La guida completa a Star Atlas, il videogioco crypto su Solana

Star Atlas è un videogioco play-to-earn basato sulla blockchain di Solana. Scopri come puoi viaggiare nello spazio ed essere ricompensato in criptovalute!

Star Atlas è un videogioco play-to-earn di nuova generazione, attesissimo dai fan del crypto gaming e che dovrebbe essere rilasciato a fine 2022. Attualmente è in fase di pre-alpha, con tutte le carte in regola per diventare il primo crypto game tripla-A. Grazie alle nuove tecnologie, lo studio dietro Star Atlas sta sviluppando un videogioco che promette di diventare un caposaldo del crypto gaming. Con il motore Unreal Engine 5, studiato per regalare una qualità grafica da urlo, e con un sistema senza server basato sulla blockchain di Solana, le stelle non sono mai state così vicine. Scopri cos’è e come funziona il videogioco crypto Star Atlas, ed esplora la storia del metaverso play-to-earn più atteso dagli appassionati di fantascienza!

Cos’è Star Atlas? Storia, fazioni e funzionamento

Star Atlas è ambientato in un universo futuristico dove astronavi e viaggi stellari sono all’ordine del giorno. In questa guida su Star Atlas imparerai tutto sulla storia della galassia e delle fazioni che la abitano, oltre a scoprire com’è il gameplay di questo videogioco tripla-A sulla blockchain di Solana!

3 fazioni in lotta, un’unica galassia da spartirsi

Anno 2620. In un universo futuristico e multiplanetario, tre fazioni si contendono la galassia e le sue risorse. Ufficialmente regna la pace, ma nella pratica nessuno si stupisce quando un’astronave da carico scompare negli spazi profondi delle galassie, o quando un membro di una fazione nemica sceglie di ignorare un contratto di approvvigionamento all’ultimo secondo. In questo universo dove non si fanno sconti, un equilibrio precario è mantenuto solo in alcuni settori, mentre in tutti gli altri nessuno è davvero al sicuro da mercenari di fazioni avversarie o pirati galattici. Il primo passo in Star Atlas è scegliere a quale fazione appartenere: sarai un membro dell’alleanza degli umani, un cyborg o una creatura aliena?

Territorio MUD

La fazione del territorio MUD, acronimo di Manus Ultimus Divinum (Ultima Mano Divina) è un’alleanza di varie nazioni umane provenienti dalla Terra. Dopo aver esaurito le risorse terrestri, gli esploratori umani hanno deciso di puntare alle stelle! 

I MUD sono una potenza industriale con una particolare abilità nella costruzione di armamenti estremamente potenti e precisi. Sono inoltre specializzati in astronavi capaci di fare viaggi interstellari anche molto lunghi, ideali per trasportare merci da un angolo all’altro della galassia. 

Settore Ustur

Gli Ustur sono una fazione di cyborg con un passato misterioso. Si dice che in origine una potentissima intelligenza artificiale si sia “divisa” creando dei corpi robotici con una coscienza propria. Gli Ustur sono diventati una potenza galattica, ma nessuno di loro ricorda come siano nati. Oltre a essere commercianti provetti sono costantemente alla ricerca di indizi che svelino le loro origini.

Le navi degli Ustur sono delle vere e proprie fortezze impenetrabili: la resistenza dei loro scudi e dell’acciaio con cui costruiscono le navi non è seconda a nessuno. Nonostante questo, le loro astronavi sono anche estremamente manovrabili. Questo significa che ingaggiare una nave Ustur in combattimento è difficile, se non impossibile. Perciò, se un Ustur ti affronta, stai attento: vuol dire che è sicuro di batterti!

Regione ONI

Reduci da una guerra che li ha quasi fatti estinguere, la regione ONI è composta da un’alleanza di razze aliene dalla forma antropomorfa. Questi alieni hanno imparato a convivere tra culture diverse e sono dei diplomatici nati.

Gli alieni ONI possiedono le migliori tecnologie radar della galassia, e sono alla costante ricerca di nuove forme di vita da studiare. Le loro astronavi sono perfette per missioni di ricognizione che richiedono furtività, grazie alla tecnologia stealth all’avanguardia di cui dispongono. Non dimenticare di investire in radar sulla tua astronave: un pirata ONI potrebbe essere dietro di te e attaccarti quando meno te l’aspetti…

Tre zone della galassia per tutti i tipi di avventuriero

L’ampiezza e la complessità di questo gioco di strategia ti spaventano? Non preoccuparti: non tutte le zone della galassia sono pericolose. I creatori di Star Atlas hanno deciso di creare una zona “tutorial” per permettere anche ai giocatori novizi di allenarsi e prendere confidenza con il sistema di gioco prima di fare sul serio! Dopo aver scelto la tua fazione, infatti, il tuo personaggio si ritroverà in un settore controllato saldamente dai tuoi compatrioti. Il settore iniziale è sicuro e non rischi di perdere nessuno dei tuoi possedimenti. Tuttavia, è anche ricco di NPC (non-player character) , quindi troverai poche risorse e pochi pianeti liberi dove stabilire le tue operazioni commerciali o di ricerca. Puoi fare le tue prime esperienze di crypto gaming direttamente in questa zona!

Dopo aver preso confidenza con la galassia di Star Atlas, potrai avventurarti nel secondo settore. Questa zona di galassia viene pattugliata regolarmente da mercenari, ma non è sicura come la zona iniziale: ti capiterà di trovare astronavi di pirati o di mercenari avversari che non ci penseranno due volte ad attaccarti! Quindi assicurati di avere una ciurma ben addestrata e di aver controllato il funzionamento dei tuoi laser, perché potrebbero servirti! Fortunatamente, le tue astronavi non possono essere distrutte completamente. I tuoi asset sono al sicuro, anche se potresti dover pagare le riparazioni.

Infine c’è la zona per i giocatori più esperti: una terra di nessuno, dove puoi trovare grandi ricompense ma anche grandi pericoli! Questa zona è ricca di materiali intonsi che aspettano solo di essere raccolti, ma non c’è nessun meccanismo di protezione. Se un giocatore decide di attaccarti e ti sconfigge, la tua astronave sarà completamente distrutta e potrai persino perdere i membri della tua ciurma! Il tuo scopo in questa zona è assicurarti i pianeti ricchi di materiali e proteggerli adeguatamente. Non dimenticare che in questo gioco quasi tutti i tuoi asset sono token non fungibili ma non sono permanenti: se una base viene distrutta, allora il tuo NFT viene bruciato e perso per sempre! 

La galassia di Star Atlas è come la chain di Solana

In questa galassia dove le tre fazioni cercano di imporsi l’una sull’altra, la blockchain non è solo un mezzo per eseguire transazioni: è, invece, parte integrante del gioco! Durante le nostre esplorazioni, ci troveremo a passare attraverso città, nodi minerari e mercati. Ciascuno di questi luoghi è direttamente collegato a un elemento fondante della blockchain, in un modo o nell’altro. Si può dire che Star Atlas sia una “rappresentazione” in grafica 3D della blockchain di Solana!

Facciamo qualche esempio. Nella galassia, a parte le città iniziali controllate dagli NPC, troverai altre città gestite da alleanze di giocatori. Queste città sono gestite come delle DAO, organizzazioni decentralizzate autonome, dove le regole e le leggi vengono fatte dai membri dell’alleanza. Se vuoi far parte della DAO, dovrai acquistare i token di governance di quella città. Altrimenti sarai un semplice passante, e probabilmente dovrai pagare tasse di passaggio o versare una quota alla Tesoreria cittadina per vendere le tue merci. Tutto sarà deciso dai giocatori! Una città potrebbe imporre tasse elevate e perciò perdere popolarità tra i commercianti galattici, scegliendo invece di portare avanti i loro interessi in una città con tasse più basse e regole meno stringenti.

E per quanto riguarda i nodi minerari? Estrarre risorse da un pianeta altro non è che fare mining per rendere sicura la blockchain in cambio di ricompense. Puoi anche mettere in staking un determinato numero di token, e ricevere come ricompensa dei materiali di gioco quotidianamente! Star Atlas è un videogioco che ti farà vivere il mondo crypto come non l’avevi mai vissuto prima, cioè in prima persona.

Anche i mercati hanno un corrispettivo nella blockchain! Star Atlas è integrato con il DEX Serum, un exchange decentralizzato costruito su Solana. Tramite l’interfaccia del videogioco, potrai scambiare crypto, acquistare e vendere NFT di gioco, e anche arruolare astronauti professionisti. Il tutto senza uscire dal gioco! Un’esperienza crypto a tutto tondo tra le stelle della blockchain.

Come funziona l’economia crypto di Star Atlas

Token, NFT e alleanze decentralizzate sono i pilastri di ogni videogioco play-to-earn. Star Atlas in particolare sfrutta appieno tutte le potenzialità della blockchain di Solana: scopri come!

ATLAS e POLIS, i token di Star Atlas

L’economia di Star Atlas gira intorno ai due token costruiti sulla blockchain di Solana: ATLAS, utilizzato per tutte le transazioni fatte in gioco, e POLIS, il token di governance. Entrambi questi token sono fondamentali per il funzionamento del gioco, il cui obiettivo è diventare completamente decentralizzato.

ATLAS è un token basato su Solana ed è di natura inflazionaria. Questo token rappresenta la moneta vigente e accettata in tutta la galassia. A seconda della tua inclinazione, puoi diventare un cacciatore di taglie o un pirata, e ricevere ATLAS razziando o andando a caccia di banditi. Altrimenti puoi diventare un commerciante e ottenere ATLAS costruendo un impero mercantile. In alternativa, puoi anche investire tutto in radar e astronavi veloci, e diventare un esploratore che vende mappe e coordinate per i pianeti più ricchi di minerali. Insomma, gli ATLAS si comporteranno come una valuta reale. L’inflazione verrà inizialmente controllata dal team di sviluppo di Star Atlas; in seguito, il controllo dell’economia passerà alla DAO e alla governance decentralizzata. L’obiettivo è arrivare allo sviluppo di un algoritmo che regoli l’inflazione di ATLAS automaticamente.

POLIS, invece, è un token di governance con una supply limitata a 360 milioni. Questo token verrà fornito direttamente dal team di sviluppo agli individui di spicco della community di Star Atlas, per esempio ai capi delle alleanze o a chi si interessa di più allo sviluppo del videogioco play-to-earn o alla community crypto. Altrimenti, il token può essere acquistato sui CEX e DEX. Chi detiene POLIS avrà la possibilità di determinare il futuro di Star Atlas, e le strategie migliori per espandersi nel mondo crypto. È quindi un token che non viene utilizzato per le transazioni in-game, ma ugualmente importante.

NFT per tutti grazie a Solana

L’altro pilastro dell’economia di Star Atlas sono gli NFT, disponibili in vari livelli di rarità. ATLAS è un token inflazionario, mentre i materiali, le astronavi e i membri dell’equipaggio sono token non fungibili. Questo vuol dire che possono essere liberamente scambiati, venduti e comprati, ma possono anche essere distrutti e bruciati.

Cosa significa questo per l’economia di Star Atlas? Che una volta che un NFT viene perduto, si genera altra domanda per quel tipo di token non fungibile. Questo scongiura uno degli effetti che tutti gli MMORPG temono: ovvero un’economia stagnante dove tutti i giocatori non sanno più come spendere il loro denaro. In Star Atlas, ogni giocatore avrà sempre qualcosa da fare. Riparare astronavi, arruolare nuovi membri, sostituire i membri caduti in battaglia, aggiornare le proprie basi minerarie sono tutte azioni che richiedono una spesa di ATLAS. Perciò è totalmente impossibile che l’economia ristagni, e questo assicura longevità e valore a questo videogioco crypto.

Perché Star Atlas ha deciso di rendere non fungibili gli oggetti di gioco? Semplice: per creare un’economia deflazionaria, aspetto fondamentale del crypto gaming. Facciamo un esempio: sei un cacciatore di taglie MUD, e hai appena acquistato un’astronave avanzatissima a 50mila ATLAS. Sicuro della tua abilità, ti avventuri nello spazio profondo in cerca di banditi da consegnare alla giustizia. Purtroppo, un’imboscata ONI ti prende alla sprovvista e sei costretto a battere in ritirata su un pianeta vicino in una capsula di salvataggio. Mentre i tuoi avversari recuperano i resti della tua astronave, tu non puoi fare altro che osservare i tuoi 50mila ATLAS andare in fumo. In quel caso, l’NFT che rappresentava la tua astronave è stato bruciato, eliminando dal gioco quel tipo di velivolo. Per riottenerlo dovrai aspettare che qualcuno ne costruisca un’altra, e acquistarla di nuovo per mettere in atto la tua vendetta.

Le alleanze in Star Atlas

In Star Atlas, è possibile creare delle gilde gestite come delle DAO. Queste gilde, chiamate DAC (Decentralized Autonomous Corporation) saranno fondamentali nell’economia play-to-earn del videogioco. Infatti, grazie alle gilde sarà possibile introdurre sempre più giocatori in Star Atlas grazie a un sistema di “pooling” di risorse. Il problema di Star Atlas e di molti videogiochi play-to-earn, infatti, è la barriera d’entrata: molti giocatori si scoraggiano quando vedono che per giocare c’è bisogno di pagare fee e di acquistare asset non fungibili che potrebbero anche perdere per sempre. 

Il sistema di gilde offre ai giocatori un modo per condividere tutte le risorse, compresi gli NFT, affidando a ciascun membro della gilda benefici ma anche responsabilità. Un capogilda importante, infatti, potrebbe reclutare nuovi membri offrendo loro delle astronavi “in prestito”, addestrandoli e facendoli crescere nel mondo di gioco. In cambio, i giocatori offrono una parte delle loro ricompense alla gilda che li ha cresciuti, fin quando non possono permettersi un’astronave nuova di zecca. 

Se sei interessato a cercare una gilda e cominciare a esplorare il sistema di gioco di Star Atas, puoi partecipare all’evento che si terrà il 6 giugno. Il Consiglio della Pace (che, nel mondo di gioco di Star Atlas, è un’assemblea a cui partecipano gli ambasciatori delle 3 fazioni) ha organizzato un’assemblea generale dove i capigilda possono illustrare il funzionamento delle loro DAC. Se sei curioso, segui questo link. Potresti ritrovarti ispirato da qualche leader particolarmente carismatico, ed entrare a far parte di questo videogioco play-to-earn ambientato tra le stelle crypto!

Quando esce Star Atlas? Le possibili date per l’uscita del crypto game

Star Atlas è un progetto nuovo e che si avventura in uno spazio ancora inesplorato da altri giochi. L’obiettivo del team di sviluppo, infatti, è offrire un videogioco tripla A play-to-earn, perfettamente integrato con la blockchain e con le crypto: un’impresa mai raggiunta prima. Per questo, la roadmap non è estremamente specifica, ma è divisa in 5 fasi. La prima fase, quella della GAO (Galactic Asset Offering) si è tenuta a settembre, e ha offerto ai fan più accaniti i primi NFT di astronavi (non ancora utilizzabili). La seconda fase, attualmente in corso, prevede che gli NFT vengano utilizzati in un mini-game accessibile via browser. Se possiedi già un NFT di Star Atlas, allora puoi accedere a Star Atlas: SCORE. Il mini-gioco è un semplice gestionale, in cui devi gestire le riparazioni e gli approvvigionamenti della tua nave mentre esplora la galassia per conto della tua fazione. 

Nella terza fase, Star Atlas comincerà a entrare nel vivo dello sviluppo: i giocatori potranno cominciare a costruire navi, a conoscere gli NPC più importanti della galassia e potranno anche intraprendere delle missioni per consolidare la propria posizione nell’universo di Star Atlas. La quarta fase, invece, prevede un’esperienza 3D accessibile dal proprio browser. La quinta e ultima fase trasporterà quell’esperienza in Unreal Engine 5, il motore grafico scelto da Star Atlas per assicurare il massimo dell’immersione ai giocatori.

Purtroppo, la data di uscita ufficiale non è specificata dal team di sviluppo di Star Atlas, ma ad Ottobre 2022 la versione demo sarà scaricabile e giocabile su Epic Games. Per sapere il futuro di questo videogioco crypto, non ci resta che aspettare ulteriori news da parte del team! Rimani aggiornato sullo sviluppo di Star Atlas e sul mondo dei videogiochi play-to-earn, e prepara la tua astronave per questo viaggio nelle stelle crypto!

Questo è il primo articolo di una serie dedicata al mondo del crypto gaming e dei videogiochi su blockchain. Seguici per rimanere aggiornato sugli altri giochi crypto più entusiasmanti del 2022! Prossima tappa: il mondo fantasy di Ember Sword!

ENS esplode a maggio 2022: Boom di domini

ENS andamento crypto web3

Ethereum Name Service a Maggio ha raggiunto un record di registrazioni. Segui il prezzo di ENS e il suo impegno per rendere il Web3 user-friendly

Tutte le principali blockchain stanno concentrando i loro sforzi nello sviluppo del Web3,  Polygon, Polkadot e ovviamente Ethereum stanno costruendo reti sempre più interoperabili, rapide e decentralizzate. Ma cosa manca al Web3 per entrare davvero nel mainstream? La facilità di utilizzo! Ecco che entra in gioco Ethereum Name Service (ENS). La sua missione di rendere il Web3 e la blockchain sempre più user-friendly ha catturato l’attenzione di moltissimi utenti. Segui il prezzo di ENS e le ultime novità sulla crypto del Web3!

Ripasso: come funziona ENS?

Ethereum Name Service, o ENS, è un servizio decentralizzato che fornisce domini a cui collegare gli indirizzi dei wallet di Ethereum. Governato da una DAO, questo sistema è indispensabile nella struttura del Web3 perché semplifica sensibilmente le transazioni e riduce il rischio di errori durante le stesse. 

In pratica, ENS è un “registro” di indirizzi alfanumerici (le chiavi pubbliche dei wallet) associati a nomi leggibili e facilmente memorizzabili, come se fossero domini di Internet. Hai mai notato che su Twitter alcuni utenti hanno uno username composto da lettere, parole o numeri seguiti da .eth? Ecco, quello è il loro “dominio” decentralizzato! Se vuoi controllare se un nome è stato preso o se sei ancora in tempo per registrarlo su ENS, ti basta cliccare su questo link.

Perché ENS ti facilita la vita? Semplice: invece di ricordare (o, più probabilmente, di cercare) l’indirizzo del wallet di un amico, oppure di copiare e incollare l’indirizzo di qualcuno a cui dobbiamo mandare degli ETH, ci basta utilizzare il loro dominio registrato ENS. Il registro invierà allo smart contract l’indirizzo alfanumerico associato a quel dominio e la transazione andrà a buon fine, senza fastidiosi copia-incolla. Insomma, ENS rende il Web3 user-friendly e simile ai servizi che siamo abituati ad utilizzare, come ad esempio i social network. Proprio per questo il protocollo ha riscosso molto successo nella community crypto.

ENS piace a tutti: è record di rinnovi per i domini di Ethereum

ENS, lanciato nel 2017, ha vissuto una serie di alti e bassi. Ma ora che Ethereum si sta avvicinando al suo storico aggiornamento, ci sono sempre più utenti sulla sua blockchain in attesa di provare il proof-of-stake. Utenti che, oltre alla tecnologia, cercano anche comodità e usabilità!

Un tweet di nick.eth, Lead Developer di Ethereum Name Service, ci mostra che il servizio di domini su Ethereum ha raggiunto ben quattro tipologie di record: registrazioni, rinnovi, incassi e guadagno. Registrare un dominio ENS ha un prezzo variabile, che cambia in base al numero di lettere dell’indirizzo (meno lettere ci sono, più è costoso). Gli indirizzi più preziosi, quelli con tre lettere (che è anche il numero minimo), costano 640 dollari! I pagamenti sono ovviamente eseguiti in ETH. Il periodo minimo di registrazione è di un anno, ma si può anche scegliere di rinnovare automaticamente il dominio per evitare di pagare il gas di Ethereum. Se invece vuoi acquistare un dominio già registrato, devi affidarti a marketplace di NFT come OpenSea, e lì il prezzo è deciso da chi possiede il dominio.

Dati alla mano, notiamo una crescita strepitosa: al 23 maggio, quando il mese non era ancora finito, le registrazioni di nuovi domini erano più di 300mila, e i rinnovi a un più 55% rispetto ad aprile. È molto probabile che oggi i numeri siano molto più alti adesso, ma lo scopriremo per certo quando il team di sviluppo di ENS pubblicherà i nuovi dati sulla sua crescita. In totale, nel mese di maggio il protocollo ha registrato un guadagno di più di due milioni di dollari. 

Nonostante il successo del protocollo, la crypto ENS non sta registrando una crescita che rispecchia la crescita del servizio. Questo perché il token ancora non ha molte funzionalità, oltre a quelle di governance, ma la situazione potrebbe invertirsi quando Ethereum Name Service diventerà sempre più integrato con le dapp e gli altri protocolli di Ethereum. Un primo passo in questo senso è stato fatto con l’integrazione con i DNS, ovvero i domini “standard” del Web2. L’entrata nel mainstream del Web3 e l’arrivo di The Merge potrebbero far salire il prezzo di ENS? 

Uniswap to the moon? Il volume del DEX supera mille miliardi di dollari

Uniswap to the moon dex volume cresce

Uniswap, il primo exchange decentralizzato, infrange un record importante: superati i mille miliardi di dollari di volume totale!

Uniswap, uno dei più famosi exchange decentralizzati della blockchain, ha raggiunto un traguardo importantissimo. Il 24 maggio il volume di transazioni sull’exchange decentralizzato ha superato i mille miliardi di dollari, con all’attivo quasi 4 milioni di wallet differenti. L’AMM più famoso della DeFi spicca il volo e fa mangiare la polvere sia a  PancakeSwap che a Curve, rispettivamente il secondo e il terzo DEX con più volume della finanza decentralizzata. Scopri tutto sull’ultimo record di Uniswap!

Uniswap, dal 2018 al record da mille miliardi di dollari

Quanta strada ha fatto Uniswap! Rilasciato nel 2018, dopo aver affrontato ben due aggiornamenti importanti (diventando Uniswap V2 e poi V3), l’exchange decentralizzato più famoso del mondo crypto ha superato tutte le migliori previsioni raggiungendo i mille miliardi di dollari in volume sulla propria piattaforma. Uniswap è attivo su Ethereum e su varie layer-2 come Polygon, Optimism e Arbitrum, ed è il DEX più utilizzato quotidianamente dai crypto trader. 

Vediamo un po’ di dati e occhio ai numeri: sono da capogiro! Nonostante il prezzo del token UNI sia molto lontano dal suo ATH, l’ecosistema del DEX non è mai stato così florido. Solo ieri, 30 Maggio 2022, il volume record degli scambi dell’exchange più famoso della DeFi è arrivato a 1 miliardo e 300 milioni di dollari. PancakeSwap, il secondo DEX più utilizzato del mercato, ha totalizzato 291 milioni di dollari: meno della metà! E questo nonostante UNI supporti 420 coin, contro le 4442 supportate da PancakeSwap. Non c’è che dire, un classico esempio di qualità che batte quantità.

Qual è lo scambio più attivo sul DEX? La coppia USDC/wETH (wrapped Ethereum, cioè un token Ether scambiabile con gli altri token ERC-20) è la più scambiata, tanto che ieri ha totalizzato più di metà di tutti gli scambi dell’exchange: un volume di 621 milioni di dollari! D’altronde, Ethereum ha gli occhi di tutto il mondo crypto addosso visto l’imminente aggiornamento che lo trasformerà in una chain proof-of-stake. Che sia questo il motivo dietro a tutte queste transazioni?

Uniswap rompe il record, una previsione anche per UNI?

Il record di volume di Uniswap è davvero notevole, ma c’è un dato interessante che lascia aperte prospettive per una ulteriore crescita. Il numero di wallet attivi sul DEX, infatti, ammonta a 3,9 milioni. Il numero non è altissimo per il volume raggiunto: questo vuol dire che c’è ancora una buona fetta di utenti che potrebbe unirsi a Uniswap, seguendo questo grande successo.

Uniswap Labs non ha intenzione di adagiarsi sugli allori dopo questo record, anzi! Il team di sviluppo di UNI ha annunciato che il protocollo si sarebbe espanso verso due nuove chain su Gnosis, e anche su Moonbeam, una parachain di Polkadot. Questa espansione ha il potenziale per imbarcare tantissimi nuovi trader sull’exchange.

Nonostante questo, il token di governance UNI non riesce a decollare come il resto del protocollo. L’ATH di maggio 2021, quando sfiorò i 45 dollari, è ben lontano dal prezzo attuale di UNI che si aggira intorno ai 5 dollari. Secondo alcuni utenti, per far tornare il prezzo alle vette del 2021 Uniswap Labs dovrebbe concentrarsi sul rendere il token più utile per la governance, oppure aumentare le ricompense dello staking. Forse il team di Uniswap punta a far aumentare il valore del token migliorando sempre di più la piattaforma principale. Questo è potenzialmente un’ottima strategia per garantire che il token guadagni un valore duraturo nel tempo. Il record di Uniswap è un buon segnale per il mondo crypto e per la DeFi, sarà anche l’inizio della ripresa di UNI?

NFT al Festival di Cannes, il cinema arriva su blockchain

NFT cinema arriva su blockchain a Cannes 2022

Finanziare un film con gli NFT? Decentralizzare la produzione cinematografica? I temi crypto al Festival di Cannes

Dal 17 al 28 Maggio 2022 si è svolta la 75° edizione del Festival del Cinema di Cannes, che ha segnato la svolta dell’industria cinematografica verso la blockchain. Conferenze, tavoli di lavoro e eventi a tema crypto hanno invaso la Croisette! Le startup del mondo tech hanno portato nuove tecnologie e parole chiave che hanno aperto interessanti discussioni: “NFT”, “Blockchain” e “Metaverso”. La promessa? Rivoluzionare e democratizzare l’industria del cinema. A Cannes, il cinema arriva su blockchain! Scopri i progetti più interessanti presentati al Festival!

Blockchain per il cinema indie, una casa di produzione decentralizzata

Uno degli scopi per cui l’industria cinematografica sfrutta la blockchain è la possibilità di decentralizzare i processi di produzione. Decentralized Pictures (DCP) è un’organizzazione no-profit basata su blockchain. La DCP supporta la produzione di film indipendenti e li finanzia tramite delle votazioni pubbliche. Registi e artisti possono proporre idee, la cui realizzazione verrà votata dalla community. Su Decentralized Pictures, la presentazione dei progetti, il voto e il processo di selezione dei film sono tutti registrati su blockchain e chi partecipa attivamente a questi processi riceve come ricompensa dei token. La DCP è sostenuta da diverse realtà tradizionali del settore cinematografico come la casa di produzione Extension 765 e Gotham Film & Media Institute. Durante il Festival di Cannes, i fondatori hanno avuto modo di presentare la loro piattaforma e spiegare la loro mission: “il nostro mandato è quello di sostenere i registi provenienti da contesti svantaggiati e sottorappresentati, per dare loro accesso a un’industria che dall’esterno può essere molto scoraggiante e difficile da capire”. Lo scopo della Decentralized Pictures è quello di utilizzare la blockchain per scovare artisti tramite un protocollo equo, democratico e trasparente.

Film in crowdfunding con gli NFT 

La seconda pratica che è stata discussa al Festival di Cannes, è il finanziamento di pellicole in crowdfunding con gli NFT. In poche parole, per raccogliere i fondi necessari alla lavorazione di un film vengono venduti dei token non fungibili. Questi non essendo semplici gadget, ma opere d’arte con un valore reale sono più efficaci di qualsiasi mezzo per il crowdfunding e attirano l’interesse delle persone. La blockchain inoltre garantisce chiarezza e trasparenza nel tracciamento dei fondi che entrano ed escono da un progetto

Al festival di Cannes è intervenuto Miguel Faus, il regista di “Calladita”, un lungometraggio prodotto grazie alla raccolta fondi di 6,9 ETH gestita da Nouns DAO. Faus ha spiegato che prima di rivolgersi agli NFT, ha passato diversi anni cercando di trovare un adeguato finanziamento per il suo film e che il punto di forza degli NFT sta proprio nella loro utilità, i vantaggi offerti dal possedere un token non fungibile attraggono le persone. In Calladita Faus ha omaggiato la cultura del Web3 con diversi easter egg, come una t-shirt con una Bored Ape. Un altro esempio di film finanziato con NFT è “The Infinite Machine”, basato sul libro di Camila Russo che racconta la storia di Ethereum. Anche “Plush”, il primo film d’animazione realizzato con una collezione di NFT è stato sostenuto in questo modo, vediamolo nel prossimo paragrafo.

Il primo film d’animazione NFT presentato a Cannes

Gli NFT possono essere delle vere e proprie star del cinema! Una collezione di token non fungibili che rappresenta dei teneri orsacchiotti sarà la protagonista di Plush, un innovativo film di animazione voluto dalla Rooftop Production e dal Karlab Studios, produttori di successi come Minions, Sing e Cattivissimo Me. L’idea è quella di utilizzare la veste grafica degli orsi di peluche digitali per realizzare il film, e allo stesso tempo vendere i protagonisti come token non fungibili. I proprietari degli orsetti di Plush, che sono in vendita per circa 1250 euro, diventeranno a tutti gli effetti dei co-produttori e riceveranno in proporzione gli incassi del botteghino. La vendita di questi NFT è stata inaugurata il 20 Maggio proprio a Cannes. 

Il primo NFT Cannes Summit 

Durante il Festival di Cannes si è svolta anche la prima edizione dell’NFT Cannes Summit. La conferenza è stata organizzata da varie realtà tra cui OP3N, una dapp dedicata agli NFT su Avalanche e lo studio di produzione Electromagnetic Production. I temi affrontati durante il summit sono stati la relazione tra l’industria cinematografica e la nuova frontiera dell’intrattenimento su blockchain, il ruolo degli NFT a livello di finanziamenti, collezionismo e distribuzione e le opportunità di coinvolgimento delle community. L’evento si è svolto a porte chiuse, per partecipare era necessario un invito. Concluso il Festival di Cannes, non ci resta che aspettare gli sviluppi dell’apertura dell’industria del cinema alla blockchain.

I 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento

I 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento

Oltre alle crypto ami anche il gaming e i videogame? Scopri i migliori 5 videogiochi play-to-earn del momento!

La blockchain non è solo DeFi. I videogiochi play-to-earn stanno riscuotendo tantissimo successo nella community crypto (guarda Axie Infinity!), soprattutto perché questi crypto games sono all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Gli NFT, ad esempio, sostituiscono i classici “drop” che si trovano normalmente nei videogiochi, e contribuiscono a creare un ecosistema dove divertimento e ricompense vanno di pari passo! Scopri i 5 migliori videogiochi play-to-earn nel panorama del crypto gaming. E se hai bisogno di rinfrescarti la memoria su come funziona il play-to-earn, leggi la nostra guida!

1. Star Atlas, un viaggio tra le stelle del crypto gaming

Star Atlas è un videogioco di strategia play-to-earn multiplayer, sviluppato sulla blockchain di Solana. In Star Atlas vesti i panni di un esploratore dello spazio nel 2620. Tutta la struttura del videogioco su blockchain si basa sugli NFT: la tua astronave da esploratore, ad esempio, è un asset non fungibile che puoi scambiare e vendere. E non solo… se ti immischi in battaglie e avventure troppo pericolose, rischi di perderla per sempre!

Ad alimentare l’economia di Star Atlas ci sono due token: POLIS (il token di governance) e ATLAS (il token dell’universo di Star Atlas). Grazie ai token non fungibili l’economia di Star Atlas funzionerà esattamente come nel mondo reale e sarà completamente player-driven. L’unico modo per sopravvivere e prosperare nello spazio profondo è collaborare con gli altri giocatori, formare gilde e alleanze e avventurarsi negli anfratti più oscuri dello spazio profondo per ottenere ricompense e oggetti unici.

Uno dei punti fondamentali di Star Atlas è che nulla dura per sempre, neanche i tuoi oggetti più preziosi, quindi avrai sempre bisogno di acquistare pezzi di ricambio e nuove navi dagli altri giocatori. Il rischio di perdere per sempre i propri NFT, rende l’esperienza di gioco molto più eccitante, ma contribuisce anche a creare un’economia in evoluzione dove nulla è dato per scontato. Persino il giocatore più ricco e potente può perdere la propria nave ammiraglia e ritrovarsi improvvisamente indebolito: sarai uno di quelli che lo supporteranno e lo aiuteranno a ricostruire la flotta, o uno degli avvoltoi pronto a depredare le spoglie del relitto? Leggi la recensione completa del gioco!

2. Ember Sword, il World of Warcraft del crypto gaming

Ember Sword è un videogioco MMORPG free-to-play in uscita nel 2023. Ispirato dai grandi classici come World of Warcraft e Dark Age of Camelot, Ember Sword è uno dei videogiochi su blockchain più attesi dalla community del crypto gaming. Attualmente è in fase di pre-alpha, mentre la fase di alpha è prevista per la fine dell’anno. 

Come funziona Ember Sword? Questo videogioco si basa sulla blockchain di Ethereum, proprio per questo Ember Sword rientra nella tipologia dei play-to-earn. Dunque sarà possibile commerciare NFT e appezzamenti di terreno. Sì: su Ember Sword puoi diventare un vero e proprio proprietario terriero e persino diventare il sindaco di una città! Per semplificare la gestione dei tuoi asset, puoi creare una gilda e gestire il tuo piccolo impero come un vero feudatario medievale.

Ember Sword si giocherà direttamente da browser, e avrà una parte di PvP e una di PvE. Ogni giorno saranno disponibili missioni casuali che ti daranno accesso a preziosi token non fungibili come armi, armature o materiali rari. Se invece sei una persona più competitiva, potrai anche affrontare gli altri giocatori e batterli per derubarli dei loro preziosi NFT! Questo vuol dire che anche gli oggetti più preziosi possono cambiare proprietario… volente o nolente. Se vuoi saperne di più, puoi leggere la recensione completa di Ember Sword!

3. Otherside, il metaverso di Yuga Labs

Come tutti i progetti di Yuga Labs, anche il loro metaverso ha fatto scalpore nel mondo del crypto gaming. I creatori di Bored Ape Yacht Club hanno un’innata capacità di creare hype, non c’è che dire! La loro ultima trovata, dopo il lancio del loro token ApeCoin, è uno dei 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento e si chiama Otherside.

Otherside è un metaverso che, secondo Yuga Labs, sarà totalmente incentrato sul gaming multiplayer. Sul sito è descritto come “un MMORPG dove ogni azione ha delle conseguenze”. Non ci sono ancora tutti i dettagli, ma lo spettacolare trailer ci fa pensare a un universo fantasy dove gli imprevisti sono dietro l’angolo.

Per partecipare all’Otherside devi assicurarti un Otherdeed. Un Otherdeed è un appezzamento di terreno con un ecosistema tutto suo: ogni terreno ospita diversi tipi di materiali e ambienti, e può anche essere casa di un piccolo Koda. Per adesso il futuro di Otherside è ancora incerto, ma di sicuro coinvolgerà tutti gli NFT più famosi dai Cryptopunks ai Cool Cat!

4. Illuvium, addestra creature aliene a combattere per te 

Tre parole: “Pokémon nello spazio”. Ecco Illuvium, un videogioco sci-fi dove diventi un Ranger, un esploratore di un pianeta alieno a caccia di animali selvaggi da addomesticare! In Illuvium, dovrai sia esplorare le steppe aliene, sia combattere contro gli Illuvials per sottometterli. Gli Illuvials sono degli NFT che rappresentano le creature native del pianeta e sono il fulcro del crypto game. Dopo averli catturati, potrai scegliere di continuare a combattere contro gli Illuvials selvaggi, oppure potrai scontrarti contro altri Ranger nell’Arena del Leviatano.

Come tutti i videogiochi su blockchain, anche Illuvium ha un’economia che cerca di imitare quella reale. Il token nativo, ILV, è utilizzato per comprare oggetti in-game come armi e armature per il tuo Ranger, per creare i “Frammenti”, cioè gli oggetti utilizzati per addomesticare gli Illuvials

Attualmente, Illuvium è in Closed Beta, ma secondo gli sviluppatori, la Open Beta dovrebbe arrivare entro il 2022. Per favorire tutti gli utenti, sarà disponibile un’area “demo” dove si potranno trovare Illuvials di base e combattere contro altri giocatori allo stesso livello. Per accedere alle zone più avanzate, però, sarà comunque necessario acquistare ILV e NFT di gioco. Tuttavia essendo un videogioco play-to-earn, potresti recuperare subito i soldi spesi: dipende da quanto sei bravo con i tuoi Illuvials! 

5. Mirandus, un RPG open-world su blockchain 

Mirandus è un altro innovativo videogioco play-to-earn. In questo RPG open-world, prendi il ruolo di un exemplar. Gli exemplar sono i tuoi avatar, NFT liberamente scambiabili e con delle caratteristiche diverse per ciascun token. Ci sono avatar di 5 razze nel mondo di Mirandus: Elfi, Halfling, Orchi, Nani e Umani. Il gioco è totalmente open-world, e Gala Games, lo studio di sviluppo, ha detto che non ci saranno quest o binari da seguire. Ognuno potrà agire come meglio crede, mettendo a frutto le proprie abilità.

Anche in Mirandus è possibile acquistare dei terreni, che possono essere trasformati in villaggi e poi in città. Ci sono poco più di 1600 terreni acquistabili, ma non ti preoccupare: una volta sold out, potrai ugualmente entrare in questo universo fantasy! Ti basterà pagare un “affitto” ai proprietari delle città per poter costruire la tua casa. 

Ma cosa si fa a Mirandus? Oltre a foreste e dungeon ricche di mostri e mistero, il continente misterioso di Gaia Games ospita un materiale prezioso chiamato Materium. Il Materium è un token (MTRM) che può essere raccolto oppure conquistato dando la caccia ai mostri di Mirandus. Può ovviamente essere utilizzato per comprare armi o armature più potenti dagli altri giocatori, o scambiato sui principali DEX e CEX. Insomma, in Mirandus c’è divertimento per tutti: sia i cacciatori, che gli artigiani e i proprietari terrieri troveranno pane per i loro denti!

I videogiochi su blockchain sono ancora agli inizi, ma il futuro del crypto gaming sembra avere grandi potenzialità. Star Atlas, Ember Sword, Otherside, Illuvium e Mirandus sono i 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento perché pensano prima di tutto al gameplay. Il punto forte di questi videogiochi è che potrebbero competere con i capisaldi del gaming off-chain come Diablo, World of Warcraft e Pokémon. La compatibilità con la blockchain è un elemento che integra il gameplay, ma che non lo sostituisce! Tu sarai in prima linea nella rivoluzione dei videogiochi play to earn, o rimarrai fedele ai videogame “old style”?

Arriva Terra 2, scopri come funziona l’airdrop dei nuovi LUNA

Airdrop di LUNA 2.0 come funziona e come ottenerlo

È ufficiale: la nuova chain Terra 2 uscirà il 28 maggio! Scopri tutto sulla nuova chain voluta da Do Kwon e su come funziona l’airdrop di LUNA 2.0

La proposta di Do Kwon è passata: è in arrivo una nuova Terra. Con il 66% di voti a favore, la community si è espressa a favore della creazione di una nuova chain. I vecchi LUNA saranno chiamati LUNA Classic (LUNC) e la migrazione avverrà il 28 maggio, con un airdrop che cercherà di restituire ai LUNAtics ciò che gli spetta. Scopri tutto sull’uscita di Terra 2, su come funziona l’airdrop di LUNA 2.0, e su come fare per ottenerlo!

Cos’è LUNA 2.0, la nuova chain proposta di Do Kwon

Dopo il crollo di LUNA e UST, la community crypto si è ritrovata in grave difficoltà. Il fondatore di Terra, Do Kwon, ha elaborato una proposta per creare una nuova chain a partire da zero. La proposta in questione, pubblicata sull’Agorà di Terra, ha ricevuto il 66% di voti positivi nonostante alcuni membri della community di Terra si siano espressi contro questa idea.

Nonostante le critiche di alcuni utenti, Do Kwon ha trovato il supporto della maggior parte della community nella creazione di un fork di Terra. Terra 2 non sarà esattamente un “hard fork” come quello di Ethereum dopo l’attacco del 2017. Invece di “resettare” la blockchain a un momento precedente al crollo (il 7 maggio, in questo caso), Do Kwon creerà una nuova blockchain da 0, ma senza la stablecoin algoritmica UST. 

Con questo fork, il fondatore di Terra vuole ricreare la blockchain eliminando il punto debole che ha portato la vecchia chain al collasso, cioè UST. Terra 2 diventerà un ecosistema DeFi forte di tutte le dapp già pronte a essere implementate. 

Come funziona l’airdrop di LUNA 2.0

L’airdrop dei nuovi LUNA sarà graduale e andrà a premiare soprattutto chi deteneva LUNA e UST prima del crollo. Prima di lanciare la nuova chain, gli sviluppatori prenderanno uno snapshot (alle 21:59 ora italiana di giovedì 26 maggio) di tutti i token presenti nella vecchia chain e poi distribuiranno i nuovi LUNA sulla versione aggiornata. I nuovi LUNA ricevuti saranno automaticamente messi in staking.

Il piano di Do Kwon prevede che la nuova chain parta da uno stato “vergine”, quindi dal blocco 0, con una quantità circolante di token pari a 1 miliardo. Come funziona l’airdrop di LUNA 2.0? I nuovi token verranno distribuiti in questo modo:

  • Il 35% dei token iniziali verrà diviso tra tutti i detentori di LUNA prima del crollo. Questo vuol dire che ben 350 milioni dei nuovi LUNA saranno riservati ai LUNAtics che hanno acquistato i token prima del 7 maggio, conservandoli anche durante il crash. I wallet con meno di 10mila LUNA avranno il 30% della loro parte subito, e il 70% sarà restituito gradualmente nel corso di due anni. Le “whale”, invece, avranno condizioni peggiori, e otterranno tutti i LUNA che spettano loro fra quattro anni.
  • Il 15% dei LUNA sarà riservato a chi deteneva aUST (cioè UST bloccati su Anchor Protocol) prima del crollo. In questo caso, però, le whale avranno massimo 500mila LUNA, per dare la precedenza ai piccoli detentori di UST.
  • Il 15% dei token iniziali della nuova chain sarà riservato a chi ha acquistato UST dopo il crollo del 7 maggio.
  • Il 10% dei nuovi LUNA andrà a chi ha acquistato LUNA dopo il crollo, e saranno restituiti gradualmente in un periodo di due anni.
  • Infine, il 30% che rimane finirà nella community pool, per sostenere lo sforzo degli sviluppatori di dapp e assicurare che la nuova chain mantenga il suo valore di ecosistema DeFi.

Il sistema è piuttosto complesso ma Do Kwon pensa che questo sia il modo migliore per risarcire i LUNAtics in maniera equa e per ricreare una rete funzionale ed efficace nel panorama DeFi

Nella proposta, il fondatore di Terra scrive che l’airdrop di LUNA prenderà in considerazione tutti gli asset on-chain (compresi ad esempio i LUNA in staking o quelli presenti su alcuni exchange centralizzati), tranne alcuni specifici a causa di motivi tecnici. Ad esempio, gli UST e LUNA “trasferiti” con un bridge su altre blockchain non potranno essere parte dell’airdrop, a meno che non vengano riportati sulla chain originale (ad esempio sul wallet ufficiale di Terra, Terra Station). Saranno restituiti anche i LUNA bloccati nei protocolli DeFi più conosciuti. Per maggiori informazioni, fai comunque riferimento alla proposta ufficiale di Do Kwon, sempre in costante aggiornamento.

Non solo la community critica il fork di LUNA

Il crollo di LUNA e UST ha ovviamente diviso la community crypto. Nonostante in molti appoggino il fork di Terra, non tutti credono che l’airdrop di LUNA 2.0 sia la soluzione migliore per riparare i danni causati dal collasso. Le critiche, soprattutto su Twitter, abbondano: ma non sono solo gli utenti ad opporsi alla decisione di Do Kwon e del resto della community.

Lido Finance, uno dei protocolli di liquid staking più importanti di Ethereum, ha rifiutato di supportare Terra 2.0. La DAO di Lido ha votato “no” in maniera decisa, con il 95% di voti. Meno del 5% dei partecipanti era favorevole a portare Lido Finance sulla nuova chain di Terra. 

Nonostante Lido Finance avesse un valore bloccato di quasi 10 miliardi di dollari su Terra prima del crollo di LUNA e UST, la DAO ha praticamente bocciato la proposta di Do Kwon. “Ci penseremo dopo il lancio, prima è meglio vedere se Terra 2.0 è un progetto legittimo e supportato dalla community. Al momento ci sono troppi dubbi sulla nuova chain” scrive uno degli utenti contrari a Terra 2.0.

Il 28 maggio sarà una data che entrerà nella storia non solo di Terra, ma di tutto il mondo crypto. L’airdrop basterà a riconquistare il favore del mercato?

5 sfide decisive per il futuro della DeFi

5 sfide decisive per il futuro della DeFi

La finanza decentralizzata diventerà mainstream? Sì, ma solo con qualche miglioramento. Ecco 5 sfide decisive per il futuro della DeFi!

Nel 2022 NFT e Metaverso hanno rubato la scena alla DeFi, il TVL della finanza decentralizzata si aggira intorno ai 215 miliardi di dollari, la media dei volumi di trading mensili è circa di 50-60 miliardi. Questi dati sono leggermente in calo rispetto agli ultimi mesi del 2021, ma per molti la DeFi si sta preparando al suo “rinascimento”. Secondo i suoi sostenitori, la finanza decentralizzata sta attuando una rivoluzione invisibile che piano piano renderà obsoleti tutti i tentativi della finanza tradizionale di digitalizzarsi. Alcuni significativi effetti dell’adozione mainstream della DeFi sarebbero la possibilità di stabilire relazioni finanziarie dirette senza intermediari, il quasi azzeramento di costi e commissioni, l’esponenziale crescita delle merci digitali on-chain e la distribuzione del valore della finanza tra gli utenti. 

La promessa della DeFi di inaugurare un’economia globale disponibile a tutti sembra essere stata disattesa dopo la vicenda di Terra (LUNA) che ha visto svanire nel nulla 28 miliardi di dollari in pochi giorni. Tuttavia la DeFi ha bisogno di sviluppo e adozione costante, vediamo 5 sfide decisive per il futuro della DeFi!

1. Una DeFi accessibile ed economica

La prima sfida decisiva per la DeFi è quella di diventare globale e accessibile a tutti. Per raggiungere questo scopo bisogna migliorare l’usabilità delle piattaforme e la scalabilità dei servizi. Tanti progetti stanno già lavorando a abbassare i costi e ad aumentare la velocità, dapp come Arbitrum e Optimism stanno aggiornando i loro codici per diventare sempre più economiche. La rete di Polygon sta implementando i ZK rollup e Polkadot, per migliorare la scalabilità, sta optando per una soluzione multichain. In quest’ottica di miglioramento rientra anche The Merge, l’aggiornamento di Ethereum previsto per Agosto 2022. Le soluzioni per la scalabilità sono ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo e al momento non sembrano poter sostenere un’eventuale adozione di massa, la capacità massima di Ethereum ad esempio è 1,5 milioni di transazioni al giorno. Non per questo si deve sentenziare che le promesse della DeFi non si realizzeranno mai. 

In ogni caso velocità e bassi costi non bastano a fare della DeFi l’alternativa alla finanza analogica attuale. Affinché tutti possano usufruire dei vantaggi della finanza decentralizzata, è necessario avvicinare le persone attraverso piattaforme semplici e intuitive. La sfida per la DeFi sarà proporre progetti che aiutino a familiarizzare con la blockchain passando per terreni conosciuti, Aave ad esempio ha sviluppato Lens, un protocollo DeFi dedicato ai social network

2. Prevenzione di attacchi e bug 

I rischi della DeFi sono di due tipologie, tecnici ed economici. Nel primo gruppo rientrano hack, rugg pull, bug e in generale attività illecite e programmatiche per prelevare fondi dai protocolli. Nel 2021 questa tipologia di attacchi ha portato a perdite per 2 miliardi di dollari. I rischi economici della finanza decentralizzata invece riguardano squilibri o cambiamenti drastici nella domanda e nell’offerta che creano vulnerabilità e possono portare i protocolli a perdere liquidità. Le due tipologie di rischi sono strettamente collegate, se prendiamo come esempio la vicenda di Terra, il depegging è un rischio economico che ha aumentato i rischi tecnici nell’ecosistema. IntoTheBlock analizzando gli incidenti più gravi in tutta la storia della DeFi, ha constatato che circa due terzi sono stati causati da un rischio tecnico e poco più di un quarto, da un rischio economico. Tra i rischi tecnici più diffusi ci sono i bug negli smart contract e la gestione delle chiavi private, che in questi casi riescono ad essere intercettate dagli hacker. Nonostante i rischi tecnici si verifichino più frequentemente, sono quelli economici a causare più perdite. Per ridurre entrambe le tipologie di rischio, i protocolli stanno mettendo in atto diverse pratiche come audit, custodia multi-sig, oracoli

3. Regolamentare in maniera chiara 

In questo momento, non c’è chiarezza sulle norme da applicare alla finanza decentralizzata. Questo comporta incertezze negli utenti e negli sviluppatori. Una delle 5 sfide decisive per il futuro della DeFi è la sua regolamentazione, il suo riconoscimento come pratica legittima in alternativa alla finanza tradizionale. I regolamentatori di tutto il mondo hanno trascurato il settore blockchain per molti anni, ora lo stanno studiando per capire che genere di regole imporre per la salvaguardia degli interessi degli utenti. Pare che l’obiettivo finale sia garantire sicurezza e trasparenza a chi decide di usufruire dei servizi DeFi. 

Il recente interesse per il panorama crypto è già un passo in avanti nel processo, indica che è stato messo da parte l’assunto che qualsiasi attività su blockchain fosse fraudolenta. Le questioni aperte sono molte, ad esempio come garantire la libertà e la privacy delle persone? Questa sfida richiede un lavoro congiunto e la disponibilità degli organismi regolamentatori a mettersi in discussione di fronte a settori altamente innovativi. 

4. Oltre Ethereum, verso un sistema cross chain

La DeFi è nata con Ethereum, infatti grazie a questa blockchain è stato possibile sviluppare nuove applicazioni attraverso smart contract. Proprio per questo i principali protocolli o dapp si basano sulla sua infrastruttura, Ethereum tuttavia ha i suoi limiti e la sua rete da sola non potrebbe soddisfare tutti i bisogni della finanza decentralizzata. Inoltre se la maggior parte dei servizi continua ad appoggiarsi a una sola rete, un qualsiasi cambiamento di questa potrebbe avere effetti sull’intero universo DeFi. La quarta sfida decisiva per la DeFi è svilupparsi anche su altre blockchain. Andare oltre Ethereum significa costruire un sistema cross chain. Le blockchain alternative a Ethereum sono avvantaggiate perché più economiche e più veloci, per questo migliorano l’esperienza di utenti e sviluppatori. Avalanche ad esempio, si distingue per le sue prestazioni a basso costo ed ecologiche, Solana è una delle blockchain più efficienti e decentralizzate. In molti scelgono Polygon perché offre un’esperienza simile a quella su Ethereum, senza tuttavia i suoi svantaggi più comuni. 

5. Il culto del codice, non dell’individuo

Hester Peirce, commissaria della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti -conosciuta anche come “crypto mom”- in un intervento recente ha messo in guardia i sostenitori della DeFi dal pericolo della centralizzazione. Peirce ha spiegato: “se si vuole dimostrare di essere qualcosa di diverso dal sistema CeFi o TradFi, allora bisogna dimostrare che si sta facendo qualcosa di radicalmente diverso, il che, dal mio punto di vista, richiede la decentralizzazione”. Secondo la commissaria, per mantenere la decentralizzazione la fiducia deve ricadere nel codice, non in una società o in una singola persona. Nel mondo crypto sono molte le personalità influenti, spesso un loro commento o un’eccessiva adorazione nei loro confronti ha effetti concreti nei progetti. Basti pensare a Andre Cronje e ai suoi andirivieni nella DeFi che influenzano i mercati e la percezione di affidabilità dei progetti. 

Satoshi Nakamoto aveva capito benissimo che l’anonimato e l’agire nell’ombra avrebbero permesso alla sua blockchain di diventare veramente di tutti, infatti oggi Bitcoin è uno dei progetti più decentralizzati. Il destino di Bitcoin non doveva dipendere in nessun modo dalla sua personalità. Il culto di un individuo infatti può crescere tanto velocemente quanto crollare portando con sé un intero progetto, la quinta sfida decisiva per il futuro della DeFi consiste proprio in questo distacco dalle personalità in favore di codici e community. 

Tutti i passaggi del disastro Terra (LUNA)

Il riassunto del disastro Terra (LUNA)

Ripercorri il vertiginoso tracollo dell’ecosistema di Terra passo dopo passo, con questo nuovo episodio di Young Pills!

Dopo aver visto i 6 errori da non fare con i tuoi Bitcoin, in questo episodio di Young Pills vediamo il riassunto del disastro Terra (LUNA) precipitato negli scorsi giorni. Non si parla d’altro nel mondo crypto! Perché il prezzo di LUNA è crollato così velocemente? Quale è stato l’effetto sul mercato già bearish? L’ecosistema DeFi di LUNA e UST riuscirà a risorgere? Dopo il crollo di LUNA sono state avanzate alcune teorie per spiegare l’accaduto, una delle ipotesi è quella di un attacco programmato. 

C’è speranza dopo il disastro Terra (LUNA)?

L’ecosistema di Terra sembrava uno dei più solidi e duraturi in circolazione, in competizione con quello di Avalanche e Solana. Per indicare questo terzetto di temibili Ethereum Killer si è cominciato ad usare il nome SOLUNAVAX. Ma la fama di Terra come blockchain alternativa ormai è sfumata. I LUNAtics e i fondatori di Terra stanno avanzando delle proposte per cercare di risollevare la blockchain e le sue criptovalute, rimani sempre aggiornato sul blog di Young Platform.

Italiani e criptovalute: il 41% possiede crypto o lo farà in futuro

Criptovalute in Italia: il 41% possiede valute digitali

Chi decide di comprare criptovalute in Italia? Scopri il report che svela le abitudini e le opinioni degli italiani sulle criptovalute

Il 13 Gennaio 2022 è stato un giorno chiave per la regolamentazione delle criptovalute in Italia. Sono state infatti emanate nuove norme per le attività di chi propone servizi legati alle criptovalute. Nello specifico è stato esteso l’obbligo a queste aziende e società di iscriversi al Registro dell’Organismo Agenti e Mediatori. Questo ente il 16 Maggio pubblicato un report sullo status delle crypto nel nostro paese e le opinioni dei nostri concittadini. Quanto sono conosciute e apprezzate le criptovalute in Italia? 

Il campione del sondaggio

Il report, che è stato realizzato dall’OAM insieme all’Università di Tor Vergata, mette in luce quanto gli italiani conoscano le criptovalute e come vedono il futuro del settore. In un certo senso questo studio delinea la tipologia di italiano che compra e ha fiducia nelle crypto. È stato distribuito un questionario a 774 intervistati tutti con più di 18 anni in numero equo tra maschi e femmine, in particolare il 45% del campione ha un’età compresa tra 45 e 60 anni. Il 28% appartiene alla fascia 30-44, mentre solo il 9% del campione ha un’età superiore ai 60 anni. L’indagine si è conclusa a Novembre 2021. Un aspetto che è stato sottolineato, oltre all’età dei partecipanti, è la loro istruzione soprattutto in campo finanziario. Oltre la metà possiede un ottimo livello di educazione finanziaria (28%) o un buon livello di educazione finanziaria (34%). Questi aspetti sono stati valutati tramite un quiz a risposta multipla.

Hai mai sentito parlare di criptovalute?

Come vengono percepite le criptovalute in Italia? Alla domanda “hai mai sentito parlare di criptovalute?”, l’89% del campione ha risposto affermativamente, l’11% negativamente. Questa domanda consente di effettuare una prima scrematura tra chi ha un’idea, più o meno vaga, di cosa siano le criptovalute e chi invece non ha nessun riferimento. Tra chi non ha mai sentito parlare di criptovalute il 67% è rappresentato da donne e il 33% da uomini, un dato che conferma il gender gap che resiste ancora nel settore

Il ruolo chiave dell’informazione nella diffusione delle crypto

Analizzando il sotto-campione che ha affermato di conoscere le criptovalute, si può notare che con l’aumento del livello di conoscenza e approfondimento del settore, aumenta anche la propensione all’acquisto. Esiste dunque una correlazione tra l’educazione crypto e la loro adozione, chi è informato non solo compra di più ma è anche più convinto che le criptovalute in Italia possano sostituire in futuro gli attuali strumenti di pagamento elettronici. Il 41% di questo sotto-campione ha molta fiducia nell’adozione delle crypto come strumento di pagamento. 

Il report interpreta questi risultati alla luce della complessità del settore crypto, che necessita di studi approfonditi. La nuova tecnologia è complessa e nella maggior parte delle piattaforme che propongono servizi crypto non sono intuitive. 

Sotto la soglia dei 10.000 Euro

Chi decide di comprare criptovalute in Italia, lo fa entro la soglia dei 10.000€. Chi nel campione di intervistati ha dichiarato di aver acquistato o di voler acquistare crypto, il 58% è disposto a comprare fino a 10.000€, il 6% oltre i 40.000€. Il 39% degli intervistati è interessato alle criptovalute per il potenziale di crescita economica, il 33% perché rappresentano un modo per diversificare la ripartizione del proprio denaro. In ogni caso la quantità di spesa è direttamente proporzionale al livello di educazione finanziaria. 

Conclusioni

Il campione del sondaggio si è rivelato variegato, i soggetti sono caratterizzati da differenze di età, istruzione, educazione finanziaria e acquisti di asset digitali. L’89% dei soggetti ha sentito parlare di criptovalute e tra questi il 39% ha una buona o approfondita conoscenza delle crypto e il 41% ne possiede o vorrà comprarne in futuro. Questi tre dati mostrano l’emergere del mercato su blockchain e la sua diffusione delle criptovalute in Italia.

The Merge sempre più vicino: ecco la roadmap di Ethereum 2.0

Ethereum 2.0 svelata la data d’uscita di The Merge

I core developer di Ethereum si sbilanciano e svelano la data d’uscita di The Merge. Buterin conferma: l’aggiornamento al PoS è pronto

Dopo 7 anni di duro lavoro, finalmente Ethereum sta per passare dal proof-of-work al proof-of-stake. Addio al mining, arriva lo staking! Negli scorsi mesi si sono susseguite più previsioni più o meno ottimistiche sulla data di rilascio di Ethereum 2.0. Durante Permissionless, una conferenza dedicata al Web3, alcuni sviluppatori avevano azzardato il rilascio ad agosto. Ma nemmeno questa sarà la volta buona! Nonostante il continuo posticipare la data di The Merge sembrerebbe arrivato un giorno preciso, dopo un meeting tra Tim Beiko (core developer della Ethereum Foundation) e altri sviluppatori. Scopri tutto sulla data d’uscita di The Merge e sulla roadmap di Ethereum 2.0!

Aggiornamento 18 luglio: nuova roadmap svela la data esatta di The Merge

Ultime novità sulla data d’uscita di The Merge: Tim Beiko, in un meeting interno, ha proposto una serie di date cardine agli altri sviluppatori. Secondo questa roadmap, la data d’uscita ufficiale di Ethereum 2.0 dovrebbe essere il 19 settembre! 

A decidere le sorti di The Merge sarà il risultato della prova sulla testchain Goerli. Se il test di Ethereum 2.0 funzionerà senza intoppi, allora è molto probabile che il 19 settembre la chain principale di Ethereum passerà definitivamente alla tecnologia proof-of-stake. “Questa tempistica per The Merge non è ancora definita, ma è bello vedere che tutto il nostro lavoro sta per terminare!” scrive superphiz.eth, uno sviluppatore per la Ethereum Foundation. Sarà la volta buona?

Ethereum 2.0: quando arriva The Merge? 

Tutte le più importanti personalità di Ethereum sono concordi: la data d’uscita di The Merge è sempre più vicina! Secondo Justin Drake e Preston Van Loon, l’aggiornamento è praticamente pronto per essere implementato. In questi mesi, il team di Ethereum si è occupato di testare il codice intensivamente, per risolvere tutti i problemi prima dell’arrivo di The Merge sulla rete principale. Il target iniziale era un rilascio ad agosto, ma i piani sono slittati di un mese.

Il 20 maggio, durante una conferenza a Shangai Buterin ha citato i suoi due colleghi sostenendo che The Merge sarebbe arrivato in estate. “Abbiamo lavorato per trasformare Ethereum in una chain proof-of-stake dal rilascio di Ethereum stesso” afferma Buterin, “e finalmente tutta la fatica fatta sta per essere ripagata”. Ora, in piena estate, la data presunta è stata posticipata a settembre. 

L’8 giugno, la versione proof-of-stake di Ethereum è stata testata sul Ropsten Network. Il Ropsten Network è il più grande test network di Ethereum e attualmente funziona ancora con il PoW. Immaginala come una versione “beta”: sul test network ci sono tantissime dapp e reti layer-2 ancora basate sulla vecchia versione di Ethereum. “C’è sempre la possibilità che The Merge arrivi a ottobre se ci sono problemi” all’epoca aveva avvisato Vitalik, cautamente, ma la sua previsione era comunque ottimista. Se sei uno degli impazienti che vogliono provare subito la nuova rete proof-of-stake, sappi che c’è una possibilità anche per te!

Tim Beiko agli impazienti: testate e aiutateci

Tim Beiko è uno dei core developer di Ethereum più attivi su Twitter. Oltre a sviluppare linee di codice, con la sua presenza sui social contribuisce a informare tutti gli appassionati di Ethereum. Una delle domande che gli utenti gli pongono più spesso è: “Non sono un programmatore, come posso aiutarvi?”. Nessuno vuole farsi sfuggire l’occasione per dare una mano ad Ethereum durante questo momento così delicato, in pieno spirito della community crypto!

Beiko quindi ha invitato gli utenti a provare il test network e le dapp già attive, e a segnalare gli errori proprio come in un programma di beta-testing. Più utenti contribuiscono al testing, più facilmente e velocemente gli sviluppatori risolvono bug ed errori! La community sarà dunque fondamentale durante la fase di testing sul Ropsten Network per consentire a The Merge di avvenire senza intoppi e in tempo.

In ogni caso Beiko assicura che The Merge avverrà se e soltanto se tutto funzionerà alla perfezione. “In ogni caso, se troviamo problemi di qualunque tipo, ci prenderemo tutto il tempo necessario per risolverli, anche a costo di ritardare ulteriormente l’aggiornamento” ha scritto su Twitter. Anche se i critici lo ritengono un segnale di ritardi imminenti, molti altri giudicano il tweet solo come un atto responsabile da parte di Beiko.

Cosa viene dopo The Merge? La roadmap di Ethereum 2.0

Nonostante la data d’uscita di The Merge sia prevista per settembre, Vitalik Buterin si è già portato avanti e ha stabilito una roadmap per Ethereum 2.0 molto ambiziosa. Il passaggio al proof-of-stake non sarà la formula magica che risolverà tutti i problemi di Ethereum, ma solo il primo passo! 

Dopo The Merge, lo step successivo sarà l’aggiornamento chiamato The Surge. Con The  Surge, Ethereum implementerà lo sharding. Grazie a questa tecnologia, già utilizzata da blockchain come Cardano, tutte le transazioni eseguite on-chain diventeranno più rapide e scalabili. Secondo Buterin, questi due sono gli aggiornamenti più importanti di cui Ethereum ha bisogno per diventare una blockchain a prova di futuro.

Buterin ha comunque programmato altri tre aggiornamenti nella roadmap di Ethereum 2.0, ma non è sicuro che saranno implementati in tempi brevi. The Verge è un aggiornamento interamente focalizzato sui nodi validatori, indispensabili nello staking. Per migliorare la decentralizzazione è indispensabile che ci siano più validatori possibili, così da rendere la rete più sicura e meno suscettibile ad attacchi hacker. The Verge servirà a rendere più semplice l’apertura di un nodo di validazione, diminuendo i prerequisiti hardware di cui hanno bisogno i computer per gestire un nodo. The Purge è un aggiornamento che dovrebbe migliorare l’efficienza della rete, diminuendo la memoria richiesta dai nodi validatori. Infine, The Splurge è un aggiornamento che nell’idea di Buterin dovrebbe contenere tutte quelle piccole novità non indispensabili ma in grado di migliorare sensibilmente l’usabilità del network, come i protocolli zero-knowledge. La ciliegina sulla torta!


In ogni caso l’arrivo di Ethereum 2.0 avrà un enorme impatto in tutto il settore della blockchain. Grazie a questo aggiornamento l’altcoin più famosa del mondo crypto riuscirà a competere in termini di popolarità e diffusione con Bitcoin? Oppure la criptovaluta di Satoshi Nakamoto continuerà a troneggiare su tutte le altre? Lo scopriremo quando uscirà  The Merge!