DeepSeek: l’AI cinese che ha fatto crollare il mercato

DeepSeek AI: crollo crypto e intelligenza artificiale

Il mercato crolla in seguito al lancio della versione R1 di DeepSeek, un’intelligenza artificiale sviluppata da un’azienda cinese. Cos’è successo?

Nelle ultime ore, i mercati – in particolare il NASDAQ (l’indice dei principali titoli tecnologici) e quello delle criptovalute – hanno subito un forte calo. Secondo molti analisti, parte di questa reazione è attribuibile al lancio della versione R1 di DeepSeek, un’intelligenza artificiale basata su modelli linguistici simili a Chat GPT.

In particolare, ha destato scalpore la rapidità con cui è stato sviluppato DeepSeek e i costi estremamente contenuti, soprattutto considerando che il modello è gratuito e open source. Stando alle dichiarazioni dei suoi sviluppatori, infatti, la realizzazione di DeepSeek R1 avrebbe richiesto soltanto 6 milioni di dollari e 2 mesi di lavoro.

DeepSeek: una minaccia per gli Stati Uniti?

Qual è il principale motivo di preoccupazione legato a questa novità nel campo dell’intelligenza artificiale, che ha contribuito al recente crollo dei titoli tecnologici? È presto detto: DeepSeek sembra funzionare egregiamente e i costi per svilupparlo sono irrisori se paragonati a quelli sostenuti, per esempio, da Google per “allenare” Gemini (191 milioni di dollari) o da OpenAI per il rilascio di Chat GPT 5 (tra 1,7 e 2,5 miliardi di dollari). Tale disparità pone dubbi sulla solidità dell’impressionante crescita delle azioni legate all’AI.

L’ipotesi più diffusa, che è comunque da prendere con cautela, è che DeepSeek possa rivoluzionare il mercato dell’intelligenza artificiale e diminuire drasticamente la domanda di componenti hardware specifici, innescando un’ondata di panic selling. D’altra parte, c’è chi sostiene che si tratti di una semplice narrazione, il classico “catalizzatore” utile a giustificare movimenti che, in realtà, rientrano nelle normali oscillazioni di mercato.

E il mercato crypto?

Come mai anche le criptovalute hanno subito una flessione? Le motivazioni principali sono due. La prima riguarda la correlazione tra mercato azionario e mercato crypto: quando uno scende, spesso trascina con sé anche l’altro. Tuttavia, c’è chi ritiene che ci siano altre ragioni, in particolare di natura macroeconomica: il Federal Open Market Committee (FOMC), nella riunione del 29 gennaio, potrebbe lasciare invariati o persino aumentare i tassi di interesse, nonostante il neo-presidente Donald Trump spinga per una riduzione.

Il mercato e i movimenti di prezzo

Passando ai numeri, l’indice Nasdaq ha registrato una correzione di quasi il 4% prima dell’apertura, mentre il titolo NVIDIA è sceso di oltre il 14% nel pre-market, per poi recuperare leggermente all’avvio degli scambi.

Per quanto riguarda le criptovalute, Bitcoin è scivolato sotto la soglia psicologica dei 100.000 dollari – che alcuni analisti consideravano un supporto cruciale – per poi recuperare. Tuttavia il sentiment per quanto riguarda la crypto più importante del mercato sembra sotto controllo. Analisti di rilievo, come Arthur Hayes, continuano a prospettare un target, per questo bull market, tra i 180.000$ e i 250.000$ per BTC. Inoltre, è necessario aggiungere che febbraio è un mese storicamente rialzista per le criptovalute, con una performance media del +15% circa per quanto riguarda Bitcoin.

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DeepSeek non è un “cigno nero”

Nonostante l’allarmismo e la ricerca di un capro espiatorio per il calo dei prezzi delle ultime ore, molti esperti ritengono che DeepSeek non sia assolutamente un “cigno nero”. Per definizione, infatti, questa locuzione indica eventi imprevedibili e dirompenti (come guerre, pandemie o il collasso inaspettato di settori o attori chiave) capaci di alterare radicalmente i mercati per lungo tempo. Per esempio i cigni neri dello scorso ciclo sono stati due: il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento dell’exchange centralizzato FTX.

Nel caso di DeepSeek, invece, ci troviamo di fronte a un’innovazione certamente interessante ma, con ogni probabilità, già ampiamente “prezzata” dai mercati, soprattutto in un periodo in cui l’intelligenza artificiale è al centro dell’interesse mediatico e finanziario. Se tutti parlano di una potenziale bolla, significa che l’informazione è già nota e dunque in buona parte scontata.

Come sottolineano diversi analisti sui social, spesso si costruisce una narrativa ad hoc per giustificare fasi di panico o vendite improvvise. Senza prove concrete di un collasso generalizzato, l’attuale correzione potrebbe essere solo un aggiustamento tecnico all’interno di un trend che rimane ancora rialzista. In un mercato famoso per le sue ampie oscillazioni, concentrarsi sui dati fondamentali e sulle prospettive di lungo termine è la strategia più prudente, evitando di farsi condizionare da ipotesi estreme o “rumori” momentanei.

Ecco come Donald Trump ha capitalizzato 12 miliardi in due giorni con la sua meme coin

La meme coin di Donald Trump su Solana

Donald Trump ha sorpreso tutti annunciando il lancio di un meme coin su Solana. Scopri gli ultimi movimenti di prezzo e perché questa mossa sta agitando il mercato crypto.

Senza preavviso, nella notte tra venerdì e sabato e quindi a pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump ha fatto un annuncio che ha scosso il mondo delle criptovalute. Il 47° presidente USA ha svelato di aver lanciato su Solana una meme coin chiamata Official Trump (TRUMP), che in poche ore ha superato la capitalizzazione di 12 miliardi di dollari.

Alcuni investitori inizialmente hanno pensato a uno scherzo o a un attacco hacker ai canali social. Eppure, le conferme sono arrivate direttamente da CIC Digital LLC, la stessa entità che si è già occupata di gestire il lancio delle collezioni NFT del tycoon.

Il token è stato lanciato con l’immagine di Trump ispirata al tentativo di assassinio di luglio a Butler, in Pennsylvania, un’iniziativa commerciale che ha spaccato il mondo tra chi critica l’operazione come un palese tentativo di trarre profitto dalla carica che sta per occupare, e chi sposa l’idea di uno strumento celebrativo della vittoria.

Ufficialmente “Official Trump (TRUMP)”: token “presidenziale” su Solana

L’idea alla base di Official Trump (TRUMP) è piuttosto chiara: affermarsi come l’unica e sola meme coin “ufficiale” di Donald Trump. Secondo le informazioni fornite dal team, la distribuzione del token prevede una disponibilità iniziale di 200 milioni di TRUMP già dal primo giorno, con l’obiettivo di estendere la fornitura totale a 1 miliardo nell’arco di tre anni.

  • Prezzo aggiornato: stando agli ultimi dati, 1 TRUMP si aggira intorno ai 53$
  • Volume di scambio: nelle ultime 24 ore la meme coin di Trump ha registrato circa 51 miliardi di dollari di volumi. Un record per il settore.
  • Distribuzione: secondo il sito web della meme coin, l’80% della fornitura della moneta è di proprietà della CIC Digital LLC, affiliata alla Trump Organization, e di Fight Fight Fight LLC, una società costituita nel Delaware il 7 gennaio, secondo i documenti depositati dallo Stato, ed entrambe le società riceveranno una quota non divulgata di entrate derivanti dall’attività di trading.

Trump ha annunciato il lancio del suo token con un post sui social media: “È tempo di celebrare tutto ciò che rappresentiamo: VINCERE! Unisciti alla mia speciale Trump Community. OTTIENI SUBITO IL TUO $TRUMP“. In poche ore, il token è rapidamente entrato tra le top 20 crypto del mercato per capitalizzazione. 

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Nelle note legali si specifica che i token non devono essere considerati come “un’opportunità di investimento” o “un titolo”, ma piuttosto come un’espressione di supporto e impegno verso gli ideali e le convinzioni incarnati dal simbolo ‘$TRUMP’.

Reazioni del mercato e della community

L’opinione pubblica resta divisa:

  • Pro: I sostenitori vedono in TRUMP un modo per democratizzare l’accesso agli asset digitali e celebrare una figura politica di spicco.
  • Contro: I critici temono un uso improprio del potere presidenziale per fini commerciali, sollevando dubbi etici e regolamentari.

Critiche e scetticismo

Molti analisti e investitori hanno espresso dubbi sull’operazione. Nick Tomaino, venture capitalist ed ex dirigente di Coinbase, ha dichiarato: “Il fatto che Trump possieda l’80% dei token e li abbia lanciati a ridosso dell’insediamento è predatorio, e molti potrebbero subire perdite.”

Anche The Kobeissi Letter, noto analista del settore, ha commentato negativamente su X, definendo l’operazione come “al limite della follia”. In particolare, ha evidenziato come il lancio di $MELANIA, un’altra meme coin legata alla famiglia Trump abbia provocato la polverizzazione di 7,5 miliardi di dollari in soli 10 minuti .

Supporto e celebrazione

D’altra parte, la community di sostenitori di Trump vede questa iniziativa come un simbolo di vittoria e celebrazione. Con lo slogan “È tempo di celebrare tutto ciò che rappresentiamo: VINCERE!”, Trump ha attirato migliaia di acquirenti, alimentando l’hype intorno al progetto.

Il lancio di $MELANIA fa competizione a $TRUMP

Il lancio di $MELANIA, avvenuto poco pià di 24 ore dopo quello di Trump, sembra aver avuto un impatto imprevisto sul mercato, spingendo alcuni trader a vendere la moneta meme $TRUMP per puntare su un nuovo obiettivo. “Il meme ufficiale di Melania è disponibile! Puoi acquistare $MELANIA ora”, è stato scritto su X e successivamente condiviso anche da Trump.

Subito dopo il debutto di $MELANIA, il valore di $TRUMP è crollato di oltre il 50%, passando da $75 a $30, per poi risalire gradualmente nelle ore seguenti fino a circa $64. Nel frattempo, la capitalizzazione di mercato di $MELANIA ha raggiunto l’impressionante cifra di 13 miliardi di dollari.

Da scettico a sostenitore delle crypto?

Trump si era in passato espresso in modo critico sui Bitcoin e sull’intero settore delle criptovalute, definendole “truffe”. Tuttavia, durante la campagna elettorale, ha cambiato radicalmente rotta, definendosi in più occasioni il “presidente delle criptovalute” e diventando il primo candidato alla presidenza ad accettare donazioni in criptovalute.

Sull’onda di questo interesse, Trump aveva già lanciato un progetto DeFi su Ethereum chiamato World Liberty Financial. Tuttavia, in quel caso i membri della famiglia Trump non erano proprietari della piattaforma né ricoprivano ruoli ufficiali nell’azienda.

Inoltre, ha dichiarato l’intenzione di utilizzare i suoi poteri esecutivi per ridurre il carico normativo che grava sulle aziende del settore delle criptovalute, annunciando anche la formazione di un nuovo consiglio consultivo dedicato. 

Tra i suoi piani figura un ordine esecutivo che riconosca Bitcoin e il settore crypto come prioritario all’interno della  politica nazionale, invitando le agenzie governative a collaborare con l’industria del settore. L’ordine prevederebbe, inoltre, l’istituzione di una riserva federale di Bitcoin, permettendo al governo di acquistare e vendere la criptovaluta. 

Quanto successo questo week end nel mondo della finanza decentralizzata ha avuto un impatto anche sul prezzo di Bitcoin, che ha registrato un nuovo massimo storico a quota 109.500$. 

Trump Token: l’ultimo step del Merchandising della campagna elettorale

La meme coin di Trump è l’ultima aggiunta alla crescente linea di merchandising, che comprende già prodotti come profumi, colonie, i “Trump Watches” (con un valore fino a 100.000 dollari), nonché monete d’argento, sneakers in edizione limitata, Bibbie con il marchio Trump e NFT da collezione. Solo gli NFT e le chitarre firmate Trump hanno generato 11,8 milioni di ricavi.

Come hanno reagito gli altri “Trump token”?

La notizia non ha mancato di creare scompiglio tra le diverse criptovalute che già utilizzavano il nome o l’immagine di Trump – progetti nati ben prima del lancio ufficiale di TRUMP. Molti di questi token, pur avendo goduto di un picco di popolarità nei mesi passati, per via delle gesta politiche e non del tycoon, hanno registrato un crollo immediato nel valore, a favore della più “autentica” meme coin firmata CIC Digital LLC.

  • Performance altalenanti: entro poche ore dalla presentazione ufficiale di TRUMP, le altre coin a tema Trump hanno mostrato un calo dei volumi di scambio.
  • Possibile consolidamento: non è escluso che alcuni progetti “non ufficiali” tenteranno un rebranding  o di stringere collaborazioni per distinguersi, anche se competere con il “marchio Trump” originale potrebbe rivelarsi una sfida complessa.

E adesso che succede?

L’effetto mediatico generato da questa mem ecoin è già evidente: Official Trump (TRUMP) ha catalizzato l’attenzione della stampa e dei social, alimentando il dibattito su come i leader politici possano influenzare (e, talvolta, distorcere) i mercati crypto.

Le prossime mosse potrebbero riguardare:

  1. Nuovi listing sugli exchange: se TRUMP dovesse approdare su piattaforme di trading ad alto volume, la capitalizzazione potrebbe aumentare ancora.
  2. Sviluppo di utility: al di là della dimensione “meme”, il progetto potrebbe evolversi con funzionalità aggiuntive, come staking, governance o sinergie con il mondo NFT.
  3. Regolamentazioni: l’ipotesi di una meme coin sostenuta pubblicamente da un presidente USA in carica pone una serie di quesiti dal punto di vista regolamentare, specialmente considerata la propensione di alcune autorità a monitorare con attenzione gli asset digitali.

Cosa sono le meme coin

Le meme coin sono criptovalute ispirate a meme, battute o fenomeni virali di internet. A differenza degli utility token, le meme coin nascono spesso con l’intento di sfruttare la popolarità di un meme o di una community. Due degli esempi più famosi sono Dogecoin, creata come uno scherzo basato sul meme del cane Shiba Inu, e Shiba Inu, sviluppata come risposta diretta a Dogecoin.

Queste criptovalute vengono spesso lanciate con motivazioni legate all’umorismo o al desiderio di cavalcare un trend. Il loro valore si basa principalmente sul supporto e sulla speculazione della community, più che su una reale utilità o innovazione tecnologica. Il prezzo di una meme coin è alimentato dalla domanda e dall’hype del momento, rendendolo estremamente volatile.

In conclusione il lancio di Official Trump (TRUMP) rappresenta un caso unico nel panorama crypto, con implicazioni che vanno oltre il mercato delle meme coin. La questione principale resta se questa operazione segnerà un nuovo standard per l’utilizzo delle criptovalute da parte di leader politici e personaggi pubblici o se si rivelerà solo una parentesi controversa nel mondo crypto.

L’acquisto di $TRUMP è altamente speculativo e comporta un rischio significativo di perdita. Il valore di $TRUMP è soggetto a un’elevata volatilità e può fluttuare drasticamente in brevi periodi. Si prega di notare che: $TRUMP è una memecoin, una criptovaluta basata su un meme internet e il suo valore può essere influenzato da fattori non correlati ai fondamentali economici. Il mercato delle criptovalute è in gran parte non regolamentato e gli acquirenti hanno una protezione limitata in caso di perdite. Le informazioni fornite in questa newsletter non costituiscono in alcun modo una consulenza. Si consiglia di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di acquisto. Acquista solo ciò che puoi permetterti di perdere e comprendi appieno i rischi connessi all’acquisto di criptovalute, in particolare memecoin, prima di procedere.

Intesa Sanpaolo ha comprato 11 Bitcoin per 1 milione di euro

Bitcoin: Intesa Sanpaolo compra 1 milione di euro

Intesa Sanpaolo compra 11 Bitcoin. È la prima volta che una banca italiana acquista crypto

Durante la mattinata di ieri, lunedì 13 gennaio 2025, Intesa Sanpaolo ha acquistato Bitcoin. La più grande banca italiana, che secondo i dati del 2022 gestisce più di 400 miliardi di euro di asset, è la prima a processare ufficialmente un’operazione in criptovalute nel nostro Paese.

Quali sono le motivazioni che hanno portato l’istituto di credito a processare questo acquisto e perché (e come) è stato reso pubblico?

Perché l’istituto di credito ha deciso di acquistare BTC?

Le ragioni di questa scelta non sono state ancora chiarite nel dettaglio: la banca non ha rilasciato commenti pubblici approfonditi, limitandosi a confermare la notizia. È comunque ragionevole ipotizzare che l’operazione rientri in una strategia di diversificazione delle riserve o che sia parte di un futuro ampliamento dei servizi legati alle criptovalute.

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Le dinamiche dell’acquisto

Stando alle informazioni trapelate, Intesa Sanpaolo avrebbe acquistato 11 Bitcoin per un controvalore di circa 1 milione di euro. La notizia è stata inizialmente divulgata da uno screenshot pubblicato su 4Chan e attribuito a una conversazione interna firmata da Niccolò Bardoscia, Head of Digital Assets Trading & Investments di Intesa Sanpaolo. Il messaggio recitava:

“A oggi 13/01/2025, Intesa Sanpaolo possiede 11 Bitcoin. Grazie a tutti per il lavoro di squadra.”

Nella giornata di lunedì 13 gennaio, Bitcoin ha registrato un elevato livello di volatilità e il suo prezzo ha oscillato nel range compreso tra i 93.130€ e 88.500€. Il prezzo effettivo di acquisto da parte dell’istituto non è stato reso noto; tuttavia, dal contenuto dello screenshot si evince che la transazione sarebbe avvenuta nelle prime ore della mattinata, presumibilmente ad un prezzo di circa 90.000€.

Dopo la pubblicazione del leak, alcune testate giornalistiche italiane hanno contattato Intesa Sanpaolo per avere conferme. L’istituto ha ammesso di aver perfezionato l’acquisto, senza fornire ulteriori dettagli sulle motivazioni o sulle finalità a lungo termine.

Che cosa cambierà nel panorama bancario italiano?

Questa mossa di Intesa Sanpaolo rappresenta un precedente importante: è la prima banca italiana a dichiarare di possedere Bitcoin in portafoglio. In un contesto internazionale in cui crescono gli investimenti in criptovalute da parte di grandi fondi istituzionali, l’interesse di un attore bancario di primo piano potrebbe anticipare ulteriori aperture o sperimentazioni anche da parte di altri istituti di credito.

Resta da capire ancora la finalità dell’acquisto. Questo si colloca all’interno di una mera strategia di diversificazione di portafoglio, con i BTC che dovranno svolgere un ruolo di riserva all’interno della banca. O, al contrario, Intesa Sanpaolo ha intenzione di lanciare servizi crypto per i propri clienti. Magari una piattaforma per la custodia o persino un exchange.

In quest’ultimo caso, sarebbe necessario ottenere tutte le licenze e i permessi previsti dalle normative vigenti in materia di servizi finanziari e criptovalute.

L’acquisto di 11 Bitcoin da parte di Intesa Sanpaolo rappresenta un segnale di svolta nel rapporto fra il sistema bancario tradizionale italiano e il mondo delle criptovalute. Soprattutto perché sia Banca d’Italia che diverse istituzioni unitarie, su tutte la Banca Centrale Europea, si sono espresse più volte in modo contrario nei confronti di questa tecnologia. Mentre oltreoceano, soprattutto dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA, le crypto giocano ormai un ruolo centrale dal punto di vista economico.

Il calendario Fed 2025: a quando la prossima riunione del FOMC?

Calendario riunioni Fed 2025: quando la prossima?

Il programma completo delle riunioni Fed 2025 con tutte le prossime date in calendario

Il calendario delle riunioni Fed (Federal Reserve System) ovvero la banca centrale degli Stati Uniti, prevede otto appuntamenti annuali. Questi meeting sono l’equivalente delle riunioni della nostra BCE in cui vengono prese decisioni di politica monetaria. Sono eventi molto seguiti  perché capaci di influenzare l’andamento dei mercati finanziari e negli ultimi tempi sono diventati dei veri e propri giri di boa per il futuro dell’economia globale.

Riunioni Fed: cosa viene deciso e da chi 

Prima di scoprire il calendario delle riunioni Fed 2025, vediamo come funzionano questi appuntamenti. 

Gli incontri sono presieduti dal FOMC, Federal Open Market Committee, ovvero l’organo operativo e portavoce della Fed. Questo è composto da 12 membri tra cui banchieri centrali degli Stati Uniti e il presidente della Fed. 

Il FOMC valuta le condizioni finanziarie e le azioni di politica monetaria da intraprendere per raggiungere gli obiettivi economici degli USA. Tra queste la più decisiva , è la decisione sui tassi di interesse per regolare l’inflazione. In occasione di ciascuna delle riunioni Fed in calendario viene presentato un riepilogo delle proiezioni economiche e il Dot Plot, un grafico che mostra le previsioni anonime di ogni membro della Fed sulla posizione dei Fed funds rate dell’anno passato, sul futuro e sul lungo periodo. Questi appuntamenti sono evidenziati nel calendario con un asterisco.

Ecco un esempio di grafico Dot Plot, pubblicato in occasione della riunione Fed di Dicembre 2022. 

Le riunioni della Federal Reserve vengono monitorate perché influenzano tutti i mercati e creano opportunità. Le decisioni del FOMC portano una volatilità più o meno elevata anche nel mercato delle criptovalute.

Tieni d’occhio i movimenti di prezzo su Young Platform

Il FOMC meeting announcement

Il riepilogo delle proiezioni economiche viene pubblicato nel FOMC meeting announcement, un comunicato di politica monetaria dove vengono riportati gli indici economici più importanti, come i dati sul mercato del lavoro. In questa occasione, la Fed comunica il “federal funds rate“, cioè il tasso di interesse che influenza tutti gli altri tassi (mutui, prestiti, obbligazioni). Questo tasso è dato come intervallo (esempio: 1,75%-2%). Raggiungere una media di questo intervallo è l’obiettivo implicito. Più alto è questo obiettivo, più restrittiva diventa la politica monetaria, più basso è questo obiettivo, più accomodante diventa la politica.

Riunioni Fed: calendario 2025 

Questi meeting del FOMC si svolgono otto volte all’anno, durano due giorni e sono seguiti da una conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Ecco il calendario Fed di tutte le riunioni per il 2025.

  • 28-29 Gennaio 2025  
  • 18-19 Marzo 2025 *
  • 6-7 Maggio 2025
  • 17-18 Giugno 2025 *
  • 29-30 Luglio 2025 
  • 16-17 Settembre 2025 *
  • 28-29 Ottobre 2025
  • 9-10 Dicembre 2025 *

(*) Riunione associata a una sintesi delle proiezioni economiche.

Riunioni Fed: calendario 2024

La Fed nel 2024 si è riunita in queste date: 

  • 30-31 Gennaio 2024  
  • 19-20  Marzo 2024 *
  • 30 Aprile – 1 Maggio 2024
  • 11-12 Giugno 2024 *
  • 30-31 Luglio 2024  
  • 17-18 Settembre 2024 *
  • 6-7 Novembre 2024
  • 17-18 Dicembre 2024 *

Riunioni Fed: calendario 2023

La Fed nel 2023 si è riunita in queste date: 

  • 31 Gennaio – 1 Febbraio 2023
  • 21-22 Marzo 2023 *
  • 2-3 Maggio 2023
  • 13-14 Giugno 2023 *
  • 25-26 Luglio 2023
  • 19-20 Settembre 2023 *
  • 31 Novembre-1 Dicembre 2023
  • 12-13 Dicembre 2023 *

Riunioni Fed: calendario 2022

La Fed nel 2022 si è riunita in queste date: 

  • *25-26 Gennaio 2022
  • 15-16 Marzo 2022*
  • 3-4 Maggio 2022
  • 14-15 Giugno 2022*
  • 26-27 Luglio 2022
  • 20-21 Settembre 2022*
  • 1-2 Novembre
  • 13-14 Dicembre 2022*

Le riunioni della Fed sono un evento atteso con grande interesse dagli operatori finanziari e dagli analisti. Le decisioni dell’Istituto hanno un ruolo di primaria importanza per la politica monetaria degli Stati Uniti ma non solo. In più occasioni abbiamo assistito a un impatto anche su altri mercati come quello delle criptovalute. Ecco perché tenere d’occhio il calendario Fed delle prossime riunioni può essere decisamente utile.


A quando la prossima riunione BCE? Il calendario completo del 2025 da monitorare!

La prossima riunione BCE? Il calendario completo 2025

Il calendario 2025 delle riunioni da non perdere assolutamente

Quando si terrà la prossima riunione BCE? Il calendario dell’istituto centrale viene costantemente monitorato non soltanto da investitori o esperti di mercato. Anche i semplici cittadini dell’Eurozona seguono con interesse e apprensione i meeting della Banca Centrale, poiché le sue decisioni possono avere ripercussioni sui portafogli delle famiglie.

Ogni riunione BCE è dunque attesa con ansia e preceduta da innumerevoli previsioni circa le mosse di Christine Lagarde e del Consiglio Direttivo, le cui parole vengono costantemente passate al setaccio. Ecco allora il calendario 2025 (e non solo) delle riunioni da monitorare per non perdere neanche un appuntamento con l’istituto di Francoforte.

Prossima riunione BCE di politica monetaria: calendario 2025

L’annuale calendario della BCE ha in programma diversi appuntamenti, generalmente si riunisce due volte al mese ma solo ogni 6 settimane vengono discusse decisioni di politica monetaria. Questi sono i meeting più attesi perché capaci di influenzare i mercati finanziari e non solo. Il calendario della Banca Centrale Europea viene quindi diviso in due parti: le prossime riunioni di politica monetaria e quelle non di politica monetaria. 

La prima categoria di appuntamenti, che cade sempre di giovedì, è seguita dalla conferenza stampa della presidente dell’istituto, Christine Lagarde, che presenta in diretta televisiva al pubblico e ai giornalisti quanto deciso

Ma quindi cosa viene discusso durante ogni riunione BCE di politica monetaria? I principali temi affrontati sono generalmente la crescita e i PIL dell’Eurozona, il quantitative tightening, l’andamento dell’inflazione e i tassi di interesse. 

Proprio le decisioni sui tassi d’interesse sono particolarmente importanti perché hanno delle ripercussioni dirette sui risparmi e sul potere d’acquisto dei cittadini. Tra le varie conseguenze del rialzo dei tassi c’è l’aumento dei costi dei mutui, ad esempio. D’altro canto per la BCE, il rialzo o il ribasso dei tassi d’interesse è uno strumento essenziale per assolvere al suo principale compito ovvero mantenere stabili i prezzi

Ciò detto, la domanda iniziale sorge spontanea: quando ci sarà la prossima riunione BCE?

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Il calendario 2025 dei meeting di politica monetaria

  • 30 Gennaio 2025
  • 6 Marzo 2025
  • 17 Aprile 2025
  • 5 Giugno 2025
  • 24 Luglio 2025
  • 11 Settembre 2025
  • 30 Ottobre 2025
  • 18 Dicembre 2025

Ad eccezione dell’appuntamento di Ottobre che si svolgerà presso la Banca d’Italia a Roma,, ogni riunione BCE del 2025 si terrà a Francoforte e sarà presieduta dal Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, il principale organo decisionale dell’istituzione. Questo è composto dalla presidente Christine Lagarde, dal vicepresidente Luis de Guindos, da quattro membri nominati tra i paesi leader dell’Eurozona che tengono la carica per 8 anni, e i governatori delle banche centrali nazionali. Nel caso dell’Italia è Fabio Panetta. 

Dopo ogni meeting gli investitori tengono sotto controllo i mercati per monitorare le reazioni delle decisioni della Banca Centrale Europea. Alcune di queste impattano anche il mercato delle criptovalute. Per questo, le prossime riunioni della BCE, come quelle della FED (calendario Fed 2025), andrebbero tenute d’occhio. Su Young Platform, l’exchange di criptovalute leader in Italia, puoi monitorare i prezzi delle criptovalute contestualmente alle relazioni su ogni riunione della BCE. 

Prossima riunione BCE non di politica monetaria: calendario 2025

Il calendario delle riunioni BCE prevede anche dei meeting che non trattano temi di politica monetaria. In queste occasioni vengono assolti agli altri compiti e responsabilità della Banca Centrale Europea, come la vigilanza bancaria per l’Eurozona. Ecco tutte le date delle prossime riunioni: 

  • 19 Febbraio 2025
  • 23 Marzo 2025
  • 29 Settembre 2025
  • 19 Novembre 2025

Anche il Consiglio generale convoca un altro tipo di riunioni BCE, che hanno funzioni consultive e di coordinamento

  • 27 Marzo 2025
  • 26 Giugno 2025
  • 25 Settembre 2025
  • 20 Novembre 2025

Calendario riunioni BCE 2024

Si riporta il calendario delle riunioni dell’anno passato, tenutesi a Francoforte e a Lubiana nel mese di Ottobre.

  • 25 Gennaio 2024 
  • 7 Marzo 2024
  • 11 Aprile 2024
  • 6 Giugno 2024
  • 18 Luglio 2024
  • 12 Settembre 2024
  • 17 Ottobre 2024 (presso la Banca di Slovenia)
  • 12 Dicembre 2024

Calendario riunioni BCE 2023

Per ripercorrere i meeting e le conferenze passate, questo è il calendario di ogni riunione BCE sulla politica monetaria svoltasi nel 2023. Ad eccezione dell’appuntamento di Ottobre che si è svolto ad Atene, ogni riunione BCE del 2023 si è tenuta a Francoforte. 

  • 2 Febbraio 2023
  • 16 Marzo 2023
  • 4 Maggio 2023
  • 15 Giugno 2023
  • 27 Luglio 2023
  • 14 Settembre 2023
  • 26 Ottobre 2023 
  • 14 Dicembre 2023

Tra non molto si terrà dunque la prossima riunione BCE del 2025 e gli occhi sono puntati sul possibile taglio dei tassi d’interesse. Ma il calendario degli incontri di quest’anno è ricco e non mancheranno le occasioni per discutere dell’economia dell’Eurozona.

Nucleare in Italia? Le sfide per il 2030

Nucleare in Italia? Il punto della situazione

L’Italia pensa alla reintroduzione del Nucleare per la produzione di energia elettrica. Quali sono le sfide principali per il 2030?

Negli ultimi anni, il dibattito sul nucleare in Italia è tornato al centro della scena politica ed economica, soprattutto a causa della crisi energetica che ha colpito l’Europa dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. Nonostante varie iniziative stiano prendendo forma, tra cui la nomina di un esperto da parte del governo per valutare la fattibilità della reintroduzione dei reattori e l’annuncio di una prossima legge delega per disciplinare il settore, raggiungere l’obiettivo non sarà semplice né immediato. 

Le sfida principale in questo senso riguarda il convincimento dell’opinione pubblica, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza delle centrali

Il ritorno del nucleare in Italia è possibile?

La storia d’amore e odio tra Italia e nucleare è, da molti anni, piuttosto travagliata. Tuttavia, nell’ultimo periodo, la necessità di ridurre la dipendenza dal gas e dalle importazioni energetiche, insieme all’obiettivo di raggiungere gli standard europei per la riduzione delle emissioni di CO2, ha riaperto il dibattito.

Il Governo italiano ha nominato un esperto per valutare la fattibilità del nucleare e sta preparando una legge delega per regolamentare il settore. Il percorso non sarà facile, soprattutto perché l’opinione pubblica ha votato contro questa fonte di energia attraverso due referendum, quello di novembre 1987 e quello di giugno 2011. Inoltre, bisogna anche specificare che nel caso di un via libera, i primi reattori non saranno attivi prima del 2030, e quindi questa fonte di energia non avrà un impatto immediato sull’approvvigionamento energetico italiano.

NewCo Enel e e i mini reattori

Tra le iniziative più significative c’è la creazione della NewCo Enel, una società dedicata alla valutazione e allo sviluppo di tecnologie nucleari in Italia. L’Enel, insieme a due colossi della storia industriale italiana come Ansaldo e Leonardo, sta esplorando l’opportunità di utilizzare i mini reattori nucleari modulari (SMR), una tecnologia di terza generazione considerata più sicura e flessibile rispetto ai reattori tradizionali.

Gli SMR sono molto più piccoli degli impianti tradizionali. Le loro dimensioni difficilmente superano quelle di un campo da calcio (105 m X 68 m) e utilizzano sistemi automatici di raffreddamento. Senza entrare nel tecnico, si può dire che i mini reattori nucleari modulari sarebbero più sicuri e più facili da costruire e trasportare. Inoltre, sarebbe possibile produrli all’interno di capannoni industriali, assemblandoli poi nel luogo di installazione. Questa flessibilità potrebbe consentire a un’Italia che punta al nucleare di creare una filiera produttiva competitiva.

I vantaggi del nucleare per l’Italia

Il nucleare garantirebbe al nostro paese la possibilità di attingere da una fonte di energia elettrica costante e affidabile, risolvendo i problemi di intermittenza di queste ultime che affliggono prevalentemente il fotovoltaico. Inoltre, i costi di produzione dell’energia nucleare sono competitivi rispetto a quelli per l’estrazione del gas, il che potrebbe ridurre i costi energetici che imprese e cittadini devono affrontare.

Secondo alcune stime, una trentina di mini reattori nucleari garantirebbero una potenza di circa 12-16 gigawatt, pari a un decimo della domanda energetica del Paese durante il 2023. L’energia prodotta da questi impianti, anche se non sufficiente per coprire il fabbisogno totale delle grandi città, sarebbe ideale per attività produttive ad alta intensità energetica, come le imprese manifatturiere e i data center.

L’interesse per il nucleare è particolarmente forte tra le Big Tech, che richiedono una fonte di energia costante e affidabile per alimentare i loro data center. L’Enel ha già ricevuto oltre 40 richieste da operatori internazionali per la realizzazione di data center in Italia, tra cui Google e Amazon.

Le sfide del nucleare Italia

Nonostante i vantaggi che garantisce questa tecnologia, il percorso del nucleare in Italia è ancora pieno di sfide. In primis “convincere l’opinione pubblica,” che ha votato due volte contro all’istallazione di centrali sul suolo del nostro Paese principalmente a causa della preoccupazione per il rispetto degli standard di sicurezza. Sia per quanto riguarda l’installazione e il funzionamento dei reattori, ma anche, e forse soprattutto, per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. La seconda, invece, riguarda il tempo, dato che se si iniziasse oggi sarebbe difficile concludere i lavori entro il 2030, visto che  per costruire un un mini reattore nucleare sono necessari più di quattro anni. L’impatto economico di questa tecnologia potrebbe, però, essere prorompente, e ammonterebbe, secondo le stime, a circa 45 miliardi di euro.

Insomma, l’energia nucleare potrebbe ricoprire un ruolo determinante nel percorso verso la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche, in grado di garantire la sicurezza energetica e contrastare il cambiamento climatico, dato che costituisce un elemento chiave per istituire sistemi elettrici a basse emissioni. Nell’ambizioso obiettivo mondiale di raggiungere un bilancio net-zero entro metà secolo, l’energia nucleare, attualmente presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW, gioca un ruolo significativo nell’evitare 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali e ridurre la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) annualmente.

In conclusione, si può dire che reintrodurre il nucleare in Italia è un’attività molto ambiziosa, ma sicuramente realizzabile. Grazie a iniziative come la NewCo Enel, il paese sta facendo passi importanti verso una nuova era energetica. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di superare le sfide politiche, sociali e tecnologiche, e di trovare un equilibrio tra innovazione e sostenibilità.

La FED ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base

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La riunione della FED del 18 dicembre: la banca centrale americana ha tagliato i tassi di 25 punti base. Come ha reagito il mercato?

La Federal Reserve si è riunita il 18 dicembre 2024 per decidere in merito ai tassi di interesse. Cosa è successo da ottobre ad oggi. E come ha reagito il prezzo di Bitcoin alla decisione della banca centrale americana?

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Prima di analizzare cosa è successo durante la riunione della FED del 18 dicembre 2024 è bene elencare gli indicatori economici che la Banca Centrale americana valuta prima di decidere in merito ai tassi di interesse.

Uno dei principali obiettivi delle politica monetarie della FED è contenere l’inflazione. Quando i prezzi crescono eccessivamente, la banca centrale alza i tassi di interesse per frenare e stabilizzare la domanda. Da agosto a dicembre l’indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore utilizzato per stimare l’inflazione, è prima sceso di 50 punti base, per poi risalire di 30 e raggiungere oggi un tasso annuale del 2,7%.

Questo rallentamento dell’inflazione, che ora sembra esseri parzialmente interrotto, è stato possibile grazie alle politiche monetarie restrittive attuate dalla maggior parte dei paesi occidentali del biennio passato. Dato che negli scorsi mesi la situazione è tornata sotto controllo, le banche centrali stanno procedendo con tagli dei tassi di interesse progressivi, in modo da stimolare l’economia dopo averla, in precedenza, raffreddata. Dal prossimo mese potrebbe cambiare tutto però, proprio perché l’inflazione è tornata a crescere negli USA nell’ultimo periodo.

Occupazione e crescita

Anche l’occupazione e, quindi, lo stato di salute del mercato del lavoro gioca un ruolo importante nelle decisioni della FED. Negli ultimi mesi l’unemployment rate è stato stabile introno al 4,2%, ma se fosse cresciuta sarebbe stato necessario intervenire con un più serrato piano di tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, visto che ciò non è successo, la FED ha potuto, e probabilmente potrà, procedere gradualmente. Per riprendere le parole di POwell: “il mercato del lavoro non è, ad oggi, fonte di pressioni inflazionistiche”, che è come dire che si sta raffreddando rispetto al passato.

Infine, quando la FED decide sui tassi di interesse, tiene conto anche del Prodotto Interno Lordo (PIL). Una crescita economica eccessivamente rapida può alimentare l’inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. A novembre la crescita economica negli Stati Uniti è rimasta stabile, ma la FED ha comunque deciso di effettuare un taglio dei tassi di 25 punti base. Forse perché si prevede, per il prossimo anno un rallentamento della crescita al 2,1%, tasso che dovrebbe rimanere stabile anche nel 2026.

Riunione FED dicembre 2024: l’impatto sul mercato

È molto difficile stimare il possibile impatto del taglio dei tassi durante la riunione della FED del 18 dicembre 2024, principalmente perché è impossibile imputare con certezza all’evento la forte volatilità che ha interessato il mercato ieri sera. Bitcoin dal livello dei 105.000$ è arrivato a sfiorare i 98.000$, registrando quasi un -7%. Anche Ethereum sembrerebbe aver subito l’evento, dato che è passato da 3.900$ a 3.600$. Il leggero crollo di questa notte potrebbe essere un’opportunità di acquistare BTC ad un prezzo più basso prima che riparta seguendo il sentiero del bull market che sembra già tracciato?

Guarda il grafico di BTC

Da un lato, però, la correzione del mercato di ieri potrebbe essere connessa alle preoccupazioni in merito all’inflazione. La Banca Centrale americana si aspetta un tasso leggermente in crescita per il 2025 e un rallentamento, poi, nel 2026, anche se è difficile fare previsioni accurate dato l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.


Inflazione USA: il dato del CPI oggi

Inflazione USA: il dato del CPI di oggi

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America.

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.

CPI significato

Tecnicamente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato. 

Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.

Perché è importante?

Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, dobbiamo spendere di più per vivere come facevamo prima.

Bitcoin e CPI: come sono legati?

Nelle ultime settimane sta diminuendo la correlazione tra il prezzo di Bitcoin e il tasso di inflazione, principalmente perché questa si è avvicinata alla soglia target del 2%, ma anche perché la FED ha iniziato, da settembre, a tagliare i tassi di interesse. Nonostante questo, Bitcoin continua a dimostrare di essere un bene rifugio e una copertura contro l’inflazione.

Ciò è diventato particolarmente evidente dopo l’approvazione degli ETF spot su BTC, come si evince dalle loro recenti performance. Gli strumenti finanziari hanno, ad oggi, attirato su Bitcoin. 

L’ultima volta che è successo

Quando il prezzo di Bitcoin è precipitato a causa di un terremoto nei mercati finanziari tradizionali, molti investitori hanno cercato rifugio in asset più stabili, e la volatilità di BTC è aumentata notevolmente. In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo diventa uno strumento essenziale per comprendere l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni informate. Un CPI stabile o in diminuzione potrebbe favorire un clima economico meno incerto, contribuendo a ridurre la volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute.

Analisi dei dati CPI di dicembre 2024

L’11 dicembre 2024, il BLS ha pubblicato i dati CPI di novembre 2024. Secondo il rapporto, il CPI è aumentato del 2,7% rispetto all’anno precedente. Questo è in linea con le previsioni.

Cosa significano questi numeri?

Il fatto che il CPI sia risalito 2,7% significa che l’inflazione è leggermente cresciuta rispetto ad un mese fa. Tuttavia, quanto accaduto è in linea con le aspettative del BLS e quindi l’incremento non è, ad oggi, preoccupante. Resta ancora da capire se la FED deciderà di mettere un pausa le riduzioni dei tassi di interesse durante la riunione del FOMC della prossima settimana (18 dicembre) o se continuerà per la sua strada.

Dati storici del CPI nel 2024

Ecco come è andato il CPI negli ultimi mesi del 2024:

  • Novembre 2024: 2,7 (previsto 2,7%)
  • Ottobre 2024: 2,6% (previsto 2,6%)
  • Settembre 2024: 2,4% (previsto 2,3%)
  • Agosto 2024: 2,5% (previsto 2,5%)
  • Luglio 2024: 2,9% (previsto: 3,0%)
  • Giugno 2024: 3,0% (previsto: 3,1%)
  • Maggio 2024: 3,3% (previsto: 3,4%)
  • Aprile 2024: 3,4% (previsto: 3,4%)
  • Marzo 2024: 3,5% (previsto: 3,4%)

Guardando i dati, vediamo che l’inflazione è stata in calo costante durante il 2024, per poi crescere nell’ultimo mese. L’elezione di Donald Trump e il suo insediamento alla Casa Bianca previsto per gennaio 2025 cambierà le carte in tavola?

Per continuare a seguire queste notizie con sottomano il mercato, siamo qui sotto!

Investire nelle energie rinnovabili: opportunità e strategie

Investire nelle energie rinnovabili: opportunità e strategie

Come investire nell’energia rinnovabile? Esplora le principali fonti di energia pulita come idroelettrica, eolica, solare e biomasse, e scopri le opportunità della transizione green.

Negli ultimi anni, le energie rinnovabili sono diventate un pilastro cruciale nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella transizione verso un’economia più sostenibile. E dato che i mercati finanziari sono sempre alla ricerca della massima efficenza, questo ha portato tantissimi investitori a cercare di capitalizzare questa rivoluzione verde, catalizzata dalla crescente domanda globale di energia pulita e dalle pressioni politiche e sociali per ridurre le emissioni di carbonio.

Investire in energia rinnovabile non è solamente una scelta etica, ma può anche offrire interessanti opportunità di rendimento. Tra le opzioni più apprezzate dagli investitori vi sono le azioni e le obbligazioni di aziende energetiche, ma anche quelle che producono i componenti per i macchinari utili alla loro estrazione o al loro utilizzo. Scopri le principali fonti di energia rinnovabile e i possibili investimenti finanziari ad esse connessi

Le principali fonti di energia rinnovabile

Viene definita rinnovabile una fonte energetica che si rigenera naturalmente in un tempo relativamente breve e non si esaurisce con l’uso. A differenza dei combustibili fossili, come petrolio o carbone, le energie rinnovabili derivano da risorse come il sole, il vento, l’acqua e le biomasse, e hanno un impatto ambientale significativamente inferiore poiché non producono emissioni inquinanti o di gas serra nel processo di generazione energetica.

Ecco le principali:

  1. Energia idroelettrica: È una delle fonti più antiche e ancora oggi la più diffusa a livello globale. Le centrali idroelettriche, che generano elettricità attraverso lo sfruttamento della forza dell’acqua, come quella della gigantesca Diga delle Tre Gole in Cina, sono cruciali per molte nazioni. Tuttavia, questo tipo di energia presenta controversie legate all’impatto ambientale, come la deviazione dei fiumi e le violazioni dei diritti umani causate dallo spostamento di comunità locali.
  2. Energia eolica: Le turbine eoliche, che si trovano principalmente in parchi eolici sia onshore che offshore, stanno guadagnando sempre più terreno. Alcune turbine moderne raggiungono le dimensioni di grattacieli e sono capaci di generare energia sufficiente per alimentare città intere. Un esempio significativo è il parco eolico di Gansu in Cina, che con le sue 7.000 turbine può produrre fino a 20 gigawatt di elettricità.
  3. Energia solare: I pannelli fotovoltaici catturano i raggi solari e li trasformano in energia elettrica. L’India ospita il più grande impianto solare al mondo, situato a Jodhpur, che copre 40 km² e può generare 2,2 gigawatt​. Con l’aumento dell’efficienza dei pannelli, questa fonte di energia sta diventando sempre più accessibile e competitiva a livello di costi.
  4. Energia da biomasse: Si ottiene dalla combustione di materiali organici come legno, piante e rifiuti agricoli. Mentre rappresenta una fonte rinnovabile, la sua sostenibilità è controversa a causa delle emissioni di gas serra durante la combustione. Tuttavia, diverse centrali a carbone stanno progressivamente convertendo le loro strutture per utilizzare biomasse, come la centrale Drax in Gran Bretagna.
  5. Energia geotermica: È una fonte energetica ricavata dal calore della Terra, specialmente nelle zone vulcaniche. Un esempio virtuoso è l’Islanda, che utilizza l’energia geotermica per circa il 30% del suo fabbisogno energetico​-

Nuove fonti di energia: idrogeno verde e maree

Oltre alle fonti tradizionali, emergono nuove tecnologie promettenti. Una di queste è l’energia mareomotrice, che sfrutta il movimento delle maree. Sebbene questa tecnologia abbia ancora bisogno di grandi sviluppi per essere pienamente efficace, rappresenta una potenziale nuova frontiera.

L’altra è l’idrogeno verde, ottenuto tramite elettrolisi, che scinde l’acqua in idrogeno e ossigeno utilizzando elettricità prodotta da fonti rinnovabili. L’idrogeno così generato può essere utilizzato in celle a combustibile per sostituire i motori a combustione interna, soprattutto nei settori industriale e dei trasporti. Tuttavia, la tecnologia per la produzione di idrogeno verde è ancora costosa e complessa​.

Perché investire nell’energia rinnovabile?

Investire nelle energie rinnovabili non riguarda solo le imprese che si occupano della produzione di energia pulita. L’intera catena del valore energetico sta attraversando una trasformazione, con opportunità che spaziano dalle smart grid per la distribuzione dell’elettricità ai sistemi di stoccaggio dell’energia, fino alle soluzioni di efficienza energetica per il settore dei trasporti e dell’edilizia​. Le tecnologie come i veicoli elettrici e i sistemi di riscaldamento intelligenti stanno diventando sempre più centrali nell’economia del futuro, spingendo gli investitori a diversificare i loro portafogli per includere queste innovazioni.

Secondo l’International Energy Agency (IEA), il settore dell’energia rinnovabile ha prodotto circa il 28% dell’energia mondiale nel 2020, con una crescita prevista per i prossimi decenni. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi e ridurre significativamente le emissioni di gas serra, sarà necessario investire trilioni di dollari in tecnologie pulite entro il 2050​.

Le azioni di MicroStrategy e il prezzo di Bitcoin

MicroStrategy azioni: come Bitcoin ne influenza il prezzo

Le azioni MicroStrategy (MSTR) sono diventate un caso unico nel mercato, strettamente legate all’andamento di Bitcoin. Ma quanto è sostenibile questa strategia?

Siamo nel pieno del bull market. Le candele verdi dominano sui grafici e il P&L degli investitori cresce costantemente. Ma mentre molti si godono questa fase euforica, altri iniziano a interrogarsi su quale potrebbe essere il prossimo black swan event o “cigno nero” del mondo crypto, l’evento capace di far tremare l’intero ecosistema. D’altronde, dopo i crolli causati dal collasso dell’ecosistema Terra (LUNA) e di FTX che hanno sancito la fine dello scorso bull market, la prudenza è d’obbligo.

Questa volta, secondo alcuni utenti su X (ex Twitter), “l’elefante nella stanza” sarebbe MicroStrategy, l’azienda fondata da Michael Saylor, nonché il più grande holder di Bitcoin al mondo. La domanda che molti crypto enthusiast si pongono oggi è semplice:  MicroStrategy e le sue azioni, strettamente legate al valore di BTC, possono causare un crollo senza precedenti?

Le azioni di MicroStrategy e il suo modello di Business

Michael Saylor ha trasformato MicroStrategy in una sorta di proxy di Bitcoin. Negli ultimi anni, l’azienda ha accumulato una quantità enorme di BTC (attualmente 402.000 per un controvalore monetario di 38,3 miliardi di dollari) finanziando gli acquisti attraverso un modello innovativo ma complesso: l’emissione di obbligazioni convertibili.

In breve, queste obbligazioni (dal rendimento praticamente nullo) permettono agli investitori di scegliere, alla scadenza, se convertire il loro credito in azioni MicroStrategy o recuperare il denaro che hanno prestato all’azienda. La conversione può avvenire se le azioni MSTR raggiungono un prezzo stabilito, ma sono gli investitori ad avere l’ultima parola. Se essi ritengono che le azioni abbiano ancora un margine di rialzo, possono tenerle. In caso contrario, le possono vendere.

Vi potreste star chiedendo: allora perché non comprano direttamente le azioni MSTR detenendole per cinque anni? Beh perché l’acquisto e la detenzione di azioni comporta comunque la possibilità di perdere denaro, nel caso in cui il loro prezzo scenda, mentre l’investimento in obbligazioni convertibili no, poiché si può scegliere di non riscattarle.

I risultati principali

Affrontando il funzionamento del modello di business dell’azienda si può facilmente comprendere che le obbligazioni convertibili in azioni di MicroStrategy hanno il principale scopo di raccogliere capitale da reinvestire in Bitcoin. Questa strategia, che è stata portata avanti dall’azienda da diversi anni, ha reso il prezzo delle azioni di MicroStrategy strettamente legato a quello di Bitcoin. Nell’ultimo anno, il titolo MSTR ha registrato una crescita da tre a cinque volte superiore rispetto a BTC.

Per questo motivo investire in questi titoli è diventato un po’ come aprire una posizione su Bitcoin utilizzando la leva finanziaria, dato che, almeno nell’ultimo periodo, quando BTC cresce del 10% MSTR può crescere dal 30% al 50%.

Ad oggi MicroStrategy possiede circa 36 miliardi di dollari in Bitcoin, ma il valore di mercato delle sue azioni è di ben 83 miliardi, oltre 2,3 volte superiore alle riserve detenute. Inoltre, l’azienda ha di recente approvato un piano di acquisti per un valore totale di 42 miliardi di dollari nei prossimi tre anni (12 dei quali sono già stati allocati su Bitcoin), sempre attraverso l’utilizzo delle obbligazioni convertibili.

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Perché questo modello potrebbe crollare?

Nonostante i risultati straordinari, il modello di MicroStrategy presenta alcune vulnerabilità soprattutto in scenari di mercato ribassisti. E non è, quindi, il caso di sottostimare il possibile pericolo ad esse connesso. Un atteggiamento simile ha portato, in passato, a gravissimi crolli che hanno minato per diverso tempo la salute del settore. Ecco quali sono gli avvenimenti che potrebbero causare in crollo del modello che MicroStrategy ha costruito attorno alle sue azioni.

  1. Aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse: un aumento dell’inflazione spingerebbe le banche centrali ad alzare i tassi di interesse, rendendo, in generale, il denaro più costoso. Per MicroStrategy, questo significherebbe maggiore difficoltà a reperire liquidità per onorare gli obblighi finanziari legati alle obbligazioni convertibili;
  2. Calo del prezzo di Bitcoin: essendo il valore delle azioni MicroStrategy strettamente legato a BTC, un crollo del prezzo della crypto si rifletterebbe su quello delle azioni. Ad esempio, una perdita del 10% di Bitcoin potrebbe comportare un crollo del 30%-50% per MSTR. Questo effetto potrebbe spaventare ulteriormente gli investitori, innescando una spirale di vendite.
  3. Obblighi finanziari insostenibili: se, magari a causa dei quanto anticipato nei punti precedenti, il prezzo delle azioni non raggiungesse i target fissati, MicroStrategy sarebbe costretta a rimborsare, in denaro, la maggior parte degli obbligazionisti. Si parla di un’esposizione potenziale di 45 miliardi di dollari, una cifra che l’azienda potrebbe recuperare soltanto vendendo parte dei Bitcoin che possiede.
  4. Vendita forzata di Bitcoin: se lo scenario presentato al punto 3 dovesse verificarsi, MicroStrategy potrebbe essere obbligata a liquidare le sue riserve di Bitcoin, anche in perdita. Questa mossa potrebbe avere ripercussioni devastanti sul mercato crypto, dato che farebbe crollare ulteriormente il prezzo di BTC, e quindi anche le azioni MSTR, alimentando un apocalittico circolo vizioso.
  5. Rischio sistemico per il mercato crypto: infine va precisato che MicroStrategy possiede circa l’1,84% di tutti i Bitcoin esistenti. Se l’azienda crollasse, il mercato crypto subirebbe un duro colpo, con conseguenze potenzialmente disastrose per il valore e la stabilità di Bitcoin.

Uno scenario apocalittico?

Se tutte queste condizioni si verificassero contemporaneamente, il crollo di MicroStrategy potrebbe scatenare un effetto domino sull’intero ecosistema crypto. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di uno scenario estremo e poco probabile. Più realistico è immaginare una situazione intermedia, in cui il prezzo delle azioni MicroStrategy subisce un forte calo senza che l’azienda sia costretta a vendere le sue riserve di Bitcoin.Inoltre, nonostante l’azienda capitanata da Michael Saylor sia, ormai, un colosso, Bitcoin è diventato una asset estremamente solido.

Guarda il grafico di Bitcoin

Perciò, sebbene un crollo di MicroStrategy abbia le carte in regola per minare per diverso tempo la stabilità e il valore di Bitcoin e dell’intero mercato crypto, non sembra essere in grado di provocare un crollo catastrofico. Insomma, MicroStrategy non è (e non sarà) il Single Point of Failure di Bitcoin. Il valore di Bitcoin, invece, nel caso in cui crolli drasticamente nel prossimo bear market, potrebbe essere il Single Point of Failure di MicroStrategy.