Crollo criptovalute: cosa fare quando succede?

Crollo criptovalute: cosa fare?

Crollo delle criptovalute: perché succede e come mettersi al riparo. Scopri tutti i consigli utili e le contromisure da adottare. 

Se hai mai affrontato un crollo delle criptovalute sai cosa significa provare paura e sconforto. Quando tutti i prezzi scendono rapidamente, scenario che si verifica più frequentemente nel nostro settore rispetto ad altri mercati più longevi e solidi, è difficile non farsi prendere dall’emozione. Quando le crypto crollano, se non sei preparato, ci si sente un po’ Wendy in Shining: ogni movimento di mercato diventa un colpo d’ascia che ti rincorre lungo i corridoi dell’Overlook Hotel, con Jack Torrance (Jack Nicholson) alle calcagna, pronto a terrorizzarti ad ogni angolo.

Tuttavia, se si lasciano da parte le emozioni e affronti la situazione in modo razionale, il crollo delle criptovalute può trasformarsi in  un’opportunità. Non serve avere la “luccicanza”, quella capacità quasi magica di prevedere il futuro come nel film di Kubrick. Quello che ti serve davvero è un piano solido e una strategia ben strutturata, che ti permettano di navigare con sicurezza anche nei momenti più turbolenti.

Perché le crypto sono volatili?

La prima volta che si assiste ad un crollo delle criptovalute (e forse anche la seconda e la terza) è normale farsi prendere dal panico. Al contrario, dopo che si acquisisce un po’ di esperienza nel settore, ci si abitua ai saliscendi del mercato o addirittura si attende con fermento e impazienza la volatilità, perché rende il mercato crypto più avvincente rispetto ad altri periodi spesso statici

Ma come mai i crolli sono più frequenti nel mondo crypto? Principalmente perché le criptovalute sono “giovani” e meno capitalizzate dei rivali della finanza tradizionale. Basti pensare che Wall Street, cuore pulsante del mercato azionario americano (sicuramente il più famoso e frequentato dagli investitori) è nato l’8 marzo del 1817. Il New York Stock Exchange è stato fondato più di duecento anni fa, mentre il mercato crypto circa dieci, se si considera come punto d’origine la nascita dei primi exchange.

Se il paragone sulla longevità dei due settori è efficace, quello che riguarda la capitalizzazione dei rispettivi mercati non lascia scampo ad equivoci. La capitalizzazione totale del mercato crypto, ovvero il valore monetario complessivo degli asset che lo compongono, è di 2,13 trilioni di dollari, 2.130 miliardi. Quello di Apple, invece, che è l’azienda più capitalizzata al mondo è, al momento della scrittura, di 3,2 trilioni, il 66% in più. Una sola azienda, anche se è la più grande in questo momento, vale di più (in termini monetari) dell’intero mercato delle criptovalute.

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Focus sulla capitalizzazione di mercato

Per spiegare in termini semplici qual è la relazione tra la capitalizzazione di mercato e la volatilità di un asset possiamo paragonare la prima ad una folla di persone. Quando questa è contenuta e succede qualcosa di insolito l’intero gruppo reagisce spesso in modo drastico. Immaginate cosa succederebbe se urlaste a squarciagola in un bar poco affollato. Al contrario, non susciterebbe nessuna reazione lo stesso comportamento durante una manifestazione con migliaia di persone.

Allo stesso modo, in un mercato altamente capitalizzato, partecipato da molti investitori e caratterizzato da scambi che muovono enormi quantità di denaro, influenzare il prezzo degli asset è molto difficile e dispendioso in termini di volumi. Mentre sono sufficienti somme più contenute per influenzare la capitalizzazione di un mercato più piccolo, dove le news o i grossi speculatori possono definirne il l’andamento di breve termine.

Crollo delle criptovalute correlato a una notizia economica

Alcune notizie economiche hanno la capacità di influenzare l’andamento del mercato azionario e quindi possono anche causare indirettamente il crollo delle criptovalute. Per esempio, eventi come la decisione della Federal Reserve in merito ai tassi di interessi, o la pubblicazione dei dati sull’inflazione e di quelli del mercato del lavoro, condizionano fortemente gli investitori, sia istituzionali che retail. Questi fattori influenzano le azioni sui mercati e, di conseguenza, i prezzi degli asset. 

Se hai assistito a un sell the news collegato ad uno degli eventi sopracitati, o ad un crollo preventivo derivante dalla preoccupazione di dati poco favorevoli per l’economia, non è il caso di preoccuparsi. Solitamente si tratta di movimento di prezzo passeggeri, che si concludono in un breve lasso di tempo.

Eventi di mercato gravi

Il discorso cambia quando si analizza il crollo delle criptovalute derivante da un evento grave e interno a questo specifico settore, come il fallimento di un player molto importante. In passato abbiamo assistito a crollo dell’ecosistema Terra-Luna, che ha causato un buco di 60 miliardi di dollari, ma anche alla bancarotta di FTX, che ha sollevato dubbi sulla legittimità delle aziende centralizzate che operano nel settore.

Quando eventi del genere colpiscono il mercato anche gli investitori più esperti provano paura e sgomento. Tuttavia, con il passare del tempo e con la crescita della capitalizzazione delle principali crypto, l’impatto sull’intero mercato di eventuali eventi di questo tipo dovrebbe gradualmente decrescere. In ogni caso, farsi prendere dal panico e agire d’impulso, come sempre quando si parla di investimenti, potrebbe peggiorare ulteriormente la nostra posizione. Al contrario, se si sta agendo seguendo un piano strutturato, è fondamentale continuare sulla propria strada e non applicare ad esso modifiche che derivano dal disagio emotivo che si sta provando. Questo, se consideriamo il “caso studio” crollo dell’ecosistema Terra Luna, avrebbe potuto voler dire allocare al progetto una percentuale del portafoglio crypto molto limitata accompagnata da un ribilanciamento costante in modo da ridurre progressivamente l’esposizione.

Come ci si può proteggere dal crollo delle crypto?

La prima risposta a questa domanda può essere estrapolata dal paragrafo precedente. Perché la realtà è, almeno in questo caso, molto semplice: chi non ha una strategia si troverà sempre a fare i conti con la paura o la rabbia durante un crollo delle criptovalute. Tuttavia, ci sono alcuni passaggi preliminari che possono aiutare chi è alle prime armi a prescindere dalla tipologia di piano che sta seguendo:

  • Svolgere un’analisi dei fondamentali: con questo termine ci si riferisce alla tecnologia che sostiene il token o la crypto in cui si vorrebbe investire. Prima di aggiungere un nuovo asset al nostro portafoglio è importante conoscerlo, comprendere se ha un’utilità, quali benefici garantisce a chi lo detiene e gli obiettivi di medio e lungo termine di chi lo emette. Conoscere tutto delle criptovalute che possediamo ci può aiutare ad affrontare con tranquillità e ottimismo i crolli di mercato. Insomma, nel lungo termine sono i fondamentali a fare la differenza e l’approccio cambia a seconda della solidità del progetto che si prende in considerazione. La strategia che seguirà l’acquisto di Polygon (POL), un progetto con tantissimi sviluppatori nel mondo che ha raccolto quasi 500 milioni di dollari, sarà diversa da quella da adottare nel caso in cui si compra una meme coin.

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  • Conoscere le basi dell’analisi tecnica: non per prevedere o anticipare i movimenti di mercato, ma per comprendere il contesto di un crollo dei prezzi. Se, ad esempio, la crypto in esame proviene da un periodo estremamente positivo, il ribasso dei prezzi potrebbe essere fisiologico. Oppure, se tale movimento è stato repentino e, almeno in parte, riassorbito, potrebbe trattarsi di un flash crash che la crypto non farà fatica a recuperare.
  • Possedere un portafoglio bilanciato: la differenza tra la capitalizzazione di mercato delle crypto e quella del mercato azionario è, ad oggi, ancora abissale. Ma lo stesso discorso vale anche per il divario tra BTC e la maggior parte delle altcoin. Come si evince dal grafico della dominance, il 58% del “peso” del mercato delle criptovalute è attribuibile a Bitcoin, che è la crypto su cui puntare se si vuole massimizzare la stabilità del proprio portafoglio. Al contrario, andrebbe al più possibile limitata l’esposizione alle meme coin o le “gemme” semisconosciute, che possono perdere gran parte del loro valore in pochissimo tempo. Inoltre può essere utile possedere un “piano b” strutturato, che implichi decisioni ben definite al verificarsi di alcune condizioni. I più esperti potrebbero servirsi dell’analisi tecnica, per pianificare una strategia d’uscita nel caso in cui una crypto scenda al di sotto di un determinato livello di prezzo (stop loss).

Questi sono solo tre metodi per proteggersi, almeno in parte, dal possibile crollo delle criptovalute. Tuttavia, non è possibile identificare strategie evergreen che funzionino a prescindere, ma vanno sempre adattate alla propensione al rischio di ogni individuo. In ogni caso, se intendi conoscere le cinque più popolari del 2024, puoi leggere questo articolo!

Energia nucleare: è in arrivo la svolta per gli States?

L’energia nucleare negli Stati Uniti: un approfondimento

È in arrivo una svolta per l’energia nucleare negli Stati Uniti, dato che si ipotizza la riapertura di impianti chiusi in passato? Scopri il progetto sulla fusione finanziato da Bill Gates

L’energia nucleare sta vivendo un momento di rinascita, in particolare negli Stati Uniti, dove si sta puntando a riaprire centrali dismesse e a sviluppare nuove tecnologie. Questo interesse rinnovato nasce dalla sempre più crescente consapevolezza della necessità di ridurre le emissioni di carbonio e dalla crescente domanda di energia pulita per sostenere settori come i data center, l’intelligenza artificiale e la mobilità elettrica. 

Due esempi significativi di questo trend sono la riapertura della centrale nucleare di Palisades, chiusa nel 2022, e lo sviluppo di reattori nucleari avanzati come quello della start-up TerraPower, finanziata dal miliardario Bill Gates. Scopri le ultime news relative all’energia nucleare negli Stati Uniti in questo articolo.

Riaprire vecchie centrali: il caso della centrale nucleare di Palisades

La centrale nucleare di Palisades, situata a Covert, nel Michigan, è stata chiusa a maggio 2022, dopo 40 anni di attività per via della competizione con un’altra fonte di energia pulita, il gas naturale, più economico da estrarre. Tuttavia, la crescente pressione per decarbonizzare l’economia ha spinto il governo statunitense a riconsiderare il ruolo del nucleare nel mix energetico del Paese.

Negli ultimi anni, diversi impianti nucleari negli Stati Uniti sono stati chiusi. Poi però il governo ha cambiato rotta, principalmente grazie al Inflation Reduction Act (IRA), una misura del 2022 che tra le altre cose promuove lla produzione di energia pulita. Il risultato? Un piano per la riapertura di alcune di queste strutture. 

Il caso di Palisades è emblematico in questo senso. Grazie a circa 1,5 miliardi di dollari di finanziamenti emessi dal Dipartimento dell’Energia e un contributo di 300 milioni di dollari del governo federale del Michigan, la centrale potrebbe essere riaperta entro il 2025.

Perché riaprire una centrale chiusa?

La riapertura della centrale di Palisades potrebbe essere una mossa strategica per aumentare rapidamente la capacità di produzione di energia nucleare negli Stati Uniti senza dover costruire nuovi impianti da zero. Insomma, è un modo per ottenere, lo stesso, un risultato senza affrontate un processo che richiede anni e ingenti investimenti. L’energia nucleare ha contribuito a circa il 20% della produzione di elettricità negli Stati Uniti negli ultimi trent’anni, quota che è gradualmente diminuita, principalmente a causa dell’elevato costo di gestione delle centrali e del timore generale che suscitano le centrali.

Un’eccessiva preoccupazione che possano verificarsi incidenti è, almeno dal punto di vista statistico, sbagliato. Oggi il nucleare negli Stati Uniti è una delle fonti di energia più sicure, pulite e affidabili, soprattutto alla luce degli avanzamenti tecnologici che permettono uno smaltimento più efficace dei rifiuti. Sebbene la percezione pubblica del nucleare sia ancora influenzata da disastri passati come Chernobyl e Fukushima, diversi sondaggi indicano un graduale cambiamento dell’opinione pubblica a favore del nucleare, visto come un alleato fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

La centrale di Palisades potrebbe non essere l’unico impianto a riaprire. Se l’operazione avrà successo, altre centrali chiuse potrebbero seguire lo stesso percorso, come Three Mile Island in Pennsylvania, contribuendo così a ridurre la dipendenza del paese dai combustibili fossili.

L’innovazione nel nucleare: TerraPower e il nuovo reattore di Bill Gates

Mentre alcuni progetti si concentrano sul recupero di vecchie centrali, altri guardano al futuro, con la creazione di reattori nucleari più piccoli, economici e sicuri. Uno dei progetti più ambiziosi in questo campo è quello di TerraPower, una start-up sostenuta da Bill Gates, che sta costruendo un nuovo tipo di reattore nucleare nella città di Kemmerer, nel Wyoming. TerraPower sta sviluppando un reattore raffreddato a sodio liquido, una grande novità rispetto a quelli tradizionali, che utilizzano acqua pressurizzata per raffreddare il nucleo.

La scelta del sodio liquido permette di operare a pressioni più basse, riducendo così la necessità di costose misure di sicurezza. Questo rende il reattore più semplice da costruire e più economico rispetto ai modelli tradizionali. Il primo reattore di TerraPower sarà di dimensioni più ridotte rispetto ai tradizionali reattori nucleari: produrrà 345 megawatt, un terzo della potenza dei reattori convenzionali, e sarà pronto non prima del 2030.

Una delle caratteristiche innovative del reattore di TerraPower è la capacità di immagazzinare energia in una batteria a sali fusi, che permette al reattore di modulare la sua produzione di energia a seconda delle necessità. Questo è particolarmente utile quando si integra l’energia nucleare con fonti rinnovabili, come l’energia solare e quella eolica, che sono caratterizzate da una produzione intermittente.

Energia nucleare negli Stati Uniti: le sfide per il futuro

Nonostante i progressi tecnologici e il sostegno politico, le sfide che l’energia nucleare deve affrontare sono ancora tantissime. Il costo per costruire nuovi impianti è elevato, e spesso i progetti sono soggetti a ritardi e hanno bisogno di fondi aggiuntivi per essere ultimati. Un esempio è rappresentato dai reattori 3 e 4 dell’impianto di Vogtle, in Georgia, che sono stati costruiti con sette anni di ritardo e sono costati più del doppio delle stime iniziali.

Anche il progetto di TerraPower non è immune a queste difficoltà. Ad esempio, la società ha dovuto ritardare di due anni l’inizio dei lavori a causa della crisi globale delle forniture di uranio arricchito, causata dallo scoppio del conflitto Russo-Ucraino.

Infine, per concludere questa panoramica sull’energia nucleare negli stati uniti, non si può non analizzare la fusione, da sempre interpretata come possibile soluzione a lungo termine per ottenere energia pulita e illimitata. Per intenderci, la fusione nucleare è il processo che alimenta il sole: gli isotopi dell’idrogeno si fondono, rilasciando enormi quantità di energia senza produrre scorie. Tuttavia, la tecnologia per contenere l’enorme quantità di energia scaturita da questo processo è ancora in fase di sviluppo e non ci sono certezze su quando e se potrà essere commercializzata.

Una start-up cinese, Energy Singularity, sta lavorando su un reattore a fusione e spera di commercializzare questa tecnologia entro il 2035. L’azienda sta sviluppando un dispositivo chiamato tokamak, che utilizza potenti magneti per contenere un plasma riscaldato a temperature estremamente elevate.

Sebbene la fusione nucleare offra enormi promesse, gli esperti avvertono che ci sono ancora numerose sfide tecniche da superare.Il nucleare, sia nella sua forma tradizionale che nelle sue versioni più avanzate, rappresenta una delle opzioni più promettenti per risolvere il problema della transizione energetica. La riapertura di centrali dismesse come Palisades potrebbe aiutare a colmare il divario energetico nel breve termine, mentre progetti come quello di TerraPower e lo sviluppo della fusione nucleare potrebbero rivoluzionare il settore nei prossimi decenni.

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Crisi economica cinese: l’impatto sui paesi legati alla Cina

Crisi economica cinese e i paesi colpiti

La crisi economica cinese è arrivata? Quale sarà l’influenza sui Paesi che hanno legato il loro futuro alla Cina?

Dopo due decenni di crescita economica senza precedenti e prosperità, la Cina sta ora mostrando segni di rallentamento che suscitano preoccupazione a livello globale. Come si è giunti a questo punto? Il miracolo economico cinese, che per anni ha alimentato la crescita mondiale, era forse un’illusione? I segnali di difficoltà sono molteplici: il crollo delle esportazioni di Paesi come il Venezuela, che aveva puntato gran parte del suo futuro economico sui prestiti cinesi in cambio di petrolio, e il fallimento di grandi progetti infrastrutturali finanziati da Pechino, come la linea ferroviaria ad alta velocità Cina-Laos, rivelatasi insostenibile.

Il rallentamento della domanda cinese di materie prime ha messo in crisi economie emergenti e consolidate, con effetti devastanti anche su partner economici di lunga data come la Germania. Di fronte a una Cina che ha progressivamente tagliato i prestiti all’estero e imposto una concorrenza sleale sui mercati globali, molte economie si trovano oggi in difficoltà, sollevando interrogativi sulla sostenibilità del modello di crescita cinese.

L’accordo economico tra Cina e Venezuela

Negli anni 2000, il Venezuela, guidato dal presidente Hugo Chávez, ha puntato tutto sulla Cina, in quanto rappresentava la soluzione ideale per i problemi venezuelani. In che modo? Offrendo miliardi di dollari in investimenti e prestiti in cambio di una preziosissima merce: l’oro nero, il petrolio. A prima vista, la scommessa di Chavez può sembrare vincente. La Cina, in piena espansione economica, era affamata di risorse energetiche e utilizzava il petrolio venezuelano per alimentare la sua crescita, mentre finanziava ambiziosi progetti infrastrutturali in Venezuela.

Tuttavia, durante il decennio scorso, la situazione è peggiorata, principalmente a causa del calo della domanda di petrolio e quindi del suo prezzo. I ricavi delle esportazioni venezuelane sono scesi vertiginosamente, mettendo in crisi un’economia già afflitta da malgoverno e problemi interni, che nel 2014 è definitivamente rollata. Le conseguenze di ciò le conosciamo tutti: scarsità di cibo, ospedali privi di medicine e tasso di criminalità al limite del surreale. Per questi motivi milioni di venezuelani sono stati costretti a emigrare, e la Cina ha progressivamente ridotto i finanziamenti al Paese. Insomma, la scommessa del Venezuela sulla Cina si è rivelata un disastro economico.

Questa crisi rappresenta solo uno dei primi segnali di allarme ignorati dalla comunità internazionale. Decine di altri Paesi, che hanno legato il proprio destino economico alla crescita cinese, oggi si trovano in una situazione di grave difficoltà finanziaria. Questa situazione è dovuta principalmente al rallentamento dell’economia cinese.

Il “miracolo” economico cinese: un’illusione?

Dopo la crisi finanziaria del 2008, innnescata dal crollo del mercato immobiliare statunitense, la Cina ha sostenuto l’economia globale iniettando ingenti quantità di denaro nel sistema economico, stimolando la domanda interna e investendo. In meno di un decennio, ha speso circa 29.000 miliardi di dollari, un importo equivalente a un terzo del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale. Gli effetti benefici di questa politica espansiva si sono fatti sentire in tutto il mondo, tanto che si pensa che l’economia cinese abbia contribuito a circa il 40% della crescita globale dal 2008 al 2021.

Per molti Paesi in via di sviluppo, la Cina era il migliore degli alleati. Il suo boom economico, avvenuto un secolo dopo rispetto all’occidente, apriva all’improvviso nuovi mercati per le esportazioni di materie prime, mentre il governo cinese offriva prestiti generosi per progetti infrastrutturali attraverso la Belt and Road Initiative (BRI). Tuttavia, dietro questo apparente miracolo economico, si nascondevano profondi squilibri e problemi strutturali.

Il boom cinese, alimentato da investimenti inefficienti e politiche di stimolo a breve termine, apare oggi insostenibile. E la situazione risulta ancora più grave se si analizzano le mosse del presidente Xi Jinping, al potere dal 2012, ha inasprito il controllo statale sull’economia e resistito a importanti riforme economiche. Il risultato? La crescita economica sta rallentando drammaticamente, tanto che alcuni esperti sono convinti che questa oggi sia praticamente nulla.

L’impatto globale del rallentamento cinese

Il rallentamento della crescita cinese sta avendo ripercussioni significative a livello globale, in particolare nei Paesi che hanno scelto la Cina come principale partner commerciale. La diminuzione della domanda cinese di materie prime ha portato a un crollo delle esportazioni per molte economie emergenti. Situazione che continua a peggiorare dato che il governo cinese continua a sovvenzionare le proprie imprese e a inondare i mercati globali di prodotti a basso costo, mettendo in difficoltà i produttori locali in altre parti del mondo.

In particolare, i prestiti esteri della Cina si sono ridotti drasticamente negli ultimi anni. Se nel 2016 la Cina prestava annualmente circa 90 miliardi di dollari all’estero, oggi questa cifra è scesa a soli 4 miliardi. Questa riduzione dei finanziamenti sta mettendo sotto pressione numerosi Paesi che dipendono dai prestiti cinesi per i propri progetti infrastrutturali. Molte nazioni, infatti, si trovano a dover affrontare il pagamento di enormi debiti senza poter contare su nuovi prestiti.

Le crisi di Zambia, Sri Lanka e Pakistan

Per comprendere la portata del problema basta analizzare la situazione in cui vertono, ad esempio, lo Zambia e lo Sri Lanka. Entrambi hanno dichiarato default per via di miliardi di dollari di debiti nei confronti della Cina, che non riescono a ripagare. Oppure il Pakistan, dove le fabbriche chiudono e il sistema energetico fatica a funzionare.

Anche le economie più sviluppate non sono immuni. La Germania ha visto le sue esportazioni verso la Cina diminuire del 9% nel 2023, il calo più significativo da quando la Cina è entrata nell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001. Altri Paesi ricchi di materie prime, come l’Australia, il Brasile e l’Arabia Saudita, stanno vedendo diminuire la domanda di energia e risorse naturali.

L’ombra della crisi del debito degli anni ‘80

La situazione attuale presenta inquietanti parallelismi con la crisi del debito che colpì numerosi Paesi in via di sviluppo negli anni ‘80. All’epoca, molte nazioni, in particolare in America Latina e in Africa, furono travolte da debiti enormi contratti con banche commerciali occidentali e istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale. Di fronte all’impennata dei tassi di interesse e al crollo dei prezzi delle materie prime, molti Paesi, tra cui Messico, Brasile e Argentina, finirono in default, innescando anni di stagnazione economica e crisi politiche.

Oggi, la Cina ha assunto il ruolo che un tempo era delle banche occidentali. La sua crescente influenza economica ha portato numerosi Paesi in via di sviluppo a contrarre debiti enormi per finanziare progetti infrastrutturali e industriali. Tuttavia, come dimostrano i casi del Venezuela, dello Zambia e dello Sri Lanka, il prezzo di questa dipendenza dalla Cina può essere devastante.

Un futuro incerto

La crisi economica cinese non riguarda solo la Cina, ma ha implicazioni globali. Decine di Paesi si trovano a rischio di insolvenza, e le prospettive economiche globali sono incerte. Se la Cina non adotterà misure per ristrutturare il proprio debito estero e modificare le sue pratiche commerciali protezionistiche, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Anche perché, la Cina deve anche fare in conti con una grave crisi del mercato immobiliare, caratterizzata ad esempio dal crollo di Evergrande, una delle più grandi aziende al mondo in questo settore.

La comunità internazionale dovrà affrontare una sfida complessa: trovare un equilibrio tra la necessità di coinvolgere la Cina nella risoluzione della crisi e l’esigenza di proteggere le proprie economie dalle conseguenze del rallentamento cinese. L’esempio del Venezuela ci mostra quanto possa essere alto il costo di una scommessa economica mal calibrata.

Il mondo ha bisogno di una soluzione collettiva per affrontare le conseguenze del rallentamento economico cinese, ma trovare un accordo globale non sarà facile.

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Riunione BCE settembre 2024: decisioni e prospettive

Riunione BCE settembre 2024: le previsioni sui tassi di interesse

Cosa deciderà la BCE nella riunione del 12 settembre? Taglierà i tassi di 25 punti base come previsto o li lascerà, a sorpresa, invariati?

Quali sono le previsioni per la prossima riunione BCE di settembre 2024? A pochi giorni dal meeting in calendario per il 12 del mese, le ipotesi sul possibile taglio dei tassi di interesse sono al centro dell’attenzione. A luglio, durante l’ultima riunione, la Banca Centrale Europea li aveva lasciati invariati al 4,25% dopo il taglio di giugno. Mentre quelli di deposito sono fermi al 3,75%.

Da allora sono entrati in gioco nuovi scenari, in particolare un drastico calo dell’inflazione, almeno a quanto ci dice il dato preliminare, che è scesa dal 2,6% al 2,2%. Inoltre, la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, è pronta a ridurre i tassi per la prima volta dal 2022. Cosa succederà? La conferenza stampa di Lagarde chiarirà tutti i dubbi.

Riunione BCE settembre 2024: previsioni sul taglio dei tassi d’interesse

Le previsioni più accreditate sulla riunione BCE di settembre 2024 e sul taglio dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea ci dicono che è molto probabile che assisteremo ad un taglio di 25 punti base. Quest’intervento sarebbe giustificato dal rallentamento dell’inflazione che ora è molto vicina all’obiettivo del 2%, ma anche dalla preoccupante frenata della crescita. Se così dovesse essere, sarebbe la seconda riduzione del costo del denaro per quest’anno dopo il taglio di giugno.

Il panorama macroeconomico europeo

Per andare più a fondo sulla questione possiamo citare le parole di Carsten Brzeski, responsabile globale della macroeconomia di ING, che ha dichiarato in occasione dell’uscita degli ultimi dati sull’inflazione: “con gli ultimi dati sull’inflazione dell’Eurozona, un taglio dei tassi alla riunione della Banca Centrale Europea è diventato quasi un affare fatto”

Perciò i fattori da considerare secondo gli economisti, soprattutto in vista dell’imminente riunione BCE di settembre, sono due: il rallentamento dell’inflazione e la preoccupante situazione degli indicatori di crescita.

Per esempio il prodotto interno lordo (PIL) dell’eurozona è cresciuto solo dello 0,2% nel secondo trimestre del 2024, una revisione al ribasso rispetto alla precedente stima dello 0,3%. Nel corso della riunione della BCE ci sarà anche il tempo di analizzare le proiezioni macroeconomiche dato che le ha modificate a giugno. 

All’epoca, la crescita economica annuale dell’Eurozona era prevista allo 0,9% nel 2024, con un ulteriore rafforzamento all’1,4% nel 2025 e all’1,6% nel 2026. L’inflazione, invece, era prevista in calo dal 5,4% nel 2023 al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.

Proseguiamo poi con le previsioni di Pacific Investment Management Company (PIMCO) che ritiene che nella riunione del 12 settembre 2024 la BCE taglierà il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 3,75% al 3,5%. L’azienda statunitense ritiene che il Consiglio direttivo fornirà molte indicazioni che vadano oltre settembre e si aspetta invece che ribadisca una strategia dipendente dai dati.

Quanti tagli dei tassi di interesse ci aspettano nei prossimi mesi?

Nello scenario attuale, nonostante il calo drastico dell’inflazione, i principali esperti del settore continuano ad aspettarsi due tagli dei tassi di interesse per il 2024, entrambi di 25 punti base. In particolare è di quest’idea Fidelity, fondo di investimento statunitense titolare anche di un ETF su Bitcoin. Se le previsioni di Fidelity dovessero avverarsi il tasso di deposito si attesterebbe al 3,25% entro la fine dell’anno. Per il 2025, invece, si attendono altri tre tagli che porterebbero i tassi di interesse al 3% e quello sui depositi al 2,50%.

Anche DWS Group, uno dei principali gestori patrimoniali al mondo, è più o meno della stessa idea: nel 2025 i tassi verranno ridotti di 25 punti base ogni trimestre fino a raggiungere il 2,50% a settembre 2025.

Ulrike Kastens, Senior Analyst di DWS ha dichiarato, in un’intervista del 5 settembre, che il Consiglio Direttivo della BCE vorrà sicuramente evitare di abbassare i tassi d’interesse troppo rapidamente, per prevenire un nuovo aumento dell’inflazione. Secondo Kastens, gli elementi a favore di un ulteriore taglio dei tassi d’interesse in ottobre sarebbe, principalmente, due:

  •  un crollo della crescita più ingente rispetto alle aspettative;
  •  un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve più corposo rispetto alle previsioni, che si aspettano una riduzione di 25 punti base.

Non è della stessa idea Bastian Freitag, dirigente della banca d’investimento franco-britannica  Rothschild & Co, che si aspetta un piano di tagli regolari di 25 punti base da settembre a dicembre, oltre a ulteriori riduzioni trimestrali nel 2025.

Cosa ci dobbiamo aspettare per la prossima riunione BCE di settembre? Le previsioni sul nuovo taglio dei tassi di interesse si avvereranno? Come si comporterà la  Federal Reserve nel suo meeting del 17 e 18 settembre?

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Inflazione USA: il dato del CPI oggi

CPI inflazione USA

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.

CPI significato

Tecnicalmente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato. 

Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.

Perché è importante?

Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, dobbiamo spendere di più per vivere come facevamo prima.

Bitcoin e CPI: come sono legati?

Il recente crollo del prezzo di Bitcoin ha evidenziato quanto sia importante tenere d’occhio gli indici economici tradizionali, come il CPI. Nonostante Bitcoin venga spesso considerato un bene rifugio e una copertura contro l’inflazione, gli ultimi eventi hanno dimostrato che la criptovaluta è altamente sensibile ai movimenti macroeconomici e alle turbolenze nei mercati azionari. 

Questo è diventato particolarmente evidente dopo l’approvazione degli ETF spot su BTC e gli ETF spost su ETH. L’ingresso di maggiori capitali da investitori istituzionali, che muovono ingenti somme in base all’andamento degli altri mercati, ha creato una maggiore volatilità in momenti di incertezza. 

Accedi al mercato crypto

Gli investitori diventano una sorta di collante che, seppur positivo in termini di adozione di Bitcoin, rende il mercato delle criptovalute sempre più legato alle dinamiche dei mercati tradizionali. Quando la situazione economica si deteriora, gli asset più rischiosi, come le criptovalute, sono i primi a essere venduti. Detto altrimenti: quando la situazione precipita, i primi barili scaricati da una nave che sembra affondare sono gli asset rischiosi. Da qui la volatilità del mercato crypto. 

L’ultima volta che è successo

Quando il prezzo di Bitcoin è precipitato a causa di un terremoto nei mercati finanziari tradizionali, molti investitori hanno cercato rifugio in asset più stabili, e la volatilità di BTC è aumentata notevolmente. In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo diventa uno strumento essenziale per comprendere l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni informate. Un CPI stabile o in diminuzione potrebbe favorire un clima economico meno incerto, contribuendo a ridurre la volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute.

Guarda il prezzo di BTC

Inoltre, con la Federal Reserve che si prepara a prendere decisioni sui tassi di interesse basate anche sull’andamento del CPI, la correlazione tra Bitcoin e i mercati tradizionali si intensifica. Questo rende la pubblicazione dei dati CPI un momento cruciale per chi opera nel mondo delle criptovalute, poiché influisce direttamente sull’azione del prezzo di Bitcoin nel breve termine. Mantenere il focus su questi indicatori può aiutare gli investitori a navigare in un mercato sempre più interconnesso e complesso.

Analisi dei dati CPI di agosto 2024

L’11 settembre 2024, il BLS ha pubblicato i dati CPI di agosto 2024. Secondo il rapporto, il CPI è aumentato del 2,5% rispetto all’anno precedente, in linea con le previsioni.

Cosa significano questi numeri?

Il fatto che il CPI sia sceso al 2,5% significa che l’inflazione sta rallentando, il mese passato il dato era stato del 2,9%. Questo è un segnale positivo perché indica che i prezzi stanno aumentando a un ritmo più lento rispetto ai mesi precedenti, il che potrebbe significare che il costo della vita è più stabile.

Dati storici del CPI nel 2024

Ecco come è andato il CPI negli ultimi mesi del 2024:

  • Agosto 2024: 2,5% (prevosito 2,5%)
  • Luglio 2024: 2,9% (previsto: 3,0%)
  • Giugno 2024: 3,0% (previsto: 3,1%)
  • Maggio 2024: 3,3% (previsto: 3,4%)
  • Aprile 2024: 3,4% (previsto: 3,4%)
  • Marzo 2024: 3,5% (previsto: 3,4%)

Cosa possiamo aspettarci?

Guardando i dati, vediamo che l’inflazione è stata in calo costante durante il 2024. Questo significa che, in generale, i prezzi stanno crescendo meno rapidamente rispetto all’inizio dell’anno. Tuttavia, settori come quello degli alloggi continuano a registrare aumenti significativi, che pesano sul bilancio delle famiglie.


Per continuare a seguire queste notizie con sottomano il mercato, siamo qui sotto!

Dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump, com’è andata? Le cose da sapere

Dibattito elezioni americane: tutte le cose da sapere

Il 10 settembre si è tenuto l’atteso dibattito ufficiale tra Kamala Harris e Donald Trump per le elezioni presidenziali di novembre. Chi ha avuto la meglio?

Il 5 novembre gli elettori degli Stati Uniti andranno alle urne per eleggere il prossimo presidente. Inizialmente previste come una rivincita delle elezioni del 2020, queste elezioni sono state stravolte a luglio, quando il presidente Joe Biden ha deciso di concludere la sua campagna e ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris. La grande domanda ora è: il risultato significherà un secondo mandato di Donald Trump o la prima donna presidente degli Stati Uniti?

Harris vs Trump: il dibattito e l’effetto sulla campagna

Il 10 settembre ha segnato un momento molto importante nella corsa alle elezioni presidenziali per entrambi i candidati, soprattutto per Kamala Harris, che ha colto l’occasione per presentarsi agli americani come la nuova leader del Partito Democratico dopo le dimissioni di Joe Biden. La Harris si è rivolta a tutti gli americani ancora indecisi sul voto, salendo sul palco decisa a rappresentare il “volto del cambiamento” e mostrando una “nuova via da seguire” per tutti gli americani. Trump, d’altra parte, ha matenuto il suo stile, rimarcando le posizioni forti che lo distinguono e criticando il poco pragmatismo della rivale. 

Harris vs Trump: un confronto acceso sui temi chiave

Il dibattito, tenutosi a Philadelphia e moderato da David Muir, ha visto i due candidati affrontare argomenti di grande rilevanza per gli elettori: economia, inflazione, immigrazione e aborto. Harris ha cercato di posizionarsi come la candidata della classe media, accusando Trump di essere il “paladino dei miliardari”, mentre Trump ha dipinto Harris come un’estremista di sinistra, priva dell’esperienza necessaria per governare.

Kamala Harris ha avuto un inizio più lento, ma è riuscita a carburare e a mettere Trump in difficoltà su alcuni punti sensibili, come la sua popolarità tra i leader mondiali e i suoi guai giudiziari. Ha cercato di presentarsi come una leader pragmatica e risoluta, pronta a confrontarsi con le sfide internazionali e nazionali, come le questioni di politica estera e sociale.

D’altra parte, Donald Trump ha mantenuto il suo solito stile provocatorio, cercando di screditare la sua avversaria con attacchi personali e ripetuti riferimenti al mandato di Joe Biden, che ha definito come un fallimento. Nonostante la tendenza a rispondere alle provocazioni, Trump ha cercato di evitare attacchi eccessivamente personali, mantenendo però un tono duro, specialmente sull’immigrazione, tema su cui ha un vantaggio nei sondaggi.

Endorsement di Taylor Swift e la “spin room”

Uno dei momenti più discussi della serata è stato l’endorsement di Taylor Swift a favore di Harris. La popstar, molto influente sui social, ha appoggiato la candidata democratica con un messaggio rivolto ai suoi fan, sottolineando il suo sostegno alla Harris. Questo potrebbe avere un impatto significativo, soprattutto tra gli elettori più giovani.

Nella “spin room”, dopo il dibattito, entrambi i campi hanno dichiarato la vittoria. Gli alleati di Trump hanno cercato di minimizzare i danni causati da alcune delle sue dichiarazioni controverse, come quando ha affermato che gli immigrati haitiani rubano e mangiano animali domestici in Ohio, affermazione subito smentita dal moderatore.

Chi ha vinto il dibattito?

Per quanto riguarda le reazioni immediate, Harris sembra aver consolidato la sua posizione, riuscendo a tenere testa a Trump e a non cedere alle sue provocazioni. Trump è apparso sicuro, ma è stato messo in difficoltà su alcuni punti sensibili, come i suoi guai giudiziari e la sua popolarità tra i leader mondiali. 

Tuttavia, entrambi i candidati hanno offerto pochi dettagli concreti sui loro programmi, lasciando molti elettori con domande su quale sarà il futuro politico degli Stati Uniti. È quindi troppo presto per valutare l’impatto sui sondaggi, che nei prossimi giorni potrebbero indicare meglio se ci saranno variazioni nelle preferenze elettorali. Sicuramente, giocheranno un ruolo fondamentale i sette Stati con il maggior numero di seggi: Wisconsin, Pennsylvania, Nevada, Carolina del Nord, Michigan, Georgia e Arizona.

Questi sette Stati si possono, a loro volta, dividere in tre categorie territoriali differenti. Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, tutti situati a nord con sul confine con il Canada, rappresentano la parte più industriale del paese. North Carolina e Georgia, invece, si trovano a sud di Washington, mentre Nevada e Arizona sono i più importanti degli Stati Uniti Occidentali. 

Chi è in testa nei sondaggi?

Nei mesi precedenti al ritiro di Biden, i sondaggi lo mostravano costantemente in svantaggio rispetto a Donald Trump. Anche se Harris ha faticato inizialmente a migliorare quelle percentuali, la sua campagna ha iniziato a guadagnare terreno. Attualmente, guardando i sondaggi nazionali, Kamala Harris è in testa di tre punti percentuali

Questo dato, però, conta relativamente, poiché non tiene conto della valenza differente degli Stati chiave o swing states che possiedono un numero più alto di seggi, che abbiamo elencato prima.

Se analizziamo la questione tenendo conto di queste preferenze, notiamo come Donald Trump e Kamala Harris siano, sostanzialmente, alla pari. Per esempio in Pens la Harris ha il 48% delle preferenze mentre Trump il 47% e le stesse identiche percentuali per quanto riguarda la Georgia. Trump invece è in vantaggio in Arizona (48%) contro il 47% della Harris.

Le medie dei sondaggi nazionali danno una buona idea della popolarità generale dei candidati, ma non necessariamente riflettono con precisione il possibile esito delle elezioni. Il risultato dipenderà da  una manciata di stati in bilico, come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, che storicamente oscillano tra i due partiti.

Chi sta vincendo negli stati in bilico?

I sondaggi sono molto serrati nei sette stati chiave, tra cui la Pennsylvania, che è fondamentale per la vittoria elettorale. La Pennsylvania, in particolare, ha il maggior numero di voti elettorali tra gli stati in bilico, rendendola decisiva.

Michigan e Wisconsin, un tempo roccaforti democratiche, sono passate a Trump nel 2016, ma Biden le ha riconquistate nel 2020. Joe Biden, innfatti, aveva conquistato i favori di sei di questi sette Stati, ad eccezione della Carolina del Nord. Se Harris riuscirà a mantenere queste conquiste, sarà sulla buona strada per vincere le elezioni. Trump, invece, dovrà recuperare terreno in questi stati chiave per garantirsi i voti necessari a raggiungere i 270 grandi elettori richiesti per la vittoria.

In altre parole, Kamala Harris e Donald Trump difficilmente si recheranno a Los Angeles (California) o a New York, e se lo faranno l’unico obiettivo delle visite sarà quello di raccogliere denaro. Mentre molto probabilmente andranno a Phoenix (Arizona), Milwaukee (Wisconsin) o Atlanta (Georgia).

Il ruolo dei finanziamenti 

Un elemento che sottolinea l’importanza degli swing states rispetto a quello considerati “normali” è la quantità di denaro spesa dai partiti per la promozione dei programmi. Ad agosto, per quanto riguarda gli spot televisivi in Pennsylvania, i due politici hanno speso circa 40 milioni di dollari a testa, in Georgia quasi 20 e in Arizona più di 10.

Infine, possiamo analizzare in modo sintetico le questioni che giocheranno un ruolo chiave alle elezioni americane di novembre, prevalentemente dal punto di vista ideologico e demografico. Per esempio, Donald Trump aveva conquistato una considerevole fetta dell’elettorato afroamericano, che però potrebbe tornare a votare Dem dopo l’ingresso in campo di Kamala Harris. Allo stesso tempo, invece, tanti immigrati sudamericani che sono ormai cittadini degli Stati dell’ovest, potrebbero preferire l’approccio di Trump all’immigrazione, perché sono diventati, con il tempo, fortemente conservatori su questo tema.

Conclusione

Il dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump ha dato ai cittadini americani un assaggio delle dinamiche che caratterizzeranno questa corsa presidenziale. Harris sembra avere un piccolo vantaggio nei sondaggi, ma la strada verso la Casa Bianca è tutt’altro che sicura. Nei prossimi giorni, il panorama politico continuerà a evolversi, e gli elettori degli stati in bilico avranno l’ultima parola su chi guiderà il Paese.

Per seguire gli impatti delle elezioni americane sul mercato delle criptovalute, iscriviti gratuitamente a Young Platform.



Le prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse: cosa aspettarsi

FED

Riunione della Fed di settembre sarà decisiva per i mercati: ecco qual è la prospettiva per gli investitori.

La Federal Reserve si prepara a discutere nuovamente i tassi di interesse durante l’incontro del Federal Open Market Committee (FOMC), previsto per il 17 e 18 settembre. Attualmente, i tassi sui fondi federali si trovano tra il 5,25% e il 5,50%, dopo una serie di rialzi mirati a contenere l’inflazione. Tuttavia, gli esperti e i mercati si aspettano un taglio di 25 punti base, che porterebbe i tassi tra il 5,00% e il 5,25%. Ma quali fattori stanno guidando questa attesa decisione?

Gli indicatori economici che influenzano le decisioni della Fed

Le decisioni sui tassi di interesse non sono mai semplici: la Federal Reserve deve tener conto di diversi indicatori economici per valutare se è il momento giusto per aumentare, ridurre o mantenere i tassi. Alcuni degli indicatori chiave che la Fed osserva includono:

  • Inflazione (CPI e Core CPI): l’inflazione è uno dei principali obiettivi della politica monetaria della Fed. Quando i prezzi crescono troppo velocemente, la Fed tende ad aumentare i tassi per frenare la domanda e stabilizzare i prezzi. Ad agosto, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un aumento dello 0,2%, con un tasso annuale previsto al 2,6%, in calo rispetto al 2,9% di luglio. Questo calo dell’inflazione avvicina l’economia agli obiettivi della Fed, facilitando la possibilità di un taglio dei tassi.
  • Mercato del lavoro: anche l’occupazione gioca un ruolo cruciale nelle decisioni prese durante la riunione della Fed. Quando il mercato del lavoro è forte, con bassi livelli di disoccupazione, c’è meno pressione per tagliare i tassi. Tuttavia, i recenti rapporti mostrano un raffreddamento del mercato del lavoro. Gli Stati Uniti hanno aggiunto solo 142.000 nuovi posti di lavoro ad agosto, un numero inferiore alle aspettative degli economisti, segnalando un rallentamento.
  • Crescita economica: il Prodotto Interno Lordo (PIL) è un altro indicatore da tenere d’occhio. Se l’economia cresce troppo rapidamente, potrebbe esserci un rischio di inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. Attualmente, la crescita economica negli Stati Uniti sta rallentando, il che rende più probabile un intervento della Fed per evitare una recessione.

Chi viene influenzato dai cambiamenti dei tassi di interesse?

Le decisioni prese durante la riunione della Fed sui tassi di interesse hanno un impatto diretto su molti settori dell’economia, e gli effetti possono essere percepiti dai consumatori, dagli investitori e dalle imprese. Ecco alcuni esempi:

  • Mutui e prestiti: uno dei primi effetti tangibili dei cambiamenti nei tassi di interesse riguarda i mutui. Se la Fed riduce i tassi, chi ha un mutuo a tasso variabile potrebbe vedere una diminuzione delle rate mensili, mentre i nuovi acquirenti di case potrebbero ottenere prestiti a condizioni più favorevoli. Tuttavia, molti dei tassi sui mutui riflettono già le aspettative di mercato su una riduzione dei tassi della Fed, quindi un taglio di 25 punti base potrebbe non comportare grandi differenze nei mutui a breve termine.
  • Investimenti e mercati finanziari: quando la Fed taglia i tassi, i costi di finanziamento per le imprese diminuiscono, rendendo più conveniente investire e prendere prestiti. Tuttavia, il mercato azionario può reagire in modo misto: mentre i tagli ai tassi stimolano alcune aziende, altri settori, come la tecnologia, potrebbero essere più cauti. Recentemente, il Nasdaq ha subito un calo del 2,6%, a causa delle preoccupazioni sull’economia e sul rallentamento del boom dell’intelligenza artificiale.
  • Risparmio: un aspetto importante per i risparmiatori riguarda i Certificati di Deposito (CD), che offrono tassi di interesse vantaggiosi. Se la Fed taglia i tassi, anche i rendimenti dei CD potrebbero ridursi, il che significa che potrebbe essere il momento giusto per bloccare tassi vantaggiosi prima che si abbassino ulteriormente.

L’attuale contesto economico e il prossimo taglio dei tassi

Il quadro generale mostra un’inflazione in calo e un mercato del lavoro in raffreddamento, ma ancora forte. Con l’inflazione che si avvicina all’obiettivo del 2%, la Federal Reserve ha spazio per ridurre i tassi senza rischiare una ripresa dell’inflazione incontrollata. Allo stesso tempo, la crescita economica più lenta e le preoccupazioni per una possibile recessione spingono ulteriormente verso un allentamento della politica monetaria.

Gli effetti a lungo termine dei tagli ai tassi di interesse

Sebbene i tagli ai tassi di interesse abbiano effetti immediati sui mutui, prestiti e mercati finanziari, i veri impatti a lungo termine possono essere più complessi. Quando i tassi di interesse sono più bassi, il credito diventa più accessibile, stimolando consumi e investimenti. Questo può favorire la crescita economica a breve termine, ma se i tassi rimangono bassi troppo a lungo, ci sono alcuni rischi da considerare:

  • Rischio di inflazione futura: se la Fed taglia troppo i tassi o li mantiene troppo bassi per un periodo prolungato, l’economia potrebbe surriscaldarsi, portando a un nuovo ciclo di inflazione. Anche se oggi l’inflazione è sotto controllo, un periodo prolungato di stimoli potrebbe alimentare una nuova crescita dei prezzi, specialmente se l’economia si riprende rapidamente.
  • Crescita del debito: tassi di interesse bassi rendono il debito meno costoso, sia per i consumatori che per le imprese. Questo può incoraggiare maggiori livelli di indebitamento. Tuttavia, debiti eccessivi potrebbero diventare insostenibili in caso di crisi future o di un aumento improvviso dei tassi di interesse.
  • Impatto sui risparmiatori: a lungo termine, i tassi bassi penalizzano i risparmiatori, che vedono diminuire i rendimenti sui loro investimenti a basso rischio come i conti di risparmio e i certificati di deposito. Per i pensionati o chi vive di rendite da risparmio, questo può rappresentare un problema. Al contrario, per gli investitori più predisposti al rischio, questo diventa uno scenario più favorevole, spingendoli a cercare investimenti più rischiosi per ottenere rendimenti maggiori.
  • Bollette più alte per il debito pubblico: un’altra conseguenza a lungo termine dei tassi bassi è il potenziale aumento del debito pubblico. Se il governo si indebita più facilmente per finanziare progetti, potrebbe accumulare debito che sarà difficile da gestire nel futuro, specialmente se i tassi dovessero risalire.

Un momento decisivo per l’economia e la politica

Il tema economico è uno dei più sentiti tra gli elettori americani, e il dibattito sul futuro dei tassi di interesse gioca un ruolo cruciale all’interno della dialettica politica in vista delle elezioni presidenziali. Con l’avvicinarsi delle elezioni di novembre, le scelte della Federal Reserve diventeranno inevitabilmente uno dei punti centrali di confronto tra i candidati.

Stasera, martedì 10 settembre, si terrà un dibattito decisivo tra Donald Trump e la vicepresidente Kamala Harris, ospitato da ABC News. Questo incontro, che rappresenta il primo “vis à vis” tra i due candidati, sarà decisivo per definire le rispettive posizioni in materia economica, uno dei temi più caldi della campagna elettorale. Gli elettori saranno particolarmente attenti a come i candidati intendono affrontare la questione della crescita economica, dell’occupazione e dell’inflazione, specialmente in un contesto in cui molti americani si trovano a fare i conti con costi del debito più elevati e un mercato del lavoro incerto.

Donald Trump, forte di una piattaforma che in passato ha puntato su tagli alle tasse e deregolamentazione, potrebbe spingere per una riduzione aggressiva dei tassi per stimolare ulteriormente l’economia. Dall’altro lato, Kamala Harris potrebbe enfatizzare l’importanza di una gestione prudente della politica monetaria, cercando di evitare un surriscaldamento dell’economia e una crescita incontrollata del debito.

Il dibattito di questa sera sarà fondamentale per capire quale visione economica potrà prevalere, con le decisioni della Fed sui tassi di interesse che rappresentano un elemento chiave nel futuro della politica economica statunitense.

Come dovrebbero muoversi gli investitori in un contesto di taglio dei tassi?

Quando la Federal Reserve taglia i tassi di interesse, gli investitori devono adottare strategie diverse per adattarsi alle nuove condizioni economiche. In generale, tassi di interesse più bassi significano che il costo del denaro diminuisce, rendendo più conveniente per le aziende prendere in prestito e investire, ma riducendo i rendimenti su investimenti sicuri come i conti di risparmio e i certificati di deposito. Ecco alcune strategie che gli investitori possono considerare:

  • Diversificare il portafoglio: con tassi di interesse in calo, gli investimenti sicuri come obbligazioni e conti di risparmio tendono a offrire rendimenti più bassi. Questo può spingere gli investitori a cercare rendimenti maggiori in asset più rischiosi, come le azioni, le criptovalute o i fondi comuni. In particolare, settori come la tecnologia o le energie rinnovabili potrebbero beneficiare di un contesto di tassi bassi, in quanto le aziende possono investire più facilmente in progetti di crescita.
  • Considerare investimenti a lungo termine: anche se i tassi sono bassi, ci possono essere opportunità per bloccare rendimenti vantaggiosi a lungo termine. Questo può proteggere il capitale dall’erosione dei rendimenti nel tempo.
  • Valutare le azioni di aziende che beneficiano di tassi bassi: settori come il real estate e le utility, che tipicamente richiedono grandi finanziamenti, possono trarre vantaggio da tassi più bassi, poiché il costo del debito diminuisce. Gli investitori potrebbero considerare l’acquisto di azioni in questi settori, che potrebbero avere una crescita sostenuta nel nuovo contesto economico.
  • Monitorare l’inflazione: sebbene i tassi bassi stimolino l’economia, gli investitori devono stare attenti a possibili segnali di inflazione futura. Se l’inflazione dovesse riprendere, gli investimenti più conservativi come obbligazioni e titoli di Stato a tasso fisso potrebbero perdere valore. Gli investitori dovrebbero quindi tenere d’occhio le politiche future della Fed per comprendere se ci sarà un ritorno a tassi più alti nel medio termine.

In sintesi, un contesto di taglio dei tassi offre opportunità ma anche rischi. Gli investitori devono essere agili e pronti a rivedere le proprie strategie, bilanciando rischi e rendimenti in un panorama economico in costante evoluzione. Per dare un’occhiata a nuove opportunità, registrati gratuitamente a Young Platform.

Gli investimenti in crypto di Samsung

Gli investimenti di Samsung nel mondo crypto

Tutti gli investimenti di Samsung nel mondo crypto dopo l’annuncio di aver investito nell’azienda crypto Startale Labs, che si sta occupando del Layer 2 di Ethereum di proprietà di Sony. 

Sta succedendo! Le grandi aziende tecnologiche “tradizionali” stanno entrando a “gamba tesa” nel mondo crypto, come dimostra l’annuncio di Sony della scorsa settimana. Il colosso dell’intrattenimento ha presentato al pubblico Soneium, un Layer 2 di Ethereum sviluppato in collaborazione con l’azienda blockchain Startale Labs che ha attirato anche l’interesse e i capitali di Samsung.

A differenza di Sony però, l’azienda sudcoreana guarda al mondo delle criptovalute da diversi anni, attraverso il suo fondo di venture capital Samsung Next. Per questo motivo può essere curioso analizzare gli investimenti di Samsung nel mondo crypto. Come se la passano le startup finanziate dall’azienda? Se seguite il settore con interesse, ne conoscerete sicuramente qualcuna!

Axie infinity

SamsungNext ha creduto in uno dei giochi Web3 più popolari del mondo crypto, e ha partecipando al round di finanziamento (serie B) da 152 milioni di dollari effettuato da Sky Mavis, la software house titolare dello sviluppo del gioco.

Compra AXS

Axie Infinity e il suo team di sviluppo hanno raccolto, in totale, circa 315 milioni di dollari di investimenti in sei diverse tornate.

Sui (SUI)

La blockchain creata dal team di ex dipendenti di Meta ha sicuramente attirato l’attenzione nei suoi primi mesi di vita. Lo spessore dei suoi primi dipendenti e le premesse a livello tecnologico hanno permesso a questa blockchain company di raccogliere ingenti capitali, e anche di rientrare nelle aziende crypto in cui Samsung ha investito.

Scopri SUI

Il colosso tecnologico ha acquisito delle quote di Sui a dicembre del 2021, durante il primo round di finanziamento effettuato dalla blockchain company (serie A).

Alchemy

Alchemy è una delle developer platform più popolari del mondo crypto, in quanto offre agli sviluppatori tutto il necessario per sviluppare applicazioni decentralizzate (dapp). Non è famosa come i progetti sopracitati, proprio perché è dedicata ai cosiddetti builder, coloro che si occupano di costruire i protocolli si blockchain che utilizziamo.

Come dimostrano gli investimenti attratti da questa azienda crypto, a cui ha partecipato anche Samsung, Alchemy è un’istituzione del Web3. Ha raccolto in totale circa 560 milioni di dollari e ha una valutazione di più di 10 miliardi. I nomi più altisonanti che hanno partecipato ad diversi round troviamo anche Andreessen Horowitz (a16z), Coinbase Venture e Pantera Capital.

Yuga Labs

Anche l’azienda Web3 che ha rilasciato la collezione NFT “Bored Ape Yacht Club” (BAYC) ha ricevuto dei capitali da Samsung, forse perché l’azienda sudcoreana vuole tenere il passo e punta a inserirsi all’interno dell’intrattenimento 3.0. Samsung ha contribuito a questa NFT company a marzo del 2022, durante l’unico round di finanziamento di Yuga Labs attraverso il quale ha raccolto 450 milioni di dollari.

In quel momento le scimmie annoiate del BAYC erano all’apice del loro succeso, il prezzo minimo per un singolo token non fungibile era di circa 100 Ethereum, più di 300.000$. Oggi, invece, la collezione e l’intero mercato NFT si è fortemente ridimensionato ed è possibile acquistare una Bored Apes per circa 10 ETH, meno di 30.000$ al prezzo attuale.

The Sandbox

Il metaverso più popolare al mondo, nonostante questo segmento del mondo crypto non se la stia passando benissimo ultimamente, ha attirato più di 100 milioni di dollari di investimenti anni passati. 

Guarda il grafico di SAND

All’apice del suo successo (novembre 2021), The Sandbox ha chiuso un round di finanziamento di 93 milioni di dollari a cui hanno partecipato anche SamsungNext e LG Technology Ventures, il fondo di proprietà di uno dei principali competitor dell’azienda coreana. 

Questi sono solo una piccola parte degli investimenti di Samsung nel mondo crypto. Meritano una menzione anche LayerZero, uno dei principali protocolli per l’interoperabilità blockchain, SuperRare, un marketplace NFT interamente dedicato all’arte digitale e Messari, un database e rete di intelligence per il mondo crypto molto utilizzato. Ora, dopo il suo impegno in Startale Labs, la stagione di investimenti web3 di Samsung sembra rincominciare, continua a seguirci per non perderti i prossimi!*


Le 5 strategie più popolari nel mondo crypto

Strategie crypto: le 5 più popolari

Qual è la migliore strategia per massimizzare le performance del tuo portfolio crypto? La risposta a questa domanda è come la ricetta della salsa del Big Mac, nessuno la sa. Ma ecco le 5 più popolari

Le domande che non hanno una risposta nel mondo sono tantissime. Qual è il vero nome dello street artist Banksy? Qual è la ricetta della salsa segreta del Big Mac? Quanto denaro ha nascosto Pablo Escobar nelle campagne attorno a Medellin? Come sono state costruite le piramidi egizie? Ma nessuna di queste è minimamente paragonabile a quella che tormenta quotidianamente gli appassionati del mondo crypto: qual è la strategia perfetta? Come è composto il portafoglio definitivo e invincibile? Quali criptovalute contiene e in quali percentuali?

Dato che non ci è possibile trovare la risposta, abbiamo analizzato tantissime strategie popolari cercando di trovare quelle che, nel tempo, hanno restituito i rendimenti migliori e un rischio contenuto. Trovi le migliori cinque in questo articolo! P.S. tutte queste hanno “battuto” l’S&P 500, l’indice azionario che riassume l’andamento delle cinquecento aziende più capitalizzate al mondo, registrando almeno il doppio del suo incremento percentuale.

Scopri il mondo crypto

1. Market Cap Weighted – proporzionali alla capitalizzazione di mercato

Da dove partire per analizzare le strategie crypto che hanno battuto l’S&P 500 se non dal suo alter ego decentralizzato? Un portfolio “cap-weighted” viene costruito dividendo la somma investita tra le 20 criptovalute più capitalizzate del mercato, in base al loro peso rispetto alla capitalizzazione totale, escluse le stablecoin. In altre parole un portafoglio costruito secondo queste logiche presenterebbe, al momento della scrittura il 56% dell’esposizione in Bitcoin, il 14% in Ethereum il 3,7% in BNB, il 3% su Solana (SOL), i e così via. Così come l’S&P 500 da più peso alle aziende maggiormente capitalizzate, come Nvidia e Google, con questa strategia il tuo portafoglio sarà maggiormente influenzato dalle crypto più capitalizzate, in particolare Bitcoin e Ethereum.

Da gennaio 2023 ad agosto 2024 questa strategia crypto ha registrato un +144%, mentre durante il picco di marzo, quando Bitcoin ha raggiunto il nuovo massimo storico a quota 74.000$, un +200% circa.

2. La combo classica: 80% Ethereum e 20% Bitcoin

La strategia, forse, più popolare del mondo crypto da diversi anni, nonché quella consigliata da tanti OG, ovvero gli utenti che popolano il settore da tanto tempo. Se deciderete di attuarla, non ditelo ai Bitcoin maximalist, per loro esiste soltanto una criptovaluta legittima e si chiama BTC, ma affronteremo questa categoria nel prossimo paragrafo. 

A prescindere da ciò però la coppia più pop del mondo crypto, composta al 20% da Ethereum e all’80% di Bitcoin ha registrato ottime performance negli ultimi 20 mesi, un +190% abbondante!

3. Bitcoin maximalist: all-in sul Re

Bitcoin è la criptovaluta più popolare del mondo crypto, per molti l’unica che ha davvero senso di esistere. E c’è da dire che nell’ultimo anno le sue perfomance, caratterizzate da ottimi rendimenti e da una maggiore stabilità rispetto alle concorrenti, hanno legittimato questa scelta. Il suo movimento di prezzo da gennaio 2023 ad agosto 2024 è stato del +226%, mentre durante il picco di marzo ha toccato il +350%.

Compra Bitcoin

4. Buy the dip “ afferra un coltello che cade”

Questa è la strategia più articolata presente in questo articolo, ma vale la pena analizzarla visto che è utilizzata da tantissimi utenti del mondo crypto, a volte purtroppo senza cognizione di causa. È necessario specificare che può essere complessa da adottare, sopratutto per chi è alle prime armi, dato che comporta un approccio attivo al trading. In altre parole, non funziona come le altre e non segue la logica “compra e dimenticati di averlo fatto”.

Proprio per queste sue caratteristiche è difficile stimare con esattezza le performance, poichè variano a seconda di diversi fattori, come il momento esatto in cui si acquista e la quantità. Tuttavia, supponiamo che si disponesse di un budget di partenza di 5.000$ in BTC e 5.000$ in stablecoin, e che si avesse intenzione di fare “buy the dip” ad ogni crollo di BTC superiore al 10%. Ecco, ipotizzando che si fossero rispettate tutte le premesse, alla fine dell’anno ci si sarebbe 48.000$ di BTC in controvalore monetario.

Ovviamente dirlo non è come farlo, comprare quanto il mercato soffre non è un gioco da ragazzi, soprattutto dal punto di vista psicologico. Ci vogliono nervi d’acciaio, una pazienza certosina e una buona dose di skills e costanza. Perciò valuta bene in base al tuo livello, se ritieni di non avere abbastanza esperienza per questa tipologia di attività puoi optare per l’acquisto ricorrente, mosso da logiche simili ma sicuramente più easy

Attiva un acquisto ricorrente

5. La combo del fantasista

Concludiamo la strategia crypto più performante degli ultimi mesi, di quelle prese in esame. Questo magico mix è composto al 60% da Bitcoin, al 20% da Ethereum e al 20% da Solana (SOL). Anche se un 20% può sembrare una percentuale moderata, è proprio quella allocazione ad aver dato la spinta decisiva a questo portafoglio negli ultimi mesi. La perfomance registrata da questa di strategia è da togliere il fiato, +620% da gennaio 2023.

Come promesso nell’introduzione non abbiamo risposto alla domanda “qual è la migliore strategia crypto da adottare”. Tuttavia, le cinque che appena affrontato hanno registrato ottime performance con un rischio associato, tutto sommato, limitato. Probabilmente le strategie composte da alcune crypto esotiche hanno registrato ritorni superiori, ma altrettanto probabilmente non sono sostenibili nel lungo periodo. Trovi la maggior parte delle criptovalute che abbiamo menzionato in questo articolo sull’app di Young Platform, ci vediamo lì!

Quali criptovalute comprare oggi? Le più interessanti per settembre

Quale criptovaluta comprare oggi? La classifica di settembre

Qual è la criptovaluta da comprare a settembre 2024? Scopri la classifica completa delle 5 più promettenti

Gli equilibri nel mondo delle criptovalute cambiano in maniera rapida e spesso imprevedibile. Per questo motivo è importante, soprattutto se stai scegliendo quale criptovaluta comprare oggi, conoscere gli ultimi sviluppi del mercato e le novità introdotte dai progetti “sulla cresta dell’onda”. Ogni mese, nuove tecnologie e cambiamenti regolamentari possono influenzare il valore, le gerarchie e la classifica delle crypto per capitalizzazione di mercato. 

Grazie a questa analisi mensile, puoi reperire informazioni su quale criptovaluta comprare attraverso una una classifica delle cinque più promettenti, da noi stilata basandoci sui dati più recenti e sugli eventi significativi che stanno plasmando il settore. 

1. Aave (AAVE)

Se stai scegliendo quale crypto comprare oggi non puoi non dare uno sguardo a Aave (AAVE), la principale applicazione decentralizzata per prendere in prestito (e prestare) crypto. Questo progetto si è inventato il mercato dei prestiti decentralizzati, riuscendo a conservare il primato nonostante la nascita e lo sviluppo di diversi competitor. Alla fine di agosto Aave ha infranto il record per gli weekly active borrowers, ovvero di utenti che, settimanalmente, hanno richiesto crypto in prestito sulla piattaforma. 

Inoltre, AAVE risulta una dei progetti più in forma del mercato anche se si analizzano i suoi guadagni. Nel secondo trimestre del 2024 il progetto ha incassato circa 20 milioni di dollari, quasi il doppio del quarter precedente. Per non parlare poi del valore totale bloccato sulla sua piattaforma (TVL). Questa metrica, la più importante nel settore della DeFi, ha toccato, di recente, i 12 miliardi di dollari.

Compra AAVE

Il prezzo di AAVE ha reagito piuttosto bene all’incremento di attività della sua applicazione decentralizzata, registrando nove performance giornaliere rialziste su dieci, e un incremento, nel punto di massima espansione, del +38%. Attualmente AAVE si trova sulla resistenza dei 130$. Se dovesse riuscire a romperla, sfruttando l’entusiasmo generato dalla costante crescita di utenti che utilizzano la piattaforma, potrebbe puntare a quota 150$ e poi al livello dei 240$.

Crescita del prezzo di AAVE

  • 30 giorni: +40% (100$ il 26/07/2024 oggi varrebbero 140$)
  • 1 anno: +87% (100$ il 26/08/2023 oggi varrebbero 187$)

2. Sui (SUI)

Un altro progetto che potrebbe essere interessante analizzare, se ti stai chiedendo quale criptovaluta acquistare oggi è Sui (SUI), il token nativo della blockchain creata da alcuni ex sviluppatori di Meta. Negli ultimi 30 giorni, SUI è stata la quarta miglior performer del mercato, anche grazie al lancio di un nuovo prodotto finanziario da parte di Grayscale. Questo fondo di investimento, tra i più influenti nel mondo crypto, ha introdotto il Grayscale Sui Trust, un prodotto destinato agli investitori esperti che segue l’andamento di SUI. Questo ha contribuito a rafforzare la posizione della criptovaluta, permettendole di ottenere ottimi risultati che potrebbe ripetere anche nel mese di settembre.

Guarda il prezzo di SUI

Il prezzo di SUI ha registrato un impressionante +130% nel punto di massima espansione, subito dopo il crollo generale del mercato del 5 agosto. Anche guardando ai movimenti più recenti, SUI ha mostrato una crescita notevole, con un aumento del +100% e un ulteriore +16% negli ultimi sette giorni.

Crescita del prezzo di SUI

  • 30 giorni: +26% (100$ il 26/07/2024 oggi varrebbero 126$)
  • 1 anno: +53% (100€ il 26/08/2023 oggi varrebbero 153$)

3. Fantom (FTM)

Fantom (FTM) ha recentemente guadagnato attenzione con l’annuncio che Andre Cronje tornerà a ricoprire il ruolo di Chief Technology Officer (CTO) di Sonic Labs. Cronje, è considerato uno dei migliori ingegneri software nel settore blockchain e pioniere della finanza decentralizzata (DeFi), assumerà un ruolo chiave nello sviluppo della nuova rete Sonic, in particolare nella progettazione della tecnologia di bridge nativa chiamata “Sonic Gateway”.

Questa tecnologia mira a rendere più sicuro e semplice il trasferimento di asset da altre blockchain, come Ethereum, verso Sonic. Cronje ha sottolineato come Sonic, essendo una rete di livello 1 (L1) basata su un consenso aBFT (asynchronous Byzantine Fault Tolerance), offrirà una finalizzazione delle transazioni quasi istantanea, richiedendo una sola conferma per considerare una transazione finalizzata, eliminando così la necessità di attendere più conferme come avviene su altre reti.

La nomina di Cronje rappresenta un passo significativo per Sonic Labs, potenzialmente aumentando la fiducia degli investitori e della comunità nello sviluppo futuro di Fantom.

Crescita del prezzo di FTM

  • 30 giorni: +8% (100$ il 26/07/2024 oggi varrebbero 108$)
  • 1 anno: +95% (100$ il 26/08/2023 oggi varrebbero 195$)

4. Bittensor (TAO)

Se ti stai chiedendo quale criptovaluta comprare oggi puoi dare uno sguardo a Bittensor (TAO), che sta chiudendo un mese di agosto a dir poco entusiasmante. Anche questa crypto, così come SUI, ha beneficiato dell’intervento di Grayscale, dato che compare in ben due strumenti finanziari emessi dal fondo. Il primo è un Trust che racchiude le principali Crypto AI, ovvero quelle che si basano sull’intelligenza artificiale, mentre il secondo è interamente dedicato a questa nuova e promettente criptovaluta. TAO è stata interessata da un movimento a rialzo violentissimo da gennaio del 2024 che le ha permesso di sfiorare il livello degli 800$ partendo da quota 200$. Poi però, da marzo, la crypto ha subito la correzione del mercato che l’ha fatta ritornare al punto di partenza.

Dopo il crollo del 5 agosto sembra che TAO abbia recuperato l’energia necessaria per tornare a splendere. In circa tre settimane ha messo a segno un +100% nel punto di massima espansione raddoppiando la sua quotazione nei confronti del dollaro. Dove può arrivare a settembre? Probabilmente lontano, se riuscirà a superare la resistenza dei 360$, che l’ultima volta l’ha respinta a ribasso.

Crescita del prezzo di TAO

  • 30 giorni: +2% (100$ il 26/07/2024 oggi varrebbero 102$)
  • 1 anno: +296% (100$ il 26/08/2023 oggi varrebbero 296$)

5. Ethereum (ETH)

Infine Ethereum (ETH), l’outsider nella classifica delle crypto più promettenti per settembre 2024. Negli ultimi mesi, a parte il breve e circoscritto movimento rialzista che ha interessato ETH dopo l’approvazione degli ETF, Ethereum ha fatto molta fatica. Gli strumenti finanziari non hanno, per ora, attratto grandi capitali, al contrario di quelli su Bitcoin che continuano a macinare inflow.

Ethereum non è riuscito a rompere la resistenza principale della zona del grafico in cui si trova, quella dei 2.800$. Nonostante questo però, rispetto alla scorsa settimana, ETH ha messo a segno un movimento del + 4% circa. Guardando il grafico della forza relativa (ETH/BTC) si nota come in circa tre mesi Ethereum è passato dal livello degli 0,057 BTC a quello degli 0,42 BTC, l’attuale supporto che lo sostiene.

Guarda il grafico di ETH

Ma perché, alla luce di tutte queste difficoltà, potrebbe avere senso comprare Ethereum oggi? 

Per diversi motivi, la maggior parte dei quali sono connessi ai cosiddetti “fondamentali”. La sua blockchain continua a funzionare senza intoppi dimostrando un grado di sicurezza ed efficienza che nessun’altra è mai riuscita, fino ad ora, a raggiungere. Ciò è dimostrato da un record infranto di recente, il numero di ETH bloccato in staking ha superato i 34 milioni. Inoltre, il team continua a rilasciare importanti aggiornamenti: The Merge, Shanghai, Dencun e Proto-Danksharding sono solo alcune delle pietre miliari poste da questa rete che non smette mai di rinnovarsi.

Crescita del prezzo di ETH

  • 30 giorni: -14% (100$ il 26/07/2024 oggi varrebbero 86$)
  • 1 anno: +44% (100$ il 26/08/2023 oggi varrebbero 144$)

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