Avalanche Summit a Barcellona tra Hackathon, subnet e dapp

Avalanche network summit novità

Avalanche ha organizzato un summit a Barcellona che ha riscosso grande successo tra appassionati e istituzioni: scopri le novità del network!

Il summit di Barcellona, lungo 5 giorni, ha segnato una svolta per Avalanche: tra Hackathon (ovvero sfide tra sviluppatori), presentazioni e discussioni, la blockchain di Emin Gün Sirer ha attirato l’attenzione di tutti. E non solo di semplici appassionati di crypto: tra i partecipanti c’erano anche rappresentanti di istituzioni tradizionali come Mastercard e Deloitte. Le ultime novità di Avalanche cui si è parlato? Subnet, dApp, e incentivi!

Una conferenza per tutti

Da sconosciuta a top10: la crescita di Avalanche è stata senza dubbio una valanga nel mondo crypto. Ad oggi, Avalanche ha una capitalizzazione di mercato pari a quasi 24 miliardi di dollari ed è la decima crypto per market cap: non male per essere nata solo il 2020! Il suo successo è dovuto a diversi fattori, in primis la crescita del suo network e la fiducia dei suoi utilizzatori. Al contrario di altre criptovalute con una forte componente istituzionale, come Cardano o Solana, Avalanche ha scelto di supportare anche altri settori di mercato, istituendo fondi per videogiochi e svago.

“[Ci sono] individui con grandi credenziali, e anche individui molto discutibili”, ha scherzato il fondatore di Avalanche, Emin Gün Sirer. Effettivamente, alla conferenza di Barcellona c’erano rappresentanti istituzionali così come appassionati e sviluppatori indipendenti. A incarnare la CeFi (finanza centralizzata) c’erano Mastercard, BlockFi o il fondo di investimento Polychain Capital. 

Ma soprattutto c’erano tantissimi amanti di crypto, incuriositi dalla prima conferenza di questa giovane criptovaluta. Ingolositi dalle novità di Avalanche o dai premi offerti dall’Hackathon, membri della community da tutto il mondo hanno viaggiato fino a Barcellona anche per incontrarsi tra loro.

Subnet e dApp: il network si espande con l’Avalanche Multiverse

“L’obiettivo [principale] è far appassionare ad Avalanche gli sviluppatori. In un anno, contiamo di avere più di un miliardo di transazioni, e più di mille dapp” ha detto Gabriel Cardona, programmatore per Ava Labs. Per facilitarne lo sviluppo e l’adozione la piattaforma è stata programmata per essere EVM-compatible, ovvero compatibile con le dapp sviluppate su Ethereum. Questo semplifica la vita agli sviluppatori che conoscono già Ethereum e ai progetti che vogliono migrare su una blockchain più scalabile come Avalanche.

Tra le dapp più importanti di Avalanche ci sono Trader Joe, un exchange decentralizzato, e Crabada, un videogioco play-to-earn che ricalca il famoso Axie Infinity. Ava Labs ha anche annunciato l’arrivo di un nuovo wallet chiamato Core, studiato appositamente per Avalanche e con supporto a Bitcoin integrato. “Core non è solo un wallet, è un sistema operativo per il Web3 che combina sicurezza con tecnologia mai vista in nessun altro wallet” ha detto un rappresentante di Ava Labs.

Tra le altre cose, durante il summit, il team di Avalanche ha anche parlato a lungo dei subnet, un sistema simile alle parachain di Polkadot. I subnet permettono agli sviluppatori di creare delle blockchain basate su Avalanche con parametri personalizzati, dal numero di validatori alle ricompense dello staking, fino ai linguaggi di programmazione supportati. Il vantaggio è che sono comunque indipendenti dalla blockchain principale, e così non si corre il rischio di “intasare” la rete in caso ci siano troppe transazioni. Velocità e bassi costi di transazione rimangono intaccati grazie a questo sistema. “Tra un anno, la Top100 delle crypto sarà molto differente, e si baserà sui subnet di Avalanche” sostiene Cardona.

Per aiutare gli sviluppatori a provare i nuovi subnet, Avalanche ha predisposto un programma di incentivi per 4 milioni di AVAX chiamato Avalanche Multiverse. Il round di finanziamento riguarderà tutto l’ecosistema blockchain, dalle dApp di DeFi alle piattaforme per la compravendita di NFT, fino ai videogiochi play-to-earn. Non solo: Ava Labs collaborerà anche con Aave e con dei fondi di investimento per costruire un subnet dedicato alle istituzioni finanziarie tradizionali, che integrerà la funzionalità di KYC. “Il subnet di Avalanche con KYC integrato rappresenta un grande passo avanti per l’adozione istituzionale della blockchain, e siamo fieri di sostenerlo” scrive Wes Cowan, Direttore del settore DeFi del fondo Valkyrie.

Le novità dell’Hackathon di Avalanche

Tra i partecipanti al summit di Barcellona non potevano mancare gli appassionati di programmazione! E quando tanti programmatori si ritrovano in una stanza, è inevitabile che parta una sfida all’ultima riga di codice. Gli organizzatori della conferenza hanno organizzato un hackathon, ovvero una competizione dove piccole squadre di sviluppatori hanno due giorni per risolvere un problema.

La sfida si è tenuta gli ultimi giorni della conferenza, e il montepremi totale ammontava a ben 200mila dollari! Gli sviluppatori si sono trattenuti giorno e notte nella sala conferenze, con il fondatore di Avalanche Emin Gün Sirer che passava a dare consigli ai vari team impegnati nella gara. Alla fine, sono stati premiati i progetti più innovativi e funzionali, e alcuni sono già utilizzabili!

Qualche esempio? Subnet.center è un sistema di notifiche per i validatori del network di Avalanche. Per evitare rallentamenti nella rete, è fondamentale che i validatori siano sempre online e aggiornati. Con questa soluzione il team di sviluppo si è aggiudicato 20mila dollari. La dapp migliore invece è stata zkID, un protocollo che permette di verificare alcuni dati registrati sulla blockchain in maniera totalmente anonima. Ad esempio è possibile provare che si possiede un NFT o una certa quantità di token senza mai rivelare il proprio indirizzo wallet, e preservando quindi l’anonimato. 


Questo summit ha regalato un sacco di chicche agli amanti di AVAX, ma le novità del network non finiscono qui: l’Avalanche Multiverse presto entrerà nel vivo dell’azione, e il network diventerà sempre più esteso. Riuscirà a spodestare Ethereum, oppure ci penserà The Merge a consolidare la blockchain di Buterin come la regina indiscussa degli smart contract?

La blockchain può plasmare il futuro dell’Ucraina?

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Alexander Bornyakov, viceministro per la digitalizzazione ucraino, ha grandi progetti per blockchain e crypto quando si arriverà alla pace

Alexander Bornyakov è il viceministro per la trasformazione digitale ucraino dal 2019. Prima di entrare in politica, ha partecipato alla creazione di varie start-up tech in Ucraina e negli Stati Uniti. La sua conoscenza del mondo tecnologico sta aiutando l’Ucraina in una guerra sempre più digitale, anche sfruttando la blockchain. Ma la spinta dell’Ucraina verso il mondo crypto non si fermerà quando arriverà la pace, dice Bornyakov.

La blockchain in Ucraina in tempo di guerra

Le criptovalute sono state una soluzione ai blocchi del sistema finanziario durante la resistenza all’occupazione russa, in una lotta che si tiene sia sul campo militare che sul campo mediatico. L’Ucraina è riuscita a guadagnare in poco tempo il supporto internazionale, tanto che l’UE ha imposto pesantissime sanzioni alla Russia e dall’aiuto monetario pari a 13 miliardi di dollari da parte degli Stati Uniti. Anche i cittadini si sono mossi per sostenere la causa ucraina con donazioni di cibo o denaro

Tra le piattaforme di donazione spiccava ad esempio Patreon, che permetteva di donare mensilmente una quota per sostenere le spese militari ucraine. La piattaforma, però, ha chiuso la pagina perché violava la sua policy. Non solo: anche i normali bonifici esteri subivano rallentamenti a causa della situazione precaria in Ucraina. “C’erano grossi problemi coi trasferimenti di denaro, perché le banche nazionali avevano limitato la possibilità di trasferire fondi”, ha spiegato Bornyakov.

Come ha reagito l’Ucraina? Puntando sulle criptovalute e sulla blockchain. L’idea è partita da Mike Chobanian, CEO dell’exchange ucraino KUNA. L’imprenditore aveva creato dei wallet per ricevere sostegno economico in Bitcoin, Ethereum e stablecoin. Il Ministero per la Trasformazione Digitale ha poi reso ufficiale questo metodo di donazione, che ha riscosso grandissimo successo. L’Ucraina è riuscita a raccogliere più di 70 milioni di dollari in crypto! Anche se questo numero è di molto inferiore rispetto ai miliardi di dollari offerti dagli USA, le donazioni sono state fatte da volontari, senza alcun intermediario e in modo decentralizzato. L’Ucraina ha anche creato un “museo della guerra” digitale usando la tecnologia degli NFT, per finanziare la resistenza e per documentare l’invasione russa.

La blockchain in Ucraina in tempo di pace

Tutti questi sforzi nella blockchain avranno risvolti positivi per il mondo crypto anche quando la guerra avrà fine? Probabilmente sì, visto il grande successo che hanno avuto le donazioni crypto per l’Ucraina. Non solo: nonostante l’invasione russa, Zelenskyy ha ufficialmente legalizzato le criptovalute con una legge ad hoc, dopo tre anni di discussione. “[Il Presidente] ha mandato un forte segnale: un giorno – quando avremo vinto la guerra – inviteremo le aziende che si occupano di crypto in Ucraina” ha detto fiducioso Bornyakov.

La speranza del viceministro è che sempre più imprenditori sceglieranno l’Ucraina per aprire aziende che si occupano di blockchain. Il settore crypto è in forte espansione, e potrebbe dare lavoro a molti ucraini in difficoltà dopo la guerra. La forte componente tecnologica, poi, potrebbe aiutare il governo ucraino a rivoluzionare le sue infrastrutture nell’ottica di un futuro totalmente digitale e online. Prima dell’inizio della guerra il Ministero per la Trasformazione Digitale si stava occupando proprio della digitalizzazione della burocrazia. Dichiarazione dei redditi, carta d’identità, certificati vaccinali sono alcune delle procedure che il governo vuole automatizzare e quindi semplificare. La blockchain, sotto questo punto di vista, potrebbe essere fondamentale per creare un sistema trasparente che tenga lontana la corruzione, un vero problema nella burocrazia ucraina.

Alcune crypto, come Cardano e Avalanche, sono affermate a livello istituzionale e hanno, tra i loro obiettivi, proprio la creazione di infrastrutture utili ai governi in difficoltà. Ad esempio, la Cardano Foundation collabora attivamente con l’Etiopia per creare un sistema di registri elettronici che semplifichi la burocrazia legata all’istruzione pubblica. Un sistema del genere può essere adattato a varie esigenze, e l’Ucraina potrebbe dimostrare al mondo che la blockchain è un protocollo efficace e versatile anche in tempi di pace.

Cosa sono i POAP (Proof of Attendance Protocol)?

Cosa sono i POAP, gli NFT degli eventi crypto

Cosa sono i POAP? Il Proof of Attendance Protocol li distribuisce come attestati di partecipazione. Scopri gli NFT degli eventi crypto!

Sempre più eventi digitali o corsi online, come quelli nel Metaverso, consegnano ai partecipanti dei token non fungibili chiamati POAP. Si tratta di uno dei casi d’uso degli NFT tra i più pratici e tangibili, i POAP vengono utilizzati per certificare la partecipazione delle persone a dati eventi e per archiviare il raggiungimento di risultati di qualsiasi tipo, da quelli accademici a quelli lavorativi. Con il Proof of Attendance Protocol puoi costruire il tuo personale archivio di traguardi, con i vantaggi di essere registrato su blockchain. Questi NFT stanno diventando sempre più popolari, ma cosa sono i POAP?

Cosa sono i POAP?

I POAP, acronimo di Proof of Attendance Protocol, sono NFT unici che vengono distribuiti alle persone per dimostrare la loro partecipazione ad un evento virtuale o meno. Dal punto di vista tecnico, i POAP sono token basati su Ethereum di tipo ERC-721. Questo è il tipico formato utilizzato per creare NFT ovvero oggetti virtuali non interscambiabili. Proof of Attendance Protocol è sia il nome del protocollo che il nome della piattaforma per creare e collezionare i POAP, questi NFT vengono “mintati” attraverso lo smart contract del Proof of Attendance Protocol sulla blockchain xDai, una sidechain Proof-of-Stake di Ethereum.

Un POAP è una ricordo digitale su blockchain, per questo tutti gli NFT del Proof of Attendance Protocol hanno un numero di serie unico e non modificabile e quindi sono autentici. I POAP inoltre sono di piena proprietà di chi li guadagna come attestazione di partecipazione ma possono essere scambiati e venduti mantenendo sempre rintracciabile il proprietario originario. La blockchain e la decentralizzazione del protocollo inoltre permettono ai POAP di essere immutabili, nessuno può alterare i dati o le informazioni che rappresentano. 

A cosa servono i POAP? 

L’ecosistema POAP permette a organizzatori di eventi come corsi, conferenze, meeting o concerti di produrre dei certificati di partecipazione su blockchain che le persone possono ricevere alla fine degli eventi stessi. Vicino al nome POAP si trova spesso il claim “i segnalibri della tua vita”, infatti le persone collezionano gli NFT del Proof of Attendance Protocol nel loro wallet come tanti “adesivi” che ricostruiscono il diario delle loro esperienze. Come quando agli scout imparavi a fare i nodi e vincevi il distintivo da appuntare al fazzoletto. Quindi a cosa servono i POAP? A costruire un personale registro delle esperienze e dei traguardi raggiunti, a registrare documenti e certificazioni su blockchain. I POAP possono essere reclamati solo nel contesto dell’evento di riferimento. 

Perché collezionare POAP?

Dal punto di vista degli utenti, i POAP sono un modo vantaggioso per provare in maniera inconfutabile il proprio coinvolgimento in qualche progetto. Immagina di poter dimostrare al tuo datore di lavoro di esserti laureato ad Harvard, di esserti vaccinato o di essere andato a votare! I POAP non hanno solo un valore pratico ma anche sociale, possedere un POAP contribuisce alla creazione della reputazione sociale e a volte possono portare dei vantaggi come succede spesso quando si possiedono NFT. 

Secondo Vitalik Buterin i POAP sono il futuro degli NFT

Cosa sono i POAP? Secondo Vitalik Buterin, il futuro degli NFT! Il fondatore di Ethereum in un articolo dello scorso Gennaio, ha condiviso una riflessione sul reale valore dei token non fungibili arrivando alla conclusione che gli NFT saranno utili solo se non potranno essere trasferiti da un wallet a un altro. Buterin ha definito questi NFT “soulbound” ovvero “legati all’anima” dei loro proprietari per sempre. Per Buterin il modo migliore per sfruttare le potenzialità degli NFT è impedire che vengano scambiati e cita proprio i POAP come progetto che sta andando in questa direzione. I POAP infatti possono essere commercializzati per la loro componente artistica e visiva, ma la garanzia di partecipazione ad un evento rimane sempre e solo del proprietario iniziale. 

Cosa è successo al Bitcoin Lightning Network Festival di Portland

Bitcoin il Lightning Network Festival di Portland

A Portland in Oregon si è svolto il Bitcoin Lightning Network Festival a cui hanno partecipato migliaia di persone e fatto shopping con i loro BTC. Vediamo come è andata!

Il Lightning Network di Bitcoin è stato sviluppato nel 2016 con l’intento di velocizzare e ottimizzare le transazioni di Bitcoin. A Portland in Oregon è stato organizzato un festival in cui tutti gli acquisti sono stati effettuati con le criptovalute. Dalle birrette ai souvenir, senza monete fiat! In questa occasione il Lightning Network si è dimostrato un efficace metodo di pagamento. 

A cosa serve il Lightning Network di Bitcoin?

Lo scopo primario del Lighting Network è gestire milioni di transazioni sulla blockchain di Bitcoin, utilizzandolo si può inviare un numero potenzialmente illimitato di transazioni istantanee. Nel concreto il Lightning Network è una rete di noti decentralizzata che rende Bitcoin un sistema di pagamento pratico per le spese quotidiane

Come funziona il Lightning Network di Bitcoin? Gli utenti che decidono di usarlo aprono un canale di pagamento in cui scambiare BTC off-chain in maniera gratuita e istantanea, una volta chiuso il canale verrà effettuata una transazione di chiusura on-chain, riassuntiva di tutto ciò che è successo nel canale di pagamento. Questo sistema aiuta principalmente le microtransazioni, ossia quelle per  piccoli importi come quelle tipiche di un festival. Nel caso del Bitcoin Lightning Network di Portland, sono stati quindi aperti dei canali di pagamento tra i visitatori e i vari stand. 

Negli Stati Uniti cresce la fiducia nelle criptovalute

L’organizzatore del Bitcoin Lightning Festival di Portland, Clay Graham ha spiegato che gli Stati Uniti stanno usando sempre di più le criptovalute e anche i dati lo confermano. Che negli Stati Uniti sia cresciuta la fiducia nelle criptovalute è un dato di fatto! StarkWare, una piattaforma per lo sviluppo di soluzioni scalabilità su Ethereum, ha condotto un sondaggio sulla percezione del mondo crypto. StarkWare ha coinvolto un campione di 2.000 cittadini adulti americani, e cosa è emerso? Il 53% di loro pensa che le criptovalute siano il “futuro della finanza”. Il presidente di StarkWare, Eli Ben-Sasson ha spiegato che all’interno del campione di intervistati, le risposte più positive sono arrivate dalla fascia d’età 25-34 anni. Ancora una volta si può dire che i millennial siano la generazione di Bitcoin!

Dal survey è emerso anche che per molte persone le criptovalute sono difficili da capire, la strada da intraprendere dunque è quella della divulgazione, accompagnata da applicazioni user-friendly.

Il Bitcoin Lightning Network Festival di Portland

Il Festival aveva le sembianze di una fiera con stand per mangiare e bere e bancarelle per lo shopping a tema crypto. Venditori, chioschi e artisti hanno deciso di farsi pagare esclusivamente in BTC e in 3 ore di attività sono stati raggiunti i 1.800$ di transazioni in Bitcoin, ovvero 4 milioni di satoshi. 

L’obiettivo principale dell’evento è stata la sensibilizzazione all’utilità e alla praticità di Bitcoin e del Lightning Network! Al Bitcoin Lightning Festival di Portland i partecipanti hanno pagato anche le mance ai musicisti in Bitcoin ed erano presenti varie realtà che promuovono l’applicazione del Lightning Network. Tra questi Pubinno, “the future of draft beer”, una società di San Francisco che ha elaborato un sistema digitale per automatizzare e tracciare tutti i processi della filiera della birra alla spina. Dalla produzione al pagamento in criptovalute. Al Bitcoin Lightning Festival di Portland, tutto quello che ti serve è una connessione internet!

L’iniziativa è stata accolta positivamente ed è stata diffusa sui social network tanto che altre città stanno pensando di replicare il Festival. Prossima tappa? Kansas City!

Le 6 crypto che stanno costruendo il Web3 

6 crypto interessanti web3 2022

Finisce il Web2, inizia il Web3: il 2022 potrebbe essere l’anno decisivo per il nuovo Internet decentralizzato? Ecco le 6 crypto più interessanti del Web3!

Meta, Twitter, Google potrebbero davvero essere sostituiti da Chainlink, Polkadot e Brave? Secondo gli esperti di blockchain, il Web3 è sempre più vicino. Il nuovo Internet dovrebbe essere decentralizzato, anonimo e collaborativo. Ma l’impatto di questa tecnologia potrebbe avere effetti anche sul sistema economico e sociale! Non ci credi? Guarda le 6 crypto più interessanti del Web3 e scopri come stanno contribuendo al nuovo Internet decentralizzato!

1. Chainlink (LINK), il ponte tra blockchain e mondo reale

Chainlink è una blockchain proof-of-stake con un compito fondamentale: collegare il mondo reale alla blockchain. Grazie a LINK, è possibile sviluppare applicazioni decentralizzate in grado di interagire e scambiare dati con protocolli diversi, anche off-chain. Per esempio, un programmatore può creare una dApp che tenga traccia della supply chain di un’azienda, o che controlli l’andamento di uno stock del mercato tradizionale. Questo è possibile grazie al sistema di “oracoli” di ChainLink, ovvero software decentralizzati che inviano dati affidabili e trasparenti dal mondo allo smart contract che li richiede.

L’interoperabilità tra sistemi blockchain e sistemi tradizionali è fondamentale per costruire il Web3, e ChainLink è l’anello di collegamento tra questi due mondi. 

2. The Graph (GRT), una blockchain per sviluppatori

The Graph è una blockchain fondamentale per chi sviluppa dApp nel Web3. Grazie a GRT, è possibile trovare qualunque dato sulla blockchain in pochi secondi, invece di passare attraverso ogni singola transazione. Questo perché The Graph indicizza le informazioni, permettendo di restringere il campo a ciò che interessa all’utente e quindi velocizzare la ricerca. Il vantaggio di The Graph è che è un protocollo decentralizzato: quindi è aperto, trasparente e neutrale. Praticamente tutte le dApp richiedono un flusso di informazioni costante, e soprattutto informazioni specifiche su ciò che accade sulle blockchain con cui comunicano. Di solito, più una applicazione è sofisticata o user-friendly, più dati richiederà. Gli strumenti che facilitano l’accesso a questi dati, però, sono centralizzati oppure non indicizzano i dati, al contrario di The Graph.

The Graph ha ricevuto gli encomi di personalità importantissime nel mondo crypto, come Andre Cronje. Vitalik Buterin in persona ha riconosciuto l’importanza del protocollo, citando il protocollo come un modo per migliorare la scalabilità di Ethereum. E se lo dice il creatore di Ethereum…

3. Polkadot e Kusama, le due cugine del Web3

Polkadot, insieme al suo cosiddetto “canary network” Kusama, è un  protocollo che sta riscuotendo tantissimo successo tra gli sviluppatori. Grazie al sistema di parachain, ha semplificato la vita a migliaia di sviluppatori di Dapp. Infatti, sviluppare un protocollo basandosi sulle parachain richiede molto meno tempo rispetto a creare una blockchain dalle fondamenta. 

In più, Polkadot e Kusama hanno inventato il “crowdloan”, un sistema per raccogliere fondi decentralizzato, trasparente e democratico. Tutto il procedimento di crowdloan è in mano agli utenti che scelgono i progetti più meritevoli da sostenere. Così si crea un ecosistema su misura e controllato dalla community: una delle idee di base del Web3!

4. Basic Attention Token, contro le pubblicità invasive

Non sopporti banner pubblicitari invadenti? Neanche il co-fondatore di Mozilla, Brendan Eich, che crede che il web sia troppo inquinato dalla pubblicità dannosa. Proprio per questo ha creato Brave, un browser che mette la privacy degli utenti al primo posto, e BAT, un token ERC-20 che premia chi crea pubblicità creative e non invadenti. 

Brave e BAT formano un ecosistema dove gli utenti possono ottenere ricompense se guardano le pubblicità selezionate e approvate da Brave. In questo modo, si premiano sia gli advertiser creativi e originali, ma si incentivano anche gli utenti a visionare pubblicità interessanti per loro. La parte più bella? Brave è totalmente open-source, e BAT è un token basato su Ethereum. L’advertising diventa così un ecosistema in cui tutti gli attori scambiano valore, e non una battaglia tra utenti poco interessati e aziende che cercano visibilità a tutti i costi.

5. Ankr, Web3 per tutti

Infine, tra le 6 crypto più interessanti del Web3 troviamo Ankr, una piattaforma che offre vari strumenti per sfruttare le potenzialità del nuovo Internet. Attraverso tool di sviluppo e API, semplifica attività fondamentali come la creazione di nodi per varie blockchain, lo staking e la programmazione di dApp cross-chain.Il token, ANKR, è un utility token ERC-20 e BEP-20 utilizzato soprattutto come moneta per acquistare i servizi offerti su Ankr. 

Più una blockchain viene utilizzata, più diventa decentralizzata e sicura. Il Web3, essendo formato e guidato dagli utenti, funziona allo stesso modo: grazie ad Ankr, è più facile contribuire al nuovo Internet! 

6 crypto che si aggiornano ad Aprile 2022

Criptovalute: le più interessanti di aprile 2022

Quali sono le criptovalute più interessanti di Aprile 2022? Facciamo il punto e guardiamo al secondo trimestre!

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Dopo i primi mesi dell’anno, è il momento di aggiornare la lista delle criptovalute da tenere d’occhio nel 2022. Con la bella stagione che arriva, sbocciano anche i progetti crypto! È il momento di rinnovarsi e fare il punto: quali sono le criptovalute più interessanti di Aprile 2022? Pronto al secondo trimestre dell’anno, fai le pulizie di primavera al tuo wallet crypto! 

Rimani aggiornato sulle criptovalute più interessanti di Maggio 2022, è uscito l’articolo con con tutte le novità dei progetti del momento. Non perderti nessuna uscita, segui il mondo crypto mese per mese!

1. Algorand (ALGO)

ALGO è la criptovaluta nativa della blockchain Algorand, creazione del Premio Turing Silvio Micali. Proprio Micali alla Blockchain Week in Australia il 22 Marzo 2022 ha annunciato che sono stati pianificati una serie di aggiornamenti per migliorare la privacy e la velocità di Algorand. Micali ha specificato che lavorare sulla privacy non significa dare uno strumento per nascondere attività illecite: “da un lato, si vuole avere una privacy completa; dall’altro lato, si vuole avere una garanzia di ferro che nulla di sbagliato accadrà sotto la cortina della privacy”. Inoltre è prevista l’implementazione di bridge e co-chain che aiuteranno gli sviluppatori a costruire ecosistemi indipendenti ma legati all’infrastruttura di Algorand. Una struttura simile alle parachain di Polkadot e i subnet di Avalanche. Le co-chain di Algorand potrebbero essere utilizzate per le valute digitali delle banche centrali, le CBDC. Il network di Algorand aumenterà così il suo traffico? Per Micali e il team di Algorand il futuro non sarà dettato da una sola blockchain ma da tante chain, unite e integrate, perché “ognuno di noi è bravo o migliore di altri in certe cose”.

2. Aave (AAVE)

Dall’inizio di Marzo, AAVE ha registrato un aumento di prezzo del 54% e la Banca Centrale del Brasile ha incluso AAVE nella lista degli 8 partner per lo sviluppo della sua CBDC. In aggiunta dal 16 Marzo 2022 è online Aave V3, la nuova versione di Aave! Uno dei protocolli più avanzati, sicuri ed efficienti nel panorama DeFi, ha deciso di rinnovarsi. Quali novità porterà Aave V3? Il team spiega che l’aggiornamento prevede transazioni cross-chain più facili, costi di gas inferiori al 20-25%, specifiche funzionalità per i Layer 2 e un codice modulare e “ben organizzato” per incentivarne l’uso da parte della community. Aave V3 inoltre è stato pensato per aumentare la sicurezza e la facilità d’uso. La nuova dapp basata su IPFS è completamente ridisegnata a misura d’utente, un’apposita dashboard renderà immediato il monitoraggio dei propri asset. La V3 è frutto della combinazione tra la crescita della community e la crescita dell’ecosistema di Aave. L’aggiornamento renderà il token AAVE una tra le criptovalute più interessanti di Aprile 2022?

3. Decentraland (MANA)

Alla fine di Marzo 2022, il Metaverso di Decentraland ha ospitato la Metaverse Fashion Week. Un evento digitale unico nel suo genere che ha attirato brand e utenti da tutto il mondo. L’affluenza di avatar digitali alle sfilate, agli after party e ai negozi di abbigliamento virtuale ha messo sotto i riflettori Decentraland, aumentando la sua popolarità. Anche il prezzo di MANA, il token di Decentraland, avrà beneficiato della Metaverse Fashion Week? Nel mese di Aprile raccoglieremo i frutti dell’evento più mondano della blockchain? 

Nel frattempo a Decentraland continuano ad approdare diverse aziende, l’ultima è Skechers, la terza produttrice al mondo di sneakers. Skechers ha annunciato di aver affittato una LAND del Metaverso per costruirci il suo negozio virtuale. Anche i brand di makeup sono stati travolti dal mondo blockchain, Lottie London ha organizzato un party di lancio coinvolgendo più di mille utenti in meno di 24 ore. E Fenty Beauty, il brand di Rihanna, sta lavorando a look dedicati agli avatar depositando un marchio per “beni virtuali scaricabili”. Ma Decentraland non è solo moda e beauty! Il 3 Aprile 2022 si terrà la prima presentazione di un libro nel Metaverso. Il libro in questione è “Parallel Metaverses: How the US, China and the Rest of the World Are Shaping Different Virtual Worlds” della giornalista Nina Xiang. Nel corso della presentazione saranno distribuiti POAP (ovvero NFT che certificano la partecipazione a un evento) e copie gratuite del libro. 

4. Terra (LUNA)

LUNA è inarrestabile! Dopo l’ATH del 9 Marzo 2022 in cui il prezzo di LUNA è arrivato a 104,58$, ne ha raggiunto uno nuovo dopo appena venti giorni: il 29 Marzo 2022 a 107,22$. Una performance degna di nota! LUNA è una delle criptovalute più usate per lo staking con più di 30 miliardi di dollari di stake. Ultime novità da Terra? Luna Foundation Guard (LFG), un’organizzazione no-profit che supporta il network di Terra con sede a Singapore, ha acquistato 135 milioni di dollari in BTC per sostenere la stablecoin TerraUSD (UST). LFG ha spiegato di essere particolarmente interessata a Bitcoin in quanto asset digitale, e UST sarà la prima stablecoin ad ispirarsi alla  politica monetaria di Bitcoin. 

5. Polkadot (DOT)

Tra le criptovalute più interessanti di Aprile 2022 c’è sicuramente DOT, il token di Polkadot. DOT nel 2021 è stata la crypto preferita dai fondi e dai venture capital per la sua struttura multichain che agli occhi degli investitori istituzionali è molto promettente. Ad ora sono live 11 parachain di Polkadot, “il modello parachain è stato creato con la convinzione che il futuro del Web3 coinvolgerà molti diversi tipi di blockchain che lavorano insieme. Proprio come l’attuale versione di internet si rivolge a diverse esigenze, le blockchain devono essere in grado di fornire una varietà di servizi. Le parachain sono pensate questo”, questo il commento di Gavin Wood, il fondatore di Polkadot. Una parachain è un Layer 1 che si appoggia all’infrastruttura della Relay Chain di Polkadot e che è sviluppato per un’applicazione e funzione specifica. Ogni parachain per utilizzare la Relay Chain deve mettere in bonding dei DOT, ovvero bloccare dei token come deposito. Per l’attivazione di 11 parachain sono in bonding 126 milioni di DOT (l’11% della fornitura totale).

6. Cardano (ADA)

Cardano è una delle blockchain più grandi in circolazione, con circa 40 miliardi di dollari in Market Cap. La crescita di Cardano deriva dal mercato e dallo sviluppo del suo ecosistema come le piattaforme DeFi e i servizi associati. Il TVL (total value locked) di Cardano ha guadagnato il 39% dall’inizio del 2022 arrivando a 300 milioni. Questo aumento dipende in parte dal fatto che ci sono 7 exchange decentralizzati come MiniSwap e SundaeSwap, che mettono a disposizione tantissimi pair basati su ADA, nutrendone il mercato. Ma anche perché le dapp nell’ecosistema di Cardano spuntano come fiori di campo, al momento sono oltre 600! A sostenere questa crescita c’è il progetto Project Catalyst che finanzia idee promettenti, votate e selezionate dalla community di Cardano. Per Giugno è prevista una nuova ondata di Dapp che forniranno nuovi casi d’uso al token.

Secondo i dati di IntoTheBlock, Cardano “sta sperimentando una crescente domanda istituzionale”. Il volume delle transazioni on-chain è aumentato di 50 volte nel 2022. 

Tether vuole investire nel mining di Bitcoin

Mining Bitcoin Tether

Anche Tether vuole entrare nel mining di Bitcoin, ma a differenza dei competitor non sta cercando l’energia più economica, ma quella più diversificata. Che cosa significa?

Nella mente di Satoshi Nakamoto, Bitcoin doveva essere un network decentralizzato, senza un’autorità centrale o un gruppo che potesse prenderne il controllo. Ma è davvero così? C’è un grande problema attualmente, che si può far risalire al protocollo proof-of-work. Infatti, più del 70% dell’hashrate proviene da sole 4 nazioni. Tether vuole cambiare la maniera in cui si fa mining di Bitcoin per rendere il protocollo più sicuro e decentralizzato.

Un tweet a ciel sereno

Il 12 febbraio, Paolo Ardoino, CTO di Tether e di Bitfinex, ha lasciato di stucco la community crypto con un tweet. “Tether e Bitfinex stanno investendo nel mining di bitcoin”, ha scritto sul social. “La nostra strategia è assicurare diversità geografica e politica, e non pagare uno o due centesimi l’elettricità”. Effettivamente, il prezzo dell’elettricità è uno dei fattori più importanti per le aziende di mining. Meno è costosa, maggiori sono i profitti dell’azienda.

Purtroppo, il vantaggio delle singole aziende va contro l’interesse di Bitcoin stesso. Concentrare tutte le attività di mining in poche nazioni è l’opposto di quello che Satoshi Nakamoto aveva in mente mentre scriveva il white paper di Bitcoin nel 2008. Infatti, in questo modo l’intera rete dipende dalle decisioni politiche o dagli eventi avversi di quelle specifiche nazioni.

Ad esempio, prima che la Cina bandisse il mining, era proprio quella la nazione preferita dalle mining farm. Dopo essere state messe fuorilegge, le aziende di mining hanno dovuto rilocare tutte le loro attrezzature, rallentando temporaneamente la rete di Bitcoin. Adesso, il 34% dell’hashrate si trova negli USA, ma cambiamenti politici ed economici potrebbero richiedere nuove migrazioni da parte dei miner.

La soluzione di Tether per il mining di bitcoin

Ardoino ha studiato una strategia differente ma che dovrebbe avere effetti benefici per Bitcoin. Invece di supportare le aziende di mining già esistenti, Tether e Bitfinex installeranno nuove mining farm in Stati differenti dai soliti. Tra le città scelte c’è già la svizzera Lugano, che recentemente ha reso Bitcoin valuta legale.

Oltre a questo, la città ospita una giovane azienda che ha creato un ASIC di nuova generazione, particolarmente efficiente e molto più economico degli altri processori sul mercato. L’azienda, chiamata Enigma, ha cominciato a studiare questo nuovo hardware nel 2016. Secondo il CEO Jakov Dolic, è più economico del 70% rispetto agli ASIC più famosi, e ha una potenza di 285 terahash per secondo. L’inizio delle operazioni di mining dovrebbe avvenire tra tre o quattro mesi, il tempo per Enigma di consegnare i suoi nuovi processori.

Le motivazioni dietro la scelta di Tether

“Insieme a enti locali, stiamo cercando di trovare un modo per rendere il mining di Bitcoin sostenibile e in grado di generare ricchezza da reinvestire nella community” scrive sempre Ardoino su Twitter. Lo scopo di Tether è sicuramente interessante: contribuire alla decentralizzazione del Digital Gold, anche a scapito del profitto a breve termine, potrebbe apportare benefici a lungo termine per tutta la blockchain.

Negli USA, la presenza di mining farm potrebbe persino contribuire allo sviluppo tecnologico in campo energetico, come per esempio in Texas. In Italia, Alps Blockchain ha ideato un modo per sfruttare l’energia idroelettrica nel mining, energia che altrimenti andrebbe sprecata. Il mining, anche se dispendioso sotto un punto di vista energetico, può essere sfruttato con metodi sostenibili per stimolare lo sviluppo economico in diversi territori. 

Il mining di Bitcoin in Italia? Con l’idroelettrico conviene

Mining Bitcoin Italia conviene

Anche in Italia diventa possibile il mining di bitcoin green. Come? Una start-up italiana ha trovato la soluzione: l’energia idrica.

Se ti sei mai informato sul mining di Bitcoin, magari perché volevi aprire una tua piccola “mining farm”, ti sarai reso subito conto che in Italia non conviene. Il mining è un’attività che richiede molta energia. Proprio per questo le maggiori mining farm vengono installate in luoghi freddi, così da poter risparmiare sul raffreddamento dei processori, o in posti dove l’energia elettrica è abbondante ed economica. L’Italia non è né l’uno né l’altro. Eppure, alcuni imprenditori sono riusciti comunque a portare il mining di Bitcoin in Italia. Come? Sfruttando le centrali idroelettriche.

Le mining farm in Italia per creare fiumi di Bitcoin

L’Italia del nord è ricca di montagne e fiumi, da sempre utilizzati per produrre energia elettrica grazie alle centrali idroelettriche e alle dighe. Il problema dell’energia idrica? È difficile da controllare, ed è difficile prevedere quanta energia può produrre. A Borgo d’Anaunia, per esempio, la centrale Alta Novella ha avuto alti e bassi. Attiva dagli anni ‘20, è stata abbandonata perché non c’erano fondi per costruire una diga che incrementasse il suo output. Dopo la nazionalizzazione dell’energia idroelettrica negli anni ‘60, infatti, era diventato sconveniente produrre energia e la Enel l’aveva dismessa.

Nel 2008, grazie ad alcuni incentivi statali, la centrale è stata riaperta. Ma quest’anno, la scarsità di piogge e nevicate rischiava di compromettere – di nuovo – la centrale. Perciò il sindaco di Borgo d’Anaunia, Daniele Graziadei, ha avuto una brillante idea: chiamare una start-up innovativa per costruire una mining farm. Alps Blockchain ha stretto un rapporto di partnership con Graziadei per sfruttare direttamente l’energia prodotta da Alta Novella. All’interno della centrale ci sono 40 supercomputer, che lavorano ininterrottamente nella validazione di transazioni su Bitcoin. Anche se minare Bitcoin è sempre più difficile, il basso costo e la grande disponibilità di energia pulita può aiutare a trasformare l’Italia in una nazione Bitcoin-friendly.

Come funziona il mining in Italia

L’idea di Alps Blockchain, che ha installato mining farm in più di 18 centrali idroelettriche in tutta Italia, è interessante. Uno dei grandi muri che divide il mondo crypto dal mainstream è la difficoltà nel capire la blockchain. La start-up, però, è riuscita ad abbattere questo muro. Infatti, chi gestisce le centrali idroelettriche non deve avere alcuna conoscenza sul mining, blockchain e superprocessori. Il funzionamento è semplice: Alps Blockchain installa i suoi ASIC (Application-specific Integrated Circuit) all’interno di centrali idroelettriche poco utilizzate o che attraversano periodi “di magra”, e acquista direttamente dal gestore l’energia elettrica prodotta. A quel punto, condivide la potenza computazionale di questi supercomputer con delle mining pool in giro per il mondo.

“Il prezzo dell’energia che si compra normalmente è più alto rispetto al resto del mondo, ma ci siamo resi conto che l’energia rinnovabile viene venduta dai fornitori a prezzo più basso” scrive Francesca Failoni, co-fondatrice di Alps Blockchain. L’energia idroelettrica è ampiamente disponibile in Italia, ed è pulita al 100%. In un mondo in cui i governi e le persone sono sempre più attenti all’ecosostenibilità, i miner di Bitcoin italiani hanno trovato un modo per rimuovere lo stigma del mining eccessivamente inquinante e per rendere conveniente quest’attività?

Le energie rinnovabili e il mining

L’Italia è solo uno dei Paesi che sta studiando dei metodi per rendere ecosostenibile il mining di Bitcoin. Anche se non è tra le attività più inquinanti al mondo, rappresenta comunque un dispendio di energia non indifferente. Alcuni partiti europei hanno cercato di vietare questa attività, citando questo problema, anche se la votazione che si è tenuta il 15 marzo non ha avuto successo. In altri Stati, però, il mining è stato limitato o vietato proprio perché richiedeva troppa energia, come ad esempio in Iran e in Kazakhistan.

Per questo, non solo Alps Blockchain ma anche altre mining farm nel mondo stanno optando per le energie rinnovabili. Sono sempre di più le farm che utilizzano l’energia solare o quella geotermica per minare Bitcoin. Il futuro green del mining è già segnato, tanto che già oggi inquina meno di altre industrie come quella della moda o dell’edilizia. Il mining di Bitcoin in Italia è un altro tassello verso questo futuro: basterà a convincere gli scettici?

L’Ucraina apre il Museo degli NFT per documentare la guerra

NFT apre il Museo della guerra in Ucraina

Il governo ucraino ha creato un museo digitale per documentare con gli NFT l’invasione russa e finanziare la resistenza

Da quando è stata invasa, l’Ucraina ha sfruttato le potenzialità della blockchain per ricevere donazioni e gestire la situazione di emergenza. Dopo aver cancellato l’airdrop promesso a coloro che avevano fatto una donazione in criptovalute, il governo ucraino aveva annunciato un progetto legato agli NFT che finalmente è stato lanciato. Si tratta di un museo digitale che raccoglierà e metterà in vendita dei token non fungibili per documentare la guerra. 

L’annuncio: apre il Museo NFT della guerra in Ucraina

Mykhailo Fedorov, il ministro ucraino della Trasformazione Digitale, il 25 Marzo 2022 ha scritto su Twitter: “Mentre la Russia usa i carri armati per distruggere l’Ucraina, noi ci affidiamo alla rivoluzionaria tecnologia blockchain. Il Museo NFT è stato lanciato. Il luogo per conservare la memoria della guerra. E il luogo per celebrare l’identità e la libertà ucraina”.

Meta History Museum of War, questo è il nome del progetto, è stato creato in collaborazione con fair.xyz, una piattaforma per il “minting” degli NFT su Ethereum e Polygon. Gli NFT dell’Ucraina sono tra i primi commissionati da un ente governativo. 

Gli NFT della guerra in Ucraina

Le opere esposte nel Meta History Museum of War rappresenteranno dei momenti chiave del conflitto e saranno messe in vendita a partire dal 30 Marzo. Gli incassi saranno utilizzati per finanziare le attività dell’esercito e per aiutare i civili. Le opere non saranno solamente manufatti artistici, ma anche foto documentarie, siti web, tweet significativi. Insomma un’ampia varietà di fonti. Infatti uno scopo secondario del museo è quello di contrastare la disinformazione e la propaganda dei media russi fornendo informazioni corrette e verificate


Il museo digitale è fornito di una linea del tempo della guerra e gli NFT saranno rilasciati in ordine cronologico, seguendo gli eventi di cui vogliono testimoniare e tenere traccia. Sul sito web si legge: “Non lasceremo che nessun giorno di questo periodo sparisca dalla memoria della storia mondiale”. Le prime opere rilasciate saranno dunque quelle che documentano i primi giorni dell’invasione, dal 24 al 26 Febbraio 2022. Gli artisti coinvolti nella realizzazione degli NFT saranno sia ucraini che internazionali. Il prezzo degli NFT della guerra in Ucraina è di 0,15 ETH ovvero circa 500 dollari.

Come riconoscere un Bitcoiner in 6 meme

Microsoft acquisterà Bitcoin facendo esplodere il suo prezzo?

I modi di dire tra i seguaci di Bitcoin sono tanti e riflettono la community dei fan di Satoshi Nakamoto. Scopri i più importanti!

C’è chi possiede Bitcoin per diversificare il portafoglio, e c’è chi possiede Bitcoin perché crede nel progetto, e poi ci sono i famosi massimalisti che vedono nel Digital Gold l’unica vera moneta. I bitcoiner più accaniti seguono una filosofia ben precisa, sulle tracce del whitepaper pubblicato nel 2008 che diede inizio a tutto. Per semplificare i concetti più importanti, negli anni la community ha utilizzato dei modi di dire che possono sembrare strani a chi si è avventurato da poco nella blockchain. Scopri come riconoscere un fan in 6 meme!

Number go up

Il primo modo di dire molto utilizzato è “number go up” e si riferisce alla natura deflazionaria di Bitcoin. Di solito, le valute fiat sono inflazionarie, e quindi perdono di valore man mano che il tempo va avanti. Bitcoin, d’altra parte, ha un massimo di monete pari a 21 milioni. Quando quel numero sarà raggiunto, non potranno più essere “emesse” nuove monete! Number go up si riferisce quindi al valore di Bitcoin che, secondo una teoria nata sui social, tenderebbe al rialzo sul lungo termine. Soprattutto quando il mercato è in ribasso i bitcoiner si consolano così, ripetendosi “number go up” e incoraggiandosi! Che il futuro di Bitcoin dipenda veramente da questo?

Bitcoin fixes this

Non ti piace il sistema economico attuale? Non sopporti il fatto che il tuo conto in banca perda valore anche se non spendi nulla? Bitcoin può aggiustarlo! Questo modo di dire è utilizzatissimo dai bitcoiner che stanno cercando di convincere i loro amici a capire le potenzialità della blockchain. I devoti di Bitcoin, infatti, credono che le criptovalute siano l’unico modo per “aggiustare” il sistema economico attuale. Valuta fiat? Vade retro!

Run the numbers, do the math

Il grande vantaggio della blockchain è che tutti possono contribuire allo sviluppo delle piattaforme decentralizzate, e soprattutto tutti possono controllare che le transazioni siano corrette! “Fai i tuoi calcoli” è molto simile all’altro caposaldo delle crypto, cioè DYOR. Non bisognerà più fidarsi di enti centralizzati: qualcosa non ti torna? Sei tu, l’utente, ad avere gli strumenti per assicurarti che stia funzionando tutto bene! E, se la community collabora, allora un sistema decentralizzato diventa più sicuro di un caveau!

I’m in Bitcoin for the tech

Chi l’ha detto che Bitcoin è solo una valuta? La blockchain ha portato innumerevoli innovazioni in tantissimi ambiti, e promette di continuare a farlo anche in futuro. Perciò, se il prezzo di Bitcoin scende, è facile riconoscere un fan: ti dirà sicuramente che possiede crypto non per il suo prezzo sul mercato, ma per il suo vero valore: la tecnologia. 

Few understand this

Per un bitcoiner, Bitcoin non è solo una valuta ma una vera e propria rivoluzione. E, come dicono spesso sui social, pochi lo capiscono! Effettivamente, è difficile pensare che le criptovalute possano cambiare radicalmente il sistema finanziario come lo conosciamo, fatto di valuta fiat, colossi e istituti finanziari centralizzati.

Eppure, la mente di un bitcoiner è sempre proiettata verso il futuro. Mentre è impossibile prevedere le politiche economiche degli Stati e delle banche, la politica economica di Bitcoin è scritta nel suo white paper fin dal 2008, ed è immutabile. Perciò, se un vostro amico vi spiega per filo e per segno tutti i vantaggi della blockchain, preparatevi a entrare nel club di quei “pochi” che capiscono le potenzialità di Bitcoin!

Stack sats

Se hai paura che ormai sia troppo tardi per comprare Bitcoin, non temere: i veri fan sono sempre aperti ai nuovi arrivati! Anche se un Bitcoin adesso vale più di 30.000 dollari, non demordere, puoi anche comprarne solo un “pezzo”! Un satoshi equivale a 0.00000001 BTC, ed è l’unità di misura più piccola in cui si può dividere un bitcoin. Anche se non riesci a permetterti un Bitcoin intero, sei sempre in tempo per accumulare satoshi! Il nome deriva ovviamente dal famoso Satoshi Nakamoto, che la community ha voluto omaggiare chiamando come lui gli “spiccioli” di bitcoin.

Adesso sai come riconoscere un fan di Bitcoin! Tu sei d’accordo con questi meme? O forse ti senti più vicino al modo di pensare del team di Ethereum? La sfida tra Bitcoiner ed Etherean è sempre aperta!