Tutte le novità su Terra 2 e LUNA, il fork di LUNA voluto da Do Kwon

Terra V2: quando arriva l'hard fork di LUNA?

La soluzione di Do Kwon per resuscitare Terra? Terra V2, un fork di LUNA. Scopri tutti gli aggiornamenti sull’airdrop e quando arriva la nuova Terra!

Il crollo di Terra ormai è la notizia del mese. Il mondo crypto è uscito scosso dal cosiddetto “UST de-pegging incident”, e le teorie su cosa sia successo davvero abbondano. Un semplice difetto dell’algoritmo o una manipolazione del mercato? A prescindere dalle cause, Do Kwon e la community di Terra stanno discutendo animatamente su come salvare la blockchain e far risorgere LUNA dalle ceneri, arrivando persino a sacrificare UST. Scopri tutto su Terra V2 e quando arriva il fork di LUNA voluto da Do Kwon!

Terra 2: una nuova speranza con il fork di LUNA

Un nome che sa di futuro: Terra V2 è quello proposto da Do Kwon per il piano di rinascita di LUNA. La sua proposta adesso è presente su Terra Station e può essere votata dalla community di LUNAtics. È cambiata molto rispetto a quello che il fondatore di LUNA aveva proposto all’inizio: la prima idea di Do Kwon non era piaciuta alla community di Terra, poiché l’airdrop di LUNA da lui suggerito avrebbe favorito eccessivamente le whale di LUNA.

Vediamo le novità di Terra V2. Il “piano di rinascita” di Do Kwon è stato scritto con il supporto della Terra Builders Alliance, una comunità di sviluppatori DeFi che hanno contribuito a pianificare la nuova versione di LUNA, chiamata LUNA 2.0. Un fork è un aggiornamento radicale del network, che rende la nuova versione incompatibile con quella vecchia. È bene mettere in chiaro che un fork non cancella la vecchia blockchain, ma ne crea una nuova (vedi, per esempio, Ethereum e Bitcoin Cash). La vecchia rete rimane funzionante e utilizzabile da chi preferisce il vecchio sistema. Rispetto alla vecchia versione di Terra, cambiano i nomi: Terra Classic sarà il nome della chain originale, e il suo token sarà rinominato LUNC (Luna Classic). La nuova chain, invece, prenderà il nome di Terra 2 e la sua crypto sarà chiamata LUNA

Come funzionerà la nuova versione di Terra? L’obiettivo del fork è ricreare la blockchain layer-1 senza la componente problematica, ovvero la sua stablecoin algoritmica UST. “#TerraIsMoreThanUST” è l’hashtag lanciato da Do Kwon su Twitter per promuovere la sua idea. Quando arriverà il fork di LUNA Terra diventerà simile alle altre layer-1 proof-of-stake. Ironicamente, Do Kwon dal suo pulpito di “Master of Stablecoin” dovrà sacrificare proprio UST per salvare il suo ecosistema DeFi.

Airdrop o burn di LUNA? I dubbi della community

Come funzionerà l’airdrop dei nuovi LUNA della nuova versione di Terra? Do Kwon ha stilato un piano dettagliato per garantire che tutti ricevano i nuovi token LUNA, nella maniera più equa possibile. Il fondatore, seguendo i consigli della community, ha deciso di favorire i “piccoli” wallet, cioè quelli degli utenti che hanno cercato di sostenere l’ecosistema Terra nonostante stessero subendo perdite sostanziose. Tutti i wallet con meno di 10mila dei vecchi LUNA prima del 5 maggio 2022 riceveranno il 30% di nuovi LUNA immediatamente, e il restante 70% verrà distribuito nell’arco di due anni per evitare un sell-off potenzialmente letale. I wallet con più di 10mila LUNA, invece, avranno condizioni meno favorevoli e token bloccati per più tempo. Chi ha acquistato LUNA dopo l’incidente, poi, avrà una fetta minore dei nuovi token. Questo è stato fatto per non favorire eccessivamente chi ha acquistato LUNA a prezzo stracciato, sperando in un profitto speculativo immediato.

Le ragioni di Do Kwon, supportate anche da Vitalik Buterin e altri esponenti importanti del mondo crypto, sono radicate nello spirito cypherpunk della blockchain. Dare la precedenza a chi ha rischiato di più e ha sempre sostenuto il progetto di Terra è un primo passo per ristabilire la fiducia nell’ecosistema. I grandi wallet delle whale riceveranno comunque un risarcimento, ma sarà più contenuto e con maggiori limitazioni per provare ad assicurare una nuova rete stabile. Alla fine la community più attiva e vibrante è sempre quella dei piccoli detentori di crypto, ed è il tesoro più prezioso di una rete decentralizzata come la blockchain!

Nonostante le buone intenzioni di Do Kwon, una fetta consistente di community si è espressa contro questo airdrop e contro questa nuova versione di Terra. Molti LUNAtics, infatti, hanno suggerito una soluzione alternativa: Do Kwon e la Luna Foundation Guard dovrebbero acquistare i LUNA in eccesso dagli utenti e “bruciarli”, ovvero eliminarli dalla blockchain per far risollevare il valore di LUNA. Questo, secondo loro, farebbe anche tornare l’ancoraggio di UST, restaurando l’ecosistema “completo” di Terra. Un’altra critica a Do Kwon? FatManTerra, membro del Terra Research Forum, molto attivo durante questi tempi bui di LUNA, ha affermato che modificare la proposta mentre il sondaggio è in corso è un metodo sbagliato di condurre una questione così delicata. La votazione diventa confusionaria e poco trasparente, secondo la sua opinione. 

Quando arriva il fork di LUNA?

Nonostante le critiche della community, la maggior parte dei votanti è d’accordo con la proposta di Do Kwon. Con il 66% di Sì e il 13% di No, è improbabile che la proposta del fondatore di Terra non passi. Mancano 2 giorni alla fine della votazione, e la speranza per chi supporta il burn dei token è che il No raggiunga almeno il 33%, per bloccare la proposta con il potere di veto.


Se la proposta dovesse passare lo stesso, allora la data di uscita del fork di LUNA dovrebbe rispettare la roadmap. Il documento di Do Kwon indica il 27 maggio come data di rilascio del nuovo network, facendo pensare che il progetto sia già a uno stadio avanzato di sviluppo e che l’airdrop dei nuovi LUNA arrivi a breve. Ora la domanda è una: la community di LUNAtics migrerà verso Terra V2, oppure una parte ignorerà il fork e continuerà a provare a ricostruire Terra Classic? Nei prossimi giorni si deciderà il futuro dell’intero ecosistema Terra. Sarà un futuro unito, o ci sarà un’altra supernova nel mondo crypto? Lo scopriremo solo quando arriverà il fork di LUNA!

Come sopravvivere a un crollo del mercato crypto e vivere sereni

Crollo crypto: 5 cose da fare durante un bear market

Il recente crash del mercato crypto ti ha sconvolto? Segui questa guida per scoprire 5 cose da fare durante un bear market!

Non è una novità, il mercato delle crypto è volatile: i prezzi cambiano in modo repentino, un po’ come accade nel mercato azionario. Dopo una bull run, prima o poi arriva un periodo bearish, e così via come le fasi lunari. 

Il crollo di LUNA e UST, però, ha lasciato tantissimi appassionati di crypto segnati e sconvolti, spaccando la community in due: c’è chi continua a fidarsi di Do Kwon e chi lo critica, mentre tantissime persone si sono ritrovate in balia del mercato ribassista generato dal crollo. 

Con questa guida vogliamo svelarti i trucchi per affrontare situazioni come questa e per essere sempre preparat* a ogni evenienza. Scopri 5 cose cose da fare durante un bear market

1. Keep calm…

Lo so, starai pensando “facile a dirsi, difficile a farsi!” Eppure, farsi prendere dal panico e agire impulsivamente è la cosa peggiore che si possa fare durante un crollo crypto. I numeri in rosso e le percentuali negative non piacciono a nessuno, ma vendere o acquistare senza ragionare è una pessima idea! Mantieni la calma, rifletti su quello che sta accadendo e considera le tue opzioni. Uno stop order, ad esempio, è un tipo di ordine che viene automaticamente inviato quando il prezzo di una crypto raggiunge una soglia da te impostata e può essere utile per evitare perdite eccessive e impreviste. Ricorda: nessuna bull run è infinita, ma questo vale anche per le fasi ribassiste!

2. …and DYOR!

A volte alcuni progetti sono destinati a scomparire, oppure si rivelano meno solidi e affidabili del previsto. Anche se è difficile ammetterlo, tutti facciamo degli errori, il segreto è non affezionarsi ai progetti. Invece di sperare che i soldi e il tempo che abbiamo messo in un progetto che sta fallendo prima o poi tornino, fermati e rifletti a mente fredda. Dopo che ti sei opportunamente informat*, fai le tue considerazioni: se pensi che la crypto non abbia la forza di affrontare la fase di crisi, non buttare altro denaro! Qualunque cosa succederà, avrai comunque guadagnato una preziosa lezione per il futuro e forse non avrai perso tutto, ma solo una parte del tuo capitale.

3. Valuta attentamente i tuoi acquisti

In un mercato bullish, le nuove aziende – e le nuove crypto – spuntano come funghi. Così come nascono, allo stesso modo crollano in una fase ribassista! Invece di acquistare “shitcoin” di dubbia utilità e con un white paper confusionario e impreciso, conserva i tuoi soldi per il prossimo progetto. Ad esempio, sai cosa vuol dire “blue chip”? Le crypto chiamate così sono quelle criptovalute ritenute dagli esperti come le più stabili sul mercato. BTC ed ETH, ad esempio, soffrono molto nelle fasi ribassiste. Eppure, sono sempre riuscite a risalire senza scomparire nell’oblio delle ultime posizioni di CoinGecko. In qualunque caso, non spendere più di quanto sei dispost* a perdere.

4. Time in the market > timing the market

Questo vecchio adagio utilizzato in Borsa si applica benissimo al mercato crypto. In breve, il detto si riferisce a una teoria secondo la quale sarebbe impossibile predire gli alti e bassi del mercato, e che i risultati migliori si ottengono con la costanza. Se non sei un trader professionista e non riesci a leggere con facilità e frequenza sufficiente grafici e indicatori, allora tentare di individuare in autonomia il momento propizio per acquistare potrebbe non essere facile. Molti, per evitare di cadere nelle trappole del mercato, ricorrono a strategie che tentano di moderare il rischio sul lungo termine come il Dollar-Cost Averaging (DCA). Ovvero: acquistare le proprie crypto preferite con piccolissime somme e a cadenza regolare, indipendentemente dal loro prezzo. Potrebbe fare al caso tuo?

5. Cambia prospettiva

Durante un crollo crypto è facile perdersi in pensieri negativi e nella confusione. Nei momenti di difficoltà, un esercizio che aiuta è provare a guardare le cose “dall’alto”, astraendosi dal proprio limitato punto di vista. Questo può essere utile anche per i mercati: invece di concentrarti solo sull’ultima settimana, prova a guardare il prezzo di Bitcoin dal 2009 ad oggi. Scoprirai che tra alti e bassi, crolli e scalate sorprendenti, BTC continua a essere la criptovaluta più diffusa e resiliente. Perciò dai tempo al tempo: che sia con un mercato bullish o con soluzioni a cui non avresti mai pensato, tutto in qualche modo troverà la sua strada.


Tra l’altro, sai qual è uno dei modi di dire preferiti dai bitcoiner? “Number go up”. Chi segue BTC dall’inizio sa benissimo che la moneta ha dovuto attraversare delle fasi di difficoltà. A volte sembrava quasi stesse per scomparire: Bitcoin è stato dichiarato morto più di 400 volte. Eppure qualche mese fa ha raggiunto un ATH che nessuno si sarebbe mai aspettato, e tutt’ora continua a essere scambiato per più di 25mila dollari. Anche Ethereum ha subito un tracollo in passato, ma rimane comunque una blockchain con tantissimi casi d’uso e sempre in fase di aggiornamento. Ricorda sempre: se fai le tue ricerche approfondite e acquisti crypto con moderazione senza spendere più di quanto puoi permetterti, saprai sempre cosa fare durante un bear market!

5 cose da sapere prima di fare staking

5 cose da sapere prima di fare staking

Ti interessa contribuire alla tua blockchain preferita ma non sai come funziona lo staking? Leggi queste 5 cose prima di cominciare!

Il mondo crypto è sempre più proof-of-stake: le blockchain stanno abbandonando il mining e abbracciando lo staking. Lo staking è un meccanismo di consenso che offre una scalabilità che il PoW non può raggiungere, almeno per ora. Sei interessato a fare staking di criptovalute? Sappi che non sempre è immediato come sembra, e devi essere ben informato prima di iniziare. Scopri 5 cose da sapere prima di fare staking di criptovalute!

Ripasso: che cos’è lo staking? 

Che cos’è lo staking? In breve, è il modo in cui le blockchain PoS assicurano trasparenza e sicurezza nella validazione delle transazioni. Grazie a questo meccanismo di consenso, tutti possono contribuire alla rete senza necessariamente diventare validatori. Mettere in staking le tue crypto vuol dire bloccare un certo numero di token o coin in un software, ricevendo in cambio delle ricompense dette staking reward. Al contrario del mining, non c’è bisogno di avere potenti computer per contribuire alla rete: basta possedere le crypto e bloccarle temporaneamente! 

Come fare staking di crypto? Puoi scegliere varie strade che dipendono da crypto a crypto. Cardano, ad esempio, supporta le staking pool, a cui puoi “delegare” i tuoi ADA. Altre crypto, come SUSHI o UNI, si basano sul fornire liquidità ai rispettivi ecosistemi DeFi. Per fare staking su Ethereum 2.0, invece, puoi delegare i tuoi ETH a una pool oppure puoi creare un nodo di validazione direttamente sul tuo computer! 

Qualunque strada tu scelga, prima devi capire bene che cos’è lo staking. Ecco cinque cose che devi assolutamente sapere prima di cominciare!

1. I token sono tuoi e rimangono tuoi

Ricorda: fare crypto staking non significa prestare i tuoi token a qualcuno! Anche se sono temporaneamente bloccati, lo staking non mette in discussione il possesso delle tue crypto. Sia che usi il tuo nodo di validazione, sia che deleghi le tue crypto o passi attraverso un exchange centralizzato, le coin non si muovono dal tuo wallet. Stai semplicemente bloccando temporaneamente quella cifra ottenendo staking rewards. 

2. Occhio al periodo di lock-up

Alcune blockchain impongono un periodo di lock-up quando si mettono le crypto in staking. Questo vuol dire che sei costretto a tenerle bloccate per un periodo di tempo predeterminato. Generalmente questo accade solo nei DEX o con lo staking diretto tramite wallet. Nel caso di exchange centralizzati, di solito questo non avviene: sbloccare le proprie crypto prima della fine del periodo stabilito, fa solo perdere le ricompense che si stavano accumulando. Quindi, se vuoi tenere aperta l’opportunità di vendere le tue crypto quando vuoi, considera lo staking su un CEX.

3. Cosa vuol dire essere un validatore

Hai scelto di diventare un validatore? Sappi che è un compito molto importante ed è fondamentale per la sicurezza della blockchain. Prima di lanciarti in questa avventura però devi essere sicuro di quello che stai facendo. Prima di tutto leggi per filo e per segno le istruzioni ufficiali che vengono messe a disposizione dal team di sviluppo della blockchain. Anche se sai che cos’è lo staking, ogni blockchain funziona in maniera leggermente diversa. Ma il requisito più importante è una connessione a Internet sempre attiva: per garantire che le transazioni della rete avvengano senza problemi, i validatori devono essere sempre raggiungibili dalla blockchain. Se la tua connessione a Internet non è stabile, potresti subire penalizzazioni.

4. Attento allo slashing

Per rendere la blockchain sicura, tutte le reti proof-of-stake hanno dei sistemi che penalizzano i nodi validatori che non contribuiscono adeguatamente al network. Ad esempio, un validatore che non riesce a essere connesso a Internet 24 ore su 24, oppure uno che cerca di manipolare le transazioni attraverso dei software maligni, viene punito con lo slashing. Cos’è lo slashing? Immaginalo come una specie di multa. Quando un validatore si comporta in maniera non ottimale o, peggio, non onesta, allora il sistema applica una multa e penalizza quel validatore, riducendo la sua ricompensa. Questo vale anche quando deleghi i tuoi token: se il validatore a cui deleghi non riesce a garantire un servizio ottimale, allora stai indirettamente ricevendo ricompense inferiori del normale.

5. Scegliere le staking pool e i validatori migliori

Scegliere la staking pool o i validatori migliori a cui delegare le proprie crypto non è sempre facile. Per trovare le migliori, devi aggiornarti costantemente sullo stato della pool a cui stai contribuendo e assicurarti che stia lavorando bene.

Considera di cambiare pool se ti accorgi che le tue ricompense sono costantemente intaccate dallo slashing, visto che è un chiaro segnale che quel validatore non è affidabile. A volte può addirittura capitare che un validatore o una pool smettano di funzionare, e se non rimani informato su quello che sta succedendo alle tue coin puoi ritrovarti una brutta sorpresa quando apri il tuo wallet. Insomma: fare crypto staking è molto di più che mettere il tuo denaro in un conto deposito e aspettare che la somma cresca. C’è bisogno di costanza! Questo, alla fine, è un bene per la rete: gli staker sono incentivati a scegliere i validatori migliori e più affidabili, e in compenso l’intera blockchain è più efficiente e sicura. Se invece non hai tempo da dedicare al crypto staking, affidati a un exchange centralizzato per ottenere ricompense costanti senza preoccuparti di tutto il resto.

Adesso sai come fare staking e sei pronto per le tue prime staking reward! È grazie a te che la tua blockchain proof-of-stake preferita è decentralizzata e sicura, ed è grazie a te se milioni di persone si fidano delle crypto. Buono staking!

Bitcoin è spacciato? Smontiamo 5 critiche 

Il crollo di Bitcoin: 5 critiche smontate

Il crollo di Bitcoin è vicino? Prima o poi i governi vieteranno Bitcoin? È troppo volatile e poco scalabile? Scopri queste e altre 5 critiche smontate!

La fine per Bitcoin è dietro l’angolo? Per i detrattori della finanza decentralizzata pare proprio di sì. Il bear market di queste settimane e il disastro di LUNA hanno alimentato la nuova ondata di critiche a Bitcoin e alle criptovalute. La morte di Bitcoin viene annunciata seguendo i cicli del mercato, a ogni mercato ribassista c’è chi è pronto a scriverne il necrologio. Ma la coin di Nakamoto non molla, abbiamo più volte cercato di sfatare miti e fake news, quali sono le critiche a Bitcoin che sono tornate a galla in questi giorni? Sono fondate?

1. Bitcoin è troppo volatile per essere una riserva di valore

Bitcoin e tutte le criptovalute sono volatili, il loro prezzo infatti è soggetto a oscillazioni frequenti nel tempo. BTC nasce per essere una moneta alternativa alle valute fiat. Una delle 5 critiche a Bitcoin che vedremo in questo articolo riguarda la compatibilità tra questi due aspetti, volatilità e funzione di riserva di valore. Una moneta infatti svolge tre funzioni: unità di conto, riserva di valore e mezzo di pagamento. Secondo alcuni un asset con un prezzo instabile come Bitcoin non può essere considerato una riserva di valore, perché il suo valore non è garantito nel tempo. 

Proviamo a cambiare prospettiva: perché Bitcoin è volatile? Bitcoin ha una fornitura massima stabilita dall’algoritmo (21 milioni), la sua scarsità ne determina il valore e allo stesso tempo la volatilità. Il prezzo di Bitcoin è volatile perché dipende dalla domanda. Più un bene o un prodotto riscuotono interesse, più il loro prezzo sale per lo più se è disponibile in quantità limitata. Quando le persone perdono interesse, anche il suo valore scende. Mantenere il valore della domanda alto potrebbe nel tempo contrastare l’elevata volatilità e quindi permettere a Bitcoin di conservare il suo valore in futuro. Il valore di Bitcoin cresce tanto più quanto individui e istituzioni lo usano per conservare e trasferire valore. Quindi più verrà utilizzato, più verrà legittimata la sua funzione di riserva di valore. 

2. I governi prima o poi metteranno fine a Bitcoin

Ogni governo può stabilire le sue regole sulle criptovalute, può imporre tasse e norme agli exchange e a tutte quelle realtà che dipendono dalla blockchain. Tuttavia nessun governo ha voce in capitolo sulla blockchain stessa, se la rete è davvero decentralizzata e non condizionabile da influenze esterne. Bitcoin non ha niente a che fare con gli stati, quanto è probabile che tutti i governi del mondo si accordino per prendere una posizione comune sull’argomento? Anche se uno Stato dovesse decidere di vietare Bitcoin (come, resta da stabilirlo), la rete si può spostare oltre i confini geografici e politici. Al momento ci sono nodi e mining pool, ovvero centri che si occupano del mining, un po’ ovunque nel mondo.

C’è chi teme il crollo di Bitcoin associato a quello di internet, in effetti Bitcoin senza internet non può esistere. In ogni caso se si dovesse verificare un down della rete, non crollerebbe solo la blockchain ma anche tantissime strutture alla base della nostra società ed economia. I governi si metterebbero subito all’opera per ripristinarla. 

3. Bitcoin non ha valore intrinseco

I beni digitali hanno un valore? Questa domanda ha molto a che fare con le generazioni e a quanto si è familiari con il mondo digitale. Un ragazzo o una ragazza della Gen Z non hanno nessuna difficoltà a rintracciare il valore intrinseco di un post su Instagram o di un assistente vocale. Nessuno al giorno d’oggi può ignorare il valore economico di alcuni prodotti digitali. Se stabiliamo il valore intrinseco sulla base dell’utilità, Bitcoin ne ha una? Bitcoin serve a immagazzinare valore al di fuori di qualsiasi sistema valutario e di trasportarlo in tutto il mondo senza confini. Bitcoin è una merce digitale e per capire il suo valore, proviamo a seguire un esperimento mentale che Satoshi Nakamoto ha proposto nel 2010: 

“Immagina l’esistenza di un metallo scarso come l’oro e con le seguenti caratteristiche:

  • Di colore grigio standard
  • Non un buon conduttore di elettricità
  • Non particolarmente resistente, ma nemmeno duttile o malleabile
  • Non utile per nessuno scopo pratico o ornamentale

Ma con una magica proprietà: può essere trasportato attraverso un “canale di comunicazione”. 

Se in qualche modo acquisisse un qualche valore per qualsiasi motivo, chiunque volesse trasferire ricchezza su una lunga distanza potrebbe comprarne un po’, trasmetterla e farla vendere al destinatario.”

4. Bitcoin è una bolla pronta a scoppiare

Nel settore finanziario il termine “bolla” indica un ciclo economico caratterizzato da una rapida escalation del prezzo di un asset o un bene o un prodotto, seguita da una veloce perdita di valore. Una bolla solitamente si verifica quando i prezzi di un bene crescono fino a superare il suo valore intrinseco e a quel punto è pronta a scoppiare. Tra le bolle storiche più famose c’è la dot-com bubble degli anni ‘90 che ha visto un’eccessiva speculazione sulle innumerevoli aziende e startup a tema internet, la bolla delle case scoppiata negli Stati Uniti tra il 2007 e il 2008, ma la prima vera bolla è legata al commercio dei tulipani nell’Olanda del 17° secolo. Le fasi di una bolla sono state studiate e classificate: tutto inizia quando compare un nuovo prodotto o servizio che attira le attenzioni e i capitali, il suo prezzo sale e gli investitori entrano nel mercato. Per varie ragioni, tra cui la perdita di interesse o la saturazione del mercato, la bolla scoppia, il prezzo scende e tutti vogliono vendere a qualsiasi prezzo. 

Cos’hanno in comune queste bolle con Bitcoin? Certo, la crescita esponenziale di Bitcoin in certi periodi come tra il 2018 e il 2019, ha portato dei sospetti ma a differenza di tulipani, case e aziende tech, Bitcoin è limitato. Non è possibile immetterne una quantità maggiore nel mercato per poter guadagnare di più. Bisogna sempre considerare che i picchi di prezzo e i crolli sono fisiologici dei mercati recenti come quello delle criptovalute.

5. Bitcoin non è abbastanza scalabile per essere usato come metodo di pagamento

Il numero di transazioni che il network di Bitcoin è in grado di finalizzare è inferiore ad altri sistemi di pagamento. Il punto di forza di Bitcoin non è mai stato la velocità, che è stata penalizzata a favore di sicurezza e decentralizzazione seguendo il paradigma del trilemma della scalabilità. Tuttavia non è impossibile usare la rete di Bitcoin per i pagamenti. Esistono delle soluzioni che permettono di usare Bitcoin per le proprie operazioni quotidiane, come il Lightning Network, una rete parallela a quella di BTC che consente di scambiare criptovalute in numerose transazioni contemporanee. In poche parole il Lightning Network apre un canale di pagamento off chain per un periodo di tempo determinato e poi trasmette le transazioni di chiusura alla blockchain di Bitcoin.

Di sicuro questo è un sistema ancora poco conosciuto e utilizzato, come sempre una maggiore diffusione può far crescere le potenzialità di Bitcoin come sistema di pagamento. A questo proposito vengono organizzate delle iniziative di sensibilizzazione, come il Lightning Network Festival di Portland, una fiera in cui tutti i pagamenti passano per il Lightning Network. In questi giorni si sente molto parlare di queste 5 critiche, basteranno a predire il crollo di Bitcoin?

5 cose che non sai su Staking e Proof-of-Stake

Staking di criptovalute: 5 curiosità che forse non sai

Chi ha inventato il Proof-of-Stake? Qual è la crypto più usata per lo staking? Scopri queste e altre curiosità sullo staking di criptovalute!

Nel settore crypto, il termine “staking” indica due azioni fondamentali: il blocco di coin o token che produce ricompense, tramite protocolli di finanza decentralizzata, e l’utilizzo dei token per diventare validatori di una blockchain Proof-of-Stake. Lo staking è una delle pratiche più diffuse e viene scelta anche dagli utenti meno esperti. In questo articolo troverai piccoli fun fact e 5 curiosità che forse non sai sullo staking di criptovalute!

1. Ethereum è la prima crypto per staking

Qual è la crypto più usata per lo staking? Ether! Circa il 10% della fornitura massima di ETH al momento si trova in staking per un valore di circa 25 miliardi. Nella top 5 delle crypto più usate per lo staking troviamo subito dopo Solana (SOL) con 21 miliardi, Cardano (ADA) con 14 miliardi, Avalanche (AVAX) con 8 miliardi e Polkadot (DOT) con 7 miliardi. È probabile che la pratica dello staking su Ethereum sarà sempre più diffusa, soprattutto dopo The Merge: l’aggiornamento con cui sarà sancito il suo definitivo passaggio al Proof-of-Stake. Con il nuovo meccanismo di consenso, lo staking di ETH non sarà solo una funzionalità DeFi come le altre ma la vera e propria base del funzionamento di tutta la blockchain perché i nodi validatori dovranno bloccare i loro token per avere il diritto a validare le transazioni di Ethereum. 

2. Dogecoin è la prossima candidata al Proof-of-Stake

Dopo Ethereum, anche Dogecoin è pronta a passare al Proof-of-Stake! A Dicembre 2021 la Dogecoin Foundation su Twitter ha condiviso la sua roadmap, rinominata da loro “trailmap”, e tra i punti che prevedono di affrontare nel futuro c’è anche il cambiamento di meccanismo di consenso

A quanto pare nel progetto per elaborare un meccanismo di staking è stato coinvolto anche Vitalik Buterin, il co-fondatore di Ethereum. L’idea della Foundation è coinvolgere attivamente gli utenti di Dogecoin che mettendo in stake i loro DOGE potranno contribuire al supporto del network. La Dogecoin Foundation ha spiegato che “[la versione PoS] consentirà a tutti, non solo ai grandi utenti, di partecipare a un sistema che li ricompensa per il loro contributo alla gestione della rete, e che allo stesso tempo, ripagherà l’intera comunità anche attraverso iniziative per l’interesse comune”.

3. La tecnologia di svolta del 2022

Tra le curiosità che forse non sai su staking e Proof-of-Stake, c’è la recente dichiarazione del Massachusetts Institute of Technology (MIT). Il 23 Febbraio 2022 l’istituto ha pubblicato la lista delle “10 Breakthrough Technologies” dell’anno, ovvero di tutte quelle tecnologie e innovazioni che produrranno un significativo effetto sul mondo e la vita delle persone. Tra queste 10 tecnologie ci sono sistemi di tracciamento delle varianti di Covid-19, vaccini per la malaria, dati sintetici per l’intelligenza artificiale e anche il Proof-of-Stake. Il MIT individua il punto di forza del Proof-of-Stake nella sua capacità di ridurre in maniera drastica l’impatto ambientale delle criptovalute

4. Chi ha inventato il Proof-of-Stake?

L’idea originaria del PoS deriva da un post sul forum “bitcointalk.org” in cui un utente anonimo ha proposto di sostituire il Proof-of-Work con un sistema di voto, di ricompense e validatori scelti casualmente. Il primo che ha portato a compimento questa idea è un anonimo sviluppatore conosciuto come Sunny King. Una blockchain decentralizzata deve necessariamente consumare molta energia per essere tale? King ha cercato di ribaltare questo paradigma con lo staking. La prima criptovaluta Proof-of-Stake creata da Sunny King è stata Peercoin. Al modello di King si sono ispirate tutte le maggiori blockchain in circolazione. 

5. Staking? Non solo criptovalute!

Per guadagnare delle ricompense con lo staking, si possono bloccare anche token non fungibili, non solo criptovalute. Questa pratica è una delle più recenti e viene già applicata alla collezione NFT dei Moonbirds e prossimamente anche alle LAND su Axie Infinity. Mettere in staking un NFT permette di ricevere reward, come nello staking di criptovalute, e ulteriori vantaggi legati all’appartenenza a un progetto. Nel mondo dei Moonbirds, questa tipologia di staking si chiama “nesting” e fa guadagnare anche premi nel mondo offline.

Solana sconfigge i bot degli NFT, ripristina la rete e il prezzo torna a salire

Solana Okay Bears NFT bot

Il prezzo di Solana sale grazie agli NFT! A inizio maggio Solana è andata down per colpa dei bot, il problema è stato risolto con un aggiornamento mirato

Solana, una delle crypto preferite dai fondi istituzionali, ha approfittato della fama degli NFT per competere con Ethereum: anche se la blockchain di Buterin è ancora la piattaforma più utilizzata per i token non fungibili, SOL la segue a ruota. Eppure Solana ha un grande problema: quello dei bot, che intasano e mandano in crash la rete, come avvenuto a inizio maggio per il minting degli Okay Bears. In occasione del minting iniziale di NFT, i bot cercano di accaparrarsi tutti i pezzi da collezione prima degli utenti. Scopri l’asso nella manica di Solana per eliminare i bot e perché il suo prezzo sale grazie agli NFT invertendo il trend ribassista delle crypto!

I bot degli NFT mandano in tilt Solana

“Basta scimmie annoiate” avranno pensato i creatori di Okay Bears, mentre immaginavano la nuova collezione di NFT lanciata su Solana a fine aprile. Visto che il mercato è bearish, perché non proporre immagini di orsi con cappellini, tatuaggi e occhiali da sole? Questo progetto NFT su Solana ha avuto grandissimo successo, diventando la collezione più popolare del network e andando “sold out” dopo solo un giorno.

Un successo per gli NFT, ma Solana non ha avuto tempo di adagiarsi sugli allori: l’enorme numero di transazioni ha mandato in down il network per ben 7 ore. Il problema, secondo il team di Solana, era causato dai bot. I bot sono la piaga di ogni minting di NFT, compresi quelli su Solana: infatti, sono in grado di effettuare milioni di transazioni al secondo per tentare di acquistare tutti i token presenti prima degli utenti umani. Ovviamente questo porta a una congestione del network, che richiede l’intervento dei validatori per risolverlo: esattamente quello che è successo con il lancio degli Okay Bears.

Solana, disponendo di una rete con fee molto basse e transazioni rapide, è l’ecosistema ideale per i bot, che possono effettuare milioni di transazioni spendendo pochissimo. “Più velocità e meno costi” non sono sempre auspicabili, almeno in questo caso, ed è per questo che Ethereum con le sue alte gas fee è meno suscettibile agli attacchi dei bot.

Solana troppo centralizzata? “Tutto un fraintendimento”

Il crash, che ha messo in ginocchio la rete, ha richiesto tutto lo sforzo dei validatori per risolvere la situazione il più in fretta possibile. Tra le possibili soluzioni da mettere in campo per bloccare l’attacco e ripristinare la rete di Solana, c’era quella di bloccare temporaneamente il protocollo di minting di NFT, Candy Machine. Tra le altre cose, era stato proposto di bloccare completamente tutti gli smart contract che gestivano gli NFT. 

In seguito a questa proposta Jack Lu, il fondatore del marketplace di NFT Magic Eden, ha addirittura implorato i validatori di non farlo. Questo ha fatto scaturire pesanti critiche da parte di alcuni utenti della blockchain, dicendo che, se la proposta fosse stata approvata, avrebbe rappresentato un grave precedente per la blockchain. Hudson Jameson, che ha lavorato con la Ethereum Foundation, ha definito questa proposta un “evento assolutamente catastrofico”.

Austin Federa, head of communication di Solana Labs, ha personalmente disconosciuto queste proposte. Aggiungendo che“la bellezza dei sistemi permissionless è che chiunque può fare proposte quando vuole”. Questo è l’esatto contrario di un sistema centralizzato. Parlando di Jack Lu, Federa ha scritto che i suoi tweet “sono stati totalmente fraintesi e presi fuori contesto”. Alla fine la proposta non ha avuto seguito e nessuno smart contract è stato bloccato. Per evitare che gli attacchi dei bot si ripetessero, Solana Labs ha implementato una misura mirata: una “tassa sui bot”.

Solana dichiara guerra ai bot degli NFT e il prezzo di SOL sale

Subito dopo la ripresa della rete, Metaplex, il protocollo di minting di NFT, ha imposto una piccola fee per ogni transazione non valida. Non lasciarti ingannare: questo sistema non ha alcuna influenza sugli utenti normali! Le transazioni non valide sono quasi sempre fatte partire da bot, che le inviano in massa con lo scopo di congestionare la rete. In questo modo, il botting non sarà più “gratis” ma avrà un costo di 0,01 SOL.

Ti sembra una cifra troppo piccola? Pensa che durante l’attacco di fine aprile, i bot emettevano fino a 6 milioni di transazioni al secondo. Mentre prima non si incorreva in nessuna penalità, adesso sarà impossibile sostenere il costo di questi attacchi. Finora, queste commissioni hanno già generato quasi 2000 SOL! La parte migliore? Tutti gli introiti vengono mandati ai wallet dei creatori dei progetti. I bot, che prima avevano il potere di distruggere una collezione di NFT, adesso pagano gli artisti! Karma

Questa soluzione drastica ma estremamente mirata ha permesso al prezzo di Solana di salire grazie agli NFT, anche nel bel mezzo di questo mercato ribassista. Dopo il crollo a 40$ del 12 maggio, il 17 maggio SOL è già tornata a 56$! Gli utenti adesso ripongono le loro aspettative in una blockchain veloce, economica ma anche a prova di bot. Tra gli altri motivi per l’ascesa del prezzo di SOL, c’è probabilmente il crollo di LUNA. Anche la crypto dell’ecosistema Terra, infatti, era una delle preferite dai fondi istituzionali. Dopo il tracollo, si può ipotizzare che quei fondi abbiano deciso di virare su coin di altre blockchain che promettono scalabilità e innovazione, come SOL.

L’Ethereum Foundation si rivela: gli ideali dietro alla blockchain

L’Ethereum Foundation si rivela gli ideali dietro alla blockchain

Dietro le quinte dell’ecosistema di Ethereum, lavora una Foundation che lo sostiene finanziariamente e non solo. Che cos’è l’Ethereum Foundation? Di cosa si occupa? 

Per la prima volta dalla sua fondazione, l’Ethereum Foundation (EF) fa conoscere il suo stato economico e le sue iniziative con un report. Il documento è stato pubblicato ad Aprile 2022 ed è suddiviso in 5 parti: un messaggio della Direttrice Esecutiva, una spiegazione di che cos’è l’EF, la filosofia e gli ideali dell’EF, come la fondazione supporta l’ecosistema e infine, il suo stato economico nell’ultimo anno. Vediamo il report che spiega il lavoro della Foundation, con un focus su quello che è successo nel 2021 e sul futuro!

Ethereum è un “Infinite Garden”

Il report dell’Ethereum Foundation si apre con il commento di Aya Miyaguchi, la Direttrice Esecutiva dell’Ethereum Foundation. Miyaguchi racconta che in questi anni l’EF ha avuto modo di riflettere e chiarire la visione dei suoi principi. A questo proposito, utilizza l’espressione “Infinite Garden per riferirsi ad Ethereum, con l’immagine di un “giardino infinito”, Miyaguchi descrive ciò che c’è di speciale in Ethereum: una crescita infinita ed eterogenea di progetti ed opportunità

La Direttrice specifica che i numeri del report “rappresentano solo un piccolo assaggio di tutto l’entusiasmante lavoro svolto dalla comunità di Ethereum” Un lavoro che non è solo finanziario ma anche logistico ed educativo. L’Ethereum Foundation con questo report presenta anche le sue mansioni di supporto e coordinamento del protocollo di base, di gestione dei progetti dei borsisti dell’EF e le iniziative educative. Miyaguchi in questa occasione ribadisce anche l’importanza dei feedback costruttivi della community di Ethereum: “non potremo mai dire di essere perfetti, ma cerchiamo sempre di servire meglio la comunità, proprio come fa Ethereum”.

Che cos’è l’Ethereum Foundation?

L’Ethereum Foundation è un’organizzazione no-profit che sostiene l’ecosistema di Ethereum, sia economicamente che promuovendo i progetti e la blockchain con iniziative di educazione e formazione. L’EF ci tiene a far sapere di non essere un’organizzazione come tutte le altre, si ritiene più simile a un gruppo di diversi team di lavoro che a un’organizzazione tradizionale. Infatti l’Ethereum Foundation dà supporto alla blockchain ma senza controllare Ethereum in maniera diretta. Lo scopo principale dell’Ethereum Foundation è quello di fornire una direzione ai vari team di lavoro che si occupano della blockchain: grazie alla supervisione dell’EF, l’ecosistema condivide processi, obiettivi e budget.

Gli ideali di Ethereum

Il report che spiega il lavoro della Foundation elenca gli ideali e i valori di Ethereum in 3 punti: pensiero a lungo termine, decentralizzazione del potere, trasmissione dei valori. Il pensiero a lungo termine è fondamentale perché l’impatto di Ethereum verrà misurato in decenni e secoli, non in trimestri o singoli anni: “Ethereum è un protocollo per la coordinazione umana, e se continua ad essere utile, il suo ciclo di vita si estenderà a lungo nel futuro”. La metafora del giardino continua: “come giardinieri, stiamo piantando semi che potremmo non vedere crescere”. Il secondo valore di Ethereum è la decentralizzazione del potere, nel senso di non accentrare i processi decisionali ma di distribuirli alla community. Da questo valore dipende il “silenzio” dell’Ethereum Foundation, che non vuole influenzare Ethereum con il suo prestigio o essendo un punto di riferimento. Infine uno dei macro-valori di Ethereum è la gestione e la trasmissione di tutti gli ideali che hanno portato Ethereum ad essere quello che è: decentralizzazione, apertura e disponibilità delle risorse e privacy.  Questi principi fondamentali guidano le decisioni della leadership dell’EF e sono perseguiti da tutta la community.

Lo stato economico dell’Ethereum Foundation nel 2021

Nel report che spiega il lavoro della Foundation, si può trovare anche una panoramica dei fondi e delle risorse economiche. Al 31 Marzo 2021, il tesoro dell’EF contava circa 1,6 miliardi di dollari (di cui 1,3 miliardi in criptovalute e 300 milioni in altri asset non crypto). Del portfolio crypto il 99,1% è costituito da ETH, questa cifra, sempre a fine Marzo, costituiva il circa 0,3% della fornitura circolante di Ether. In generale l’EF utilizza una strategia diversificata per assicurare sempre risorse sufficienti per finanziare le sue principali iniziative. Nel 2021 l’Ethereum Foundation ha stanziato fondi per 19,6 milioni di dollari a sostegno di progetti e idee per la crescita dell’ecosistema. Nel 2018, anche uno sviluppatore di Ethereum ha beneficiato di questi fondi per lavorare ad un exchange decentralizzato chiamato Uniswap. L’EF ha fornito un primo finanziamento di 50 mila dollari che è stato utilizzato per l’audit, la documentazione e la progettazione dell’interfaccia utente prima del debutto di Uniswap.

Terra (LUNA): Perché è crollata e cosa succede adesso

Terra (LUNA): Perché è crollata e cosa succede adesso

Il crollo di LUNA ha sconvolto il mercato crypto, dopo quello che è stato definito un “attacco” al suo ecosistema. Perché è crollata, cosa succede ora e come farà Do Kwon a salvare Terra?

Il crollo repentino e apparentemente inspiegabile dell’ecosistema Terra LUNA è stato uno shock per tutto il mercato crypto, e anche Bitcoin ed Ethereum sono in difficoltà. Il prezzo di LUNA però ha subito un tracollo quasi letale. L’ecosistema DeFi di LUNA e UST riuscirà a risorgere? Scopri perché LUNA è crollata e cosa succede adesso a Terra.

Perché il prezzo di LUNA è crollato: l’aggiornamento sull’attacco

UST e LUNA, le criptovalute sorelle, hanno subito la stessa sorte: un vero e proprio tracollo. UST, il cui prezzo era algoritmicamente ancorato al dollaro, è crollata al minimo storico di 0,08 dollari, e tuttora viene scambiata per meno di dieci centesimi di dollaro. LUNA, invece, vale addirittura molto meno di un centesimo, ma il suo prezzo è molto altalenante visto che l’algoritmo ha “mintato” un grandissimo numero di LUNA per cercare di arginare il crollo. Tutto questo dopo un ATH di 119 dollari raggiunto il 5 aprile 2022. L’ecosistema aveva retto bene la botta del crash del mercato crypto del 2020, perciò i “LUNAtics”, cioè i fan di Terra, credevano che avrebbe resistito anche questa volta. Purtroppo non è andata così, e Do Kwon insieme alla Terra Luna Foundation stanno correndo ai ripari.

La domanda nasce spontanea: com’è possibile che il prezzo di LUNA sia crollato così repentinamente in così poco tempo? Alcuni utenti di Twitter, tra cui Mudit Gupta (Capo della Sicurezza di Polygon), hanno notato dei dettagli che potrebbero far pensare a un attacco combinato all’algoritmo di Terra. In particolare, Gupta ha individuato una serie di avvenimenti che potrebbero essere stati eseguiti proprio per far perdere l’ancoraggio a UST, sfruttando una debolezza dell’algoritmo già messo alla prova da un mercato ribassista. “La teoria più accreditata è che la perdita dell’ancoraggio di UST sia dovuta a un attaccoscrive Matt Levine, opinionista di Bloomberg, in un pezzo molto duro.

Vediamo più di preciso cos’è successo secondo questa teoria e perché il prezzo di LUNA ha avuto questo crollo. Secondo la teoria dell’attacco, tutto sarebbe cominciato intorno all’8 maggio con il deprezzamento di Bitcoin, la valuta che la Luna Foundation Guard conservava come sistema di sicurezza per mantenere l’ancoraggio di UST. In questo momento di debolezza, un wallet avrebbe acquistato un gran numero di BTC da un exchange. Il proprietario del wallet, poi, avrebbe offerto parte dei BTC a prezzo scontato a Do Kwon, in cambio di UST. Per pagare, la Terra Luna Foundation avrebbe sostanzialmente ridotto la liquidità della stablecoin presente sul mercato. 

A quel punto, all’attaccante sarebbe bastato vendere BTC e UST in massa, innescando un effetto domino che ha provocato una cosiddetta “corsa agli sportelli” di LUNA e UST. Nella furia liquidatrice, UST avrebbe perso l’ancoraggio al dollaro. L’algoritmo ha provato a recuperarlo generando ulteriori LUNA che avrebbero così perso di valore dando il via a un sell-off generalizzato. Ormai, la riserva di Bitcoin della Luna Foudation Guard aveva perso gran parte del suo valore dato il calo del mercato, e non è riuscita a preservare l’ancoraggio di UST.

Le risposte dei presunti attaccanti, Blackrock e Citadel

Ma quindi, chi avrebbe potuto innescare un tracollo del genere? Secondo alcuni utenti Twitter, i colpevoli sono due fondi d’investimento molto famosi a livello internazionale: Blackrock e Citadel. Blackrock, in particolare, è la più grande società d’investimento nel mondo. Le accuse vengono da vari utenti Twitter tra cui anche Charles Hoskinson (che però ha cancellato il suo tweet), e sembrano corroborate dal fatto che il crollo di LUNA sia stato troppo repentino per non essere stato manipolato in qualche modo.

Nonostante questo, i portavoce di queste due società hanno smentito ogni accusa, affermando che non sono altro che teorie cospirazioniste. Entrambe hanno detto che non si occupano di stablecoin e che non fanno trading di UST. Che sia stato un attacco o un semplice malfunzionamento dell’algoritmo, la fiducia nella stablecoin algoritmica più popolare è venuta meno. In tutto questo, cosa succede adesso a Terra e a LUNA? Do Kwon non si è espresso molto su Twitter se non per parlare di una cosa che tutti aspettavano con ansia: il piano di recupero.

Cosa succede ora a Terra (LUNA): le proposte di Do Kwon

La proposta di Do Kwon per salvare l’ecosistema Terra può sembrare davvero drastica. Grandi crisi richiedono decisioni coraggiose, per questo il fondatore di Terra, autodefinitosi “maestro delle stablecoin” su Twitter, ha deciso di rifondare Terra da 0 abbandonando la sua stablecoin algoritmica. 

L’idea di Do Kwon è quella di salvaguardare Terra e il suo ecosistema DeFi, scartando la causa scatenante del crollo di LUNA, cioè UST. Ormai, la fiducia nella stablecoin algoritmica è crollata insieme al suo prezzo, e piuttosto che recuperarla, Do Kwon preferisce abbandonarla al suo destino e salvare quello che rimane della sua blockchain. La proposta di Kwon è un fork di Terra, in cui i validatori resettino la blockchain a uno stato con 1 miliardo di LUNA, da distribuire con un airdrop. Di questi LUNA, il 40% andrebbe a chi possedeva i token prima del crollo, il 10% a chi li ha acquistati dopo, il 40% ai detentori di UST e il 10% finirebbero nella Community Pool, per sostenere nuovi progetti. Questo dovrebbe ricompensare in parte le perdite sostenute dalla community, e restituire ai LUNAtic una blockchain utilizzabile.

Secondo alcuni utenti, però, questo sistema è ingiusto e ricompensa in maniera eccessiva chi ha acquistato LUNA durante il crollo, mentre non premia chi ha contribuito a difendere il prezzo della criptovaluta conservando LUNA sui propri wallet. Un altro utente molto attivo nell’ecosistema, invece, afferma che senza UST si perderebbe l’unicità dell’ecosistema, e il valore del token continuerebbe ad essere nullo.

Il futuro di Terra LUNA

Cosa succede adesso a Terra LUNA allora? Difficile a dirsi: la speranza di Do Kwon è che la nomea di Terra contribuisca a sostenere il nuovo fork, anche se si ritroverà temporaneamente “monca” e senza stablecoin nativa. Il fondatore ha comunque affermato che, quando il polverone sarà calato, tornerà a discutere di stablecoin algoritmiche e degli errori commessi con UST. 

Nonostante questo, ci sono tantissimi utenti che hanno perso molto denaro, e la soluzione di Do Kwon potrebbe sembrare un tentativo blando di sistemare la situazione. Anche se non è ancora chiaro perché sia crollata Terra LUNA, una cosa è certa: far parte attivamente del mercato crypto richiede impegno e studio, esattamente come nel mercato tradizionale. Alcuni credono che le regolamentazioni siano la strada per evitare questi eventi, altri che dovrebbe essere la community a prevenirle. In ogni caso, sempre e comunque, DYOR!

Arriva lo staking di LAND su Axie Infinity!

Axie Infinity: lo staking di Land è in arriv

Cosa prevede la roadmap di Axie Infinity? Staking di LAND e una governance completamente decentralizzata!

Il 3 Maggio 2022 il team di Axie Infinity ha confermato che sta lavorando per lanciare lo staking di LAND. Come nel caso di The Sandbox e Decentraland, anche il Metaverso di Axie Infinity è composto da terreni digitali in forma di NFT. La rivelazione di questa nuova funzionalità ha fatto impennare il prezzo delle LAND e in molti si sono chiesti come influenzerà il prezzo di AXS. Su Axie Infinity lo staking di LAND è in arrivo, scopri i dettagli!

Perché Axie Infinity propone lo staking di LAND?

Lo staking di LAND su Axie Infinity fa parte di un programma di incentivo alle ricompense per la community. Il team di Axie Infinity infatti vuole ricompensare i suoi utenti per la loro partecipazione attiva, che sia invitare amici, costruire nuove esperienze di gioco o qualsiasi cosa possa far crescere e sostenere l’ecosistema. Nel post che comunica i progressi sullo staking di LAND si può leggere: “vogliamo che coloro che contribuiscono con il loro tempo e il loro impegno alla comunità possiedano AXS, così come vogliamo che coloro che collaborano siano ricompensati e abbiano influenza sulle future decisioni della Tesoreria della community”. Con lo staking di LAND i “proprietari terrieri” potranno guadagnare più AXS e questo per Axie Infinity è un ottimo modo per premiare la loro visione a lungo termine. 

Come funzionerà lo staking di LAND?

Al momento Axie Infinity ha avviato lo sviluppo di smart contract per lo staking di LAND, sta lavorando al potenziamento dell’esperienza utente e ha modellato un programma di emissioni di AXS. A questo proposito, per lo staking di LAND, sono stati stanziati 337.500 AXS al mese. Chi deciderà di bloccare le proprie terre su Axie Infinity dunque riceverà delle ricompense che dipendono da vari fattori come la durata dello staking e la tipologia di LAND. Lunacia, l’universo in cui è ambientato il videogioco play-to-earn, è suddiviso in porzioni di terra in forma di token. Queste LAND sono la casa e l’ambientazione di tutte le avventure degli Axies, le creature NFT da allevare. Su Axie Infinity esistono 5 tipologie di terre: Savannah, Forest, Arctic, Mystic e Genesis, in ordine crescente di rarità. Di Genesis Land ne esistono solo 77! A quanto pare il valore delle ricompense per lo staking è direttamente proporzionale alla rarità delle LAND. In futuro si potranno guadagnare AXS sulle proprie LAND anche giocando attivamente, come ad esempio coltivandole. 

Lo staking renderà le LAND sempre più scarse

Nelle ore successive a questo annuncio i prezzi delle LAND sono volati alle stelle, è partita la corsa ad accaparrarsi un appezzamento nel Metaverso! La richiesta di LAND è aumentata e di conseguenza il loro prezzo. Inoltre una volta che lo staking sarà funzionante, i terreni virtuali disponibili per la compravendita saranno limitati perché bloccati. La scarsità delle terre del Metaverso è un tema molto dibattuto. Per alcuni la scarsità di questi NFT che rappresentano gli ambienti dei mondi virtuali, è necessaria per mantenere il loro valore inalterato nel tempo. Per altri invece la scarsità e i costi elevati ostacolano la diffusione di questa tecnologia, perché comprare terreni nel Metaverso sarà accessibile a pochissimi. 

Altre novità per Axie Infinity?

La roadmap di Axie Infinity prevede un’organizzazione decentralizzata per Settembre 2023. Gli holder di AXS potranno dire la loro sulla governance del processo e votare decisioni come: “Axie Infinity dovrebbe continuare a pagare Sky Mavis per lo sviluppo del gioco? Come dovrebbe essere utilizzata la Tesoreria della Comunità per ricompensare i titolari di AXS e la community in generale?”. Come già anticipato, nel 2022 verranno attivate funzionalità legate alle LAND come il “Land Gameplay Community Alpha” che consentirà agli utenti di giocare in maniera dinamica  anche con i terreni.

Yield Guild Games, la DAO del play-to-earn fatta da giocatori per giocatori

Yield Guild Games, la DAO del play-to-earn fatta da giocatori per giocatori

Nata nel 2018, YGG è un’alleanza tra giocatori per permettere a tutti di poter partecipare al trend dei videogiochi su blockchain. Scopri la DAO per il play-to-earn!

Cominciare la propria avventura nei videogiochi play-to-earn non è facilissimo: non solo bisogna avere una cultura di base su blockchain, NFT e criptovalute, ma bisogna anche disporre di un capitale iniziale per iniziare a giocare ai giochi più gettonati. Un esempio? Per giocare ad Axie Infinity è necessario possedere almeno un Axie sotto forma di NFT e durante il suo periodo di massimo successo, bisognava spendere quasi 500 dollari per averne uno! È per questo che un gamer veterano, Gabby Dizon, ha cominciato a prestare i propri Axie ad altri giocatori. E, da buon gamer, ha creato Yield Guild Games, una gilda di giocatori gestita come una DAO. Scopri cos’è YGG e come ha cambiato il panorama dei videogiochi play-to-earn!

Cos’è YGG, Yield Guild Games

Yield Guild Games è una DAO dedicata al gaming su blockchain. L’idea di una gaming DAO venne a Gabby Dizon nel 2018. Dizon, che si stava interessando ai vari videogiochi play-to-earn, cominciò a dare in prestito i suoi NFT di Axie Infinity ad alcuni giocatori interessati al play-to-earn ma che non potevano permettersi di acquistare nessun Axie. Questo sistema si è rivelato vincente, tanto che in alcune zone delle Filippine, i giocatori riuscivano a guadagnare il triplo del salario minimo giocando ad Axie Infinity.

Così nel 2020, Dizon decide di creare una DAO totalmente dedicata al gaming. Yield Guild Games nasce nell’ottobre di quell’anno e ottiene subito un successo inaspettato. Nel mondo del gaming è normale creare delle community che collaborano e contribuiscono a un obiettivo comune, esattamente come nel mondo della blockchain. La DAO sfrutta un token ERC-20, YGG, per consentire agli utenti di votare nuove proposte, prendere in prestito NFT e contribuire allo sviluppo di nuovi progetti. La particolarità di Yield Guild Games è che è costituita da numerose “subDAO”, che rappresentano dei videogiochi specifici (ad esempio esiste una subDAO dedicata ad Axie Infinity e una a League of Kingdoms), oppure che riuniscono giocatori provenienti da determinate zone del mondo.

Questo sistema si è rivelato vincente, tanto che stanno nascendo molte altre gaming DAO anche in altri ecosistemi. Ad esempio su Elrond, una blockchain dedicata al gaming, è stata recentemente lanciata egld.gg.

Come funziona una gaming DAO

Il concetto alla base di Yield Guild Games è quello di tutte le DAO: una community di utenti che collabora per il raggiungimento di un obiettivo. Gli utenti della gilda possono mettere nella Treasury della DAO sia YGG in staking, sia NFT di vari videogiochi play-to-earn. Per mettere gli YGG in staking si utilizza un metodo particolare: ciascun membro della gilda può scegliere di supportare una specifica subDAO e otterrà ricompense in base agli YGG bloccati e alla popolarità di quella stessa subDAO.

Chi invece vuole avere un ruolo più attivo nella community può prendere in prestito gli NFT e cominciare a giocare! Ogni subDAO ha le proprie regole e le proprie tariffe, ed è gestita dai Community Manager. Queste figure sono degli “admin” ma non possono prendere le decisioni da soli: sono, piuttosto, coloro che mettono in pratica le decisioni votate dalla community.

Per garantire la crescita della community, la YGG Treasury contiene anche un buon numero di token YGG da distribuire agli utenti più meritevoli e attivi. Ad esempio, votare o proporre aggiornamenti garantisce delle ricompense, per premiare chi contribuisce allo sviluppo della community. A breve, poi, saranno inseriti degli “Achievement”, un concetto simile a quello dei trofei. Questo progetto, chiamato “Guild Advancement Program”, prevede che ci siano degli obiettivi che gli utenti devono raggiungere. Un esempio? Tenere degli streaming di qualità incentrati su videogiochi play-to-earn, oppure reclutare 10 nuovi giocatori nella YGG. Gli utenti che raggiungono questi obiettivi vengono ricompensati con YGG. 

YGG Scholarship: come ottenere una borsa di studio per giocare

Una delle feature più sorprendenti di Yield Guild Games è quella delle YGG Scholarship. Le Scholarship sono delle vere e proprie “borse di studio” che vengono affidate ai nuovi giocatori con un futuro promettente. I Community Manager delle subDAO selezionano giovani talenti e offrono in prestito gli NFT necessari per giocare, chiedendo in cambio una percentuale dei loro guadagni. I giocatori che vengono scelti devono seguire dei corsi sul videogioco e giocare per un minimo di ore al giorno. 

Inizialmente le Scholarship erano attive esclusivamente per la community di Axie Infinity, ma ora YGG le offre per molti altri giochi, tra cui Illuvium e The Sandbox. Grazie a questo sistema innovativo, l’ecosistema della GameFi diventa più accessibile ed è più facile introdurre i principianti ai videogiochi play-to-earn, contribuendo alla loro popolarità. A febbraio c’erano ben 20.700 borse di studio per Axie Infinity attive! In quel mese, gli scholar hanno guadagnato quasi 20 milioni di SLP (Smooth Love Potion, la valuta di gioco di Axie Infinity). Un numero esorbitante che testimonia l’interesse verso il play-to-earn, nonostante il prezzo di SLP sia sceso rispetto al suo ATH di 0,40 dollari.

Ma come si entra in una Scholarship? Prima di tutto, assicurati di avere tempo libero tra le mani: devi essere disposto a studiare e a imparare per essere scelto! Poi devi trovare un videogioco play-to-earn che ti piace e che sia supportato da YGG. A quel punto unisciti alla subDAO del gioco e partecipa alla community. Condividi storie, chatta su Discord e dimostrati interessato. Contattare un Community Manager non sarà facilissimo, ma se ti fai notare abbastanza, allora potrai guadagnarti una Scholarship e cominciare a giocare! Il 70% dei tuoi introiti rimarrà a te, il 20% andrà al Community Manager che ti farà da mentore, e il 10% finirà nella YGG Treasury. 

Ora sai cos’è YGG, credi che sarà il futuro del play-to-earn? Oppure non ti ha convinto come metodo per sostenere la GameFi? Tantissimi giocatori hanno dato una vera e propria svolta economica alle loro vite grazie a videogiochi come Axie Infinity o Defi Kingdoms.