Young Platform, “The Box” e le 3C: conto, carta e cashback

Con The Box arrivano le 3C: conto, carta e cashback

L’ecosistema di Young Platform è sempre più completo: con “The Box” arrivano il conto di pagamento e la carta di debito (con cashback fino al 3,6%)

Torino, 26 marzo 2025. Young Platform, fintech italiana con più di 2 milioni di iscritti, è sempre più un ecosistema finanziario completo e autosufficiente: oltre alle funzionalità legate al core business, le criptovalute, sarà possibile disporre di un conto di pagamento con la relativa carta di debito. Una mossa ambiziosa finalizzata all’abbattimento delle barriere e degli stereotipi che da sempre allontanano la finanza tradizionale dal mondo delle criptovalute.

Una storia ispirata da tre parole chiave: conoscenza, accessibilità e inclusione

Fondata nel 2018 con l’intento di divulgare e rendere il mondo crypto accessibile a tutti, Young Platform ha deciso di alzare l’asticella ampliando la sua mission, includendo la finanza personale, di tutti i giorni: “Oggi la gestione del denaro sta cambiando. Le persone vogliono più controllo, più opportunità e più libertà finanziaria” –  dichiara Andrea Ferrero, Co-CEO e Co-Founder della piattaforma – “Young Platform risponde a questa esigenza con il primo conto di pagamento crypto-nativo in Italia e in Europa, che unisce la praticità della finanza tradizionale con le potenzialità rivoluzionarie delle criptovalute”.

La novità principale riguarda l’integrazione all’interno dell’ecosistema di due funzionalità che, secondo un report della Banca Mondiale del 2021, sono essenziali per 8 persone su 10: il conto di pagamento e la relativa carta di debito, la quale ha il suo elemento distintivo nella possibilità di ottenere fino al 3,6% di cashback su qualsiasi tipo di acquisto

Abbattere le barriere e superare gli stereotipi attraverso conoscenza e inclusione

Come anticipato, l’obiettivo è avvicinare il maggior numero di persone alle potenzialità offerte dal mondo delle criptovalute e della finanza decentralizzata. La strategia mette insieme la diffusione della conoscenza, con Blog e Academy, e l’inclusione degli utenti mediante un approccio più soft, di cui conto e carta segnano le prime fasi. Il risultato atteso? Superare gli stereotipi tipicamente associati all’universo che ruota intorno alla blockchain e ai relativi token.

“The Box” e il Mito della Caverna

In questo senso “The Box”, la campagna lanciata in occasione dell’annuncio, racchiude tanto le sfide che Young Platform si ripromette di affrontare quanto i traguardi che intende raggiungere. The Box è una scatola virtuale ma tangibile, che non si vede ma che influenza le nostre azioni quotidiane con barriere, limiti e stereotipi, ormai dati per scontati. Questo perché la società contemporanea, ponendo tabù e divieti indiscutibili e socialmente accettati, condiziona la nostra percezione della finanza e del suo utilizzo, proprio come nel platonico Mito della Caverna gli uomini incatenati sono convinti che la proiezione delle loro ombre sia invece la realtà. L’obiettivo? Liberarsi dalle catene, uscire dalla caverna e, in ultima istanza, dalla Box per ripensare e riprendere in mano il rapporto col denaro e gli investimenti

Inoltre la campagna, regolata dal MIMIT, permetterà agli utenti di vincere premi esclusivi tra cui dispositivi Apple e Sony, buoni Amazon e, dulcis in fundo, la carta Young fosforescente con cashback fino al 3,6%. 

Uno sguardo al futuro: verso l’integrazione di ETF e asset tradizionali

Conto di pagamento e carta di debito non costituiscono la fase finale della missione, non è il momento di sedersi sugli allori. Al contrario, testimoniano l’inizio di un nuovo capitolo della vita di Young Platform, che mira a posizionarsi nel mercato come un ecosistema finanziario completo e accessibile: entro la fine del 2025 è infatti prevista l’integrazione degli investimenti in asset tradizionali come azioni, ETF e materie prime e dei servizi DeFi come Lend & Borrow. Il tutto permetterà agli utenti di diversificare il proprio portafoglio riducendo l’operatività ad un’unica piattaforma

Per concludere, con questa evoluzione Young Platform si conferma una realtà all’avanguardia nel settore fintech italiano ed europeo, impegnata giorno dopo giorno nel costruire un nuovo paradigma finanziario basato su inclusione, innovazione e autonomia finanziaria.

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Kit di sopravvivenza UE per 72 ore: cosa contiene e perché fa discutere?

Kit sopravvivenza guerra Europa: il piano UE per le emergenze

La Commissione UE propone un kit di sopravvivenza per 72 ore in caso di guerra o emergenze. Cosa contiene e perché ha generato dibattito?

La Commissione Europea ha lanciato una nuova strategia per preparare i cittadini alle emergenze gravi, tra cui guerre, catastrofi naturali e attacchi informatici. Al centro del dibattito, il kit di sopravvivenza da 72 ore, che ogni Stato membro dovrà promuovere e adattare a livello nazionale.

Cosa include il kit di sopravvivenza e come funziona? Questo strumento rientra nel piano “Unione per la preparazione alle emergenze“, che prevede cooperazione civile-militare, linee guida per la popolazione e meccanismi di risposta coordinata, da attuare entro il 2027.

Cosa contiene il Kit sopravvivenza europeo?

In un video sui social media, la commissaria europea Hadja Lahbib ha presentato il contenuto del kit con tono leggero, sottolineando la sua importanza per le prime 72 ore di crisi.

Perché proprio settantadue ore? Secondo le ricerche dell’Unione Europea si tratta dell’orizzonte temporale più critico per i cittadini, soprattutto perché sono più alte le probabilità che essi debbano far fronte ai loro bisogni primari in autonomia

Ecco cosa contiene il kit di sopravvivenza europeo:

  • Documenti di identità contenuti in una confezione impermeabile;
  • Acqua potabile;
  • Torcia e accendino;
  • Coltellino svizzero.
  • Medicinali essenziali.
  • Cibo in scatola e barrette.
  • Contanti.
  • Power bank e caricabatterie.
  • Mazzo di carte.
  • Occhiali o lenti a contatto.

Un’Europa più pronta… o un’iniziativa ridicola?

L’introduzione del kit di sopravvivenza per la guerra in Europa ha generato reazioni contrastanti. Da un lato i vertici europei, come la vice presidente Roxana Minzatu, ne evidenziano la necessità di “una nuova mentalità orientata alla preparazione”. 

C’è però anche chi critica l’approccio, accusando Bruxelles di minimizzare la gravità di scenari come la guerra in Ucraina. Secondo alcuni parlamentari europei, il video ha un tono “troppo scherzoso” e rischia di trasformare una questione alquanto seria come la sicurezza dei cittadini in uno sketch da social media.

Altri, infine, ironizzano sull’efficacia del kit, definendolo una “borsa dell’apocalisse in stile Mary Poppins”, piena di gadget da campeggio. In contrapposizione a misure che, secondo loro, potrebbero davvero essere efficaci nel caso in cui dovesse esplodere un conflitto globale: ad esempio rifugi antiatomici o un potenziamento delle infrastrutture sanitarie.

Una strategia in 63 punti (e tanta strada da fare)

Il piano UE per la preparazione alle crisi deve essere sviluppato entro il 2027 ed è composto da sessantatre punti. Alcuni checkpoint o tappe intermedie, in cui controllare che tutto proceda per il verso giusto, sono già state identificate per i prossimi mesi del 2025 e per il 2026. Oltre ai kit sopravvivenza guerra Europa da 72 ore, il piano prevede:

  • Una strategia di stoccaggio europeo per forniture essenziali
  • Contromisure mediche comuni
  • Esercitazioni UE coordinate con la NATO
  • La creazione di uno Scudo Spaziale europeo entro il 2027

Diversi Paesi, come Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno già adottato linee guida per la popolazione civile. In Svezia, per esempio, il governo raccomanda anche di mantenere (o, nel caso, instaurare) buoni rapporti con i vicini, poiché in caso di emergenza “potrebbero tornare utili”.

Prevenzione o propaganda?

L’idea di un kit sopravvivenza guerra Europa ha senz’altro un valore simbolico, che forse supera quello pratico. La domanda principali che ci poniamo è la seguente: si tratta di un primo passo di piano di preparazione più ampio e potenzialmente efficace in caso di guerre o catastrofi o di una manovra comunicativa per mascherare i ritardi e l’impreparazione dell’Unione in materia di difesa e protezione civile?


Per ora sappiamo solo che nel 2026 arriveranno le linee guida ufficiali per i kit sopravvivenza guerra Europa. Sicuramente non saranno sufficienti power bank, barrette proteiche, accendini e un mazzo di carte per affrontare la prossima grande crisi. Nel dubbio potrebbe essere il caso di fare scorta di un po’ di oro e di Bitcoin?



Young Platform e Okipo rinnovano la partnership per offrire il servizio di dichiarazione fiscale crypto più completo e conveniente sul mercato

report fiscale okipo

Torino, 21/03/2025 – Young Platform, la principale piattaforma italiana per l’acquisto e la gestione di criptovalute, annuncia il rinnovo della partnership strategica con Okipo, la soluzione leader in Italia per la fiscalità crypto. L’obiettivo è offrire agli utenti un servizio di dichiarazione dei redditi crypto sempre più accessibile, automatico e completo, a un prezzo competitivo.

La normativa fiscale in Italia

Negli ultimi anni, il quadro normativo italiano sulle criptovalute è cambiato radicalmente. Dal 2016 a oggi, le regole fiscali sono state modificate tre volte, con innumerevoli chiarimenti, aggiunte e correzioni, rendendo sempre più complessa la gestione della dichiarazione.

Per chi deve compilare la dichiarazione dei redditi 2025 o mettersi in regola tramite ravvedimento operoso, sia perché non ha mai dichiarato le proprie crypto, sia perché lo ha fatto solo in parte o erroneamente, il processo può risultare particolarmente complicato. Dichiarare correttamente le proprie criptovalute tenendo conto di tutti questi fattori è essenziale per evitare sanzioni e garantire la conformità fiscale.

Un servizio per tutti gli investitori in criptovalute

Grazie alla collaborazione tra Young Platform e Okipo, chiunque può accedere a strumenti avanzati per la gestione delle tasse crypto, con soluzioni su misura in base alle proprie esigenze. L’offerta non è riservata solo agli utenti di Young Platform: basta creare un account sulla piattaforma per usufruire dei servizi agevolati di Young Platform e Okipo, ottenendo così il massimo risparmio sulla dichiarazione delle criptovalute.

Un servizio fiscale per ogni esigenza

La rinnovata partnership consente di scegliere tra due opzioni per la dichiarazione delle criptovalute:

  • Report Fiscale Young Platform: pensato per chi ha operato esclusivamente su Young Platform, offre un calcolo automatico delle plusvalenze e la compilazione precompilata dei moduli fiscali (Quadri RW, RT, W e T), semplificando l’intero processo dichiarativo. A partire da €19,99 ed include tutti gli anni fiscali.
  • Report Fiscale Young-Okipo: ideale per chi utilizza più exchange, wallet esterni, piattaforme DeFi o possiede NFT. Questo report aggrega automaticamente tutte le transazioni, consentendo di dichiarare le proprie crypto in modo accurato e senza errori. A partire da €79  ed include tutti gli anni fiscali. 

Entrambe le soluzioni sono disponibili nella sezione “Tasse & Report” di Young Platform.

Dichiarazione crypto senza pensieri e al miglior prezzo

Uno dei principali vantaggi della partnership è la possibilità di ottenere il report fiscale più competitivo sul mercato:

  • Pagamento unico per tutti gli anni fiscali: a differenza della maggioranza dei servizi, Young Platform e Okipo consentono di dichiarare più anni senza costi aggiuntivi.
  • Prezzi scontati: i prezzi di entrambi i report risultano ultra competivi rispetto ai prezzi standard di mercato che si aggirano intorno a €300 per ogni anno fiscale.
  • Tracking degli investimenti: connessione automatica a exchange e wallet per monitorare i propri asset.
  • Compilazione automatica dei modelli fiscali: Quadri RW, W, RT e T precompilati, riducendo il rischio di errori.
  • Calcolo delle imposte sulle plusvalenze: calcoli precisi per evitare sanzioni.
  • Supporto personalizzato: supporto da commercialisti esperti in fiscalità crypto per risolvere dubbi e ottimizzare la tassazione.

Club di Young Platform 

Inoltre, chi è iscritto a un Club Young Platform può abbattere ulteriormente il costo del report. Ad esempio:

  • Il Report Fiscale Young Platform può costare €3,99€ per i membri del Club Platinum.
  • Il Report Fiscale Young-Okipo è accessibile a soli €44 per i membri del Club Platinum.

Grazie a queste agevolazioni, gli utenti possono regolarizzare la propria posizione fiscale con un investimento minimo, ottenendo un servizio di qualità al miglior prezzo sul mercato.

Vuoi entrare in un Club? Trovi tutte le informazioni qui: come iscriversi ai Club di Young Platform

Un impegno comune per la semplificazione fiscale

La tassazione delle criptovalute è un tema sempre più rilevante in Italia, e il nostro obiettivo è renderla semplice e accessibile a tutti” – afferma Andrea Ferrero, CEO di Young Platform. “Grazie a questa partnership con Okipo, offriamo una soluzione completa che elimina la complessità burocratica e garantisce la conformità fiscale al miglior prezzo sul mercato.”

Anche Simone Notaristefano, CEO di Okipo, sottolinea l’importanza di questa collaborazione: “Automatizzare la fiscalità crypto significa ridurre i rischi per gli investitori e semplificare un processo che spesso può risultare complicato. Con Young Platform, vogliamo fornire uno strumento efficace e affidabile per dichiarare correttamente le proprie criptovalute sempre aggiornato rispetto alla normativa italiana.”

Grazie al rinnovo della partnership tra Young Platform e Okipo, la dichiarazione delle criptovalute non è mai stata così semplice, veloce e conveniente.Per maggiori informazioni, visita la sezione “Tasse Crypto” del Blog di Young Platform.

Articoli correlati

Questa offerta di Okipo è solo uno dei numerosi vantaggi riservati ai membri dello Young Platform Club. Per esplorare e approfondire tutti gli altri benefici, ti invitiamo a consultare gli articoli dedicati:

Una nuova era sui mercati finanziari? Trump, geopolitica e strumenti finanziari

I mercati finanziari stanno cambiando?

La salita al potere di Donald Trump e la situazione geopolitica sembrano poter dar vita ad una nuova era per i mercati finanziari. Cosa succederà?

Probabilmente te ne sarai accorto, lo scenario macroeconomico così come i mercati, stanno cambiando. O almeno questa è la sensazione dall’inizio del 2025 ad oggi.

Cambiamenti di questa portata sono rari: un esperto o un appassionato di finanza può viverne consapevolmente solo una manciata nel corso della sua vita. Come sempre, non abbiamo la sfera di cristallo, quindi ciò che percepiamo potrebbe essere un falso segnale. Tuttavia, chi ha un minimo di esperienza in questo campo sa che non si può mai sottovalutare la situazione.

Vediamo come stanno cambiando i mercati ma, soprattutto, cosa è necessario fare per adeguarsi.

Cosa è cambiato con Donald Trump e perché i mercati stanno faticando?

L’inflazione e l’assenza di una riduzione significativa dei tassi d’interesse possono spiegare il periodo che stiamo vivendo? Il nuovo presidente degli Stati Uniti è l’unico responsabile di questo cambiamento o lo sta solo accelerando?

Nel 2022, Zoltan Pozsar, uno degli economisti più influenti al mondo, ha delineato i momenti cruciali dell’ultimo secolo dal punto di vista monetario. Secondo lui, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina è stato uno di questi eventi: “Il denaro non sarà mai più lo stesso”, affermava.

Più di due anni dopo, le sue dichiarazioni risultano attuali, anche a causa di Donald Trump, che sta facendo perdere terreno al dollaro nel tentativo di riequilibrare il commercio globale a favore della produzione manifatturiera.

Come affrontare questi cambiamenti?

Il mondo sta diventando più fragile, il tuo portafoglio non deve esserlo. Nessun investitore, a meno che non sia anche un trader, dovrebbe reagire istintivamente a un evento. Quando si pianifica una strategia, è fondamentale valutare il proprio profilo di rischio. Se, ad esempio, si decide di esporsi esclusivamente al mercato azionario e al Bitcoin, bisogna essere consapevoli che la volatilità del portafoglio potrebbe aumentare drasticamente in determinati momenti.

Inoltre, è essenziale proteggersi sia dall’inflazione che dalla deflazione. Le obbligazioni, per esempio, hanno spesso registrato buone performance nei periodi deflazionistici, mentre asset come l’oro o Bitcoin possono preservare il capitale in fasi di inflazione elevata, quando sia le obbligazioni che le azioni tendono a sottoperformare.

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In ogni caso a prescindere dagli eventi una strategia bene impostata non dovrebbe mutare eccessivamente. D’altronde investire significa ragionare per probabilità, ma anche se alcuni scenari sono più probabili di altri, è necessario mantenere una strategia solida, soprattutto in vista della pensione. La decisione sulla propria asset allocation è quindi cruciale.

Gli ultimi mesi dimostrano l’importanza della diversificazione

Negli ultimi 50 anni, il mercato azionario americano ha sovraperformato il resto del mondo di circa l’1% all’anno, con un vantaggio accentuato nell’ultimo decennio. Tuttavia, affidarsi esclusivamente a un solo mercato può essere rischioso: eventuali crolli estremi potrebbero compromettere un intero portafoglio o richiedere decenni per una ripresa.

Questo significa che dobbiamo cambiare strategia? No. La recente sovraperformance degli Stati Uniti potrebbe essere solo un ciclo che volge al termine. Inoltre, i mercati si muovono velocemente: da inizio anno, le azioni statunitensi sono indietro rispetto a quelle europee. Spesso gli effetti di una decisione politica sono inaspettati o contrari alle aspettative. Ad esempio, qualcuno avrebbe potuto prevedere una crisi per le aziende europee dopo l’introduzione dei dazi da parte di Trump, ma in realtà sono state le azioni USA a soffrire di più.

L’oro: la valuta per eccellenza

Una cosa è certa: nel 2025, insieme a Bitcoin, l’oro sta dominando la scena, registrando un massimo storico dopo l’altro. Ma l’oro non è solo un fenomeno recente: ha sempre dimostrato di essere un asset affidabile, tanto che gli esperti consigliano una modesta allocazione nei portafogli ben diversificati. Storicamente, ha offerto un’opportunità di protezione nei periodi di crisi geopolitica, come gli anni ’70 durante la Guerra Fredda, e oggi beneficia della crescente de dollarizzazione.

L’importanza dell’oro non è cambiata nei secoli, e il suo ruolo potrebbe rafforzarsi in un periodo in cui il dollaro USA rischia di perdere lentamente il suo status egemonico. Tuttavia, rimane un asset volatile e parzialmente rischioso per via delle riserve detenute dai governi. Se, per esempio, gli Stati Uniti dovessero vendere una parte significativa delle loro riserve, potrebbero innescare un sell-off globale.

In sintesi, l’oro resta un asset che molti considerano una componente fondamentale di un portafoglio diversificato.

Bitcoin sarà sempre più centrale?

Infine non possiamo non considerare Bitcoin. In che modo Donald Trump sta influenzando le sue performance? BTC può essere considerato una riserva di valore al pari dell’oro? La risposta a quest’ultima domanda dipende dal punto di vista dal quale la si osserva: se guardiamo esclusivamente ai movimenti di prezzo, Bitcoin appare ancora come un asset speculativo, correlato ai mercati azionari

Al contrario, l’effetto della crescente adozione di Bitcoin da parte di governi e aziende si vedrà nel lungo termine. Potrebbe essere la chiave per far sì che Bitcoin diventi ufficialmente una riserva di valore paragonabile all’oro, grazie alla sua resilienza, alla sua stabilità nel tempo e alla sua correlazione dagli altri asset finanziari.

Donald Trump: la riserva crypto e il summit

La riserva crypto annunciata da Donald Trump e il summit alla Casa Bianca

Questa sera ci sarà il primo summit crypto della storia alla Casa Bianca. Chi sono gli ospiti del vertice e quali decisioni verranno prese?

Donald Trump ha scelto lo scorso week end, nello specifico il giorno domenica 2 marzo, per tornare a parlare di crypto, dopo il lungo silenzio durato tutto il mese di febbraio. Come al solito lo ha fatto “a modo suo”, dichiarando di essere innamorato (sì, ha stupito anche noi la modalità attraverso la quale si è espresso) di Bitcoin e Ethereum. Ma anche, in realtà prima di quest’ultima dichiarazione, che la riserva in crypto degli Stati Uniti includerà Cardano (ADA), Solana (SOL) e Ripple (XRP).

Questa notte, però, tutto è cambiato. Il presidente ha firmato un ordine esecutivo che ha deluso i mercati, decidendo che la riserva in Bitcoin degli Stati Uniti d’America sarà composta dai Bitcoin sequestrati e già in possesso del governo.

Gli ultimi giorni del mondo crypto sono stati molto intensi e ora tutti aspettano delle risposte dal summit alla Casa Bianca di questo pomeriggio. Chi saranno gli ospiti del vertice e di cosa si discuterà?

Summit crypto alla Casa Bianca: come influirà

Cosa possiamo aspettarci dal mercato? E dagli ospiti del primo summit crypto alla Casa Bianca della storia? Impossibile fare previsioni, ma qualche considerazione sì, soprattutto alla luce dello stellare cast che “si esibirà” questo pomeriggio.

Confermati e appartenenti all’industria

  • Michael Saylor: il Chief Executive Officer (CEO) di MicroStrategy è, in un certo senso, il capitano della squadra crypto messa insieme dall’allenatore Donald Trump. Sicuramente promuoverà fortemente la riserva strategica in Bitcoin, che sarà uno dei temi centrali del dibattito, così come lo ha fatto anche nel privato consigliandola a diverse imprese, tra cui Microsoft. Non è chiara, invece, la sua posizione in merito alla possibile inclusione di altre criptovalute.
  • David Bailey: CEO di Bitcoin Magazine, una delle voci più influenti se si parla di divulgazione sul tema Bitcoin. Da sempre schierato contro la censura finanziaria e favorevole all’adozione su larga scala di BTC come riserva di valore.
  • Brad Garlinghous: il CEO di Ripple (XRP) è, da anni, protagonista del settore soprattutto sul fronte regolamentativo. Con Ripple Labs che, dal 2020 in poi, ha combattuto una dura battaglia contro la Security and Exchange Commission (SEC) e il suo presidente Gary Gensler.
  • Brian Armstrong: CEO di Coinbase, l’unico exchange crypto attualmente quotato in borsa e uno dei primi a portare le criptovalute nel mercato mainstream USA. Anch’esso da anni combatte contro la SEC per una regolamentazione più chiara e favorevole al settore.
  • Kyle Samani: fondatore di Multicoin Capital, è uno dei più grandi sostenitori di Solana (SOL). Con il suo fondo, ha contribuito a spingere la crescita della blockchain Layer 1.
  • Matt Huang: Co-fondatore di Paradigm. Ha investito in diversi progetti di punta, tra cui Uniswap, Optimism e OpenSea, contribuendo alla crescita della DeFi e del Web3.
  • Nat Eliason: Meno noto rispetto ad altri nomi in lista, è coinvolto nel progetto ONDO, uno degli esempi più virtuosi di tokenized real world asset (RWAs). Potrebbe essere un outsider del settore DeFi nei prossimi anni.
  • Marc Andreessen: Fondatore di Andreessen Horowitz (a16z), uno dei fondi di venture capital più importanti nel settore crypto
  • Vlad Tenev: CEO di Robinhood. Il suo coinvolgimento nel settore crypto è stato segnato da momenti controversi, come la sospensione del trading di DOGE nel 2021.
  • Arjun Sethi: CEO di Kraken, e una delle voci più autorevoli nel settore, da anni spinge per un’adozione più istituzionale delle criptovalute.
  • Kris Marszalek: CEO di Crypto.com, ha reso il suo exchange uno dei più conosciuti al mondo grazie a partnership strategiche e altisonanti campagne marketing.

Esponenti politici confermati

  • Bo Hines: Direttore esecutivo del Presidential Council of Advisors per gli asset digitali. Figura chiave nell’agenda pro-crypto dell’amministrazione Trump.
  • David Sacks: Imprenditore tech e investitore, è stato nominato “crypto czar” per guidare le politiche sulle criptovalute nella Casa Bianca di Trump.
  • Mark Uyeda: Presidente ad interim della SEC, noto per un approccio più favorevole all’innovazione rispetto al suo predecessore Gary Gensler.
  • Caroline Pham: Presidente ad interim della US Commodity Futures Trading Commission (CFTC), ente regolatore dei mercati derivati, inclusi i future su Bitcoin.
  • Paul Atkins: Ex commissario della SEC, potrebbe essere una figura chiave nel promuovere un quadro normativo più favorevole per il settore crypto.

Non ancora confermati

  • Cathie Wood: CEO di Ark Invest, nonché una delle figure più bullish sulle criptovalute e in particolare su Bitcoin. Ha ripetutamente pubblicato previsioni secondo le quali BTC raggiungerà un valore astronomico nel prossimo futuro e ha investito massicciamente nel settore attraverso il “suo” fondo di investimento.
  • Anatoly Yakovenko: la figura dietro a Solana, la blockchain “più in voga” nel 2024 e, ad oggi, la migliore alternativa (se ancora è una alternativa) a Ethereum per la DeFi e gli NFT.
  • Vitalik Buterin: Co-fondatore di Ethereum e pioniere. Le sue idee hanno ridisegnato i confini della tecnologia blockchain, molto di quello che il mondo crypto è oggi lo dobbiamo a lui.
  • Paolo Ardoino: orgoglio italiano, CEO di Tether (USDT) la prima stablecoin a raggiungere l’adozione di massa e Chief Technology Officer (CTO) di Bitfinex.
  • Charles Hoskinson: fondatore di Cardano e co-fondatore di Ethereum.

Cosa serve al mercato per ripartire?

Fino a questa notte il mercato stava dimostrando resilienza, quando Donald Trump ha ordinato alla sua amministrazione di creare la prima riserva di Bitcoin, all’interno della quale detenere gli sequestrati dal governo americano negli anni. Chi si aspettava che la Bitcoin Strategic Riserve sarebbe stata istituita attraverso un piano concreto di acquisti è rimasto deluso, e i mercati non hanno tardato a riflettere questo setiment. Insomma, le promesse vaghe e gli annunci eclatanti ma privi di sostanza degli scorsi giorni hanno lasciato spazio alla delusione.

L’annuncio di Trump sulla creazione di una riserva strategica crypto per gli Stati Uniti, che includerebbe Bitcoin, Ethereum, Cardano (ADA), Solana (SOL) e Ripple (XRP), aveva acceso gli animi. Ma d’altro canto aveva anche evidenziato una realtà: il settore, e soprattutto i grafici, sono stanchi di vuote speculazioni e in cerca di una roadmap chiara in merito ad un’adozione istituzionale che potrebbe modificare lo status quo finanziario globale. La chiarezza è arrivata, ma non nella modalità in cui i crypto enthusiast si aspettavano.

In ogni caso, non tutto è perduto. Il summit alla Casa Bianca di stasera può ancora mischiare le carte in tavola. Inoltre, all’interno dell’ordine esecutivo viene specificato che i Segretari del Tesoro e del Commercio sono autorizzati a sviluppare strategie neutre dal punto di vista del bilancio per l’acquisizione di altri BTC. A condizione che tali strategie non comportino costi aggiuntivi per i contribuenti americani.  Che ne sarà delle altre crypto e come verranno allocate e bilanciate le risorse?

Guarda il grafico di Bitcoin

Il ruolo chiave del summit: collaborazione vs. retorica

Gli ospiti del vertice avranno l’onere (e l’onore) di trasformare il dibattito in proposte concrete. Michael Saylor, ad esempio, potrebbe spingere per un’allocazione statale totalmente in Bitcoin, vista la sua posizione da maximalist, mentre Brad Garlinghouse (Ripple) potrebbe portare acqua al suo mulino, chiedendo l’inclusione di XRP. Paolo Ardoino, invece, potrebbe sottolineare l’importanza delle stablecoin come ponte tra crypto e moneta fiat.

Ovviamente, queste sono solo speculazioni; tuttavia il gruppo di figure che dovrebbero presenziare alla Casa Bianca è fortemente eterogeneo. Per esempio da Cathie Wood (Ark Invest) ci si aspetta un approccio “libertario”, mentre da esponenti più legati alla tecnologia che sostiene il mondo crypto, ad esempio Vitalik Buterin, discorsi orientati alla sostenibilità e all’etica

Quel che è certo è che mai nella storia abbiamo assistito ad un evento di questa portata per il settore, anche se l’entusiasmo si è ridimensionato, è probabile che il vertice provocherà movimenti di prezzo impetuosi.

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L’epopea della riserva crypto USA

Infine, possiamo riportare alcune considerazioni riguardanti il tema centrale dell’incontro: saranno incluse altre crypto all’interno della riserva approvata da Trump questa notte e quali criteri verranno usati per selezionare gli asset? Come verrà gestita la volatilità? E, soprattutto, come la riserva impatterà sulle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve?

Insomma, il mercato crypto è in attesa di segnali forti: se il summit si concluderà senza annunci importanti, il rischio è un ulteriore ciclo di sell-off. Se, invece, verranno delineati passi concreti come l’avvio di un pilot per la riserva strategica, linee guida per l’integrazione crypto-Treasury, o un accordo su una regulatory sandbox (un ambiente controllato dove intermediari vigilati e operatori del settore possono testare soluzioni innovative) i risvolti potrebbero essere profondamente positivi. Trump, nel suo stile, ha riacceso l’interesse, ma ora tocca agli esperti tradurre la sua retorica in policy. Continua a seguire il nostro blog per scoprire cosa succederà.

Young Platform Pro: le novità dell’aggiornamento e i vantaggi per gli utenti

pro update v4 api young platform

Young Platform Pro si evolve con un importante aggiornamento che introduce nuove funzionalità e miglioramenti per un’esperienza di trading ancora più fluida e performante. Tra le principali novità troviamo un’interfaccia rinnovata, una gestione avanzata degli ordini e una nuova versione delle API che ottimizza la velocità e l’efficienza delle operazioni. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia e quali sono i vantaggi per gli utenti.

Un’Interfaccia più intuitiva e funzionale

Nuova Homepage e Pagina Pairs

L’aggiornamento introduce una nuova homepage e una pagina Pairs rinnovata, con maggiori dettagli sui mercati per consentire un accesso più rapido e completo alle informazioni essenziali.

Migliore adattabilità su Desktop

L’interfaccia desktop è stata migliorata per garantire un’esperienza più fluida e ottimizzata, adattandosi meglio a diverse risoluzioni e dimensioni dello schermo.

Dati dell’Order Book e ordini più chiari

Sono state migliorate: 

  • La visualizzazione dei dati nell’order book.
  • La posizione dei propri limit order.  
  • Il selettore dei pair, con maggiori informazioni e nuove categorie per le coin.

Queste modifiche rendono più semplice e immediata la consultazione dei dati di mercato, migliorando il processo decisionale degli utenti.

Grafico TradingView potenziato

Il grafico di TradingView ora permette di:

  • Nascondere gli ordini limite aperti.
  • Visualizzare le posizioni dei trade storici.

In questo modo, i trader possono personalizzare la visualizzazione per concentrarsi sulle informazioni più rilevanti.

Gestione degli ordini più dettagliata

Negli ordini ora è possibile vedere anche i singoli trade, fornendo una panoramica più dettagliata delle operazioni eseguite.

Shortcut tra Wallet, Ordini e Area Trade

La navigazione tra il wallet, gli ordini e l’area trade è stata resa più fluida grazie a miglioramenti nelle scorciatoie, riducendo i tempi di passaggio tra le diverse sezioni della piattaforma.

Gestione del “Dust” più accessibile

Ora il dust (piccoli residui di criptovalute) è più facilmente gestibile grazie alla funzione di conversione in token Young (YNG), semplificando la pulizia del portafoglio.

Aggiornamento API: prestazioni e velocità ottimizzate

Per i trader avanzati e gli sviluppatori, la nuova versione delle API di Young Platform Pro introduce miglioramenti fondamentali.

Novità delle API v4

  • Modelli delle transazioni aggiornati
    Le nuove API gestiscono in modo più efficiente tutte le tipologie di transazione, garantendo maggiore flessibilità e precisione.
  • Riduzione della latenza del 30% nelle operazioni di Trading
    Le operazioni di place order e cancel order ora sono eseguite con una latenza ridotta di almeno il 30%, rendendo il trading più rapido ed efficiente.
  • Supporto ai WebSockets
    I WebSockets migliorano l’aggiornamento in tempo reale dei dati di mercato e degli ordini, garantendo un’esperienza più dinamica e reattiva.

Impatto sui Servizi

  • Mercati: aggiornamenti più rapidi delle informazioni di mercato
  • Trading: esecuzione ordini più veloce
  • Transazioni: cambiamenti nei modelli di gestione

Tempistiche di Transizione

  • Dal 31 maggio 2025: non sarà più possibile creare API Key per la versione 3 (v3)
  • Dal 6 giugno 2025: le API v3 saranno dismesse, è necessario completare la migrazione a v4 per evitare interruzioni.

Preparati al cambiamento

L’aggiornamento di Young Platform Pro porta con sé un notevole miglioramento dell’esperienza di trading, rendendo la piattaforma più veloce, intuitiva e funzionale.

Per chi utilizza le API, la transizione alla versione v4 è un passaggio essenziale per continuare a operare senza interruzioni e beneficiare delle ottimizzazioni introdotte.

Risorse utili:

Con queste novità, Young Platform Pro si conferma una piattaforma all’avanguardia, sempre più attenta alle esigenze dei trader e pronta a offrire strumenti avanzati per un’esperienza di trading efficiente e performante.

Scopri Young Platform PRO

Abbiamo scritto un libro per 14 mila consulenti finanziari in Italia: “De-centralized banking – Dalle Banche centrali alla Finanza distribuita”

L’evoluzione finanziaria globale: il saggio di Andrea Ferrero e Paolo Turati

Come si sta evolvendo il mondo della finanza? Il saggio a cura di Andrea Ferrero e di Paolo Turati: “De-centralized banking – Dalle Banche centrali alla Finanza distribuita”

Torino, 3 Marzo 2024 – Young Platform annuncia la pubblicazione del saggio “De-centralized banking – Dalle Banche centrali alla Finanza distribuita” curato dal Co-CEO di Young Platform Andrea Ferrero e da Paolo Turati economista, docente, coordinatore e presidente del Corso “E.M. Wealth Management A&I (ESG)” della SAA – School of Management dell’Università di Torino. Turati è anche direttore del Laboratorio di Finanza Decentralizzata e Blockchain e presidente del comitato scientifico della facoltà.

Edito da Giappichelli, casa editrice leader in ambito giuridico ed economico, il volume si rivolge a operatori finanziari, docenti, professionisti legali e investitori interessati alla blockchain e ai digital asset, alla finanza decentralizzata (DeFi), alla tokenizzazione, ai non fungible token (NFT) e a tutti gli argomenti connessi.

Un testo di riferimento per 14.000 consulenti finanziari italiani

Il saggio, che analizza con spirito critico l’attuale sistema finanziario concentrandosi principalmente sui suoi aspetti decentralizzati, è diventato il testo di riferimento per una nuova certificazione UIS – Unconventional Investments Specialist, promossa dall’European Financial Planning Association (EFPA). Un traguardo significativo, considerando che pochi anni fa un’opera di questo tipo – che solleva interrogativi sullo status quo finanziario globale – sarebbe stata difficilmente accolta come riferimento istituzionale.

Grazie al lavoro di Ferrero e Turati, i 14.000 consulenti finanziari italiani che vorranno approfondire le loro conoscenze in merito ad investimenti definibili non convenzionali e alternativi, ovvero al di fuori dei tradizionali investimenti finanziari (azioni, obbligazioni fondi), dovranno preparare l’esame EFPA proprio attraverso questo testo.

Dalla teoria alla pratica: un manuale per il futuro

Il saggio diviso in due sezioni curate dai rispettivi autori, pur mantenendo un rigore accademico, supera i confini del puro tecnicismo. La prima, curata da Turati, unisce analisi storica e filosofica per esplorare il concetto di decentralizzazione, dalla crisi del 2008 alle sfide delle neobanche, passando per temi come l’economia dei token (tokenomics), l’intelligenza artificiale e la fiscalità degli asset digitali.

“La Finanza Decentralizzata digitale è il secondo tentativo di risposta in mille anni allo strapotere di quella centralizzata delle Nazioni che, in stato di costante e imponente conflitto di interessi, ha generato centri di potere che non rispondono che a sé stessi, con rischio di creazione di danni immensi verificabili solo ex post, come quelli della Grande Crisi finanziaria iniziata nel 2008 e per nulla ancora risolta.”, spiega Turati.

“Gli Ordini Cavallereschi che avevano tentato la prima decentralizzazione finanziaria furono spazzati via manu militari dai Regni di allora perché non avevano un’arma invincibile, cioè la tecnologia delle reti digitali, che oggi è invece in mano a tutti. Stante che il Progresso lo si può rallentare ma non fermare, è più che verosimile che la decentralizzazione finanziaria del XXI Secolo sia venuta per restare e sia destinata giocare un ruolo di co-protagonista importante nell’ambito finanziario globale.”

La seconda sezione, firmata da Andrea Ferrero, si concentra maggiormente sugli aspetti operativi introdotti dalla rivoluzione finanziaria che stiamo affrontando: dal ruolo del “banchiere decentralizzato” alla custodia degli asset, fino al lending & borrowing, ai sistemi di pagamento e gli investimenti.

“È una guida per navigare un futuro in cui tecnologia e decentralizzazione ridefiniscono le regole. Dalle crypto-bank alle piattaforme autonome, stiamo costruendo un sistema più accessibile, che trasformerà radicalmente come creiamo e scambiamo valore” – ha dichiarato il Co-CEO di Young Platform.

In sintesi, in un’epoca segnata da un debito globale di circa 313.000 miliardi di dollari, strumenti derivati opachi e mercati sempre più interconnessi il saggio “De-centralized banking – Dalle Banche centrali alla Finanza distribuita” si propone come una bussola indispensabile per orientarsi nel sistema finanziario globale odierno, quanto mai complesso e ricco di novità.

Le date e gli orari delle presentazioni

Ecco dove e quando Andrea Ferrero e Paolo Turati presenteranno il saggio “De-centralized banking – Dalle Banche centrali alla Finanza distribuita”:

  • Il 10 Marzo alle ore 17:30 presso la School of Management (SAA) dell’Università di Torino;
  • Il 21 Marzo alle ore 15:00 a Bitcuneo;
  • Il 9 Aprile alle ore 17:30 presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino (ODCEC);
  • Il 17 Aprile alle ore 11:00 al Salone del Risparmio di Milano.

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Perché il bull market fatica ad ingranare?

Il quantitative easing darà il via al bull market esplosivo?

Secondo gli investitori più ottimisti il recente movimento ribassista darà il via all’altcoin season. Secondo i più pessimisti il bull market è finito. Qual è la verità? Tutto passa dal quantitative easing?

La stagione del quantitative easing appare ancora lontana, mentre negli ultimi giorni il prezzo dei principali asset – dalle crypto all’azionario – è crollato. Cosa manca a questo bull market che sembra piuttosto diverso rispetto ai precedenti? Nulla è perduto, ma lo scenario globale dal punto di vista delle politiche monetarie (in particolare quello statunitense) sembra lontano da una svolta.

In questo articolo analizziamo il quantitative easing e perché potrebbe essere l’ingrediente che manca per attivare la reazione chimica della prossima altseason?

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Quantitative easing: che cos’è?

Capire che cos’è il quantitative easing ci permette di affrontare meglio lo scenario attuale che domina il mercato. Per semplificare la questione potremmo definirlo come “l’arma segreta delle banche centrali” per stimolare il mercato, opposta al quantitative tightening, che implica l’innalzamento dei tassi di interesse e quindi la riduzione della disponibilità monetaria a livello globale.

Il quantitative easing si manifesta con un drastico taglio dei tassi di interesse che permette a cittadini e imprese di prendere in prestito denaro in modo più agevole. Ma anche con l’acquisto di titoli di Stato e asset finanziari. Insomma è l’all you can eat delle banche centrali. Questo fiume di liquidità a basso costo, che ha come affluente il denaro che gli investitori decidono di non destinare alle obbligazioni a causa dei loro rendimenti ridotti all’osso, sfocia negli asset considerati “più rischiosi”, in particolare azioni e crypto.

Negli ultimi quindici anni il quantitative easing è stata la medicina di ogni crisi – dal crollo di Lehman Brothers (2008) al Covid (2020) – nonché la benzina dei recenti bull market. Oggi, invece, la situazione appare diversa. Nonostante la decrescita dell’inflazione rispetto al triennio 2021 – 2023 il costo del denaro resta ancora al di sopra della soglia target del 2% (al 3% a gennaio 2025) limitando le possibilità di un allentamento aggressivo della politica monetaria. Tutto questo alla luce degli ultimi annunci di Trump riguardanti i dazi, confermati su Canada e Messico nelle ultime ore. Secondo la Federal Reserve (FED) tagliare troppo rapidamente i tassi potrebbe scatenare una nuova ondata speculativa sui mercati finanziari con un possibile surriscaldamento dell’economia.

La crescita della capitalizzazione di mercato di Bitcoin

Nonostante non siano ancora state introdotte politiche monetarie di quantitative easing, il mercato si è mosso a rialzo in modo esplosivo negli ultimi mesi del 2024. Il prezzo di Bitcoin da novembre del 2022 ad oggi ha registrato un +448% e la sua capitalizzazione di mercato è passata da 300 miliardi di dollari a 1.760 miliardi (2.150 miliardi nel punto di massima espansione). 

Questa crescita è dovuta anche all’approvazione degli ETF spot, strumenti finanziari che hanno attratto su Bitcoin circa 38 miliardi di dollari e detengono 101 miliardi di dollari di BTC, il 5,79% di quelli in circolazione. Bitcoin non aveva mai registrato un incremento della sua capitalizzazione di mercato di 1,7 trilioni di dollari nel punto di massima espansione (gennaio 2025), come si nota dando uno sguardo alle performance dei cicli passati:

  • 2015-2017: +11.082% in 1.068 giorni, 326 miliardi di dollari di incremento nella capitalizzazione di mercato.
  • 2018-2021: +2.021% in 1.060 giorni, 1.21 trilioni di dollari di incremento nella capitalizzazione di mercato.

Perciò questo ciclo di mercato sembra fortemente positivo se analizziamo le performance di Bitcoin e le pietre miliari poste negli ultimi tre anni. 

Per esempio il fatto che BTC sia diventato centrale nel dibattito finanziario globale, tanto da ricoprire un ruolo di spicco all’interno del dibattito elettorale americano. O anche che la senatrice Cynthia Lummis e lo stesso presidente Donald Trump abbiano promosso l’istituzione di una riserva strategica in BTC per le casse degli Stati Uniti.

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Alcune considerazioni sul ciclo di mercato che stiamo vivendo

Tralasciando il quantitative easing, che abbiamo già identificato come ingrediente mancante di questo ciclo di mercato, possiamo concentrarci sulle differenze rispetto a quelli passati. Utilizzando come stella polare la domanda che frulla in testa a tutti i crypto enthusiast: ci sarà un’altseason e arriverà proprio dopo il recente crollo dei mercati?

È difficile determinare “a che punto del ciclo” ci troviamo

Da un lato possiamo tranquillamente affermare che non abbiamo ancora vissuto un’altseason vera e propria. Al contrario, però, siamo passati attraverso una o più meme season, l’ultima coincisa con il lancio di TRUMP; la meme coin lanciata direttamente dal presidente degli Stati Uniti a gennaio

Dall’altro lato, però, il prezzo di Bitcoin è cresciuto tanto, registrando un +60% rispetto al massimo storico del ciclo passato. Come se non bastasse sono passati già più di 12 mesi dal primo superamento dell’ATH da parte di BTC (gennaio 2024), caratteristica che rende questo ciclo ancora più strano.

Secondo alcuni esperti del settore, però, non è ancora detta l’ultima parola. I nuovi retailer (investitori al dettaglio) che si sono affacciati sul mercato (anche grazie al lancio di TRUMP), potrebbero tornare nel caso in cui dovesse finalmente verificarsi un’altcoin season.

Il casinò delle meme coin ha sostituito le altseason?

Questo punto è strettamente connesso al precedente. Il lancio di tantissime nuove meme coin unito alle ottime performance delle piattaforme connesse a questo fenomeno, ad esempio pump.fun, fungono da imbuto che attira e prosciuga la liquidità del mercato crypto.

Per questo motivo tantissimi investitori si sono spostati sul casinò delle meme coin, mentre il resto sta attualmente rinunciando alle altcoin. In più, le grandi aspettative connesse all’elezione di Donald Trump si stanno un po’ ridimensionando. È da un po’ che il Presidente non si esprime sulle crypto, precisamente dopo il lancio della sua meme coin.

Un assioma che è sempre valso negli scorsi cicli del mercato crypto, probabilmente attivato da quantitative tightening e iniezioni di liquidità, è il seguente: prima cresce il prezzo di Bitcoin, poi quello di Ethereum e infine la liquidità si riversa all’interno delle altcoin minori. Oggi la situazione sembra essere mutata, anche se sarà il tempo a dirci se si tratta di un cambio paradigmatico o di un semplice delay.

I principali attori di mercato stanno continuando ad accumulare

Ma chiudiamo questo articolo con alcune notizie positive. Nonostante l’assenza del quantitative easing, che ha storicamente funzionato come catalizzatore dei bull market, il ciclo attuale dimostra una resilienza inedita. Bitcoin, trainato dagli ETF istituzionali e da un riconoscimento politico senza precedenti, ha infranto schemi storici, crescendo in un contesto monetario più restrittivo. Tuttavia, la mancata “altseason” tradizionale e il predominio delle meme coin pongono interrogativi sul futuro delle crypto: siamo di fronte a un cambio di paradigma o a una pausa temporanea?

La risposta potrebbe risiedere proprio nella pazienza. Gli investitori istituzionali continuano ad accumulare, segnale che ci comunica che la fiducia nel lungo termine non è venuta meno. Se da un lato l’attuale scenario macroeconomico – con tassi elevati e tensioni geopolitiche – frena l’euforia, dall’altro lascia spazio a un accumulo strategico, preparando il terreno per una possibile esplosione futura. Il vero “trigger” potrebbe non essere il ritorno del quantitative easing, ma un adattamento del mercato a nuove regole del gioco, dove innovazione, regolamentazione e adozione di massa scrivono un copione diverso. Per ora, come ricorda la storia dei cicli passati, l’unica certezza è che i mercati sorprendono sempre: spesso, proprio quando tutti smettono di aspettarselo.

Mario Draghi: 7 fattori che mettono a rischio il futuro dell’Unione Europea

Mario Draghi: i 7 motivi del declino dell’Unione Europea

Mario Draghi è tornato sul suo rapporto sulla competitività europea. Oggi, a cinque mesi dalla pubblicazione, siamo in estremo ritardo. Ecco 7 motivi

Mario Draghi è tornato a parlare del suo rapporto sulla competitività europea. Martedì 18 febbraio, intervenendo al Parlamento europeo, ha ribadito l’urgenza delle riforme proposte nel documento pubblicato cinque mesi fa. Anzi, con il nuovo contesto geopolitico ed economico, le criticità evidenziate sono ancora più pressanti.

Per Draghi, il futuro dell’Unione Europea dipende dalla capacità di agire come un’unica entità economica, riducendo le frammentazioni interne e affrontando le sfide globali con maggiore coesione. Tuttavia, il percorso sarà complesso e coinvolgerà tutti gli aspetti chiave dell’economia: ricerca, industria, commercio e finanza.

Ecco i 7 principali fattori che stanno mettendo a rischio il futuro dell’Europa dal punto di vista economico.

1. L’Europa è praticamente assente nella lotta per l’intelligenza artificiale

Il primo punto sollevato da Draghi riguarda l’Intelligenza Artificiale (AI). L’ex presidente della BCE ha evidenziato come i progressi in questo settore siano stati impressionanti: gli algoritmi di AI hanno raggiunto livelli di accuratezza vicini al 90% nei benchmark scientifici, e i costi di addestramento dei modelli si sono drasticamente ridotti.

Nonostante ciò, l’Europa è quasi assente nella competizione globale. Otto delle dieci aziende leader nel settore sono statunitensi, le altre due sono cinesi. Senza investimenti mirati e una strategia industriale chiara, l’Europa rischia di restare indietro in uno dei settori più strategici per il futuro dell’economia.

2. I prezzi dell’energia sono insostenibili

I prezzi dell’energia in Europa rimangono da due a tre volte superiori rispetto agli Stati Uniti, creando un enorme svantaggio competitivo per le imprese europee.

Durante la crisi energetica del 2022, il prezzo dell’elettricità in Germania è aumentato di oltre 10 volte rispetto ai livelli normali. Sebbene la situazione sia migliorata, la dipendenza dai fornitori esterni e la lentezza della transizione energetica continuano a rappresentare un grave problema per l’industria europea.

3. La guerra commericale contro gli Stati Uniti è imminente

Draghi ha individuato nella politica commerciale statunitense una minaccia concreta per l’economia europea. Se Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, è quasi certo che verranno imposte nuove tariffe sui prodotti europei, mettendo a rischio le esportazioni del continente.

Inoltre, le restrizioni commerciali contro la Cina stanno già provocando un’invasione di prodotti cinesi nei mercati europei, con conseguenze dirette per le industrie locali.

4. L’Europa è il più grande nemico di se stesso

Mario Draghi ha poi parlato di stagnazione, l’economia europea cresce molto più lentamente rispetto a quella di altre regioni del mondo. Uno dei motivi principali è l’assenza di un mercato unico realmente integrato. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le barriere interne all’Unione Europea equivalgono a dazi del 45% per il settore manifatturiero e del 110% per i servizi.

Le startup e le aziende innovative spesso preferiscono spostarsi negli Stati Uniti piuttosto che crescere in Europa, a causa della burocrazia e della mancanza di accesso ai capitali. Draghi ha sottolineato che l’UE deve semplificare la normativa comunitaria e promuovere un piano di armonizzazione delle leggi nazionali per consentire alle imprese di competere su scala globale.

Un esempio significativo è il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati, che secondo alcune stime ha aumentato i costi di gestione dei dati per le aziende europee del 20%.

5. I mercati dei capitali soffrono

Gli europei, e in particolare gli italiani, sono tra i maggiori risparmiatori al mondo. Tuttavia, questi risparmi non vengono investiti in innovazione, ma finiscono principalmente nei conti bancari, permettendo agli istituti di credito di generare profitti, senza contribuire alla crescita del settore tecnologico.

Ogni anno circa 300 miliardi di dollari rimangono nelle casse degli istituti di credito, mentre le startup faticano a raccogliere capitali per espandersi. Per Draghi, è necessario creare un mercato dei capitali più efficiente, che favorisca il finanziamento delle imprese innovative.

6. Il processo legislativo è troppo lento

Draghi ha evidenziato come l’Unione Europea impieghi in media 20 mesi per adottare nuove normative. Un ritardo del genere è incompatibile con il ritmo delle innovazioni tecnologiche e delle trasformazioni economiche.

“Se impieghiamo 20 mesi per legiferare, siamo già superati prima dell’attuazione”, ha affermato l’ex presidente della BCE. Questo problema è particolarmente evidente nei settori digitali, dove gli Stati Uniti e la Cina riescono ad adattare rapidamente le proprie normative per favorire la crescita delle industrie emergenti.

7. La svolta decisiva

Infine, Draghi ha sottolineato come l’Unione Europea continui ad agire come una coalizione di stati, piuttosto che come un’unica entità economica e politica. Un esempio evidente è il settore della difesa, dove i sistemi non sono interoperabili e non esistono standard comuni.

La mancanza di coordinazione tra i paesi membri limita la capacità dell’Europa di proteggere i propri interessi e sostenere la crescita delle imprese locali. “Se vogliamo difendere i nostri confini, far prosperare le nostre aziende e garantire un futuro ai cittadini europei, dobbiamo iniziare a comportarci come un’unica nazione”, ha dichiarato Draghi.

Le sfide evidenziate da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività sono più attuali che mai. Se l’Europa vuole mantenere un ruolo di primo piano nell’economia globale, deve affrontare con decisione questi problemi.

L’alternativa è chiara: continuare a perdere terreno rispetto a Stati Uniti e Cina, con conseguenze negative per le imprese, i lavoratori e il futuro del continente.

Importanti aggiornamenti su USDT, DAI e PAXG: cosa cambia su Young Platform?

Aggiornamento su USDT, DAI e PAXG

Dal 31 gennaio abbiamo introdotto alcune importanti modifiche in linea con le normative vigenti riguardanti USDT, DAI; PAXG e i pair associati. Scopri di più!

In seguito all’introduzione del regolamento Markets in Crypto-Assets (MiCA), abbiamo implementato alcune modifiche relative ai token classificabili come EMT o ART, al fine di agire in modo conforme alla normativa europea vigente. A partire dal 31 gennaio 2025, sono sospesi i depositi e gli acquisti di USDT, DAI e PAXG. Queste criptovalute dovranno essere prelevate dalla nostra piattaforma o vendute entro il 1° aprile 2025.

Inoltre, sono state introdotte anche alcune modifiche riguardanti i Salvadanai e aggiunti nuovi pair (mercati). Ecco tutto ciò che devi sapere.

Sospensione acquisti e depositi per USDT, DAI e PAXG

Dal 31 gennaio 2025, non è più possibile acquistare o depositare USDT, PAXG e DAI su Young Platform, poiché non conformi con la normativa vigente (MiCA). Tuttavia, gli utenti che detengono questi token avranno tempo fino al 31 marzo 2025 per venderle o prelevarle da Young Platform.

È importante tenere presente che a partire dal 1° aprile 2025, tutte le operazioni di vendita e prelievo di USDT, PAXG e DAI saranno definitivamente disabilitate. Ti invitiamo pertanto a chiudere le tue posizioni e prelevare da Young Platform entro e non oltre la data indicata.

Cancellazione ordini aperti

Verranno cancellati tutti i STOPMARKET, STOPLIMIT e LIMIT attivi su tutti i pair (mercati) di seguito elencati.

Gli ordini BUY sui seguenti mercati:

  • PAXG-BTC
  • PAXG-EUR
  • USDT-EUR
  • DAI-EUR

Gli ordini SELL per i seguenti mercati:

  • 1INCH-USDT
  • AVAX-USDT
  • BTC-USDT
  • DOGE-USDT
  • DOT-USDT
  • ENJ-USDT
  • ETH-DAI
  • ETH-USDT
  • GRT-USDT
  • LINK-USDT
  • LTC-USDT
  • METIS-USDT
  • MKR-USDT
  • OP-USDT
  • SAND-USDT
  • SOL-USDT
  • SUSHI-USDT
  • TON-USDT
  • WLD-USDT
  • ZK-USDT

Operatività delle valute

USDT e DAI:

  • Rimarrà attivo l’ordine di vendita da USDT/DAI a Euro.
  • Verrà disabilitato l’ordine di acquisto da Euro a USDT/DAI.
  • Rimarranno attivi gli ordini di scambio da USDT/DAI verso un’altra criptovaluta.  
  • Verranno disabilitati gli ordini di scambio da qualsiasi criptovaluta a USDT/DAI.  

PAX Gold (PAXG):

  • Potrà essere scambiato con Bitcoin (BTC).
  • Potrà essere venduto per Euro (EUR).

Salvadanai

Provvederemo a disattivare tutti i Salvadanai su PAXG e gli acquisti ricorrenti che lo includono, sia individuali che personalizzati. I fondi presenti in questi Salvadanai verranno automaticamente accreditati sul Portafoglio Principale dell’utente.

Nuovi listing disponibili

Per migliorare la tua esperienza di trading, abbiamo aggiunto i seguenti nuovi mercati con USD Coin (USDC), che è pienamente conforme con il regolamento MiCA, e Euro (EUR): 

  • TON-USDC
  • ZK-USDC
  • WLD-USDC
  • ENS-USDC
  • MKR-EUR
  • SUSHI-EUR
  • 1INCH-EUR
  • ENJ-EUR

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