6 crypto che si aggiornano ad Aprile 2022

Criptovalute: le più interessanti di aprile 2022

Quali sono le criptovalute più interessanti di Aprile 2022? Facciamo il punto e guardiamo al secondo trimestre!

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Dopo i primi mesi dell’anno, è il momento di aggiornare la lista delle criptovalute da tenere d’occhio nel 2022. Con la bella stagione che arriva, sbocciano anche i progetti crypto! È il momento di rinnovarsi e fare il punto: quali sono le criptovalute più interessanti di Aprile 2022? Pronto al secondo trimestre dell’anno, fai le pulizie di primavera al tuo wallet crypto! 

Rimani aggiornato sulle criptovalute più interessanti di Maggio 2022, è uscito l’articolo con con tutte le novità dei progetti del momento. Non perderti nessuna uscita, segui il mondo crypto mese per mese!

1. Algorand (ALGO)

ALGO è la criptovaluta nativa della blockchain Algorand, creazione del Premio Turing Silvio Micali. Proprio Micali alla Blockchain Week in Australia il 22 Marzo 2022 ha annunciato che sono stati pianificati una serie di aggiornamenti per migliorare la privacy e la velocità di Algorand. Micali ha specificato che lavorare sulla privacy non significa dare uno strumento per nascondere attività illecite: “da un lato, si vuole avere una privacy completa; dall’altro lato, si vuole avere una garanzia di ferro che nulla di sbagliato accadrà sotto la cortina della privacy”. Inoltre è prevista l’implementazione di bridge e co-chain che aiuteranno gli sviluppatori a costruire ecosistemi indipendenti ma legati all’infrastruttura di Algorand. Una struttura simile alle parachain di Polkadot e i subnet di Avalanche. Le co-chain di Algorand potrebbero essere utilizzate per le valute digitali delle banche centrali, le CBDC. Il network di Algorand aumenterà così il suo traffico? Per Micali e il team di Algorand il futuro non sarà dettato da una sola blockchain ma da tante chain, unite e integrate, perché “ognuno di noi è bravo o migliore di altri in certe cose”.

2. Aave (AAVE)

Dall’inizio di Marzo, AAVE ha registrato un aumento di prezzo del 54% e la Banca Centrale del Brasile ha incluso AAVE nella lista degli 8 partner per lo sviluppo della sua CBDC. In aggiunta dal 16 Marzo 2022 è online Aave V3, la nuova versione di Aave! Uno dei protocolli più avanzati, sicuri ed efficienti nel panorama DeFi, ha deciso di rinnovarsi. Quali novità porterà Aave V3? Il team spiega che l’aggiornamento prevede transazioni cross-chain più facili, costi di gas inferiori al 20-25%, specifiche funzionalità per i Layer 2 e un codice modulare e “ben organizzato” per incentivarne l’uso da parte della community. Aave V3 inoltre è stato pensato per aumentare la sicurezza e la facilità d’uso. La nuova dapp basata su IPFS è completamente ridisegnata a misura d’utente, un’apposita dashboard renderà immediato il monitoraggio dei propri asset. La V3 è frutto della combinazione tra la crescita della community e la crescita dell’ecosistema di Aave. L’aggiornamento renderà il token AAVE una tra le criptovalute più interessanti di Aprile 2022?

3. Decentraland (MANA)

Alla fine di Marzo 2022, il Metaverso di Decentraland ha ospitato la Metaverse Fashion Week. Un evento digitale unico nel suo genere che ha attirato brand e utenti da tutto il mondo. L’affluenza di avatar digitali alle sfilate, agli after party e ai negozi di abbigliamento virtuale ha messo sotto i riflettori Decentraland, aumentando la sua popolarità. Anche il prezzo di MANA, il token di Decentraland, avrà beneficiato della Metaverse Fashion Week? Nel mese di Aprile raccoglieremo i frutti dell’evento più mondano della blockchain? 

Nel frattempo a Decentraland continuano ad approdare diverse aziende, l’ultima è Skechers, la terza produttrice al mondo di sneakers. Skechers ha annunciato di aver affittato una LAND del Metaverso per costruirci il suo negozio virtuale. Anche i brand di makeup sono stati travolti dal mondo blockchain, Lottie London ha organizzato un party di lancio coinvolgendo più di mille utenti in meno di 24 ore. E Fenty Beauty, il brand di Rihanna, sta lavorando a look dedicati agli avatar depositando un marchio per “beni virtuali scaricabili”. Ma Decentraland non è solo moda e beauty! Il 3 Aprile 2022 si terrà la prima presentazione di un libro nel Metaverso. Il libro in questione è “Parallel Metaverses: How the US, China and the Rest of the World Are Shaping Different Virtual Worlds” della giornalista Nina Xiang. Nel corso della presentazione saranno distribuiti POAP (ovvero NFT che certificano la partecipazione a un evento) e copie gratuite del libro. 

4. Terra (LUNA)

LUNA è inarrestabile! Dopo l’ATH del 9 Marzo 2022 in cui il prezzo di LUNA è arrivato a 104,58$, ne ha raggiunto uno nuovo dopo appena venti giorni: il 29 Marzo 2022 a 107,22$. Una performance degna di nota! LUNA è una delle criptovalute più usate per lo staking con più di 30 miliardi di dollari di stake. Ultime novità da Terra? Luna Foundation Guard (LFG), un’organizzazione no-profit che supporta il network di Terra con sede a Singapore, ha acquistato 135 milioni di dollari in BTC per sostenere la stablecoin TerraUSD (UST). LFG ha spiegato di essere particolarmente interessata a Bitcoin in quanto asset digitale, e UST sarà la prima stablecoin ad ispirarsi alla  politica monetaria di Bitcoin. 

5. Polkadot (DOT)

Tra le criptovalute più interessanti di Aprile 2022 c’è sicuramente DOT, il token di Polkadot. DOT nel 2021 è stata la crypto preferita dai fondi e dai venture capital per la sua struttura multichain che agli occhi degli investitori istituzionali è molto promettente. Ad ora sono live 11 parachain di Polkadot, “il modello parachain è stato creato con la convinzione che il futuro del Web3 coinvolgerà molti diversi tipi di blockchain che lavorano insieme. Proprio come l’attuale versione di internet si rivolge a diverse esigenze, le blockchain devono essere in grado di fornire una varietà di servizi. Le parachain sono pensate questo”, questo il commento di Gavin Wood, il fondatore di Polkadot. Una parachain è un Layer 1 che si appoggia all’infrastruttura della Relay Chain di Polkadot e che è sviluppato per un’applicazione e funzione specifica. Ogni parachain per utilizzare la Relay Chain deve mettere in bonding dei DOT, ovvero bloccare dei token come deposito. Per l’attivazione di 11 parachain sono in bonding 126 milioni di DOT (l’11% della fornitura totale).

6. Cardano (ADA)

Cardano è una delle blockchain più grandi in circolazione, con circa 40 miliardi di dollari in Market Cap. La crescita di Cardano deriva dal mercato e dallo sviluppo del suo ecosistema come le piattaforme DeFi e i servizi associati. Il TVL (total value locked) di Cardano ha guadagnato il 39% dall’inizio del 2022 arrivando a 300 milioni. Questo aumento dipende in parte dal fatto che ci sono 7 exchange decentralizzati come MiniSwap e SundaeSwap, che mettono a disposizione tantissimi pair basati su ADA, nutrendone il mercato. Ma anche perché le dapp nell’ecosistema di Cardano spuntano come fiori di campo, al momento sono oltre 600! A sostenere questa crescita c’è il progetto Project Catalyst che finanzia idee promettenti, votate e selezionate dalla community di Cardano. Per Giugno è prevista una nuova ondata di Dapp che forniranno nuovi casi d’uso al token.

Secondo i dati di IntoTheBlock, Cardano “sta sperimentando una crescente domanda istituzionale”. Il volume delle transazioni on-chain è aumentato di 50 volte nel 2022. 

Tether vuole investire nel mining di Bitcoin

Mining Bitcoin Tether

Anche Tether vuole entrare nel mining di Bitcoin, ma a differenza dei competitor non sta cercando l’energia più economica, ma quella più diversificata. Che cosa significa?

Nella mente di Satoshi Nakamoto, Bitcoin doveva essere un network decentralizzato, senza un’autorità centrale o un gruppo che potesse prenderne il controllo. Ma è davvero così? C’è un grande problema attualmente, che si può far risalire al protocollo proof-of-work. Infatti, più del 70% dell’hashrate proviene da sole 4 nazioni. Tether vuole cambiare la maniera in cui si fa mining di Bitcoin per rendere il protocollo più sicuro e decentralizzato.

Un tweet a ciel sereno

Il 12 febbraio, Paolo Ardoino, CTO di Tether e di Bitfinex, ha lasciato di stucco la community crypto con un tweet. “Tether e Bitfinex stanno investendo nel mining di bitcoin”, ha scritto sul social. “La nostra strategia è assicurare diversità geografica e politica, e non pagare uno o due centesimi l’elettricità”. Effettivamente, il prezzo dell’elettricità è uno dei fattori più importanti per le aziende di mining. Meno è costosa, maggiori sono i profitti dell’azienda.

Purtroppo, il vantaggio delle singole aziende va contro l’interesse di Bitcoin stesso. Concentrare tutte le attività di mining in poche nazioni è l’opposto di quello che Satoshi Nakamoto aveva in mente mentre scriveva il white paper di Bitcoin nel 2008. Infatti, in questo modo l’intera rete dipende dalle decisioni politiche o dagli eventi avversi di quelle specifiche nazioni.

Ad esempio, prima che la Cina bandisse il mining, era proprio quella la nazione preferita dalle mining farm. Dopo essere state messe fuorilegge, le aziende di mining hanno dovuto rilocare tutte le loro attrezzature, rallentando temporaneamente la rete di Bitcoin. Adesso, il 34% dell’hashrate si trova negli USA, ma cambiamenti politici ed economici potrebbero richiedere nuove migrazioni da parte dei miner.

La soluzione di Tether per il mining di bitcoin

Ardoino ha studiato una strategia differente ma che dovrebbe avere effetti benefici per Bitcoin. Invece di supportare le aziende di mining già esistenti, Tether e Bitfinex installeranno nuove mining farm in Stati differenti dai soliti. Tra le città scelte c’è già la svizzera Lugano, che recentemente ha reso Bitcoin valuta legale.

Oltre a questo, la città ospita una giovane azienda che ha creato un ASIC di nuova generazione, particolarmente efficiente e molto più economico degli altri processori sul mercato. L’azienda, chiamata Enigma, ha cominciato a studiare questo nuovo hardware nel 2016. Secondo il CEO Jakov Dolic, è più economico del 70% rispetto agli ASIC più famosi, e ha una potenza di 285 terahash per secondo. L’inizio delle operazioni di mining dovrebbe avvenire tra tre o quattro mesi, il tempo per Enigma di consegnare i suoi nuovi processori.

Le motivazioni dietro la scelta di Tether

“Insieme a enti locali, stiamo cercando di trovare un modo per rendere il mining di Bitcoin sostenibile e in grado di generare ricchezza da reinvestire nella community” scrive sempre Ardoino su Twitter. Lo scopo di Tether è sicuramente interessante: contribuire alla decentralizzazione del Digital Gold, anche a scapito del profitto a breve termine, potrebbe apportare benefici a lungo termine per tutta la blockchain.

Negli USA, la presenza di mining farm potrebbe persino contribuire allo sviluppo tecnologico in campo energetico, come per esempio in Texas. In Italia, Alps Blockchain ha ideato un modo per sfruttare l’energia idroelettrica nel mining, energia che altrimenti andrebbe sprecata. Il mining, anche se dispendioso sotto un punto di vista energetico, può essere sfruttato con metodi sostenibili per stimolare lo sviluppo economico in diversi territori. 

Il mining di Bitcoin in Italia? Con l’idroelettrico conviene

Mining Bitcoin Italia conviene

Anche in Italia diventa possibile il mining di bitcoin green. Come? Una start-up italiana ha trovato la soluzione: l’energia idrica.

Se ti sei mai informato sul mining di Bitcoin, magari perché volevi aprire una tua piccola “mining farm”, ti sarai reso subito conto che in Italia non conviene. Il mining è un’attività che richiede molta energia. Proprio per questo le maggiori mining farm vengono installate in luoghi freddi, così da poter risparmiare sul raffreddamento dei processori, o in posti dove l’energia elettrica è abbondante ed economica. L’Italia non è né l’uno né l’altro. Eppure, alcuni imprenditori sono riusciti comunque a portare il mining di Bitcoin in Italia. Come? Sfruttando le centrali idroelettriche.

Le mining farm in Italia per creare fiumi di Bitcoin

L’Italia del nord è ricca di montagne e fiumi, da sempre utilizzati per produrre energia elettrica grazie alle centrali idroelettriche e alle dighe. Il problema dell’energia idrica? È difficile da controllare, ed è difficile prevedere quanta energia può produrre. A Borgo d’Anaunia, per esempio, la centrale Alta Novella ha avuto alti e bassi. Attiva dagli anni ‘20, è stata abbandonata perché non c’erano fondi per costruire una diga che incrementasse il suo output. Dopo la nazionalizzazione dell’energia idroelettrica negli anni ‘60, infatti, era diventato sconveniente produrre energia e la Enel l’aveva dismessa.

Nel 2008, grazie ad alcuni incentivi statali, la centrale è stata riaperta. Ma quest’anno, la scarsità di piogge e nevicate rischiava di compromettere – di nuovo – la centrale. Perciò il sindaco di Borgo d’Anaunia, Daniele Graziadei, ha avuto una brillante idea: chiamare una start-up innovativa per costruire una mining farm. Alps Blockchain ha stretto un rapporto di partnership con Graziadei per sfruttare direttamente l’energia prodotta da Alta Novella. All’interno della centrale ci sono 40 supercomputer, che lavorano ininterrottamente nella validazione di transazioni su Bitcoin. Anche se minare Bitcoin è sempre più difficile, il basso costo e la grande disponibilità di energia pulita può aiutare a trasformare l’Italia in una nazione Bitcoin-friendly.

Come funziona il mining in Italia

L’idea di Alps Blockchain, che ha installato mining farm in più di 18 centrali idroelettriche in tutta Italia, è interessante. Uno dei grandi muri che divide il mondo crypto dal mainstream è la difficoltà nel capire la blockchain. La start-up, però, è riuscita ad abbattere questo muro. Infatti, chi gestisce le centrali idroelettriche non deve avere alcuna conoscenza sul mining, blockchain e superprocessori. Il funzionamento è semplice: Alps Blockchain installa i suoi ASIC (Application-specific Integrated Circuit) all’interno di centrali idroelettriche poco utilizzate o che attraversano periodi “di magra”, e acquista direttamente dal gestore l’energia elettrica prodotta. A quel punto, condivide la potenza computazionale di questi supercomputer con delle mining pool in giro per il mondo.

“Il prezzo dell’energia che si compra normalmente è più alto rispetto al resto del mondo, ma ci siamo resi conto che l’energia rinnovabile viene venduta dai fornitori a prezzo più basso” scrive Francesca Failoni, co-fondatrice di Alps Blockchain. L’energia idroelettrica è ampiamente disponibile in Italia, ed è pulita al 100%. In un mondo in cui i governi e le persone sono sempre più attenti all’ecosostenibilità, i miner di Bitcoin italiani hanno trovato un modo per rimuovere lo stigma del mining eccessivamente inquinante e per rendere conveniente quest’attività?

Le energie rinnovabili e il mining

L’Italia è solo uno dei Paesi che sta studiando dei metodi per rendere ecosostenibile il mining di Bitcoin. Anche se non è tra le attività più inquinanti al mondo, rappresenta comunque un dispendio di energia non indifferente. Alcuni partiti europei hanno cercato di vietare questa attività, citando questo problema, anche se la votazione che si è tenuta il 15 marzo non ha avuto successo. In altri Stati, però, il mining è stato limitato o vietato proprio perché richiedeva troppa energia, come ad esempio in Iran e in Kazakhistan.

Per questo, non solo Alps Blockchain ma anche altre mining farm nel mondo stanno optando per le energie rinnovabili. Sono sempre di più le farm che utilizzano l’energia solare o quella geotermica per minare Bitcoin. Il futuro green del mining è già segnato, tanto che già oggi inquina meno di altre industrie come quella della moda o dell’edilizia. Il mining di Bitcoin in Italia è un altro tassello verso questo futuro: basterà a convincere gli scettici?

L’Ucraina apre il Museo degli NFT per documentare la guerra

NFT apre il Museo della guerra in Ucraina

Il governo ucraino ha creato un museo digitale per documentare con gli NFT l’invasione russa e finanziare la resistenza

Da quando è stata invasa, l’Ucraina ha sfruttato le potenzialità della blockchain per ricevere donazioni e gestire la situazione di emergenza. Dopo aver cancellato l’airdrop promesso a coloro che avevano fatto una donazione in criptovalute, il governo ucraino aveva annunciato un progetto legato agli NFT che finalmente è stato lanciato. Si tratta di un museo digitale che raccoglierà e metterà in vendita dei token non fungibili per documentare la guerra. 

L’annuncio: apre il Museo NFT della guerra in Ucraina

Mykhailo Fedorov, il ministro ucraino della Trasformazione Digitale, il 25 Marzo 2022 ha scritto su Twitter: “Mentre la Russia usa i carri armati per distruggere l’Ucraina, noi ci affidiamo alla rivoluzionaria tecnologia blockchain. Il Museo NFT è stato lanciato. Il luogo per conservare la memoria della guerra. E il luogo per celebrare l’identità e la libertà ucraina”.

Meta History Museum of War, questo è il nome del progetto, è stato creato in collaborazione con fair.xyz, una piattaforma per il “minting” degli NFT su Ethereum e Polygon. Gli NFT dell’Ucraina sono tra i primi commissionati da un ente governativo. 

Gli NFT della guerra in Ucraina

Le opere esposte nel Meta History Museum of War rappresenteranno dei momenti chiave del conflitto e saranno messe in vendita a partire dal 30 Marzo. Gli incassi saranno utilizzati per finanziare le attività dell’esercito e per aiutare i civili. Le opere non saranno solamente manufatti artistici, ma anche foto documentarie, siti web, tweet significativi. Insomma un’ampia varietà di fonti. Infatti uno scopo secondario del museo è quello di contrastare la disinformazione e la propaganda dei media russi fornendo informazioni corrette e verificate


Il museo digitale è fornito di una linea del tempo della guerra e gli NFT saranno rilasciati in ordine cronologico, seguendo gli eventi di cui vogliono testimoniare e tenere traccia. Sul sito web si legge: “Non lasceremo che nessun giorno di questo periodo sparisca dalla memoria della storia mondiale”. Le prime opere rilasciate saranno dunque quelle che documentano i primi giorni dell’invasione, dal 24 al 26 Febbraio 2022. Gli artisti coinvolti nella realizzazione degli NFT saranno sia ucraini che internazionali. Il prezzo degli NFT della guerra in Ucraina è di 0,15 ETH ovvero circa 500 dollari.

Come riconoscere un Bitcoiner in 6 meme

Microsoft acquisterà Bitcoin facendo esplodere il suo prezzo?

I modi di dire tra i seguaci di Bitcoin sono tanti e riflettono la community dei fan di Satoshi Nakamoto. Scopri i più importanti!

C’è chi possiede Bitcoin per diversificare il portafoglio, e c’è chi possiede Bitcoin perché crede nel progetto, e poi ci sono i famosi massimalisti che vedono nel Digital Gold l’unica vera moneta. I bitcoiner più accaniti seguono una filosofia ben precisa, sulle tracce del whitepaper pubblicato nel 2008 che diede inizio a tutto. Per semplificare i concetti più importanti, negli anni la community ha utilizzato dei modi di dire che possono sembrare strani a chi si è avventurato da poco nella blockchain. Scopri come riconoscere un fan in 6 meme!

Number go up

Il primo modo di dire molto utilizzato è “number go up” e si riferisce alla natura deflazionaria di Bitcoin. Di solito, le valute fiat sono inflazionarie, e quindi perdono di valore man mano che il tempo va avanti. Bitcoin, d’altra parte, ha un massimo di monete pari a 21 milioni. Quando quel numero sarà raggiunto, non potranno più essere “emesse” nuove monete! Number go up si riferisce quindi al valore di Bitcoin che, secondo una teoria nata sui social, tenderebbe al rialzo sul lungo termine. Soprattutto quando il mercato è in ribasso i bitcoiner si consolano così, ripetendosi “number go up” e incoraggiandosi! Che il futuro di Bitcoin dipenda veramente da questo?

Bitcoin fixes this

Non ti piace il sistema economico attuale? Non sopporti il fatto che il tuo conto in banca perda valore anche se non spendi nulla? Bitcoin può aggiustarlo! Questo modo di dire è utilizzatissimo dai bitcoiner che stanno cercando di convincere i loro amici a capire le potenzialità della blockchain. I devoti di Bitcoin, infatti, credono che le criptovalute siano l’unico modo per “aggiustare” il sistema economico attuale. Valuta fiat? Vade retro!

Run the numbers, do the math

Il grande vantaggio della blockchain è che tutti possono contribuire allo sviluppo delle piattaforme decentralizzate, e soprattutto tutti possono controllare che le transazioni siano corrette! “Fai i tuoi calcoli” è molto simile all’altro caposaldo delle crypto, cioè DYOR. Non bisognerà più fidarsi di enti centralizzati: qualcosa non ti torna? Sei tu, l’utente, ad avere gli strumenti per assicurarti che stia funzionando tutto bene! E, se la community collabora, allora un sistema decentralizzato diventa più sicuro di un caveau!

I’m in Bitcoin for the tech

Chi l’ha detto che Bitcoin è solo una valuta? La blockchain ha portato innumerevoli innovazioni in tantissimi ambiti, e promette di continuare a farlo anche in futuro. Perciò, se il prezzo di Bitcoin scende, è facile riconoscere un fan: ti dirà sicuramente che possiede crypto non per il suo prezzo sul mercato, ma per il suo vero valore: la tecnologia. 

Few understand this

Per un bitcoiner, Bitcoin non è solo una valuta ma una vera e propria rivoluzione. E, come dicono spesso sui social, pochi lo capiscono! Effettivamente, è difficile pensare che le criptovalute possano cambiare radicalmente il sistema finanziario come lo conosciamo, fatto di valuta fiat, colossi e istituti finanziari centralizzati.

Eppure, la mente di un bitcoiner è sempre proiettata verso il futuro. Mentre è impossibile prevedere le politiche economiche degli Stati e delle banche, la politica economica di Bitcoin è scritta nel suo white paper fin dal 2008, ed è immutabile. Perciò, se un vostro amico vi spiega per filo e per segno tutti i vantaggi della blockchain, preparatevi a entrare nel club di quei “pochi” che capiscono le potenzialità di Bitcoin!

Stack sats

Se hai paura che ormai sia troppo tardi per comprare Bitcoin, non temere: i veri fan sono sempre aperti ai nuovi arrivati! Anche se un Bitcoin adesso vale più di 30.000 dollari, non demordere, puoi anche comprarne solo un “pezzo”! Un satoshi equivale a 0.00000001 BTC, ed è l’unità di misura più piccola in cui si può dividere un bitcoin. Anche se non riesci a permetterti un Bitcoin intero, sei sempre in tempo per accumulare satoshi! Il nome deriva ovviamente dal famoso Satoshi Nakamoto, che la community ha voluto omaggiare chiamando come lui gli “spiccioli” di bitcoin.

Adesso sai come riconoscere un fan di Bitcoin! Tu sei d’accordo con questi meme? O forse ti senti più vicino al modo di pensare del team di Ethereum? La sfida tra Bitcoiner ed Etherean è sempre aperta!

Arriva Otherside, il Metaverso delle Bored Ape

Arriva il Metaverso del Bored Ape Yacht Club

La corsa di Yuga Labs al Web3 continua, è uscito il trailer di Otherside: arriva il Metaverso del Bored Ape Yacht Club!

Yuga Labs, l’azienda che ha creato il Bored Ape Yacht Club, il 19 Marzo 2022 ha pubblicato su Twitter un trailer da far invidia alla Disney Pixar. Da qualche settimana circolava la voce di un possibile Metaverso del Bored Ape Yacht Club. Su cosa si basavano queste supposizioni? All’inizio del mese è apparsa una landing page di un fantomatico progetto futuro in collaborazione con Animoca Brands, l’azienda di videogiochi che ha sviluppato The Sandbox. Inoltre qualche giorno dopo, è stato lanciato il token ApeCoin. Il che ha fatto pensare all’esigenza di un token per gestire l’economia interna di un Metaverso! Ecco che ad Aprile 2022 arriva il Metaverso del Bored Ape Yacht Club!

Il trailer di Otherside, il Metaverso delle Bored Ape

Il video del trailer di Otherside inizia con un’Ape decisamente “bored”, seduta davanti al Bored Ape Yacht Club (presentato con la stessa immagine della misteriosa landing page). Con la sua canna da pesca, distrattamente, cattura una bottiglietta. Sulla sua etichetta c’è la scritta “drink me”, un po’ perché è “bored” e un po’ perché ce lo insegna Alice nel Paese delle Meraviglie, la scimmia beve il contenuto senza pensarci troppo. Qui inizia la storia, qui la Bored Ape si ritrova catapultata a Otherside. Vede vulcani che esplodono, iceberg che irrompono sul suo club e incontra personaggi ben noti nel Web3. Un CryptoPunks, una Mutant Ape, un Meebits ma anche una World of Women (WoW) e un Cool Cat! Queste comparse hanno fatto impazzire gli holders degli NFT coinvolti nel trailer. Se l’apparizione di CryptoPunks e Meebits non ha suscitato un grande scalpore – queste due collezioni infatti sono state di recente acquisite da Yuga Labs – vedere una WoW a Otherside ha fatto sognare l’inizio di una gigantesca collaborazione NFT.

Easter Egg: nella bottiglietta pescata, un ciuffo di alghe copriva le parole “don’t”. 

Colonna sonora: Break On Through the Other Side, The Doors. 

Come funziona il Metaverso del Bored Ape Yacht Club?

Gordon Goner, uno dei creatori della collezione BAYC, descrive il Metaverso Otherside come un MMORPG (massively multiplayer online role-playing game) integrato con i token non fungibili. L’intento è quello di realizzare un “mondo interoperabile”, “gamificato” e “completamente decentralizzato” interamente gestito dai giocatori. Non esiste al momento una vera e propria roadmap del Metaverso del Bored Ape Yacht Club, si sa solo che dopo il lancio ad Aprile, entro fine 2022 sarà rilasciato anche un gioco play-to-earn. C’è chi si sta già chiedendo quando e se verranno messe in vendita delle land, dei terreni, come nei metaversi più conosciuti. La corsa ai terreni del Metaverso di Otherside potrebbe essere la più pazza di sempre.

La Bored Ape di Madonna

Mentre Yuga Labs si espande nei terreni del Web3, sempre più celebrità acquistano il loro posto nel Bored Ape Yacht Club. L’ultima arrivata è proprio Madonna, la material girl ha comprato la Bored Ape #4988 dal pelo fucsia e lo stile punk. La Bored Ape di Madonna nella classifica degli NFT più rari del BAYC è al 3.436 posto (su 10.000). L’acquisto è avvenuto tramite Moonpay che ha comprato per lei il token non fungibile a 180 ETH, circa 600 mila dollari. Con un post sui principali social network, la pop star ha detto di essere finalmente entrata nel Metaverso!

ApeCoin e la DAO del Bored Ape Yacht Club

A 10 giorni dal rilascio, ApeCoin ($APE) sta riscuotendo un successo clamoroso. Dopo 6 giorni, APE è diventato il token più scambiato dalle whale di Ethereum raggiungendo 36.500 wallet. Nel frattempo la ApeCoin DAO comincia ad operare, una delle prime proposte e votazioni si è svolta sullo staking di APE. Generalmente affidarsi a una DAO per la governance di un progetto è il modo migliore per garantire la decentralizzazione. Il lancio dell’ApeCoin DAO e il coinvolgimento degli utenti sembrano essere una risposta a chi ha accusato il Bored Ape Yacht Club e Yuga Labs di essere una delle tante aziende del Web 2.0.  

Aprile è dietro l’angolo e arriva il Metaverso del Bored Ape Yacht Club. I fan del Web3 aspettano Otherside con gli occhi sognanti su 90 secondi di trailer mozzafiato. 

5 artiste NFT e i loro progetti dedicati alle donne

5 artiste NFT e i loro progetti dedicati alle donne

L’arte digitale racconta le storie di affermazione delle donne nel settore crypto. Scopri 5 artiste NFT e i loro progetti dedicati alle donne!

Marzo è stato il mese per riflettere sullo stato del gender gap nel settore crypto, prima con una panoramica e poi chiedendo l’opinione di 7 donne italiane. Uno degli strumenti che sembrano avvicinare le donne al mondo digitale sembrano essere gli NFT, un esempio è la collezione World of Women di Yam Karkai. Ma le artiste digitali sono moltissime e talentuose, i loro lavori avvicinano il pubblico femminile alla blockchain e portano aiuti concreti ad associazioni o persone in difficoltà. In questo articolo vediamo 5 artiste NFT e i loro progetti dedicati alle donne!

1. Anna Carreras

Anna Carreras è un’artista spagnola con una laurea in Ingegneria e una in Tecnologie Audiovisive. La sua conoscenza tecnologica le ha permesso di sfruttare a pieno gli NFT come mezzo espressivo, così il codice diventa un mezzo per fare arte! La collezione di token non fungibili che l’ha resa famosa si chiama Trossets, si tratta di 1.000 pezzi creati su Art Blocks, una piattaforma per il minting su Ethereum. Ogni NFT nasce dalla combinazione di forme e colori tramite un algoritmo, sono dunque pezzi di arte generativa in cui l’opera d’arte è il prodotto di un sistema autonomo e non delle decisioni prese direttamente dall’artista. Ogni pezzo della collezione Trossets rappresenta figure astratte i cui colori sono ispirati alle variazioni cromatiche del Mediterraneo

È proprio a questa zona ricca di biodiversità che Carreras ha deciso di dedicare Trossets. Il 10% dei profitti della vendita delle opere d’arte sarà devoluto alla Fondazione Marilles che si occupa della conservazione marina e il 15% a OpenArms, l’ONG che soccorre i rifugiati che cercano di attraversare il Mediterraneo

2. Nadieh Bremer

Nadieh Bremer di formazione è una scienziata, ma il suo lavoro principale ora sono le arti e il design. Da una laurea in astronomia alla carriera artistica! Il desiderio di Bremer infatti era quello di cercare “un lavoro più concreto e dinamico”, caratteristiche che non ritrovava nel mondo accademico. Bremer oggi si qualifica come “data visualization designer“, titolo che si può tradurre in artista digitale. Bramer ha scoperto la visualizzazione dei dati mentre lavorava come consulente di analisi per Deloitte. 

Le opere di Bremer sono dunque delle raffigurazioni visive di dati di svariati tipi, dalle transazioni di Ethereum ai movimenti degli astri. 

3. Maliha Abidi

Tra queste 5 artiste NFT e i loro progetti dedicati alle donne, c’è Maliha Adibi, artista e scrittrice di 26 anni. Abidi è nata in Pakistan e si è trasferita in California quando aveva 14 anni. Il suo background di immigrata si riflette nell suo lavoro e nell’impegno sociale. Adibi infatti cerca di sensibilizzare su temi come i diritti e l’educazione delle donne, la violenza domestica, i matrimoni precoci, il razzismo. Il suo libro d’esordio del 2019 si intitola “Pakistan for Women: stories of women who have achieved something extraordinary” e riporta le storie di 50 donne pakistane con i loro sgargianti ritratti, realizzati sempre da Adibi. 

L’artista di recente ha lanciato anche una collezione di 10.000 NFT intitolata Women Rise, anche qui le opere sono nate dalla combinazione casuale di oltre 453 tratti disegnati a mano. Alcuni degli elementi da combinare sono il colore della pelle, il make-up, gli occhi, gli accessori. Women Rise vuole rendere omaggio alle donne attiviste, artiste, scienziate e informatiche che stanno contribuendo a rendere il mondo un posto migliore. Con questa collezione Adibi ha spiegato di voler rendere lo spazio NFT più vario ed inclusivo. Una percentuale del ricavato del progetto andrà a varie associazioni che sostengono l’istruzione delle bambine, la salute mentale, l’attivismo antirazzista e la parità di genere.

In un’intervista a Reuters, Adibi ha spiegato che “quando ho sentito parlare per la prima volta di blockchain, non pensavo facesse per me. Ma allo stesso tempo ero attratta dall’arte, e mi sono resa conto che gli artisti potevano rientrare in tutto questo, e che poteva essere uno spazio inclusivo per le donne e le persone di colore. Gli NFT danno alle persone che non hanno avuto l’opportunità di investire in arte o vendere le loro opere nei modi tradizionali, un’occasione per farlo. Le crypto e gli NFT sono una strada per l’indipendenza finanziaria, per questo è importante che donne e ragazze le conoscano“.

4. Yasmin Shima

Yasmin Shima è un’artista e insegnante d’arte che vive a Sidney, Australia. La sua storia con l’arte digitale inizia dopo un intervento chirurgico che le ha impedito per un periodo di dipingere al cavalletto. Dopo essere entrata in contatto con gli NFT, Shima ha deciso di integrare questa tecnologia nella sua produzione artistica. La sua seconda collezione, rilasciata l’8 Marzo 2022, si chiama Year of the Woman ed è composta ancora una volta da 10.000 token creati da un algoritmo. Shima dice di disegnare le donne per la loro bellezza, sensualità, forza e grazia. L’artista crede che le donne rappresentino un’energia romantica e potente. L’obiettivo benefico che ha spinto Year of the Woman è stato il desiderio di aiutare le donne australiane in difficoltà. Il 5% dei profitti degli NFT saranno donati a Women’s Refuge, un centro per vittime di violenza domestica in Australia. 

Shima ha sempre sfruttato la sua posizione e notorietà per aiutare le artiste emergenti che spesso rimangono sconosciute. Nel Q2 del 2022 è prevista l’apertura della galleria d’arte a Decentraland

5. Lana Simone

Concludiamo con la più giovane di queste 5 artiste NFT, Lana Simone una designer e illustratrice di 22 anni originaria del Delaware, USA. Su Twitter si fa chiamare “The Black Girl NFT”, un nickname che dà il nome anche alla sua collezione NFT disponibile su OpenSea. La collezione è composta da 2.500 pezzi disegnati a mano e poi trasposti in digitale. I soggetti sono donne nere uniche, la loro originalità richiama storie e background tra i più diversi. Il prezzo di base di ogni opera, che risponde al nome di una donna come Daisy, Rose Olivia, è di 0,7 ETH, Simone rilascia nuovi NFT ogni venerdì! 

Ethereum 2.0: The Merge in arrivo, addio mining

Vitalik Buterin Ethereum 2.0 The Merge

L’attesissimo aggiornamento di Ethereum 2.0, The Merge, sta per arrivare: la nuova versione proof-of-stake affronta gli ultimi test su Kiln

Ethereum, sei pronto al proof-of-stake? La nuova versione del protocollo, attesa da anni, ha avuto diverse forme e diversi nomi. Conosciuta come Ethereum 2.0, ora si chiama Consesus Layer, e il nome The Merge rappresenta l’unione tra i due layer che formeranno il nuovo Ethereum. Dopo la fase di test su Kintsugi, adesso sbarca su Kiln. Questa dovrebbe essere l’ultima fase di test prima del lancio ufficiale: gli esperti prevedono che in tre mesi potremmo accogliere il PoS su Ethereum. A che punto è l’attesissimo update?

Da PoW a PoS: Ethereum abbandona il mining per lo staking

Vitalik Buterin lo dice da anni: Ethereum deve abbandonare il proof-of-work e passare al proof-of-stake. Il nuovo protocollo dovrebbe risolvere molti dei problemi che affliggono il network. Eppure, a causa di problemi tecnici continui e complessi, la data per questo passaggio è stata continuamente posticipata, tanto che alcuni esperti temevano che in realtà Buterin non volesse davvero questo update.

Invece, finalmente le cose hanno ripreso il ritmo giusto. Da quanto si legge sul blog della Ethereum Foundation, la fondazione no-profit che gestisce lo sviluppo di Ethereum, l’aggiornamento sta affrontando un ultimo test prima del lancio ufficiale. Kiln, il nome del testnet utilizzato per questo aggiornamento, indica una tipologia di forno, in particolare quello usato per indurire l’argilla e trasformarla in mattoni. Il nome descrive perfettamente il suo scopo: consolidare la nuova infrastruttura per costruire un migliore Ethereum.

Con The Merge, Ethereum abbandonerà il vecchio sistema di consenso PoW, e diventerà estremamente più efficiente. Per esempio, il PoS diminuirà il consumo di energia del 99,5%, ed Ethereum consumerà lo 0,4% dell’energia che consuma un sistema di pagamento centralizzato come Visa. Inoltre, ETH diventerà una valuta deflazionaria: secondo una stima, verranno emessi solo 1.300 ETH al giorno contro i 12.000 attuali. Questo, combinato al sistema di burning istituito lo scorso agosto, vuol dire che gli ETH persi quotidianamente saranno di più di quelli emessi!

Perché The Merge: la filosofia di Buterin dietro il più importante fork di sempre

Attualmente, Ethereum è la seconda blockchain più conosciuta, subito dopo Bitcoin. Rispetto a Bitcoin, però, Ethereum è una piattaforma utilizzatissima da sviluppatori di tutto il mondo per creare dApp, NFT, AMM e piattaforme layer-2. ETH ha un market cap di più di 350 miliardi di dollari, e sostiene più di un milione di transazioni al giorno. In poche parole, è un network famoso, utilizzatissimo e con un valore enorme; ma allora perché deve cambiare e passare al proof-of-stake?

“Quello che stiamo costruendo non è più un giocattolo. Stiamo costruendo le fondamenta per il futuro di Internet” ha detto Vitalik Buterin, mentre ancora teorizzava Ethereum 2.0. Il fondatore di Ethereum non è diventato uno sviluppatore per arricchirsi, è sempre stato spinto dalla passione e dalla voglia di creare un sistema decentralizzato e democratico. Per Buterin, quello che conta è che il PoW è meno democratico del PoS, e tanto basta per preferire il nuovo protocollo. Infatti, creare un nodo di validazione è molto più semplice e immediato che costruirsi il proprio “mining rig”. “Per una blockchain decentralizzata, è fondamentale che gli utenti normali possano avere il loro nodo, e che ci sia una cultura dove gestire un nodo è un’attività comune”.

La più grande paura di Buterin è quella di vedere la propria creazione diventare una speculazione per guadagnare. “Se non ci facciamo sentire”, ha detto in un’intervista al Time, “le uniche cose che verranno costruite saranno quelle che danno un profitto”. Ecco perché, nonostante non abbia potere decisionale diretto su Ethereum, ha scritto innumerevoli articoli sul suo blog a favore del proof-of-stake. E se la gente dovesse cominciare a migrare da Ethereum verso piattaforme che promettono più guadagni? “Preferisco che Ethereum offenda alcune persone, piuttosto che vederlo diventare qualcosa che non rappresenta nulla.

Quando potrebbe essere rilasciato The Merge?

Gli sviluppatori della Ethereum Foundation, tra cui Tim Beiko, non sono ancora certi della data d’uscita ufficiale di The Merge. Il test su Kintsugi è durato 3 mesi, e in molti credono quindi che la nuova versione sarà rilasciata a giugno. In realtà, l’ultima fase di test deve essere la più minuziosa e cauta di tutte, in modo da garantire l’assenza di bug o rallentamenti.

In poche parole, la data di giugno è molto ottimistica, anche se non impossibile. Se il test va bene, allora è possibile che già tra tre mesi avremo la nostra nuova blockchain proof-of-stake. Fortunatamente, gli sviluppatori sono molto attivi sui social e chiari quando si parla di deadline. Teniamoci aggiornati e incrociamo le dita!

Secondo gli ultimi annunci dei developer, comunque, la data di uscita di Ethereum 2.0 e di The Merge è questa estate! Manca poco: sei pronto?

Quale generazione preferisce Bitcoin? 

Quale generazione preferisce Bitcoin?

Millennial e Generazione Z o Baby Boomer? Chi compra più Bitcoin? Nel nuovo episodio di Young Pills generazioni a confronto!

Bitcoin non lascia nessuno indifferente. Tutti hanno sentito parlare della creazione di Satoshi Nakamoto almeno una volta nella loro vita e, nel bene o nel male, ognuno ha un’opinione su Bitcoin. La reputazione del denaro digitale sembra essere condizionata anche dalla generazione di appartenenza. Quale generazione preferisce Bitcoin? Millennial e Generazione Z oppure i Baby Boomer? E come cambia la percezione di Bitcoin nelle diverse generazioni? Vediamolo insieme in questo nuovo episodio di Young Pills! 

Come si dividono le generazioni?

I media e la cultura popolare occidentale dividono le generazioni in questo modo:

  • Baby Boomer, i nati dal 1946 al 1964;
  • Generazione X, i nati dal 1965 al 1980;
  • Generazione Y o Millennial, i nati dal 1981 al 1996;
  • Generazione Z, i nati dal 1997 al 2012.

Secondo i Baby Boomer Bitcoin è pericoloso!

I Baby Boomer sono cresciuti in un mondo modellato dall’accordo di Bretton Woods nel 1944. Il sistema monetario e finanziario in cui sono vissuti i Baby Boomer ha permesso al dollaro di crescere e all’oro di mantenere un ruolo chiave. Ecco perché per un Baby Boomer l’oro rappresenta un bene essenziale. Al contrario secondo loro Bitcoin è pericoloso, non sono infatti la generazione che preferisce Bitcoin. 

Vuoi sapere perché? Guarda il nuovo episodio di Young Pills!

La generazione X ha sentimenti contrastanti su Bitcoin

La Generazione X è nata e cresciuta in un momento di grande transizione sociale, a cavallo tra il declino dell’imperialismo coloniale e la fine della Guerra Fredda. I membri di questa generazione hanno avuto grande difficoltà a trovare lavori stabili e ben pagati. Tendenzialmente per loro la stabilità è un valore fondamentale, per questo le novità possono generare un po’ di scompiglio!

Tuttavia all’interno di questa generazione ci sono anche persone che hanno una buona opinione di Bitcoin. Un esempio? Peter Thiel, creatore di PayPal. Per lui Bitcoin è prezioso tanto quanto l’oro. 

Per i Millennial Bitcoin è “liberatore”

I Millennial, nati tra gli anni ‘80 e ‘90, sono i cosiddetti “nativi digitali” perché cresciuti in un mondo in cui il personal computer e internet sono diventati piano piano la normalità. Spesso i Millennial si sentono prigionieri di un sistema monetario e finanziario che mostra i suoi limiti, e per loro autorità non è sinonimo di competenza. I Millennial sono alla ricerca di un modo smart di usare il denaro. Ecco perché per loro Bitcoin è un “liberatore”, porta una ventata d’aria fresca sui sistemi finanziari obsoleti che non soddisfano più i bisogni contemporanei. 

La maggior parte delle startup coinvolte nel mondo Bitcoin e crypto sono state create da membri di questa generazione! 

Per la Generazione Z Bitcoin sarà la normalità

La Generazione Z è la generazione dei social network. Sempre connessa e sempre aggiornata! Tutti i membri di questa generazione hanno una perfetta padronanza nell’uso degli strumenti informatici. Per questo sono destinati a utilizzare Bitcoin in maniera naturale, senza nemmeno chiedersi se il denaro digitale sia “reale”. Bitcoin e le criptovalute non sembreranno poi così tanto rivoluzionarie. 

Per la Generazione Z un sistema di pagamento decentralizzato completamente democratico sarà un dato di fatto. 

Quale generazione preferisce Bitcoin? Millennial o Generazione Z se la contendono a chi compra più Bitcoin!

Blockchain: una filiera etica tra Coca-Cola, cacao e cobalto

Blockchain e supply chain etica Coca Cola

La blockchain è etica: grazie alla decentralizzazione, è possibile già ora tracciare le supply chain e garantire che i lavoratori abbiano un salario dignitoso.

La blockchain potrebbe risolvere uno dei problemi maggiori della filiera alimentare? È quello che pensano in molti, da Carrefour in Francia alla Coca-Cola. Il problema della sostenibilità e dell’etica all’interno della filiera alimentare è da sempre molto sentito. Non sempre i marchi di certificazione come Fairtrade o Rainforest Alliance riescono a tracciare con efficacia la supply chain di prodotti a rischio come cacao e caffè. Grazie alla blockchain, sarà possibile garantire che tutti i lavoratori della filiera ricevano un salario dignitoso ed equo.

Coca-Cola e Diginex contro lo sfruttamento minorile

Diginex, una startup attiva nel mondo della blockchain, ha stretto una partnership con Coca-Cola per tracciare la sua supply chain globale. Secondo uno studio condotto dal Dipartimento del Lavoro statunitense e dalla stessa Diginex, sono più di 160 milioni i bambini lavoratori nel mondo. In più, ci sono 25 milioni tra adulti e bambini in condizioni di lavoro forzato.

Questo ha spinto molte aziende, tra cui Cola-Cola, a cercare dei metodi efficaci per controllare la propria filiera ed evitare queste situazioni. Diginex è nata proprio come start-up per risolvere i problemi di sostenibilità ambientale e sociale, e ha studiato uno strumento, DiginexLUMEN, che permette alle aziende di raccogliere dati in maniera costante. Grazie alla blockchain, sarà possibile individuare in poco tempo le criticità della supply chain e di risolverle tempestivamente.

“Le informazioni fornite da diginexLUMEN permettono alle aziende di trasformare le vite di milioni di persone, attualmente private del loro diritto a un lavoro equo e sicuro” ha affermato il CEO di Diginex, Mark Blick. Questo sistema, che rimane centralizzato perché si affida alla buona volontà delle aziende, sfrutta comunque la blockchain e promette di migliorare la qualità di vita dei lavoratori in tutto il mondo. Un’altra azienda, Koa, ha studiato un modo per tracciare la filiera del cacao in Ghana in maniera del tutto decentralizzata.

Koa e la blockchain etica per i contadini del Ghana

Il Ghana è la seconda nazione esportatrice di cacao al mondo, dopo la Costa d’Avorio. La produzione di cacao passa sopratutto dai piccoli contadini, e rappresenta il 18% del PIL del paese africano. Nonostante questo, molte grandi aziende come Nestlé non tracciano accuratamente la supply chain, e il lavoro minorile o sottopagato è all’ordine del giorno.

Koa, insieme all’azienda tedesca Seedtrace, ha sviluppato un programma utilizzando la blockchain che permette una trasparenza completa dell’intera filiera. Il programma sfrutta Topl per registrare i dati su provenienza, pagamento e distribuzione del cacao. Questi dati, disponibili sulla piattaforma di Seedtrace, possono essere esaminati dai consumatori per assicurarsi che i loro prodotti siano davvero sostenibili, e anche dai produttori per osservare dove va a finire il loro cacao.

“Vogliamo eliminare le catene d’approvvigionamento lunghe e poco limpide” scrive Anian Schreiber, co-fondatore di Koa. “Invece di dire che siamo attenti all’etica, mettiamo sul tavolo tutto ciò di cui hanno bisogno i consumatori per essere testimoni diretti di ogni transazione con i contadini”.

Il futuro della supply chain è a blocchi?

La blockchain può davvero trasformare la supply chain alimentare in una catena etica e trasparente? Difficile a dirsi, eppure moltissime aziende del settore hanno deciso di puntare su di essa per il tracciamento delle proprie supply chain. Il cibo, essendo un bene di prima necessità, può essere l’esempio migliore per mostrare al mondo l’efficienza della blockchain nel gestire le lunghe e contorte catene d’approvvigionamento.

Ma si va anche oltre il cibo: Polestar, azienda di auto elettriche della Volvo, ha messo in atto un sistema simile per tracciare il cobalto necessario alle batterie delle sue auto. Anche la filiera dei materiali preziosi è poco trasparente e i lavoratori sono spesso soggetti a condizioni di lavoro precarie e sottopagate. Milioni di persone sperano nella blockchain per ottenere una vita dignitosa: il futuro delle supply chain sarà decentralizzato?