Solana e l’attacco hacker: che cos’è successo?

Solana: attacco hacker, cos’è successo?

Cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker? Le possibili cause e la solidarietà dei progetti crypto 

Nella tarda serata di Martedì 3 Agosto 2022 alcuni wallet del network di Solana sono stati hackerati. L’attacco è durato parecchie ore e il suo obiettivo principale è stato l’hot wallet più popolare dell’ecosistema Solana: il Phantom wallet, attraverso il quale gli hacker si sarebbero impossessati delle chiavi private di alcuni utenti. In un secondo momento è stato comunicato che l’hack potrebbe essere partito da Slope, un altro wallet di Solana. Anche se questo attacco è stato un duro colpo per il network, la blockchain stessa non ha subito danni e continua a funzionare. Tantissimi ingegneri e sviluppatori, anche di altri progetti blockchain, stanno collaborando per capire che cos’è successo a Solana durante l’attacco hacker e quale sia stata la reale causa dell’attacco.

L’attacco hacker ha compromesso la blockchain di Solana?

Piccolo spoiler: no. L’attacco hacker ha preso di mira i browser wallet di Solana, e in particolare quelli inattivi da più di sei mesi. Tra questi ci sono Phantom, Slope, Solfare e TrustWallet. L’attacco sembrerebbe essere legato alla vulnerabilità degli online wallet e quindi alla compromissione delle chiavi private degli utenti. Le transazioni infatti, se guardiamo il blockchain explorer di Solana, Solscan.io, appaiono firmate dai “reali” proprietari.

Agli utenti non sono stati sottratti solamente i token SOL, ma anche altre criptovalute e token. In particolare la stablecoin USDC, la cui somma rubata sembra essere superiore a quella di SOL. La buona notizia? I fondi custoditi sui cold wallet e sugli exchange come Young Platform, non sono stati raggiunti dall’attacco. Insomma l’hack non ha compromesso la blockchain di Solana bensì svariati wallet. 

Come ripararsi da eventuali attacchi: differenza tra cold e hot wallet

Il tema della sicurezza, soprattutto quando si interagisce con protocolli DeFi come in questo caso è centrale. Da utenti è fondamentale conoscere tutte le opzioni di wallet disponibili e le loro specificità. Ogni tipologia di wallet infatti ha sia punti forti che deboli. Ad esempio, i wallet self-custodial sono i wallet in cui le chiavi private sono gestite totalmente dagli utenti.  I wallet self-custodial possono essere hot wallet o cold wallet. Un hot wallet è pronto per l’utilizzo su qualsiasi Dapp in quanto sempre connesso ad internet. La comodità di avere un wallet sempre attivo è compensata da un grado di sicurezza inferiore rispetto ad altre tipologie di wallet. Gli hot wallet sono o estensioni di browser o applicazioni desktop e smartphone e, se non sono tenuti offline, sono vulnerabili a virus o attacchi. Alcuni esempi di questa tipologia di portafogli sono: Metamask, Trust Wallet o anche gli obiettivi dell’attacco hacker questa notte.

L’altra tipologia di self-custodial wallet invece è più simile ad una cassaforte, i cold wallet infatti, se da un lato risultano un po’ più macchinosi da usare, sono più sicuri. I cold wallet vengono connessi ad internet soltanto nel momento in cui il possessore vuole utilizzarne il contenuto. Una volta che la transazione è stata inviata, il wallet viene disconnesso sia dalla rete sia da altri dispositivi e quindi è di nuovo al sicuro da potenziali attacchi online. Se vuoi approfondire pro e contro di tutti i wallet in circolazione consulta l’articolo Young Academy dedicato.

Le dichiarazioni delle Dapp più famose di Solana

Le Dapp più famose di Solana si sono subito espresse riguardo all’attacco hacker di questa notte. Magic Eden, il principale marketplace di NFT, che proprio ieri aveva annunciato di voler diventare cross-chain, iniziando ad accettare offerte anche in Ethereum per le collezioni NFT, mentre l’hack era in corso ha ribadito la procedura da seguire per evitare di perdere i propri averi. 

In sintesi, il marketplace NFT ha consigliato di creare un nuovo Solana wallet e trasferire prima gli NFT e successivamente le crypto in esso contenute, qualora non si disponesse nell’immediato di un cold wallet.

In quelle ore, il team di Phantom ha comunicato alla community di essere al lavoro a stretto contatto con il team di Solana e di altri protocolli. L’obiettivo? Capire cosa è successo e perché i wallet di Solana sono stati hackerati. La blockchain company ha inoltre dichiarato di non credere che si tratti di un problema di Phantom nello specifico. Successivamente su Twitter il wallet ha dichiarato: “Phantom ha ragione di credere che gli exploit segnalati siano dovuti a complicazioni legate all’importazione di account da e verso Slope. Stiamo ancora lavorando attivamente per identificare se vi siano state altre vulnerabilità che hanno contribuito a questo incidente”.

Anche Emin Gün Sirer, CEO e fondatore di Avalabs si è espresso riguardo all’attacco hacker ai wallet Solana. Nel thread pubblicato sul suo profilo Twitter ha fornito alla sua community qualche chiave di lettura per cercare di comprendere e spiegare quanto è accaduto, rassicurando chi deteneva i fondi sugli exchange centralizzati e sui cold wallet. Si è infine espresso in modo solidale verso chi è stato colpito dall’hack.


Attendiamo nuovi sviluppi e informazioni riguardanti l’attacco hacker ai wallet di Solana, consulta il nostro blog per non perderti aggiornamenti sulla questione.

OpenSea: sale a bordo Chris Dixon di a16z

OpenSea: arriva Chris Dixon di a16z

Cosa succede quando il più grande marketplace NFT incontra il divulgatore Web3 del momento? Chris Dixon di a16z arriva a OpenSea!

Chris Dixon è una delle figure più influenti del settore crypto, conosciuto principalmente per essere uno dei partner di a16z, il fondo Venture Capital costituito nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz, e per il suo impegno a comunicare il Web3. Dixon di base è uno sviluppatore laureato in filosofia, che fin dall’inizio della sua carriera si è occupato di tecnologie emergenti. Il 30 Luglio 2022 OpenSea ha annunciato che Dixon si è unito al consiglio d’amministrazione del più grande marketplace NFT. 

Chris Dixon: perché il Web3 è così importante 

Nel 2022 Forbes ha nominato Dixon il n°1 degli investitori “venture”, tra i progetti che ha sostenuto ci sono Uniswap, Avalanche e Dapper Labs, che ha lanciato i CryptoKitties. L’amministratore delegato e fondatore di Uniswap, Hayden Adams, ha lodato Dixon per la sua capacità di far dialogare il mondo della finanza tradizionale e la DeFi, mentre Roham Gharegozlou, CEO di Dapper Labs, attribuisce a Dixon il merito di aver previsto l’ascesa degli NFT:  “Chris ha visto questo settore prima che iniziasse”. In effetti il blog di Dixon (e il suo profilo Twitter) sono fin dagli albori del mondo crypto, un punto di riferimento per approfondire i temi del Web3. Lo sguardo di Dixon non è solo tecnico ma anche teorico, i suoi contributi discutono la nascita delle idee, le questioni fondative del Web3, i cambiamenti sociali, economici e tecnologici che viviamo. Tra i suoi tweet più famosi c’è “Why Web3 matters” del 2021 che ha costruito la narrativa delle fasi di internet e della centralità degli utenti e della loro proprietà. 

OpenSea, il colosso degli NFT 

OpenSea ad oggi è il più grande e conosciuto marketplace NFT con oltre 2 milioni di collezioni e vendite per miliardi di dollari. Si tratta anche di uno dei primi marketplace su Ethereum, infatti OpenSea è stato fondato nel 2017 proprio mentre stavano esplodendo i CryptoKitties e il mondo ha cominciato a sentire parlare di blockchain. OpenSea è nato dall’idea di Devin Finzer e Alex Atallah che nel 2017 hanno iniziato a confrontarsi con gli utenti e gli early adopter su Discord. Oltre a fondi di investimento come a16z, OpenSea è sostenuto da angeli finanziatori come l’attore e produttore Ashton Kutcher, Ben Silberman, CEO e Co-founder di Pinterest e Justin Kan, Co-founder di Twitch. Su OpenSea ci sono tutti i tipi di NFT dall’arte, alle esperienze virtuali, la musica e i certificati di proprietà virtuali. Su OpenSea creator e artisti hanno la possibilità di creare NFT gratuitamente senza dover conoscere necessariamente il funzionamento tecnico della blockchain. Lo scorso Gennaio 2022 OpenSea ha ottenuto un nuovo round di finanziamento e ha dichiarato di aver raggiunto una valutazione di 13,3 miliardi di dollari. 

Chris Dixon arriva a OpenSea!

A fine Luglio Dixon è entrato ufficialmente nel Consiglio d’Amministrazione di OpenSea, prendendo il posto di Katie Haun, che ha lasciato a16z per fondare un altro fondo, Hain Ventures. Ad accogliere Dixon è stato Devin Finzer, attuale CEO di OpenSea. 

Finzer ha commentato l’arrivo di Dixon a OpenSea così: “chiunque abbia trascorso del tempo con Chris sa che è una mente autorevole e di riferimento, rigoroso e intellettualmente onesto, ci spinge costantemente a ingrandirci e ad assicurarci che stiamo lavorando nello spazio NFT in un ottica a lungo termine”.

Il metaverso di Facebook non ha futuro. L’opinione di Vitalik Buterin

Vitalik Buterin: il Metaverso Meta di Facebook non ha futuro

Secondo Buterin, il Metaverso sta per arrivare ma non come lo intende Meta. Perché il fondatore di Ethereum è scettico? 

Vitalik Buterin non le manda a dire! Il fondatore di Ethereum ha dichiarato, su Twitter, il 31 Luglio 2022, che non crede in nessuno dei tentativi, intrapresi da aziende già affermate, di costruire un Metaverso. Buterin si è espresso, rispondendo ad un tweet di Dean Eigenmann, un giovane sviluppatore di smart contract su blockchain. La dichiarazione riguardava il concetto di Metaverso. Eigenmann ha infatti dichiarato di sostenere l’idea astratta di Metaverso, ma di essere convinto che la transizione delle persone nel “mondo virtuale” non avverà, secondo lui, attraverso le modalità in cui le aziende tradizionali la stanno promuovendo. 

Vitalik Buterin d’accordo con le affermazioni del developer, ha aggiunto che le aziende tech già affermate che ora stanno cercando di creare il proprio metaverso, come per esempio Facebook con Meta, non andranno da nessuna parte! Il Metaverso, viene generalmente descritto ed immaginato come un mondo online 3D incentrato sulla condivisione sociale, che potrà affermarsi grazie all’utilizzo di tecnologie innovative come la realtà virtuale e la realtà aumentata. Ma secondo Vitalik è ad oggi impossibile immaginare i casi d’uso e prevedere i problemi che i metaversi dovranno risolvere. Parafrasando la tesi di Buterin, ogni tentativo di costruire un Metaverso oggi è un passo nel buio e pura sperimentazione, e come accade con le novità, il rischio di fallimento è alto. 

Le iniziative di Meta e il tema della decentralizzazione

Meta, che sta attraversando uno dei momenti più difficili dalla sua nascita registrando, per la prima volta nella sua storia, un calo degli utili del 36% nell’ultimo anno, sta comunque continuando a sviluppare nuovi software, con l’obiettivo di garantire agli utenti un’esperienza completamente immersiva. Meta Horizon World per esempio, è il primo embrione del metaverso di Facebook. Al momento si presenta come un videogioco/social network in realtà virtuale nel quale gli utenti possono creare i loro mondi personalizzati. L’ex Facebook sta anche lavorando ad un nuovo prodotto fisico che faciliterà l’interazione con il Metaverso: i Meta smart glasses. Con questi occhiali “intelligenti” che dovrebbero uscire entro il 2024, sarà possibile registrare video e interagire con il mondo virtuale attraverso le tecnologie della realtà virtuale e aumentata. Le critiche mosse da Vitalik però vertono sul tema della centralizzazione. Secondo il fondatore di Ethereum infatti è proprio la natura stessa di aziende come Facebook e Microsoft a stridere se messa in relazione con il concetto di Metaverso. La forte centralizzazione di queste compagnie non si sposa per nulla con le idee di fondo di questi mondi virtuali, e più in generale del Web3, quali la proprietà digitale e la totale decentralizzazione dei protocolli. Per Vitalik Buterin il metaverso di Facebook non ha futuro proprio perché non sarà su blockchain. 

Una alleanza per il Metaverso decentralizzato: nasce l’OMA3

Per riflettere sul tema della decentralizzazione del Metaverso, è nata l’Open Metaverse Alliance, un’organizzazione decentralizzata composta dai maggiori player del settore. L’OMA3 è una DAO che opera come un consorzio. La DAO è guidata da principi di inclusività, trasparenza e decentralizzazione e si basa sull’importante concetto dell’interoperabilità in tempo reale. Per interoperabilità si intende la possibilità di interagire con più protocolli contemporaneamente e agevolmente in un sistema in cui la proprietà digitale è universalmente riconosciuta. Mettiamo caso di detenere, per esempio, un avatar su The Sandbox; in un sistema in cui è garantita l’interoperabilità risulteremo proprietari  di quell’avatar in qualsiasi Metaverso ci troviamo. 


Tra i membri dell’organizzazione troviamo realtà ormai affermate nel mondo Web3 come: The Sandbox, Animoca Brands, Alien World e Decentraland. OMA3 è quindi un organo che verifica e promuove la decentralizzazione dei metaversi, con il fine di creare un universo Web3 unificato, in cui la proprietà di asset digitali (come per esempio gli NFT) sia universalmente riconosciuta e controllata dagli utenti. All’opposto di questa visione si pone Meta, il metaverso di Facebook, con il suo accentramento di risorse, dati e piattaforme. Il lavoro orientato alla decentralizzazione dell’OMA3, potrebbe evitare il fallimento del concetto di “metaverso”, così come prospettato da Vitalik Buterin. Il futuro del Metaverso si giocherà su una caratteristica: blockchain sì o no?

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany

CryptoPunks: gli NFT diventano gioielli di Tiffany

Tiffany & Co. annuncia una collezione di gioielli per i CryptoPunks holder. Scopri i dettagli della lussuosa collaborazione!

La community Web3 si è scatenata, in particolare su Twitter, in seguito all’annuncio ufficiale postato il 31 Luglio proprio sul social network: il brand di gioielli di lusso Tiffany & Co. lancerà la sua prima collezione NFT, gli NFTiff. Questi token non fungibili raffigureranno dei gioielli nello stile pixelato dei CryptoPunks. Gli NFTiff, solo 250, saranno acquistabili soltanto dagli holder dei CryptoPunks. I prodotti digitali in un secondo momento diventeranno dei veri e propri ciondoli personalizzati corrispondenti alla loro versione digitale.

I CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany 

Vediamo il design dei gioielli e i materiali con cui saranno realizzati gli NFT di Tiffany. L’obiettivo degli artigiani di Tiffany sarà quello di creare gioielli il più possibile simili alla versione in pixel. La sfida sarà riuscire a trasporre gli 87 attributi e i 159 colori, con i quali i CryptoPunks sono composti nella loro versione digitale, nella gemma o nel colore di smalto più simile possibile. Secondo il sito ufficiale di Tiffany, ogni pezzo sarà composto da almeno 30 pietre preziose e diamanti. L’azienda newyorkese ha inoltre dichiarato che i possessori riceveranno un rendering del loro ciondolo entro ottobre.

Quanto costeranno gli NFT di Tiffany e dove si potrà acquistarli?

L’acquisto degli NFT di Tiffany sarà possibile esclusivamente tramite il sito ufficiale, ed avverrà ovviamente in crypto, più precisamente in Ether. I wallet consigliati per il pagamento sono Meta Mask o Trust Wallet. La vendita degli NFTiff inizierà il 5 Agosto 2022 alle 16 (ora italiana) e sarà possibile acquistare un massimo di 3 items per individuo.

Il “pacchetto” che comprende il costo dell’NFT, il pendente personalizzato e la spedizione di quest’ultimo costerà 30 ETH, che al valore attuale corrispondono a circa 50mila euro. I CryptoPunks insomma fanno colazione da Tiffany, ma i proprietari dell’iconica collezione NFT saranno così interessati alla gioielleria di lusso?

Luxury brand e Web3 sempre più in sintonia

Con questa mossa, Tiffany & Co. si unisce alla schiera di aziende del settore fashion luxury che cercano di affermarsi nel mondo Web3, con l’obiettivo di coinvolgere una nuova generazione di clienti. Brand come Gucci, Louis Vuitton, Balenciaga, Philipp Plein e altri si sono infatti, durante questo ultimo anno, resi disponibili ad accettare pagamenti in criptovalute. L’iniziativa di Tiffany però va oltre alla semplice accettazione delle crypto come metodo di pagamento, è invece una vera e propria collaborazione con uno dei brand più famosi e riconosciuti del settore. I CryptoPunks sono un vero e proprio simbolo della cultura del Web3!

Vi erano già state alcune avvisaglie della volontà, da parte di Tiffany, di inserirsi in questo nuovo mercato. In occasione dell’ultimo April Fool, l’azienda aveva postato sui propri social, un annuncio in cui dichiarava di essere pronta a lanciare la propria criptovaluta: La TiffCoin. 

Moltissimi utenti sono caduti nel tranello del pesce d’aprile, ma non tutto ciò che è stato annunciato dal brand è completamente inventato: la TiffCoin è stata infatti riproposta come un’edizione limitata da collezione (sotto forma di oggetto fisico) sul sito web di Tiffany & Co. Se quindi inizialmente si poteva supporre che il brand avesse architettato lo scherzo per “prendere in giro” il mondo Web3, ora abbiamo la dimostrazione del contrario. Insomma i CryptoPunks diventano gioielli di Tiffany, siamo curiosi di vedere se i celebri holder tra cui Jay Z, Steve Aoki, Serena Williams riusciranno ad aggiudicarseli!

Quanto inquinano le crypto? La risposta di Stellar

Stellar Foundation: quanto inquinano le crypto?

Quanto inquinano davvero le crypto? Grazie a Stellar e Pwc sarà finalmente possibile quantificare l’impatto ambientale delle blockchain

Quanto inquinano le criptovalute? O meglio, quanto inquinano le blockchain? È ormai da qualche tempo che continua il dibattito in merito a questa spinosa questione. Il picco mediatico sul problema è stato sicuramente toccato a Maggio 2021, più precisamente il 13, quando Elon Musk in uno dei suoi frequenti exploit twittava che Tesla non avrebbe più accettato Bitcoin a causa del forte impatto ambientale del mining.

A parte le dichiarazioni sensazionalistiche del tycoon, l’inquinamento generato dalle blockchain, in particolare quelle che possiedono ancora meccanismi di consenso di tipo Proof-of-Work, è un tema caldo nel settore. Ethereum per esempio, attraverso l’imminente aggiornamento The Merge, è in procinto di passare ad un altro meccanismo, utilizzato dalla maggior parte delle blockchain, il Proof-of-Stake. Questo meccanismo di consenso infatti, non necessita della grande quantità di potenza di calcolo, generata da mining rig composti da hardware molto potenti ed energeticamente dispendiosi, ma si basa sullo staking di criptovalute. Così come Ethereum, altre blockchain si stanno impegnando al fine di risolvere definitivamente questo problema. Stellar e PwC (PricewaterhouseCoopers, una multinazionale che fornisce servizi di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale) hanno avviato la loro collaborazione in questo senso. L’obiettivo? Sviluppare un quadro di riferimento per valutare il consumo di elettricità e le emissioni dei protocolli blockchain.

Le performance di Stellar

La SDF (Stellar Development Foundation) e PwC US hanno analizzato i dati relativi all’utilizzo di energia elettrica, alle emissioni di gas serra e ai rifiuti elettronici ed organici. Oltre all’impatto ambientale, il quadro ha valutato anche le differenti performance dei diversi meccanismi di consenso. Dalla ricerca è emerso che i consumi del network di Stellar sono bassi rispetto alla media. Grazie allo Stellar Consensus Protocol (SCP), un meccanismo di consenso a basso consumo di energia elettrica basato sull’algoritmo proof-of-agreement, la rete Stellar utilizza attualmente una quantità stimata di 481.324 chilowattora (kWh) di energia elettrica all’anno. Ciò si traduce in circa 173.243 chilogrammi (kg) di emissioni di CO₂ annue, che equivalgono alle emissioni medie di CO₂ prodotte dall’uso di elettricità di 33,7 case statunitensi in un anno. Nonostante il già basso consumo di energia della blockchain Stellar, la SDF si è impegnata a compensare le emissioni di anidride carbonica generate dal 2015, l’anno della sua fondazione.

L’iniziativa di Task.io e Biochar Life: come si produce e utilizza il biochar?

Un’altra iniziativa di Stellar, volta a ridurre l’impatto ambientale non solo per quanto riguarda la tecnologia blockchain, è Task.io. Si tratta di un progetto mobile-first costruito sulla blockchain Stellar che aiuta le organizzazioni sociali a raccogliere dati, fornire incentivi e redigere report relativi all’impatto ambientale. Tra i vari partner, Task collabora con l’impact venture Biochar Life per educare e coinvolgere i piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo su come produrre e utilizzare il biochar. Il biochar, o carbone vegetale, è una sostanza ottenuta dalla combustione di rifiuti agricoli organici (chiamati anche biomassa) in un processo in cui viene utilizzato pochissimo ossigeno. Allo stesso tempo, quando i materiali bruciano, rilasciano una quantità ridotta di anidride carbonica. Il biochar viene utilizzato come fertilizzante, compost e mangime per animali!

Il ruolo di Stellar: Immutabilità dei dati e il token STS

Come viene utilizzata la blockchain in questo processo? I dati raccolti da Task.io comprendono principalmente queste variabili: come è stato prodotto il biochar, quanto biochar è stato prodotto e come è stato utilizzato. Una volta inviati, i dati vengono verificati dal team di Biochar Life e inseriti all’interno della blockchain Stellar per garantire che siano immutabili e disponibili al pubblico.

Per ogni tonnellata di carbonio utilizzata nel processo di produzione del carbone vegetale, viene emesso su Stellar un token Stop the Smoke (STS), venduto in un secondo momento a coloro che vogliono compensare la propria impronta di carbonio. Una parte dei fondi viene poi restituita agli agricoltori per incentivare la creazione di ulteriore biochar. Ad oggi sono stati coniati 34 token STS, il che significa che 34 tonnellate di carbonio sono state smaltite attraverso la partnership Biochar Life and Task.

Sempre più blockchain stanno intraprendendo la strada della riduzione dell’impatto ambientale: Polygon e Algorand in primis, che hanno messo in atto un piano per rendere green i loro network!

Solana, Polygon e HTC: la battaglia tra smartphone per la conquista del Web3

Qual è il migliore crypto smartphone? Solana, Polygon o HTC

Il migliore crypto smartphone? Solana, Polygon e HTC lanciano i loro cellulari e combattono per il primato nel settore Web3

Un difetto che spesso viene attribuito alle piattaforme Web3 è quello della loro scarsa usabilità. Trovare la soluzione a questa problematica, e quindi facilitare processi come la compravendita di NFT o l’interazione con giochi play-to-earn e far sì che tutto ciò avvenga in maniera sicura è una sfida che le aziende crypto sono costrette ad affrontare.

Polygon, Solana e HTC presentano una possibile soluzione e sono pronte a lanciarsi in un settore ancora inesplorato dalle blockchain company, il settore dei crypto smartphone. 

Polygon + Nothing, il Web3 nel palmo della mano

Quale sarà il migliore crypto smartphone in circolazione? Vediamo il piano della blockchain di MATIC. Polygon, annuncia la collaborazione con Nothing, start-up londinese che sta facendo parlare parecchio di sé, grazie al suo smartphone a basso impatto ambientale: Phone (1). L’azienda Nothing si è già dimostrata propensa ad interagire con l’universo Web3: in occasione del lancio del suo primo prodotto, ha creato una collezione NFT su Ethereum, i Nothing Black Dot, che verranno distribuiti tramite un airdrop fino al 26 settembre a chi ha preordinato il prodotto. Questi NFT garantiranno alcuni benefit agli holder, come l’accesso anticipato a tutti i prodotti del brand e la possibilità di partecipare ad eventi esclusivi.

Per quanto riguarda invece l’integrazione con il layer 2 di Ethereum, Polygon, il Phone (1) consentirà un accesso più agevole alle dapp, ai giochi Web3, e una maggior sicurezza per quanto riguarda i pagamenti in criptovalute. Il prodotto di Nothing si colloca in una fascia di prezzo medio, anche le specifiche tecniche sono di livello intermedio, e si trova su amazon ad un prezzo di 579€.

HTC Desire 22, la chiave per il metaverso

HTC si è sempre impegnata ad intercettare e sviluppare nuovi trend tecnologici. Attraverso il suo side-brand Vive infatti, è stata una delle prime aziende a sviluppare prodotti per la virtual reality, rilasciando nel 2015 un visore dotato di caratteristiche rivoluzionarie.

Con il nuovo smartphone HTC Desire 22, continua sulla stessa linea: il device potrà interagire con applicazioni costruite sia su Ethereum che Polygon. L’obiettivo principale che il team di sviluppo si è posto non è tanto quello di offrire uno smartphone supersonico. Le specifiche tecniche infatti non sono da capogiro. HTC questa volta ha puntato a sviluppare un device più economico, che consenta una perfetta integrazione con Viverse, il metaverso di proprietà dell’azienda taiwanese e che permette ai propri clienti di detenere NFT e crypto in maniera semplice e sicura. Il prezzo di uscita dovrebbe essere di circa 380€.

Solana Saga, it’s time for crypto

Solana, durante l’NFT week di New York ha annunciato l’arrivo, ad inizio 2023, del suo nuovo prodotto mobile: lo smartphone Saga.

Oltre allo smartphone Android, la blockchain platform ha presentato il software kit Solana Mobile Stack (SMS). Il kit permetterà di sviluppare applicazioni Web3 native per Android integranti il protocollo di custodia sicura Seed Vault, che facilita la firma istantanea delle transazioni mantenendo le chiavi private separate da portafogli, applicazioni e sistema operativo. Delle tre soluzioni, quella proposta da Solana, appare più versatile e innovativa. Grazie al Solana Mobile Stack infatti, chiunque potrà sviluppare applicazioni ottimizzate e sicure. Questa superiorità a livello software però si riflette inevitabilmente sul prezzo, lo smartphone, che è già preordinabile, avrà un prezzo di 1000$.


Tiriamo le somme, qual è quindi il migliore crypto smartphone? Saga si presenta imbattibile dal punto di vista tecnico, ma il cellulare di HTC ha un ottimo rapporto qualità prezzo. Phone (1) diventerà la via più semplice per usare le dapp su Polygon? Queste iniziative condivise sia da aziende blockchain che da aziende “tradizionali” possono essere sicuramente un punto di svolta per quanto riguarda l’adozione di massa delle tecnologie Web3. Rendere più user-friendly le dapp, e in generale ogni aspetto riguardante le criptovalute è forse l’ultimo grande scoglio prima della mass adoption. Siamo impazienti di scoprire che orizzonti si apriranno grazie a questa nuova tipologia di device e se anche altri brand percorreranno iniziative simili.

Star Atlas: una DAO galattica!

Star Atlas annuncia il lancio della sua DAO

Star Atlas, l’attesissimo videogioco play-to-earn sulla blockchain Solana, annuncia la sua DAO ed un rinnovato marketplace

Star Atlas è un videogioco play-to-earn in via di sviluppo sulla blockchain Solana. Il team il 22 Luglio 2022 ha annunciato il lancio della propria DAO , su Twitter, all’interno dello spazio 426LIVE, dedicato alla community. La decentralised autonomous organisation di Star Atlas utilizzerà il token POLIS come token di governance.

“Sono entusiasta di annunciare il lancio della piattaforma che in futuro darà agli utenti la possibilità di partecipare alla governance di Star Atlas attraverso i meccanismi della DAO”, ha dichiarato Michael Wagner, il CEO di ATMTA (lead developer per Star Atlas) e co-fondatore del Metaverso.

La natura politica di Star Atlas

Per sua natura, Star Atlas è un gioco di conquista: giocatori, regioni e fazioni lottano per il dominio della galassia e per il controllo delle risorse. Con la DAO di Star Atlas, la community otterrà finalmente gli strumenti per far sentire la sua voce e poter determinare gli sviluppi futuri del videogioco play-to-earn.. 

Il sostantivo POLIS, che nell’antica Grecia definiva una forma di governo, conserva la sua accezione di partecipazione alla vita comunitaria. La quantità di token POLIS che si possiedono infatti, determinerà la quantità di “diritti politici” di cui si godrà all’interno del Metaverso. Questi diritti saranno utilizzati per votare proposte vitali per quanto riguarda lo sviluppo del progetto ma anche per il controllo delle istituzioni della galassia e, in generale, di aspetti interni alle dinamiche del gioco.

Il team di sviluppo si pone come obiettivo quello di incrementare gradualmente gli elementi realmente politici all’interno del metaverso, i player infatti potranno in futuro proporre mozioni e votare provvedimenti universali. Lo step finale è quello di rendere Star Atlas una simulazione immersiva di un sistema politico, nel quale le diverse fazioni saranno rappresentate sotto forma di pianeti e sistemi solari. Questa caratteristica permetterà, ai giocatori appassionati di politica, di cimentarsi in discussioni e trattative che definiranno il futuro del metaverso di Star Atlas.

Il token POLIS

Il metaverso di Star Atlas si basa su due token principali. Il token ATLAS, il quale si occupa di offrire liquidità al gioco, consentendo ai giocatori di ricevere valore per i beni e i servizi che loro stessi forniscono all’ecosistema. È il token POLIS però, che garantisce, a chi lo possiede, il potere decisionale nel metaverso, più se ne deterranno, infatti, e più si risulterà influenti sulle decisioni politiche a tutti livelli: a livello macro per quanto riguarda l’intera DAO di Star Atlas, e a livello micro per fazioni e regioni. È già possibile bloccare i propri POLIS nel protocollo di governance: il potere di voto di ogni giocatore “PVP – POLIS Vote Power” sarà determinato non solo dalla quantità di token, ma anche dal tempo per il quale si decide di bloccarli. Bloccando POLIS nella rispettiva Dapp, gli utenti ricevono POLIS con diritto di voto, chiamati anche vePOLIS i quali non sono né trasferibili né scambiabili. 

Per esempio bloccando un token POLIS per sei mesi si ottiene un vePOLIS, mentre un blocco di cinque anni garantisce dieci vePOLIS. Questo modello è volto a favorire i membri della comunità con una visione a lungo termine, i quali saranno disposti a bloccare i loro POLIS in cambio di potere politico.

Il rinnovato marketplace

Un altro punto sul quale il team ha lavorato è il Galactic Marketplace. La prima versione era stata rilasciata ad Agosto 2021, in questi mesi sono stati attuati molteplici miglioramenti soprattutto per quanto riguarda la decentralizzazione. A differenza infatti di molti altri giochi play-to-earn costruiti su altre blockchain, il carico delle transazioni sul marketplace sarà completamente gestito on-chain, questo sarà possibile grazie alla capacità di Solana di processare fino ad un massimo di 65.000 transazioni per secondo.

Non resta che aspettare ulteriori aggiornamenti da parte del team sulla data ufficiale di uscita del gioco, che, date le premesse, potrebbe essere l’evento dell’anno per quanto riguarda il settore gaming metaverse. Se ti interessa approfondire l’universo di Star Atlas, consulta la nostra guida dedicata!

Tutte le mosse di Uniswap per conquistare il mercato NFT

Uniswap: comprare NFT con l’aggregator Genie e Sudoswap

Comprare NFT su Uniswap? Sì, con un aggregator di marketplace e un AMM per acquisti decentralizzati!

Per il Web3 questo e altro! Uniswap, il più grande exchange decentralizzato (nelle ultime 24 ore con scambi per oltre 1 miliardo di dollari), si prepara al Web3 ampliando la sua offerta di servizi. Il tassello mancante? La possibilità di comprare NFT in maniera totalmente decentralizzata. Uniswap promette di integrare gli NFT in autunno grazie all’acquisizione di Genie, l’aggregator di marketplace, e al protocollo AMM si Sudoswap. 

Uniswap: decentralizzare il mercato NFT 

Il primo DEX ad usare gli Automatic Market Maker? Il primo exchange decentralizzato per scambi giornalieri? Uniswap! Nato dalla mente di Hayden Adams, il DEX ha segnato un prima e un dopo nel settore delle criptovalute. Uniswap mantiene fede alla sua opera di decentralizzare la finanza lavorando a una funzionalità che permette di comprare NFT senza intermediari grazie alle liquidity pool tipiche degli AMM. Uniswap utilizza già un Market Maker Automatizzato per fornire liquidità all’exchange, ovvero estingue gli ordini automaticamente grazie agli smart contract che determinano i prezzi e alle pool di liquidità. Ora si prepara a applicare un AMM anche per l’acquisto e la vendita di NFT sulla sua piattaforma. Oltre a poter contare su un sistema completamente decentralizzato, gli utenti di Uniswap potranno scegliere tra una vastissima varietà di NFT grazie all’acquisizione dell’aggregator di marketplace Genie. 

A Giugno l’acquisizione di Genie…

Uniswap ha acquisito Genie, un aggregator di marketplace NFT, il 21 Giugno 2022. Genie presenta agli utenti diverse opzioni di acquisto che raccoglie da numerosi marketplace come OpenSea o LooksRare rendendo l’offerta molto ampia. Perché il team di Uniswap ha scelto di integrare anche gli NFT nei loro prodotti? “Consideriamo gli NFT come una delle forme di valore nella crescente economia digitale e già un importante punto di accesso al Web3”. La missione di Uniswap è offrire una piattaforma completa per la digital economy. Uniswap in occasione dell’acquisizione ha organizzato un airdrop in USDC per tutti coloro che hanno usato Genie prima del 15 Aprile 2022 o per i proprietari di uno dei Genie Genesis NFT (l’airdrop verrà lanciato ad Agosto e potrà essere riscattato nei dodici mesi successivi). L’integrazione con Genie sarà inizialmente disponibile nella web app di Uniswap per poi arrivare anche nelle API e facilitare anche gli sviluppatori. 

… a Luglio l’integrazione di Sudoswap

Con un tweet del 22 Luglio 2022, Scott Gray del Product Team di Uniswap, ha svelato che l’arrivo degli NFT su Uniswap sarà supportato anche da Sudoswap, un marketplace basato su un protocollo AMM. Il Market Maker Automatico di Sudoswap, rilasciato l’8 Luglio,  consentirà di comprare NFT sulla piattaforma di Uniswap con un AMM, rispecchiando il funzionamento dello stesso exchange. Infatti grazie all’AMM di Sudoswap, si potranno acquistare NFT automaticamente grazie alle liquidity pool, a differenza dei marketplace tradizionali che combinano la domanda e l’offerta di chi vende e chi acquista token non fungibili. Si tratta a tutti gli effetti di una compravendita di NFT totalmente decentralizzata perché tutti gli ordini sono gestiti on chain attraverso l’utilizzo degli smart contract

Si potranno comprare NFT su Uniswap a partire dal prossimo autunno, il DEX nel frattempo è in dialogo con la community per elaborare nuove funzionalità nel campo NFT e Web3. 

Gli NFT del Museo della Guerra in Ucraina venduti per oltre 1 milione di dollari 

Le fotografie NFT e le opere per l'Ucraina raccolgono 1 milione di dollari 

Mentre l’UNESCO conta i danni al patrimonio culturale ucraino, il Museo NFT della guerra lancia nuove opere per raccogliere fondi

Dall’invasione russa dell’Ucraina, gli NFT, così come le criptovalute, hanno giocato un ruolo chiave nella raccolta di fondi per finanziare la resistenza e la ricostruzione del paese sotto assedio. Il Ministero della Trasformazione Digitale ha aperto una raccolta di donazioni in NFT e supporta diverse collezioni come Soul of Ukraine, Ukrainian Spirit e il Meta History Museum of War. I ricavati delle vendite di queste collezioni sono a diretta disposizione del Ministero. La collezione del Meta History Museum da Marzo 2022 ha raccolto oltre 1 milione di dollari e il 21 Luglio ha aggiunto altri NFT da collezione. In tutto il mondo i token non fungibili si stanno dimostrando un modo per dare un aiuto economico ma anche per dare voce agli eventi e alle persone coinvolte nel conflitto, è il caso delle fotografie NFT del reporter Niccolò Celesti che ha esposto le sue opere di fotogiornalismo il mese scorso a Firenze.

Il museo NFT dell’Ucraina continua la sua missione 

Il Meta History Museum of War è stato fondato il 25 Marzo 2022 grazie a una piattaforma NFT (che si appoggia a Ethereum e a Polygon) e con il patrocinio del ministro della Trasformazione Digitale Mykhailo Fedorov. Il museo digitale è nato con lo scopo di custodire testimonianze, raccontare momenti chiave della guerra e contrastare la disinformazione su quello che sta succedendo in Ucraina, il tutto attraverso opere in formato NFT. Con le vendite di questi token non fungibili, il Meta History Museum of War ha raccolto finora oltre 1 milione di dollari (1.223.272 al momento della scrittura dell’articolo) in ETH. La somma raccolta è stata trasferita al Ministero che ad Aprile in un comunicato aveva spiegato che “lo scopo principale di questo museo è quello di raccogliere fondi per restaurare i musei e i teatri ucraini che hanno subito i bombardamenti degli occupanti”. 

Secondo l’UNESCO dall’inizio del conflitto al 18 Luglio sono stati danneggiati 164 siti culturali ucraini tra cui 72 edifici religiosi, 12 musei, 32 palazzi storici, 17 monumenti. 

La terza parte degli NFT della guerra in Ucraina 

Il 21 Luglio il museo digitale ha pubblicato la terza parte della collezione NFT Warline in cui vengono raccontati in ordine cronologico gli eventi del conflitto in Ucraina dal 15 al 31 Marzo. Si tratta di un centinaio di opere create da artisti di generi espressivi e provenienze diverse (un NFT è creato dall’intelligenza artificiale), la collezione scandisce i momenti più significativi del conflitto e ogni NFT racconta un evento nel giorno e nell’orario preciso in cui è avvenuto. Ad esempio, 16 Marzo 2022 alle ore 17:41: “ L’Ucraina ha ottenuto una vittoria completa nella causa contro la Russia presso la Corte internazionale di giustizia. La Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato di fermare immediatamente l’invasione. L’ordine è vincolante per il diritto internazionale. La Russia…”. Il nuovo drop ha opere di artisti come Maria Oz, Anton Abo, Oleksii Dyvysenko.

Fotografie NFT: Niccolò Celesti racconta la guerra in Ucraina

Dal 24 al 30 Giugno 2022 a Palazzo Vecchio a Firenze sono state esposte 90 fotografie del reporter Niccolò Celesti inviato in Ucraina. La mostra dal titolo “La primavera di Kiev: NFT per l’Ucraina”, ha raccontato per immagini i momenti del conflitto tra Marzo e Aprile. La durezza della guerra, le difficoltà, i volti delle persone, in cinque “capitoli”: la Fuga, la Guerra, i Soldati, i Bunker e i Ritratti. Tre degli scatti della mostra sono stati trasformati in fotografie NFT e venduti a favore della raccolta fondi “Firenze per Kiev” della Croce Rossa. Dalle tre fotografie sono stati ricavati 63 pezzi unici al prezzo di 100 Euro ciascuno. Possiamo considerare il lavoro di Celesti uno dei primi casi di fotogiornalismo su blockchain

La mostra e la creazione delle fotografie NFT è stata curata da Innov Art di Trefoloni e Associati, un progetto che mira a portare nuove tecnologie, come la blockchain, al mondo della cultura e dello spettacolo, fornendo servizi a imprese, enti pubblici e professionisti, per la realizzazione di NFT e la tokenizzazione. Celesti ha presentato la sua collezione così: “un mese di guerra e di racconto, passato cercando soprattutto di avere notizie dai civili e dai volontari, alla ricerca di angolature diverse rispetto ai titoli, alle immagini, ai video che i bastioni dell’informazione propongono globalmente. All’inizio l’intento voleva essere quello di non seguire i fatti principali della guerra, ma di provare a viverla nei panni degli ucraini”.

Stellar riparte dalla DeFi e mira all’inclusione finanziaria 

La DeFi su Stellar: i nuovi smart contract e Moneygram

La DeFi su Stellar, dai nuovi smart contract all’integrazione con Moneygram, vuole rendere l’economia digitale accessibile a tutti

La finanza decentralizzata su Stellar è a tutti gli effetti una novità. Dalla sua fondazione, la rete peer-to-peer per i pagamenti non aveva mai integrato gli smart contract. Ora però le cose sono cambiate e il network si sta preparando ad offrire servizi e soluzioni DeFi. Scopri i nuovi smart contract, Moneygram e la DeFi su Stellar!

Per Stellar è il momento degli smart contract!

La blockchain di Stellar è stata lanciata nel 2014 (poco prima di Ethereum) con l’ambizione di migliorare in termini di velocità e convenienza economica, il sistema di pagamento che già offriva Bitcoin. All’epoca quella degli smart contract era una tecnologia in fase embrionale e non sembrava utile a raggiungere gli obiettivi della Stellar Development Foundation. Tom Weller, del team di sviluppo di Stellar, usa quest’immagine per spiegare l’iniziale riluttanza di fronte all’integrazione degli smart contract: “immaginate di essere negli anni ’80 (sono forse un po’ fuori moda?) e di dover fare dei calcoli scientifici. L’opzione uno è quella di comprare un PC costoso, lento e buggato. Oppure l’opzione due è quella di comprare una calcolatrice TI di lusso, costruita appositamente, più semplice, più veloce e più economica. In altre parole, all’inizio del nostro settore, Bitcoin ed Ethereum erano più simili ai PC e Stellar alle calcolatrici”.

La SDF è stata molto pragmatica, all’inizio del suo percorso e alla luce dei suoi primi obiettivi, non valeva la pena lavorare sulla costruzione di smart contract. Con gli anni però la tecnologia si è evoluta e il 2021 è stato l’anno in cui Stellar si è affacciata alla DeFi con l’introduzione della funzionalità di market maker automatico (AMM) nel protocollo. Con l’enorme successo di questa funzionalità, è arrivata la necessità di una crescita e di un’innovazione decisiva per il network. A Marzo 2022 la SDF ha annunciato lo sviluppo del Progetto Jump Cannon: smart contract nativi per Stellar.

Come funzionano gli smart contract di Stellar?

La strategia è quella di costruire smart contract che “consentano agli sviluppatori di far crescere l’ecosistema Stellar e di creare nuovi strumenti finanziari per promuovere l’inclusione”, imparando da tutte le innovazioni e dalla ricerca che è già stata fatta. I capisaldi degli smart contract di Stellar saranno la sicurezza, scalabilità e accesso equo: “con i contratti intelligenti, vedremo più casi d’uso su Stellar che daranno più accesso all’economia digitale” commenta Weller. Il Project Jump Cannon prende il nome da Annie Jump Cannon, una scienziata di Harvard il cui contributo è stato essenziale per la comprensione dell’universo e per la partecipazione delle donne al mondo della scienza. Al momento, la SDF è al lavoro sulla costruzione di una piattaforma per smart contract secondo il modello WebAssembly (WASM) utilizzato anche da Polkadot e Elrond.

Obiettivo n° 1: ’inclusione finanziaria

Il 21 Luglio 2022, il network di Lumen (XML) ha raggiunto i 7 milioni di account. La rete ad oggi viene utilizzata in più di 16 Paesi e gestisce centinaia di milioni di dollari di transazioni all’anno. Solo nel 2021, la rete Stellar ha elaborato oltre 2 miliardi di operazioni, di cui 155 milioni di pagamenti. L’economia digitale di cui Stellar si fa promotrice, tuttavia, non è ancora abbastanza diffusa. Si dice che l’economia digitale sia per tutti, ma chi sono questi tutti? Tutti coloro che hanno un’identità? Nel mondo però 1 miliardo di persone non hanno un’identità ufficiale. Si intendono forse tutti coloro che sono partecipi dell’economia allo stato attuale? C’è da considerare che 1 donna su 4 non ha accesso ai servizi bancari, il 60% dei lavoratori in tutto il mondo appartiene alla “only cash economy”. Stellar alla luce di questi dati si propone di pensare modi semplici per includere nell’economia digitale tutte le persone che sono tagliate fuori da quella tradizionale. Uno di questi modi è agevolare la conversione di contanti in criptovalute e viceversa, in altre parole, facilitare l’utilizzo del denaro digitale.

Stellar e l’integrazione con Moneygram 

Per espandere l’accesso globale alle criptovalute e ai servizi finanziari decentralizzati, Stellar a Gennaio di quest’anno ha concluso una partnership con Moneygram, uno dei servizi di trasferimento denaro peer-to-peer più utilizzati al mondo. Per Danelle Dixon, CEO della Stellar Development Foundation, “è arrivata la tanto necessaria soluzione al problema del passaggio da contante a crypto. Oggi, quasi 2 miliardi di persone si affidano al denaro contante per il proprio sostentamento, senza alcuna possibilità di accedere all’economia digitale”. Usando Moneygram su Stellar puoi convertire le tue crypto in moneta fiat e viceversa, senza avere necessariamente un account in banca o una carta di credito. Questo facilita l’accesso ai servizi digitali per le persone che utilizzano solo contanti e allo stesso tempo è un modo veloce e pratico di convertire crypto anche per chi utilizza abitualmente la blockchain come sistema di pagamento. 


La DeFi su Stellar è ancora tutta da costruire, la svolta verso gli smart contract darà un nuovo volto al progetto e porrà obiettivi sempre più ambiziosi per il network che mira ad essere un sistema globale per i pagamenti. Senza confini e aperto a tutti!