Terra: gli effetti dell’aggiornamento Columbus-5

Terra LUNA Aggiornamento

Columbus-5 è l’ultimo aggiornamento dell’ecosistema Terra-LUNA e ha semplificato le operazioni di staking e burning dei token. Ecco tutti i benefici

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Il 13 settembre 2021, Terra si è aggiornata con Columbus-5. La blockchain coreana, in forte crescita, ha aumentato il suo market cap del 14,000% rispetto al 2021, mentre UST ha sorpassato i 10 miliardi di dollari in capitalizzazione. Come funziona Columbus-5 e perché ha convinto la community di Terra?

Ripasso: come funziona Terra

Terra è una blockchain Proof-of-Stake con un funzionamento molto particolare. Una delle sue funzionalità più interessanti è quella di permettere la creazione di stablecoin algoritmiche, cioè non ancorate a nessun asset sottostante. Per mantenere il valore delle stablecoin ancorato a quello delle valute di riferimento, il protocollo di Terra brucia o conia token per bilanciare l’offerta. 

Ad esempio, se il valore di Terra USD (UST) supera il rapporto 1:1 col dollaro, l’algoritmo premia gli utenti che bruciano LUNA per coniare stablecoin. Così, l’offerta di UST aumenta e il valore diminuisce. Questo sistema è chiamato signoraggio.

E se il valore della stablecoin è inferiore rispetto al dollaro? Allora il protocollo premia gli utenti che vendono UST in cambio di LUNA, diminuendo l’offerta e riportando il valore della stablecoin a livelli normali.

Cosa cambia con Columbus-5

Prima di settembre 2021, con Columbus-4, il signoraggio prevedeva che parte dei LUNA venissero bruciati, mentre un’altra parte veniva messa a disposizione della community per sostenere vari progetti e per garantire ricompense agli staker. Il sistema si è rivelato troppo generoso, e il fondo per la community è diventato sempre più sostanzioso, ma anche inutilizzato. 

La community di Terra ha quindi proposto di bruciare tutti i LUNA presenti nel fondo per coniare UST. Nella stessa proposta si è deciso di dare un miliardo di quegli UST a Ozone, un protocollo di assicurazioni basato sulla blockchain. Ozone è un fondo che copre i rischi derivanti da eventuali malfunzionamenti di Terra; in un certo senso, contribuisce a supportare l’ecosistema rassicurando chi detiene grandi somme di LUNA. I restanti UST sono rimasti nel fondo della comunità per sostenere nuovi progetti.

Per evitare di cadere di nuovo in “overfunding”, è stato anche cambiato il sistema di signoraggio. Adesso, il 100% dei LUNA viene bruciato ogni volta che si coniano degli UST. Questo ha contribuito a rendere Terra una blockchain estremamente deflazionaria.

Come tutte le blockchain basate su Cosmos, anche Terra ha accesso al sistema IBC (Inter Blockchain Communication), che permette di scambiare asset in maniera semplice tra reti costruite sulla stessa piattaforma. Columbus-5 ha attivato questo protocollo, modificando radicalmente l’ecosistema IBC. Infatti, prima di Terra, sulla rete non c’era una stablecoin nativa liquida che sostenesse gli exchange decentralizzati. Con l’arrivo di Columbus-5, i protocolli DeFi di Cosmos hanno guadagnato nuova liquidità da cui attingere. 

Quale sarà il futuro di Terra

Le innovazioni apportate dall’aggiornamento Columbus-5 hanno fatto salire alle stelle la popolarità di Terra e di LUNA. Un ulteriore aggiornamento ha eliminato le commissioni sulle transazioni, permettendo agli sviluppatori di creare con più facilità applicazioni basate su smart contract. Questo riduce leggermente gli introiti dello staking, ma contribuisce a far crescere la popolarità e l’usabilità dell’ecosistema Terra-LUNA, a beneficio anche degli staker stessi.

In più, tra le ultime decisioni della community, c’è l’approvazione di una campagna di marketing massiccia: Terra ha stretto una partnership con Washington Nationals, una squadra di baseball, per far entrare la crypto nel mainstream e consolidare i casi d’uso nella vita reale. Nel contratto, ad esempio, è prevista la possibilità di pagare il biglietto per le partite in stablecoin targate Terra.

Columbus-5 ha trasformato UST nella stablecoin decentralizzata con la capitalizzazione di mercato più alta. La compatibilità cross-chain e l’azzeramento delle commissioni sulle transazioni contribuirà a una crescita di dapp e strumenti DeFi, che a loro volta ingrandirà il market cap di UST. La combinazione tra valuta deflazionaria e stablecoin algoritmica ha già convinto la community, non ci resta che aspettare e vedere se LUNA arriverà… to the moon!

Cosa sta succedendo al mining di Bitcoin in Russia?

bitcoin mining

La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in crisi il mondo, ma il mining di Bitcoin va avanti. Ma per quanto durerà ancora?

Nonostante la guerra tra Ucraina e Russia, il mining di bitcoin non si ferma. Considerando che nel 2021 l’11,2% dell’hash rate globale si trovava in Russia, molti si aspettavano un crollo di Bitcoin simile a quello avvenuto quando la Cina ha bandito il mining. Invece, la maggior parte delle mining pool continua a minare criptovalute, e il valore del mercato crypto ha retto il colpo.

Il mining di Bitcoin in Russia

L’instabilità geopolitica russa in seguito alle pesanti sanzioni ha scalfito anche il settore crypto. Nonostante la blockchain sia slegata dagli asset tradizionali, Bitcoin ed Ethereum hanno comunque seguito un trend ribassista prima di risalire. Ma come sono stati colpiti i miner russi?

Alcune pool internazionali, come Flexpool.io, hanno bloccato le attività dei miner russi. La mining farm, impegnata soprattutto nel mining di Ethereum, ha sospeso tutte le attività con sede in Russia. “Di solito non ci immischiamo in faccende politiche… ma questa non è solo politica. Chiediamo scusa ai nostri miner russi, molti di voi non supportano la guerra. Ma state comunque supportando la vostra nazione” scrive un rappresentante della mining pool su Reddit.

Altre mining pool, invece, continuano ad andare avanti col loro lavoro. Whit Gibbs, CEO della statunitense Compass Mining, ha affermato che le loro strutture di mining in Russia sono lontane dal conflitto, precisamente in Siberia. Perciò, nonostante la guerra, i super-computer della mining pool continueranno a supportare la rete di Bitcoin. Cosa significa questo per la Russia?

La criptoeconomia e la guerra

La presenza delle forze russe in Ucraina ha sconvolto le persone e i mercati, e gli Stati occidentali hanno rapidamente risposto con vari pacchetti di pesantissime sanzioni economiche. Banche, società e personalità importanti in Russia si sono ritrovate tagliate fuori dal sistema economico globale nel giro di una settimana. L’imminente esclusione della Russia dal sistema di pagamenti interbancari SWIFT, poi, potrebbe rivelarsi il colpo di grazia per il rublo russo. 

Ma dove la moneta fiat non arriva, potrebbe arrivare Bitcoin. Vista la massiccia presenza di società di mining presenti in Russia, la domanda interna di energia è elevata, e potrebbe aumentare ancora di più se il governo dovesse decidere di supportare ufficialmente le criptovalute. A quel punto, sarebbe possibile convertire il gas naturale in potenza di calcolo e potenziare il mining di bitcoin, invece di venderlo alle nazioni europee. Questa tattica è già stata sperimentata dall’Iran, nazione esclusa dal sistema SWIFT nel 2012.

Bitcoin: un modo per evitare le sanzioni?

Sarà questa l’arma di Putin per evitare il collasso economico della sua nazione? Probabilmente no. Infatti, il Ministero dell’Economia russo ha recentemente proposto una legge che vieta l’utilizzo di criptovalute come sistema di pagamento. La decentralizzazione potrebbe non essere vantaggiosa per il governo russo, che ha preferito proteggersi dalle sanzioni siglando vari accordi economici con la Cina.

Bisogna poi ricordare che le transazioni in Bitcoin non sono anonime ma pseudonime, e con i giusti mezzi è possibile risalire ai proprietari dei wallet. Questo esclude anche che gli oligarchi russi spostino gran parte del loro patrimonio in asset crypto, visto che le sanzioni sarebbero in grado di colpirli anche sulla blockchain! Con un blockchain explorer, il governo USA può identificare le transazioni degli oligarchi sanzionati, e punire chi accetta i pagamenti. Ogni tipo di commercio con la Russia è illegale, e questo vale anche per gli asset digitali.

Bitcoin in Ucraina: le donazioni e il ruolo delle crypto

Donazioni in Bitcoin in Ucraina, quanto valgono le crypto

La solidarietà mondiale passa attraverso le donazioni in Bitcoin in Ucraina. La decentralizzazione è l’arma vincente nelle crisi? 

Il conflitto in Ucraina ha scosso le coscienze in tutto il mondo, la guerra ha avuto un forte impatto sul mondo come lo conosciamo. Compreso quello finanziario. È il primo caso nella storia in cui arriva la notizia di una nazione sotto assedio che chiede donazioni in criptovalute. Che ruolo possono giocare le crypto nei momenti di crisi? Ecco una panoramica delle questioni legate al conflitto russo-ucraino e alle criptovalute.  

Premessa: le criptovalute sono neutrali

Il sistema di Bitcoin è stato ideato nel lontano 2008 per offrire un’alternativa al sistema finanziario centralizzato. Tutte le criptovalute, essendo decentralizzate, non sottendono alle regole delle Nazioni. Nel bene e nel male. Come si comporta qualcosa di completamente indipendente dagli stati in situazioni in cui i protagonisti sono i governi e le forze politiche? Gli eventi geopolitici di questi giorni accelerano la consapevolezza sull’utilizzo di Bitcoin come sistema di pagamento incensurato, che continua a funzionare anche quando i governi e le banche sono in difficoltà. Sia Ucraina che Russia stanno guardando alle criptovalute come risorsa. La prima per finanziare la resistenza, l’altra per difendersi dalle sanzioni imposte per incoraggiare il ritiro dell’esercito.

I volumi delle transazioni e degli acquisti di criptovalute in questi due paesi è aumentato notevolmente. Intanto dopo un parziale crollo cominciato con l’invasione dell’Ucraina il 24 Febbraio 2022, il prezzo di Bitcoin è tornato a salire chiudendo a 43.193 dollari il 28 Febbraio. Ha registrato così un aumento del più 14% in sole 24 ore. 

Le richieste dell’Ucraina: bloccate i wallet russi

Mykhailo Fedorov, vice primo ministro e ministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha invitato i broker e gli exchange di criptovalute a bloccare i conti degli utenti russi e bielorussi. Tuttavia questo genere di operazioni non possono essere compiute senza una giustificazione legale ad hoc. Il CEO di Kraken Jesse Powell, per esempio, ha detto che l’exchange “non può congelare i conti dei nostri clienti russi senza un requisito legale per farlo”. All’illegittimità giuridica di bloccare i wallet russi, si unisce il proposito degli exchange di salvaguardare i cittadini russi che non sono coinvolti nel conflitto: Binance ha riferito di non voler congelare unilateralmente i conti di milioni di utenti innocenti.

Yulia Parkhomenko, capo del gruppo di esperti di asset virtuali presso il Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha rivelato l’intenzione di intraprendere un percorso per ottenere i permessi legali per farlo. Sull’accanimento nei confronti dei cittadini russi, Parkhomenko ha commentato: “questa è una misura necessaria. Non c’è modo di identificare chi finanzia la guerra e chi no”.

In Russia? Rublo a picco ed esclusione dalla SWIFT

Anche in Russia si teme una corsa agli sportelli bancari, il rublo infatti è ai minimi storici e gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) è un network di pagamenti che coinvolge istituzioni finanziarie di tutto il mondo, non farne parte significa essere disconnessi dal sistema finanziario internazionale. La principale funzione della SWIFT è fornire un sistema di comunicazione per le transazioni di denaro su scala globale. Secondo la BBC lo SWIFT è usato da 11mila banche in 200 nazioni, e ogni giorno viene usato per più di 40 milioni di trasferimenti di denaro.

Nel comunicato della commissione europea si legge: “mentre le forze russe scatenano il loro assalto su Kiev e altre città ucraine, siamo decisi a continuare a imporre alla Russia dei costi che la isoleranno ulteriormente dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie”. Le sanzioni dell’Unione Europea prevedono anche delle restrizioni alla Banca Centrale Russa nel caso in cui si adoperi per aggirare i provvedimenti. Tutto ciò potrebbe portare la Russia ad incentivare l’uso di sistemi come Bitcoin per eludere l’isolamento. 

Le donazioni in Bitcoin in Ucraina

In Ucraina per evitare il collasso del sistema bancario, i prelievi di denaro sono stati limitati e, in un secondo momento, congelati. Il tasso di riserva obbligatoria delle banche è sotto attacco, non a tutti i clienti può essere garantito il prelievo dei loro risparmi. Nonostante la soluzione sia comprensibile, questo ha portato diversi problemi agli ucraini. In questo scenario entrano in gioco le criptovalute che in questo particolare momento può portare un aiuto significativo a chi è in difficoltà.

Proprio per questo le crypto vengono usate per raccogliere e distribuire donazioni. Gli aiuti al popolo invaso stanno viaggiando su blockchain, le criptovalute sembrerebbero essere il modo più efficace per far arrivare aiuti economici all’Ucraina dall’estero, ora che i sistemi bancari sono compromessi. Il 26 Febbraio 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina ha pubblicato i suoi indirizzi chiedendo donazioni in criptovalute (BTC, ETH, USDT e ora anche DOT), ma anche altri enti hanno lanciato l’appello. Come UkraineDAO, l’organizzazione decentralizzata che con NFT della bandiera ucraina, raccoglie fondi per le organizzazioni locali che stanno aiutando chi è stato colpito dall’invasione. La DAO è stata fondata da Nadya Tolokonnikova, di Pussy Riot il gruppo punk rock femminista di Mosca conosciuto per difendere i diritti LGBT e per l’opposizione a Putin. 

UkraineDAO è sostenuta da personalità crypto di spessore come Stani Kulechov, CEO di Aave

Quando si tratta di trasferire i propri soldi è sempre buona norma assicurarsi che i progetti o le associazioni dietro alle raccolte fondi siano affidabili. Le community crypto su Reddit si stanno muovendo per segnalare le truffe. L’informazione è il primo passo per far arrivare la tua donazione a chi ha bisogno.

I millennial sono la generazione di Bitcoin

Bitcoin Millennial

Nonostante le incertezze del mercato, i millennial sono la generazione più interessata a Bitcoin e alle altre criptovalute

Negli USA, i millennial (cioè i nati tra il 1981 e il 1996) sono stanchi degli asset finanziari tradizionali e preferiscono Bitcoin, secondo uno studio di Morning Consult. La ricerca, condotta tra luglio e dicembre 2021, ha interessato 50.000 persone.

Con le nuove tecnologie che arrivano sempre più velocemente, rimanere al passo può essere difficile: per questo è più probabile che la generazione dei baby boomer rimanga ancorata ad asset tradizionali come azioni, oro o ETF. I millennial, d’altro canto, hanno trovato rifugio nelle nuove promettenti tecnologie come la blockchain e Bitcoin.

La stabilità finanziaria che manca ai millennial

Sempre secondo Morning Consult, nel 2022 c’è stato un aumento di persone che non sentono di essere economicamente stabili. Per “stabilità finanziaria” si intende la serenità che ciascuna famiglia ha nei confronti delle proprie finanze. Una coppia di trentenni che non riesce ad arrivare a fine mese, o un lavoratore con un basso stipendio che non può permettersi di riparare la sua macchina, sono esempi di bassa stabilità finanziaria.

Secondo la ricerca, sono soprattutto i millennial ad aver accusato questo calo. La paura delle nuove varianti di Covid, l’inflazione e le crisi internazionali hanno portato questa categoria di persone ad avere sfiducia nelle istituzioni economiche classiche, mentre la generazione dei baby boomer non teme particolarmente questi imprevisti.

Bitcoin, la tecnologia che piace ai giovani

Nel 2022, si può dire che le crypto siano entrate di prepotenza tra gli asset “mainstream”. Lo studio di Morning Consult mostra che il 24% degli intervistati possiede criptovalute. Il dato è molto più interessante quando visto in prospettiva: il 31% degli intervistati possiede un account di brokeraggio, mentre il 23% ha i suoi soldi in un conto deposito.

Le crypto, quindi, hanno addirittura superato uno dei metodi di risparmio ritenuti più sicuri e stabili, cioè i conti deposito delle banche! E, ovviamente, la maggior parte di questa crescita è dovuta ai millennial. Meno del 10% dei baby boomer possiede crypto, mentre, a dicembre 2021, il 48% dei millennial intervistati possedeva Bitcoin o altre criptovalute.

Tuttavia, la ricerca mostra anche che la maggior parte dei millennial che possiede crypto è “un uomo con uno stipendio molto alto”. Il 25% degli intervistati, infatti, guadagna più di 100mila dollari, una cifra che sicuramente lascia ampio spazio per supportare numerosi progetti.

Perché i millennial puntano sulle crypto

La domanda nasce spontanea: perché proprio i millennial credono nella blockchain? Soprattutto negli USA, l’inflazione è aumentata vertiginosamente negli ultimi mesi, come effetto degli aiuti elargiti dal governo per combattere i danni della pandemia. I millennial hanno visto nelle criptovalute una risorsa alternativa e un potenziale da non lasciarsi scappare, allo stesso tempo supportando una tecnologia decentralizzata come quella della blockchain.

I baby boomer, almeno per le questioni finanziarie, sono molto legati a un rapporto diretto con il broker della propria banca. Ti ricorda qualcosa? Un sistema centralizzato, gerarchico, dove chi non si interessa di finanza lascia che a gestire i propri risparmi sia un’altra persona. Dall’altra parte, i millennial sono una generazione abituata alle nuove tecnologie, ai social, e alle community online. La condivisione della conoscenza, unita alla facilità e all’immediatezza con cui adesso è possibile acquistare un’azione o una criptovaluta, ricorda i sistemi decentralizzati della blockchain.

I millennial quindi sono più propensi a credere in Bitcoin perché sono più fiduciosi nell’impatto positivo che le nuove tecnologie possono avere sulla vita quotidiana e finanziaria. Possiamo quindi aspettarci che anche la generazione Z seguirà lo stesso trend? Anche loro avranno la stessa fiducia nelle crypto? Sicuramente le grandi istituzioni finanziarie non staranno a guardare. Proprio lo studio di Morning Consult esorta le banche a prepararsi alla blockchain. “I professionisti finanziari devono conoscere le criptovalute per soddisfare la curiosità dei clienti… chi si limita a guardare dagli spalti rimarrà indietro”.

Fuori ora gli NFT del brand italiano Dolly Noire

dolly noire

Il marchio dello streetwear Dolly Noire fa il suo primo passo nel Metaverso, partendo dagli NFT.

Dolly Noire è un marchio di abbigliamento nato a Milano, da 4 amici di periferia che amavano lo streetwear. La pecora nera è la mascotte simbolo di chi non si riconosce negli standard richiesti dalla società. È questo stile di vita fuori dalle linee tracciate che i fondatori esprimono e trasmettono attraverso i loro capi, ma soprattutto attraverso gli artwork che felpe e magliette portano per le strade.

È il 2022 e a quasi 10 anni dalla fondazione del brand, Dolly è pronta anche per le strade virtuali di altri mondi. Il primo passo in questo percorso sono proprio gli NFT, gli atomi del metaverso.

La prima collezione NFT di Dolly Noire, aka DLYNR si chiama Cyberdecks.

Come si può intuire dal nome, l’intera collezione è incentrata sulle carte da gioco. La scelta del soggetto non è casuale: è proprio durante una partita a carte in giro per la loro città che i 4 fondatori decisero di stampare la loro prima maglietta nel 2004. 

Da oggi trovi su OpenSea la prima parte della collezione Cyberdecks: King of Diamonds, composta da 100 NFT. Le restanti 4 parti usciranno nel corso dei prossimi mesi. 

Cyberdecks è un vero e proprio mazzo di carte, ognuna con la sua caratteristica, livello di rarità e soprattutto utility (casi d’uso).

Esiste anche la possibilità di sbloccare una utility extra ottenendo almeno 1 NFT per tipologia.

Le utility sono di diverso tipo: da capi di vestiario in omaggio, a possibilità di interagire col team, fino a esperienze reali.

Le opere sono state create sotto tutti gli aspetti dal team Dolly Noire, anche dal punto di vista creativo. Tra l’altro, se ti piacciono anche i loro capi, oltre che i loro NFT, puoi fare shopping sul loro negozio online attraverso l’app Young Platform Step e ottenere cashback in YNG.

Come acquistare gli NFT Cyberdeck?

Come forse sai, su OpenSea si paga tutto in Ethereum. Ecco quindi come ottenerli e come utilizzarli per acquistare gli NFT di DLYNR o per partecipare all’asta.

  1. Registrati a Young Platform, verifica l’identità e deposita euro. Naturalmente è necessario depositare tanti euro quanti te ne serviranno per ottenere gli ETH necessari ad acquistare l’NFT. Tieni in considerazione anche le commissioni di trasferimento sulla blockchain Ethereum e le commissioni di acquisto su entrambe le piattaforme.
  2. Acquista Ethereum
  3. Invia Ethereum a un wallet supportato da OpenSea. Qui prenderemo come esempio più comune Metamask.
  4. Se non ce l’hai già, crea un wallet Metamask seguendo questi passaggi: 
    1. Visita il sito Metamask
    2. scarica l’estensione per il tuo browser
    3. avvia l’estensione
    4. clicca su Get started
    5. clicca su Create a New wallet
    6. crea una password forte
    7. salva la tua secret backup phrase, ossia “frase di recupero segreta”. Copiala in un luogo sicuro!
  5. Preleva Ethereum verso il tuo indirizzo Metamask. Trovi il tuo indirizzo cliccando sull’estensione Metamask, e in cima alla finestra che si apre trovi subito la possibilità di copiarlo.
  6. Vai su OpenSea e connetti il tuo wallet Metamask.
  7. Sei pronto/a per acquistare!

Scopri di più sulla collezione

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Il Manchester City costruisce il primo stadio nel Metaverso

Il primo stadio nel Metaverso è quello del Manchester City

Il club calcistico ha concluso un accordo con Sony per replicare il suo stadio in digitale. Cosa cambierà? Il coinvolgimento dei tifosi e i diritti di trasmissione

Il calcio inglese fa scuola nel futuro dello sport. La nuova iniziativa del Manchester City per portare il suo stadio nel Metaverso avrà delle conseguenze nel modo di interagire con gli eventi sportivi. Ma come mai sempre più club sportivi e atleti si tuffano in progetti su blockchain o scelgono sponsor crypto? Scoprilo in questo articolo!

La tecnologia Sony per il primo stadio nel Metaverso

Il Manchester City ha annunciato la costruzione del primo stadio al mondo nel Metaverso in collaborazione con Sony. È stato infatti firmato un accordo triennale per la realizzazione di una copia digitale dello stadio del club, conosciuto come Etihad. In questa prima fase del progetto degli specialisti di realtà virtuale stanno completando una mappatura digitale dello stadio per replicarlo. La tecnologia di tracciamento usata è Hawk-Eye di Sony, che sta mettendo a disposizione la sua esperienza nell’analisi delle immagini. 

Perché il Manchester City sbarca nel Metaverso?

Costruire uno stadio nel Metaverso sembrerebbe innanzitutto un’opportunità per avvicinare i tifosi agli eventi che riguardano la squadra. L’idea del club inglese è quella di trasmettere le partite dal vivo in contemporanea nella loro controparte virtuale, proponendo un’esperienza immersiva anche a chi non può raggiungere l’Etihad fisicamente. Il tutto grazie a dispositivi come visori per la realtà virtuale, auricolari, controller manuali. Inoltre nel Metaverso i fan potrebbero incontrare i calciatori e acquistare prodotti dedicati e a edizione limitata. 

“Il punto fondamentale di avere uno spazio nel Metaverso è la possibilità di ricreare il gioco, puoi guardare la partita in diretta, essere parte dell’azione in diversi modi e sotto diverse angolazioni, in più lo stadio può essere riempito senza limitazioni essendo completamente virtuale”, queste le parole di Nuria Tarre, la Marketing Manager del City.

La svolta nei diritti di trasmissione 

Guardare una partita di calcio nel Metaverso è a tutti gli effetti un’alternativa al classico trio tv-birretta-divano. Secondo Tarre fra 10 anni la televisione non sarà più il mezzo preferito dai tifosi per seguire la loro squadra. Se la prospettiva del City dovesse realizzarsi, i club calcistici potrebbero rivendere i loro diritti di trasmissione ai fan attraverso i Metaversi, senza appoggiarsi ad ulteriori intermediari. Addio agli abbonamenti, ai canali sportivi sulle reti nazionali e a quelle private che si contendono i permessi per mandare in onda le partite. Vedere una partita di calcio diventerebbe un’azione completamente decentralizzata, dal produttore al consumatore. In questi termini i club calcistici otterrebbero un gran vantaggio, stabilendo tariffe e modalità secondo le loro esigenze. La decentralizzazione sarà un vantaggio anche per i tifosi? Il primo stadio nel Metaverso potrebbe segnare una svolta. 

Sport e crypto? Cosa spinge questo gioco di squadra?

Il derby di Manchester si gioca a colpi di blockchain! Mentre il City costruisce nel Metaverso e distribuisce il suo fan token su Socios.com, il United ha firmato con Tezos per sponsorizzare il kit di allenamento. Ma come mai il numero di club sportivi e atleti che hanno a che fare con le crypto cresce sempre di più? Un report di The Block riporta le testimonianze delle agenzie di marketing sportivo. Da un lato la crescita delle collaborazioni a stampo crypto dipende dalle conseguenze del buco economico che ha lasciato ai club la pandemia. Con partite sospese e stadi chiusi, le squadre hanno accumulato debiti e sono alla ricerca di partnership vantaggiose. La scelta sembrerebbe ricadere sulle crypto perché a differenze della maggior parte dei business, durante l’emergenza sanitaria sono cresciute in maniera esponenziale e hanno a disposizione i capitali che servono allo sport per rimettersi in sesto. 

Nelle agenzie di marketing sportivo si va a caccia di collaborazioni crypto, secondo gli esperti del settore non ci sarà fetta del mondo sportivo che rimarrà lontana dalla blockchain. 

Il primo stadio nel Metaverso sarà quello del Manchester City ma non è ancora stata comunicata la piattaforma di realizzazione. Sarà The Sandbox o forse Decentraland

Everest: l’hub del Web3 su The Graph

The Graph Everest

The Graph è fondamentale per tutto l’ecosistema della blockchain. Ecco come una sua dapp, Everest, contribuisce a supportare i progetti crypto

The Graph è una blockchain molto particolare. A differenza delle altre criptovalute più blasonate, The Graph vuole essere invisibile all’utente finale, ma utilissima per chiunque sviluppi nell’ecosistema crypto.

Il protocollo serve a rendere più efficienti le applicazioni decentralizzate, punto cardine delle crypto di nuova generazione. The Graph accelera il processo di ricerca dei dati nella blockchain, indicizzandoli e rendendoli più accessibili.

Inizialmente nato solo per Ethereum, il network si è ampliato fino a diventare indispensabile per quasi tutte le blockchain. Ma The Graph non è solo una rete di supporto! Everest, un registro universale di tutti i progetti crypto, è stata la prima dapp a essere lanciata sul protocollo, nel 2020: vediamo come funziona e quanto è utile!

Everest, un vero “registro universale” su The Graph

È facile perdersi nell’immenso panorama dei progetti basati su blockchain. Tra protocolli DeFi e nuove DAO che nascevano di continuo, la community crypto sentiva il bisogno di una directory organizzata ma decentralizzata per schedare tutte le dapp – già lanciate o ancora in sviluppo.

Ed ecco che entra in gioco Everest: una dapp decentralizzata, basata su The Graph ma non legata a nessuna blockchain specifica, che contiene al suo interno un registro di 1574 progetti. Questi progetti sono tutti legati al Web3, e sono divisi in macrocategorie per facilitarne la ricerca.

Tra i progetti possiamo trovare DAO, dapp, fondi, organizzazioni no-profit e molto più! Ogni progetto ricade in una categoria ben definita: tra di queste troviamo, per esempio, DeFi o Governance, ma anche le categorie Ambiente e Beneficenza. C’è davvero di tutto, e questo è il grande vantaggio di Everest: la facilità con cui chiunque può aggiungere ed esplorare i progetti crypto.

Sei curioso e vuoi dare un’occhiata alle applicazioni innovative basate su blockchain? Ti basta andare sul sito della dapp per saziare la tua curiosità. Oltre a questo, è anche uno strumento fondamentale per chi sta cercando progetti da supportare: se il creatore di una dapp è particolarmente attivo e aggiorna costantemente i dati presenti su Everest, sta sicuramente inviando un buon segnale a potenziali partner economici!

Come funziona Everest

L’obiettivo di The Graph con Everest è creare un hub globale dove ospitare tutti i progetti crypto aggiornati. Ogni progetto ha un’identità garantita sulla blockchain di The Graph attraverso un token ERC-1056, e grazie a un sistema di controllo decentralizzato è anche possibile eliminare o modificare dei progetti già esistenti qualora si riscontrino delle anomalie.

Il primo passo per apparire su Everest è aggiungere un progetto. Per farlo bisogna pagare una quota d’iscrizione pari a 10 DAI (circa 10$), che finiscono nella riserva di Everest. Il creatore del progetto è anche il suo proprietario, e può scegliere di delegare il controllo oppure passare lo status di proprietario a qualche altro utente della blockchain. Ogni progetto può anche avere dei rappresentanti. Il sistema dei rappresentanti è gerarchico, e quindi i membri più importanti hanno più poteri rispetto agli utenti meno importanti.

Ma se il sistema è open source, cosa impedisce a un utente qualunque di listare e fingere di essere il proprietario di un progetto? Proprio per evitare questo, Everest ha studiato un metodo per contestare i progetti listati. Chi apre una contestazione blocca 10 DAI e impone una votazione. Le ragioni possono essere varie, dai dati non aggiornati alla proprietà di un progetto di una persona che in realtà con quel progetto non ha nulla a che fare. Se la contestazione viene approvata, chi l’ha aperta riprende i DAI bloccati e ne guadagna ulteriori 9. Se la contestazione viene respinta, i 10 DAI finiscono nella riserva di Everest.

Gli utenti della dapp possono votare sulle contestazioni, e ricevere dei DAI se lo fanno, ma solo se hanno già aggiunto un progetto su Everest. I voti dei progetti più longevi “pesano” di più, e hanno più valore rispetto ai voti dei progetti appena inseriti sulla piattaforma. 

Il registro unico per un Web3 decentralizzato

Grazie a Everest, l’ecosistema di The Graph ha messo le basi per un ecosistema davvero decentralizzato. Il sistema di contestazione di Everest e la community attiva del mondo crypto assicurano che il registro riporti dati corretti e funzioni anche senza nessun controllo centralizzato.

Il team di sviluppo di Everest spera che il loro registro diventi sempre più ampio, e dare modo a tutti di trovare informazioni sicure e affidabili sui loro progetti crypto preferiti.

Polkadot: tutto sulla seconda asta per le parachain

Polkadot Parachain Coin

Polkadot comincia a ingranare: dopo il successo della prima asta, adesso ci si gioca i posti per altre 5 parachain

Si è appena chiusa la seconda asta per accaparrarsi il diritto di programmare una parachain su Polkadot! Dopo che il 18 dicembre sono andate online le prime 5 parachain, la blockchain di Gavin Wood ha aperto altri 5 slot.

Le parachain sono delle blockchain “parallele”, che si basano sulla rete principale, ma possono essere programmate a seconda dei bisogni della singola applicazione. Acala, che ha vinto la prima asta tenuta per le parachain, è un progetto DeFi precedentemente basato su Ethereum. Moonbeam, invece, è una blockchain che facilita le transazioni cross-chain tra le piattaforme più utilizzate. Casi d’uso diversissimi, ma basate sulla stessa blockchain: questa è la particolarità di Polkadot!

Come funzionano le aste su Polkadot

La scalabilità e l’interoperabilità promesse dalle parachain allettano molti sviluppatori, ma come funzionano le aste su Polkadot? Il funzionamento è molto semplice. Ci sono 100 slot per le parachain. Questi slot vengono messi periodicamente all’asta in gruppi di 5, a una settimana di distanza l’uno dall’altro, in un ciclo infinito. Infatti, chi vince l’asta ha diritto a utilizzare quella parachain per un tempo limitato, di solito di due anni. L’integrità del network è garantita dai DOT che vengono “bloccati” durante l’asta,  poi restituiti a chi ha contribuito al progetto alla fine del prestito.

Attualmente l’algoritmo sta verificando a chi andrà il decimo slot, l’ultimo di questo gruppo. Le parachain dei progetti vincitori andranno live l’11 marzo, e non mancheranno di portare una boccata d’aria nell’ecosistema di Polkadot!

Efinity

Efinity è la piattaforma che ha vinto l’asta il 31 dicembre, raccogliendo 7,7 milioni di DOT con più di ventimila partecipanti. La piattaforma, sviluppata dal team che ha creato Enjin, supporterà lo scambio di NFT.

Efinity punta tutto sull’interoperabilità e sulla scalabilità della parachain. Il team di sviluppatori, infatti, ha aspramente criticato il mercato NFT di Ethereum. “Gli artisti sono costretti a lavorare con commissioni enormi, smart contract poco flessibili e un’interoperabilità poco chiara”. Al contrario, su Efinity lo scambio di token sarà intuitivo e immediato, “e gli utenti potranno godersi le loro opere d’arte senza preoccuparsi di come funziona la rete su cui stanno operando”.

Composable Finance

Composable Finance ha vinto il settimo slot con più di 6 milioni di DOT. L’obiettivo della parachain è creare una DeFi cross-chain, che faciliti lo scambio di token e smart contract tra tutte le blockchain layer 1.

La vision di Composable Finance è creare un ecosistema “blockchain-agnostic”, ossia compatibile con token di qualunque blockchain, che sia così semplice da far entrare la DeFi nel mondo della finanza mainstream.

Centrifuge

Centrifuge ha vinto l’ottavo slot con più di 5,4 milioni di DOT. La sua mission è riassunta nel concetto di “Real World DeFi”, ovvero una finanza decentralizzata ma basata sul “mondo reale”. Il suo obiettivo è simile a quello di Composable Finance, ma con alcune differenze.

Centrifuge porta gli asset tradizionali nella finanza decentralizzata. Per ora il progetto è attivo su Ethereum, ma grazie alla parachain di Polkadot, la rapidità degli smart contract sarà ancora maggiore. Centrifuge è integrato con alcune importanti realtà DeFi come Aave o MakerDAO.

HydraDX

HydraDX si è guadagnata il nono slot con 2,4 milioni di DOT. È un protocollo DeFi cross-chain con una differenza rispetto agli altri exchange decentralizzati. Normalmente, un exchange ha una “pool” di liquidità per ogni pair (per esempio, DOT/ETH).

HydraDX ha studiato un sistema chiamato “Omnipool”, che comprende tutti i pair in un’unica pool. In questo modo, la liquidità dei token risulta più accessibile, velocizzando gli scambi tra crypto differenti e migliorando l’efficienza della blockchain.

E il decimo slot?

Il decimo slot è ancora conteso, ma per ora il progetto che probabilmente vincerà sembra essere Interlay, con 2,7 milioni di DOT e più di diecimila sostenitori. Interlay è un progetto DeFi completamente concentrato su Bitcoin.

Attraverso un token in rapporto 1:1 col prezzo di bitcoin chiamato interBTC, il progetto vuole rendere possibile l’utilizzo e lo scambio di BTC su ogni blockchain.

L’asta si è conclusa il 24 febbraio, alle 14:45. Manca poco a sapere se Interlay ha conquistato il decimo slot! In ogni caso, gli altri slot per le parachain di Polkadot saranno sbloccati l’11 marzo, con una nuova asta che presenterà delle regole differenti.

Visto che il canary network di Polkadot, Kusama, ha retto bene l’aggiunta di ben 22 parachain, è stata approvata una mozione per aumentare il numero di slot messi all’asta in ogni gruppo. A partire dall’11 marzo, saranno messi a disposizione ben 7 slot invece di 5. Inoltre, i primi due vincitori di ogni gruppo potranno mandare live le loro parachain immediatamente, invece di aspettare l’inizio dell’asta successiva.

Polkadot e le sue parachain stanno prendendo il volo, e noi le seguiremo: appuntamento alla prossima asta!

La crisi russo-ucraina e il prezzo di Bitcoin

Prezzo Bitcoin il crollo per la crisi russo-ucraina

Nel Bear Market dell’ultimo periodo, anche le tensioni militari in Ucraina hanno influenzato il prezzo di Bitcoin. Ecco le tappe della decrescita della criptovaluta a Febbraio 2022

In questo periodo i mercati internazionali e le borse di tutto il mondo risentono della crisi tra Russia e Ucraina, il mercato crypto, già ribassista, ha visto il prezzo di Bitcoin continuare a scendere mano a mano che la tensione geopolitica si aggrava. Il prezzo più basso è stato raggiunto il 24 Febbraio 2022 in concomitanza con il primo attacco militare della Russia. Il mese si è aperto con BTC a 38.743 dollari e al momento della stesura di questo articolo, è 35.408. 

Se il conflitto dovesse prolungarsi sul lungo termine, le conseguenze sui mercati e la situazione energetica globale sarebbero davvero impattanti. Per non parlare del peso sulle vite umane e sulle comunità. Anche se al momento i cittadini ucraini e di tutto il mondo hanno preoccupazioni più pressanti del prezzo delle criptovalute, dare uno sguardo ai mercati è un modo per conoscere lo stato generale di ansia e timori, data l’importanza della Russia nel settore energetico. Il Fear and Greed Index si trova nello stato di “extreme fear” e il prezzo dell’oro ha cominciato a salire confermandosi l’investimento preferito nei momenti di incertezza.

In questo articolo troverai la reazione del mercato e anche quella delle persone nel settore crypto al conflitto in Ucraina.

Cosa succede in Ucraina?

Con crisi russo-ucraina si intende una crisi diplomatica e militare che si porta avanti a fasi alterne dal 2021 ma che rispecchia antichi conflitti tra i due paesi. Il mondo intero si è allarmato vedendo l’enorme quantità di soldati, presidi militari e armi pesanti schierati al confine ucraino. Il territorio interessato dal conflitto è il Donbass in cui dal 2014 si scontrano le forze armate ucraine e le milizie locali filo-russe che vorrebbero l’indipendenza dall’Ucraina. Inoltre l’Ucraina sta cercando di intraprendere un percorso di avvicinamento alla NATO e all’Unione Europea, cosa che sembra non andare a genio a Putin che accusa l’Occidente di voler circondare la Russia da tutti i fronti. 

15 Febbraio 2022 – Bitcoin a 44.575$

Il 15 Febbraio 2022 è la data in cui tutto il mondo ha puntato l’attenzione verso l’Europa Orientale. Perché? La Duma di Stato (ovvero il Parlamento) della Federazione Russa ha approvato la richiesta di Putin di riconoscere l’indipendenza dall’Ucraina dei territori di Doneck e Lugansk. Il prezzo di Bitcoin si è chiuso a 44.575, il giorno prima a 45.586. In un primo momento infatti BTC non ha subito grandi cambiamenti. 

16 Febbraio 2022 – Bitcoin a 43.961$

La preoccupazione del 15 Febbraio sembra essere solo un falso allarme quando il giorno dopo viene annunciato il ritiro delle truppe russe dal confine ucraino. Bitcoin comincia piano piano a scendere. 

18 Febbraio 2022 – Bitcoin a 40.030$

L’annuncio del ritiro delle truppe sembra essere smentito dagli Stati Uniti che sostengono che da Mosca siano arrivate ulteriori forze armate. Mentre i diplomatici di tutto il mondo si riuniscono per scongiurare il peggio, tutti temono l’imminente invasione dell’Ucraina. Il prezzo di Bitcoin tocca i 40 mila dollari. 

23 Febbraio 2022 – Bitcoin a 37.296$

Anche se Mosca sostiene che i soldati siano al confine ucraino per una missione di mantenimento della pace, l’Occidente teme che Putin voglia creare un pretesto per giustificare un eventuale attacco militare. Le azioni russe scendono dell’8% e i mercati azionari europei aprono tutti in ribasso. Un anno fa, il 23 Febbraio, il prezzo di Bitcoin era di 48.824$. 

24 Febbraio 2022 – uno dei prezzi più bassi da Luglio 2021

Putin ha dichiarato che l’esercito russo sta intraprendendo una “speciale operazione militare” in Ucraina e i mercati di tutto il mondo sono crollati. Alle prime luci dell’alba la Russia ha lanciato missili in diverse aree del paese, tra cui la capitale Kiev e la città di Charkiv. Il prezzo di Bitcoin si aggira intorno ai 35 mila dollari, uno dei prezzi più bassi degli ultimi tempi. 

E le altcoin?

Non è stato solo il prezzo di Bitcoin a scendere, anche le principali altcoin stanno accusando il periodo di crisi. Dal 15 Febbraio al 23 Febbraio, il prezzo di ETH è sceso del 18%, quello di ADA del 21%. 

La reazione sentita della Community Crypto

In mattinata Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum di origine russa, ha scritto un tweet nella sua lingua madre che può essere tradotto in questo modo: “sono molto turbato dalla decisione di Putin di abbandonare la possibilità di una soluzione pacifica alla disputa con l’Ucraina e di iniziare invece una guerra. Questo è un crimine contro il popolo ucraino e russo. Voglio augurare a tutti di trovare la pace, anche se so che non ci sarà pace. Gloria all’Ucraina”. In un tweet successivo Buterin ha aggiunto: “promemoria: Ethereum è neutrale, io non lo sono”.

Anche Sam Bankman-Fried si è espresso a riguardo: “E, cosa più importante, potrebbe esserci una guerra. Questo è davvero un male per il mondo. F***k tutta questa roba dei prezzi. Andate fuori e fate qualcosa di carino per qualcuno”.

Tieni d’occhio il prezzo di BTC!

5 curiosità su The Graph

The Graph 5 curiosità sulla crypto per l’indicizzazione

Come mai Vitalik Buterin e Andre Cronje sono interessati a The Graph? Cosa fanno fondatori del protocollo nel tempo libero? A cosa serve la prima dapp nativa?

Sull’exchange di Young Platform c’è un nuovo arrivato, GRT il token del protocollo The Graph. Grazie all’articolo di Academy sappiamo che The Graph è uno strumento davvero potente per lo sviluppo del Web3, ma forse non conosci i suoi lati più pop. Ecco la lista delle 5 curiosità su The Graph, il protocollo per l’indicizzazione! 

1. The Graph: lo sponsor ufficiale del torneo di scacchi dell’ETHDenver 2022

Il 20 Febbraio 2022 a Denver si è concluso l’evento annuale più atteso dai fan di Ethereum, l’ETHDenver la convention degli sviluppatori di tutto l’ecosistema ETH. Dopo workshop e conferenze sulle ultime novità della blockchain, i visitatori hanno potuto partecipare ad attività ricreative come “rilassanti” partite di scacchi con le menti più dotate d’America. Giusto per staccare il cervello dopo aver programmato tutto il giorno. Il torneo ufficiale dell’ETHDenver è stato sponsorizzato proprio da The Graph. Il torneo si è svolto in due fasi: una prima tranche di qualificazione online mentre le ultime partite si sono svolte in presenza. I 10 giocatori migliori e 6 ospiti a sorpresa (tra cui Buterin) hanno disputato le finali nell’Art Hotel Lounge: “16 giocatori si affronteranno in un duello fisico di scacchi fino alla morte (ma per favore non uccidete Vitalik, ci serve vivo e vegeto).” I vincitori hanno ricevuto premi in crypto e un POAP (Proof of Attendance Protocol) ad hoc. Il torneo è stato organizzato da Nifty Chess una dapp sulla blockchain xDai per salvare partite e mosse di scacchi in formato NFT e collezionarli o venderli. 

2. Andre Cronje e The Graph

Nel 2018 Andre Cronje definiva The Graph un “sexy code”. Il protocollo ancora agli inizi è stato subito messo alla prova dal DeFi Architect che in un articolo ha spiegato che nessuno è perfetto e che The Graph, frutto di una di quelle connessioni geniali che ci si aspetterebbe anche da Cronje, doveva aver pur qualche difetto! La sua conclusione dopo l’analisi tecnica? “Grande codice, grande idea, aggiunge un valore reale, ha un vero caso d’uso decentralizzato. Peccato che abbia bisogno di un token (farà male all’adozione), ma è solido. Non vedo l’ora di usarlo, sarà la mia nuova API decentralizzata per Etherscan”, siamo nel 2022 e il token è arrivato! Quindi per Cronje The Graph è il protocollo delle meraviglie? Chissà, intanto nel 2021 è stata stretta la collaborazione tra Fantom e The Graph. La blockchain, di cui Cronje è collaboratore, ha iniziato ad usare il protocollo permettendo agli sviluppatori di costruire dapp su Fantom grazie aidati raccolti da The Graph.

3. Everest, la prima dapp su The Graph

La lista delle 5 curiosità su The Graph continua con  Everest, la prima dapp costruita con The Graph. Si tratta di un registro universale per i progetti crypto. Al momento sono catalogati 1574 progetti divisi in tantissime categorie come Business Service, DeFi, Education, Entertainment, Marketplace, Social. Everest è nata dall’esigenza di tenere traccia di tutte le applicazioni su blockchain e renderle consultabili. Everest è uno strumento di scoperta per il Web3 e rende giustizia al mondo crypto e alla creatività degli sviluppatori che lo stanno costruendo. Su Everest puoi trovare tutte le informazioni dei progetti crypto che sono catalogati e, dal momento che è implementata con il protocollo di The Graph, i dati sono sempre disponibili e reperibili per tutti. Amanti dell’organizzazione, degli elenchi e delle categorie, Everest è la gioia dei vostri occhi. La Marie Kondo del Web3! 

4. Per Vitalik Buterin Ethereum può scalare con The Graph 

Uno dei problemi del network di Ethereum che minano la sua scalabilità è l’enorme di quantità di informazioni da gestire. Vitalik Buterin in un post cita The Graph tra le possibili soluzioni per migliorare la scalabilità di Ethereum. L’idea è quella di espandere lo spazio disponibile su Ethereum spostando su The Graph alcuni dati: “Protocolli come The Graph possono creare marketplace in cui i clienti pagano i server per i dati storici con Merkle Proof della loro correttezza. Questo crea un incentivo per le persone e le istituzioni a gestire server che immagazzinano dati storici e li forniscono on demand.” The Graph potrebbe allora tornare utile nel passaggio a Ethereum 2.0, infatti la nuova chain Proof-of-Stake non conterrà tutto lo storico delle transazioni della blockchain che rimarrà invece nella Proof-of-Work chain. Gli utenti probabilmente cancelleranno il vecchio codice ma con The Graph può essere registrato e reso disponibile qualora dovesse tornare ancora utile. 

5. Una band metal decentralizzata

Jannis Pohlmann, uno dei fondatori di The Graph, è il chitarrista della band metal MÆNAD. Dal palco del Web3 a quello di un concerto è un attimo. Nella band di Lubecca insieme a Pohlmann troviamo sempre alla chitarra Manuel Clös, alla batteria Florian Markowsky e al basso Maik Stille. Avendo un membro crypto, il progetto musicale MÆNAD ha un’impronta tutta decentralizzata. I pezzi della band infatti sono disponibili su Audius, la piattaforma su blockchain per lo streaming in cui gli artisti guadagnano crypto grazie al supporto dei fan. Audius è su Solana e al momento conta più di un milione di ascoltatori al mese. 

La lista delle 5 curiosità su The Graph è finita ma segnati questa data: 2 Giugno 2022, in cui si svolgerà il Graph Day a San Francisco!