I domini gratis di Tokelau hanno reso quest’isola il più grande paese online. Può un’intera economia nazionale basarsi su internet?
Qual è lo stato che ha colonizzato internet con i suoi siti? Gli Stati Uniti? La Cina? L’India? No. Uno sperduto arcipelago del Pacifico, che non è nemmeno una nazione a sé ma fa parte della Nuova Zelanda.
Il dominio internet nazionale più usato al mondo è il dominio .tk delle isole Tokelau. Nel 2021 Nominet un registro di domini britannici, ha pubblicato una mappa che rappresenta la superficie degli stati del mondo in maniera proporzionale al numero dei suoi domini internet nazionali. Con un solo colpo d’occhio si osservano delle proporzioni sballate rispetto alla geografia reale. Gli Stati Uniti sono più piccoli della Svizzera, la Germania è più grande della Russia, ma soprattutto a est del Giappone c’è un territorio mai notato prima. Un territorio gigante.
Una piccola gigante isola nel mercato dei domini internet
Questo territorio è l’atollo di Tokelau che conta oltre 24 milioni di domini internet nazionali .tk. Dopo .com, che è il Top Level Domain (TLD) più diffuso in assoluto, ci sono le estensioni nazionali ovvero i Country Code Top Level Domain (ccTLD). La classifica dei più numerosi vede in cima quelli di Tokelau, seguiti da Germania (16 milioni), Cina (13 milioni), Regno Unito (10 milioni) e Paesi Bassi (6 milioni). Esistono invece circa 3 milioni di domini .it.
Nonostante gli Stati Uniti siano pionieri di tutto ciò che riguarda il mondo online, non rientrano nemmeno nella top 5 di questa classifica perché i cittadini preferiscono usare il dominio .com rispetto a quello nazionale .us.
Tokelau: un paradiso sperduto nel nulla
Il primato di Tokelau può sembrare assurdo, soprattutto se si dà un’occhiata alle caratteristiche dell’atollo. Tokelau, che nella lingua indigena significa “vento del nord”, ha una superficie di solo 10 km quadrati. Ed è popolata da circa 1.500 abitanti. Cosa se ne fanno queste persone di 24.698.672 domini internet, una media di 17 mila domini a testa?
Tokelau non è di certo una meta turistica, si tratta di un territorio completamente isolato in cui si arriva solo due volte al mese e solamente via mare. Una meta incontaminata e selvaggia, ma se immagini di passare lì le tue vacanze, preparati perché non è per niente semplice raggiungerla. Il percorso per raggiungere Tokelau inizia alle Hawaii da cui si fa tappa alle Samoa Americane, poi con piccolo aereo si vola alle Isole Samoa. Lì bisogna aspettare, anche per settimane, una di quelle famose barche che partono due volte al mese. Una volta imbarcati, il viaggio dura quarantotto ore. Il comandante ti lascerà poi nei pressi dell’isola, non a riva, a causa del mare mosso e dei coralli che non permettono di avvicinarsi troppo. A quel punto toccherà a te raggiungere terra in canoa, a forza di pagaiate.
Tokelau è il “paese” del mondo con l’economia più piccola (secondo la classifica per PIL stilata dal Central Intelligence Agency statunitense) e questa ruota principalmente intorno all’energia solare e ai domini internet. Come ci è arrivato il web in questo angolo di mondo sperduto?
Come mai milioni di siti web utilizzano il dominio .tk?
Dal 2006 è possibile registrare gratis i domini con l’estensione .tk grazie a Freedom Registry. Questi rimangono gratuiti per dodici mesi, successivamente i proprietari sono invitati a pagare l’abbonamento. Se gli utenti non pagano o decidono di abbandonare il dominio, il gestore usa i siti web associati per pubblicare pubblicità. In questo modo Freedom Registry finanzia la sua attività ma anche l’intera economia di Tokelau. Gli introiti delle pubblicità finiscono alle isole e costituiscono una parte consistente del PIL locale.
Chi c’è dietro a Freedom Registry?
Il successo online di Tokelau viene da un uomo che abita dall’altra parte del globo. Questa idea imprenditoriale infatti è nata da Joost Zuurbier, originario di Amsterdam. Nei primi anni duemila Zuurbier cercava un modo di replicare, con i domini internet, il modello di Hotmail che riusciva a fornire e-mail gratuite e allo stesso tempo guadagnarci.
“In quel momento non esistevano ancora nomi di dominio gratis”, racconta Zuurbier. “Quindi abbiamo cercato un registro che volesse partecipare e alla fine abbiamo fondato .tk, che all’epoca non esisteva”. Il mercato dei domini allora era già in fermento e tutti cercavano di accaparrarsi i nomi e le estensioni più preziose per poi rivenderle nel tempo. (che poi sarebbero diventati i domini più costosi di sempre).
Zuurbier spiega anche che l’impresa all’inizio non è stata facile. All’epoca gli abitanti di Tokelau non sapevano di avere diritto a un proprio dominio nazionale, ma soprattutto nessuno sull’isola aveva mai visto una pagina web. L’imprenditore ha dunque spiegato internet e le sue potenzialità agli isolani. Ma c’era un altro problema. L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), ovvero l’ente che si occupa di monitorare il sistema dei nomi di dominio, all’inizio non credeva che Tokelau esistesse davvero. Per fortuna un suo membro aveva visitato l’isola negli anni ‘70 e se la ricordava bene, avendo installato la prima apparecchiatura radio.
Ottenuta l’approvazione e dopo essere sopravvissuto a un viaggio durato due intere settimane, Zuurbier installa tutte le apparecchiature satellitari necessarie a iniziare la sua impresa. Dopo sei anni di complicate configurazioni, nel 2006 la Freedom Registry di Zuurbier lancia ufficialmente il dominio gratis .tk.
La Freedom Registry non ha portato solo denaro alla popolazione di Tokelau, ma anche importanti infrastrutture. L’intera isola infatti aveva solo quattro linee telefoniche e una connessione Dial-up, ma la larghezza di banda era talmente bassa che potevano usarla solo per le e-mail senza allegati. Se c’era un allegato, gli abitanti dell’isola dovevano chiamare il mittente per rimuoverlo, perché altrimenti l’e-mail non sarebbe mai arrivata.
Come una partita a Risiko ma sui territori del web, con i suoi domini gratis Tokelau sta battendo tutto il mondo su internet. L’unico luogo dove storie assurde come queste possono esistere.