Perché Binance è stata citata in giudizio dalla CFTC? 

Binance news: CZ si dimette?

Le accuse di CFTC a Binance spiegate. Cosa sta succedendo? Ecco le ultime news

Le ultime news su Binance e sulle accuse mosse dalla CFTC sotto i riflettori. Lunedì 27 marzo l’agenzia federale che si occupa di supervisionare i mercati di derivati e futures, ha ufficialmente citato in giudizio l’azienda crypto. Cosa sta succedendo? 

Binance news: le accuse di CFTC 

Ieri la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti ha presentato una denuncia al tribunale di Chicago nei confronti dell’azienda crypto, del suo amministratore delegato, Changpeng Zhao (CZ), e di Samuel Lim che lavora come Chief Compliance Officer. Stando alle news, Binance, su strategia di CZ, avrebbe violato le norme sul trading di derivati e non offerto adeguate coperture per l’antiriciclaggio. L’agenzia federale richiede lo stop delle attività negli Stati Uniti e un risarcimento. 

Per quanto riguarda la prima accusa, la CFTC sostiene che Binance si sia sottratta ai suoi obblighi legali non registrandosi correttamente all’agenzia e che quindi dal 2019 stia operando illegalmente.  

L’accusa della CFTC si rifà anche alla promozione dei servizi VPN (Virtual Private Network) attuata per eludere il divieto di operare negli Stati Uniti. Nel 2019 Binance infatti non ha ottenuto il permesso di proporre i suoi servizi ai cittadini statunitensi ma non per questo ha impedito di accedere, depositare e fare trading. Secondo la CFTC chiedeva ai clienti una semplice autocertificazione di non trovarsi in territorio USA. L’agenzia federale fa leva soprattutto sulla promozione di una “Guida per principianti alle VPN”, che spiegava ai clienti come utilizzare una VPN per evitare i controlli degli indirizzi IP. 

Binance vs CFTC: la compliance nel mirino

Sulla seconda “macro-accusa”, la CFTC sostiene che il programma di compliance di Binance non sia stato sufficiente. E che l’azienda abbia istruito dipendenti e clienti ad aggirare i controlli. L’agenzia federale dichiara di avere come prova comunicazioni private e documenti dell’azienda a sostegno della tesi. 

Stando alle ultime news, Binance non avrebbe rispettato l’obbligo per legge di raccogliere le informazioni dei clienti con la procedura della “verifica dell’identità” o KYC (scopri come funziona su Young Platform), non adempiendo i suoi compiti di rilevamento di attività di riciclaggio di denaro. In altre parole sono mancati i controlli sulle transazioni e l’attenzione per contrastare il riciclaggio di denaro, mancanze che, se confermate, potrebbero essere oggetto di un procedimento penale. 

La denuncia prende di mira anche il programma VIP di Binance in cui i sottoscriventi vengono avvisati dall’azienda di eventuali controlli sui conti o congelamenti. 

In un comunicato, Gretchen Lowe della CFTC ha dichiarato che “le e-mail e le chat degli stessi imputati riflettono che gli sforzi di Binance in materia di conformità sono stati una farsa e che Binance ha deliberatamente scelto – più e più volte – di anteporre i profitti al rispetto della legge”.

Binance risponde alle accuse di CFTC

Alle accuse di CFTC a Binance e alle ultime news in merito, ha risposto CZ in persona con un post sul blog dell’azienda: “oggi la CFTC ha presentato una denuncia civile inaspettata e deludente, nonostante la nostra collaborazione con la CFTC sia durata oltre due anni”. L’amministratore delegato sostiene anche che la denuncia contenga “un’esposizione incompleta dei fatti” e che Binance ha la migliore tecnologia del settore per garantire la compliance. 

Un portavoce ha anche specificato che “negli ultimi due anni abbiamo fatto investimenti significativi per assicurarci di non avere utenti statunitensi attivi sulla nostra piattaforma, tra cui l’aumento del personale addetto alla compliance da “circa 100” a “circa 750 addetti al nucleo e al supporto della compliance”. 

Le news su Binance e CFTC non finiscono qui. Eleanor Terrett, giornalista di Fox News, ha twittato che secondo fonti vicine alla CFTC, l’ente federale abbia deciso di intentare una causa per dimostrare alla Securities and Exchange Commission (SEC) che si tratta di una questione di materie prime (commodity) e non titoli (security).

Chi è Beeple? Il programmatore che è diventato un artista NFT milionario

Chi è Beeple? L’artista digitale dell’NFT Everydays

Beeple è un artista digitale conosciuto soprattutto per la sua opera d’arte NFT Everydays, come è iniziata la sua carriera nel mondo crypto? 

Chi è Beeple? Mike Winkelmann all’anagrafe, è uno degli artisti più conosciuti dagli appassionati di NFT. La sua opera più importante, Everydays, è stata venduta all’asta da Christie’s al prezzo di 69 milioni di dollari, facendolo diventare uno degli artisti viventi più pagati. Lui non è un artista convenzionale, e si è interessato alla nuova tecnologia degli NFT fin dalla loro nascita. Scopri allora chi è Beeple, l’NFT artist che ha creato Everydays!

L’insolita formazione di un crypto-artista 

Mike Winkelmann nasce nel 1981 in Wisconsin, negli USA. Dopo aver preso una laurea in Ingegneria Informatica nel 2003, sembra indirizzato verso un lavoro d’ufficio presso qualche azienda di programmazione. 

E invece sceglie per sé un’altra strada: quella dell’arte digitale! Dopo qualche anno passato a perfezionare le sue abilità artistiche, Winkelmann comincia la sua opera Everydays il primo maggio 2007. Scelse il nome d’arte “Beeple”, come il nome di un suo peluche, e iniziò quello che non ancora non sapeva sarebbe diventato il suo capolavoro! Ecco, dunque, chi è Beeple. 

Everydays, il capolavoro NFT di Beeple

Everydays è un collage di disegni: ogni giorno, l’artista ha creato un’opera diversa, costringendosi a rimanere costante nel tempo. Beeple, l’artista digitale NFT di Everydays, è sicuramente una persona eccentrica: “non sono una persona motivata” ha detto in una intervista. “Mi ritengo anzi una persona molto pigra, ma in questo modo ho trovato la convinzione per andare avanti. La forza di questo progetto è che mi costringe ad andare avanti con molta più costanza del normale”. Insomma: Everydays è nato come un antidoto contro la pigrizia!

Ogni giorno Beeple ha migliorato la propria arte digitale, imparando a usare nuovi software e provando nuove linee, delineando il tipico stile distopico e psichedelico. Le sue opere variano da paesaggi surreali, a ritratti sproporzionati di persone famose come Elon Musk, Trump e Biden, a vere e proprie vignette di satira. Nel 2020 Beeple ha cominciato a sperimentare con gli NFT, mettendo in vendita le prime 5000 opere del suo progetto, intitolando la collezione Everydays, the first 5000 days. Il risultato? L’asta tenutasi da Christie’s a Marzo 2021 ha ceduto il token non fungibile dell’opera per ben 69,4 milioni di dollari finendo nella classifica degli NFT più costosi di sempre.

I primi NFT di Beeple tra satira e distopia

Anche se Everydays è l’opera d’arte NFT più famosa di Beeple, la sua esperienza con i non-fungible token comincia a Novembre 2020. Una delle sue prime opere vendute su blockchain era Crossroads, un disegno politico creato in occasione dello scontro elettorale tra Biden e Trump. Questo NFT era dinamico: l’artwork sarebbe cambiato in base al vincitore delle elezioni! L’opera d’arte digitale è stata venduta a 66.666,66 dollari su Nifty Gateways, ed è stata rivenduta poco dopo per 6 milioni di dollari!

Entusiasta dall’ esperienza, Beeple continua a sperimentare con gli NFT e a Dicembre 2020 mette in vendita altre opere. L’asta di fine anno è un successo, e in meno di 5 minuti ha guadagnato 500mila dollari!  

Un artista in erba, gli inizi di Beeple

Ma chi è stato Beeple prima di entrare nel mondo NFT e dell’arte digitale?Un artista classico, armato di pennelli e tela. Nonostante la sua formazione e i suoi inizi nel mondo dell’arte tradizionale, ha sempre detto di non capire nulla di arte o di teoria, e di non essere mai stato ispirato da nessun pittore classico o contemporaneo. 

Beeple considera come suo punto forte e peculiarità il fatto che non abbia preso ispirazione da nessuno. Le sue opere sono psichedeliche e quasi assurde. Chi le guarda si ritrova spesso spaesato e incuriosito dal significato nascosto della sua arte, o semplicemente perso nelle buffe caricature dei personaggi che sceglie di illustrare.

L’artista digitale NFT di Everydays, si è trasformato da surrealista ad avanguardista degli NFT e dell’arte digitale. Adesso è una delle personalità crypto più seguite al mondo ed è famoso anche in settori più mainstream. Il suo progetto Everydays continua senza sosta, e puoi seguirlo direttamente sul suo sito ufficiale.

Beeple è un artista in continua evoluzione

Ma chi è Beeple oggi? Non più “soltanto” un artista NFT. Nonostante sia riuscito ad arrivare al successo, l’autore di Everydays non ha smesso di assumere il suo antidoto contro la pigrizia. Nell’ultimo periodo, mentre continuava a produrre quotidianamente le sue “solite” opere d’arte, ha lanciato altri progetti di successo.

Durante il 2021 l’artista ha esposto per la prima volta dal vivo la sua prima scultura al museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. L’obiettivo di quest’opera, intitolata HUMAN ONE, era rappresentare i modi in cui le nuove tecnologie, in particolare i social network, influenzano il genere umano. Il successo è continuato in altri musei e gallerie del mondo come il Bass Museum of Art di Miami o la Jack Hanley Gallery di New York.

A Marzo poi Mike Winkelmann, in arte Beeple, ha inaugurato i suoi Studios a Charleston (Ohio). Beeple Studio è uno spazio dedicato agli artisti emergenti. Una galleria d’arte situata in una vastissima area industriale di 50mila metri quadrati dove è possibile apprezzare le opere d’arte dell’artista e dei membri della sua community. L’inaugurazione si è tenuta l’11 Marzo nel secondo anniversario della vendita dell’NFT Everydays ed è stata gestita da Christie’s, la casa d’aste che due anni fa ha consentito a Beeple di vendere il token non fungibile.

L’artista ha anche pubblicato un libro, contenente tutte le 5.000 opere della collezione e un’intervista in cui l’artista riflette su se stesso e sulla propria carriera, intitolato “Beeple everyday’s, the first 500 days”.

Chi è Beeple dunque? Non soltanto l’artista di Everydays, ma un eccentrico individuo pioniere dell’NFT art.

Come proteggersi dall’inflazione grazie a Bitcoin? L’analisi 

Come proteggersi dall’inflazione con Bitcoin

Una ricerca confronta Bitcoin e gli asset finanziari tradizionali nella lotta all’inflazione

Come proteggersi dall’inflazione? Una domanda lecita visto il recente andamento dei prezzi al consumo. Ebbene, Bitcoin risulta un’efficace copertura contro l’inflazione secondo una ricerca del 2022 pubblicata su Axioms, rivista accademica internazionale sostenuta dalla The European Society for Fuzzy Logic and Technology (EUSFLAT), International Fuzzy Systems Association (IFSA) e Union of Slovak Mathematicians and Physicists (JSMF)

In questo articolo spiegheremo che:

  • Bitcoin è l’asset che risponde meglio di altri beni rifugio sia in momenti di mercato stabili che turbolenti; 
  • L’acquisto ricorrente (o PAC) è la strategia migliore per entrare in un mercato (qualsiasi esso sia);
  • In Italia l’inflazione è aumentata nel 2023 e lo stipendio medio è diminuito. 

Proteggersi dall’inflazione? Bitcoin batte la concorrenza

Nel clima economico in cui viviamo, caratterizzato dall’aumento dei prezzi e dalla stagnazione degli stipendi, è lecito cercare di capire come proteggersi dall’inflazione. E quindi tutelare i propri risparmi. 

La ricerca dal titolo “Bitcoin e gli asset finanziari tradizionali fungono da copertura dell’inflazione in mercati stabili e turbolenti? Evidenze dai paesi ad alta adozione di criptovalute”, mette a confronto l’efficacia di diverse strategie e strumenti per combattere l’inflazione utilizzando come paesi campione quelli con un’elevata adozione di criptovalute

In sintesi quello che è emerso è che Bitcoin si protegge meglio dagli shock inflazionistici, rispetto ad altri asset tradizionali come azioni, oro e petrolio.

Su Young Platform con la funzionalità “Salvadanaio” puoi mettere da parte Bitcoin in automatico e con importo e frequenza a tua scelta.

Che cos’è l’inflazione? 

Nel chiedersi come proteggersi dall’inflazione vale la pena effettuare qualche precisazione concettuale. Con inflazione si intende l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi che acquistiamo quotidianamente, che porta ad una riduzione del potere d’acquisto del denaro. In altre parole, rispetto al passato con i nostri risparmi possiamo comprare meno cose. 

Ad esempio, negli Stati Uniti nel 1980 andare al cinema costava solo 2,89$, nel 2019 il prezzo medio di un biglietto è cresciuto a 9,16$! Quindi con una banconota da 10$ nel 1980 avremmo comprato 3 biglietti, ma oggi solo 1. 

Inflazione e stipendi in Italia oggi

Come ce la stiamo cavando oggi con l’inflazione? Recentemente l’ISTAT ha reso noto che nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti in media del 8,1%, segnando l’aumento più grande dal 1985. E purtroppo il futuro non sembra roseo: per il 2023 si prevede un’ulteriore crescita dell’inflazione pari al +5,1% rispetto all’anno scorso. 

Se ci aggiungiamo che la media degli stipendi in Italia è in calo da trent’anni, come si evince dal rapporto dell’Ocse (Organisation for Economic Co-operation and Development) forse è arrivato il momento di chiederci seriamente come combattere l’inflazione. 

Soluzioni contro l’inflazione 

Forse avrai sentito dire che una delle soluzioni più efficaci per rispondere all’aumento dei prezzi, è investire “sul mattone”. Per molto tempo il settore immobiliare è stato un approdo sicuro per i nostri risparmi, però non è sempre un’opzione percorribile da chi magari è più giovane e non ha molta liquidità. 

In ogni caso, quest’opzione ci ricorda che la cosa importante è difendere i propri risparmi convertendoli in un bene che sia più resiliente del denaro. Il cui valore si mantiene nel tempo, come ad esempio un bene rifugio. Questo perché mantenere i propri guadagni “sotto il materasso” non porta risultati sul lungo termine, dato che a causa dell’inflazione perdono gradualmente il loro valore.  

Gli investitori cercano di proteggere il loro denaro dall’inflazione acquistando beni che aumentano di valore quando i prezzi salgono, come le azioni di aziende che producono beni di prima necessità o materie prime. Altri esempi sono l’oro e il petrolio. Insomma in queste occasioni vale la regola: investire è meglio che risparmiare

Oltre l’oro e il petrolio: come proteggersi dall’inflazione con Bitcoin 

L’oro, le azioni e il petrolio sono davvero i soli modi per proteggersi dall’inflazione? C’è chi avanza l’ipotesi di affidarsi a Bitcoin, può funzionare come copertura? In un primo momento è difficile rispondere a questa domanda con sicurezza. Del resto Bitcoin è un asset nuovo, che va studiato a sé, in relazione al suo mercato di riferimento. 

L’analisi presentata dagli esperti di Axioms cerca di rispondere a questo dubbio. Vediamo i risultati. 

In primo luogo viene osservato che per valutare come un bene può proteggere dall’inflazione, vanno presi in considerazione diversi fattori. Come l’andamento dell’inflazione nel tempo e i territori nazionali studiati. Che nel caso di questa ricerca sono 10.  

In breve, ci sono alcuni asset che possono offrire una protezione nel breve-medio periodo, come Bitcoin, oro, azioni o petrolio. Per il lungo periodo le cose si complicano, i livelli di efficacia contro l’inflazione sono più eterogenei e non è facile trovare un asset migliore e definitivo.

Tuttavia, Bitcoin sembra essere un’opzione interessante per i paesi con un’elevata adozione di criptovalute. In momenti di maggiore turbolenza economica, Bitcoin è l’asset che staticamente risponde meglio alla flessione del mercato. Ma cosa significa tutto questo per gli investitori?

Per evitare l’inflazione, si dovrebbe considerare l’idea di sfruttare BTC per creare una copertura durante una flessione del mercato o nel momento in cui i prezzi degli asset rispondono all’inflazione più rapidamente.  

In secondo luogo, i risultati della ricerca mostrano che Bitcoin lo strumento di copertura dell’inflazione più efficace per la maggioranza dei paesi, sia in regimi economici stabili che turbolenti. Con un picco soprattutto nei paesi con economie meno resistenti. Questo potrebbe essere un vantaggio che ogni governo dovrebbe considerare quando sviluppa regolamenti sulle criptovalute.

Qual è la strategia migliore? 

Per proteggersi dall’inflazione non basta però scegliere l’asset giusto, questo va combinato a una strategia. Quella della regolarità

L’analisi condotta dalla Charles Schwab Corporation, società di investimenti americana che gestisce oltre 7 trilioni di dollari di patrimonio per i suoi clienti, confronta cinque profili di investitore e ne calcola le performance nell’arco di cinque anni, immaginando che ciascuno abbia $2.000 da investire ogni anno

Ecco il risultato: al primo posto c’è il trader che – per preparazione o fortuna – sceglie perfettamente il timing e compra nell’istante corretto. Seguono al secondo e terzo posto chi ogni anno ha investito in un’unica soluzione i $2.000 e chi lo ha spacchettato in 12 rate ed è entrato regolarmente ogni mese. Chiudono la classifica con i risultati peggiori chi ha comprato nel momento sbagliato – guidato dalla FOMO o per estrema sfortuna – e chi non ha fatto nulla e ha mantenuto la sua liquidità ferma sul conto. 

La buona notizia è che per i comuni mortali che non sono trader o non si sentono baciati dalla fortuna ci sono grandi possibilità di ottenere il massimo dai propri investimenti grazie alla regolarità. Ovvero comprando regolarmente un certo asset. Questa strategia si chiama acquisto ricorrente o (PAC). 

Restando ai termini dell’analisi, se avessimo comprato 25€ di Bitcoin una volta a settimana per 5 anni, ad oggi (Marzo 2023) avremmo €6.925 in Bitcoin ma con un valore in portafoglio di €15.803, ovevvero un guadagno netto di €8.800 (il +128%). 

Conclusioni 

In sintesi, chi sta cercando di capire come proteggersi dall’inflazione deve tenere a mente che nessun asset può offrire una protezione completa nel lungo periodo. Ma asset come Bitcoin possono essere una buona opzione nel breve-medio periodo. In ogni caso, è sempre importante fare attenzione alla selezione degli asset e alla tempistica degli investimenti.

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*Questo articolo è stato scritto sulla base di una ricerca pubblicata su Axioms, una rivista accademica internazionale, peer-reviewed, ad accesso aperto che tratta matematica, logica matematica e fisica matematica, pubblicata mensilmente online da MDPI. Aximos è sostenuta dalla The European Society for Fuzzy Logic and Technology (EUSFLAT), International Fuzzy Systems Association (IFSA) and Union of Slovak Mathematicians and Physicists (JSMF). Per leggere la ricerca completa, scarica il PDF a questo link.

Do Kwon è stato arrestato nel Montenegro. Le ultime notizie

Do Kwon: arrestato il fondatore di Terra? Le ultime news

Do Kwon ricercato da sei mesi è stato arrestato mentre cercava di lasciare il Montenegro. Le ultime news

Venerdì scorso con un tweet, Filip Adzic, ministro degli Interni del Montenegro, ha annunciato che il 23 marzo la polizia montenegrina ha arrestato Do Kwon, il fondatore di Terra (LUNA), la blockchain crollata nel 2022 con perdite per 40 miliardi. Ecco le ultime news sull’arresto di Do Kwon. 

Do Kwon arrestato. L’annuncio del ministro

Adzic su Twitter ha annunciato l’arresto di Do Kwon con queste parole: 

“la polizia montenegrina ha arrestato una persona sospettata di essere uno dei latitanti più ricercati, il cittadino sudcoreano Do Kwon, cofondatore e amministratore delegato di Terraform Labs con sede a Singapore”.

Il cittadino sudcoreano, che si sospettava essere Do Kwon, è stato trattenuto all’aeroporto di Podgorica, con documenti falsi. Poco dopo la sua identità è stata confermata grazie alle impronte digitali. 

Il fondatore di Terraform Labs, è ricercato dall’Interpol dal 2022. Dopo sei mesi di latitanza e la pubblicazione dell’“avviso rosso” dell’Interpol, emesso il 26 Settembre dello scorso anno, Do Kwon è stato fermato mentre cercava di lasciare il Montenegro verso Dubai. I media hanno riferito che sono stati sequestrati un passaporto falso del Costa Rica, un passaporto contraffatto del Belgio e una patente di guida hawaiana. Do Kwon è stato arrestato insieme all’amministratore delegato di Chai Corporation, Han Chang-Joon

Arresto Do Kwon: cosa succede ora 

Con la conferma dell’arresto di Do Kwon, in molti si sono chiesti quali saranno i prossimi passi. La situazione è delicata perché l’amministratore delegato di Terraform Labs ha accuse in diversi paesi ovvero gli Stati Uniti (Tribunale Federale di New York e SEC), Corea del Sud e Singapore. 

Una delle ipotesi è l’estradizione verso i paesi che hanno rilasciato i mandati di arresto, ma il Montenegro non ha accordi né con la Corea del Sud né con gli Stati Uniti. In alternativa Do Kwon potrebbe essere prima processato per contraffazione di documenti nello stato in cui è stato fermato. 

Il team di Do Kwon si è già messo in moto con un ricorso. Infatti nonostante il sistema giuridico del Montenegro consenta di trattenere i sospettati per al massimo 72 ore, un tribunale ha accettato di estendere il suo periodo di detenzione fino a un mese. Il ricercato inoltre sostiene che i suoi diritti non siano stati rispettati perché non ha avuto un interprete coreano

Do Kwon nello specifico è indagato per frode in titoli, frode in materie prime e frode telematica, per un totale di otto capi d’accusa. La SEC sostiene che l’imprenditore non ha “fornito al pubblico informazioni complete, corrette e veritiere come richiesto per una serie di titoli di asset crypto”.

L’arresto di Do Kwon avviene dopo mesi in cui si è sempre difeso dicendo di non essere in fuga ma di non voler far conoscere la sua posizione, e che le accuse coreane sono solo di stampo politico. 

ll crollo di Deutsche Bank spiegato: cosa è successo?

Crollo Deutsche Bank: cosa è successo davvero? Le ultime news

Cos’è successo a Deutsche Bank? Perché le azioni sono crollate? 

Il crollo delle azioni Deutsche Bank ha nuovamente puntato i riflettori sulla crisi che pare stiano attraversando attualmente gli istituti bancari. Il titolo dell’istituto tedesco venerdì 24 ha toccato un minimo che non si vedeva dal periodo della pandemia, perdendo il 14%, per poi chiudere a -8,5%. Cos’è successo? Vediamo le news sul crollo di Deutsche Bank e delle sue azioni.

Azioni Deutsche Bank: perché il crollo?

Per capire perché le azioni Deutsche Bank sono crollate, bisogna essere familiari con il concetto di Credit Default Swap (CDS)

Si tratta di strumenti finanziari derivati usati dagli investitori per proteggersi da eventuali fallimenti di banche o aziende. In poche parole un CDS viene acquistato come un’assicurazione contro l’insolvenza di un ente, ma viene anche usato per “scommettere” sul suo fallimento. 

Venerdì il valore dei CDS di Deutsche Bank è cresciuto vertiginosamente fino a raggiungere il massimo da inizio 2019 (500 punti base), in altre parole sono aumentate le persone che scommettono sul fallimento della banca. Questo segnale ha portato al crollo delle azioni Deutsche Bank.  

Le cause della crisi di fiducia

L’aumento del valore del CDS e il conseguente crollo delle azioni Deutsche Bank, sono associati a una perdita di sfiducia nell’istituto. Dopo la notizia che Credit Suisse ha deciso di cancellare le sue obbligazioni AT1 per 17 miliardi di dollari, il panico è arrivato nel mercato e in molti si sono chiesti quale potesse essere la prossima banca nell’occhio del ciclone. A quanto pare la scelta è caduta su Deutsche Bank, ma non a caso. 

La settimana scorsa, due piccole banche tedesche, Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank, hanno annunciato che non avrebbero rimborsato le loro obbligazioni. Alcuni hedge fund statunitensi hanno intuito che questa mossa avrebbe spaventato il mercato e intaccato l’istituto di Christian Sewing, così hanno sia venduto allo scoperto le loro azioni Deutsche Bank, sia acquistato i suoi CDS, il cui prezzo è aumentato. 

Il crollo di Deutsche Bank commentato dalla BCE

Dopo il crollo delle azioni Deutsche Bank, per calmare le acque l’istituto ha annunciato il rimborso anticipato di un bond Tier 2 da 1,5 miliardi che era in scadenza nel 2028. Una scelta portata avanti per dimostrare il proprio stato di salute finanziaria e la capacità di fornire liquidità. 

Il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha assicurato: “il sistema bancario dell’Ue è robusto e sicuro, possiede le strutture di controllo necessarie, e grazie al lavoro degli anni passati, le banche sono in una posizione più robusta e resiliente. Inoltre Deutsche Bank è una banca molto redditizia, non c’è motivo di preoccuparsi.” 

Anche la presidente della BCE ha commentato il crollo delle azioni Deutsche Bank: “il settore bancario della zona euro è resiliente perché ha posizioni solide in termini di capitale e liquidità”. Christine Lagarde aveva già rassicurato di questo durante la conferenza stampa post riunione di politica monetaria del 16 Marzo. Nel mezzo delle prime avvisaglie di crisi di Credit Suisse e del fallimento delle banche statunitensi SVB e Signature

Deutsche Bank non ha ancora commentato la faccenda, nel frattempo il rendimento dei suoi bond convertibili At1 (gli stessi che sono stati annullati da Credit Suisse), è incrementato del 24%. Un ulteriore segno della sfiducia nei confronti dell’istituto tedesco. Il crollo delle azioni Deutsche Bank potrebbe essere solo sintomo di una paura collettiva, piuttosto che giustificato da qualche motivo sostanziale?  

Riunione Fed Marzo 2023: cosa è successo oltre al rialzo dei tassi?

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Powell sceglie la stabilità dei prezzi, la riunione Fed di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Cosa è successo?

Durante la riunione Fed di Marzo in calendario martedì e mercoledì sono state prese delle scelte difficili. Nonostante il sistema bancario e finanziario statunitense si trovi in una situazione delicata dopo la crisi di SVB, Signature e Silvergate, la Banca Centrale ha deciso comunque di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, ovvero di un quarto di punto percentuale. 

Riunione Fed Marzo 2023: nuovo aumento dei tassi di interesse 

Durante la riunione Fed del 21 e 22 Marzo è arrivato l’atteso rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse. Il tasso di riferimento federale ora si trova tra il 4,75% e il 5%. Questo incremento è stato il nono consecutivo, ed è il più alto dal 2006. La Federal Reserve continua quindi la sua politica monetaria hawkish, che a molti ricorda quella attuata negli anni ‘80 per combattere l’inflazione

Powell ha riconosciuto che nonostante i recenti avvenimenti nel sistema bancario porteranno a un inasprimento delle condizioni di credito, il taglio dei tassi di interesse non rientra nella politica del FOMC per il 2023. Insomma non sono previste pause per i rialzi. 

In altre parole, in sede di riunione la Fed ha scelto di rimanere focalizzata sulla stabilità dei prezzi, continuando a far salire i tassi di interesse e tenendo conto del rischio di ulteriori difficoltà per gli istituiti bancari. La Federal Reserve comunque ha istituito un fondo per la liquidità garantendo di risarcire i depositanti delle banche fallite in questo periodo. Powell si è dimostrato fiducioso sulla solidità delle banche degli Stati Uniti

Questa decisione è stata giustificata così: “i recenti sviluppi potrebbero determinare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”. 

Nonostante tutto, infatti, la principale sfida della Federal Reserve rimane la lotta all’inflazione per mantenerla al 2%

Durante la riunione Fed di Marzo è stato anche reso noto il grafico Dot Plot, che mostra le posizioni dei singoli membri del FOMC sul futuro dei tassi di interesse sul breve, medio e lungo termine. 

Le proiezioni indicano un picco del 5,1%, lo stesso indicato lo scorso Dicembre. Questo ci dice che la maggior parte dei funzionari (7 su 18) si aspetta per il futuro ulteriori aumenti dei tassi di interesse. 

Riunione Fed Marzo 2023: focus su crescita, inflazione e disoccupazione

Oltre alla decisione sui tassi di interesse, i funzionari della Fed nella riunione di marzo hanno aggiornato anche le loro proiezioni sull’economia statunitense. Sono state aumentate leggermente le aspettative sull’inflazione, che per quest’anno ci si aspetta essere al 3,3%. A Dicembre questa previsione era del 3,1%. 

La view sul tasso di disoccupazione è stata abbassata al 4,5%, mentre le prospettive per il PIL sono scese allo 0,4%.

L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali, uno degli indicatori di inflazione preferiti dalla Fed, è aumentato dello 0,6% rispetto a Gennaio ed è cresciuto del 5,4% rispetto a un anno fa se si escludono gli alimenti e l’energia.

A una settimana di distanza dal rialzo dei tassi di interessi della BCE, è arrivato anche quello della Banca Centrale degli Stati Uniti. La riunione della Fed di Marzo 2023 porterà caos nei mercati finanziari? Di sicuro l’aumento dei tassi di interesse ha delle conseguenze non solo per le banche ma anche per i consumatori. 

Gautam Adani: lo scandalo finanziario del terzo uomo più ricco al mondo

Gautam Adani e il crollo di Adani Group: cos’è successo?

In pochi giorni il miliardario Gautam Adani ha perso una buona parte del suo patrimonio. Cos’è successo ad Adani Group? 

Il crollo di Adani Group è stato un duro colpo per l’economia indiana. In pochi giorni l’impero del miliardario Gautam Adani ha perso quote importanti, stimate intorno ai 100 miliardi di dollari. 

Adani Group: il crollo e lo scandalo finanziario

A scatenare il crollo di Adani Group sono state le gravi accuse avanzate dalla società statunitense Hindenburg Research. Il 24 Gennaio 2023 il colosso indiano è stato accusato di uso di paradisi fiscali, frode fiscale, manipolazione del valore delle azioni e di debito insostenibile. Hindenburg ha posto l’accento soprattutto  sull’elevato debito. 

Il direttore finanziario di Adani Group, Jugeshinder Singh, ha definito il report di Hindenburg una “maliziosa combinazione di disinformazione selettiva e di accuse stantie, infondate e screditate”. Singh ha affermato che l’azienda ha sempre rispettato tutte le leggi e ha avanzato l’ipotesi che le accuse avessero uno scopo subdolo. 

Singh faceva riferimento all’imminente IPO (Initial Public Offering) di Adani Enterprise, il ramo di punta del gruppo, che il 27 Gennaio sarebbe stata quotata in borsa con l’obiettivo di raccogliere 2,5 miliardi di dollari. Secondo il direttore finanziario, Hindenburg si sarebbe esposta in un momento cruciale, giusto in tempo per bloccare l’IPO. Cosa che è effettivamente successa, l’entrata in borsa di Enterprise è stata annullata segnando l’apice del crollo di Adani Group. 

Le accuse di Hindenburg hanno avuto effetti immediati. Le sette società del gruppo già quotate in borsa in un giorno hanno  perso un totale di 10,73 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Così come il patrimonio personale di Gautam Adani è passato da 126,4 a 120 miliardi di dollari. Inoltre moltissimi investitori hanno abbandonato Adani Group.

Infine l’autorità di regolamentazione del mercato indiano, la Securities and Exchange Board of India (SEBI) ha iniziato un’indagine (ancora in corso) per confermare o smentire la validità delle accuse mosse. 

Adani Group vs Hindenburg Research

Nelle fasi iniziali di questa faccenda, Adani Group ha fatto intendere che avrebbe intrapreso un’azione legale contro Hindenburg. Che a sua volta ha commentato su Twitter che “per quanto riguarda le minacce di azioni legali da parte della società, per essere chiari, le accoglieremo con piacere. Sosteniamo pienamente il nostro report e crediamo che qualsiasi azione legale intrapresa contro di noi sarebbe priva di merito”.

Chi c’è dietro a Hindenburg?

Hindenburg Research è una società di ricerca finanziaria forense che analizza azioni, credito e derivati, fondata nel 2017 da Nathan Anderson. Sul suo sito web, Hindenburg afferma di cercare “disastri provocati dall’uomo”, come irregolarità contabili, cattiva gestione e transazioni sospette. E su Twitter specifica “scoppiamo bolle dove le vediamo”. 

Il suo nome deriva dal disastro del dirigibile Hindenburg che nel 1937 prese fuoco mentre volava verso il New Jersey. 

Dopo aver individuato potenziali illeciti, Hindenburg pubblica un report che spiega il caso e scommette contro la società presa di mira, sperando di ottenere un profitto. Secondo il suo sito web, dal 2017 Hindenburg ha segnalato almeno 16 aziende

Gautam Adani, chi è il miliardario indiano

Prima del crollo di Adani Group, Gautam era la terza persona più ricca del mondo. Secondo Forbes, ora è alla posizione 32° di questa classifica. 

L’imprenditore, originario del Gujarat nell’India occidentale, ha costruito il suo impero da zero dopo aver iniziato la sua carriera come commerciante di materie prime. Nasce il 24 Giugno 1962 in una famiglia numerosa, composta dal padre rivenditore di tessuti, la madre e sette fratelli.

Dopo la scuola dell’obbligo, Adani si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Gujarat che però abbandona dopo due anni. A quel punto si trasferisce a Mumbai con poco più di cento dollari in tasca, dove inizia a lavorare come selezionatore di diamanti per Mahendra Brothers. Dopo tre anni di gavetta, apre la sua azienda nel settore dei diamanti ma la vera svolta arriva quando il fratello maggiore chiede il suo aiuto per gestire un importante carico di plastica che aveva acquistato. Da lì inizia la sua carriera nel campo delle materie prime che lo porterà a fondare Adani Group nel 1988. 

Non è la prima volta che Gautam finisce al centro di uno scandalo. È un personaggio al centro dell’attenzione soprattutto per la sua relazione di amicizia con Narendra Modi, il primo ministro indiano. Quest’ultimo, in quanto sostenitore di Adani, si è trovato in difficoltà di fronte alle accuse di Hindenburg. Per questo la questione ha preso anche una piega politica.  

La più recente controversia che ha travolto Adani riguarda la protesta di alcuni pescatori contro la costruzione di un porto da 900 milioni di dollari nel Kerala, nel sud dell’India. 

Inoltre in Australia, gli attivisti ambientalisti hanno protestato per anni contro il progetto della miniera di carbone Carmichael di Adani nel Queensland, per le emissioni di carbonio e i danni alla Grande barriera corallina.

Adani Group: cosa fa? 

Adani Group è un conglomerato, ovvero una società che opera in diversi settori tramite distinte filiali. L’azienda è stata fondata nel 1988 e ha sede a Ahmedabad, nello stato indiano del Gujarat. L’azienda opera in diversi settori, tra cui l’energia, i trasporti, l’agricoltura, la logistica e i servizi pubblici. Alcuni rami del gruppo sono il già citato, Adani Enterprise, Green Energy, Power, Ports & SEZ.

Il gruppo è uno dei principali produttori privati di energia elettrica in India, con una capacità di generazione di energia rinnovabile di oltre 18.000 MW. 

La sua crescita è stata grande e notevole nel tempo grazie a una strategia di diversificazione e acquisizioni. Ha una presenza globale e opera anche in Australia. Emirati Arabi Uniti, Bangladesh e Myanmar. 

A Novembre 2022 era il secondo conglomerato per dimensioni in India. 

Ma l’azienda non ha solo interessi industriali, la società possiede anche diverse squadre sportive come i Gujarat Giants della Pro Kabaddi League e i Gulf Giants della Lega di Cricket.  

Delle semplici accuse, che non sono state ancora confermate, hanno portato all’improvviso crollo di Adani Group. Non si tratta tuttavia di un’uscita di scena definitiva o di un fallimento. Finché le indagini non sono concluse per il miliardario indiano Gautam Adani, la partita è ancora aperta. 

Metaverse Fashion Week 2023: tutti i brand e le cose da sapere

Metaverse Fashion Week 2023: tutte le cose da sapere

La Metaverse Fashion Week del 2023 è in arrivo. Quali brand di alta moda sfileranno a Decentraland? 

La Metaverse Fashion Week 2023 di Decentraland è alle porte! Secondo uno studio di Gartner del 7 Febbraio del 2022, nel 2026 il 25% della popolazione globale passerà almeno un’ora al giorno nel Metaverso “per lavoro, per lo shopping, l’educazione, le interazioni sociali e l’intrattenimento”. Considerato che al 2026 mancano solo 3 anni, si può dire che questo mondo virtuale presto farà parte della nostra quotidianità. Il settore della moda sembra quello più avanzato per quanto riguarda questa nuova tecnologia e dal 28 al 31 Marzo 2023 si svolgerà la seconda Metaverse Fashion Week della storia. 

Il Metaverso scelto per l’occasione è nuovamente Decentraland (MANA) che ha già ospitato l’edizione del 2022. Il tema di quest’anno mescola tradizione ed innovazione, grazie alle collaborazioni tra stilisti di nuova generazione e marchi di moda storicamente affermati. Scopri tutte le informazioni sull’evento e i brand che saranno ospiti alla Metaverse Fashion Week 2023!

Metaverse Fashion Week 2023: come accedere

La Metaverse Fashion Week è nata per far sperimentare al pubblico la moda sotto diversi punti di vista e per renderla accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Per entrare nel metaverso di Decentraland e quindi partecipare agli eventi di questa settimana della moda è sufficiente collegare il proprio crypto wallet oppure visitare il mondo virtuale in modalità “ospite”. Decentraland ha già fornito le coordinate di tutte le zone in cui si svolgeranno gli eventi e con un semplice click (“jump in”) sarà possibile raggiungere afterparty, negozi digitali, sfilate e conferenze organizzate da tantissimi brand. 

Il calendario della Metaverse Fashion Week 2023

Qui di seguito puoi trovare una selezione degli eventi dell’attesa settimana della moda virtuale di Decentraland 

28 Marzo 

  • 00:00 UTC, Fashion District: evento di apertura della Metaverse Fashion Week 2023 – DJ Set di “KDS” e discussione sul futuro della moda nel metaverso;
  • 14:14 UTC, Genesis Plaza: “CRISTÓBAL BALENCIAGA: NEW CODE” – Gli abiti da sera di alta moda ispirati dai disegni di Cristòbal Balenciaga;
  • 14:14 UTC, Decentraland Sud, Neo Plaza: “ META FASHION HOUSE IN THE NEO PLAZA FEATURING 3DMETADRESS” – La presentazione in realtà aumentata dell’abbigliamento digitale che verrà prodotto fisicamente per la NFT Week di New York 2023;
  • 18:18 UTC, Genesis Plaza: “HAUS OF FUEGO FASHION SHOW!” – La sfilata degli avatar di Nikki Fuego, ispirati dalla cultura cyberpunk e high tech.

29 Marzo

  • 00:00 UTC, Distretto di Adjacent: “THE TRAVELER PARKA” CO-CREATION @SAKOASKO AND @KAFTANCREADOR” – Il secondo giorno della Metaverse Fashion Week 2023 si aprirà con un evento dedicato agli artisti latinoamericani del metaverso;
  • 21:21 UTC, Binary Code Building: “FASHION SPACES: MERCURY DASHA X RENOVI STUDIOS” – La sfilata della collezione “urban-luxe” nata dalla collaborazione tra i due brand (Mercury Dasha e Renovi Studio);
  • 22:22 UTC, Valhalla: “METAVERSE FASHION WEEK BY DECENTRALAND (MVFW) AFTER PARTY” – Un concerto in cui si esibiranno vari musicisti della community di Decentraland.

30 Marzo

  • UTC, Uniquely.io Land: “METAVERSE FASHION WEEK MEETING BY UNIQLY.IO & PUNKSCLUB” – Dibattito sulla relazione tra moda e NFT seguito da un DJ Set;
  • 16:16 UTC, The Crypto Valley “NTR1-META” – Una festa nel metaverso organizzata dall’omonimo brand di sneakers digitali;

31 Marzo

  • 21:21 UTC, Dlan Holding 004: “DKNY.3 X MVFW23 CLOSING NIGHT PARTY” – Il party di chiusura della Metaverse Fashion Week 2023

Questo calendario è generico e non presenta gli eventi organizzati dai brand più famosi, questi hanno le loro LAND personalizzate in cui andranno in scena i rispettivi programmi. Ma chi fra questi grandi marchi ha deciso di partecipare?

Dolce e Gabbana

Tra i brand che hanno già sfilato a Decentraland durante la Metaverse Fashion Week 2022 c’è anche Dolce e Gabbana. Il viaggio nel Metaverso di D&G è cominciato nel 2021 e dopo varie collezioni di NFT che hanno ampliato le potenzialità artistiche e artigianali del brand, ha organizzato la sua sfilata a Decentraland. Durante l’edizione del 2023 lo storico brand italiano presenterà una selezione delle opere vincitrici del concorso Future Reward. I design sono stati scelti da Domenico Dolce e Stefano Gabbana in persona e sono tutti digital wearables (capi di abbigliamento digitale).

Tommy Hilfiger

Tommy Hilfiger ha aperto il suo negozio digitale nel Boson Portal District durante il 2022 ed è alla seconda apparizione alla Metaverse Fashion Week. L’anno scorso gli utenti hanno potuto comprare alcuni prodotti in edizione limitata della collezione Spring 2022 in formato NFT e farli indossare dai propri avatar. Per l’evento del 2023 verranno rilasciati ogni giorno nuovi capi di abbigliamento digitali disegnati dall’intelligenza artificiale e una sfida tra la community di aspiranti designer che parteciperanno all’evento. Il vincitore verrà selezionato da Tommy Hilfiger in persona!

Adidas

Alla Metaverse Fashion Week 2023 Adidas presenterà la collezione “adidas virtual gear“, una raccolta di indumenti ispirati allo stile cyberpunk e high tech che verranno prodotti sia in versione fisica che digitale. Tra questi c’è anche un personal flotation device, un giubbotto di salvataggio costruito per lo spazio.

Clarks

Il marchio britannico di calzature sarà presente alla Metaverse Fashion Week 2023 con la sua area dedicata chiamata “Clarks Arcade” – in parte un luna park e in parte una discoteca. All’interno di questo spazio si potranno provare dei videogiochi a tema Clarks e competere con altri utenti a delle gare di ballo. Non è la prima esperienza nel Metaverso per il brand di scarpe, che era già approdato su Roblox a Maggio del 2022 per presentare la sua sneaker per ragazzi, “Cica”.

La Decentraland Fashion Week del 2022

La Metaverse Fashion Week 2023 che si terrà dal 28 al 31 marzo è la seconda edizione di sempre; la prima è stata l’anno scorso ed è stata molto apprezzata dalla community e dai brand. Tra gli eventi principali dell’anno passato, oltre a quelli già citati di Dolce e Gabbana e Tommy Hilfiger, c’è stato quello di Philipp Plein. Il brand tedesco ha presentato il suo spazio su Decentraland, la Plein Plaza, nella quale ha esposto le opere del Museo delle Arti NFT (M.O.N.A).

Anche l’evento di Etro è stato un successo. Il motivo “liquid paisley” reinterpretato dal marchio in maniera contemporanea e presentato alla Metaverse Fashion Week 2022 è tornato di moda anche nel mondo reale (IRL). Mentre l’evento di Hogan ha avuto come ospite Bob Sinclar che ha suonato all’after party.

Perché una Fashion Week nel Metaverso?

I brand che hanno partecipato lo scorso anno e parteciperanno alla Metaverse Fashion Week 2023, presentando le loro collezioni online, hanno fatto una scelta significativa che ricade in primo luogo sulla percezione di innovazione della casa di moda stessa. Il potenziale degli eventi nel mondo virtuale sta nel contatto con i consumatori più giovani, la Gen Z o l’ancora più in erba Gen Alpha, sempre più interessati ad acquistare beni digitali

In secondo luogo, partecipare a eventi nel Metaverso per i brand è un modo per sperimentare, testare le tendenze e dare valore ai propri prodotti che grazie alla blockchain sono tutelati dal punto di vista dei diritti d’autore. 

D’altro canto, come ha ribadito Sam Hamilton, direttore creativo della Decentraland Foundation e co-organizzatore della Metaverse Fashion Week 2023: “la moda e l’alta moda non sono nuove al Metaverso. Decentraland è stata all’avanguardia nella moda digitale, richiesta fin dal lancio degli indossabili (token) nel 2020. Da quel momento, i creatori hanno lavorato sui limiti tecnici e stilistici di questi digital wearables ed hanno creato un’economia in piena espansione”.

Polygon zkEVM: arriva la mainnet beta. La novità tech più attesa dell’anno

Polygon zkEVM: arriva la mainnet beta. Cosa serve sapere?

Tutto quello che devi sapere su Polygon zkEVM, il Layer 2 di Ethereum che sfrutta la tecnologia zero-knowledge

Abbiamo una data: il 27 Marzo arriva la mainnet beta di Polygon zkEVM. Il team della blockchain di MATIC il 20 Luglio 2022 aveva annunciato lo sviluppo di un’innovativa soluzione di scalabilità per Ethereum (Layer 2), capace di migliorare le performance dell’intero settore. È nata così la Polygon zkEVM che unisce la tecnologia zero-knowledge (ZK) e la compatibilità con l’Ethereum Virtual Machine

Il progetto è diventato la novità tech più attesa negli ultimi mesi, tanto che il 2023 è stato ribattezzato l’anno del “zero-knowledge”.  

Ora che la data della mainnet beta si avvicina, ecco tutto quello che devi sapere su Polygon zkEVM, l’ultima novità per la scalabilità di Ethereum!

Polygon zkEVM: la blockchain punta tutto sul zero-knowledge

Per Ethereum non c’è sfida più urgente della scalabilità. La crescente quantità di dapp e servizi DeFi che utilizzano il suo network ne stanno mettendo alla prova l’efficienza. Le transazioni da elaborare aumentano giorno dopo giorno e secondo Polygon, la soluzione più promettente per affrontare questa sfida sono i Layer 2 basati sulla tecnologia zero-knowledge. Che permette di processare tantissime transazioni insieme e a costi ridotti. 

Una tipologia di Layer 2 derivati da questa tecnologia sono i rollup. Questi aggregano off chain una serie di transazioni in un “rollup” (come un pacchetto) che viene trasferito sulla blockchain Layer 1 di riferimento con una sola e unica prova di validità per tutte le transazioni (zero-knowledge proof). In altre parole, le transazioni non vengono verificate una per una, trasferendo su Ethereum una grande mole di dati. Viene tutto ridotto a un singolo passaggio.

Cosa che rende più leggera la finalizzazione delle transazioni e la mole di dati che finiscono su blockchain. I rollup di Polygon zkEVM permettono delle transazioni istantanee a differenza di altre tipologie come gli optimistic rollup, scelti come soluzione di scalabilità da protocolli come Arbitrum e Optimistic

Rollup zero-knowledge: pro e contro

Per quanto promettente, quella degli zk rollup è una tecnologia poco utilizzata come soluzione di scalabilità per Ethereum. In generale questi richiedono molto tempo per essere sviluppati e sono costosi da integrare. Ma soprattutto, nella maggior parte dei casi, non sono compatibili con l’Ethereum Virtual Machine e quindi non sono interoperabili con Ethereum

La compatibilità è fondamentale perché permette ai diversi progetti di essere uniformati e intercambiabili tra di loro, facilitando lo scambio di informazioni e di valore

Polygon ha deciso di lavorare proprio su questo punto debole dei zk rollup: “sapevamo che Ethereum ha bisogno di scalare. Sapevamo che le zero-knowledge proof sono il modo migliore per farlo. Sappiamo che la compatibilità con l’EVM è l’ingrediente segreto che avrebbe favorito sia sviluppatori che utenti. Così abbiamo costruito Polygon zkEVM”. 

La mainnet beta di Polygon zkEVM che andrà online il 27 Marzo è dunque una soluzione Layer 2 zero-knowledge per la scalabilità di Ethereum, completamente compatibile con l’EVM. 

Polygon zkEVM: perché è davvero una novità

Zk rollup sì, ma compatibili con Ethereum. Questo è il progetto di Polygon che finalmente è realtà! In sostanza non essere compatibili con l’EVM è un grande svantaggio, significa non poter usare lo stesso linguaggio di programmazione di Ethereum (Solidity), il suo codice o gli strumenti di sviluppo. Il problema degli zk rollup è quindi di usabilità. 

Polygon zkEVM tuttavia è un Layer 2 che può essere utilizzato esattamente come se fosse Ethereum. Sviluppatori e utenti possono trovare la stessa sicurezza e decentralizzazione del network di ETH ma più velocità e più convenienza. 

Polygon zkEVM: cosa cambia ora per la blockchain

Per riassumere, i vantaggi di Polygon zkEVM sono: 

  • Più scalabilità e sicurezza per il network;
  • Costi più bassi per l’elaborazione delle transazioni;
  • Tempi di finalizzazione delle transazioni più rapide;
  • Compatibilità con Ethereum, la piattaforma di smart contract più utilizzata.

Cosa cambia quindi con l’arrivo della mainnet beta di Polygon zkEVM? La prima conseguenza immediata secondo il team del progetto è che il costo delle fee delle transazioni su Layer 1 (quindi su Polygon stessa) diminuirà del 90%

Inoltre grazie alla piena compatibilità con l’EVM, gli sviluppatori del Web3 che vogliono migliorare la performance delle proprie dapp costruite su Ethereum possono semplicemente trasferire l’esecuzione degli smart contract già esistenti sul Layer 2

Polygon zkEVM: le prime applicazioni

Il team di Polygon ha spiegato che le principali applicazioni di Polygon zkEVM saranno nel campo delle dapp della finanza decentralizzata, degli NFT, del gaming su blockchain e dei pagamenti. 

Uno dei primi progetti ad aver scelto proprio la Polygon zkEVM per scalare le sue attività è ImmutableX, la blockchain dedicata al crypto gaming che fin dalla sua fondazione ha sempre usato gli zk rollup.  

All’inizio del mese Polygon ha presentato un nuovo prodotto costruito sulla sua zkEVM: Polygon ID. Si tratta di una servizio per verificare la propria identità digitale, in cui gli utenti possono registrare tramite smart contract delle credenziali in un wallet. Il titolare di un bar ad esempio potrebbe verificare la maggiore età di un cliente anche senza documenti. O gli sviluppatori potrebbero costruire soluzioni decentralizzate per il KYC

Dopo il lancio della mainnet beta di Polygon zkEVM il 27 Marzo, vedremo ulteriori applicazioni della nuova soluzione di scalabilità. Che ha tutte le carte in regola per stabilire nuovi standard tech per la blockchain e il suo sviluppo. 

10 artisti NFT italiani che forse non conosci

NFT italiani: 10 artisti da conoscere assolutamente

Il Belpaese è da sempre patria d’arte, ma come si posiziona nel settore delle opere digitali? Scopri 10 artisti NFT italiani e le loro creazioni più famose

Conosci i 10 artisti NFT italiani più famosi, che hanno esposto e venduto le loro opere in tutto il mondo? Si sa, l’Italia è la patria dell’arte ed è arrivato il momento di creare vicino al Colosseo e agli Uffizi, uno spazio per gli NFT. Alla nostra professoressa di Arte delle medie probabilmente starà venendo un infartino, eppure la digital art si sta diffondendo nel nostro paese. E del resto all’inizio nemmeno su Van Gogh scommetteva nessuno. 

1. Giuseppe Lo Schiavo

L’opera più famosa di Giuseppe Lo Schiavo è Tecnogenica, venduta su SuperRare per 15,9 Ethereum (ETH). Si tratta di  un cortometraggio che raffigura uno spettacolo teatrale interpretato da umanoidi (robot), un albero e un mammut. Quest’opera racconta l’importanza del dialogo tra natura e tecnologia, tra passato e futuro. La colonna sonora è stata prodotta da un’intelligenza artificiale che si è ispirata alla voce di una cantante lirica. Un’altra opera di Lo Schiavo che ha avuto successo è Robotica, che rappresenta le diverse interazioni tra esseri umani. Prima fra tutti la sinergia: gli uomini sono come un unico organismo che si muove, agisce e sopravvive. Questo video di 58 secondi ha richiesto più di due mesi di produzione, più di 200 computer e più di 2000 frame in 4K. 

2. Catelloo

Nella lista degli artisti NFT italiani più famosi come non citare Catelloo. Le sue opere più note sono: Regards.asimov venduta per 28.000 dollari in ETH e Complecance per 9.9 ETH. Dopo una laurea all’accademia delle belle arti, questo artista ha lavorato per dare forma al suo stile. Oggi il suo tocco si riconosce dal desiderio di nascondere i volti e le espressioni facciali per esprimere emozioni solo attraverso forme, colori e luci.  

3. Giovanni Motta

Tra gli artisti italiani di NFT più famosi troviamo anche Giovanni Motta. Il personaggio chiave del suo lavoro è Jonny Boy, un ragazzino che rappresenta il bambino interiore che c’è in ognuno di noi. Il fanciullino, per dirla alla Pascoli! Motta usa Photoshop e Cinema 4D ma il suo punto di partenza è sempre il disegno. Le opere di Giovanni Motta hanno avuto un notevole successo su Super Rare, un NFT marketplace dedicato agli artisti. L’NFT Metaborg – Fight to survive è stato venduto per 24 ETH (circa 70.000$) mentre Divine Chakra per 13 ETH (circa 60.000$).

4. Hackatao

Hackatao è un progetto artistico di due artisti italiani, un uomo e una donna. Nel loro movimento artistico il focus è sulla collaborazione e le relazioni, lo descrivono come trasparente e partecipativo. Ma soprattutto decentralizzato grazie alla blockchain. L’arte pop del secolo? Per loro è la crypto art.  

Il duo di artisti NFT italiani ha avuto molto successo; la loro opera più famosa BEYOND THE VOID, che si ispira all’arte di Lucio Fontana è stata venduta per 100 ETH (circa 360.000$).   Quest’opera è stata acquistata da Poseidon DAO, un’organizzazione autonoma decentralizzata che investe nel settore e supporta gli artisti emergenti dal 2015. Una curiosità? L’avatar di Poseidon DAO su SuperRare è una Bored Ape.

5. Annibale Siconolfi

Annibale Siconolfi è un giovane artista e architetto che realizza complesse opere in 3D di città distopiche e paesaggi futuristici. Un mix tra fantascienza e architettura contemporanea. Invece di affidarsi a SuperRare come la maggior parte degli artisti NFT italiani più famosi, Siconolfi vende le sue opere su Nifty Giveaways. Ad oggi l’architetto digitale ha rilasciato quattro diverse collezioni NFT, il cui floor price (il prezzo minimo a cui è possibile acquistarle) è di circa 1 ETH.

6. Giusy Amoroso

Giusy Amoroso è un’artista digitale a tutto tondo. Utilizza infatti tutte le tecnologie esistenti per la scultura digitale e si dedica a rappresentare la natura e i suoi dettagli, in rapporto agli ambienti e alle comunità umane. Un esempio? Exoskeleton – The origin: un NFT che mette in scena la trasformazione del corpo umano in una realtà tecnologica. L’artista digitale, durante il 2022, ha lanciato una collezione NFT su OpenSea: PolyPixos, che raffigura la specie aliena che abita il Polyverse, un universo di fantasia.

7. Skygolpe

Skygolpe da street a digital artist! Si reputa un grande fan dalle criptovalute perché arricchiscono il mondo dell’arte di possibilità completamente nuove. Ha realizzato il suo primo NFT nel 2020 che è andato subito sold out. Skygolpe è uno degli artisti NFT italiani più attivi, ha prodotto nel corso della sua carriera più di 1.000 NFT. Il valore totale di queste opere, secondo il sito cryptoart.io, si aggira attorno ai 5 milioni di dollari. 

8. Fabio Catapano

Fabio Catapano è un artista italiano, originario di Napoli, che vive a Londra. I suoi NFT rappresentano il punto di incontro tra società, tecnologia e natura. Fin da piccolo sperimenta con il digitale, ora per creare i suoi lavori usa sistemi computazionali. 

9. Paola Pinna 

Tra i 10 artisti NFT italiani più famosi c’è anche Paola Pinna, che ha di recente collaborato con Adidas alla produzione di oggetti di digital fashion. L’artista è anche co-fondatrice di Metaeden, una collezione NFT di cortometraggi che raccontano un Metaverso ancora in costruzione. Paola Pinna utilizza un software di modellazione 3D perché è l’unico strumento che, a suo parere, le permette di creare qualsiasi cosa. Senza limiti. Il risultato? Un mix di arte e innovazione, soggetti femminili e atmosfere manga. 

10. Undeadlu 

Undeadlu è il nome d’arte di Lucrezia, classe 1995. Oltre che essere un artista NFT è anche una vera appassionata di criptovalute. Ciò si evince dal soggetto di una delle sue opere più famose Gavin Wood, The King of Cross-Chain. L’NFT raffigura  Gavin Wood, il co-fondatore di Ethereum e di Polkadot, incoronato su un trono.    

Il settore della digital art è ancora nella fase iniziale del suo sviluppo. Tuttavia l’Italia, come spesso accade quando si parla di arte, sta sfornando una serie di talenti che potrebbero diventare i pionieri di questo settore. Ci sono molti artisti NFT italiani da tenere d’occhio, ben di più di quelli citati in questo articolo. Tra di essi spiccano, ad esempio, Anyma e Nino Perrone, due artisti digitali e produttori musicali che creano opere d’arte innovative attraverso l’unione di queste due discipline.