione di una parte delle riserve auree statunitensi in Bitcoin

Se approvata, questa iniziativa potrebbe rappresentare una svolta epocale nella storia economico-finanziaria degli Stati Uniti e del mondo intero.

Una nuova era per le riserve statali

La proposta della senatrice Lummis mira a creare una “riserva strategica di Bitcoin” per gli Stati Uniti, attraverso la conversione di una frazione delle ingenti riserve auree del paese in BTC. Attualmente, gli Stati Uniti sono il paese che detiene più oro al mondo, oltre 8.000 tonnellate. Al secondo posto di questa classifica c’è la Germania con 3.352 e poi l’Italia con 2.452.

Secondo l’ultimo rapporto finanziario pubblicato dal Bureau of The Fiscal Service, gli Stati Uniti detengono circa 5.400 miliardi di dollari in asset, mentre le passività ammontano a 42.000 miliardi di dollari, di cui 26.500 miliardi rappresentano il debito pubblico e i relativi interessi. La proposta della senatrice Lummis prevede l’accumulo di 1 milione di BTC, da detenere per 20 anni, con l’obiettivo di sostenere il dollaro dalla sua graduale e inevitabile svalutazione. 

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Il disegno di legge, ripreso da tutte le news su Bitcoin, è stato proposto mesi dopo che Donald Trump, il futuro presidente degli Stai Uniti, ha annuciato di voler costruite la “Strategic Bitcoin Reserve”, ovvero una riserva strategica in BTC per rafforzare la posizione finanziaria degli Stati Uniti. Durante la campagna elettorale, Trump ha accettato donazioni in criptovalute, ha partecipato a Bitcoin 2024, la più importante conferenza al mondo sulla crypto e ha dichiarato di voler rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale di questa tecnologia.

Ma non solo! Ha anche annunciato di aver intenzione di licenziare Gary Gensler, l’attuale presidente della Security and Exchange Commission (SEC), da diversi anni uno dei principali antagonisti del settore, almeno per quanto riguarda l’aspetto regolamentativo.

Un precedente storico: Bretton Woods

Questa proposta ci riporta al 1971, quando gli Stati Uniti abolirono gli accordi di Bretton Woods abbandonando il gold standard. L’introduzione di una riserva strategica di Bitcoin potrebbe rappresentare una sorta di “terzo episodio” nella saga di questi accordi, stipulati nel 1944, e quindi segnare l’inizio di un nuovo capitolo della storia monetaria globale.

Per dovere di cronaca possiamo specificare che il dollaro dall’abolizione degli accordi di Bretton Woods del 1971 ha perso circa il 98% del suo valore. Per questo motivo trovare un asset, o una riserva di valore, che lo sostenga, potrebbe essere necessario.

Guarda il grafico di BTC

Le proposte statunitensi hanno già iniziato a influenzare altri paesi. In Polonia, Sławomir Mentzen, candidato alle elezioni presidenziali del 2025, ha promesso di creare una riserva strategica di Bitcoin nel caso in cui venisse eletto. Mentzen, noto sostenitore delle criptovalute, ha dichiarato di aver investito, nel 2013, tutti i suoi risparmi in Bitcoin, mettendo in evidenza la sua fiducia nel potenziale della criptovaluta. 

Le recenti iniziative politiche negli Stati Uniti e in Polonia indicano una crescente accettazione del Bitcoin come riserva di valore a livello statale. Se queste proposte verranno attuate, potrebbero segnare una svolta significativa nel panorama economico globale, ridefinendo il ruolo delle criptovalute nel sistema finanziario internazionale.


Prezzo Bitcoin: andamento e storia dal 2008 ad oggi

Prezzo Bitcoin: storia, valore e andamento negli anni

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, quali sono state le tappe principali della sua storia?

La storia del prezzo di Bitcoin è stata, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Nonostante il valore del BTC sia oggi rialzista, nei suoi primi quindici anni di vita ha attraversato anche dei periodi bearish. E tu, conosci la storia del prezzo di Bitcoin dal 2008 ad oggi? Quali sono gli eventi che hanno influenzato maggiormente il suo valore e l’andamento della criptovaluta?

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Qual è stato il prezzo di lancio di Bitcoin?

All’inizio della sua storia, quando Bitcoin è stato creato, non esistevano ancora gli exchange di criptovalute, perciò gli utenti per vendere o comprare BTC dovevano accordarsi tra di loro per stabilirne il valore, intavolando una vera e propria trattativa. Il prezzo di una crypto è determinato dalla sua conversione in valuta fiat, e siccome all’epoca le transazioni avvenivano soltanto attraverso scambi peer-to-peer, è impossibile risalire all’esatto prezzo di Bitcoin al momento del lancio.

Sappiamo però a quanto ammontava il valore di BTC in occasione della prima conversione in dollari, avvenuta il 12 Ottobre 2009. Quel giorno un utente noto sul forum “Bitcointalk” con lo pseudonimo “New Liberty Standard” acquistò 1.309 BTC con un dollaro. Dividendo un dollaro per il numero di BTC che l’utente ha acquistato possiamo affermare che il prezzo di Bitcoin è partito da circa 0.0009$. Oggi il valore della criptovaluta è circa 100 milioni di volte superiore a quello iniziale

Analizziamo dunque le tappe principali nella storia del prezzo di Bitcoin per scoprire come si è affermato e quali difficoltà ha dovuto affrontare.

Dal Bitcoin Pizza Day alla nascita dei primi exchange (2009-2012)

Nel 2009 Bitcoin era una tecnologia di nicchia, un fenomeno legato ad una sottocultura dell’ingegneria informatica e non possedeva un vero e proprio mercato. La prima volta che è stato usato per acquistare un bene “del mondo reale” era il 22 Maggio 2010; quel giorno un utente del forum Bitcointalk ha acquistato due pizze nel fast food americano Papa John’s per 10.000 BTC. Questo avvenimento, soprannominato “Pizza Day”, è diventato una vera e propria festività che i crypto enthusiast ricordano ogni anno

Nel 2010 è nato anche BitcoinMarket.com, un rudimentale sito web che consentiva ai suoi utenti di scambiare BTC, che però ha chiuso i battenti l’anno dopo. Nel 2011 invece è stato lanciato il primo exchange del mondo crypto: Mt.Gox. La nascita di Mt.Gox ha attirato l’attenzione sulla criptovaluta rendendola anche più facile da acquistare. A Febbraio 2011 il prezzo del Bitcoin è arrivato ad 1$, mentre a Luglio dello stesso anno, un BTC valeva già 15$.

Dal 2012 al 2015: il primo bull market e l’hack di Mt.Gox

Il 2012 è stato un anno negativo per la storia del prezzo Bitcoin. Dal massimo dei 15$ toccato a Luglio 2011, il valore di BTC è crollato drasticamente fino a 3$, una zona del grafico in cui è stato ingabbiato fino all’inizio del 2013. Con l’anno nuovo però la criptovaluta ha cambiato totalmente marcia, grazie ad una grande ondata di interesse per il settore. Era iniziato il primo bull market crypto della storia!

Nel 2013 il prezzo di Bitcoin è passato da 12$ a 1.000$ spinto da alcuni investitori istituzionali cinesi e dalle aziende che hanno iniziato ad accettarlo come metodo di pagamento.

Poi, però, è arrivato anche il primo bear market crypto della storia, in concomitanza con l’attacco hacker subito da Mt.Gox, il 24 Febbraio 2014. Durante l’estate del 2015 poi, quando alcuni investitori istituzionali, come Goldman Sachs e Nasdaq si sono avvicinati a queste nuove tecnologie, il mercato è ripartito.

Il 30 Luglio 2015, attraverso una ICO viene lanciato Ethereum e per il prezzo di Bitcoin, che si trovava intorno ai 400$, è iniziata una nuova fase rialzista.

Dal 2016 al 2021: il secondo halving e il COVID-19

Il secondo halving del 9 Luglio 2016 ha restituito nuova linfa vitale al prezzo di Bitcoin, che aveva già iniziato il suo movimento a rialzo nell’estate del 2015. Il bull market del 2017 è stato esplosivo. BTC, dalla zona dei 1.000$ in cui si trovava a Gennaio, ha raggiunto i 20.000$ a fine anno. In quel periodo l’interesse dei mass media attorno alle criptovalute è cresciuto notevolmente: è stato approvato, negli Stati Uniti, il primo ETF su Bitcoin, il governo cinese ha regolamentato lo scambio di crypto e diverse aziende, tra cui Microsoft e Dell, hanno scelto di accettare BTC come metodo di pagamento.

Nel 2018 poi il valore di Bitcoin dal massimo dei 20.000$ è crollato fino ai 3.000$, stabilizzandosi intorno ai 3.700$ a fine anno. Anche il 2019, anno in cui si è celebrato il 10° anniversario della nascita della criptovaluta, non è stato positivo a causa del fallimento dell’exchange Quadriga CX e di un attacco hacker a Binance. Il prezzo di Bitcoin nel 2019 ha oscillato nel range compreso tra i 3.000$ e i 14.000$ cambiando più volte direzione. 

Con il 2020 il mercato crypto è tornato a splendere grazie soprattutto alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) nate su Ethereum. Il crollo del prezzo di Bitcoin avvenuto in concomitanza con l’inizio della pandemia di COVID-19, è stato assorbito in fretta, pochi giorni dopo è iniziato il bull market che ha portato il valore della crypto fino all time high dei 68.800$. In questo periodo si sono anche affermati gli NFT che hanno dato un’ulteriore spinta a tutto il settore.

Segui il prezzo di Ethereum

Il bear market del 2022: i fallimenti del settore, l’inflazione e il conflitto russo-ucraino?

Nel 2021, poi, dopo che Bitcoin ha toccato quota 68.000$, il mercato crypto è stato colpito da una serie di avvenimenti negativi interni, come il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento di FTX. Ma anche esterni: la crisi macroeconomica causata dal conflitto russo-ucraino e l’inflazione. 

Questi episodi hanno avuto un impatto anche sul valore della criptovaluta, che ha raggiunto, nel momento di massima crisi, il livello dei 15.000$.

Dal 2023 ad oggi: la risurrezione del mercato crypto

Con l’inizio del 2023, e quindi durante l’ultima fase della storia del prezzo di Bitcoin, le crypto sono ripartite! Nella prima parte dell’anno il movimento a rialzo di BTC è stato lento, per poi diventare più veloce con l’inizio dell’autunno e, infine, esplosivo nei primi e negli ulti mesi del 2024. Questo rally rialzista di Bitcoin si è interrotto ad aprile 2024, ed è poi ripartito nel mese di ottobre dello stesso anno  

All’inizio del 2023 il prezzo di Bitcoin si aggirava intorno al livello dei 20.000$, mentre 10 mesi dopo, ad ottobre, nella zona dei 25.000$. Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato. Ad attrarre l’interesse sul settore sono stati gli ETF spot su Bitcoin proposti dai fondi di investimento americani, poi approvati a gennaio del 2024, e l’avvicinarsi dell’halving

Insomma, con l’inizio del 2024 è iniziato il bull market, che ha causato forti movimenti a rialzo che hanno interessato diverse crypto. Bitcoin a novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ha raggiunto un nuovo all-time high a 92.000$

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Potremmo oggi essere nella fase più esplosiva dell’attuale ciclo di mercato rialzista, almeno nella misura in cui questo dovrebbe rilevarsi simile a quelli del passato. Che impatto avrà Donald Trump quando, da gennaio 2025 in poi, si insedierà alla Casa Bianca? Non esiste la sfera di cristallo e quindi nessuno può sapere con certezza i target per l’attuale fase della storia del prezzo di Bitcoin. La crypto riuscirà a raggiungere lo storico livello dei 100.000$ nei prossimi giorni?

Il dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) fa volare Dogecoin

Il dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) fa volare Dogecoin

Il nuovo dipartimento governativo di Donald Trump prende il nome di DOGE. Di cosa si tratta e come ha influito la notizia sulla meme coin?

Donald Trump ha ufficialmente annunciato un nuovo dipartimento governativo per l’efficienza, chiamato DOGE, che sta per Department of Government Efficiency. Sì, la volontà del futuro presidente e del suo “braccio destro” di dare origine ad un meme dopo l’altro è qualcosa che, probabilmente, nessuno si aspettava; ma chi siamo noi per giudicare. 

In ogni caso, può essere utile analizzare come la politica e il mondo crypto si stiano intrecciando in modi sempre più surreali, e quindi esplorare le implicazioni di quanto accaduto sia dal punto di vista politico, che da quello strettamente relativo al mercato e alle performance di prezzo.

L’unione tra meme e politica

Prima di affrontare cos’è e come funziona il Department for Government Efficiency bisogna precisare che non è la prima volta che Trump e Musk utilizzano la cultura dei meme per ottenere consenso e attenzione mediatica. La creazione del “Department for Government Efficiency” (DOGE), molto probabilmente, si inserisce in un trend in cui la politica sfrutta riferimenti culturali e linguaggi tipici dei social per connettersi a pubblici più giovani. 

Non solo gli appassionati crypto, ma anche testate autorevoli come Harvard Business Review e Politico hanno, in questi mesi, esplorato il fenomeno della “politica-meme”, evidenziando come l’uso di simboli riconoscibili e umorismo attragga l’attenzione e, spesso, crei un senso di comunità intorno a leader pubblici controversi o anticonformisti


Sicuramente Donald Trump, Elon Musk e i loro rispettivi team, sono a conoscenza di queste ricerche e quindi non sembra proprio una coincidenza che l’acronimo del nuovo dipartimento governativo si riferisca proprio alla namecoin più popolare del mercato. Grazie alla sua popolarità e a una capitalizzazione di mercato di più di 50 miliardi di dollari (negli ultimi giorni ha superato l’azienda automobilistica FORD), Dogecoin (DOGE) incarna un simbolo della decentralizzazione e della “controcultura” del mondo crypto, che Trump e Musk riescono a cavalcare con un’efficacia unica.

Department for Government Efficiency, in arte DOGE

Il nuovo dipartimento per l’efficienza governativa di Trump e Elon Musk non si limita al nome provocatorio. Secondo alcune dichiarazioni pubbliche, riportate anche dal Washington Post, Trump e il suo team hanno l’intenzione di ridurre il peso burocratico degli Stati Uniti e abbattere costi pubblici e inefficienze. In questa missione, accanto a Trump c’è Elon Musk, che negli ultimi mesi ha spesso parlato di una “gestione governativa più agile”, come riportato anche da Bloomberg.

Vivek Ramaswamy, l’altro volto chiave del progetto, ha un background di successo nel settore farmaceutico con Roivant Sciences, una compagnia nota per l’approccio “lean” alla gestione delle risorse. La metafora del “progetto Manhattan” usata da Trump per presentare il dipartimento, sottolinea la portata radicale di questa ristrutturazione: il lavoro del DOGE dovrebbe annientare le inefficienze con la ferocia e l’esplosività di un ordigno nucleare.

Bisogna anche specificare che ogni intervento di Musk su Dogecoin ha avuto effetti significativi sul valore della criptovaluta. Questa volta non è stato diverso: l’annuncio del dipartimento DOGE ha visto il prezzo della meme coin raddoppiare in pochi giorni, passando da 0,2$ a più di 0,4$. Questo fenomeno è già avvenuto in passato in seguito al tweet di Musk o iniziative come la modifica temporanea del logo di X (ex Twitter) con quello di Dogecoin.

Insomma Dogecoin continua a beneficiare dell’attività del prossimo presidente degli Stati Uniti e del suo braccio destro Elon Musk. Attualmente occupa la sesta posizione nella classifica delle criptovalute per capitalizzazione di mercato. Dove può arrivare?


Bull market e altseason: come gestirli? Strategie e consigli

Bull market e altseason crypto: come gestirli

Una guida per navigare il bull market e l’altseason. Come sfruttare queste fasi di mercato?

I precedenti bull market e le passate altseason hanno offerto numerose opportunità agli investitori crypto, e probabilmente lo stesso accadrà nel ciclo rialzista attuale. Tuttavia, sfruttare al meglio questi momenti favorevoli del mercato non è affatto semplice, perché spesso entrano in gioco emozioni difficili da controllare.

In questa guida troverai alcuni suggerimenti pratici per gestire nel migliore dei modi i bull market e le altseason, che ti potranno essere utili per cercare di evitare gli errori più comuni, spesso dettati dall’avarizia o dall’eccessivo ottimismo. Prima, però, una precisazione: questo articolo è stato redatto analizzando i dati storici, ma non è detto che quanto è accaduto in passato si ripeta.

Bull market e altseason: quando cominciano?

La domanda presente nel sottotitolo ci può guidare in questo viaggio verso la comprensione dei bull market e delle altseason è, all’apparenza, semplice. Tuttavia, è piuttosto complesso dare una risposta, che arriverà più avanti dopo una serie di considerazioni generali. 

Ad ogni ciclo di mercato, quando Bitcoin rincomincia a muoversi verso l’alto, veniamo inondati da previsioni di prezzo e target di ogni tipo, che sicuramente lasciano il tempo che trovano. Al contrario, è più utile concentrarsi sulla variabile principale in un mercato ciclico come quello crypto: il tempo. Questo perché quanto successo, almeno fino ad oggi, si è sempre ripetuto, con alcune piccole differenze.

Non bisogna tralasciare alcuni indicatori molto importanti da tenere sempre d’occhio quando si analizza un ciclo di mercato. La Bitcoin dominance per esempio, che misura il “peso” di BTC nel mercato delle criptovalute e quindi la quota allocata sull’oro digitale della capitalizzazione totale. Ma anche il grafico ETH/BTC, che mette a confronto il prezzo delle due crypto principali del mercato, e il tempo trascorso dall’ultimo halving.

I cicli del mercato crypto sono scanditi dall’halving

Bull market e altseason sono due concetti distinti. Il primo contiene quasi sempre il secondo, anche se è capitato che le criptovalute alternative a Bitcoin registrassero ottime performance in momenti di mercato non propriamente positivi per BTC. 

Ciò che importante comprendere è che i cicli di mercato sono scanditi dall’halving, che ogni quattro anni dimezza le ricompense per i miner e quindi le emissioni di nuovi BTC. Le fasi di mercato di Bitcoin hanno avuto, generalmente, una durata di mille giorni, e il punto di minimo di ogni fase è stato toccato circa un anno dopo l’ultimo massimo storico (ATH) registrato precedentemente.

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Le fasi principali di un bull market

Che ci troviamo in bull market è ormai chiaro e lampante a tutti. Il prezzo di BTC ha appena superato i 90.000$ e sembra propenso a continuare a crescere. Vediamo però, sempre basandoci sui dati storici, quali sono state le fasi principali dei cicli rialzisti del passato.

Fase 1: Bitcoin domina il mercato

L’inizio della fase più esplosiva del mercato, quella in cui probabilmente ci troviamo attualmente. La maggior parte della la liquidità in ingresso nel mercato crypto confluisce su Bitcoin. Dall’altro lato Ethereum e la maggioranza delle altcoin faticano a tenere il passo del Re.

Fase 2: Ethereum recupera il terreno perso

Ad un certo punto Bitcoin rallenta e parte della liquidità che ha attirato inizia a ruotare su Ethereum. Almeno questo è quello che è successo da quando il “blockchain computer” esiste. 

Questo fenomeno ha sempre dato inizio ad una fase in cui le performance di ETH hanno superano quelle di BTC, caratterizzato anche dalle prime accelerazioni delle altcoin più promettenti. 

Fase 3: Inizio altseason

La liquidità in ingresso e le relative ottime performance di Ethereum hanno, in passato, istillato fiducia nelle crypto alternative più capitalizzate. Queste, soprattutto se prendiamo in esame gli ultimi due cicli, sono cresciute rapidamente, data la loro capitalizzazione di mercato decisamente inferiore rispetto a quella di BTC e ETH.

Durante l’ultimo bull market le indiscusse protagoniste sono state Solana (SOL), +1.200% da maggio a novembre 2021, e Avalanche (AVAX), +1.500% da giugno a dicembre 2021.

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Fase 4: Fine altsesason

L’ultima fase dell’altseason è sicuramente la più pericolosa. Le cosiddette mid e small cap, ovvero criptovalute spesso nuove e poco capitalizzate, hanno registrato esplosivi movimenti di prezzo in questa fase durante i cicli passati. 

Tuttavia, quando vivremo questo periodo, sarà molto importante non farsi prendere dalla FOMO. In particolare perché probabilmente ci troveremo agli sgoccioli del bull market e perciò potrebbe non valere la pena rimanere esposti in asset altamente rischiosi quando i prezzi tornano a scendere.

Insomma, la fine dell’altseason può essere paragonata ai fuochi d’artificio che chiudono uno spettacolo. Sono esplosivi e entusiasmanti ma durano molto poco e dopo finisce tutto. Alcuni utenti con poca esperienza, animati dal desiderio che il ciclo di mercato rialzista non finisca mai, che purtroppo può trasformarsi in una radicata convinzione, potrebbero registrare ingenti perdite se non seguono una strategia strutturata.

Perché Ethereum tende a rimanere indietro all’inizio di un ciclo?

Da due anni a questa parte chi segue con continuità il mercato avrà notato che Ethereum è molto indietro rispetto a Bitcoin. Questa disparità tra rendimenti è diventata ancor più visibile dopo l’ultimo movimento rialzista di BTC, che non è stato replicato dalla seconda criptovaluta più capitalizzata del mercato

Ciò accade perché il primo è, giustamente, percepito come l’asset più sicuro e consolidato nel mercato delle criptovalute. Perciò, quando inizia un nuovo ciclo rialzista, gli investitori tendono a concentrarsi su di lui, poiché è visto come un investimento meno rischioso rispetto alle altcoin. Questa tendenza si è addirittura amplificata dopo il lancio degli ETF spot su Bitcoin da parte dei più importanti fondi di investimento al mondo.

Nel mercato delle criptovalute esiste, poi, un fenomeno chiamato “rotazione del capitale”. Come detto nel paragrafo precedente, tipicamente la liquidità confluisce prima in BTC e gradualmente nelle altcoin, incluso Ethereum, quando il prezzo di BTC si stabilizza o raggiunge un picco locale. Insomma, ETH è sempre stato considerato il secondo asset del mercato crypto e quindi tende a performare meglio in una fase leggermente successiva del ciclo rialzista.

Proprio per questo è fondamentale tenere d’occhio i due indicatori che abbiamo già menzionato nel primo paragrafo di questo articolo: la dominance di Bitcoin e il ratio ETH/BTC. La prima raggiunge il suo picco immediatamente prima dell’inizio di una allseason, mentre la seconda il bottom, o punto di minimo.

La timeline dei cicli di mercato passati

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, per gestire al meglio un bull market e un’altseason è fondamentale tenere d’occhio la variabile “tempo”. Perciò vediamo quanti giorni sono durati i cicli rialzisti passati, utilizzando come punto di partenza l’halving di riferimento.

Bull market del 2017

  • L’halving è avvenuto l’11 luglio, in quel momento il prezzo di Bitcoin era di 650$;
  • 225 giorni dopo, il 21 febbraio 2017, Bitcoin raggiungeva un nuovo massimo storico a quota 1.115$;
  • 297 giorni dopo, il 15 dicembre del 2017, registrava l’ultimo ATH di quel ciclo a quota 19.000$;
  • Rendimento tra i due ATH: +2.800% circa.

Bull market del 2020

  • L’halving del 2020 è avvenuto l’11 maggio, il prezzo di Bitcoin era di 9.000$;
  • 216 giorni dopo, il 13 dicembre 2020, BTC registrava un nuovo massimo storico a 19.200$;
  • 330 giorni dopo, l’8 novembre 2021, registrava l’ultimo ATH di quel ciclo a quota 69.000$;
  • Rendimento tra i due ATH: +259%.

Bull market del 2024

  • L’halving è avvenuto il 22 aprile, in quel momento il prezzo di Bitcoin era di circa 65.000$;
  • 195 giorni dopo, il 5 novembre 2024, BTC ha registrato un nuovo ATH a quota: 80.000$. In realtà, durante questo ciclo, è successa una cosa mai accaduta prima. È stato registrato un nuovo ATH prima dell’halving, l’11 marzo 2024. Tuttavia, per i fini della nostra analisi, quel movimento di mercato provocato anche dal lancio degli ETF spot può essere trascurato.
  • Se la storia dovesse ripetersi Bitcoin registrerà l’ultimo ATH di questo ciclo tra circa 300 giorni, e quindi a Settembre 2025.

Ethereum

E Ethereum? Essendo stato lanciato nel 2015 abbiamo meno dati storici da analizzare. Possiamo dire, però, che durante l’ultimo bull market ha rotto il precedente all-time high (ATH) il 19 gennaio 2021. E che ci ha impiegato circa 1100 giorni dal raggiungimento di quello precedente. Quindi, se la storia dovesse ripetersi dovrebbe superare il suo massimo storico a breve, il 17 novembre 2024. 

Ovviamente, nonostante la ciclicità del mercato crypto, il numero di giorni trascorsi tra un ATH e quello successivo non sarà mai lo stesso, e quindi è da intepretare come un dato puramente indicativo. Tuttavia, il fatto che Bitcoin abbia già iniziato a muoversi a rialzo in modo esplosivo sostiene, almeno in parte, la tesi presentata. Verrà presto il momento di Ether?

Cos’è la de-dollarizzazione? L’ascesa dei Brics minaccia la supremazia del dollaro?

Che cos’è la de-dollarizzazione? É in arrivo?

Che cos’è la de-dollarizzazione? Questo processo economico è già iniziato o gli USA riusciranno a mantenere la loro supremazia a livello globale?

Per rispondere alla domanda che cos’è la de-dollarizzazione si può dire che è un processo che implica una riduzione significativa dell’utilizzo della moneta fiat degli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda le transazioni commerciali e finanziarie globali. Nella storia, in particolare dalla prima guerra mondiale in poi, il dollaro è stato il Re delle valute, un pilastro dell’equilibrio finanziario globale.

Oggi però, dopo un lungo processo di globalizzazione e, soprattutto, con l’ascesa di economie una volta emergenti ma oggi sempre più importanti nel bilancio del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale, la situazione potrebbe cambiare. Che cos’è davvero la de-dollarizzazione e come, questo processo, potrebbe cambiare la situazione economica globale?

Che cos’è la de-dollarizzazione?

Joyce Chang, presidente del Global Research di J.P. Morgan, afferma che: “l’idea che il dollaro stia perdendo il suo status di valuta di riserva si è rafforzata, soprattutto da quando il mondo si è diviso in blocchi commerciali dopo l’invasione russa dell’Ucraina e la crescente competizione strategica tra Stati Uniti e Cina.” 

Inoltre, all’interno della campagna elettorale statunitense si è parlato apertamente della possibilità di svalutare il dollaro per mantenere competitiva l’economia americana. Quindi cerchiamo di capire se il dollaro sta davvero perdendo terreno?

Prima di provare a rispondere a questa domanda urge specificare che cosa si intende per de-dollarizzazione. Come già anticipato, questo termine si riferisce alla progressiva decrescita dell’utilizzo della moneta statunitense, un processo che potrebbe minare, in un’ottica di lungo termine, il dominio del dollaro sui mercati finanziari globali, dove prestiti e finanziamenti vengono denominati in dollari.

Attualmente emergono due principali scenari capaci di erodere lo status del dollaro. Il primo, che possiamo definire interno, ha a che fare con la sicurezza e la stabilita del dollaro e quindi la posizione che occuperanno gli Stati Uniti d’America nei prossimi anni a livello economico. Rispondendo, principalmente, ad una domanda: gli USA resteranno la prima potenza economica, politica e militare del mondo?  Difficile dirlo ora, anche se questo è sicuramente uno degli obiettivi principali del neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Tuttavia non è per niente scontato che riuscirà a raggiungerlo.

Passiamo, poi, al principale dei fattori esterni che potrebbero contribuire ad accelerare il processo di de-dollarizzazione. In questo senso i paesi da tenere d’occhio sono quelli appartenenti ai BRICs, in particolare Cina, India e Russia. Per esempio, se la Cina attuerà riforme politiche ed economiche che renderanno lo Yuan più sicuro e stabile e la liquidità sufficiente a gestire la crescente domanda globale.

Il possibile impatto della de-dollarizzazione

Sapere che cos’è la de-dollarizzazione significa anche conoscere il possibile impatto che questo fenomeno potrebbe avere sull’economia mondiale e sui paesi interessati, in particolare gli Stati Uniti. 

In primis, questo processo modificherebbe irreversibilmente l’equilibrio di potere tra i Paesi tra i paesi più potenti al mondo, rimodellando l’economia e i mercati globali, causando un rallentamento della crescita per gli asset finanziari statunitensi, rispetto al resto del mondo. Al contrario potrebbero crescere i rendimenti dei titoli a reddito fisso, come i titoli di stato (bond), a fronte di una decrescita della domanda.

La crescente debolezza del dollaro potrebbe, poi, rendere le esportazioni USA più competitive a livello globale, ma anche ridurre gli investimenti esteri nel paese e provocare una crescita dell’inflazione, dato che il costo dei beni importati sarebbe più alto. 

Quanto anticipato è già visibile sul mercato delle materie prime, dove alcuni Paesi hanno iniziato a usare valute alternative al dollaro, specialmente per acquistare il petrolio. Per esempio la Russia ha da tempo iniziato ad utilizzare il Rublo e le valute dui alcuni paesi “amici” come lo Yuan cinese, il Dirham degli Emirati Arabi Uniti e le Rupie indiane, per la compravendita di petrolio.

Infine, il processo di de-dollarizzazione potrebbe avere, come effetto collaterale, un aumento del prezzo dell’oro, dato che molte banche centrali potrebbero preferirlo come riserva di valore. In effetti gli asset scarsi per definizione, come l’oro o Bitcoin, sono storicamente molto più efficaci per raggiungere il sopracitato scopo.

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La de-dollarizzazione è imminente?

Dopo aver compreso che cos’è la de-dollarizzazione e il suo possibile impatto sul mercato globale possiamo tirare le somme; nello specifico cercando di capire questo processo è destinato ad accelerare nei prossimi mesi. È lampante come gli Stati Uniti abbiano dovuto affrontare una riduzione della loro quota di mercato all’interno del commercio globale. Tuttavia, ciò non implica necessariamente che il processo di de-dollarizzazione sia irreversibile.

Il calo della quota di dollari tra le banche centrali, soprattutto quelle dei mercati emergenti, non è sufficientemente ingente per giustificare questa preoccupazione. Altri fattori, come i depositi bancari, i fondi sovrani e gli investimenti esteri, continuano a sostenere il dominio della valuta statunitense. Inoltre, nonostante la crescente diversificazione nelle riserve valutarie, il dollaro rimane centrale nella finanza globale grazie a solide fondamenta strutturali come la profondità dei mercati di capitale e la trasparenza finanziaria.

Inflazione USA: il dato del CPI oggi

CPI inflazione USA

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.

CPI significato

Tecnicalmente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato. 

Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.

Perché è importante?

Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, dobbiamo spendere di più per vivere come facevamo prima.

Bitcoin e CPI: come sono legati?

Nelle ultime settimane sta diminuendo la correlazioni tra il prezzo di Bitcoin e il tasso di inflazione, principalmente perché questa si è avvicinata alla soglia target del 2%, ma anche perché la FED ha inziato, da settembre, a tagliare i tassi di interesse. Nonostante questo, Bitcoin continua a dimostrare di essere un bene rifugio e una copertura contro l’inflazione.

Ciò è diventato particolarmente evidente dopo l’approvazione degli ETF spot su BTC, come si evnce dalle loro recenti performance.

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L’ultima volta che è successo

Quando il prezzo di Bitcoin è precipitato a causa di un terremoto nei mercati finanziari tradizionali, molti investitori hanno cercato rifugio in asset più stabili, e la volatilità di BTC è aumentata notevolmente. In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo diventa uno strumento essenziale per comprendere l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni informate. Un CPI stabile o in diminuzione potrebbe favorire un clima economico meno incerto, contribuendo a ridurre la volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute.

Guarda il prezzo di BTC

Inoltre, le decisioni sui tassi di interesse della Federal Reserve si basano sull’andamento del CPI. Questo rende la pubblicazione dei dati CPI, un momento cruciale per chi opera nel mondo delle criptovalute, poiché influisce direttamente sull’azione del prezzo di Bitcoin nel breve termine. Mantenere il focus su questi indicatori può aiutare gli investitori a navigare in un mercato sempre più interconnesso e complesso.

Analisi dei dati CPI di ottobre 2024

Il 13 novembre 2024, il BLS ha pubblicato i dati CPI di ottobre 2024. Secondo il rapporto, il CPI è aumentato del 2,6% rispetto all’anno precedente, in linea con le previsioni.

Cosa significano questi numeri?

Il fatto che il CPI sia risalito 2,6% significa che l’inflazione è leggeremente cresciuta rispetto ad un mese fa. Tuttavia, quanto accaduto è in linea con le aspettative del BLS e quindi l’incremento non è, ad oggi, preoccupante. Resta ancora da capire se la FED deciderà di mettere un pausa le riduzioni dei tassi di interesse durante la rinuone del FOMC di dicembre o se continuerà per la sua strada.

Dati storici del CPI nel 2024

Ecco come è andato il CPI negli ultimi mesi del 2024:

  • Ottobre 2024: 2,6% (previsto 2,6%)
  • Settembre 2024: 2,4% (previsto 2,3%)
  • Agosto 2024: 2,5% (previsto 2,5%)
  • Luglio 2024: 2,9% (previsto: 3,0%)
  • Giugno 2024: 3,0% (previsto: 3,1%)
  • Maggio 2024: 3,3% (previsto: 3,4%)
  • Aprile 2024: 3,4% (previsto: 3,4%)
  • Marzo 2024: 3,5% (previsto: 3,4%)

Cosa possiamo aspettarci?

Guardando i dati, vediamo che l’inflazione è stata in calo costante durante il 2024, per poi crescere nell’ultimo mese. L’elezione di Donald Trump e il suo insediamento alla Casa Bianca previsto per gennaio 2025 cambierà le carte in tavola?


Per continuare a seguire queste notizie con sottomano il mercato, siamo qui sotto!

Gli ETF su Bitcoin superano quelli sull’oro

ETF su Bitcoin battono quelli sull’oro

Gli ETF su Bitcoin di BlackRock raggiungono un patrimonio netto superiore a quelli sull’oro, segnando una svolta epocale

Gli ETF su Bitcoin hanno infranto un record storico! BTC, spesso definito l’oro digitale per la sua scarsità e il suo valore intrinseco, ha recentemente compiuto un passo incredibile: ha superato l’oro fisico nel portafoglio di BlackRock, il più grande fondo di investimenti al mondo. Questo sorpasso non rappresenta solo un traguardo per Bitcoin, ma segna un punto di svolta per l’intero mercato delle criptovalute. Scopri cosa è successo, negli ultimi giorni, agli ETF su Bitcoin.

Gli ETF su Bitcoin superano quelli sull’oro

L’annuncio ha colto di sorpresa molti: il fondo iShares Bitcoin Trust (IBIT) di BlackRock, nato a gennaio 2024, ha già superato l’iShares Gold Trust (IAU), uno degli ETF più consolidati sul mercato dell’oro, lanciato nel 2005. Attualmente, il fondo IBIT detiene circa 33,1 miliardi di dollari in Bitcoin, rispetto ai 32,9 miliardi del fondo IAU sull’oro. Questo confronto fa emergere un dettaglio cruciale: mentre il mercato dell’oro ha una storia lunga e consolidata, Bitcoin, con poco più di un decennio di storia, sta crescendo anno dopo anno, e solo nell’ultimo periodo ha dimostrato di poter attirare capitali istituzionali su larga scala.

Questo sorpasso rappresenta un segnale forte del cambiamento delle preferenze di investimento: mentre l’oro è stato tradizionalmente considerato una riserva di valore stabile, Bitcoin ha dimostrato di poter competere e, in alcuni casi, persino superare in termini di attrattiva per investitori e gestori di patrimoni globali. Si sta affermando, dunque, un nuovo standard per gli asset di riserva, dove Bitcoin, soprattutto grazie alla sua scarsità programmata, sembra guadagnare terreno.

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Il lancio degli ETF su Bitcoin ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo crypto, permettendo a un numero crescente di investitori di accedere al Bitcoin senza doverlo acquistare e detenere direttamente. In particolare, l’ETF di BlackRock ha registrato flussi di capitale record, raggiungendo i 10 miliardi di dollari di patrimonio in gestione nelle prime sette settimane dal lancio. Per mettere in prospettiva, il primo ETF sull’oro negli Stati Uniti impiegò più di due anni a raggiungere lo stesso livello.

Questo ritmo di crescita non solo è straordinario, ma riflette anche un cambiamento sostanziale nella percezione degli investitori istituzionali: molti fondi, comprese le grandi società di gestione come BlackRock, stanno vedendo Bitcoin non solo come un asset volatile, ma come una potenziale riserva di valore a lungo termine. Il fatto che in meno di un anno il fondo su Bitcoin abbia raggiunto e superato quello sull’oro dimostra quanto l’interesse per le criptovalute stia aumentando.

Un nuovo capitolo per il mercato delle criptovalute

Bitcoin, anche grazie ai suoi ETF, è in una nuova fase della sua storia. Negli ultimi giorni, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni USA, la criptovaluta ha superato gli 88.000 dollari, stabilendo un nuovo massimo storico dopo l’altro. Anche altre crypto, su tutte Sui (SUI), Cardano (ADA), Aave (AAVE) e Dogecoin (DOGE), hanno registrato incrementi di valore simili.

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Per gli investitori istituzionali, questo cambiamento rappresenta non solo una diversificazione strategica ma anche un segnale di adesione a un nuovo paradigma finanziario. La fiducia crescente nei confronti di Bitcoin potrebbe dunque indicare un trend di lungo termine, dove l’oro, pur continuando a essere rilevante, potrebbe gradualmente lasciare spazio a Bitcoin come asset di riserva globale, particolarmente in un’epoca di digitalizzazione e tecnologia avanzata. Il sorpasso di Bitcoin sull’oro, testimoniato dall’ETF di BlackRock, è un traguardo storico che evidenzia come le criptovalute stiano ridefinendo i confini del mercato finanziario, un risultato che fino a pochi anni fa sarebbe stato difficile immaginare.

Mentre il mondo finanziario si evolve, Bitcoin continua a guadagnare terreno. Insomma, questo evento segna una tappa fondamentale nella storia di Bitcoin e del settore crypto: con il supporto istituzionale in crescita, il futuro delle criptovalute appare sempre più radioso, e il ruolo di Bitcoin come oro digitale sembra ormai consolidato.

Young Platform: le criptovalute sono un’opportunità, non un problema

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  • La tassazione sulle plusvalenze dal 26 al 42% non è una imposta solo sul Bitcoin, ma su tutte le criptovalute presenti nel sistema, strumenti sempre più utilizzati e apprezzati dai cittadini a livello globale.
  • Le criptovalute sono la linfa dell’economia digitale, sono elementi critici per lo sviluppo di innovazioni fondamentali come il web-3, la digitalizzazione degli asset reali, aspetti fortemente legati all’economia reale. Ad oggi il settore genera un indotto di circa 2,7 miliardi di euro  in Italia, cifra in forte crescita da anni.
  • Bisogna considerare il sistema delle criptovalute come una vera e propria opportunità che in futuro potrà contribuire allo sviluppo economico. Anche insieme alle banche possiamo diventare partner per una crescita sempre più digitale, in modo complementare.

Torino, 11 Novembre 2024 – Young Platform chiede al governo di considerare le attività svolte con le criptovalute come un’opportunità essenziale per l’Italia e non come un problema. A testimoniare l’importanza del settore sono gli stessi cittadini che utilizzano sempre di più gli asset digitali. Un modello che non intende quindi sostituire o danneggiare quello attuale e abitudinario. Ma anzi, punta a completarlo andandone a migliorare alcuni aspetti, contribuendo allo sviluppo di nuovi servizi e modelli di business anche insieme alla finanza tradizionale, promuovendo la creazione di posti di lavoro e facendo crescere l’economia, l’innovazione e la competitività del nostro paese.

A testimonianza di ciò, secondo i dati dell’Organismo Agenti e Mediatori (OAM), quasi due milioni di italiani detengono o hanno detenuto criptovalute, per un controvalore, a giugno 2024, di oltre 2,2 miliardi di euro. Un’indagine dell’Osservatorio Blockchain & Web3 stima che circa 3,6 milioni di italiani detengono cryptoasset. Sono 150 i Virtual Asset Service Providers iscritti nel registro OAM e il settore genera un indotto di circa 2,7 miliardi di euro, con un aumento del 85% rispetto al 2023. Uno studio della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) rileva che, nel biennio 2022-2024, è più che raddoppiato il numero di risparmiatori che investono in criptovalute, passando dall’8 al 18%.

Da qui gli emendamenti proposti dai parlamentari di Fratelli d’Italia Marcello Coppo, Emanuele Loperfido, Silvio Giovine oltre a Comba, Mascaretti, Maullu, Rossi, Volpi e Malagola dopo la Legge di Bilancio che aumenta la tassazione sulle plusvalenze dal 26 al 42%. Con le proposte di modifica intendono chiarire il perimetro di applicazione dell’imposta sui servizi digitali e aggiornare il trattamento fiscale delle plusvalenze sulle cripto-attività. In definitiva, gli emendamenti puntano a rimuovere ogni “specialità” del comparto cripto, facilitando la creazione di una cornice giuridica e fiscale che consenta agli operatori del settore di concentrarsi sullo sviluppo del proprio business o sull’ottimizzazione del proprio portafoglio, con effetti positivi sulla competitività di un mercato dei capitali, quello italiano, storicamente sottodimensionato rispetto alle potenzialità del tessuto economico sottostante.

Altri emendamenti di Lega e Forza Italia sono attesi nei prossimi giorni.

Young Platform è la scale-up fintech italiana nata per semplificare l’accesso al mondo delle criptovalute da parte dei suoi oltre 2 milioni di iscritti. La piattaforma è regolarmente registrata presso l’OAM e sta adattando pro-attivamente operazioni per conformarsi alle future regolamentazioni stabilite dal quadro dei Mercati in Crypto-Assets (MiCA) dell’Unione europea.

Così, essendo tra i principali attori e professionisti dell’industria, l’impegno di Young Platform è fare tutto il possibile per sensibilizzare le istituzioni sui rischi connessi a questa decisione e sulle opportunità che l’economia digitale potrebbe portare al nostro Paese, se adeguatamente sostenuta. L’Italia ha la possibilità di posizionarsi come un hub di innovazione tecnologica, ma per farlo è necessario che le politiche fiscali siano equanimi e orientate alla crescita, non alla penalizzazione.

“L’aumento costante di attività con le criptovalute è constatato a livello mondiale – gli utenti attivi hanno raggiunto il massimo storico di 220 milioni, con una crescita costante che ricorda la prima adozione di internet”, spiega Nicolas Bertrand, neo Presidente di Young Platform. “Questo business è in forte crescita e non intende assolutamente sostituire il sistema attuale, anzi, punta proprio a complementarlo. Sono d’esempio le grandi opportunità che offre nel migliorare i processi, l’efficienza e la riduzione dei costi di processi che impattano l’economia reale. Aumentando la tassa sulle criptovalute in maniera così forte, l’intero modello economico Italiano ne risentirà e l’Italia si porrà in totale contrapposizione. Il sistema ha davanti una grande opportunità: non può sprecare questa chance di essere pienamente partecipe di una rivoluzione che può portare trasparenza, efficienza e vantaggi per i cittadini. Perciò, parliamo di un modello che non vuole distruggere, ma aggiungere possibilità. Serve quindi supporto da parte del governo e l’emendamento proposto va in questa direzione”.

“Il settore degli asset digitali è una cinghia di trasmissione per l’economia reale – spiega Andrea Ferrero, Co-Ceo e co-fondatore dell’exchange -. I crypto-asset non sono solo investimenti, ma strumenti chiave per l’innovazione delle aziende europee, in ambito del Web3. Anche nel settore bancario il modello delle criptovalute andrebbe a implementare le opportunità, in maniera complementare e non in contrapposizione.”.

Young Platform è una startup fintech che mira a semplificare l’accesso al mondo delle criptovalute per i suoi utenti, fornendo una serie di prodotti e servizi digitali che rispondono a diverse esigenze in base al livello di competenza, dal principiante all’esperto. Young Platform si rivolge a un pubblico ampio e promuove un’intensa attività di formazione e divulgazione sulla tecnologia blockchain e sulle valute virtuali, attraverso un’app e contenuti editoriali dedicati. Young Platform permette a qualsiasi utente di negoziare criptovalute, grazie a un exchange disponibile in versione base e “Pro”.

La FED ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base

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La riunione della FED del 7 novembre: la banca centrale americana ha tagliato i tassi di 25 punti base. Come ha reagito il mercato?

La Federal Reserve si è riunita il 7 novembre 2024 per decidere in merito ai tassi di interesse. Cosa è successo dopo il taglio di 50 punti basi di settembre, visto che ad ottobre il FOMC non si è riunito. La combinazione composta dalla vittoria di Donald Trump e dalla riduzione del costo del denaro potrebbe far crescere ulteriormente il prezzo di Bitcoin?

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Gli indicatori economici che influenzano le decisioni della Fed

Prima di analizzare cosa è successo durante la riunione della FED del 7 novembre 2024 è bene elencare gli indicatori economici che la Banca Centrale americana valuta prima di decidere in merito ai tassi di interesse.

Uno dei principali obiettivi delle politica monetarie della FED è contenere l’inflazione. Quando i prezzi crescono eccessivamente, la banca centrale alza i tassi di interesse per frenare e stabilizzare la domanda. Da agosto a ottobre l’indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore utilizzato per stimare l’inflazione, è sceso di 50 punti base, con un tasso annuale del 2,4%, in calo rispetto al 2,9%. 

Questo rallentamento dell’inflazione è stato possibile grazie alle politiche monetarie restrittive attuate dalla maggior parte dei paesi occidentali del biennio passato. Dato che, oggi, la situazione sembra controllo, le banche centrali stanno procedendo con tagli dei tassi di interesse progressivi, in modo da stimolare l’economia dopo averla, in precedenza, raffreddata.

Anche l’occupazione e, quindi, lo stato di salute del mercato del lavoro gioca un ruolo importante nelle decisioni della FED. Negli ultimi mesi l’unemployment rate è stato stabile introno al 4,2%, ma se fosse cresciuta sarebbe stato necessario intervenire con un più serrato piano di tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, visto che ciò non è successo, la FED ha potuto, e probabilmente potrà, procedere gradualmente.

Infine, quando la FED decide sui tassi di interesse, tiene conto anche del Prodotto Interno Lordo (PIL). Una crescita economica eccessivamente rapida può alimentare l’inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. Ad ottobre la crescita economica negli Stati Uniti ha subito un rallentamento, e la FED ha, quindi, risposto con un taglio dei tassi di 25 punti base.

L’elezione di Donald Trump ha influito sui tassi?

L’elezione di Donald Trump non ha avuto un effetto sulla riunione della Federal Reserve di novembre, la cui decisione è stata in linea con le previsioni sui tassi di interesse. Alcuni esperti pensavano che la FED avrebbe potuto lasciare i tassi invariati data la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti di applicare dazi sui beni provenienti dall’estero, in particolare dalla Cina, che potrebbe, in futuro, far crescere nuovamente l’inflazione.

Tuttavia, la maggioranza si aspettava ancora un taglio di 25 punti base, che è di fatto avvenuto. L’idea condivisa dall’opinione pubblica è stata efficacemente riassunta da Polymarket, il principale prediction market del mondo crypto, che come per le elezioni presidenziali ha indovinato il pronostico.

Era di questa idea anche Gregory Daco, Chief Economy di Ernest Young, una delle società di consulenza più importanti al mondo, che si è espresso così mercoledì: “la decrescita dell’inflazione e la crescita dei salari e della produttività dovrebbe favorire una ricalibrazione graduale della politica monetaria della FED con un taglio dei tassi di 25 punti base dopo le elezioni.”

Riunione FED novembre 2024: l’impatto sul mercato

È molto difficile stimare il possibile impatto del taglio dei tassi durante la riunione della FED del 7 novembre 2024, principalmente perché arriva dopo le due giornate più importanti dell’anno. Mercoledì si sono concluse le elezioni americane che hanno visto uscire vincitore Donald Trump, che tornerà a Capitol Hill dopo la parentesi democratica degli ultimi quattro anni.


Se avesse vinto Kamala Harris probabilmente la situazione sarebbe stata diversa, ma al potere da gennaio in poi ci saranno i repubblicani, che hanno anche conquistato la maggioranza al congresso. Quanto accaduto e tutte le promesse associate ad un nuovo mandato Trump hanno fatto esplodere a rialzo il prezzo dei principali asset, in particolare quello di Bitcoin e delle azioni Tesla. In meno di venti minuti dall’apertura dei mercati gli ETF spot su Bitcoin hanno registrato un miliardo di dollari di volumi, mentre durante la giornata del 7 novembre il record assoluti di afflussi di capitale: 1,38 miliardi di dollari.

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Tuttavia, non è ancora detta l’ultima parola. Per quanto riguarda il mondo crypto quanto accaduto questa settimana sembra aver riacceso il bull market, bruscamente interrotto ad aprile dopo il raggiungimento degli all-time high (ATH). Massimi storici che, sono stati nuovamente aggiornati nelle scorse ore. Mentre analizzando l’azionario si nota come da parecchio tempo i principali indici, su tutti S&P 500 e NASDAQ, stiano registrando movimenti rialzisti di prezzo ad un ritmo molto sostenuto.


Insomma, la domanda da un milione di dollari connessa alla riunione della FED del 7 novembre è una sola: il taglio dei tassi di interesse farà ulteriormente crescere i mercati, in particolare per Bitcoin? O i principali asset rallenteranno dopo la corsa al rialzo degli ultimi giorni?


Le previsioni 2025 sul prezzo del petrolio formulate dagli esperti: cosa aspettarsi?

Prezzo petrolio: le previsioni 2024 degli esperti

Le previsioni sul prezzo del petrolio per il 2025 degli esperti. Dove finiranno la quotazione del Brent e del WTI?

Le previsioni per il prezzo del petrolio nel 2025 sono formulate dagli esperti sulla base di diversi fattori come l’andamento dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e le relative sanzioni dell’Unione Europea e degli Stati Uniti

Di recente i membri dell’OPEC+ hanno deciso di estendere i tagli volontari alle forniture di petrolio fino alla fine di dicembre 2024. Come questa decisione influisce sulle previsioni sul prezzo del petrolio per il 2025?

Prezzo del petrolio: l’OPEC e il conflitto in Medio Oriente

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati (OPEC+) ha deciso all’inizio di novembre 2024 di estendere, almeno fino alla fine di dicembre, i tagli alla produzione di petrolio stabilita a novembre del 2023. Questa prevedeva una produzione massima fissata a circa 2,2 milioni di barili al giorno.

Questa decisione potrebbe influire positivamente sul prezzo del petrolio, che però ha leggermente sofferto dopo le elezioni americane vinte dal candidato repubblicano Donald Trump. Tuttavia le previsioni sul prezzo del petrolio che affronteremo in questo articolo la ci dicono l’opposto. Attualmente il Brent si trova sul livello dei 74$ al barile, mentre il WTI sotto i 72$.

Il rialzo di Brent e WTI: quotazioni in focus

Dopo il rialzo del prezzo del petrolio di inizio 2024, sia la quotazione Brent che quella del WTI sono scese. Nonostante l’estensione dei tagli alla produzione dell’OPEC, una delle più condivise previsioni per il prezzo del petrolio per il 2025 è che il prezzo scenderà. Alcuni analisti prevedono il raggiungimento dei 60$ al barile entro la fine del 2025.

Tuttavia, molto dipenderà dall’evolversi della situazione in Medio Oriente. La situazione potrebbe ribaltarsi nel caso in cui gli attacchi israeliani dovessero colpire le infrastrutture energetiche iraniane.

Prima di affrontare le previsioni sul prezzo del petrolio degli esperti è necessario specificare che “Brent” e “WTI” sono due termini usati per indicare due tipologie di petrolio e i rispettivi benchmark che seguono l’andamento del prezzo del greggio. Per entrambi gli indici il valore di riferimento è il costo del petrolio a barile.

Il Brent è l’indice di riferimento per il Medio Oriente, l’Europa e l’Africa, mentre il WTI (West Texas Intermediate) è una miscela di diversi tipi di petrolio estratti negli Stati Uniti, proprio per questi rappresenta il mercato statunitense

Goldman Sachs: le nuove previsioni 2025 sul prezzo del petrolio 

Goldman Sachs, che nel 2024 si aspettava che il prezzo del Brent si stabilizzasse intorno ai 95 dollari al barile, ha aggiornato le sue previsioni sul prezzo del petrolio per il 2025. L’istituto ora prevede un prezzo medio del greggio di 76$ al barile, soprattutto perché le tensioni tra Israele e Iran non hanno influito sul suo valore negli scorsi mesi, e quindi è probabile che non lo faranno anche in futuro. Tuttavia, rimane il rischio che abbiamo già affrontato nel precedente paragrafo.

Non solo petrolio, su Young Platform puoi stare al passo con le previsioni e le analisi del mercato crypto fatte dagli esperti. E se vuoi ricevere un Report mensile dei movimenti di mercato e dati macroeconomici dai un’occhiata ai Club!

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Le stime 2025 di JP Morgan 

L’istituto di credito è un po’ più pessimista sulle previsioni per il prezzo del petrolio 2025. Qualche mese fa JP Morgan sosteneva che la quotazione del Brent non avrebbe raggiunto i 100 dollari al barile, salvo eccezionali eventi geopolitici che sono, purtroppo, avvenuti. 

Oggi, invece, ha rivisto le sue previsioni sul prezzo del petrolio a ribasso, e si aspetta un prezzo del greggio a 75$ per l’inizio del 2025 e a 60$ per la fine dello stesso anno.

Bank of America 

Secondo le ultime stime pubblicate da Bank of America, il greggio Brent nel secondo semestre del 2024 resterà stabile, anche se l’OPEC+ ha esteso le limitazioni all’offerta globale. Francisco Blanch, responsabile della ricerca sulle commodity e sui derivati di BoA, si aspetta un prezzo del Brent di 75$ dollari al barile e quello del WTI stabile sui 71$

Quella di Bank of America potrebbe essere una delle previsioni sul prezzo del petrolio 2025 più conservative. Tuttavia, in un intervista Blanch ha dichiarato che il petrolio potrebbe soffrire la recente crescita dell’offerta dei paesi che non fanno parte dell’OPEC, in particolare Canada, Guyana, Argentina e Brasile. 

Citi

Anche Citi è convinta che il prezzo del petrolio scenderà nel 2025, raggiungendo un prezzo medio al barile di 60 dollari. Questo accadrà principalmente a causa della vittoria di Donald Trump e dei dazi che intende applicare.

L’influenza di Trump sull’OPEC+ potrebbe spingere i produttori a ridurre più rapidamente i tagli alla produzione, incrementando così l’offerta. Le previsioni sul prezzo del petrolio per 2025 sono molto più pessimiste rispetto a quelle dell’anno passato. La maggior parte degli istituti credito l’istituto prevedono ribassi su Brent e WTI, con un valore medio di circa 70$ a barile.

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