Che cos’è la tassa patrimoniale e come funziona? Chi la paga in Italia?
Cos’è la tassa patrimoniale? Questa è un’imposta che colpisce il capitale detenuto in Italia e all’estero, sia di persone fisiche che giuridiche. A differenza dell’IRPEF che ha un impatto sul reddito, la patrimoniale fa riferimento alla ricchezza accumulata.
In breve con questa tassa uno Stato può prendere una parte del capitale dei suoi cittadini per rafforzare le sue casse e far fronte a spese straordinarie oppure come strumento per pareggiare le disparità economiche. Esistono diverse tipologie di questa imposta e alcune le paghiamo già, magari senza saperlo. Ecco cos’è la tassa patrimoniale, come funziona e la situazione in Italia.
Tassa patrimoniale, cos’è
Per definire cos’è la tassa patrimoniale, dobbiamo innanzitutto spiegare la differenza tra patrimonio e reddito. Quest’ultimo corrisponde alla ricchezza che si ricava dal proprio lavoro, ovvero il guadagno monetario ricevuto in un intervallo di tempo come il salario o gli utili aziendali.
Il patrimonio invece si riferisce al valore totale dei beni posseduti da un individuo o da un’organizzazione, come immobili, investimenti, conti correnti, proprietà intellettuali e altri beni di valore. Il patrimonio è la misura della ricchezza accumulata nel tempo, ed è proprio questo che viene intaccato da questa imposta.
Cos’è dunque la tassa patrimoniale? Un contributo che grava sui capitali dei cittadini spesso utilizzata dai governi come misura per risanare il debito pubblico durante crisi economiche particolarmente gravi.
La forma di tassa patrimoniale più famosa è quella del prelievo forzoso in cui lo Stato può prelevare dai conti correnti senza l’autorizzazione dei proprietari. Questi si troverebbero del denaro in meno in proporzione alla giacenza, per questo la tassa patrimoniale viene considerata da molti l’imposta che erode i risparmi. Ecco il significato della tassa patrimoniale sui conti correnti. Il prelievo forzoso è una pratica chiaramente impopolare e l’ultima volta è stata effettuata nel 1992.
Questo prelievo forzoso scosse l’opinione pubblica e i malumori degli italiani furono molti, sembrava inaudito che lo Stato mettesse mano ai conti correnti e sottrarre il 6 per mille dei risparmi depositati. Oggi, a distanza di trent’anni, si può contare su sistemi alternativi per gestire il proprio patrimonio. Sistemi in cui il denaro è davvero tuo. I tuoi fondi in Bitcoin ad esempio sono accessibili solo a te e li puoi gestire senza intermediari.
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La tassa patrimoniale spiegata
Data una definizione di cos’è la tassa patrimoniale, vediamo come funziona in pratica. Questa imposta può essere reale se si applica solo a un determinato bene, o soggettiva se riferita alla ricchezza totale di una persona.
Inoltre per spiegare cos’è la tassa patrimoniale può essere utile distinguerla in straordinaria, e quindi richiesta solo una tantum, o fissa, quindi riscossa annualmente. In Italia al momento non esiste un’imposta di questo tipo fissa, tuttavia il nostro sistema tributario prevede già delle tasse sul patrimonio declinate in diverse forme. Una di queste è l’IMU, ma rientrano nella categoria anche la tassa di successione o donazione.
La tassa patrimoniale in Italia
Ora che sappiamo cos’è la tassa patrimoniale, possiamo approfondire la situazione in Italia. Come anticipato, nel nostro paese non viene riscossa in maniera ordinaria. In Francia e negli Stati Uniti ad esempio viene applicata annualmente su certe fasce di patrimonio. Anche come forma di riduzione delle diseguaglianze economiche.
Negli anni gli italiani hanno pagato diverse tasse patrimoniali e subito prelievi forzati. Oltre a quello già citato del 1992 sotto il governo Amato, si verificò un prelievo forzoso nel 1919 per affrontare i debiti della Prima Guerra Mondiale, e ancora nel 1936 in seguito alla Guerra in Etiopia e nel 1940 per la Seconda Guerra Mondiale. La tassa patrimoniale per la ricostruzione post bellica nel nostro paese durò per ben 20 anni.
Concludendo questo excursus su cos’è la tassa patrimoniale possiamo dire che si tratta di un argomento che suscita sempre un grande dibattito relativo all’equità dei pagamenti e alla possibilità che uno Stato intervenga in maniera diretta sui risparmi dei cittadini.