Criptovalute per San Valentino? Il Cupido che non ti aspettavi

Secondo un sondaggio, chi si interessa a Bitcoin e crypto è più interessante agli occhi di potenziali partner.

È San Valentino, love is in the air, e tu stai guardando grafici e candele di Bitcoin. Ma non abbatterti: secondo uno studio, chi è appassionato di crypto ha più probabilità di attrarre partner sulle app di dating. Un dato? Il 74% degli intervistati ha detto che andrebbe a un secondo appuntamento con chi paga il conto usando Bitcoin. Ma occhio a non diventare monotematici, o la vostra passione potrebbe ritorcervisi contro!

Bitcoin e amore: un’accoppiata vincente?

Se conosci le app di dating, sai benissimo quanto è difficile trovare la frase giusta per iniziare una conversazione. Vuoi sembrare simpatico, ma alle tue battute rispondono solo i grilli, oppure nessuno apprezza le tue citazioni colte ? La soluzione, sorprendentemente, potrebbe essere proprio parlare di crypto!

Secondo uno studio condotto su 2.000 statunitensi, più del 40% degli uomini e del 25% delle donne intervistate apprezza particolarmente chi ha un interesse per la blockchain e Bitcoin. Allo studio hanno risposto soprattutto Millennials e Gen Z, cioè persone che hanno vissuto le innovazioni tecnologiche e che hanno visto Bitcoin nascere. Con il boom delle criptovalute degli ultimi anni, è normale che i giovani adulti si siano interessati alla blockchain, e notoriamente la community crypto è molto unita e attiva!

Temi che sia solo una scusa per trovare qualcuno che abbia un bel po’ di soldi? Dipende! Le criptovalute non sono solo valute, sono veri e propri progetti. Per esempio, Cardano è una blockchain che punta sulla sostenibilità e sulla facilità d’uso. Avalanche vuole creare un ecosistema di dapp efficiente e altamente scalabile. The Sandbox invece è il metaverso perfetto per i videogiocatori. Scambiarsi pareri sulle crypto preferite non vuol dire solo parlare di soldi, ma di valori e preferenze! L’importante è non bisticciare su quale sia l’Ethereum killer migliore al primo appuntamento.

Basta cioccolatini, a San Valentino si regalano NFT

Hai già un partner? Considera di regalare un NFT! Secondo il sondaggio, l’8% degli intervistati vorrebbe ricevere un non-fungible token, e non qualche Bitcoin, per San Valentino. La bellezza degli NFT è che sono immutabili: potrebbero sostituire i lucchetti sui ponti? Secondo Ivan Sokolov, fondatore di Mintmade, sì. La sua piattaforma permette agli utenti di effettuare il minting di NFT personalizzati coi nomi dei due partner. Un lucchetto indistruttibile, e non devi neanche buttare la chiave!

Per chi cerca qualcosa di può particolare, sono state messe in vendita parti del Bacio di Klimt, la nuova idea del Museo di Vienna. Oppure, è possibile acquistare gli NFT di un gioiello di Myka, oreficeria che offre gioielli personalizzati. Quest’anno ha deciso di avventurarsi nel metaverso, e offrire copie digitali dei gioielli più gettonati sotto forma di token. Queste iniziative avranno successo? Con l’avvento del metaverso e la voglia di esprimere la propria personalità anche nella realtà virtuale, è possibile.

Bitcoin sì, ma con moderazione

Incontrare qualcuno che condivide i nostri stessi interessi è sempre bello, ma bisogna sempre ricordarsi di spaziare e non diventare monotoni, soprattutto quando si parla di soldi. Alcuni degli intervistati hanno detto che parlare solo di criptovalute può diventare noioso, e trasformare un bell’appuntamento in un colloquio di lavoro!

Ma non solo: purtroppo, anche i truffatori sono in cerca di “amore”. Nel 2021, complici anche i lockdown e l’assenza di contatto fisico, gli scammer hanno truffato l’80% di vittime in più. Sfruttando le app di dating e inventando scuse per non mostrarsi di persona, questi truffatori fingono di essere interessati al malcapitato, fin quando non gli chiedono di inviare dei soldi. Bitcoin e altre criptovalute sono il pagamento che preferiscono, quindi presta attenzione ai tuoi incontri! La blockchain deve essere un mezzo per condividere interessi in comune, perciò tieni sempre ben stretta la tua chiave privata e le tue password. E ricorda, DYOR è un mantra che può essere applicato anche fuori dal mondo crypto.

Buon San Valentino!

ETF Bitcoin: gli USA approvano fondo sul mining

ETF Bitcoin

La Commissione degli Affari Economici degli Stati Uniti ha approvato un ETF che punta sul mining, ma cos’è un ETF su Bitcoin?

Buone notizie per chi si interessa di mercato tradizionale: dopo essere stato approvato dalla SEC, arriva sulla borsa americana un ETF su Bitcoin. Per essere più precisi, il fondo non punta direttamente su Bitcoin o sul loro valore futuro. Nel fondo, gestito dalla società Valkyrie, troviamo dieci società che si occupano di mining di Bitcoin, e che ricoprono l’80% del fondo. Nonostante questo, la SEC continua a negare i permessi per un ETF spot. Ma qual è la differenza fra tutti questi ETF su Bitcoin?

ETF spot e futures: cosa sono?

Un ETF, acronimo di exchange-traded fund, è un fondo passivo che può essere scambiato come una normale azione in borsa. Gli ETF sono strumenti conosciuti per la loro semplicità e trasparenza: questi fondi, infatti, replicano l’andamento degli indici di materie prime, azioni e obbligazioni. Proprio per questo hanno delle commissioni basse, visto che sono gestiti passivamente. In più, permettono di avere un portafoglio bilanciato senza controllare costantemente gli indici di borsa: un vantaggio non da poco per chi non è molto esperto di grafici e candele.

Gli exchange-traded fund si distinguono in ETF spot e futures-backed.

  • Gli ETF spot su Bitcoin sono fondi che detengono effettivamente BTC. Questo vuol dire che aumentano o perdono di valore seguendo l’andamento del mercato di Bitcoin. Ad esempio, BTCetc è un fondo spot supportato fisicamente al 100% da Bitcoin e disponibile in Europa. Questo vuol dire che, ipoteticamente, invece di liquidare la propria posizione in cambio di euro, si possono ricevere BTC direttamente sul proprio wallet.
  • Gli ETF futures-backed su Bitcoin sono fondi che si espongono su dei particolari contratti chiamati, appunto, futures. Questi strumenti finanziari particolari si basano sul valore che Bitcoin avrà in una data futura, a seconda di ciò che c’è scritto sul contratto. Due parti si accordano sul comprare o vendere BTC in quella data, guadagnando o perdendo denaro a seconda del valore che la crypto avrà raggiunto. Gli ETF futures-backed, quindi, replicano l’indice di questi contratti. Un esempio è il ProShares Bitcoin Strategy, disponibile anche negli USA.

Il fondo WGMI di Valkyrie è ancora diverso, visto che punta sulle società che si occupano di mining di Bitcoin, un modo intelligente per “eludere” la reticenza della borsa americana nei confronti degli ETF spot.

Perché la SEC non approva i fondi sulle crypto?

L’approvazione del fondo di Valkyrie da parte della SEC arriva dopo l’ennesimo tira e molla della Commissione con Grayscale, società che da qualche mese cerca di proporre un ETF spot su Bitcoin negli USA. Ma perché la borsa americana non vede di buon occhio questi fondi?

Secondo i membri della Commissione, un ETF su Bitcoin potrebbe dare luogo a delle frodi manipolando il valore di stablecoin come USDT. Tuttavia, gli esperti fanno notare che in Canada e in Europa gli ETF spot sulle crypto sono già disponibili e funzionano senza particolari intoppi. In più, milioni di americani hanno già nei loro portafogli delle criptovalute.

Fortunatamente per i cittadini statunitensi, le preoccupazioni della SEC sembrano destinate a esaurirsi. “Con un aumento dell’interesse per le criptovalute, l’assenza di regolamentazioni di buon senso hanno lasciato gli investitori alla mercé di truffatori… la SEC deve sfruttare la sua piena autorità per risolvere questo problema” ha scritto il presidente della Commissione.

A chi conviene un ETF su Bitcoin?

Nell’Unione Europea, fortunatamente, non c’è tutto questo sospetto nei confronti dei fondi basati sulle criptovalute. I cittadini europei hanno vasta scelta di ETF, dagli spot ai futures-backed a quelli che, come il WGMI di Valkyrie, puntano su aziende attive nel mining. Ma la domanda è: questi ETF convengono?

Nell’ambito della finanza tradizionale, il vantaggio degli exchange-traded fund risiede nelle basse commissioni rispetto a strumenti finanziari gestiti attivamente e nella facilità di utilizzo. Con un ETF tradizionale è possibile acquistare un enorme paniere di azioni, e rivenderle con facilità. Un ETF su Bitcoin è difficile sia così diversificato. I progetti crypto adatti a questo tipo di impiego, inoltre, sono molti meno: un appassionato di criptovalute può riuscire ad avere un portafoglio bilanciato da solo, con un po’ di ricerca.

Secondo alcuni esperti, quindi, un ETF sulle crypto può essere attraente per chi vuole “testare le acque” di questo mercato, oppure a chi non si sente a proprio agio tra wallet, exchange e chiavi private. Sei più “tech-savvy” e ti piace supportare progetti promettenti? Con un exchange affidabile, un password manager robusto e un po’ di DYOR, riuscirai senza problemi a trovare la criptovaluta che fa per te!

In ogni caso, un ETF spot su Bitcoin negli Stati Uniti rappresenterebbe un grande passo avanti per tutte le crypto, visto che avvicinerebbe questo mondo alla borsa tradizionale. Si deciderà presto la SEC?

The Sandbox mette in vendita nuove LAND!

The Sandbox mette in vendita nuove land

Il 10 Febbraio 2022 poco più di mille LAND del Metaverso sono state messe in vendita. Si trovano nel Web3 Hub, l’area dedicata all’innovazione tecnologica

The Sandbox è nella top 4 dei Metaversi al mondo. Sono proprio quattro le realtà che si contendono e spartiscono il mercato legato al settore. Nel 2021 le vendite delle proprietà terriere nei Metaversi hanno superato i 500 milioni di dollari e quest’anno non hanno intenzione di fermarsi a questo traguardo di per sé impressionante. Solo a Gennaio 2022 infatti il volume di mercato è stato di 85 milioni, entro il 2022 si arriverà al miliardo? The Sandbox in tutto questo domina sulle concorrenti: i tre quarti di queste vendite sono sue e il 62% delle terre vendute si trova proprio nella sua mappa. The Sandbox ha appena venduto nuove LAND. Scopri i dettagli! 

The Sandbox apre il suo Web3 Hub!

Una nuova parte del Metaverso di The Sandbox è stata appena sbloccata, si chiama Web3 Hub ed è un’area della mappa che rappresenta il “cuore pulsante della decentralizzazione e si occupa dell’innovazione attraverso la tecnologia.” L’apertura di questa nuova area coincide con la vendita esclusiva delle LAND al suo interno. Il Web3 Hub ospita al suo interno diversi partner di The Sandbox, collezionisti, brand, DAO e singoli che con le loro tecnologie all’avanguardia stanno contribuendo ad espandere il Metaverso

Chi non vorrebbe un vicino di casa esperto di blockchain? Chi saranno i fortunati a condividere il quartiere con la crème dei pionieri del Web3? La vendita è stata Giovedì 10 Febbraio 2022 alle 14:00 (ora italiana), una corsa contro il tempo per aggiudicarsi una delle preziosissime e rare Land. Solo il dito più veloce del Metaverso sarà riuscito nell’impresa! Un’occasione ghiotta per chi ha intenzione di mettere su casa nel Metaverso. La maggior parte delle LAND, che hanno la forma di token non fungibili, sono rivendute dai mercati secondari a dei prezzi da capogiro. Nello specifico, The Sandbox ha messo in vendita 395 LAND al costo di 1.011 SAND (circa 4.500 dollari), 164 LAND Premium a 4.683 SAND (circa 21 mila dollari), e 8 ESTATE sono state battute all’asta. Inoltre chi ha comprato una delle LAND Premium ha ricevuto in omaggio 5 NFT di personaggi come Spartacus e Goliath, i leader della collezione Apes of Space. In media questi NFT costano 0.06 ETH. Le raccolte punti ai tempi del Metaverso!

Chi sono i partner di The Sandbox per il Web3?

Nel Web3 Hub The Sandbox ha dato spazio agli sviluppatori e ai creatori del Web3. Tra loro c’è Apes of Space, il progetto NFT che sta costruendo un gioco su The Sandbox basato sui propri personaggi. O Spores, un marketplace decentralizzato specializzato in intrattenimento, giochi, e-sport, anime. EverdreamSoft è una casa di produzione di giochi che ha creato Spell of Genesis, uno dei primi videogiochi su blockchain da mobile, mentre Hex Trust è una piattaforma che offre varie servizi per la DeFi come lo staking o la custodia dei beni digitali. 

Altre novità per The Sandbox? 

Tra le novità per The Sandbox c’è un cambio nello smart contract delle LAND. La vendita delle nuove LAND su The Sandbox arriva dopo un momento cruciale degli aspetti tecnici del Metaverso. Il 25 Dicembre 2021 è stata rilevata un’anomalia nel funzionamento dello smart contract e il 28 Gennaio ne è stato rilasciato uno nuovo su cui trasferire le LAND. La vulnerabilità riscontrata nel vecchio smart contract non ha recato danni agli utenti né è stata sfruttata da qualche criminale informatico. Come si legge nel comunicato ufficiale di The Sandbox, nessun token è stato compromesso. Ora lo smart contract è stato sistemato e i proprietari di LAND sono invitati a migrare su quello nuovo. Tutti i costi di gas necessari per l’operazione saranno coperti da The Sandbox.

5 curiosità su Algorand

Algorand 5 curiosità sulla crypto accademica

Da dove deriva il nome di Algorand? È davvero in contatto con gli atenei più importanti del mondo? Con quale famosa azienda italiana ha collaborato? Scopri questi e altri fun fact!

Sull’exchange di Young Platform c’è una nuova criptovaluta in circolazione: ALGO, il token di Algorand! Dopo aver approfondito i suoi aspetti tecnici e la sua governance nell’Academy, ecco una lista di curiosità e fun fact sulla blockchain accademica ed ecologica. 

1. Cosa significa il nome Algorand?

Iniziamo questa lista di curiosità su Algorand dal suo nome. Da dove deriva? Dall’unione delle parole algorithmic e randomness, il protocollo di Algorand infatti seleziona i validatori dei blocchi sulla base di una casualità algoritmica. Con questo metodo casuale la blockchain funziona grazie al lavoro di più nodi e non solo di alcuni, tutta la rete collabora! L’algoritmo seleziona di volta in volta un nodo diverso per verificare le transazioni di un blocco e la sua scelta è imprevedibile fino all’ultimo minuto. Per Algorand l’algorithmic randomness è il suo punto forte, ciò che rende possibile il suo ecologico Pure Proof-of-Stake e garantisce una rete democratica. 

2. Algorand è coach di una squadra di cervelloni internazionali

Lo spirito accademico di Algorand è espresso alla massima potenza dal Global University Program che coinvolge atenei da tutto il mondo. Tra i tanti ci sono il MIT (dove insegna Silvio Micali, il fondatore di Algorand), la Sapienza di Roma, la Berkley e la Peking University. Algorand con questo programma riunisce tutte le Hermione Granger e i Sheldon Cooper del mondo per far loro studiare la blockchain e la crittografia. Gli studenti più promettenti del mondo con il Global University Program hanno l’opportunità di vedere da vicino il lavoro del team di Algorand e portare il loro contributo nello sviluppo della blockchain. Algorand promuove soprattutto le ricerche degli studenti che cercano applicazioni della tecnologia crittografica per il bene comune e migliorare la vita delle persone. Algorand sta mettendo insieme un esercito di cervelloni, gli Avengers della blockchain!

3. Una delle migliori aziende tech made in Boston del 2022

Per ogni pizza sfornata a Napoli, a Boston nasce una startup. La città del Massachussets è uno dei centri mondiali dell’evoluzione tech grazie alla presenza del MIT e di un terreno fertile per idee e creatività. Built in Boston è il portale che aggrega, comunica e registra tutte le aziende tech e le startup nate a Boston. In questi giorni è uscita la lista delle “22 startup di Boston da tenere d’occhio nel 2022” e tra queste troviamo Algorand citata per la sua scalabilità e sostenibilità ambientale. La blockchain è uno dei fiori all’occhiello della città!

4. Algorand per la SIAE

La quarta curiosità su Algorand è tutta made in Italy. La blockchain in questione è stata usata dalla SIAE, la società italiana che tutela i diritti di autori e di editori, per organizzare il suo archivio. La SIAE ha lanciato più di 4 milioni di NFT su Algorand. Ogni token non fungibile rappresenta il diritto su un’opera di uno dei quasi 100 mila creator che la SIAE gestisce. Gaetano Blandini, Manager di SIAE in occasione della partnership con Algorand si è espresso così: “la tecnologia della blockchain è di sicuro un filone interessante da continuare ad esplorare per via della sua trasparenza ed efficienza, fondamentali per chi, come noi, gestisce lo stipendio del duro lavoro degli altri”. Gli NFT su Algorand saranno usati in un primo momento per i diritti connessi alle opere musicali, ma l’intenzione è quella di usare i token non fungibili per i diritti di tutti i tipi di opere. Quale vantaggio ha la blockchain per la SIAE? Digitalizzare e mettere on chain questi dati li rende trasparenti, pubblici, tracciabili. 

5. Due vincitori del premio Turing nel team di Algorand

Il premio Turing è conosciuto anche come il premio Nobel dell’informatica. Viene assegnato tutti gli anni dall’Association for Computing Machinery per valorizzare contributi durevoli e di rilevante importanza tecnica nel settore informatico. Il più alto riconoscimento nell’informatica porta il nome del matematico e crittografo Alan Turing, conosciuto per aver decifrato Enigma e per i suoi studi sull’intelligenza artificiale. Nel 2012 il premio Turing è stato vinto da Silvio Micali e Shafi Goldwasser per le loro ricerche sulla crittografia e i processi di validazione matematica. Entrambi sono membri del team di Algorand rispettivamente nel ruolo di fondatore e di consulente scientifica. 

Solana Pay, come funzionano i pagamenti P2P con SOL

Come funziona Solana Pay

Solana Labs ha annunciato il lancio di Solana Pay, un protocollo decentralizzato di pagamenti istantanei e contactless. 

Solana, la blockchain per dapp scalabili, ha a disposizione una nuova richiestissima funzione: un sistema di pagamento chiamato Solana Pay. Questo protocollo per pagamenti decentralizzati vuole reinventare il rapporto tra clienti e aziende grazie alla sua struttura peer-to-peer. Finanziato da aziende come Slope e Circle, creatori della stablecoin USD Coin, il protocollo è già utilizzabile! Vediamo come funziona Solana Pay.

Arriva il peer-to-peer dei pagamenti

I pagamenti digitali al giorno d’oggi sono fondamentali. Sia che vogliamo acquistare in un negozio fisico con il contactless sia che vogliamo fare un checkout rapido su un sito di e-commerce, è chiaro che i contanti stiano perdendo il loro ruolo di rilievo. Gli attuali sistemi di pagamento sono centralizzati e gestiti da intermediari, e uno degli obiettivi della community crypto è sempre stato la semplificazione dei pagamenti peer-to-peer.

Solana Pay è un sistema di pagamento decentralizzato che consente lo scambio di USD Coin, SOL e gli altri token nativi su Solana. In particolare, il trasferimento di USDC è supportato da Circle: i negozianti possono trasferire immediatamente i fondi sul loro account, e anche trasformarli automaticamente in valuta fiat.

E i pagamenti in negozio? Solana Pay pensa anche a quelli

Il protocollo è già stato testato con successo da alcuni utenti su Reddit, che sembrano molto soddisfatti dalla velocità di Solana Pay. Adesso, Solana Labs è al lavoro per ottimizzare il sistema e farlo funzionare anche in negozi fisici con dei POS. Per effettuare un pagamento basta scannerizzare un semplice QR code, ma l’obiettivo di Solana Pay non è solo quello di permettere pagamenti in crypto.

“[Il protocollo] vuole cambiare l’intero paradigma dei pagamenti” ha detto Sheraz Shere, responsabile dei pagamenti di Solana Labs, “e affidare ai negozianti il controllo sulla loro attività, dandogli un ecosistema decentralizzato e P2P per rendere possibili nuove esperienze commerciali sul web3”.

Di fatto, Solana Pay vuole sostituire mailing list e coupon e creare un mezzo di comunicazione diretto via blockchain. Dopo un acquisto, il negoziante potrebbe regalare un NFT al wallet del cliente che ha effettuato la transazione, o ricordargli automaticamente dell’arrivo di una nuova collezione di accessori. Tutto questo in un ecosistema con commissioni basse e senza intermediari.

Problemi di congestione in vista? Yakovenko è già al lavoro

Alcuni esperti temono che Solana potrebbe risentire del peso in più portato dal nuovo protocollo di pagamento. Nonostante le elevate transazioni al secondo che la piattaforma può sostenere, la tanto attesa mass adoption potrebbe essere rallentata nel caso in cui i pagamenti non siano istantanei e affidabili come promesso.

Il CEO di Solana, Anatoly Yakovenko, ha proposto su GitHub di introdurre un “fee market”, simile ai sistemi già in uso su altre blockchain Layer 1. Cos’è e a che serve il fee market? Su Solana, come su tutte le piattaforme, c’è sempre il rischio che alcuni wallet intasino volontariamente la rete per creare spam. Per evitare ciò, una delle idee proposte prevede di aumentare le commissioni pagate quando si effettuano troppe transazioni consecutivamente. In questo modo, la rete punisce gli spammer, mentre gli utenti regolari non incorrono in nessuna penalità.

Oltre a questo, Yakovenko vuole anche introdurre un sistema di mance. Nel caso in cui un utente voglia finalizzare la propria transazione senza attese, può pagare una piccola mancia e assicurarsi quindi la priorità. Gli sviluppatori sono convinti che questo non aumenterà le commissioni per gli utenti che preferiscono non pagare le mance, rassicurando quindi che Solana non soffrirà mai gli stessi problemi di Ethereum. Nel frattempo, però, darà modo a chi ha bisogno di transazioni praticamente istantanee di pagare un piccolo sovrapprezzo in cambio di questo bonus. “Dobbiamo implementarlo ASAP”, ha scritto Yakovenko su GitHub.

Ora che sai come funziona, sei pronto a pagare in crypto con Solana Pay?

3 modi in cui Blockchain e Metaverso incontrano il cibo

Metaverso e Cibo

La blockchain può aiutare i ristoratori a dare un contatto diretto con il cibo ai propri clienti, anche sfruttando il metaverso. Ma come?

Cosa fai quando hai fame ma non ti va di cucinare? Probabilmente tiri fuori il cellulare e ordini un poke a domicilio da qualche app di delivery. Ma il peso sul portafogli si fa sentire. Queste applicazioni, infatti, inseriscono un sovrapprezzo non sempre chiarissimo. Negli Stati Uniti, si può arrivare a pagare fino al 91% in più rispetto al prezzo base del ristorante! E non solo: in questo modo si perde tutto il contatto diretto col ristoratore.

Ecco che la blockchain e il metaverso vengono in nostro soccorso. Piattaforme come Bistroo possono rendere il cibo a domicilio un’esperienza più economica e più giusta sia per i ristoratori che per i clienti. In più, nel metaverso è possibile instaurare un rapporto personale con i ristoratori, per poi concludere l’esperienza con un pasto da leccarsi i baffi nel mondo reale. Come fa quindi il metaverso a migliorare la nostra esperienza del cibo?

Crypto e cibo: un binomio inscindibile

Sembra strano, ma criptovalute e cucina si trovano spesso insieme, a partire dagli albori di Bitcoin. Il 22 maggio del 2010, la prima transazione reale usando BTC è stata eseguita per comprare 2 pizze da Papa John. Per questo il 22 maggio è il Bitcoin Pizza Day, festeggiato dalla community crypto per ricordare quel momento storico.

Negli anni sono spuntate come funghi moltissime altcoin con nomi che richiamano il cibo. Voglia di pizza? C’è il Pizzacoin. Ti piace il barbecue? Barbecuefinance! Hai voglia di un memecoin piccantino? Dai un’occhiata a Garlicoin. Ma oltre a queste crypto dalla dubbia utilità, esistono anche SushiSwap o SundaeSwap ad addolcire il mercato delle criptovalute a tema culinario.

La blockchain e la filiera del cibo

La passione della community crypto per il cibo, però, non si ferma solo ai nomi dei token. La blockchain in particolare potrebbe rivoluzionare l’industria alimentare spingendola su dei binari dominati da eticità, trasparenza e autonomia!

Uno dei più grandi problemi dell’industria alimentare è sempre stato il tracciamento delle materie prime. Secondo un report di Accenture, negli Stati Uniti la trasparenza ricopre un ruolo fondamentale nella fiducia cliente-ristoratore. La filiera alimentare tradizionale non riesce a garantire le sicurezze che i consumatori pretendono. In più, i ristoratori devono fare i conti con gli sprechi, le rimanenze e gli imprevisti nelle consegne.

Per risolvere i problemi organizzativi sono nati sistemi come Bistroo, piattaforme che semplificano tutti i processi, dalla fattoria alla tavola. Sfruttando la blockchain è possibile tracciare con precisione ogni momento della filiera alimentare per intervenire dove c’è bisogno. Soprattutto, non c’è bisogno di intermediari o associazioni, visto che il sistema è totalmente decentralizzato! Il cliente potrà sapere sempre da quale fattoria a cielo aperto viene la bistecca che mangia, e il ristoratore saprà immediatamente di quali prodotti ha bisogno la sua dispensa.

La blockchain nella filiera alimentare è la soluzione ideale per costruire un rapporto di fiducia solido e duraturo tra ristoratore e cliente, e diventerà indispensabile per evitare gli sprechi e migliorare l’efficienza di un settore complesso come quello del cibo. Walmart, negli Stati Uniti, ha implementato una piattaforma per tracciare la filiera dei trasporti, evitare sprechi e assicurarsi che i pagamenti ai fornitori siano esatti e senza rallentamenti. Anche Carrefour in Europa ha usato la blockchain per tracciare la provenienza di alcuni prodotti come uova biologiche, salmone affumicato e polli allevati a terra.

L’esperienza dal metaverso alla tavola

Non solo problemi organizzativi: con la pandemia in corso, è facile dimenticare che il cibo non è solo un bisogno primario, ma una vera e propria esperienza sensoriale. Le app rappresentano un metodo poco interattivo per ordinare il proprio pasto. Grazie al metaverso è possibile, almeno in parte, gustarsi l’immersività delle esperienze culinarie anche da lontano. 

Girando per Decentraland potresti trovare una pubblicità che ti propone una gustosa pizza, e potresti parlare con il pizzaiolo chiedendogli consigli su quale gusto scegliere. Oppure potresti fare due chiacchiere con lo chef di un ristorante stellato su The Sandbox, e vedere il menù proposto come fosse dal vivo. E una volta che hai scelto il tuo piatto? Basta ordinare il cibo con una piattaforma decentralizzata, per assicurarti che tutto il denaro vada proprio a quel pizzaiolo senza perdersi tra intermediari e piattaforme di delivery.

Non ci credi? Chipotle, una catena di fast food statunitense, ha creato un minigioco horror su Roblox per festeggiare Halloween. Alla fine del labirinto, la catena offriva come premio dei burrito gratis da ordinare dalla loro app. Questo è solo l’inizio di quello che il metaverso può fare per l’industria del cibo!

Proof of Humanity: l’identità digitale su Ethereum

Ethereum cos’è Proof of humanity per l’identità digitale

Si chiama Proof of Humanity e ambisce a risolvere i problemi legati alla conferma dell’identità su internet. È una delle applicazioni di Ethereum preferita da Vitalik Buterin!

Di recente hai avuto a che fare con lo SPID e perso la voglia di vivere cercando di attivarlo a tutti i tuoi parenti? Quante volte navigando online hai dovuto spuntare la casella “non sono un robot” o selezionare tutte le immagini che contengono un semaforo? Un’identità digitale certificata ormai è necessaria per tantissime cose, dallo shopping online alle operazioni bancarie. Proof of Humanity è un’applicazione della blockchain di Ethereum che ti permette di creare la tua identità digitale una volta per tutte. 

Che cos’è Proof of Humanity?

Proof of Humanity (PoH) è un sistema di verifica di umanità su Ethereum. È un protocollo che combina diversi sistemi di sicurezza del web, i test di Turing invertiti e altri meccanismi di verifica per creare un database di utenti di internet certificati come esseri umani verificati. In questo senso Proof of Humanity è un’applicazione di Ethereum che cerca di migliorare e risolvere i problemi delle attuali verifiche di identità. Chi decide di registrarsi su PoH avrà garantita la sua umanità per sempre. In questo modo potrà accedere a servizi online senza dover dimostrare ogni volta di non essere un bot.

Come funziona Proof of Humanity?

Il primo passo da fare per ottenere la propria certificazione è connettere il proprio wallet e completare le informazioni richieste per l’iscrizione. Per l’approvazione finale bisogna superare diversi step di verifica che aumentano gradualmente di complessità. A prima vista i video e le foto richieste possono risultare troppo specifici, tuttavia tutti questi passaggi servono a Proof of Humanity per ottenere tutte le garanzie possibili per stabilire con certezza che ha davanti a sé un essere umano. Tra queste verifiche ci sono ad esempio il caricamento di un video in cui si sente la tua voce pronunciare una data frase, o la visibilità del tuo address Ethereum sul tuo profilo. 

Un altro livello di sicurezza che adotta PoH è la richiesta di una conferma da parte degli utenti già registrati: coloro che hanno già ottenuto la certificazione di identità hanno il compito di segnalare eventuali profili sospetti e confermare quelli in regola. 

Al momento dell’iscrizione, inoltre, viene richiesto il pagamento di una quota che verrà restituita una volta che la certificazione sarà andata a buon fine, un ulteriore modo per scoraggiare profili falsi. I passi per registrarti su Proof of Humanity sono:

  • Registrazione: inserimento dei dati richiesti;
  • Messa alla prova: in questo momento gli altri utenti possono esprimere i loro sospetti su profili che non sembrano rispondere alle linee guida;
  • Vouching: il profilo aspetta l’approvazione di un utente già registrato;
  • Registrazione: il profilo è stato certificato e registrato su Proof of Humanity.

Perché è un’applicazione di Ethereum così decisiva?

Proof of Humanity sfrutta la tecnologia della blockchain per rispondere a un problema concreto della vita delle persone e per tutte le sue potenzialità ha ottenuto l’appoggio e l’entusiasmo di Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum. Certificare che un utente di internet sia un essere umano sta diventando un’operazione molto complessa, al momento il metodo più usato è quello dei CAPTCHA (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart) che tuttavia rischiano di diventare sempre più obsoleti. I CAPTCHA all’inizio degli anni 2000 riuscivano a fermare i bot chiedendo agli utenti di decodificare delle semplici scritte (sequenze di lettere e numeri), con il passare del tempo questi testi dovevano essere più deformati o oscurati per stare al passo con l’aggiornamento dei programmi di riconoscimento ottico dei caratteri. L’intelligenza artificiale veniva migliorata in maniera indiretta mano a mano che gli esseri umani risolvevano i CAPTCHA.

Oggi questo meccanismo appare come una griglia formata da più fotografie in cui segnalare la presenza di un determinato elemento, creare dei CAPTCHA efficaci e che possano garantire la sicurezza è complesso e oneroso. Più l’intelligenza artificiale si sviluppa, più è difficile stabilire l’identità umana. Con Proof of Humanity si potrebbe ovviare a questo sistema di verifica certificando la propria “umanità” sulla blockchain, riducendo la nascita di account falsi e migliorando la qualità della navigazione. 

Un’occasione per dare un’identità a tutti

Secondo i dati della World Bank ci sono 987 milioni di persone nel mondo che non hanno un’identità legale, sono principalmente persone che vivono in paesi a basso reddito. Tra loro il 45% sono donne e il 28% sono uomini. L’identità nel mondo che conosciamo è indispensabile, non si tratta solo di fare shopping online ma di accedere a servizi primari come quelli sanitari, finanziari, o anche solo viaggiare e votare. Senza un documento di identità non puoi aprire un conto in banca né prendere un aereo. Chi ha un profilo registrato su Proof of Humanity riceve, a partire dall’iscrizione, dei token UBI che garantiscono un reddito minimo universale. In media un utente di PoH riceve dai 50 ai 100 dollari in token UBI al mese, disponibili grazie a operazioni di fundraising e dal finanziamento della Ethereum Foundation. La rete infatti mette a disposizione dei fondi per applicazioni o casi d’uso particolarmente utili per tutti gli utenti e per l’ecosistema di Ethereum. 

Proof of Humanity non è completamente esente da possibili manipolazioni, qualcuno potrebbe costringere o pagare qualcuno per prestare dei dati e creare dei profili legati a una persona ma usati per scopi illeciti. Inoltre, attualmente il registro non è anonimo, ma è possibile in linea teorica criptare i dati di ogni profilo attraverso protocolli di privacy già utilizzati da varie blockchain. Creare un sistema per verificare in maniera universale le identità digitali rimane una grande sfida, e i suoi limiti sono i limiti dell’onestà e della correttezza dell’essere umano. Secondo il suo fondatore, Santiago Siri, Proof of Humanity è uno dei primi pezzi per creare sistemi solidi ed equi sulla blockchain e deve essere aperto alla collaborazione con protocolli e meccanismi che hanno lo stesso scopo. 

Cina e valute digitali: alle Olimpiadi si pagherà con le CBDC?

Bitcoin cresce con l’economia cinese e gli ETF

La Cina sta lavorando sullo yuan digitale da qualche anno, e potrebbe mostrare la CBDC al mondo durante le Olimpiadi invernali. 

Sicuramente conosci qualcuno che non apprezza le criptovalute o che ti bombarda di meme su come salvare gli NFT usando il tasto destro del mouse. Tutti abbiamo quell’amico, ma forse non sa che la blockchain è un sistema con innumerevoli potenzialità, oggetto di ricerca e di adozione anche da parte di istituzioni importanti.

La Cina è tra gli Stati più interessati alle monete digitali, e potrebbe inaugurare presto la sua CBDC alle Olimpiadi Invernali di Beijing, che cominceranno il 4 febbraio. Ma cos’è una CBDC?

CBDC, le valute digitali degli Stati

“Central Bank Digital Currency”: come dice il nome, le CBDC non sono criptovalute ma valute digitali gestite dalle banche. Funzionano in modo simile alle stablecoin: il loro valore è direttamente legato al valore della moneta ufficiale. Il compito delle banche è garantire il valore del cambio 1:1, e di supervisionare la blockchain che esegue le transazioni. Le CBDC godono della fiducia dello Stato che le conia, esattamente come le valute fiat.

Se è vero che la blockchain può migliorare l’efficienza dei pagamenti digitali, è anche vero che una CBDC non è una criptovaluta, anzi. Una valuta digitale gestita da una banca nazionale non è decentralizzata, e non ha neanche interesse a esserlo. Quindi, queste valute non sono ben viste dai puristi della blockchain. Ma si può anche essere ottimisti: l’entrata nel sistema mainstream delle valute digitali potrebbe convincere sempre più persone a fidarsi delle criptovalute come Bitcoin o Ethereum!

Perché la Cina vuole la sua valuta digitale?

Nell’economia digitale in cui viviamo, i pagamenti digitali sono estremamente importanti, forse anche più dei contanti. Del resto questo è uno dei motivi che ha portato alla nascita delle criptovalute: il bisogno di un sistema di pagamenti rapido e senza frontiere. Attualmente, in Cina, la maggior parte dei pagamenti digitali viene eseguita tramite AliPay e WeChat Pay. Grazie allo yuan digitale, chiamato e-CNY, il governo vuole superare la dipendenza da questi provider. Quali sono alcuni tra i vantaggi di una valuta digitale di Stato rispetto alla moneta tradizionale custodita nelle banche?

-Scambi di denaro rapidi ed economici

Custodia personale dei wallet, senza intermediari

Scambi offline tra due individui sfruttando la tecnologia Bluetooth

Secondo gli esperti, le valute digitali centralizzate rappresentano uno step fondamentale nell’economia globale in cui ci troviamo.  “Un governo dovrebbe garantire un sistema di pagamento affidabile, istantaneo e sicuro – uno dei beni pubblici più importanti dell’economia moderna” scrive Zhiguo He, professore di economia dell’Università di Chicago. Garantire tutto questo affidandosi alla blockchain sembra scontato!

Le Olimpiadi Invernali di Beijing: la “beta” dello yuan digitale?

Secondo la roadmap del governo cinese, l’e-CNY dovrebbe essere rilasciato nel 2022. Gli esperti del settore erano convinti che il palcoscenico offerto dalle Olimpiadi Invernali di Beijing avrebbe rappresentato l’evento perfetto per provare – e soprattutto, far provare – la propria valuta digitale. Nei locali riservati agli atleti olimpici, il governo cinese ha installato degli ATM che convertono le valute fiat in yuan digitali. L’obiettivo è convincere gli atleti a provare questo nuovo sistema, e nel frattempo monitorare la piattaforma per cercare eventuali bug e rallentamenti. Finora, infatti, lo yuan digitale è stato testato in alcune metropoli o in ambienti controllati.

Tuttavia, alcuni esperti dubitano che la Cina presenterà il suo yuan digitale alle Olimpiadi. L’avvento della variante Omicron del Covid-19 ha convinto il governo a rifiutare l’ingresso di spettatori provenienti dall’estero, per evitare un aumento dei contagi incontrollabile. È anche vero che le Olimpiadi sono l’evento perfetto per testare l’impatto di tantissime microtransazioni sulla rete, e anche per mostrare al mondo le proprie innovazioni. 

Sei interessato a vedere come si evolverà la situazione della Cina e delle CBDC? Rimani aggiornato sul nostro blog!

Vitalik Buterin propone un nuovo tipo di NFT Soulbound

Ethereum Vitalik Buterin promuove gli NFT soulbound

Il fondatore di Ethereum riflette sul futuro degli NFT. Sono davvero utili? È possibile renderli spendibili nella vita di tutti i giorni? Forse, ma ad alcune condizioni…

Il mercato degli NFT cresce velocemente e le sue applicazioni sembrano infinite. I token non fungibili viaggiano sui social network, sui giornali e nella cultura di massa, c’è chi ne va pazzo e chi invece non crede nelle loro potenzialità. Sull’onda del Web3 e della sua espansione, qualcuno comincia a farsi delle domande sull’utilità degli NFT e l’impatto che potrebbero avere nelle nostre vite. Tra questi c’è Vitalik Buterin, il co-fondatore di Ethereum che in un post del 26 Gennaio 2022 arriva ad una conclusione: gli NFT sono davvero significativi solo se non possono essere trasferiti in alcun modo. La prospettiva di Buterin sembra snaturare l’essenza di questi token, nati per essere venduti e scambiati nel libero mercato. Vediamo la sua tesi!

Cosa sono gli NFT Soulbound?

Buterin si riferisce a questi token non trasferibili con il nome “soulbound”. Il termine deriva dal videogioco MMO World of Warcraft, al suo interno esistono dei particolari item chiamati “soulbound”, che letteralmente significa “legati all’anima”. Si tratta di oggetti che non possono essere trasferiti o condivisi con nessuno. I soulbound item si ottengono solo quando si superano certe sfide all’interno del gioco come l’uccisione di creature particolarmente ostiche. Sono degli oggetti che hanno la funzione di un distintivo: attestano che un giocatore, e non un altro, ha fatto una specifica azione, ha raggiunto un traguardo. Questo sistema è stato pensato per evitare che tra giocatori si potessero trasferire il riconoscimento di obiettivi che faciliterebbero un avanzamento di livello più veloce del previsto. Buterin riprende questo concetto proponendo di applicarlo agli NFT rendendoli legati alla proprietà di una sola persona per sempre. 

I migliori NFT? Quelli Soulbound

Buterin scrive “gli NFT nella loro forma attuale hanno le stesse proprietà di rarità degli oggetti nei videogiochi MMO. Hanno un valore di riconoscimento sociale: le persone che li hanno li mettono in mostra, e ci sono sempre più strumenti precisi per aiutare gli utenti a mostrarli”, ma cosa segnalano esattamente questi NFT? Secondo Buterin, esibire un NFT è esibire ricchezza, la capacità economica che ha permesso di comprarlo. Una delle critiche che viene avanzata al Web3 è di essere orientato solo al guadagno e di valorizzare unicamente le prospettive economiche dei suoi strumenti come gli NFT. Chi possiede un token non fungibile non lo ha guadagnato facendo qualcosa di specifico, ma comprandolo. In questo modo è trasferibile e può essere rimesso in commercio. 

Buterin avanza la sua proposta: per migliorare gli NFT bisogna renderli soundbound e non commerciabili. In questo modo gli NFT garantiscono una proprietà effettiva, perpetua e non trasferibile ad altre persone. Gli NFT Soundbound consentirebbero la registrazione su blockchain di una serie di certificati o attestati come lauree, patenti di guida. Solo degli NFT non trasferibili rendono i certificati on-chain autentici. Altrimenti il rischio sarebbe quello di un mercato di certificati falsi su blockchain. La proprietà di qualifiche o di dati personali secondo Buterin non dovrebbe essere legata alla possibilità di essere comprata. L’idea del papà di Ethereum? NFT non commerciabili ma utili!

Esistono già degli NFT Soundbound?

Buterin indica il migliore progetto che propone questo al momento: POAP ovvero Proof of Attendance Protocol, una piattaforma su Ethereum che permette di realizzare degli NFT legati a momenti memorabili della vita di ciascuno. Un esempio? Hai partecipato ad un corso di formazione? Attraverso POAP gli organizzatori possono rilasciare un attestato che lo prova, visibile su blockchain. Per spiegare la differenza tra un NFT trasferibile e uno che non lo è può essere efficace usare un’immagine altamente tecnica e accurata: i braccialetti componibili con i charm. Tipo Pandora. Il concept dietro a questo genere di gioielli si basa sul collezionare charm che celebrano eventi importanti della tua vita: lauree, compleanni, matrimoni, nascite. Solo che i charm non certificano che quella cosa l’hai veramente fatta, il charm della laurea lo può comprare anche tua cugina di 10 anni, ma non garantisce che effettivamente sia laureata. L’idea di Buterin è evitare che gli NFT siano come i charm di Pandora ma che certifichino e garantiscano qualcosa. 

Un altro esempio di progetto che va nella direzione di proporre NFT non trasferibili è Proof of Humanity, una sorta di registro sulla blockchain di Ethereum in cui le persone possono registrare dati personali e certificazioni. Buterin cita anche la possibilità di legare un NFT a un dominio di Ethereum Name Service, presupponendo che le persone considerino il loro dominio così personale da non volerlo rivendere. 

Si può dire che Buterin abbia lanciato una bella provocazione! Tuttavia si può ipotizzare che NFT e NFT Soundbound siano due facce della stessa medaglia e contribuire insieme alla struttura e alla formazione di un Web3 ricco di strumenti e a misura d’utente. 

Chi è Emanuele Dascanio artista NFT italiano

NFT chi è Emanuele Dascanio artista italiano

Uno dei protagonisti dell’arte digitale italiana racconta la sua opera e l’entusiasmo per le potenzialità della blockchain nel rivoluzionare il settore dell’arte

Nel corso dell’NFT Day del 1 Febbraio 2022 hanno preso la parola diversi personaggi che lavorano a stretto contatto con la blockchain. È stata l’occasione per conoscere due artisti NFT italiani: Giovanni Motta e Emanuele Dascanio. Quest’ultimo ha raccontato le sue opere sotto forma di token non fungibili e il suo modo d’intendere l’arte digitale. Scopriamo chi è e i dettagli del suo lavoro!

Dall’iperrealismo analogico agli NFT

Emanuele Dascanio è un artista milanese classe 1983 che da quasi un anno ha deciso di accostare l’arte digitale al suo lavoro di artista tela e grafite. Le sue opere sono iperrealistiche e, per chi ha il livello storia dell’arte gita agli Uffizi con l’audioguida, significa che sono disegni ma sembrano fotografie. L’iperrealismo è un filone di pittura e scultura in cui gli artisti ti danno l’illusione di essere davanti alla realtà. Le opere di Dascanio, però, sono ancora più realistiche di uno scatto perché ci puoi trovare rughe, pori dilatati e tutte quelle cose che non sei abituato a vedere in una foto. 

Dopo anni di iperrealismo analogico, Dascanio si è avventurato nella giungla della crypto art e ha deciso di realizzare degli NFT. L’esperienza con l’arte digitale sta regalando a Dascanio un grande successo, la sua ultima opera come token non fungibile è stata venduta per 20.6 ETH (al momento della transazione corrispondenti a 55.435,42 dollari) alla Poseidon NFT DAO, un fondo che colleziona opere dal mondo dell’arte digitale, “pronto a catturare la più grande e nuova tecnologia della storia”. I soggetti preferiti di Dascanio sono figure umane, le sue opere sono presenti in varie piattaforme come SuperRare.

Perché un artista tradizionale sceglie gli NFT?

Il profilo Twitter di Dascanio ci fa intuire che è uno che di blockchain se ne intende. Un crypto lover su twitter si riconosce al volo, nel caso di Dascanio? Abbiamo una foto profilo in cui gli occhi sparano laser, una bio che recita “Drawing pencil hyperrealism artist in NFT ++” e username yat, un vero e proprio dominio su blockchain composto da emoji in cui registrare un wallet di criptovalute. Tutti elementi che danno a Dascanio l’aspetto di un artista NFT! 

Ma come mai un artista tradizionale sceglie di lavorare con la blockchain? Nel corso della chiacchierata dell’NFT Day, Dascanio spiega tutte le potenzialità di questa nuova tecnologia per un artista. Il primo vantaggio è la libertà di scalare il lavoro artistico e creativo. Un’opera “fisica” di Dascanio richiede da 1 mese a 4 anni di lavoro e di solito chi la compra non vuole rivenderla. In questo contesto i token non fungibili gli permettono di creare dei frame di opere e progetti artistici intorno all’opera già completa, e possono passare più facilmente tra diversi proprietari. In questo modo il suo lavoro è sostenibile e in costante relazione con il suo pubblico. Un altro aspetto da considerare sono le royalty che permettono agli artisti di guadagnare per ogni rivendita della loro opera, cosa che non succede nel mercato tradizionale. Infine gli NFT garantiscono l’autorialità e la proprietà intellettuale di un prodotto permettendo al suo creatore di esporlo ovunque, anche nel Metaverso, senza perdere il legame personale.

NFT? Non solo un’immagine su blockchain

Al di là delle prospettive economiche, gli artisti hanno negli NFT una nuova modalità espressiva. Cambiare medium è un’opportunità per raccontare qualcosa di diverso e sfruttarne le caratteristiche uniche. Creando dei  token non fungibili che si riferiscono a un’opera su tela, Dascanio aumenta il significato dell’opera d’arte stessa fornendo nuove interpretazioni, punti di vista e dettagli in forma digitale. Un’opera NFT non è mai una semplice immagine, una fotografia dell’opera messa su blockchain. Dascanio precisa “devi fare cultura, devi fare arte”. L’artista milanese ha intenzione di portare avanti queste due sfaccettature della sua arte in contemporanea: analogico e digitale vanno a completarsi e, secondo Dascanio, una non deve in nessun modo fagocitare l’altra. Si può dire che un contenuto rappresentato sia su blockchain che su tela è come una storia raccontata in un film e in un libro. Il messaggio è lo stesso ma viene declinato in due forme che parlano a sensibilità diverse. Usando una metafora di Dascanio, l’NFT fornisce “una realtà aumentata del senso dell’opera”. L’arte fisica per Dascanio è la base per essere anche un crypto artista. 

I progetti futuri dell’artista NFT italiano

Durante la live in occasione dell’NFT Day Dascanio ha fatto capire che i suoi progetti futuri come artista NFT sono tanti e diversificati. Ha citato il mondo della moda, del gaming, del Metaverso e gli NFTs esperienziali, sotto l’ombrello dei “Quantum NFT” realizzati con Kipu Quantum, start up con in pancia menti scientifiche di fama mondiale. Dascanio ha preso mano allo sviluppo del verticale relativo alla quantum digital art sviluppando NFT che rispondono alle leggi della meccanica quantistica manifestando tutti gli incredibili pregi e i benefici a questa correlati.