Polkadot: 5 curiosità sulla crypto del Web3

Polkadot 5 curiosità crypto Web3

Polkadot è una piattaforma che fa dell’interoperabilità la sua missione. Scopri 5 curiosità sulla blockchain del Web3!

Hai già sentito parlare del Web3 e di come cambierà il nostro modo di navigare su Internet? Allora avrai sicuramente sentito parlare di Polkadot, la piattaforma multichain che promette di ospitare questo cambiamento.

Cos’è di preciso Polkadot? Non è una blockchain come tutte le altre: è una rete interconnessa di blockchain parallele, chiamate parachain, ognuna con una funzione diversa. Su Polkadot tutti possono sviluppare dei network affidandosi all’architettura di base creata dalla Web3 Foundation, l’ente svizzero dietro la blockchain.

Vuoi conoscere qualche curiosità su Polkadot e sul suo fondatore? Continua a leggere per scoprire 5 chicche sulla blockchain del Web3!

1. L’origine del nome Polkadot

Il nome Polkadot è sicuramente originale, ma perché si chiama proprio così? L’ideatore della piattaforma, Gavin Wood, aveva immaginato il suo progetto come una rete di tantissimi network interconnessi. “Polkadot” in inglese vuol dire “pois”, ed ecco svelato il mistero: Wood si è lasciato ispirare dalla fantasia a pallini che tutti conoscono! Davvero un nome azzeccato.

2. Gavin Wood ed Ethereum

I più ferrati forse lo sapranno già, ma il fondatore di Polkadot ha collaborato alla programmazione di Ethereum nel lontano 2015. Tutti conoscono Vitalik Buterin, ma Gavin Wood è stato il CTO (Chief Technology Officer) di Ethereum, contribuendo allo sviluppo del progetto.

È per questo che la vision delle due piattaforme presenta molte similitudini: entrambe sono studiate per essere scalabili, sicure e interoperabili con altre blockchain.

3. Non ci forkeremo mai

Ti viene il mal di testa a pensare a tutti gli hard fork che ha subito Bitcoin? Hai paura che possa succedere qualcosa ai tuoi Ether durante l’aggiornamento di Ethereum? Questi problemi non esistono con Polkadot!

Gli hard fork, come Bitcoin Cash o Ethereum Classic, sono sempre dei momenti divisivi per la community della crypto interessata. In un sistema decentralizzato come quello delle blockchain questi eventi sono stressanti e spesso senza una soluzione chiara, lasciando il valore dei token in balia del mercato al ribasso. Polkadot abbandona il sistema dei fork perché non ne ha bisogno: la piattaforma è costruita su Substrate, che permette alla community di votare dei cambiamenti e implementarli automaticamente. No fork, no cry!

4. Kusama, un ambiente sandbox per evitare problemi

Sapevi che in miniera i minatori portavano con sé dei canarini, perché il loro malessere avvisava in anticipo i lavoratori di un eccessivo livello di gas tossici o altri pericoli.

Allo stesso modo, Kusama è definito “canary network” di Polkadot. Sviluppato da Gavin Wood, Kusama serve proprio per fare beta-testing di dapp e progetti nuovi senza intaccare la piattaforma originale, e assicurandosi che tutto funzioni come si deve.

L’idea di creare un ambiente di test è venuta al fondatore di Polkadot dopo che un bug aveva fatto fallire clamorosamente la loro prima ICO, nel 2017, quando i DOT erano ancora dei token basati su Ethereum. Grazie a Kusama, gli sviluppatori sperano che eventi del genere non si verifichino più. La piattaforma è stata sfruttata anche per il lancio delle prime parachain avvenuto alla fine del 2021.

5. Parachain per tutti i gusti

Il vantaggio principale di Polkadot è l’opportunità che offre agli sviluppatori di creare delle parachain su misura. Creare una blockchain totalmente nuova è dispendioso e richiede tempo; costruirne una basata su Polkadot è molto più efficiente. In più, sapere che ci si appoggia a una delle blockchain più stabili e supportate di sempre è un sollievo per ogni programmatore.

Attualmente, su Polkadot ci sono 100 slot disponibili per sviluppatori in cerca di un sistema affidabile su cui costruire la propria blockchain personalizzata. Gli slot vengono messi all’asta, e possono essere acquistati usando i DOT, cioè i token di Polkadot. Stesso risultato, lavoro dimezzato: cosa può esserci di meglio?

Perché i domini su ENS sono fondamentali per il Web3?

Web3 a cosa servono i domini su blockchain

Il Web3 è dietro l’angolo e per sviluppare un nuovo internet, servono nuovi strumenti come i domini su blockchain di ENS!

Da settimana scorsa su Young Platform Pro è disponibile ENS, il token di governance di Ethereum Name Service. I domini su blockchain sono uno strumento strategico per decentralizzare internet. Web3 in vista!

Il Web3 vuole la decentralizzazione di internet 

I domini su blockchain sono uno strumento fondamentale per concretizzare il Web3, la fase di internet che ci sta aspettando a braccia aperte! Il termine Web3 viene usato per riferirsi a una nuova configurazione di internet in cui tutte le tecnologie già esistenti e attive si sposteranno sulla blockchain. Il risultato finale? La decentralizzazione di internet. Con il Web3 tutte le informazioni e i contenuti online saranno di proprietà di chi le ha create e non di aziende centralizzate come Google o Meta. Il Web3 quindi proporrà un nuovo modello economico: l’ownership economy

Ora come ora non possiamo dire di essere nel pieno del Web3, anzi è probabile che vivremo un lungo momento di transizione nei prossimi anni dove Web3 e Web2 saranno compresenti. In ogni caso sono in corso i primi esperimenti e progetti per dare la luce a internet su blockchain. Uno di questi è Ethereum Name Service (ENS), un protocollo per registrare domini sulla blockchain di Ethereum. I domini su blockchain sono un servizio necessario allo sviluppo del Web3 perché favoriscono la decentralizzazione di internet. In che modo?

I domini su blockchain sono l’identità del Web3

Un nome di dominio registrato su ENS può essere usato in molti modi diversi. Tra le altre cose funziona come indirizzo web, come wallet, come mail o account social. Se registri un nome di dominio su ENS prendi due piccioni con una fava. Anzi tre, quattro, cinque piccioni con una fava. Un dominio su blockchain descrive un’intera identità digitale presente su internet: profili, account, indirizzi email, siti web, wallet. Dentro un solo dominio su blockchain puoi aggiungere tutte le informazioni che ti servono per navigare e accedere ai servizi su blockchain. Comodo, facile e veloce!

Se usi un dominio su blockchain per registrare tutte queste informazioni, sei tra i pionieri del Web3, e man mano che si svilupperà avrai già accesso a tutti i servizi decentralizzati su blockchain che si proporranno come alternativa speculare a quelli centralizzati.

Insomma, i domini come quelli forniti da ENS sono la base per il concetto poliedrico di identità che caratterizzerà il Web3.

Fun fact: la lista dei domini ENS più seguiti su Twitter

Come detto, i domini su blockchain possono essere usati come nome utente sui social. E qual è il social che va alla grande nel mondo crypto? Twitter ovviamente! Qui un’infinità di utenti (più o meno famosi) utilizza un nome ENS che si riconosce da tre semplici letterine finali: .eth. Tre letterine che fanno davvero la differenza e mostrano il crypto enthusiast che sei. Siccome sui social network contano i numeri, .eth Leaderboard ha raccolto la lista dei nomi ENS con più follower su Twitter. Chi ci sarà mai al primo posto? Qualche fondatore o sviluppatore blockchain? No, ma un’insospettabile Paris Hilton. Forse non tutti sanno che l’ereditiera americana è una grande sostenitrice crypto, attiva nel Metaverso e collezionista NFT. Al nono posto troviamo il profilo di Vitalik Buterin che manca il podio di un bel po’!

I domini su blockchain insieme a IPFS per archivi online decentralizzati

Torniamo alle funzioni dei domini su blockchain per il Web3. Registrando un dominio su Ethereum Name Service oltre a tutte le informazioni di base (account social, email, wallet, url) si possono aggiungere dei IPFS content hash. In questo modo le informazioni registrate in quel dominio su blockchain faranno parte della rete di nodi dell’IPFS, ovvero Interplanetary File System. Si tratta di un protocollo per browser per lo sviluppo di un archivio decentralizzato di pagine web. IPFS nasce per rispondere a un problema specifico: la raccolta e l’uso che molte piattaforme centralizzate fanno dei dati e contenuti online. Questo protocollo, che già funziona sul browser Brave, ribalta il paradigma della raccolta dati online. Con IPFS si passa da un archivio centralizzato dei dati degli utenti che vengono gestiti da terzi, a un archivio user-owned in cui l’utente è in pieno possesso delle informazioni. Sceglie quali dati dare alle piattaforme e ai servizi che vuole usare su internet. Ownership economy e user-owned storage: possiamo dire che nel Web3 l’utente è al centro. 

In poche parole i domini su blockchain, come quelli registrati su ENS, sono uno strumento strategico per dare vita al Web3 perché cambiano il modo di usare internet e le sue informazioni. Spostando il possesso dei tuoi dati nelle tue mani! 

Attivato aggiornamento Mimblewimble su Litecoin!

Litecoin aggiornamento Mimblewimble, cosa cambia

Grazie al nuovo protocollo privacy-oriented, la prima altcoin di sempre è pronta a offrire transazioni anonime e più veloci

Nel mondo delle criptovalute il tema della privacy è molto caldo. Per alcuni progetti crypto la privacy è un valore da ricercare al pari di scalabilità o sicurezza. Con questo obiettivo sono nate privacy coin come Monero. Altre criptovalute lavorano per garantire la privacy delle loro transazioni come un servizio aggiunto senza farne la loro vocazione principale. È il caso della prima altcoin della storia: Litecoin, che ha deciso di migliorare la sua privacy con l’aggiornamento Mimblewimble, ora attivo dopo due anni di sviluppo. 

Che cos’è Mimblewimble?

L’aggiornamento Mimblewimble di Litecoin è un un protocollo privacy-oriented che stabilisce una nuova struttura e modalità di archiviazione delle informazioni sulla blockchain. Mimblewimble è stato pensato per migliorare la privacy degli utenti: il protocollo infatti permette che le informazioni delle transazioni rimangano anonime. Questa possibilità non è prevista da tutte le blockchain, la maggior parte delle criptovalute, come Bitcoin, si basa su pseudonimia e non su un anonimato totale. Le informazioni delle transazioni sono sempre visibili ma sotto forma di un codice alfanumerico. Sulla maggioranza delle blockchain troverai gli indirizzi di chi manda e di chi riceve la quantità di criptovalute, ma mai nome e cognome di compratori e venditori. Con Mimblewimble nessuna di queste informazioni sarà rivelata. L’attivazione dell’aggiornamento è stata resa possibile dal Mimblewimble Extension Block (MWEB), che consentirà agli utenti di Litecoin di scegliere transazioni anonime. 

Fun fact: Mimblewimble e Harry Potter

L’aggiornamento attivo su Litecoin porta il nome di un incantesimo del mondo magico di Harry Potter. Mimblewimble è la formula della Maledizione Languelingua e serve per legare la lingua all’avversario in modo che non possa più esprimere frasi di senso compiuto o pronunciare le formule degli incantesimi in maniera corretta. Mimblewimble è uno degli incantesimi che spiega Gilderoy Lockhart ai suoi allievi del Club dei Duellanti, in Harry Potter e la Camera dei Segreti, il secondo libro della saga. Così come con Mimblewimble Harry impedisce ai suoi nemici di parlare, l’aggiornamento di Litecoin prevede che i blocchi non rivelino nessuna informazione. Insomma, hanno la stessa funzione! Ora che il piccolo momento nerd è finito, scopriamo come funziona e cosa cambia con l’aggiornamento di Litecoin. 

Cosa cambia con l’aggiornamento Mimblewimble di Litecoin?

Dopo due anni di sviluppo finalmente Mimblewimble è attivo sull’altcoin fondata da Charlie Lee. La proposta di questo aggiornamento risale al 2019 ma solo nel 2020 è stato lanciato il suo test. La tipologia di crittografia usata da Mimblewimble si chiama Elliptic Curve Cryptography (ECC), applicando questo sistema di crittografia la blockchain può validare e registrare qualsiasi transazione senza rendere visibili le informazioni. ECC si basa su alcuni logaritmi che rendono le equazioni della blockchain ancora più complicate da risolvere, e quindi da manomettere. In questo modo anche la sicurezza di Litecoin fa un passo in avanti. Oltre a ECC, Mimblewimble include altri protocolli crittografici:

  • Confidential Transaction (usato anche da Monero): nasconde il valore della transazione;
  • CoinJoin (usato anche da Bitcoin e Dash): combina gli indirizzi di una transazione con quelli di altre rendendo impossibile tracciarle;
  • Dandelion: garantisce che l’identità di mittente e destinatario rimangano sempre anonime; 
  • Cut-through: crea blocchi di transazioni aggregando più transazioni tra loro, aumentando la scalabilità di tutto il sistema.

Oltre alla privacy, un altro miglioramento che porta Mimblewimble a Litecoin è la scalabilità: grazie al fatto che i nuovi protocolli prevedono la registrazione su blockchain di un minor numero di informazioni, la grandezza dei blocchi sarà minore. Il lavoro della blockchain dunque sarà più scorrevole. 

Secondo le dichiarazioni della Litecoin Foundation, l’attivazione dell’aggiornamento farà di Litecoin una “sound money” ovvero una moneta “forte e sana”, che dipende unicamente dal mercato e dal proprio valore tecnologico intrinseco. Per gli utenti Litecoin sarà più vantaggiosa da usare anche nelle transazioni di tutti i giorni come “pagare gli stipendi dei dipendenti e persino acquistare beni immobili”.

Bitcoin salverà la rete elettrica in Texas?

Il Mining di Bitcoin salverà la rete elettrica in Texas

In Texas da anni la fornitura di energia è un problema. Il governatore Greg Abbott vuole provare a risollevare la rete elettrica invitando mining pool di Bitcoin a stabilirsi nel territorio. Non sarà un controsenso? 

Non è un mistero: il mining di Bitcoin è un’attività che richiede moltissima energia elettrica. Proprio per questo alcuni stati stanno pensando a delle regole per evitare che le mining pool sovraccarichino le infrastrutture nazionali o per utilizzare energia pulita. Altri stati invece, come la Cina, hanno deciso di bandire in toto il mining di Bitcoin e delle altre criptovalute. In Texas sta succedendo qualcosa di mai sentito prima: il mining di Bitcoin potrebbe essere la strategia vincente per aiutare, e non danneggiare, la stabilità elettrica dello stato americano. Vediamo come!

I problemi della rete elettrica in Texas

Nel Febbraio 2021 in Texas una bufera di neve ha danneggiato gli impianti elettrici e causato un blackout generale. Case e aziende sono rimaste senza elettricità per giorni interi e in totale sono morte 702 persone. La crisi energetica in Texas si manifesta così: nell’incapacità di fornire energia elettrica in tutte le condizioni e con continuità, e nei costi altissimi per l’utenza. La situazione in Texas è davvero problematica, tanto che il governatore Greg Abbott sta escogitando un piano targato blockchain per potenziare le infrastrutture energetiche dello stato. 

Il mining di Bitcoin può incentivare lo sviluppo della rete energetica 

Per contrastare la povertà elettrica del Texas Abbott ha proposto di incentivare il mining di Bitcoin. La faccenda pare controintuitiva: perché favorire un’industria che potrebbe pesare sulla già fragile fornitura elettrica locale? Accogliere mining pool non toglierebbe l’elettricità alle altre attività? In effetti il Texas sembra andare in direzione opposta rispetto alle altre nazioni che vietano il mining in quanto troppo dispendioso a livello energetico. Abbott propone una prospettiva diversa: è vero, il mining di Bitcoin richiede energia che in Texas non c’è.

Tuttavia dal momento che l’industria delle criptovalute è redditizia, fornirebbe i giusti finanziamenti e incentivi economici per costruire o implementare gli impianti elettrici già esistenti. Secondo il ragionamento di Abbott, il mining di Bitcoin potrebbe attrarre l’interesse economico di  investitori e aziende pronte a garantire che il mining di Bitcoin fiorisca. Inoltre Abbott conta sulla collaborazione dei miner in caso di necessità. Qualora ci si trovasse in un momento critico e la rete elettrica dovesse vacillare, Abbott chiederebbe alle mining pool di interrompere il loro lavoro momentaneamente per aiutare la cittadinanza. 

Il rischio della strategia di Abott è quello di mettere ulteriormente sotto pressione la rete elettrica, soprattutto nella fase iniziale. I suoi oppositori vedono nell’accoglienza dei miner di Bitcoin la possibile causa del crollo energetico definitivo e chiedono che in caso di criticità ai miner venga imposta l’interruzione delle attività, senza lasciare loro scelta.

Abbott vuole cercare di migliorare l’infrastruttura energetica senza passare da compagnie elettriche o enti governativi. Se gli altri governi si fanno indietro, il Texas accoglie i miner di Bitcoin a braccia aperte. 

Avalanche: quali novità aspettarci dal 2022?

Avalanche Roadmap Novità 2022

Avalanche è una blockchain proof-of-stake che ha stupito il mondo delle crypto, con che novità ci sorprenderà nel 2022?

Avalanche ha stupito tutti con la crescita che ha dimostrato nel 2021. Partendo dal basso, AVAX ha raggiunto un ATH di quasi 145$ in poco più di un anno. Adesso è una delle criptovalute con più capitalizzazione di mercato, e tra quelle più interessanti nel campo degli smart contract.

Uno dei punti di forza di Avalanche è la sua interoperabilità: la piattaforma può essere persino utilizzata con dapp progettate per Ethereum, grazie al bridge introdotto nel 2021. Questo, combinato alle transazioni economiche e rapide, l’ha resa una piattaforma di riferimento nel mondo DeFi. Vediamo quali risultati ha raggiunto nel 2021 e quali novità il team di Avalanche proporrà nel 2022!

Un 2021 ricco di sorprese

Avalanche è una piattaforma blockchain basata su un protocollo proof-of-stake, rilasciata pubblicamente nel 2020. Nell’ultimo anno ha tagliato traguardi sorprendenti.

Le più grandi novità per Avalanche sono arrivate negli ultimi tre mesi del 2021, in cui è stata listata da molti exchange famosi. Il boom ha convinto Ava Labs a istituire un fondo di 200 milioni di dollari per favorire e accelerare lo sviluppo della piattaforma, stringendo partnership importanti con importanti realtà come Deloitte e 1inch.

Risultato? A dicembre 2021, Avalanche ha raggiunto una media di transazioni giornaliere molto elevata, intorno alle 475mila al giorno! In più, le transazioni su AVAX sono davvero economiche. Normalmente le commissioni si aggirano intorno ai venti centesimi di dollaro, rispetto alla media di 60 dollari su Ethereum.

La roadmap del 2022 di Avalanche

Il boom inaspettato di fine trimestre ha congestionato temporaneamente la rete di Avalanche, alzando temporaneamente i prezzi delle transazioni intorno ai 3 dollari, ma Ava Labs ha prontamente reagito per sistemare la situazione. L’aggiornamento Apricot ha introdotto un sistema chiamato “pruning”, che snellisce sensibilmente la rete rendendola più veloce e sicura. Secondo il CEO di Ava Labs, Emin Gün Sirer, il pruning permetterà alla rete di garantire le 45mila transazioni al secondo promesse senza incorrere in congestioni o commissioni eccessive. L’azienda vuole continuare a insistere su questo punto, per assicurare che la rete decentralizzata funzioni senza intoppi. 

Il team di Ava Labs vuole anche potenziare il sistema di subnet della rete Avalanche. A dicembre è stata introdotta la possibilità di creare reti blockchain secondarie, da personalizzare secondo i propri bisogni. “I subnet sono tele bianche in grado di gestire tutte le parti più difficili del processo di creazione di reti blockchain”, ha scritto con entusiasmo in un thread di Twitter Emin Gün Sirer. “Dopo una vita lavorativa dedicata alle promettenti reti decentralizzate, finalmente posso dire che il futuro non è mai sembrato così luminoso… e questo è solo l’inizio”. Il web3 sarà uno degli argomenti più chiacchierati del 2022, e Avalanche non vuole farsi scappare l’occasione per diventare leader di questo settore!

Basta guardare il record che Avalanche ha raggiunto a inizio 2022 per capire che gli appassionati di crypto credono nel progetto: il 27 gennaio, sulla blockchain sono state registrate 1,1 milioni di transazioni, con commissioni medie di 0,23$. Ethereum, di contro, registra in media 1,25 milioni di transazioni con commissioni medie di 60$!

Dapp innovative, miglioramenti tecnologici e record infranti: il 2022 sarà l’anno delle novità per Avalanche? Ti terremo aggiornato!

The Sandbox: 50 milioni per le startup nel Metaverso

The Sandbox stanzia 50 milioni di dollari per startup nel Metaverso

The Sandbox ha annunciato un programma di finanziamento e sviluppo di 50 milioni di dollari per startup che lavorano nel Metaverso, scopri i dettagli!

The Sandbox ha un obiettivo ambizioso: concretizzare tutte le potenzialità del Metaverso. Vuole offrire un’esperienza indimenticabile e tecnicamente all’avanguardia. A questo si può collegare la prossima collaborazione con il gruppo Warner Music. La casa di produzione insieme a The Sandbox costruirà nel Metaverso una LAND a tema musicale con un parco a tema e uno spazio per ospitare concerti degli artisti rappresentati da Warner Musica. Nel Metaverso di The Sandbox i creator e gli artisti sono al centro della scena. 

In questa direzione il Metaverso supportato da Animoca Brands ha annunciato lo stanziamento di 50 milioni di dollari per la crescita e lo sviluppo di startup nate per implementare la realtà digitale. 

Un programma da 50 milioni per le startup nel Metaverso

The Sandbox Metaverse Accelerator Program ha un bel bottino da distribuire a 100 startup che si sapranno distinguere per l’innovazione e l’utilità dei loro progetti. Il programma è in collaborazione con Brinc, un Venture Accelerator e sarà realizzato nel contesto di Launchpad Luna: il loro accelerator program nativo dedicato alle startup nel campo blockchain e NFT. Lo scopo del programma è supportare startup che possano contribuire alla crescita e all’espansione dell’ecosistema di The Sandbox. Come? Costruendo esperienze mai viste e dando un tocco di creatività e novità ai contenuti del Metaverso. Le startup che vinceranno il bando avranno l’opportunità di creare e pubblicare giochi e altre esperienze per gli utenti di The Sandbox con la possibilità di monetizzare e mantenere il copyright dei loro lavori. 

Il programma di 50 milioni per le startup nel Metaverso prevede per le startup un finanziamento immediato, supporto e consulenza in qualsiasi fase del lavoro, monetizzazione dei contenuti grazie al token SAND, vendita dei prodotti sul marketplace di The Sandbox, strategie di marketing per l’integrazione dei contenuti nel Metaverso e assistenza completa per il lancio e lo sviluppo. Che occasione prelibata, startup fatevi avanti!

Chi può candidarsi al programma?

Bric e The Sandbox invitano startup da tutto il mondo a partecipare al programma da 50 milioni. Non ci sono limiti regionali perché il tutto si svolgerà online. Le startup che vogliono candidarsi devono occuparsi di arte, cultura, intrattenimento e gaming su blockchain. Almeno due tra i co-founder devono avere un’esperienza rilevante nel campo e la startup deve avere una roadmap chiara e con obiettivi concreti. In generale Bric e The Sandbox sono alla ricerca di progetti scalabili e con alto potenziale di crescita. I partner specificano che verrà riservata una priorità speciale ai progetti attenti all’ambiente, quindi costruiti su blockchain Proof-of-Stake. Le startup con tutti i requisiti verranno annunciate dopo tre mesi dalla chiusura delle domande, prevista per il 27 Febbraio 2022. 

8 fatti sconosciuti su Bitcoin

Bitcoin: 8 fatti sconosciuti e curiosità

Pensi di sapere tutto su Bitcoin? Young Pills ti sfida! Mettiti alla prova e scopri quanto conosci l’oro digitale

Bitcoin è la più famosa tra le criptovalute, nel 2022 non c’è anima viva che non abbia sentito parlare almeno una volta dell’oro digitale. Il mondo si spacca in due: chi ha solo un’idea generica di cosa sia e di come funzioni Bitcoini e dall’altro lato i bitcoiner a cui non sfugge nulla. Ma anche per loro questa lista di 8 fatti sconosciuti su Bitcoin sarà una rivelazione! 

1. Un bug ha creato 184 milioni di BTC nel 2010

Il 15 Agosto del 2010 un bug del blocco 74.638 della blockchain di Bitcoin ha creato 184 milioni di BTC: questo evento è stato chiamato “Incidente di overflow di valore”. Cosa è successo? 

2. Il numero massimo di BTC in circolazione non è esattamente di 21 milioni

L’algoritmo dietro a Bitcoin prevede che il numero massimo di criptovalute in circolazione sia 21 milioni. In realtà il numero esatto è 20.999.987.4769 BTC. La differenza è minima ed è causata da alcuni errori che si verificano nel mining e che impediscono la creazione di nuovi BTC.

3. Il Satoshi è davvero l’unità più piccola del sistema Bitcoin?

Ecco il terzo fatto sconosciuto su Bitcoin: l’unità più piccola di Bitcoin non è il Satoshi ma il Millisatoshi! Un Millisatoshi (MSAT)  corrisponde a 0,00000000001 BTC. Un millesimo di un Satoshi. 

4. Satoshi Nakamoto è stato rapito dalla CIA?

L’identità di Satoshi Nakamoto è sconosciuta, il leggendario inventore di Bitcoin non ha un volto ed è sparito dalla circolazione da anni. Secondo alcuni voci di corridoio, la sua scomparsa è legata alla CIA… sano gossip su Bitcoin o leggenda metropolitana? Young Pills ti aspetta per scoprirlo!

5. Il primo Bitcoin Faucet ha distribuito 5 BTC per visitatore

Bitcoin Faucet è un nome che solo i primi entusiasti di Bitcoin conoscono, si tratta di una pratica vintage, legata ai primi anni di BTC. Si trattava di siti web che distribuivano gratuitamente parti di Bitcoin. Ora non esistono più ma il primo in funzione ha regalato ben 5 BTC!

6. Quante sono le Altcoin che derivano da Bitcoin?

Dopo la nascita di Bitcoin nel 2008 la blockchain ha ispirato la nascita di tantissime altre criptovalute. Tra quell’anno e il 2017 sono state sviluppate 436 altcoin a partire da un fork di Bitcoin

7. Satoshi Nakamoto? Premio Nobel per l’Economia

Nel 2016, a otto anni dalla sua decisiva invenzione, Satoshi Nakamoto è stato candidato per il Premio Nobel per l’Economia. Un altissimo riconoscimento per il brillante informatico (o gruppo di informatici)! Purtroppo Nakamoto quell’anno non ha vinto ma, chissà, forse in futuro il creatore di Bitcoin prenderà il volo per la Svezia!

8. Il 91,7% degli indirizzi esistenti sulla rete Bitcoin ha meno di 0,01 BTC

Ultimo fatto sconosciuto su Bitcoin? Circa il 91% degli indirizzi sulla blockchain di Bitcoin possiede meno di 0,01 BTC. Questo cosa significa? Che la maggior parte del valore di Bitcoin è tra le mani delle cosiddette whales, entità o persone che hanno nel wallet grandi quantità di questa criptovaluta: tra i 1.000 e 10.000. 

Allora, quanti di questi fatti sconosciuti su Bitcoin avevi già sentito? La regina delle criptovalute continua a far parlare di sé!

Cardano: le 3 dapp più interessanti del 2022

Cardano dapp

Cardano è una blockchain Proof-of-Stake creata dal co-fondatore di Ethereum. Quali sono le Dapp più sorprendenti sulla sua rete?

Il 13 settembre 2021, il team di sviluppo di Cardano ha rilasciato un hard fork per permettere l’utilizzo di smart contract sulla blockchain. L’aggiornamento, chiamato Alonzo, ha rappresentato una pietra miliare per l’adozione della crypto di Charles Hoskinson. Ma quali sono le dapp più interessanti che puoi trovare su Cardano? Riusciranno a convincere gli Etherean a passare a una delle blockchain Proof of Stake più conosciute?

1) Sundaeswap, la dolce concorrente di Uniswap

Sundaeswap è un protocollo per il trading decentralizzato fondato da Mateen Motavaf e Artem Wright, entrambi veterani del mondo fintech. Hanno approfittato dell’introduzione degli smart contract per creare un protocollo DEX ispirato a UniSwap, ma abbracciando la filosofia di Cardano. “…Cardano è più veloce e più economica rispetto alle piattaforme di smart contract concorrenti, è gestita da un’organizzazione no-profit e collabora regolarmente con istituzioni accademiche di alto livello” conferma il sito dell’exchange decentralizzato nuovo di zecca.

Grazie a Sundaeswap, disponibile in beta dal 20 gennaio, gli utenti possono scambiare, prestare, prendere in prestito e fare staking dei loro token sfruttando la struttura decentralizzata della dapp. Nessun intermediario: il processo è automatico e immediato, anche grazie all’interfaccia user-friendly e… dolcissima!

L’obiettivo di Sundaeswap è diventare il DEX di punta della rete Cardano, fungendo da alternativa alla più famosa Uniswap basata su Ethereum. Anche se il lancio è stato traballante, con problemi di congestione che hanno messo in difficoltà alcuni utenti, il team di Sundaeswap è ottimista. “Considerando la mole della nostra community e l’hype per il lancio, un rallentamento iniziale delle attività è inevitabile”, aveva preannunciato il team.

2) Empowa, una dapp per migliorare il mondo

Empowa è una dapp innovativa di RealFi con una mission umanitaria davvero ambiziosa. Lo scopo del progetto è creare una community che faciliti l’accesso a servizi finanziari a chi è in difficoltà. L’obiettivo concreto, almeno all’inizio, è ricostruire il mercato immobiliare africano, in estrema crisi da anni. “[solo] il 16% delle famiglie che abitano zone urbane hanno un tetto permanente sulla testa” è scritto nel white paper di Empowa.

La piattaforma funziona grazie ai token nativi di Empowa, gli EMP. Questi token potranno essere utilizzati per finanziare la costruzione di case in Paesi in via di sviluppo. I finanziatori riceveranno poi una quota dell’affitto pagato dagli inquilini, creando un sistema vantaggioso per tutte le parti in gioco.

La roadmap di Empowa prevede di avere una rete funzionante entro il primo quarto del 2023, ma è possibile comprare i primi token già dal 24 gennaio. La mission umanitaria di Empowa è in linea con la filosofia di Cardano di “dare una banca a chi non può averla”: avere un impatto positivo sul mondo è davvero possibile!

3) Meld, la dapp di DeFi con un progetto ambizioso

Meld è un protocollo di DeFi open-source che si propone di rivoluzionare il modo in cui si prestano e si prendono in prestito le criptovalute. La dapp si basa su Cardano per massimizzare l’efficienza delle transazioni, “…riducendo le tariffe di più del 99% rispetto ai concorrenti basati su ETH”.

Sfruttando l’efficienza di Cardano, chi possiede crypto può prestare le proprie valute e ottenere ricompense costanti. La dapp ha messo in atto un innovativo sistema di finanziamento iniziale, lasciando da parte le ICO (Initial Coin Offering) e introducendo la ISPO (Intial Staking Pool Offering). I possessori di ADA possono sostenere il lancio del progetto Meld direttamente coi loro coin, ottenendo in cambio token MELD.

https://twitter.com/MELD_labs/status/1485600623865307138?cxt=HHwWhIC5-a759J0pAAAA

Con l’utilizzo degli smart contract integrati nella blockchain Cardano, l’innovativa dapp riesce a garantire facilità d’uso, sicurezza e rapidità nelle transazioni. Meld sarà presto attiva, secondo la roadmap presente sul loro sito, insieme a molte altre novità.

5 consigli per custodire le tue crypto al sicuro

Uomo Sicurezza Bitcoin

Per chi non è esperto, conservare e pagare in sicurezza con Bitcoin o Ethereum può sembrare complesso. Segui questi consigli e scopri come tenere le tue crypto al sicuro!

Wallet, seed phrase, address: a volte il mondo delle criptovalute può sembrare complesso, soprattutto per chi non è molto esperto di tecnologia. Ma non preoccuparti, siamo qui apposta! Custodire i propri Bitcoin e le altre crypto al sicuro è facile, basta seguire alcuni piccoli accorgimenti per dormire sonni tranquilli e non cadere nelle truffe più comuni.

1. Social sì, ma con con cautela

Uno dei modi con cui i criminali cercano di ingannare i possessori di crypto sono le false live di YouTube. Fingendosi personalità famose nel mondo delle criptovalute, “offrono” guadagni facili a chi invia un determinato numero di crypto a un loro address. Ovviamente quei Bitcoin andranno persi per sempre nelle tasche del truffatore, quindi non fidarti!

Fare particolare attenzione anche ai canali Telegram fasulli, in quanto non è possibile segnalarli e hanno quindi più possibilità di diffondersi. Nessun social, tuttavia, va dato per scontato. In questi casi ci sono alcuni segnali a cui fare attenzione: nomi di applicazioni vere storpiati, comunicazione molto aggressiva e messaggi evidentemente non scritti da una persona.

2. Le app per il mining sono una miniera di falsi

A volte ci si può imbattere in qualche strana app che promette grandi guadagni derivanti dal mining semplicemente installandola. Anche questo è impossibile: per il mining c’è bisogno di una quantità di potenza computazionale che i cellulari non hanno. Spesso queste applicazioni mostrano schermate fasulle per ingannare gli utenti, ma in realtà tutto quello che fanno è intascarsi i tuoi soldi senza darti nulla in cambio.

Ricorda: se è troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è!

3. La seed phrase è il tuo segreto più prezioso

Non usciresti mai di casa senza aver chiuso la porta a doppia mandata, vero? Il tuo wallet o l’account del tuo exchange sono come la tua casa virtuale, hanno bisogno di essere protetti.

Quando crei un wallet la prima cosa che ti sarà fornita sarà una frase composta da una ventina di parole casuali, che rappresenta la “password” univoca collegata a quello specifico wallet. Fintanto che conosci quella frase, potrai sempre recuperare le tue criptovalute. Attento però: proprio per questo motivo devi segnarla e metterla al sicuro, e soprattutto non darla mai a nessuno… così come non daresti mai a nessuno le tue chiavi di casa!

4. Password e 2FA sono le tue guardie del corpo

Se invece hai paura di finire come il tristemente famoso James Howells, puoi affidarti ai wallet di exchange come Young Platform. Qual è il vantaggio di questi wallet? Prima di tutto, puoi scegliere la tua password: è bene però seguire delle norme di base quando si crea una nuova password. Deve essere unica, lunga almeno 12 caratteri, e con numeri, simboli e lettere maiuscole e minuscole. Solo così avrai una password a prova di hacker. Per ricordarla, puoi segnarla su un pezzo di carta o utilizzare un password manager.

I migliori exchange, in più, offrono l’autenticazione a due fattori (2FA): per accedere all’account c’è bisogno di un codice numerico ottenibile via SMS o attraverso una app di autenticazione (come Google Authenticator). In questo modo, nessuno può accedere ai tuoi portafogli tranne te, anche se qualcuno dovesse trovare la tua password! Puoi stare tranquillo: le tue crypto sono al sicuro.

E se per qualche motivo dovessi perdere la tua password o il tuo telefono? Ecco il vantaggio più grande degli exchange: recuperare il tuo account è facile e veloce! Gli exchange, infatti, eseguono una procedura chiamata KYC (Know Your Customer). Il tuo account è associato a te, quindi contattando il supporto puoi recuperare senza problemi il tuo account e le tue criptovalute. In più, su Young Platform procedura di KYC è velocissima: basta avere il tuo telefono e la carta d’identità a portata di mano e in pochi minuti sarai un utente registrato!

5. Ricontrolla sempre l’indirizzo del wallet

Un address o indirizzo è un codice alfanumerico che identifica un wallet. Grazie a questo codice è possibile trasferire criptovalute da un wallet all’altro, proprio come un IBAN bancario. Condividere questo codice pubblicamente è sicuro: nessuno può accedere al tuo wallet se non è in possesso della tua seed phrase, anche se conosce gli address del tuo wallet. Tuttavia, bisogna stare attenti alle insidie che possono derivare dalla fretta o dai malintenzionati.

Trasferire i fondi da un wallet all’altro può essere un processo stressante per i principianti, perciò è bene seguire una semplice procedura: controlla sempre accuratamente l’address quando lo copi prima di inviare i tuoi preziosi Bitcoin! È buona norma controllare almeno le ultime 6 cifre o lettere, meglio ancora ricontrollarlo tutto. Non si è mai abbastanza cauti!

Esistono poi dei virus informatici in grado di riconoscere quando l’utente copia un address, e di modificarlo quando lo si va ad incollare. In questo caso puoi difenderti in due modi: controllando l’address cifra per cifra, e assicurandoti di avere un antivirus aggiornato!

Adesso conosci tutti i metodi per custodire le tue crypto al sicuro. E se sei in dubbio, ricorda: DYOR!

1inch: salgono a bordo Avalanche e Gnosis

1inch si espande su Avalanche e Gnosis Chain

L’aggregatore DEX per eccellenza si espande su Avalanche e Gnosis, offrendo nuove opzioni per transazioni veloci e low cost 

Una delle caratteristiche distintive della DeFi è la componibilità: le infrastrutture e i servizi su blockchain vanno a completarsi e a migliorarsi a vicenda mettendo in comune protocolli, codici e soluzioni. In questo modo i servizi della DeFi riescono a evolversi più velocemente. 1inch, in quest’ottica, ha in programma di aprirsi ad altre due blockchain per ampliare il numero di DEX che aggrega. Salgono a bordo Avalanche e Gnosis Chain!

Ripassone: cos’è 1inch?

1inch è un aggregatore di exchange decentralizzati (DEX) che, attraverso un’unica applicazione, permette ai trader di fare operazioni negli exchange con i prezzi più bassi. 1inch è stato creato nel 2020 da Sergej Kunz e Anton Bukov e la sua governance è gestita in maniera decentralizzata grazie a una DAO. Lo scopo di un aggregatore di DEX come 1inch è ottimizzare il costo delle transazioni rendendo così più convenienti gli scambi, supportando Ethereum, Binance Smart Chain e Polygon l’offerta di DEX è molto ampia. Per approfondire questo progetto DeFi, leggi l’articolo di Academy dedicato!

L’integrazione per transazioni sempre più vantaggiose

Il 20 gennaio 2022 il team di 1inch ha annunciato l’espansione su Avalanche (AVAX) e Gnosis Chain (GNO). Ai DEX già presenti nel piano dell’aggregatore, si aggiungeranno quindi quelli che si appoggiano a queste blockchain. Nel comunicato ufficiale Sergej Kunz, il co-founder, ha precisato: “l’obiettivo principale di 1inch è offrire ai suoi utenti i migliori affari nello spazio blockchain. Per realizzare questo, i protocolli di 1inch si espandono costantemente in nuove chain, e l’espansione ad Avalanche e Gnosis Chain offrirà più opzioni per transazioni vantaggiose e veloci”.

Nello specifico, 1inch integrerà ad Avalanche e a Gnosis Chain l’Aggregation Protocol e il Limit Order Protocol. L’Aggregation Protocol fornisce le informazioni in tempo reale sui vari exchange, preleva liquidità da essi e orienta le transazioni verso le scelte più convenienti. Il Limit Order Protocol invece permette di eseguire limit order con i DEX di queste blockchain. Nel network 1inch sono già presenti diverse blockchain e Layer 2 tra cui scegliere, ognuna con le sue caratteristiche: chi ha le fee più basse, chi punta sulla velocità di transizioni o chi vanta una disponibilità più grande di liquidità. Al momento oltre ad Avalanche e Gnosis, su 1inch sono supportati i network della BSC, di Ethereum, e alcuni Layer 2 di Ethereum come Arbitrum, Optimism e Polygon. 

Perché 1inch ha scelto l’espansione su Avalanche e Gnosis?

Sempre nel comunicato ufficiale, il team di 1inch spiega perché la scelta è ricaduta proprio su queste due chain. L’espansione di 1inch su Avalanche e Gnosis sembrerebbe giustificata da alcuni dati.

Nel caso di Gnosis Chain, prima conosciuta come xDai Chain, a metà Gennaio 2022 contava un TVL (total value locked) di 208.2 milioni di dollari. A Dicembre 2021 la blockchain ha elaborato mediamente 223.814 transazioni al giorno, con 11.318 utenti attivi. Il più grande DEX su Gnosis Chain è Curve V1 che ha un volume di scambi di circa 1.7 milioni di dollari a settimana.

Se sei familiare con i protocolli nominati sopra, abbiamo una soffiata per te: 1INCH, il token nativo dell’aggregatore, e CRV quello di Curve, sono entrambi disponibili su Young Platform Pro!

Se invece ti senti più al sicuro tra le top di mercato, i dati su Avalanche sono musica per le tue orecchie. 1inch, infatti ribadisce la recente e notevole crescita di Avalanche: solo a metà Gennaio 2022 il suo TVL è di 10.6 miliardi di dollari! La media delle transazioni giornaliere processate nel mese di Dicembre 2021 è di 673.223 e il numero di utenti giornalieri attivi è di 98.000.