Illuvium, i “Pokémon” spaziali ti aspettano: catturali tutti!

illuvium crypto game immutable x

Illuvium è un videogioco play-to-earn in stile Pokémon. Esplora il pianeta alieno, cattura gli Illuvials e scoprine i segreti!

Un mondo alieno vasto e selvaggio, da esplorare con il tuo jetpack e il tuo drone da ricognizione: ecco Illuvium, il crypto game che non ha nulla da invidiare ai giochi off chain! Sviluppato con il motore grafico Unreal Engine 5, Illuvium ha una qualità grafica eccellente che ti catapulta su un pianeta abitato dagli Illuvials, creature dal potere inimmaginabile che possono essere addomesticate. Il crypto game si basa sulla blockchain Immutable X, specializzata per i videogiochi play-to-earn grazie alle sue commissioni basse e alla sua rapidità. La data d’uscita prevista per le open Beta è fine 2022. Vuoi saperne di più? Continua a leggere per sapere cos’è Illuvium, il crypto game simile ai Pokémon su Immutable X!

Storia e gameplay di Illuvium

Illuvium è un pianeta alieno ancora inesplorato, ma popolato da alcune strane creature: gli Illuvials. Nel gioco, il tuo personaggio è un esploratore spaziale naufragato su Illuvium insieme alla tua squadra dopo aver risposto a un segnale d’aiuto. Il paesaggio che ti si para davanti è una landa sconfinata e con tanti ecosistemi diversi, spesso soggetta ad eventi atmosferici estremi come tempeste e grandinate. Il pianeta emana un segnale radio misterioso che disabilita le astronavi ma che allo stesso tempo trasforma gli animali in Illuvials, donando loro dei poteri quasi divini.

Insieme agli altri esploratori, decidi di diventare un Ranger e di catturare gli Illuvials sfruttando le Schegge (Shard). Questi oggetti, creati con i materiali trovati su Illuvium, servono a catturare le creature e addomesticarle, così da poterle utilizzare in combattimento, la parte principale del gameplay del videogioco. In pratica, ogni Illuvial catturato diventa un NFT nel tuo wallet! Ma oltre a combattere, puoi fare molto altro con i tuoi Illuvials.

Se vuoi potenziare le tue creature, puoi effettuare una Fusione fra tre di loro per creare un Illuvial di secondo livello. Fondere tre Illuvials di secondo livello crea un Illuvial di terzo livello, il massimo. Dal momento che queste creature sono NFT puoi decidere sia di utilizzarli nelle tue avventure, sia venderli in cambio di ETH su IlluviDEX (l’exchange decentralizzato di Illuvium). Oltre a rendere i tuoi Illuvials più potenti, la Fusione rende gli NFT deflazionari. Secondo gli sviluppatori, questo sistema dovrebbe creare un’economia che aumenta di valore nel tempo.

Raccogli risorse e costruisci armi e armature

Gli Illuvials non sono gli unici NFT che puoi scambiare per ETH. Il pianeta di Illuvium è ricco di risorse che puoi vendere in cambio di crypto su IlluviDEX. Grazie al tuo jetpack e al tuo robot da ricognizione, puoi esplorare l’immenso mondo 3D senza limiti! Infatti la tecnologia futuristica di cui disponi ti permette di planare per superare baratri, o di eseguire dei “doppi salti” per raggiungere le vette più alte. L’esplorazione è un elemento fondamentale del gameplay di Illuvium e gli sviluppatori stanno lavorando per renderla dinamica e divertente.

Tra le risorse più preziose ci sono i minerali, che puoi utilizzare per costruire armi e armature per il tuo personaggio. Durante i combattimenti, il tuo esploratore lotta in prima persona insieme ai tuoi Illuvials e sono le armi a determinare il suo ruolo durante lo scontro. Scegli un fucile al plasma per renderlo un cecchino, oppure equipaggialo con delle lame energetiche e lascia che si getti nella mischia! Per evitare che venga sconfitto facilmente puoi anche costruire delle armature che aumentano i suoi Punti Ferita e lo rendono più difficile da abbattere. Ovviamente puoi anche decidere di vendere armi e armature in cambio di ETH sull’exchange di Illuvium.

Il secondo tipo di risorsa è la flora di Illuvium. Il tuo drone da ricognizione può raccogliere fiori e frutti alieni, indispensabili per creare pozioni e gioielli speciali. Le pozioni servono a supportare i tuoi Illuvials durante il combattimento. Puoi utilizzarle per curare le creature ferite, o per renderle temporaneamente più forti. I gioielli, invece, possono essere applicati sulle tue armi e potenziare gli Illuvials intorno a te. Anche questi oggetti sono NFT, e possono essere comodamente scambiati in cambio di ETH sull’IlluviDEX.

Le risorse possono essere raffinate costruendo delle tecnologiche strutture direttamente sul pianeta. Per farlo hai bisogno prima di acquistare una LAND. Esistono 100mila LAND, e durante il primo pre-sale cominciato il 2 giugno ne sono state vendute già 20mila. Considerando che nel videogioco play-to-earn sarà fondamentale per raffinare le risorse, chi possiede una LAND avrà un ruolo molto importante nell’universo di Illuvium!

Addestra i tuoi Illuvials e combatti!

Il cuore del gameplay di Illuvium? Il combattimento! Anche se l’esplorazione è un aspetto importantissimo del crypto game, Illuvium rimane un gioco autobattler. Il tuo compito è costruire una squadra di Illuvials bilanciata sfruttando i loro punti di forza e minimizzando le loro debolezze, esattamente come nei Pokémon. Gli Illuvials infatti si dividono in classi e possono avere delle affinità elementali.

Le classi degli Illuvials sono 5. La prima è quella dei Combattenti che sono versatili e attaccano utilizzando artigli e zanne. I Guardiani sono molto resistenti e hanno delle difese alte, rendendoli perfetti come tank (in poche parole sono adatti a rimanere in prima linea e a proteggere i compagni meno resistenti). Gli Assassini invece sono poco resistenti, ma i loro attacchi difficilmente mancano il bersaglio e possono facilmente eliminare dal combattimento i nemici già indeboliti. Gli Psion sono Illuvials con poteri psionici e hanno delle abilità speciali che indeboliscono i nemici a distanza, possono anche controllare il campo di battaglia con la telecinesi. Gli Empati, invece, sono Illuvials di supporto e possono curare e proteggere la squadra dalle retrovie. 

Anche le affinità elementali sono 5. Gli Illuvials di Aria sono agili e difficili da colpire. Quelli di Terra sono resistenti e difficili da abbattere. Gli Illuvials di Fuoco colpiscono duro e le loro abilità speciali offensive sono più potenti. Quelli di Acqua possono utilizzare le abilità speciali più spesso. Gli Illuvials della Natura, invece, hanno delle abilità rigenerative naturali.

Le affinità e le classi possono diventare più forti durante una Fusione, o anche combinarsi e dare vita a delle Classi e Affinità ibride! Ad esempio, fondere tre Illuvials di Terra darà vita a un Illuvial di Granito, ancora più resistente e imponente. Al contrario, unire un Illuvial di Fuoco e uno di Aria darà alla tua creatura l’affinità Elettrica. Pronto ad avere il tuo crypto Pikachu?

Quando crei la tua squadra tieni sempre d’occhio le loro Affinità e le loro Classi: più membri del tuo team hanno in comune questi due aspetti, più vantaggi avranno i tuoi Illuvials. Al contrario, mettere insieme Affinità opposte darà degli svantaggi alle tue bestie, quindi fai attenzione!

Tokenomics di Illuvium

Illuvium è un videogioco play-to-earn, dove tutto ciò che conquisti (dagli Illuvials alle risorse grezze) ha valore anche al di fuori del gioco. Su IlluviDEX puoi comprare e vendere tutti i tuoi NFT in cambio di ETH. Tutti gli scambi tra giocatori si effettuano con ETH e le commissioni finiscono nell’Illuvium Vault, la tesoreria del gioco. 

ILV è la crypto proprietaria di Illuvium. Non puoi fare scambi con gli altri giocatori utilizzando ILV, ma puoi acquistare oggetti particolari direttamente da un mercato gestito dal computer, come le Schegge necessarie per catturare gli Illuvials o oggetti cosmetici come costumi e gioielli, che non impattano direttamente sul gameplay di Illuvium. L’utilizzo primario di ILV è come utility token. Ad esempio, puoi utilizzarlo per votare le proposte della community e usarlo come un classico token di governance. In questo modo, lo sviluppo di Illuvium segue la strada che vuole il mondo crypto, senza cambiamenti e modifiche imposte “dall’alto”.  

Il secondo utilizzo di ILV è lo staking. Chi detiene questo token può metterlo in staking da un minimo di un mese a un massimo di dodici mesi direttamente sul sito di Illuvium. La particolarità dello staking di ILV è che le ricompense possono essere ricevute in due modi diversi a scelta. Se scegli di ricevere il token classico, prima di poterlo vendere dovrai aspettare un periodo di vesting (cioè di blocco) di 12 mesi. In alternativa, puoi scegliere di ricevere un token sintetico, sILV. Questo token è ancorato a ILV, ma può essere immediatamente utilizzato in-game per acquistare Schegge oppure oggetti cosmetici.

Quando Illuvium verrà rilasciato, chi possiede ILV otterrà delle ricompense addizionali prese direttamente dal Vault di Illuvium. Gli sviluppatori del gioco, infatti, non guadagneranno nulla dalle commissioni del marketplace: tutti gli introiti finiranno nei wallet di chi ha messo in staking i propri ILV! In questo modo la community che ha creduto nel crypto game potrà guadagnare e continuare a far crescere il valore del gioco.

Quando esce Illuvium?

La roadmap di Illuvium procede a gonfie vele, e la fase di closed Beta è già disponibile per i fortunati che sono stati selezionati. Nei prossimi mesi ci sarà la fase di open Beta in cui tutti potranno provare il crypto game. A giudicare dai video rilasciati direttamente dagli sviluppatori, Illuvium è già a buon punto e restano solo gli ultimi ritocchi. Considerando che la vendita delle LAND, avvenuta il 2 giugno 2022, è stata un successo, gli stessi sviluppatori di Illuvium avranno messo il turbo per far provare il loro gioco al pubblico!

Manca poco all’arrivo di Illuvium, il crypto game in stile Pokémon su Immutable X. Secondo il suo fondatore Kieran Warwick, un videogioco di questo genere è destinato a durare almeno 10 anni, grazie all’economia deflazionaria e agli update già previsti dallo studio di sviluppo. Illuvium riuscirà a conquistare il mondo crypto col suo gameplay e le sue innovazioni, o non sarà in grado di scalfire il primato di altri videogiochi play-to-earn come DeFi Kingdom e Axie Infinity?

Questo è il terzo articolo di una serie dedicata al mondo del crypto gaming e dei videogiochi su blockchain. Seguici per rimanere aggiornato sugli altri giochi crypto più entusiasmanti del 2022! 

Polkadot e i suoi casi d’uso: la seconda giornata di Polkadot Decoded

Polkadot Decoded: a cosa servono DOT e KSM?

A cosa servono DOT e KSM? Il focus della seconda giornata di Polkadot Decoded sui casi d’uso di Polkadot nella vita di tutti i giorni 

Il 30 giugno è andata in scena la seconda e ultima giornata della conferenza sull’ecosistema Dotsama. Se durante la prima giornata di Polkadot Decoded si è parlato di DeFi, gaming e Metaverso, i temi più trattati della seconda parte sono stati la sostenibilità e l’usabilità del Web3. Vediamo gli interventi più interessanti che hanno cercato di rispondere alla domanda: a cosa serve concretamente il network di DOT e KSM?

La lotta al cambiamento climatico con Polkadot

Uno dei filoni della seconda giornata di Polkadot Decoded è stato quello della sostenibilità. In particolare due interventi hanno descritto i progetti più interessanti dell’impegno green dell’ecosistema Dotsama. Il cambiamento climatico è uno dei temi più scottanti di questi anni e la blockchain potrebbe essere un importante strumento per combatterlo. Miroslav Polzer, relatore del progetto NFT Digital Art 4 Climate, ha parlato proprio del potenziale della “digital innovation” per un impatto effettivo e misurabile sui problemi climatici. Questo progetto di arte digitale è un’iniziativa per trasformare l’arte in asset digitali liberamente scambiabili su blockchain, indirizzando i proventi verso gli obiettivi di sostenibilità individuati dalle Nazioni Unite. Digital Art 4 Climate ha scelto di utilizzare la tecnologia NFT perché la blockchain ha tutte le carte in regola per “migliorare le supply chain inefficienti, e dare una nuova idea di comunicazione alle comunità attraverso una tecnologia decentralizzata”.  

Altre due realtà native di questo ecosistema hanno espresso la loro missione di rendere Polkadot un leader dell’innovazione sostenibile. Bitgreen e Sequester insieme hanno avanzato la proposta di convertire le micro-fee delle parachain in crediti carbonio. Brendan Edelson di Sequester ha spiegato che le parachain sono fee-optional, in poche parole la relay chain fornisce alle Polkadot parachain i suoi validatori per almeno 2 anni, quindi in linea teorica per validare le transazioni delle parachain non è necessario pagare commissioni. In realtà esistono delle micro-fee che le parachain hanno implementato per motivi di sicurezza. Tuttavia queste piccole commissioni non corrispondono a un costo da coprire, la proposta di Sequester è quella di usarle per acquistare crediti carbonio grazie al marketplace di Bitgreen. 

Adam Carver di Bitgreen ha citato come esempio virtuoso di lotta alle emissioni Polygon, anche se Polkadot è già avvantaggiata in questa missione perché la sua impronta energetica è minima, l’intento è quello di rendere l’ecosistema non solo neutrale ma anche positivo, agendo concretamente e diventare una parte della soluzione al problema ambientale. In questo progetto Sequester calcolerà le micro fee, le scambiare i fondi in carbon credit, e rilascerà una certificazione sotto forma di NFT. 

La diffusione del Web3 dipende dal suo valore nel quotidiano

A cosa serve l’ecosistema DOT e KSM? Un altro caso d’uso del network riguarda la facilitazione dell’accesso al Web3, una realtà decentralizzata, senza il controllo delle grandi industrie tecnologiche. Tuttavia il Web2 ha ancora un grande vantaggio rispetto al web decentralizzato: l’usabilità. Anche se il Web3 ha tantissimi punti a favore, è ancora difficile da usare e riservato a una piccola nicchia di esperti. Secondo Agyle, il CEO dall’identità anonima del Talisman Wallet Project, però la poca usabilità del Web3 è solo una piccola parte dei suoi problemi di diffusione. Una delle principali questioni del Web3 è che molti progetti non hanno un vero utilizzo nella vita reale. Infatti uno degli argomenti preferiti dai detrattori della blockchain è che “è una tecnologia che risolve un problema che non esiste”. 

Agyle, a Polkadot Dedoded, ha spiegato che l’user experience deve certamente migliorare ma la vera sfida è dare al Web3 un valore e utilità nella vita di tutti i giorni. Perché se uno strumento è davvero utile, le persone faranno anche quella fatica in più per imparare ad usarlo. Se un servizio è sia inutile che di difficile comprensione, è destinato a fallire. Qual è il contributo di Talisman in termini di utilità? Talisman mira ad essere un “universal login” per il sistema multichain di Dotsama (che viene chiamato Paraverse). Su Talisman puoi gestire tutte le password, le chiavi, gli accessi delle tue app sul network di DOT e KSM.

Google del Web3? Su Polkadot!

Una semplice definizione di Web3 è “un internet di blockchain”. Se pensiamo a tutto quello che facciamo noi su internet, la ricerca di informazioni è una delle attività maggiori. La blockchain tuttavia non si presta particolarmente ad essere “interrogata”: registra tutti i dati del Web3 ma gli utenti per trovare una specifica informazione dovrebbero passare in rassegna blocco per blocco. Per ovviare a questo problema la blockchain viene integrata ai knowledge graph che organizzano tutti i dati (on chain e off chain) e li rendono disponibili alla consultazione garantendone l’affidabilità. Ad esempio ai knowledge graph si possono chiedere informazioni su NFT o smart contract. OriginTrail, da Agosto su Polkadot, si occupa proprio di questa combinazione tra la raccolta di informazioni su blockchain e la loro organizzazione con knowledge graph. 

Il panorama dei contenuti del Web3 ora appare come un iceberg, a galla c’è poco ma in futuro saranno sempre di più i dati e le informazioni da registrare. A questo proposito bisogna prepararsi a rispondere alle domande degli utenti. Come funziona OriginTrail? Ha un layer 1 composto da molteplici blockchain (Ethereum, Gnosis, Polygon e presto Polkadot), su cui e è  costruito il layer 2, composto dai knowledge graph. Su quest’ultima struttura sarà poi possibile costruire dapp decentralizzate, che sfrutteranno le caratteristiche di entrambi i layer. Una delle attuali applicazioni di OriginTrail è nel campo delle supply chain farmaceutiche che seguono la produzione e la distribuzione dei farmaci per contrastare furti. 

I PolkaOscars, l’evento finale del Polkadot Decoded

Ciliegina sulla torta? Alla fine della seconda giornata del Polkadot Decoded, si è tenuto un evento molto particolare: i Polkaoscars! Durante la cerimonia che si è tenuta a Berlino, sono stati premiati i creatori di contenuti che hanno contribuito a far conoscere vision e mission di Polkadot e Kusama. Il premio, una simpatica statuetta, è stata creata nel Metaverso e stampata con una stampante 3D. 

Content creator, ambassador e community leader: membri attivi su tutti i social per costruire una comunità solida e che condivide la stessa vision di Polkadot e Kusama. Tra gli ambassador c’è Irina Karagyaur, una delle menti dietro al progetto Digital Art 4 Climate, che ha incoraggiato tutti a seguire le loro orme. “C’è bisogno di tutti voi per far crescere l’ecosistema”, ha detto sul palco.

Young Market: Bitcoin ed Ether, è successo!

The Merge: cosa è successo ai prezzi di Ethereum e Bitcoin?

Ethereum è la crypto in difficoltà, Bitcoin continua il suo percorso Bearish, Solana brilla per performance di prezzo. Ecco il Young Market!

Nell’ultima settimana di Luglio 2022, i mercati non sembrano sorriderci. Sono ormai diversi i giorni di continui ribassi, sia per gli indici tradizionali sia per il mercato crypto.

I ribassisti in questo momento sono in controllo del mercato, quindi l’unica cosa da fare è cercare di capire quali potrebbero essere i segnali di un’eventuale inversione di tendenza, che comunque – nel breve termine – sembra improbabile.

Cercheremo di proporre un’analisi di dettaglio on-chain particolare. Posto che in questo momento storico, guardare solo i dati on-chain o l’analisi grafica sarebbe un errore. Dobbiamo avere consapevolezza della visione macro per capire quali saranno i momenti chiave nel prossimo futuro. Come sono andati Bitcoin ed Ethereum nell’ultima settimana di luglio 2022?

Come è andato il prezzo di Bitcoin?

Dalla scorsa settimana Bitcoin ha fatto registrare un calo consistente, con 5 candele bearish consecutive. Lo scenario continua ad essere ribassista, con BTC che fa segnare la dodicesima candela weekly ribassista su 14.

In altre parole, il movimento di discesa iniziato a fine marzo dura ormai da circa 95 giorni. Se poi consideriamo l’ATH raggiunto il 10 novembre, allora il movimento si estende a 232 giorni, con una discesa di oltre il 70%. Questi ribassi forniscono anche delle opportunità di mercato, nonostante lo scenario potrebbe ancora peggiorare.

Molti grandi player internazionali infatti stanno iniziando a guardarsi attorno per comprare a questi prezzi, che potrebbero rappresentare dei saldi estivi. È il caso ad esempio del colosso Goldman Sachs, che sembrerebbe in cerca di 2 miliardi di dollari per rilevare gli asset di Celsius.

Torniamo ai grafici e andiamo a vedere il movimento di BTC su un grafico a 4 ore. Dal recente massimo a oltre 21.800 dollari abbiamo perso ad ora circa il 13%, con il prezzo che in questo momento si trova addirittura più vicino ai 19mila che ai 20mila dollari. No worries, almeno finché ci troviamo al di sopra del recente minimo di 17.600 dollari. Un retest di quella zona potrebbe formare una struttura double bottom da cui potrebbe ripartire un impulso rialzista.

Come è andato il prezzo di Ethereum?

Il rapporto di forza tra ETH e BTC è rimasto praticamente invariato rispetto alla settimana scorsa. In parole povere, Ether ha seguito il prezzo di Bitcoin.

Ether sta combattendo per tenere il prezzo al di sopra delle 4 cifre, con continui tentativi al ribasso che portano a ridosso dei 1000 dollari. Dal recente massimo a 1280 dollari, parliamo di una discesa del 20%. Vi ricordo che il minimo locale si trova a 875 dollari e potrebbe offrire un ultimo supporto prima di vedere livelli ancora più bassi.

Se quel prezzo dovesse tenere, ci troveremmo in ogni caso in uno scenario ribassista.
Solo chiusure al rialzo settimanali, (+1300 dollari) potrebbero portare a un’inversione di tendenza.

La criptovaluta della settimana? Solana!

E’ il turno della crypto della settimana e scegliamo – per la seconda volta – Solana. Consideriamolo un aggiornamento, a circa un mese dalla prima analisi settimanale. SOL occupa la nona posizione per market cap, con un valore complessivo di oltre 10 miliardi e mezzo di dollari e una dominance relativa pari a circa l’1.25%. Il prezzo attuale della criptovaluta SOL è poco superiore ai 31 dollari, in calo di quasi l’88% rispetto all’ATH di 260 dollari. Un mese fa era a 20 dollari il potenziale target in caso di discesa. Non ci è mai arrivato, con un bottom di 25 dollari dovuto al movimento ribassista diffuso. Da quel momento il prezzo ha fatto registrare in soli 10 giorni un +65% in massima estensione, che è valso a SOL il premio come miglior crypto del periodo, tra quelle ad alta capitalizzazione.

Come fare staking: tutti i modi per ottenere ricompense con le tue crypto

Come fare staking: ottenere ricompense con le crypto

La guida per imparare come fare staking di criptovalute: a cosa serve lo staking, che servizio utilizzare e quali token si possono bloccare!

Lo staking è un meccanismo tipico del settore crypto che permette il funzionamento delle blockchain Proof-of-Stake. Queste particolari chain per raggiungere il consenso della rete (necessario per validare le transazioni) non utilizzano una risorsa esterna come l’energia elettrica e il potere computazionale, ma si servono di risorse interne ovvero le garanzie degli utenti. Insomma prima di tutto lo staking è la base del meccanismo di validazione di una blockchain. Ma con staking si intende anche il semplice blocco di crypto per ottenere ricompense, senza necessariamente diventare validatori di un network. In questo articolo vedremo come fare staking e tutte le opzioni disponibili per ottenere ricompense con le crypto!

A cosa serve lo staking? 

Chi sceglie di fare staking può avere diversi obiettivi. C’è chi fa staking per diventare un validatore e chi invece blocca le sue crypto solamente per ottenere reward, delegando ad altri il compito di validare le transazioni. Vediamo tutte le tipologie di staking: 

1. Fare staking per diventare validatori di una blockchain

I nodi validatori di una blockchain si occupano di finalizzare le transazioni della loro rete. Al contrario di quello che accade nelle chain Proof-of-Work, in quelle Proof-of-Stake non è necessaria una particolare attrezzatura tecnica per validare le transazioni, è sufficiente mettere in staking delle crypto. Nella maggior parte dei casi diventano validatori persone (o enti) che hanno una certa esperienza nel campo blockchain. Dopo aver messo in staking una certa somma di criptovalute, dovrai aprire un nodo. I requisiti per fare questo tipo di staking sono: scaricare il wallet che preveda la possibilità di fare staking nella chain di cui vuoi diventare nodo, e rimanere online 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Alcune blockchain prevedono anche una quota minima di crypto da mettere in staking, ad esempio su Tezos è 8.000 XTZ, su Ethereum 2.0 sarà 32 ETH

2. Delegare il proprio stake

Se non vuoi gestire un nodo validatore in prima persona, puoi optare per delegare il tuo stake a un nodo già esistente. La delega è un’alternativa conveniente per chi vuole partecipare al meccanismo di consenso di una blockchain con un minor investimento di tempo e risorse economiche. Quando deleghi un nodo, la quantità di criptovalute che hai messo in staking si unisce allo stake del nodo stesso. In questo modo il nodo validatore utilizzerà anche le tue criptovalute per contribuire al funzionamento della rete. Le ricompense ottenute per il lavoro di validazione vengono poi distribuite in maniera proporzionale tra il nodo e coloro che hanno delegato. Puoi delegare un nodo attraverso le piattaforme (decentralizzate o meno) che offrono questo servizio. 

3. Fare staking per partecipare alla governance di una chain 

In alcuni casi la funzione dello staking è quella di far partecipare gli utenti alla governance di una blockchain. Chi mette in staking una certa quantità di crypto, si guadagna il diritto a votare aggiornamenti, miglioramenti e la direzione della roadmap della blockchain. Così lo staking aumenta la decentralizzazione delle decisioni di un progetto.

4. Bloccare crypto per ottenere ricompense

Fare staking di criptovalute significa anche semplicemente bloccare per un periodo di tempo le proprie criptovalute per ottenere delle ricompense, calcolate su base annua e espresse in APY. Questi premi sono il corrispettivo di quello che nella finanza tradizionale si chiama rendimento percentuale annuo. Le criptovalute bloccate non possono essere scambiate o vendute, fino allo scadere del periodo di staking scelto all’inizio. Come fare questo tipo di staking? Questa opzione è particolarmente adatta a chi non ha una particolare dimestichezza nel settore perché non richiede nessuna competenza tecnica, basta solamente informarsi sul servizio terzo che si sceglie e assicurarsi di aver seguito le 5 cose da fare prima di fare staking. Ora vediamo dove è possibile fare staking! 

Dove fare staking?

Per fare staking di criptovalute puoi scegliere diversi servizi terzi, ci sono piattaforme decentralizzate, dapp, exchange (centralizzati e non) ma anche opzioni offline come hardware esterni.    

1. Staking via hardware 

Lo staking eseguito offline si chiama cold staking, in questa tipologia di staking le criptovalute vengono bloccate e conservate in cold wallet, ovvero dei wallet non connessi a internet. I cold wallet possono essere hardware, paper wallet o applicazioni offline. Il cold staking viene spesso utilizzato quando si decide di bloccare grandi quantità di crypto e per evitare il potenziale rischio di attacchi informatici. Il livello di sicurezza di questo sistema è alto, tuttavia in questo caso lo staking va gestito in autonomia, senza parti terze che mediano e per questo bisogna conoscere bene i meccanismi. Anche se sono offline, le criptovalute nei cold wallet sono sempre connesse alla blockchain e si guadagnano ricompense come nello staking online. 

2. Staking/Earning via CEX o DEX

Uno dei servizi più utilizzati per fare staking/earning online è quello degli exchange. Che siano centralizzati o decentralizzati, gli exchange forniscono spesso delle guide passo passo su come utilizzare gli strumenti di Earning, tra cui lo Staking. Ogni exchange ha le sue peculiarità, si distinguono per tipologia di soluzione, crypto supportate e per APY. Puoi scegliere quello che più si addice alle tue esigenze. Su Young Platform è possibile accedere a una soluzione di earning di criptovalute tramite la funzione Earning wallet, ove è altresì possibile mettere in Staking le crypto che tecnicamente lo consentono. Al momento puoi vincolare tre crypto diverse per un periodo a scelta e ricevere un reward, calcolato in percentuale all’importo che decidi di bloccare nell’Earning wallet.

3. Staking Pools: protocolli decentralizzati e dapp

Esistono anche numerosi protocolli decentralizzati e dapp che offrono diverse possibilità di fare staking. Ad esempio è possibile bloccare criptovalute in Staking Pool, ovvero degli smart contract o funzionalità che aggregano stake di diversi utenti. Solitamente le Staking Pool vengono utilizzate dai nodi delle blockchain per aumentare la grandezza del loro stake e di conseguenza la probabilità di essere scelti come validatori. Inoltre i protocolli e le piattaforme DeFi, propongono anche opzioni per Staking Derivative e per il Liquid Staking, in cui si guadagnano ricompense tramite prodotti derivati. 

Staking di NFT 

Lo staking non si fa solo con coin o token, l’ultima frontiera della finanza decentralizzata prevede anche lo staking di NFT. Il funzionamento è analogo al classico staking: bloccando in piattaforme apposite i propri token non fungibili è possibile ricevere ricompense in crypto. Non tutti gli NFT sono adatti a questa pratica, una collezione che ha implementato questa funzione è Moonbirds della startup Proof. Lo staking di NFT permette di far fruttare al massimo le proprie opere d’arte digitali e in alcuni casi di partecipare alla governance dei loro progetti. 

Ora che hai visto tutte le cose da considerare su come fare staking di criptovalute, scopri queste 5 curiosità sullo staking e il Proof-of-Stake!

Tutte le novità per Cardano, dal wallet al nuovo aggiornamento

Cardano news e wallet

Ultime news su Cardano: è in arrivo l’aggiornamento Vasil, un nuovo wallet leggero per ADA, e il fondatore Hoskinson ha parlato davanti al Congresso degli Stati Uniti

Cardano mette il turbo: dopo il record di dApp sulla blockchain di Charles Hoskinson, le news non si fermano. L’attesissimo aggiornamento Vasil è quasi pronto, ed è in arrivo persino un wallet leggero per gli ADA. Ma Cardano è anche altro oltre alla blockchain, e infatti Hoskinson ha parlato al Congresso degli USA per spingere su regolamentazioni positive per il mondo crypto. Ecco tutte le news in arrivo per Cardano, dal Vasil hard fork al wallet di ADA!

Vasil, l’hard fork per una blockchain record

L’aggiornamento Vasil per Cardano è quasi arrivato! L’hard fork, che sarà rilasciato sul testnet il 3 luglio, promette di portare moltissimi benefici alla blockchain di ADA. IOHK (l’azienda che gestisce Cardano) l’ha definito un aggiornamento che “migliorerà sensibilmente le performance della rete, ed è implementabile con cambiamenti minimi al sistema”. Con Vasil, la rete di Cardano aumenterà la grandezza dei blocchi rendendo le transazioni più veloci e stabili.

L’aggiornamento, inizialmente previsto per il 28 giugno, è stato posticipato di una settimana perché IOHK aveva riscontrato dei bug potenzialmente dannosi. Secondo l’azienda questi problemi non erano gravi, ma siccome la prudenza non è mai troppa, – gli sviluppatori hanno deciso di aggiustare la rete posticipando l’uscita di Vasil al 3 luglio. 

Nonostante i potenziali miglioramenti per l’intero ecosistema di Cardano, il prezzo di ADA non ha risposto positivamente all’arrivo dell’aggiornamento Vasil. Per ora la parabola discendente della criptovaluta si è arrestata, ma probabilmente Charles Hoskinson dovrà prima dimostrare alla sua community che questo aggiornamento avrà davvero gli effetti desiderati. Cardano ha un ecosistema di dApp estremamente florido ma il prezzo di ADA non riesce a decollare, e potrebbe essere proprio il Vasil hard fork a far salire anche il prezzo della crypto!

Lace, un wallet Cardano leggero per i tuoi ADA

La seconda novità è una delle più attese dai puristi: un wallet ufficiale Cardano, leggero e non full-node! Lace sarà un wallet veloce e disponibile per desktop, browser e mobile, a differenza di Daedalus (disponibile solo per desktop). Al contrario di quest’ultimo, il nuovo light wallet non dovrà sincronizzarsi con l’intera blockchain di Cardano prima di funzionare, e perciò diventerà la soluzione più comoda per chi ha bisogno di accedere ai propri ADA in ogni momento.  

Oltre alla velocità, il nuovo wallet per ADA permetterà di interfacciarsi col Web3 e con tutte le dApp sviluppate su Cardano. Acquistare NFT dai marketplace, scambiare crypto su Pancake Swap, fare staking e liquidity mining: tutte operazioni che potrai eseguire direttamente da Lace, senza cambiare programma! La mission di Lace? “Rendere il tuo viaggio nel Web3 il più facile e confortevole possibile”.

Purtroppo la data di uscita del nuovo wallet di Cardano è ancora sconosciuta. Secondo IOHK la beta di Lace sarà disponibile “a breve”, ma probabilmente ci sarà da attendere qualche mese prima di avere accesso al wallet Cardano completo di tutte le funzionalità.

Regolamentazioni, Hoskinson parla direttamente al Congresso degli USA

Il 24 giugno 2022, Hoskinson ha parlato direttamente al Congresso degli Stati Uniti di un tema delicato: le regolamentazioni crypto. Il fondatore di Cardano non è mai stato contro le regolamentazioni, anzi: la sua idea è che delle leggi siano necessarie per portare le criptovalute e la blockchain nel mainstream. Tuttavia Hoskinson si ritiene molto critico nei confronti delle istituzioni finanziarie statali che ci sono ora, considerando che sono state create centinaia di anni fa, in un’epoca in cui una tecnologia del genere non era neanche lontanamente immaginabile. 

“Questa tecnologia è una tipologia di asset totalmente nuova e che non può essere confinata alle leggi create un secolo fa” ha detto chiaramente davanti ai parlamentari USA. L’idea proposta da Hoskinson? Un sistema di regolamentazione “misto”, simile a quello delle banche. Secondo il fondatore di Cardano, il Governo dovrebbe creare delle leggi ma lasciare che siano gli sviluppatori stessi a metterle in pratica, creando degli smart contract appositi.

“[La blockchain] è una partnership tra settore pubblico e settore privato. Quello che si deve fare è stabilire dei confini, e poi noi innovatori creeremo dei software che li facciano rispettare” ha continuato Hoskinson. Considerando che le criptovalute sono migliaia, è impossibile che un organo statale abbia abbastanza risorse per controllarle tutte. L’ideale è creare degli smart contract che segnalino eventuali errori agli enti statali, di modo che debbano controllare solo le blockchain a rischio e lasciando da parte quelle che lavorano nel rispetto della legge. Grazie ai miglioramenti di Vasil e al nuovo wallet di ADA, queste idee potrebbero diventare realtà su Cardano un giorno!


Charles Hoskinson sta lavorando incessantemente per portare le crypto nel mainstream, anche se non tutti sono d’accordo con la sua idea di regolamentare la blockchain. Allo stesso tempo, l’ecosistema continua a crescere e a innovarsi grazie all’aggiornamento Vasil e all’implementazione del nuovo wallet di ADA, Lace. Queste news su Cardano riusciranno a far alzare il prezzo della crypto peer-reviewed, oppure l’arrivo di Ethereum 2.0 farà passare in secondo piano tutto il resto?

Polkadot Decoded: il riassunto del primo giorno dell’evento sul Web3

Polkadot Decoded: cosa è successo all’evento sul Web3

Dalla prima giornata di Polkadot Decoded, la conferenza annuale dedicata al network di Gavin Wood, le ultime novità dalle parachain per il Web3!

La terza edizione di Polkadot Decoded si sta svolgendo in questi giorni (29-30 Giugno 2022) in 4 location sparse nel mondo: Berlino, Buenos Aires, Hangzhou e New York. L’evento è dedicato alla presentazione e alla scoperta degli ecosistemi di Polkadot e di Kusama con interventi di tutti coloro che stanno costruendo su questo network. Le conferenze e i temi sono stati votati dalla community, in pieno spirito di decentralizzazione! Durante la prima giornata hanno calcato il palco alcune delle parachain di Polkadot e Kusama (ovvero l’ecosistema Dotsama, per usare il nome affettuoso inventato dalla community) per affrontare un argomento di comune interesse: la decentralizzazione di internet. Ecco cos’è successo a Polkadot Decoded, l’evento sul Web3!

Come funziona Polkadot? 

Prima di entrare nel vivo di Polkadot Decoded e ripercorrere cosa è successo durante l’evento sul Web3, rivediamo come funziona Polkadot e come è strutturato il suo network. Polkadot, considerata una delle blockchain più interoperabili del panorama crypto, è un network composto da un insieme di diverse blockchain. Lo scopo di Polkadot è rendere scalabile la tecnologia blockchain fornendo una vasta serie di chain ognuna specifica per un’applicazione. Il network di Polkadot è altamente scalabile proprio perché le sue chain finalizzano contemporaneamente e parallelamente le transazioni. Ci sono due tipologie di blockchain: la relay chain e le parachain. La prima è il cuore di Polkadot, fornisce sicurezza e coordina l’intera struttura del network. Le parachain invece sono le chain con specifiche applicazioni, connesse alla relay chain e personalizzabili. In questo sistema DOT, la criptovaluta nativa di Polkadot, serve a pagare le fee, a partecipare alla governance e a connettere le parachain alla relay chain secondo il meccanismo del bonding. Per diventare una parachain di Polkadot, i vari progetti partecipano a delle aste. L’espansione e lo sviluppo di Polkadot dipende sempre di più dalla ricchezza e dall’innovazione delle sue parachain. Kusama invece è il cosiddetto canary network di Polkadot ovvero una chain di test e sperimentazione. 

Acala, l’hub defi di Polkadot

Vincitrice della prima asta per le Polkadot parachain, Acala è online dal 18 Dicembre 2021. Fin dalla sua ideazione il network di Acala è stato concepito come un “dapp store della finanza decentralizzata”, dopo qualche mese di attività i suoi progetti mantengono fede a questa specializzazione. Acala è una parachain pensata per la DeFi, su di essa sono state sviluppate una stablecoin, dapp e servizi per il liquid staking. Acala USD (aUSD) è la stablecoin nativa di Polkadot ancorata al dollaro, decentralizzata, e sostenuta da criptovalute come DOT e KSM. aUSD è il prodotto di punta di Acala e vuole diventare la stablecoin di riferimento per la DeFi nell’ecosistema Polkadot e Kusama. Dan Reecer, del team di Acala, durante il suo intervento a Polkadot Decoded ha spiegato come in futuro il ruolo di Acala sarà la porta d’accesso al Web3 e alla DeFi per le masse e le aziende. Per fare questo le dapp su Acala dovranno rispondere a necessità e problemi del mondo off-chain, il network stesso proporrà servizi decentralizzati e ibridi per le aziende e le istituzioni che vogliono passare dal Web2 alla sua evoluzione. Quindi servizi pensati per rispondere anche a esigenze di KYC e AML. Tra i progetti interessanti e in via di sviluppo citati da Reecer ci sono Pike, Alluvial e Project Venkman. 

Pike è una piattaforma per prestiti, yield farming e servizi finanziari per i token di Polkadot-Kusama, Alluvial invece fornisce servizi di liquid staking per aziende e istituzioni, mentre Project Venkman permetterà di realizzare programmi fedeltà su blockchain, convertendo i punti in token ERC-20. Project Venkman di recente ha collaborato con l’attore Bill Murray per produrre 1.000 NFT da collezione bastati sulla sua carriera. 

Astar: dare una scossa al Web3

Nel main stage di Polkadot Decoded a Berlino, ha parlato anche Hoon Kim, CTO di Astar, un’altra delle parachain che ha vinto la prima asta insieme ad Acala. Kim ha iniziato il suo discorso partendo dall’assunto che l’intero Web3 oggi è stagnante e non sta crescendo per almeno 6 motivi:

  1. il tribalismo per cui ogni team crede che la propria blockchain sarà quella definitiva, capace di rendere obsolete le altre;
  2. Le persone stanno alla larga dalle tecnologie della blockchain perché sono percepite come troppo difficili o incomprensibili;
  3. Tutti lavorano alle stesse cose, non ci sono idee originali e fresche;
  4. I progetti del Web3 si basano su business model spesso inefficaci, come i token sale e le ICO che, secondo Kim, sono funzionali solo nella fase di lancio di un progetto ma non garantiscono un incentivo costante;
  5. Poca interoperabilità e comunicazione;
  6. Mancanza di standard di sicurezza

Astar cerca di portare soluzioni a queste difficoltà del Web3, nello specifico per gli aspetti dell’interoperabilità e delle modalità di incentivo per i progetti su blockchain. Astar a questo proposito propone uno staking di dapp in cui gli utenti possono bloccare i loro token sulle loro applicazioni decentralizzate preferite e far guadagnare dei token agli sviluppatori. Il meccanismo è simile a quello della nomina via staking dei validatori nel Nominated Proof-of-Stake. In questo modo sono le persone a valutare i progetti migliori, favorendo la crescita di dapp utili. Secondo Kim infatti l’utilità non viene ancora considerata un parametro per misurare il successo. Nel Web3 girano troppi progetti che sono la fotocopia di qualcosa che esiste già e non soddisfano un bisogno reale. Con lo staking di dapp i progetti più apprezzati possono essere premiati economicamente e continuare il loro lavoro sostenuti dalla community. 

Web3 e gaming su Ajuna Network

Ajuna è una piattaforma per il gaming decentralizzato sviluppata su Polkadot e Kusama. Come spiegato da Nicholas Douzinas, CBO e Co-Founder, il focus di Ajuna è sull’ascolto attivo dei giocatori. Se si vogliono costruire dei videogiochi nel Web3 non si può tralasciare il potenziale della community che non è composta da consumatori passivi (come succede nella maggior parte dei videogiochi tradizionali) ma da co-creator. Ajuna, ascoltando la voce degli utenti, si è resa conto che il coinvolgimento è dato da un’user experience curata e dal gameplay. Il gioco di punta in arrivo su Ajuna è Dotmog, ambientato nell’universo dei Mogwais, un’antica specie aliena.

Momentum: un Metaverso pratico per i lavoratori

Con la sua fondatrice Chrisel Sieling, a Polkadot Decoded è stato presentato anche Momentum, un Metaverso su Dotsama attivo dal 24 Maggio 2022. Per Sieling il Metaverso deve avere uno scopo, servire a qualcosa: “the metaverse is bullshit if you are not solving a problem”. Quello che fa insieme al tema di Momentum è creare uno spazio digitale in cui poter lavorare in gruppo in maniera semplice e intuitiva. 

Quello che manca ai Metaversi “di gioco” come Decentraland o The Sandbox è la possibilità di lavorare insieme a distanza, Momentum offre funzionalità da ufficio come videochiamate, chat e condivisione di schermi. Sieling ha spiegato che i Metaversi sono esplosi insieme e dopo alla pandemia di Covid-19, per rispondere all’esigenza di incontrarsi e collaborare in 3D da casa propria, ma non tutti hanno risposto effettivamente a questa seconda esigenza. Momentum è perfetto, invece, per ospitare hackathon e programmi formativi.

Polkadot Decoded continua anche domani, resta sul blog di Young Platform per scoprire gli aggiornamenti e le novità dall’evento sul Web3 di Polkadot e Kusama!

Il destino dei miner di ETH dopo The Merge

The Merge: stop al mining di Ethereum, cosa faranno i miner?

The Merge: stop al mining di Ethereum. Con il passaggio al Proof-of-Stake, i miner resteranno disoccupati? 

Dopo The Merge, l’aggiornamento che porterà Ethereum a diventare una blockchain Proof-of-Stake, il lavoro dei miner che fino ad ora ha validato le transazioni e permesso il funzionamento della blockchain diventerà obsoleto. La blockchain infatti funzionerà grazie al meccanismo dello staking. Il cambiamento di meccanismo di consenso non ha un impatto solo sulle performance e la sostenibilità della blockchain, dicendo stop al mining di Ethereum si dice addio anche a un’industria che vale 19 miliardi di dollari. Cosa faranno i miner di ETH, casalinghi o quotati in borsa? Ecco le principali ipotesi!

La questione: riconvertire gli hardware per il mining

Il destino del lavoro dei miner dipenderà principalmente dalla possibilità di riconvertire a nuovi scopi l’infrastruttura e il materiale tecnico che veniva usato per il mining di Ethereum. I miner di Ether possono scegliere due tipologie di hardware: ASIC e GPU. I primi sono “circuiti integrati per applicazioni specifiche” questo significa che sono progettati per assolvere a specifiche funzioni, in questo caso il mining di ETH, e difficilmente utilizzabili per altre attività o per minare altre crypto. Le GPU (Graphics Processing Unit) invece sono più versatili, sono processori utilizzati ad esempio nelle classiche schede grafiche popolari nell’industria del gaming, ma anche nel campo dell’intelligenza artificiale, e in generale dove è richiesta l’elaborazione di un gran numero di calcoli complessi. Il mercato delle GPU è esploso e diventato molto competitivo da quando vengono usati per minare Ethereum e altre criptovalute, così la domanda di questi hardware è aumentata esponenzialmente e le aziende di videogiochi o tech si sono scontrate e contese le GPU con i miner di ETH. Lo scorso anno, il settore crypto ha contribuito per circa il 14% al fatturato complessivo delle GPU.

Non ci sono dati certi sulla percentuale di quanti usano GPU e quanti ASIC per minare Ethereum, una stima vede un 90% dei primi e un 10% dei secondi. Dopo The Merge, con gli ASIC che venivano utilizzati per il mining di Ethereum si potrà continuare a minare solo Ethereum Classic (una blockchain che vuole proseguire il progetto originario di Ethereum del 2015) ma se questa attività non dovesse risultare redditizia, è probabile che tutti questi hardware vengano abbandonati. D’altro canto per quanto convertibili, la domanda di GPU calerà drasticamente tornando ad essere dispositivi tipici del settore videogiochi. Vediamo i 4 possibili destini dei miner di ETH!

1. Minare criptovalute alternative

Una delle possibili strade per i miner di ETH è quella di continuare il mining ma su altre blockchain. Questa soluzione sembra particolarmente attraente per i piccoli miner che su Reddit condividono questa loro intenzione di continuare a fare mining migrando altrove. Secondo WhatToMine, un sito che indica le crypto più redditizie da minare in base ai costi, le crypto più interessanti per i miner di ETH sono Ravencoin (RVN) e Ethereum Classic (ETC). Il problema di questo passaggio è che queste criptovalute alternative non hanno un mercato attivo e florido come quello di Ethereum, e il rischio è che il mining non sia così conveniente. Il mercato totale delle monete con cui fare mining tramite GPU, escluso Ethereum, è attualmente di 4,1 miliardi di dollari al 9 giugno, pari a circa il 2% del mercato di Ethereum.

2. Potenza di calcolo: dal mining al cloud computing

Per chi si dedica a minare Ethereum su larga scala, The Merge potrebbe rappresentare una grande perdita considerato l’investimento in hardware per il mining, energia e infrastrutture come magazzini e locali per ospitare i macchinari. Con le GPU questi miner potrebbero scegliere di offrire la loro potenza di calcolo a giganti del cloud computing e dell’elaborazione dati come Amazon Web Service oppure le nascenti realtà del Web3, per l’hosting dell’infrastruttura blockchain, l’archiviazione di NFT o il rendering grafico. Del resto la domanda di calcolo ad alte prestazioni aumenterà sempre di più, con lo sviluppo e la crescita dei videogiochi, dell’intelligenza artificiale e dell’animazione cinematografica. 

3. Costruire le basi per il Web3

Con Web3 si intende, brevemente, quella nuova fase del web in cui internet sarà costruito su blockchain e decentralizzato. Per concretizzare il Web3 è necessaria una struttura di base capace di ricreare internet come lo conosciamo ora ma su protocolli open source. Questa struttura deve rendere possibili attività come streaming video, rendering di oggetti 2D e 3D e la memorizzazione di molti dati. Per questo scopo possono tornare utili proprio le GPU: una volta terminato il mining di Ethereum i miner si dedicheranno alla costruzione del Web3?

4. Stop al mining di Ethereum, via allo staking

Infine uno dei possibili destini dei miner di ETH dopo The Merge, potrebbe essere la conversione allo staking di ETH. Alcuni dei miner potrebbero continuare a validare le transazioni della blockchain ma con un diverso meccanismo di consenso. I miner che hanno accumulato ETH negli anni potrebbero decidere di vendere le loro GPU e diventare validatori della rete bloccando in staking almeno 32 ETH oppure delegando le proprie crypto a un altro nodo. In questo modo i miner potrebbero continuare a guadagnare ETH rimanendo a lavorare nel secondo network più importante di tutto il mondo crypto. 

Tether si espande con una stablecoin ancorata alla sterlina

Stablecoin sterlina GBPT di Tether

Tether, l’azienda dietro USDT, ha deciso di creare una nuova stablecoin ancorata alla sterlina prevedendo un boom del mercato crypto nel Regno Unito

Nonostante USDT sia la stablecoin più utilizzata nell’ecosistema crypto, il suo market cap è diminuito dopo lo scossone provocato dal crollo di Terra (LUNA). La capitalizzazione di mercato della prima stablecoin è di 66 miliardi, ma appena dietro c’è USDC, con 55 miliardi di market cap e una parabola ascendente. La soluzione di Paolo Ardoino, CTO dell’azienda? Espandersi verso altri mercati! La nuova frontiera per Tether è il Regno Unito, e GBPT è la nuova stablecoin ancorata alla sterlina e basata su Ethereum. La sterlina su blockchain sarà un antidoto contro il mercato bearish?

Una nuova stablecoin ancorata alla sterlina per il mercato del Regno Unito

GBPT è una stablecoin ancorata alla sterlina inglese che sarà rilasciata a inizio luglio da Tether. Tether, oltre alla stablecoin primaria USDT, ha già altre criptovalute ancorate a valute fiat. Quali sono le altre stablecoin di Tether? Euro, yuan cinese e peso messicano. Tuttavia queste crypto in totale hanno una capitalizzazione di mercato molto bassa, sotto il miliardo di dollari. Nonostante queste stablecoin “minori” non raggiungano i livelli di USDT, Tether ha comunque deciso di rilasciare la nuova stablecoin GBPT. 

La motivazione? Secondo Paolo Ardoino, il CTO di Tether, il Regno Unito sarà la prossima frontiera del mercato delle crypto. La sterlina è una delle monete fiat più utilizzate in tutto il mondo e il Regno Unito è una potenza economica mondiale. In più, il parlamento inglese ha annunciato di star lavorando su una serie di leggi e regolamentazioni che potrebbero favorire lo sviluppo delle tecnologie crypto. “Tether è pronta a lavorare fianco a fianco con i legislatori inglesi per questo obiettivo, e siamo entusiasti di continuare l’espansione delle crypto firmate Tether” ha annunciato Ardoino. 

Stando a Tether, il lancio di una stablecoin ancorata alla sterlina renderà il mercato crypto migliore ovvero più dinamico, facilitando le transazioni non solo nel Regno Unito ma in tutto il mondo. La Banca d’Inghilterra sta esaminando la possibilità di creare una CBDC della sterlina, ma alcuni critici hanno accusato la lentezza della banca. Tether si inserisce proprio in questo vuoto di mercato con la sua GBPT.

La stablecoin ancorata alla sterlina aiuterà Tether?

L’idea di una stablecoin ancorata alla sterlina nasce durante una fase di mercato ribassista, con l’intento di far risalire l’utilizzo dell’ecosistema crypto firmato Tether. USDT ha raggiunto il record di market cap l’11 maggio, durante il crollo di Terra (LUNA), superando gli 84 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il 28 giugno, dopo poco meno di due mesi, il market cap di USDT ammonta a 66 miliardi di dollari. Un calo di circa il 20%! 

Le cause di questo calo sono molte. Oltre all’arrivo del mercato bearish, la trasparenza stessa di Tether è stata messa in discussione. Secondo alcuni critici, infatti, le riserve dell’azienda non garantirebbero un rapporto 1:1 con gli USDT attualmente in circolazione sulla blockchain. Tether ha prontamente smentito le accuse, rilasciando i numerosi audit di terze parti che confermano le sue riserve, ma le voci sono bastate a mettere in discussione il primato della stablecoin. “Queste voci infondate contribuiscono a gettare nel panico il mercato, probabilmente per approfittare di un mercato già stressato” ha risposto un portavoce di Tether, mettendo in guardia chi detiene USDT sul proprio wallet.

A raccogliere gli strascichi di USDT c’è in primis USDC, la stablecoin di Circle. Nell’ultimo mese, USDC ha incrementato il suo marketcap del 4%. Allo stesso tempo è nata una nuova stablecoin algoritmica, USDD di Tron, che ha rubato punti percentuali a USDT affidandosi a chi ha ancora fiducia nelle stablecoin algoritmiche nonostante il disastro di Terra. 


La mossa di creare una stablecoin ancorata alla sterlina si rivelerà vincente? Secondo Tether, GBPT sarà rilasciata a inizio luglio su Ethereum, ma ci vorrà qualche mese per vedere se la stablecoin si rivelerà all’altezza di USDT o se GBPT finirà per essere usata da una piccola nicchia.

L’era NFT di Gucci, il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Gucci NFT: il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare: gli NFT di Gucci in mostra sul top marketplace

Si è concluso da pochi giorni NFT.NYC, l’evento newyorkese dedicato al Web3 che ha sancito l’ingresso nella cultura pop degli NFT. Conferenze, party e novità incredibili: Solana nel 2023 lancerà uno smartphone crypto, Snoop Dogg e Eminem si sono trasformati in Bored Ape in un video musicale. In questa occasione Gucci ha annunciato di essersi unita alla DAO di SuperRare, uno dei più importanti marketplace NFT del settore. Lo scopo della partecipazione attiva all’organizzazione autonoma decentralizzata che gestisce SuperRare, è la creazione di un nuovo spazio artistico virtuale con un’impronta di digital fashion. Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare, gli NFT di Gucci trovano casa in uno spazio espositivo virtuale!

La storia di Gucci in NFT

La collaborazione tra questi due colossi dell’arte digitale e della moda di lusso, è stata comunicata da Zack Yanger, SVP of Business Development di SuperRare, e Nicolas Oudinot, CEO di Gucci Vault, il concept store sperimentale online di Gucci. Come accade nella maggior parte delle DAO, per entrare è necessario comprare una quota dei token di governance, in questo caso Gucci ha acquistato 25.000$ di token RARE. Con questa mossa Gucci si è garantita il diritto di proporre e votare iniziative riguardanti il marketplace NFT. L’obiettivo finale della partnership è sviluppare una galleria permanente per gli NFT di Gucci entro la fine dell’anno, il progetto si chiamerà Vault Art Space: “svincolato da pareti fisiche, lo spazio presenta una rotazione regolare di mostre, ognuna delle quali è un vortice immersivo di creatività”. La mostra di debutto che sancisce l’ingresso di Gucci nella DAO di SuperRare si intitola “The Next 100 Years of Gucci” ed è stata pubblicata il 23 Giugno 2022, si tratta di collezione di opere d’arte NFT di 29 artisti che mostrano e interpretano l’eredità e il patrimonio di Gucci. Le opere saranno messe all’asta in tre diverse tranche, il prezzo degli NFT di Gucci si aggira tra i 2,5 e i 6 ETH

Gucci per un’economia “interconnessa e decentralizzata”

Perché il brand di lusso ha deciso di entrare nella DAO di SuperRare? Oudinot ha spiegato che si sono rivolti a SuperRare “sapendo di poter contare sul nostro impegno reciproco per amplificare la visione di questo gruppo poliedrico di artisti” e ancora “siamo rimasti affascinati dalla capacità di SuperRare di fornire [agli artisti] una piattaforma per mostrare il loro lavoro in modo innovativo, una piattaforma che si basa su un senso di comunità e che valorizza le interazioni e la decentralizzazione come strumenti chiave per sostenere sia gli artisti che i collezionisti”. Secondo Oudinot, Gucci desidera prendere parte ad una “economia più interconnessa e decentralizzata”. Proprio perché ha scelto una DAO e non una realtà centralizzata, Gucci sembra intenzionata a scrivere la sua nuova era di digital fashion secondo le regole e gli ideali della decentralizzazione. 

Il 2022? L’anno Web3 di Gucci

Il 2022 è stato l’anno in cui Gucci ha ampliato i suoi orizzonti nella scena Web3. A Febbraio è stata presentata la collezione NFT SUPERGUCCI, a Marzo è arrivata Gucci Grail: NFT Gucci personalizzati, ideati da Alessandro Michele (art director della casa di moda) e realizzati dall’artista digitale Wagmi-san. A Maggio Gucci è diventata una delle aziende che accettano pagamenti in criptovalute, infatti in 5 store Gucci negli Stati Uniti si può pagare in Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Wrapped Bitcoin, Litecoin, Shiba Inu, Dogecoin e con alcune stablecoin ancorate al dollaro. Non dimentichiamo che Gucci ha anche la sua LAND a The Sandbox e su Roblox, dove ha allestito un giardino con store di capi d’abbigliamento digitali e locali virtuali. Il terreno di Gucci a The Sandbox ospita conversazioni sul futuro della moda nel Metaverso e esperienze di digital fashion organizzate da Gucci Vault. Questi sono solo alcuni dei progetti Web3 di Gucci!

Hermes e gli NFT? Non tutti i brand di lusso amano il digital fashion

Non tutte le case di moda hanno un buon rapporto con i token non fungibili alla stregua di Gucci! Hermes, il brand di lusso francese, ha di recente concluso (e perso) una diatriba legale su alcuni NFT su OpenSea. Un artista digitale, Mason Rothschild, ha messo in vendita su OpenSea delle opere digitali che raffigurano delle rivisitazioni dell’iconico modello di borse di Hermes, Birkin. La casa di moda non ha gradito e ha subito sostenuto il plagio chiedendo a OpenSea di rimuovere gli NFT e qualsiasi metadato connesso ad essi, e a Rothschild di distruggere le proprie opere digitali. OpenSea, con l’arrivo della diffida, ha eliminato gli NFT ma l’artista ha semplicemente spostato le sue opere su un altro marketplace NFT. Hermes a quel punto ha citato in giudizio Rothschild che si è difeso spiegando che lui non realizza né vende Birkin contraffatte ma che crea opere d’arte che raffigurano queste borse, come Andy Warhol ha fatto con i barattoli di zuppa Campbell. Non ci sarebbe dunque nessuna violazione del diritto d’autore! Il giudice incaricato di prendere una decisione in effetti ha tutelato il valore artistico e creativo degli NFT di Rothschild non ritenendoli degli oggetti commerciali destinati alla vendita in contraffazione ma vere e proprie opere d’arte. La vicenda ci suggerisce che la moda tradizionale e la digital fashion su blockchain non sono ancora del tutto compatibili e non sempre viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, sembra che non vedremo presto progetti che coinvolgono Hermes e gli NFT.

Pudgy Penguins, la collezione NFT con una storia complicata

Immagini Pudgy Penguins NFT

Una collezione di NFT che raffigura teneri pinguini e con una storia un po’ complicata. Scopri il valore dei Pudgy Penguins e come sono nati!

Le collezioni di NFT sono sempre di più, e Twitter è pieno di utenti che dichiarano la propria passione per i token non fungibili usandoli come immagini di profilo. Una delle collezioni più famose, Pudgy Penguins, ha fatto molto scalpore nel mondo crypto dopo alcune critiche rivolte al fondatore della collezione. Adesso però il progetto dei pinguini su blockchain ha cambiato proprietario e il floor price è di 1,5 ETH. Scopri tutto sui Pudgy Penguins NFT,  dalla loro storia complicata al loro valore!

Cosa sono i Pudgy Penguins?

I Pudgy Penguins sono una collezione di NFT che raffigura adorabili pinguini con cappellini, occhiali da sole, sciarpe o papillon. La collezione, rilasciata a luglio 2021, è composta da 8.888 immagini differenti e generate casualmente. Ogni pinguino ha un set di caratteristiche più o meno rare, ed è proprio questa rarità a determinare il prezzo di ciascun Pudgy Penguin. Acquistare un NFT ti offre, oltre ovviamente al possesso dell’opera associata, accesso al canale Discord ufficiale dei pinguini. Ogni pinguino viene amichevolmente definito un “pengu”. I possessori invece sono chiamati “huddler”, in riferimento al comportamento dei pinguini reali che si abbracciano per rimanere al caldo.

Il progetto, dopo essere acquistato da alcuni  appassionati dei Pudgy Penguins per 750 ETH, ha una roadmap apparentemente ambiziosa: l’obiettivo è creare un vero e proprio metaverso per ogni huddler, una DAO e forse anche un token. Per il momento è nato  un marketplace proprietario per scambiare i propri pinguini, e un progetto secondario di NFT chiamato “Lil Pudgys”, che rappresenta dei pulcini di pinguino. 

Attualmente il floor price per la collezione NFT è di 1,49 ETH, i Pudgy Penguin NFT  hanno mosso un totale di più di 54mila ETH dalla data di rilascio! La community di huddlers è anche molto attiva su Twitter, dove si raduna intorno a un adorabile “grido di battaglia”: “MY PENGUIN IS ME AND I AM MY PENGUIN”. Eppure, nonostante la fama e il successo di questo progetto, la storia e la creazione dei Pudgy Penguins ha dei risvolti piuttosto  problematici, tanto che alcuni utenti sono arrivati a pensare a uno scam. Perché alcuni pensavano questo? Tutto parte dal fondatore dei pinguini, ColeThereum.

Pudgy Penguins e ColeThereum, il fondatore del progetto era un truffatore? 

Come abbiamo detto, il progetto nasce nel 2021, il 22 luglio per l’esattezza, proprio nel periodo di massima fama per gli NFT. I Pudgy Penguins sono stati creati da 4 studenti tra cui ColeThereum. Il costo iniziale per il minting di uno degli adorabili pinguini era di 0,03 ETH. I Pudgy Penguins furono subito un successo, non solo grazie alla bellezza dei disegni (chi è che non trova irresistibili i pinguini!) ma anche perché i fondatori avevano inizialmente promesso una roadmap ricca di novità e sorprese. A rendere questa collezione ancora più famosa ha contribuito anche il New York Times, che le ha dedicato un articolo.

Tuttavia, dopo un po’ di tempo, la community ha cominciato a capire che i fondatori della collezione non avevano intenzione di seguire la roadmap annunciata prima del lancio. Alcuni utenti, poi, hanno indagato sulla storia di ColeThereum. Secondo le loro ricerche, il fondatore dei Pudgy Penguins avrebbe aperto una serie di attività fallimentari e poco oneste, oltre che altri progetti NFT di scarso successo. ColeThereum ha sempre negato tutto ma senza rispondere direttamente alle accuse, inimicandosi sempre di più la community di huddlers e facendo calare il prezzo degli NFT.

Il colpo di grazia è arrivato intorno a Natale 2021. ColeThereum e gli altri fondatori hanno rilasciato una seconda collezione di NFT. Questi token raffiguravano delle uova da far schiudere. Dopo una lunga attesa, dalle uova sono uscite… delle canne da pesca, molte delle quali non erano neanche uniche. Dopo quella delusione, gli huddler hanno preso in mano la situazione e hanno deciso di fare un vero e proprio colpo di DAO!

Una nuova speranza per restituire valore ai Pudgy Penguins

La decentralizzazione è alla base di ogni progetto crypto, comprese le collezioni NFT! Proprio per questo, la community di huddler ha deciso di fare di tutto per “prendersi” i Pudgy Penguins e allontanare dal progetto i fondatori originali. Oltre ai tanti thread su Twitter in cui gli utenti mettevano a nudo i trascorsi poco onesti di ColeThereum, altri hanno deciso di tagliare il supporto economico ai fondatori. Quando si vende un NFT, infatti, una percentuale della vendita va a chi ha creato la collezione.

Per evitare questo, alcuni astuti appassionati hanno deciso di creare dei “Wrapped Penguins”. Un wrapped token è un token che rappresenta un asset. I Wrapped Penguins erano token ERC-20 che “rappresentavano” il possesso di un NFT Pudgy Penguins. In questo modo, scambiarsi pinguini non avrebbe fatto arrivare nessuna percentuale nelle tasche dei fondatori, tacciati dalla community come approfittatori che non rispecchiavano la filosofia ottimista dei Pudgy Penguins.

Questa situazione ha portato un utente della community dei pengu, Luca Netz, a offrire ben 250 ETH (all’epoca 2,4 milioni di dollari) a ColeThereum in cambio della proprietà del progetto. Dopo un po’ di silenzio radio da parte dei fondatori originali, Luca Netz ha confermato l’acquisto il 3 aprile 2022. Adesso la roadmap prevede una DAO, un metaverso e, in futuro, anche un token.Netz infatti preferisce fare le cose con calma proponendo una funzionalità alla volta.


La morale della favola? I Pudgy Penguins hanno valore grazie alla loro community, esattamente come tutti i progetti NFT! Grazie alla decentralizzazione, i veri appassionati sono riusciti a prendere il controllo della collezione per dargli un futuro. Ora il team di Pudgy Penguins sta persino assumendo sviluppatori e artisti, per continuare il progetto e magari raggiungere le vette di Bored Ape Yacht Club o CryptoPunks. Riusciranno gli adorabili pinguini a dimostrare che bastano passione e forza di volontà per riportare un progetto alla ribalta?