Il successo degli NFT di Blur mette a dura prova il colosso OpenSea. Cosa sta succedendo? Ecco tutte le cose da sapere e perché tenere d’occhio la battaglia tra marketplace
Gli NFT di Blur sono già un caso studio. Come può un marketplace attivo da soli pochi mesi superare il colosso del settore? La piattaforma ci è riuscita con due strategie: togliere tutte le royalty dei token non fungibili e lanciare la sua crypto BLUR con un tempismo perfetto. Il marketplace ha attirato moltissimi utenti e la cosa sta facendo tremare il principale competitor che in questi giorni sta cercando di rimediare e non perdere il suo primato. Ecco cosa sta succedendo tra Blur e OpenSea e tutte le cose da sapere sulla battaglia tra marketplace!
Come gli NFT di Blur hanno superato il volume di quelli di OpenSea
Blur è l’ultima novità del mondo “non fungibile”, e sebbene sia in circolazione solo da pochi mesi, è diventato in poco tempo una delle principali piattaforme per lo scambio di token non fungibili.
Da Dicembre 2022 i volumi del nuovo marketplace sono cresciuti esponenzialmente fino a superare quelli di Opensea: la settimana scorsa la differenza di volumi di scambio tra le due piattaforme è stata enorme. Opensea ha gestito circa il 16% degli scambi del mercato NFT, Blur quasi l’80%. Quanto accaduto può essere motivato dalle due strategie che si sono, soprattutto negli ultimi giorni, dimostrate vincenti.
La prima riguarda le royalty. Il marketplace ha deciso di non imporre, ai suoi utenti, il pagamento obbligatorio delle royalty, ovvero le commissioni che vengono trattenute dalle vendite di NFT e redistribuite ai creatori delle collezioni e agli artisti. Solitamente oscillano dal 2,5% fino a massimo il 15% del prezzo totale del token. La decisione di togliere il pagamento obbligatorio delle royalty, introdotta per la prima volta da Magic Eden ad Ottobre 2022, incentiva i retailer (rivenditori) rispetto agli artisti che vengono così privati di una parte dei guadagni.
L’ultimo baluardo per i creator, uno dei pochi marketplace a non aver reso le royalty facoltative, era Opensea, che cercava di resistere ai colpi dei concorrenti mantenendole obbligatorie. Si appunto era! Perché da questa settimana, e in teoria per un periodo di tempo limitato, anche Opensea ha eliminato l’obbligo di pagare le commissioni. Riuscirà in questo modo a fermare l’avanzare di Blur?
L’airdrop da capogiro della crypto di Blur
La seconda strategia è stata costruita attorno al lancio di $BLUR, avvenuto sulla blockchain di Ethereum, che ha permesso agli utenti di ricevere in regalo incredibili somme di Ether (di quelle che ti cambiano la vita) in proporzione a quanto avevano utilizzato la piattaforma. L’airdrop della crypto BLUR ha inizialmente premiato attraverso dei punti, chiamati bid e listing point. I primi sono stati distribuiti tenendo conto della quantità di ETH offerti per acquistare NFT su Blur, mentre i secondi al numero di listing (messa in vendita) dei propri token non fungibili sulla piattaforma.
Successivamente sono stati distribuiti a chi aveva ottenuto questi punti, 400 milioni di dollari. La formula matematica che il team del progetto ha utilizzato per dividere il bottino ha tenuto conto dei punti accumulati da ogni utente e della listing loyalty, ovvero la “lealtà” degli utenti al marketplace. Per alcuni utenti l’airdrop è stato da capogiro! I primi tre classificati hanno ricevuto circa 2.900 ETH, al prezzo attuale più di 3,5 milioni di dollari ciascuno.
In seguito dell’imponente airdrop il prezzo della crypto BLUR ha registrato un andamento schizofrenico. È passato dagli 0,46$ del lancio al prezzo attuale di 1,18$ con oscillazioni anche del 40% in poche ore. Ora occupa la 93° posizione della classifica delle crypto per market cap, ed ha una capitalizzazione di mercato di circa 460 milioni di dollari.
Ad oggi non è possibile sapere chi sarà il vincitore della battaglia tra marketplace, gli NFT su Blur riusciranno a mantenere il successo di questi giorni o la loro posizione sfumerà?
Di sicuro i perdenti di questa situazione non sono i marketplace ma i creator e gli artisti: per la competizione sfrenata a chi vende di più delle piattaforme, dovranno lottare per reintrodurre il pagamento obbligatorio delle royalty. E vedere finalmente ricompensato il loro lavoro.