5 curiosità su Kusama

Kusama 5 curiosità sulla crypto per testare il Web3

Perché è la blockchain degli innamorati? Da dove viene il suo nome esotico? È davvero il network preferito dagli sviluppatori più arditi? Scopri queste e altre curiosità su Kusama!

Nel 2019 appare nei meandri del mondo crypto un Whitepaper degno di uno dei tuoi temi di italiano delle superiori: “Aspettati il caos. Niente promesse”. Già da questo inizio insolito, è chiaro lo spirito di Kusama e della sua community. Basta farsi un giro sul loro profilo Twitter per constatare che non si risparmiano in meme e ironia. E forse chi considera Kusama il cugino ribelle di Polkadot non ha tutti i torti: nella tavolata di Natale delle blockchain, Polkadot aiuta mamma Ethereum a servire l’arrosto, Kusama è vegana e scandalizza con le sue battute lo zio Cardano che voleva solo sonnecchiare in pace nella sua poltrona. 

In questo articolo troverai 5 curiosità su Kusama, la crypto fuori dagli schemi perfetta per testare i progetti del Web3!

1. Cosa significa il nome Kusama?

Kusama è il nome dell’artista giapponese contemporanea Yayoi Kusama, conosciuta per la sua arte figurativa ma anche per le performance innovative. Nata e cresciuta in Giappone, Kusama si è trasferita a New York negli anni ‘60 dove ha scoperto la pop art e ha contribuito alla vita artistica della città. È diventata particolarmente conosciuta grazie a una serie di happening in cui dipingeva su partecipanti nudi, pois di tutti i colori. Ed ecco che ci avviciniamo al nome della blockchain… Kusama è strettamente legata a Polkadot, il cui nome significa “pois” in inglese. Il network ha scelto quindi di omaggiare Yayoi Kusama, colei che ha fatto dei pallini la sua firma!

L’artista, sempre aperta alle novità in campo artistico, si è avvicinata agli NFT. Insieme a CryptoArt.ai, una piattaforma per l’arte digitale, nel 2021 ha creato delle versioni non fungibili delle sue opere Infinite Net (1959 – c1979) e Infinite Net (MGPP). Il tutto nel merito di un progetto per la consapevolezza della proprietà autoriale, registrando tutte le informazioni delle opere in maniera permanente e sicura. 

2. Il mistero delle parachain anonime

Kusama è una blockchain che ha la stessa impostazione strutturale di Polkadot, anche nel canary network arrivano parachain di tutti i tipi. Kusama però non poteva che gestire le sue aste con il suo stile. Il 7 Marzo 2022 su Twitter il network annuncia con un post: “Per la prima volta nella storia di Kusama una parachain sconosciuta ha vinto un’asta. Ed è anche la prima volta che un’asta è stata vinta senza un crowdloan. Benvenuti nel caos”. Per essere una parachain di Kusama non serve nemmeno avere un nome! Il network dà a tutti i progetti l’occasione per portare il loro contributo al Web3.

Il mistero della blockchain anonima poi è stato svelato qualche giorno dopo: si tratta di Moonriver, la parachain sorella di Moonbeam che si trova su Polkadot. 

3. A San Valentino, galeotto fu Kusama

Per il giorno degli innamorati, Kusama ha tirato fuori l’asso nella manica: “sorprendi il tuo amato con un NFT di San Valentino di Kusama!”. Di token non fungibili per San Valentino ne sono usciti moltissimi eppure quelli di Kusama sono davvero particolari. Dopo aver scelto l’NFT per il tuo innamorato tra 7 opere diverse dell’artista CIVIT, compilando un modulo potevi partecipare a un concorso. La posta in palio? Vedere iscritta sulla blockchain la tua dichiarazione d’amore per sempre e in maniera immutabile (quindi attenzione con i nomi, Ross Geller docet). Che la storia d’amore su Kusama abbia inizio!

4. Kusama ha lanciato un Meme Contest

La quarta curiosità su Kusama è super social. Nel 2020 Kusama ha lanciato il suo Meme Contest su Twitter, in palio 2.500 KSM! Il concorso per “hackerare” in maniera creativa il brand di Kusama. Vediamo alcune perle.

Chissà se per fare colpo Kusama funziona davvero! 

https://twitter.com/Coincoino1/status/1405575392887558149?s=20&t=L5EfRN8dc2nNit2Wq_uBjg

Kusama multitasking!

Anche Young Platform ha il suo Meme Contest! Il talento della nostra community è esploso creando meme su Crypto Attack sotto lo spirito guida di Giovanni Muciaccia. Questa sera sulla pagina Instagram saranno annunciati gli 8 finalisti e il 21 Marzo 2022 i vincitori!

5. Su Kusama l’NFT più grande della storia

In occasione dell’edizione 2021 della Biennale d’arte contemporanea di Vancouver, è stato presentato l’NFT più grande della storia. La grandezza in questo caso non è il peso del file ma la sua vastità, l’opera infatti, dal nome Voxel Bridge, è un’installazione di arte digitale di 1765 metri quadrati. L’opera, nei pressi del Cambie Bridge di Vancouver, potrebbe sembrare un semplice murales che copre la passerella pedonale ma è molto di più. Voxel Bridge si costruisce su tre livelli: la raffigurazione visiva, la realtà aumentata e i token non fungibili. Tramite un’app è possibile infatti interagire con l’opera e scoprirne i segreti, il tutto costruito su Kusama. 

Barrie Mowatt, il presidente e direttore artistico della Biennale di Vancouver, ha sottolineato la natura rivoluzionaria di questo progetto per l’adozione mainstream della VR e della blockchain: “la Biennale di Vancouver è sempre stata all’avanguardia e ha sfidato pubblicamente i confini tradizionali dell’arte. Ora che la definizione stessa di pubblico si è evoluta per comprendere il virtuale, eravamo determinati a portare un’installazione artistica di grande significato artistico e tecnologico al mondo”.

Più 11% in un mese: Pax Gold la crypto trending 

Prezzo record di Pax Gold Crescita del +11% nel 2022

La stablecoin ancorata al prezzo dell’oro ha raggiunto un prezzo record a Marzo 2022. Ecco perché PAXG è la crypto in trend!

PAXG è una delle stablecoin più importanti del mercato, che combina i vantaggi di essere una criptovaluta a quelli di essere ancorata al prezzo dell’oro. Il suo valore dipende direttamente dai futures dell’oro e non è volatile come le altre crypto. Ma perché essere in stretta relazione con il metallo prezioso può essere utile a una crypto? Vediamo cos’è successo all’oro e perché il prezzo di Pax Gold sta facendo discutere il mondo crypto! 

I mercati globali a picco e il prezzo dell’oro aumenta

Nei momenti di crisi economica gli investitori si rivolgono principalmente all’oro in quanto bene rifugio adatto ad ammortizzare le perdite durante i periodi di magra dei mercati azionari. Quando i mercati soffrono, l’oro solitamente resiste e il suo prezzo non cala. Dallo scoppio della guerra in Ucraina il prezzo dell’oro invece di crollare come nel caso di tanti altri prodotti, è aumentato confermando questo ruolo di riserva di valore. L’aggressione compiuta dalla Russia ha avuto un impatto su tutti i mercati: il petrolio è salito di oltre il 22%, i futures sul grano sono saliti di quasi il 50% dall’invasione, il nichel ha registrato una crescita senza precedenti di oltre il 70%.

Questi aumenti sono dovuti all’interruzione della fornitura proveniente dalla Russia. L’8 Marzo 2022 Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato lo stop definitivo delle importazioni di petrolio dalla Russia. Anche se il petrolio, il grano e il nichel potrebbero sembrare dei buoni mercati, dato l’aumento dei prezzi, in realtà questo trend è sintomo di una crisi dell’offerta e di alta volatilità. Così come è salito, il loro prezzo potrebbe invertire rotta in un attimo. L’oro al contrario continua ad essere percepito come riserva di valore. 

L’oro è un bene di rifugio in tempi di crisi

La crescita del prezzo dell’oro non ha come causa un’interruzione della fornitura ma la corsa al riparo degli investitori spaventati dal crollo dei mercati. In questi giorni l’oro si sta dirigendo verso un massimo storico. Reuters riporta il commento di David Meger, direttore del trading dei metalli presso High Ridge Futures: “la combinazione dei prezzi dell’energia, del grano e dei metalli di base è culminata in una drammatica pressione inflazionistica che continua ad essere il principale supporto alla base del rialzo dell’oro”. 

Con il mercato sotto pressione, l’oro sta raggiungendo prezzi mai visti, vicini ai 2.072 dollari all’oncia dell’Agosto 2020. Il prezzo dell’oro ha aperto Febbraio 2022 a 51,45 per aver chiuso a 59,8 euro al grammo. La guerra in Ucraina sta dimostrando il ruolo dell’oro come bene di rifugio, descrivendo una situazione simile a quella della crisi finanziaria del 2008 in cui l’afflusso di investimenti ha fatto salire il prezzo dell’oro di quasi il 24% in un anno. 

Il prezzo record di Pax Gold nel 2022

Se il prezzo dell’oro continua a salire senza freni, anche quello di PAXG sta registrando nuove vette. Le persone cominciano ad acquistare PAXG con la stessa idea di comprare l’oro: assicurarsi un bene di rifugio. Nel 2022 il prezzo record di Pax Gold è correlato all’incertezza della situazione geopolitica. Il 9 Marzo 2022 PAXG è 2.016 dollari, il giorno prima, l’8 Marzo, ha raggiunto un picco che non si verificava dal 2020 con 2.055 dollari. Il prezzo di Pax Gold ha aperto il 1 Febbraio 2022 a 1.808 dollari per chiudere il mese con un più 11%. Nel grafico dell’andamento salta all’occhio un’incredibile spinta a 2.043 dollari datata il 24 Febbraio, giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina segnando la crisi politica ed economica globale. 

In meno di un mese, il market cap del token è aumentato di quasi il 50% da $355 milioni a $530 milioni. Questa dinamica Pax Gold l’aveva già sperimentata durante la situazione di emergenza nata con la pandemia di COVID-19, oggi le tensioni politiche globali si evolvono rapidamente e gli investitori cercano di comprare oro e di averlo in mano il prima possibile. Tuttavia l’oro non è facilmente reperibile o trasportabile, esistono diverse barriere per l’acquisto diretto. Perché acquistare PAXG?  Per molti è il modo più semplice e immediato per comprare un bene ancorato all’oro. Al momento Pax Gold conta 15 mila wallet che possiedono questa criptovaluta. Assisteremo a un nuovo prezzo record di Pax Gold?

Kusama: Aste e Dapp sul cugino ribelle di Polkadot

Kusama dapp aste parachain

Kusama, cugino ribelle di Polkadot, è una blockchain innovativa. Come funzionano le aste e quali dapp promettenti sono nate sul canary network di Gavin Wood?

Kusama, il canary network di Polkadot, è una rete che permette di testare sul campo nuove dapp. Così come i canarini venivano utilizzati dai minatori per valutare i livelli di ossigeno nelle miniere, allo stesso modo gli sviluppatori possono osservare le applicazioni decentralizzate in un ecosistema di test perfetto. Per assicurarsi un posto, però, bisogna vincere un’asta. Come funzionano le aste su Kusama, e quali dapp hanno vinto un posto nella blockchain sorella di Polkadot?

Kusama e le parachain all’asta

Se hai confidenza col sistema di aste di Polkadot, allora sai già come funzionano le aste su Kusama. Dopo aver creato una rete basata su Substrate, e averla testata a livello locale, gli sviluppatori possono offrire KSM per aggiudicarsi uno slot su Kusama. Le aste durano approssimativamente una settimana. Ogni team può richiedere un affitto (lease) che va da 6 a 48 settimane al massimo. I team che vogliono continuare a testare le dapp, oppure che vogliono rimanere su Kusama, possono rinnovare la lease vincendo una nuova asta prima della scadenza del primo contratto.

Ovviamente, la quantità di KSM che ciascun team punta è pubblica, così che tutte le parti abbiano il modo di confrontarsi tra di loro in trasparenza. Nonostante la competizione, gli slot su Kusama sono più economici rispetto a quelli su Polkadot. Alla fine del periodo d’affitto, sta al team giudicare se è il caso di rinnovare il contratto o passare alla blockchain cugina.

A volte, però, alcune dapp scelgono volontariamente di rimanere sul canary network. Perché? Uno dei vantaggi di Kusama, oltre all’economicità degli slot, è la rapidità con cui viene aggiornata. Un vero incubo per uno sviluppatore, eppure alcuni amano la sfida e apprezzano un ecosistema innovativo e in costante cambiamento. Inoltre, su Kusama vengono testate le nuove funzionalità di Polkadot, per assicurarsi che il lancio ufficiale sia privo di intoppi. Alcuni team di sviluppo hanno preso spunto da questo sistema, e hanno studiato un sistema di dapp “doppie”. La versione ufficiale è su Polkadot, mentre su Kusama gli sviluppatori creano la “beta” per testarla in un network reale.

Alcune dapp da tenere d’occhio

La praticità di Kusama ha fatto gola a tantissimi programmatori, dando vita a un ecosistema di dapp che non ha nulla da invidiare a Polkadot. Vediamo tre esempi di applicazioni decentralizzate costruite apposta per sfruttare il canary network.

Zeitgeist

Zeitgeist è una applicazione decentralizzata per il cosiddetto “prediction market”. Il prediction market è un mercato dove gli utenti non scambiano delle azioni fisiche, ma delle previsioni sugli asset. Questo mercato è utile per tutti; infatti, se molti utenti puntano su un apprezzamento o un deprezzamento di un determinato asset, è possibile ricavare il sentiment per quello strumento finanziario.

Zeitgeist permette agli utenti di scambiare previsioni e guadagnare ZTG, la valuta nativa del network. Il funzionamento è molto semplice: un individuo, detto aggregatore, pone una domanda su una variabile. Per esempio, potrebbe voler sapere quale sarà il prezzo di Bitcoin il 1 Gennaio 2023. A questo punto, i trader offrono il loro parere, bloccando una parte di ZTG. Dopo il giorno deciso, un oracolo riporta il risultato a Zeitgeist. Chi ha avuto ragione riceve come ricompensa dei token ZTG.

In più, Zeitgeist propone un modello di governance davvero innovativo. Invece di essere basato solo sulla votazione tramite token, il protocollo è anche guidato da un sistema di governance chiamato “futarchia”. Gli utilizzatori del network usano il prediction market anche per guidare le scelte di Zeitgeist: le proposte che provocano un sentiment positivo sono le proposte che la rete trasforma in leggi. Se le leggi si rivelano essere efficaci, allora chi ha votato riceve una ricompensa.

Il modello di governance di Zeitgeist si basa sulle teorie di un importante economista, Robert Hanson, che ha concettualizzato per primo la forma di governo che ha chiamato “Futarchia”. Secondo il team di sviluppo, la futarchia dovrebbe essere un sistema molto più efficiente rispetto ai classici sistemi delle altre blockchain proof-of-stake. In ogni caso, costruire la piattaforma su Kusama garantisce agli sviluppatori un ecosistema che permette di testare sul campo questo sistema tanto innovativo e modificarlo velocemente.

Ciò che più sorprende di Zeitgeist è che la community non è sicura di volersi trasferire su Polkadot. “Alla community di Kusama piace sperimentare… ed è più propensa a trovare approcci alternativi alle questioni, proprio come Zeitgeist”.

Moonriver

Moonriver è la parachain sorella di Moonbeam, già attiva su Polkadot. Moonbeam è un protocollo Layer-1 che collega Ethereum a Polkadot. Il vantaggio è che gli sviluppatori di Ethereum possono duplicare le loro dapp senza cambiare alcuna riga di codice.

Moonriver è la controparte “beta” di Moonbeam, ed è sviluppata su Kusama. Grazie al canary network, il team di sviluppo può testare le nuove funzionalità prima di implementarle sulla rete principale. In questo modo si riducono i bug al minimo e si incentiva la community a provare e dire la sua sullo sviluppo del protocollo fin dalle prime fasi di implementazione.

Karura

Karura è una parachain sviluppata dal team dietro ad Acala, piattaforma per numerose funzionalità DeFi basata su Polkadot. Come Moonriver, anche Karura è nata con l’intento di testare nuove funzionalità finanziarie su Kusama, prima di ufficializzare i cambiamenti su Acala. La Dapp vuole imporsi come la piattaforma di DeFi più importante del canary network, abbracciando tutte le sfide che Kusama offre.

“Su Kusama, Karura può spingere i limiti del possibile sempre oltre, dando all’Acala Foundation un luogo dove provare nuove e coraggiose innovazioni finanziarie”. La piattaforma offre funzionalità eccezionali come la possibilità di scambiare asset cross-chain, e una liquidità costante garantita dalla stablecoin nativa kUSD.

Kusama a prova di hacker

Moonriver e Karura rappresentano il caso d’uso “da manuale” di Kusama: un network dove eseguire stress test delle applicazioni prima di rilasciarle sulla versione ufficiale. Numerosi test di sicurezza sono tanto più importanti nelle applicazioni decentralizzate, siccome non c’è nessun intermediario che reagisca agli attacchi informatici. Sono invece gli smart contract a dover garantire il funzionamento della Dapp in qualsiasi condizione, senza che sia necessario l’intervento di programmatori. Ma grazie al passaggio su Kusama, le probabilità che qualcuno riesca a sfruttare delle falle passate inosservate sono davvero basse!

Terra: arrivano gli ETF decentralizzati di Nebula

Terra ETF DeFi

La finanza decentralizzata è uno dei settori crypto dominati da Ethereum. Ma Terra avanza e si avvicina sempre di più al primato

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

L’ecosistema Terra-LUNA esplora galassie sempre più lontane. Dopo l’ultimo apprezzamento, il valore bloccato in piattaforme di finanza decentralizzata su Terra ammonta a ben 25,93 miliardi di dollari. Anche se è ancora ben lontano dai 108 miliardi bloccati in Ethereum, Terra è la seconda blockchain DeFi più grande. Anche le dapp fioccano, tra cui Nebula, una piattaforma che promette di portare gli ETF sulla blockchain.

La crescita di Terra nella DeFi

LUNA ha stupito la community resistendo efficacemente al deprezzamento generale che il settore crypto ha affrontato alla fine di febbraio. Terra ha poi scavalcato BNB e Fantom, approfittando del crollo di quest’ultima dopo l’annuncio dell’addio di Cronje.

Oggi, 9 marzo 2022, la blockchain sudcoreana rappresenta il 12,7% del settore DeFi: una crescita del 36% rispetto all’inizio dell’anno! Tra gli ultimi successi c’è anche la raccolta di 1 miliardo di dollari con cui formare una riserva di bitcoin. La riserva, stando all’associazione no-profit Luna Foundation Guard, servirà a garantire che la stablecoin algoritmica US Terra mantenga la sua quotazione anche in caso di grande instabilità. La riserva sarà comunque non correlata: il fondo entrerà in azione solo se il meccanismo dovesse fallire temporaneamente.

Il miliardo di dollari per la riserva è stato raccolto con il sostegno di Jump Crypto e Three Arrow Capital, due grandi società attive nel mondo crypto e interessate alla DeFi. Il fatto che abbiano dato fiducia a Terra e al particolare sistema messo a punto per assicurarsi che UST rimanga ancorata al dollaro indica che l’ecosistema ha serie intenzioni di diventare l’hub di riferimento per la DeFi.

Nebula e gli ETF decentralizzati

Oltre alla migliorata stabilità dell’ecosistema, Terra ha anche dato spazio a delle dapp di DeFi innovative. Tra queste c’è Nebula, che promette di portare gli exchange-traded fund all’interno della finanza decentralizzata.

Un exchange-traded fund, o ETF, è un fondo a gestione passiva. Nella finanza tradizionale, gli ETF vengono gestiti da grandi fondi d’investimento seguendo gli indici di mercato e replicandoli. Lo scopo è offrire un paniere di azioni diversificato e facilmente scambiabile. Questi strumenti sono ideali per i principianti perché sono flessibili, con bassi costi di gestione e relativamente semplici da capire. Proprio per questo sono estremamente popolari: sulla Borsa italiana sono presenti ben 1296 ETF, ciascuno con un indice di riferimento diverso e una gestione differente.

Può uno strumento così legato alla finanza tradizionale sbarcare su Terra? Nebula pensa di sì. Sviluppata da un team vicino a Terraform Labs, la dapp intende offrire dei cosiddetti ETF dinamici, ribilanciati costantemente dalla community. In questo modo si rinuncia alla gestione passiva di una società d’investimento e si sceglie una gestione decentralizzata e comunitaria del paniere di asset su blockchain da mantenere nel fondo.

In pratica, Nebula si basa su degli smart contract, chiamati cluster, che gestiscono una strategia d’investimento dinamica. Ciascun cluster può essere programmato per seguire una strategia differente. I parametri impostabili sono tanti: oltre al classico market cap e valore di mercato, è possibile impostare smart contract che tracciano anche l’attività della community di un determinato progetto, o il numero dei suoi follower sui social. Il creatore dei cluster quindi può davvero far uscire tutta la sua creatività finanziaria. Sono gli utenti a decidere se i progetto sono validi e quindi premiarli, o se osano troppo e rimandarli ai confini della galassia di Nebula.

Il vantaggio rispetto agli ETF classici è che gli smart contract possono modificare gli asset detenuti dal fondo in maniera rapidissima: potenzialmente, ogni blocco rappresenta un’opportunità per il ribilanciamento del paniere. Oltre alla gestione automatica, è possibile ribilanciare i cluster manualmente. Chi si occupa di ribilanciare il paniere ottiene delle ricompense e degli sconti sull’acquisto dei token rappresentativi del cluster. Questo incentivo sprona la community a contribuire al corretto funzionamento del network.

Nebula riesce quindi a trasportare uno strumento finanziario popolare come l’ETF nel mondo della finanza decentralizzata. L’ecosistema Terra-LUNA è perfetto per ospitare questi progetti di DeFi. UST garantisce una liquidità costante, indispensabile per una piattaforma del genere. I dettagli sulla data di rilascio e sulla tokenomics del progetto sono ancora sconosciuti, ma il team di Nebula merita di essere seguito. Gli ETF dinamici potrebbero diventare una parte importante del mondo della DeFi, considerando la fama di cui godono nella finanza tradizionale. Sarà Terra la prima a ospitarli nel suo ecosistema?

Gender gap nel settore crypto? La parola alle donne italiane

donne in crypto

Si parla spesso di gender gap nel settore dell’informatica e della finanza, e nel mondo crypto? Ecco la visione di 7 donne italiane. 

Chi frequenta l’ambiente fintech non ha problemi a nominare qualche CEO donna, e lo stesso possiamo dire per il settore crypto a livello internazionale.

Ma in Italia, considerando la piccola dimensione del mercato, a che punto siamo? 

Chi sono le donne che lavorano in prima linea e portano valore in questo settore ogni giorno?

Te ne presentiamo 7: Raffaella Aghemo, Cristina Baldi, Silvia Bosso, Enza Cirone, Francesca Failoni, Maria Magenes e Saveria Spezzano, tutte professioniste con esperienze ed età diverse.

Non solo scopriremo chi sono, ma abbiamo chiesto direttamente a loro cosa pensano della questione “gender gap” (disparità di genere) e cosa si possa fare per incoraggiare le donne ad avvicinarsi al settore crypto e blockchain.

La risposta di Enza Cirone

“A mio parere sarebbe necessario agire lungo due direttrici: le norme sociali e la formazione.

Da una parte, è necessario un cambiamento di approccio che si rispecchi nella società: più atti normativi che favoriscano la parità di genere e norme sociali che si riflettano in azioni concrete volte a garantire una reale rappresentazione delle donne nel settore blockchain (ad es. più donne nei consigli di amministrazione di grandi società). 

Dall’altra parte, dato il tecnicismo che caratterizza la tecnologia blockchain e il settore crypto, è opportuno fornire alle professioniste strumenti utili per poter essere competitive, incentivando progetti e corsi di formazione rivolti a donne, come il programma DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center al quale ho avuto il piacere di partecipare.

Esempi come questo testimoniano come vi sia sempre più attenzione a questo tema e alle problematiche ad esso connesse e come alcuni degli strumenti idonei a garantire un futuro più equo e sostenibile per le prossime generazioni siano davvero a portata di mano. È ora di cogliere queste opportunità!”

Chi è Enza Cirone

Enza è una dottoranda di ricerca in European and Transnational legal studies presso l’Università di Firenze e il suo progetto di ricerca indaga le implicazioni legali di data protection della tecnologia Blockchain. Ha svolto periodi di ricerca presso la Commissione europea collaborando con il legal team della Unit for Digital Innovation & Blockchain della DG CONNECT, presso il Max Planck Institute for Innovation and Competition di Monaco di Baviera e sta attualmente lavorando presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea.

È membro ricercatore dell’Associazione Blockchain Italia e del network internazionale Blockchain Ladies ed è associate member dell’unità di ricerca BABEL (Blockchain and Artificial Intelligence for Business, Economics and Law) del dipartimento di Economia and Management dell’Università di Firenze. È anche una alumna del programma di formazione DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center.

La risposta di Saveria Spezzano – Women of Crypto

“Credo che le donne abbiano bisogno di esempi, modelli a cui ispirarsi, abbiano bisogno di essere incoraggiate.
Ricordiamoci che i tempi sono cambiati e che questo meraviglioso settore è aperto a chiunque abbia passione e voglia di aggiornarsi. 
La blockchain, come le crypto e l’innovazione in generale hanno bisogno di donne. Pensate a quanto tempo hanno perso le nostre nonne chiuse in casa a stirare, che noia

Ora tocca a noi.

Chi è Saveria Spezzano

Saveria ha una laurea in Economia e una magistrale in Tecnologia e gestione dell’Innovazione, con una tesi incentrata sul mondo degli NFT. Pugliese di nascita, ha vissuto prima a Roma e ora in Spagna. Con l’alias Women of Crypto, ha un canale YouTube dove parla di Blockchain e Criptovalute, e contemporaneamente si occupa del Marketing di un’impresa che sviluppa software, anch’essa molto attiva sul fronte gender gap in ambito STEM.

La risposta di Raffaella Aghemo

“In un momento storico in cui è importante riguadagnare fiducia nel futuro, occorre anche volgere uno sguardo più attento all’emisfero femminile, in termini di competenze, partecipazione e coinvolgimento.

Come ho spiegato anche in un recente lavoro, appare sempre più evidente una forte componente femminile nel settore delle nuove tecnologie e della blockchain!

Occorre, però, anche “accettare” la presenza delle donne in sempre maggiori ambiti, ma non nel senso di una “apertura di genere”, che già di per sé sarebbe giusta ed auspicabile, ma nel senso di una agognata “meritocrazia”, atta a premiare chi è preparato, senza badare a genere, estrazione sociale, etnia eccetera. Solo in questa maniera si incoraggeranno le nuove leve a proporsi, a rischiare, a lanciarsi in nuove e stimolanti sfide.”

Chi è Raffaella Aghemo

Raffaella è una Innovative Lawyer, consulente ed autrice di pubblicazioni su Intelligenza Artificiale e sulla blockchain che indagano i profili tecnologici alla luce di futuri scenari normativi. Co-Founder di Iusintech, team interdisciplinare tutto al femminile di supporto alle imprese nel nuovo panorama tecnologico

La risposta di Maria Magenes

“Questo settore, essendo molto giovane, può sicuramente sembrare complesso, quasi ostico, e non solo per le donne. Spesso si pensa che sia necessario un background tecnico, ma non è così. Semplicemente, per tutti i ruoli nel settore, c’è tanto da capire e tantissimo da imparare. C’è da rimboccarsi le maniche e uscire dalla comfort zone. Sicuramente una delle cose che mi sento di dire è che non c’è genere nell’apprendimento.

Quello che ho personalmente notato in questi 3+ anni nel settore è che tutti, uomini, donne stiamo imparando insieme. Non c’è mai stata discriminazione nei miei confronti e trovo che il miglior modo per attrarre talenti e donne, in questo mondo sia raccontare e condividere più che possiamo le nostre storie positive, storie di inclusività. A livello personale, rendersi disponibili a dare consigli.”

Chi è Maria Magenes

Maria è entrata nel mondo della Blockchain ed in particolare della Finanza Decentralizzata (DeFi) nel 2018. Oggi è Marketing Lead di Oasis.app, che permette l’accesso al protocollo Maker e la creazione del Dai. Inoltre collabora con Balancer e supporta diversi progetti relativi all’education sulla blockchain, tra cui DeFi Africa e She256. Precedentemente ha ricoperto per 2 anni il ruolo di Marketing Lead Europe & Africa per MakerDAO e per un anno quello di Head of Marketing ad Aave. Prima di entrare nel settore, è stata diversi anni parte del team di Marketing Strategy a Sky Italia. Maria ha studiato International Management all’Università Bocconi.

La risposta di Silvia Bossio

“Come diciamo sempre noi del Crypto bar, sarebbe un elemento incoraggiante dell’ottimo champagne contornato da studio generale del mercato crypto e blockchain

Non è una questione di genere, come ripeto da anni, ma di mente. Questo settore si muove velocemente, nuovi spunti di studio, nuove realtà, nuove esperienze da vivere e condividere. 

Non esiste il concreto bisogno di incoraggiare un’altra persona (donna o uomo), ognuno si crea la sua cultura per determinati bisogni e obiettivi. Sono dell’idea che essa non abbia confini, non esiste nessun genere, nessuna classe sociale o politica, non abbiamo bisogno di categorie, le quote rosa esempio, marketing per molti, valore di pochi. 

Il mio consiglio? 

Se interessa un determinato argomento, lo studio e l’informazione sono essenziali, é il pizzico di passione in più che fa il resto. “

Chi è Silvia Bossio

Silvia è una delle prime e poche donne in Italia ad aver percepito e cavalcato l’ondata tecnologica del settore Blockchain e Bitcoin.

Durante i suoi studi in merito fonda quello che si chiama adesso “The Timist” e scrive articoli per hobby sulle nuove tecnologie, firmandosi a volte con il suo alterego, Silvia Jones. Da oltre 5 anni si occupa di portare valore alla community italiana, è una delle Founder di Crypto Bar.  Community Manager di Seed Venture e Direttore Generale di Chainblock.

La risposta di Francesca Failoni

“Dalla mia esperienza professionale nel mondo blockchain ho capito che l’importante non è tanto parlare di donne e uomini quanto di persone che portano contributi nuovi e di valore, competenza e idee diverse. Questa tecnologia rivoluzionaria sta alimentando un settore professionale in costante evoluzione che oggi è rappresentato da una community in rapida crescita, dove il confronto è alla base e l’inclusione è fondamentale per delineare una prospettiva efficace sull’innovazione.

Non avere quindi paura di buttarsi e puntare a seguire la propria passione con determinazione e perseveranza, impegnarsi e aggiornarsi anche grazie alle nuove possibilità di formazione che si stanno sviluppando, perché ritengo sia il momento giusto e una reale opportunità per le donne di inserirsi in un campo variegato, aperto e ancora giovane, che non può avere una visione solo maschile ma che ha bisogno di noi per guardare al futuro!”

Chi è Francesca Failoni

Francesca è Chief Financial Officer e co-fondatrice di Alps Blockchain e Idromine, impresa che si pone l’obiettivo di rendere sostenibile il processo di mining legato alla tecnologia della blockchain in Italia. Laureata in Economia e Management presso l’Università degli Studi di Trento, attualmente frequenta il master in Management delle tecnologie, innovazione e sostenibilità presso Università degli Studi di Roma – La Sapienza. Durante il percorso accademico entra a far parte di Junior Enterprise dell’Università di Trento  (JETN) e guida il progetto del FintechLab per mettere in contatto le startup del territorio operanti nel settore Fintech e Blockchain. 

La risposta di Cristina Baldi 

“Nonostante il consistente divario tra il numero di investitori uomini e donne a favore del primo, è sicuramente di grande auspicio prendere atto del risultato dell’analisi compiuta durante lo scorso mese di Febbraio di N26 sul mondo crypto: negli ultimi tre anni la percentuale di donne che detengono Bitcoin è triplicata. Un dato interessante soprattutto se analizzato in un contesto più ampio dove la carenza di presupposti e delle condizioni per l’indipendenza finanziaria della donna è ancora una realtà di fatto.

L’adeguamento del gap salariale contribuirebbe sicuramente a spingere la propensione all’investimento femminile fino ad ora molto bassa e prevalentemente destinata a contribuire ai bisogni della famiglia soprattutto per quanto riguarda la gestione e la cura dei figli. Tale tendenza è da considerarsi un’evidenza storica il cui protrarsi ha determinato anche un allontanamento dell’interesse femminile dalle tematiche e dalla conoscenza delle opportunità esistenti sul mercato. Ecco perché iniziative di educazione finanziaria che prevedano livelli di coinvolgimento diversi sono da considerarsi una delle opportunità più utili per sensibilizzare, far conoscere e coinvolgere sempre più donne nelle possibilità di investimento esistenti sul mercato. 

Il mondo delle criptovalute peraltro offre di per sé un’ulteriore opportunità dettata dal fatto che non esistono soglie minime per entrare sul mercato. Se ne parla ancora poco, da un lato per questioni culturali dall’altro perché gli impatti mediatici legati a questo mondo non sempre positivi, creando reticenze e frizioni all’avvicinamento verso questo mondo.

Sono auspicabili iniziative di educazione finanziaria fin dalla scuola elementare che riescano a trasmettere in una fascia di età ancora poco segnata dagli stereotipi di genere che la crescita finanziaria come anche la possibilità di lavorare nel mondo delle tecnologie come la blockchain sono opportunità al pari di tutti. La sensibilizzazione di fasce di età più giovane può contribuire in modo reale a un cambiamento dello stato attuale delle cose, per osmosi e sicuramente per impatto creando un interesse sempre più importante e consistente anche per il mondo femminile nei confronti delle materie finanziarie.”

Chi è Cristina Baldi

Cristina ha un’esperienza ventennale come manager della finanza d’impresa, del credito e gestione dei rischi in aziende multinazionali e intermediari del credito. 

Specializzata nella tecnologia Blockchain e le sue applicazioni, aiuta le persone a fare operazioni consapevoli con le criptovalute e le imprese a definire i fattori per stare sul mercato in modo competitivo, associare ad essi i propri progetti di innovazione e le soluzioni finanziarie più idonee. Formatrice in tema di Blockchain e finanza d’impresa. 

Donne e crypto, a che punto siamo?

Gender Gap: Le donne nel settore crypto

Le donne comprano crypto? Quante sono lavoratrici nella blockchain? Quali progetti si dedicano a valorizzare la presenza femminile?

L’8 Marzo è l’occasione per parlare dell’emarginazione che ancora colpisce le donne in diversi contesti e in diverse misure, e di come si affronta.

Qual è dunque il loro ruolo nel mondo crypto? Scopriamo un po’ di dati sul rapporto tra le donne e la blockchain e alcuni progetti interessanti che si occupano di creare community al femminile. 

Nel settore crypto esiste un Gender Gap?

Lo studio sul gender gap nel settore crypto pubblicato da BlockFi a Settembre 2021 ha presentato il rapporto tra donne americane e criptovalute. I dati più significativi? Il 92% delle donne ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo una su quattro (24%) ne possiede. Tra queste il 71% nel suo wallet ha BTC, il 42% DOGE e il 18% ETH, insomma si va sul classico! L’80% delle donne intervistate trova ancora difficile capire il settore e i suoi meccanismi e il 72% crede che comprare crypto sia troppo rischioso. BlockFi nota una crescita nella consapevolezza crypto, secondo il sondaggio il 45% delle donne ha detto di sapere come acquistare criptovalute mentre sei mesi prima, solo il 23% aveva risposto affermativamente alla domanda.

Questi dati di per sé raccontano che le donne dentro al mondo crypto sono ancora un gruppo ristretto, tuttavia ci troviamo nell’area limitata degli Stati Uniti dove le criptovalute sono nel discorso pubblico da più tempo rispetto al resto del mondo. Cosa succede a livello internazionale? Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Aprile 2021 descrive una situazione ancora più lontana. La prima considerazione è davvero scoraggiante, dopo la pandemia COVID-19 ci vorranno 135 anni per colmare il gap di genere. Il report non ha una sezione specifica per lo spazio crypto, che può essere tuttavia compreso nei settori in rapida crescita come cloud computing, ingegneria, intelligenza artificiale. Nonostante in questo campo si registri una bassa partecipazione delle donne, è comunque più alta rispetto a quella di altri settori

Le criptovalute? Servizi finanziari per tutte! 

Come ha notato la CNBC, “le criptovalute sono uno strumento finanziario del 21° secolo con un problema del 20°: non ci sono abbastanza donne”. La disparità di genere nei servizi finanziari esiste da secoli, fin dalla loro nascita le criptovalute grazie alla decentralizzazione hanno promesso di fornire servizi finanziari a coloro che sono sempre stati emarginati, come donne e minoranze. Ma la strada da fare è ancora lunga come abbiamo visto dai report sul coinvolgimento delle donne nel mondo crypto. La situazione è ancora più spinosa se si combina il genere alle minoranze. Non è una novità l’esclusione delle donne dai servizi finanziari, per secoli le donne non hanno potuto sottoscrivere prestiti, ottenere mutui, possedere carte di credito senza avere un co-firmatario maschio. Ma anche le minoranze hanno affrontato le barriere del sistema economico. Queste pratiche discriminatorie sono completamente sparite? Sembrerebbe che intere fasce di pubblico si stiano avvicinando alle criptovalute per sopperire alla discriminazione finanziaria. Vediamo alcuni progetti e iniziative per avvicinare le donne alla blockchain e alla DeFi. 

Il Black Women Blockchain Council 

Olayinka Odeniran ha fondato nel 2018 il Black Women Blockchain Council dopo la North American Bitcoin Conference in cui degli 88 conferenzieri, solo 3 erano donne. L’obiettivo dell’associazione è “creare uno spazio sicuro che ispiri, formi e attivi una catena economica di talenti costituita da donne di colore che perseguono carriere professionali e imprenditoriali nel campo della blockchain e in quello fintech”. Il BWBC promuove la connessione, il lavoro, la condivisione e la crescita di uno spazio comune. 

Boys Club: concetti crypto spiegati sui social

Deana Burke è una delle fondatrici di Boys Club, una startup nata sul concetto di avvicinare più donne e persone non-binary nello spazio crypto e al Web3, la prossima fase di internet. Burke ha spiegato che il loro intento non è convincere le persone sulla “bontà” delle crypto o degli NFT”, ma rendere Boys Club uno spazio sicuro e leggero per le donne che sono curiose e vorrebbero fare qualche domanda. La community è vasta e comprende profili tra i più disparati come poetesse, fioriste, accademiche. Burke racconta: “stanno cercando di capire come la loro attività di agopuntura potrebbe muoversi nel Web3”. Boys Club si muove soprattutto sui social con il nome BoysClub.eth, con video ironici e che strizzano l’occhio alla cultura pop, spiegando concetti di base del mondo crypto. Che cos’è una DAO, in cosa consiste lo staking, come comprare criptovalute.

La prima indagine sulle donne lavoratrici blockchain in Italia 

L’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) insieme alla community internazionale Blockchain Ladies ha realizzato il primo studio sulle professioniste del settore dal titolo “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa”. Oltre a presentare la situazione delle donne che lavorano nel settore blockchain, fornisce una panoramica di come questa tecnologia venga usata e le sue potenzialità per il futuro. Tra arte, mondo legale, imprenditoria. All’indagine hanno partecipato vari atenei italiani.

Dai risultati dello studio si può notare come la maggior parte delle donne che lavora con la blockchain appartiene alla fascia d’età tra i 26 e i 32 anni, mentre in Italia la fascia d’età si allarga fino alle over 50. Sul piano regionale, si registra “un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia”. In Europa il primato di donne e blockchain va alla Spagna, seguita da Germania e Portogallo. 

World of Women con The Sandbox

Gli NFT sono uno strumento con cui le artiste si stanno affermando nel mondo crypto, la collezione World of Women (WoW) di Yam Karkai è diventata famosissima proprio per questo. WoW è una collezione di 10 mila token non fungibili che rappresentano volti di donne di tutte le forme e colori, qualcuno le paragona ai CryptoPunks o alle Bored Ape e in effetti il loro successo sembra calcare le loro orme. Oltre a celebrare la fierezza e l’unicità femminile con la sua arte, Karkai insieme al suo team ha aperto anche un fondo per la promozione dell’arte crypto tra le donne.

Tra i collezionisti di WoW ci sono diversi personaggi, come Reese Witherspoon che ha intenzione di raccontare la collezione all’interno di un film. Le WoW sono inarrestabili: è stata appena annunciata una collaborazione con The Sandbox per portare gli NFT all’interno del Metaverso. La partnership prevede la creazione della WoW Foundation che con 25 milioni di dollari si occuperà di coinvolgere le donne nel settore della decentralizzazione. A The Sandbox presto comparirà uno spazio dedicato alla causa femminile, un museo virtuale in cui esporre la collezione e la WoW University che offrirà tutorial e guide per iniziare con il Web3. 

Cronje, addio a Yearn Finance e al mondo crypto

Cronje Yearn Finance

Andre Cronje, padre della finanza decentralizzata e di Yearn Finance, abbandona l’ecosistema DeFi per dedicarsi ad altri progetti

Andre Cronje, il creatore di Yearn Finance, saluta la DeFi dopo aver contribuito al suo sviluppo per 4 anni. L’annuncio è stato dato dal suo partner alla Fantom Foundation, Anton Nell, che si ritirerà insieme al collega. La notizia era nell’aria già da un po’: Cronje non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti della community DeFi. Cosa succederà ora a YFI e agli altri protocolli che ha lanciato?

Andre Cronje abbandona Yearn Finance e la DeFi

Yearn Finance, lanciata nel 2020, è una blockchain che ha aiutato fin dall’inizio chi è interessato alla finanza decentralizzata. Il protocollo, sviluppato da Cronje, seleziona automaticamente le piattaforme di yield farming che danno le ricompense più alte, semplificando la vita a chi si occupa di DeFi. YFI è stata rilasciata nel 2020, e durante la ICO, il suo fondatore non ha riservato nessun token per sé.

Cronje ha lavorato nel mondo crypto fin dal 2018. Come mai ha deciso di dedicarsi ad altri progetti? In realtà, lo sviluppatore ha più volte mostrato profonda insofferenza nei confronti della community, specialmente verso la parte più interessata alla finanza decentralizzata. Senza peli sulla lingua, si è scontrato più volte con alcune persone sui social su temi come decentralizzazione e responsabilità, arrivando persino a definire la community “tossica”.

Andre Cronje ha sempre lavorato da solo, ma dopo che i suoi protocolli hanno cominciato ad avere successo, si è ritrovato criticato e attaccato per svariati motivi. “Non importa quello che fai, gli utenti saranno scontenti, e puoi star certo che te lo diranno” scrisse nel 2020. Alla fine, insieme ad Anton Nell, ha deciso di abbandonare il mondo crypto senza fornire alcuna spiegazione.

Cosa succede a Yearn Finance e alle altre dapp di Cronje

La community DeFi ha reagito in maniera poco ottimista all’annuncio di Cronje. Alcuni utenti gridano persino al “rug pull”, anche se in questo caso è un termine del tutto fuori luogo. Lo sviluppatore, infatti, ha solo detto che non supporterà più le sue dapp, ma ha lasciato la strada libera a chiunque voglia prendere il suo posto. Tutti i codici che ha scritto sono infatti open-source. Nonostante questo, YFI, FTM e il suo ultimo progetto SOLID sono scesi di prezzo.

Secondo la maggior parte degli esperti, però, l’abbandono di Cronje non interferirà con il funzionamento della DeFi. Uno sviluppatore del team di Yearn Finance ha criticato il panic selling generale, facendo notare che “Andre non lavora a Yearn Finance già da un anno”. James Hancock, ex-sviluppatore di Ethereum, ha ulteriormente spiegato la situazione. “Gli smart contract sono immutabili e non hanno bisogno della supervisione di Cronje per funzionare. [Cronje] sta solo interrompendo il supporto alle pagine web delle dapp”.

Cosa significa questo? Vuol dire che, semplicemente, andrà persa l’interfaccia grafica che permetteva agli utenti di interagire con la blockchain e le dapp. Questo non vuol dire che gli smart contract non avranno più valore, o che Yearn Finance smetterà di funzionare. I programmatori potranno continuare il lavoro di Cronje e creare nuove interfacce grafiche per rendere il protocollo più user-friendly.

La paura che tutti i token impiegati negli smart contract vadano perduti, quindi, è praticamente ingiustificata; le transazioni sono ancora conservate all’interno della blockchain. Cronje, poi, non seguiva più attivamente lo sviluppo né di YFI né di Fantom. L’ecosistema DeFi continuerà a sopravvivere anche senza uno dei suoi sviluppatori più brillanti. Questo è il vantaggio della decentralizzazione!

Crypto Attack: è online la web serie educational con Giovanni Muciaccia

crypto attack

Il conduttore televisivo, popolare per il programma tv “Art Attack”, collabora con la startup fintech per avvicinare le nozioni della blockchain e delle monete virtuali al grande pubblico

Torino, 23 febbraio 2022 – Una vera e propria web serie educational suddivisa in sei puntate, ideata per spiegare in modo semplice e comprensibile le criptovalute a un pubblico di giovani e non solo: si intitola “Crypto Attack” e va “in onda” sui canali di Young Platform, con il volto familiare di Giovanni Muciaccia nei panni del protagonista. Il conduttore televisivo sarà infatti l’instancabile divulgatore che, tra alterne vicende, svelerà alla community online come nasce un bitcoin, chi sono i “miners”, che cos’è la blockchain e tanto altro, con lo stesso stile che lo ha reso popolare presso una grande audience dai Millennial alla Gen Z grazie al noto programma “Art Attack”.

“Ogni sabato pomeriggio Giovanni ci ricordava in tv che ‘non bisogna essere dei grandi artisti per fare dell’arte’: una frase in apparenza semplice, ma che ci ha ispirato moltissimo perché lo stesso vale per le criptovalute – osserva Andrea Ferrero, amministratore delegato di Young Platform -. Forse non bisogna essere dei grandi esperti per capire il mondo crypto, ma bastano un po’ di stupore di fronte alla complessità delle nuove tecnologie e di creatività nel voler conoscere una nuova materia. E chi meglio lo poteva dimostrare di Giovanni, col suo spirito ‘forever Young’?“.

Più di un terzo dei Millennial ritiene che le criptovalute sostituiranno presto i contanti, le carte di credito e di debito. All’opposto, tra gli over 55 prevale la diffidenza per il timore di una bolla finanziaria e l’impressione di avere a che fare con uno strumento a bassa liquidità. Un terzo degli intervistati non ha idea di come funzionino e il 40% ne ha una comprensione solo parziale. I più giovani probabilmente adotteranno le monete virtuali più rapidamente, in Italia il 14% di loro (età 18-34 anni) ha già comprato o venduto criptovalute (dati Deutsche Bank, 2020), ma hanno bisogno di essere educati su questo nuovo mondo.

Su questo fronte, Young Platform è impegnata da sempre, nel comunicare nozioni corrette e informazioni accurate riguardo tematiche di economia tradizionale, crypto e tecnologia blockchain, attraverso i contenuti dell’Academy online. Gli utenti alle prime armi vengono inoltre coinvolti attraverso l’app Young Platform Step che, attraverso modalità di gamification, permette loro di camminare e rispondere a quiz riscattando il token YOUNG, per ogni sfida e obiettivo completato. Un approccio edutainment perfettamente coerente con lo stile comunicativo di Muciaccia.

Una pizza, un trenino o una cassetta di frutta: tra semplici metafore e ingegnosi espedienti artistici, il conduttore riuscirà sempre a trarsi d’impaccio spiegando in video brevi (non più di 2.30 minuti), concetti relativi alle criptovalute apparentemente distanti dal linguaggio comune.

Ho sempre cercato di imparare e raccontare ai miei figli qualcosa che faccia parte della loro contemporaneità e del nostro futuro – rivela Muciaccia –. Perciò, quando Young Platform mi ha contattato chiedendomi di partecipare a questo progetto, mi è sembrata un’ottima occasione. Ho scoperto solo allora, parlandone a casa, che mio figlio più grande conosceva già Bitcoin e le criptovalute. È stata una vera sorpresa. Ho riflettuto molto e il progetto ha assunto un significato decisamente diverso. Da persona curiosa quale sono, ho passato molto tempo in riunione con il team di Young Platform per cercare di capire, metabolizzare e realizzare una serie di ‘attacchi d’arte’ capaci di rappresentare con metafore e similitudini un mondo difficile e stimolante come quello delle criptovalute. È stata un’esperienza davvero interessante per me e, spero, per tutti quei bambini, ormai decisamente adulti, che sono cresciuti con Art Attack”.

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Dogecoin registra il marchio per impedire truffe

Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe

Nel mondo crypto per evitare usi impropri e truffe è fondamentale registrare marchi e proprietà intellettuali. Scopri il caso Dogecoin!

Il settore crypto è giovane e in formazione perciò ogni occasione è buona per trarre insegnamenti e consigli utili. Il caso del marchio di Dogecoin e dei suoi tentativi di registrarlo ci porta a riflettere sull’importanza di una certificazione per i progetti su blockchain. 

La Dogecoin Foundation registra i marchi di DOGE in Unione Europea

“Un grande successo. È una piccola vittoria che sembra così irrilevante visto tutto quello che sta succedendo nel mondo, ma è un passo importante. Dato un numero crescente di tentativi in malafede di registrare marchi per “Doge”, “Dogecoin” e anche per i loghi creati per Dogecoin da Christine Ricks, da parte di persone e organizzazioni, non avevamo altra scelta che registrarli per proteggere tutti i buoni shiba nella community di Dogecoin”, questo è il testo del tweet apparso il 2 Marzo 2022 nel feed della Dogecoin Foundation. Nomi e loghi sono stati registrati con una pratica datata 13 gennaio 2022, presso l’European Union Intellectual Property Office con lo scopo di impedire che vengano sfruttati per truffe o estorsioni. 

Quindi sono vietati i meme Dogecoin?

Un Dogecoin enthusiast ha prontamente commentato la bella notizia sollecitando chiarimenti sull’uso dell’immagine della crypto per creare meme o simili. Potrà essere ancora sfruttata? Come trattare i meme creati prima del deposito del marchio? Ottimo spunto direttamente dalla community unita sotto il segno dei meme! Jens Wiechers, membro del consiglio esecutivo della fondazione, ha spiegato: “il problema non è (e non è mai stato) l’uso in meme, ecc, ma i tentativi di persone completamente non affiliate con Dogecoin per registrarli, che hanno davvero senso solo se vogliono poi estorcere direttamente la comunità o il progetto Dogecoin, gli sviluppatori, la fondazione, ecc”. Lunga vita ai meme! A proposito, lo sai che è appena partito il Meme Contest di Young Platform?

Perché Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe?

Dopo mesi di inattività, ad Agosto 2021 la Dogecoin Foundation si è rimessa in motoper supportare sviluppatori, progetti intorno alla meme-coin, il futuro stesso della blockchain. Da quel momento ha affrontato diversi problemi relativi all’uso del suo nome e del suo logo. Tutto perché il marchio non è stato protetto al momento della sua creazione nel 2014. Negli Stati Uniti Dogecoin ha cominciato a competere con almeno una dozzina di altri enti che volevano registrare il nome “Dogecoin” all’U.S. Patent and Trademark Office. Sembrerebbe che esistano più di 100 criptovalute non legate alla Dogecoin Foundation che ne usano ugualmente il nome

Le battaglie per il marchio Dogecoin 

Oltre al centinaio di progetti crypto che usano il nome “Dogecoin” c’è anche un’azienda nelle Isole Cook che porta lo stesso nome della meme-coin. Questa reclama la priorità sul nome dal momento che la Dogecoin Foundation, con sede in Colorado, era stata abbandonata per diverso tempo. Sempre ad Agosto la Fondazione ha inviato una lettera a un progetto nominato Dogecoin 2.0 chiedendo di cambiare il nome.

La lezione del caso Dogecoin? Registrare i marchi di un progetto crypto alla nascita. Tra l’altro ottenere il copyright per le criptovalute non è sempre una passeggiata, non è come ottenere il nome per un esercizio commerciale, un bene o un servizio generico. La questione è stata affrontata a proposito della vicenda del marchio Dogecoin, anche dal Wall Street Journal. Con marchio si intende una parola, un nome, un simbolo o una frase usata per identificare e distinguere un prodotto o un servizio. Tuttavia per una criptovaluta potrebbe essere complesso dimostrare di essere un prodotto o un servizio, quando viene usata principalmente come mezzo di scambio. 

Inoltre un marchio per essere registrato deve essere legato in maniera univoca a un ente, un’azienda o una fondazione. Il rischio per Dogecoin era non essere associato alla Dogecoin Foundation ma semplicemente alla criptovaluta. L’USPTO (l’equivalente statunitense dell’European Union Intellectual Property Office) si è già espresso riguardo al termine “Bitcoin”, troppo ampio e descrittivo di generici servizi di pagamento online per essere considerato un vero e proprio marchio. Potrebbe essere veramente difficile rivendicare una proprietà intellettuale se un nome non registrato dovesse cadere nel dominio pubblico.

Cosa sta succedendo al mining di Bitcoin in Russia?

bitcoin mining

La guerra tra Russia e Ucraina ha messo in crisi il mondo, ma il mining di Bitcoin va avanti. Ma per quanto durerà ancora?

Nonostante la guerra tra Ucraina e Russia, il mining di bitcoin non si ferma. Considerando che nel 2021 l’11,2% dell’hash rate globale si trovava in Russia, molti si aspettavano un crollo di Bitcoin simile a quello avvenuto quando la Cina ha bandito il mining. Invece, la maggior parte delle mining pool continua a minare criptovalute, e il valore del mercato crypto ha retto il colpo.

Il mining di Bitcoin in Russia

L’instabilità geopolitica russa in seguito alle pesanti sanzioni ha scalfito anche il settore crypto. Nonostante la blockchain sia slegata dagli asset tradizionali, Bitcoin ed Ethereum hanno comunque seguito un trend ribassista prima di risalire. Ma come sono stati colpiti i miner russi?

Alcune pool internazionali, come Flexpool.io, hanno bloccato le attività dei miner russi. La mining farm, impegnata soprattutto nel mining di Ethereum, ha sospeso tutte le attività con sede in Russia. “Di solito non ci immischiamo in faccende politiche… ma questa non è solo politica. Chiediamo scusa ai nostri miner russi, molti di voi non supportano la guerra. Ma state comunque supportando la vostra nazione” scrive un rappresentante della mining pool su Reddit.

Altre mining pool, invece, continuano ad andare avanti col loro lavoro. Whit Gibbs, CEO della statunitense Compass Mining, ha affermato che le loro strutture di mining in Russia sono lontane dal conflitto, precisamente in Siberia. Perciò, nonostante la guerra, i super-computer della mining pool continueranno a supportare la rete di Bitcoin. Cosa significa questo per la Russia?

La criptoeconomia e la guerra

La presenza delle forze russe in Ucraina ha sconvolto le persone e i mercati, e gli Stati occidentali hanno rapidamente risposto con vari pacchetti di pesantissime sanzioni economiche. Banche, società e personalità importanti in Russia si sono ritrovate tagliate fuori dal sistema economico globale nel giro di una settimana. L’imminente esclusione della Russia dal sistema di pagamenti interbancari SWIFT, poi, potrebbe rivelarsi il colpo di grazia per il rublo russo. 

Ma dove la moneta fiat non arriva, potrebbe arrivare Bitcoin. Vista la massiccia presenza di società di mining presenti in Russia, la domanda interna di energia è elevata, e potrebbe aumentare ancora di più se il governo dovesse decidere di supportare ufficialmente le criptovalute. A quel punto, sarebbe possibile convertire il gas naturale in potenza di calcolo e potenziare il mining di bitcoin, invece di venderlo alle nazioni europee. Questa tattica è già stata sperimentata dall’Iran, nazione esclusa dal sistema SWIFT nel 2012.

Bitcoin: un modo per evitare le sanzioni?

Sarà questa l’arma di Putin per evitare il collasso economico della sua nazione? Probabilmente no. Infatti, il Ministero dell’Economia russo ha recentemente proposto una legge che vieta l’utilizzo di criptovalute come sistema di pagamento. La decentralizzazione potrebbe non essere vantaggiosa per il governo russo, che ha preferito proteggersi dalle sanzioni siglando vari accordi economici con la Cina.

Bisogna poi ricordare che le transazioni in Bitcoin non sono anonime ma pseudonime, e con i giusti mezzi è possibile risalire ai proprietari dei wallet. Questo esclude anche che gli oligarchi russi spostino gran parte del loro patrimonio in asset crypto, visto che le sanzioni sarebbero in grado di colpirli anche sulla blockchain! Con un blockchain explorer, il governo USA può identificare le transazioni degli oligarchi sanzionati, e punire chi accetta i pagamenti. Ogni tipo di commercio con la Russia è illegale, e questo vale anche per gli asset digitali.