I 3 principali hard fork di Ethereum: ETC, ETHW e ETHF

Ethereum 2.0, i 3 principali fork dopo The Merge: ETHW, ETC, ETF

Ethereum Classic, Ethereum Proof-of-Work e Ethereum Fair. Tutto quello che non sai sui 3 principali hard fork di Ethereum dopo The Merge!

Il 15 Settembre 2022 è stato attivato con successo l’aggiornamento The Merge che ha modificato il meccanismo di consenso della blockchain di Ethereum. La rete di Ethereum è passata dal Proof-of-Work al Proof-of-Stake senza intoppi. Per gli utenti The Merge non ha portato cambiamenti significativi, a differenza che per i miner che nella versione precedente della blockchain si occupavano di validare le transazioni e di conseguenza i blocchi della blockchain, guadagnando ricompense in ETH per ogni blocco validato. I miner hanno quindi dovuto, per forza di cose, spostarsi su altre blockchain, alcune già esistenti altre create appositamente. Queste ultime sono hard fork della blockchain principale di Ethereum. Si parla di hard fork, nel gergo delle criptovalute, quando un progetto viene aggiornato in modo tale da essere incompatibile con la versione precedente, dando vita a qualcosa di nuovo. Scopri i 3 principali hard fork dopo The Merge: ETHW, ETC e ETHF.

1. Il più classico degli hard fork, Ethereum Classic

Ethereum Classic è forse il più famoso hard fork della storia delle crypto. ETC è nato in seguito all’attacco hacker alla DAO di Ethereum avvenuto a Luglio 2016. The DAO era una embrionale DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata),un tipo di organizzazione che al giorno d’oggi è molto popolare nel mondo Web3, e permette agli utenti che possiedono la crypto di un ecosistema di partecipare attivamente alle iniziative e alla politica di un progetto.

The  DAO di Ethereum avrebbe dovuto essere una sorta di Venture Capital, con lo scopo di finanziare progetti all’interno del Web3 in base alle votazioni degli utenti utilizzando gli Ether della community. The DAO nei giorni immediatamente successivi al lancio è riuscita a raccogliere 150 milioni di dollari in ETH da più di 11.000 utenti diversi. A Luglio 2016 però, uno o più hacker hanno violato lo smart contract di The DAO, riuscendo a rubare 3,6 milioni di Ethereum, circa il 14% della fornitura totale in quel periodo. In seguito a questa compromissione della blockchain di Ethereum la community è stata chiamata a sottoporsi ad una votazione sul futuro del network. La soluzione che mise d’accordo più persone fu proprio la creazione di un hard fork. 

La blockchain di Ethereum principale è diventata la blockchain Ethereum Classic, mentre la nuova biforcazione nata in seguito all’hard fork è diventata poi la rete di Ethereum che tutti noi conosciamo. Ma cosa c’entra Ethereum Classic con l’aggiornamento The Merge? ETC è l’hard fork della blockchain di Ethereum più conosciuto e attivo dal 2016, seppur sia stato vittima in passato di qualche attacco, continua a resistere e a processare transazioni senza particolari problemi. Proprio per questo motivo, una grande quantità di miner, rimasti senza “occupazione” dopo The Merge, hanno deciso di utilizzare la loro potenza computazionale per validare le transazioni di ETC. 

L’hashrate della blockchain di Ethereum Classic infatti è passata da circa 50 trilioni di funzioni di hash per secondo (Th/s) alle circa 150 attuali, con un picco il giorno di The Merge di 300 Th/s. L’hashrate indica la performance totale della rete, nello specifico la quantità di funzioni di hashing eseguite in un secondo. L’incremento delle funzioni di hash avvenuto in contemporanea con l’attivazione dell’aggiornamento The Merge dimostra la quantità di miner che sono migrati da Ethereum a Ethereum Classic.

2. La resilienza dei miner, nasce Ethereum Proof-of-Work

ETHW è stato il principale hard fork di Ethereum dopo The Merge. Alcuni miner di Ethereum hanno deciso di copiare la blockchain Proof-of-Work di Ethereum e quindi di dare vita ad ETHW. La crypto ETHW è stata distribuita a tutti coloro che possedevano Ethereum sia sui wallet decentralizzati sia sugli exchange grazie ad uno snapshot. Uno snapshot è una sorta di istantanea di una blockchain grazie alla quale è possibile vedere l’ammontare di crypto e gli address che possedevano tale ammontare in un determinato momento. 

Nonostante la grande popolarità di questa crypto nei giorni immediatamente precedenti a The Merge, il lancio non è stato dei migliori. La rete di ETHW ha subito vari problemi causati presumibilmente da un un attacco hacker che ora sembra risolto. Nelle ore immediatamente successive al lancio, ETHW è stato soggetto a fortissima volatilità Ha infatti toccato un picco di 50$ per poi capitolare fino a circa 10$ nelle ore successive.

La direzione futura di ETHW è  ancora incerta. Il whitepaper del progetto, documento nel quale solitamente si trovano le informazioni principali di un protocollo blockchain e gli obiettivi per il futuro, ad oggi è composto da dieci pagine. Le prime cinque pagine sono dedicate esclusivamente al titolo del whitepaper “The Original Ethereum Blockchain powered by Proof of Work” in inglese e in cinese, le rimanenti cinque presentano la scritta “queste pagine sono state lasciate volutamente bianche”. Quindi il whitepaper non risulta molto costruttivo. Vedremo se ETHW ha intenzione di progettare qualcosa per il futuro o se rimarrà solamente la “seconda casa” degli ormai ex miner di Ethereum.

3. Il terzo hard fork di Ethereum dopo The Merge: Ethereum Fair

Il terzo hard fork di Ethereum dopo The Merge è Ethereum Fair, nato proprio il 15 Settembre 2022. La crypto ETHF, in un primo momento nominata ETF, non è però stata distribuita ai possessori di Ether, ma a coloro che possedevano Bitcoin, Dogecoin e Ethereum Classic. ETHF non sembra però aver conquistato i miner, e in generale il mercato. La crypto è stata lanciata ad un prezzo di partenza di circa 15 dollari e in due settimane ha perso più del 70% del suo valore.

Bitcoin ETF e Bitcoin ETP, cosa cambia? 

ETF e ETP di Bitcoin: cosa sono e quali sono le differenze

Gli ETF e gli ETP di Bitcoin sono sempre più diffusi. Ma cosa sono in breve questi strumenti finanziari? Quali sono le differenze?

Prima di vedere cos’è un ETF di Bitcoin e la differenza con un ETP, capiamo cosa si intende per ETF ovvero Exchange Traded Fund. In italiano si può tradurre come “fondo indicizzato quotato” in Borsa e si tratta di un prodotto finanziario che replica passo passo l’andamento di un indice (chiamato benchmark); sono “scatole” contenenti azioni, obbligazioni, materie prime, titoli immobiliari o contratti derivati di questi strumenti, in modo da riprodurne le prestazioni. Gli ETF sono venduti e comprati come titoli ordinari e per questo sono considerati strumenti finanziari più accessibili e meno costosi rispetto ai fondi di investimento classici. Come tutti gli strumenti quotati nei mercati finanziari, il loro prezzo può scendere e salire. In breve possono essere considerati dei panieri di titoli di diverse aziende o realtà che fanno riferimento a un “tema” comune, che può essere il mercato di un’area geografica o un settore. 

Che cos’è un ETF di Bitcoin

Secondo questa definizione di ETF, gli Exchange Traded Fund di Bitcoin replicano l’andamento di BTC e delle attività connesse alla crypto di Satoshi Nakamoto. In sostanza permettono di esporsi a BTC senza effettivamente comprare nessuna criptovaluta, per questo nella maggior parte dei casi attraggono chi non è abituato ad avere a che fare con exchange di criptovalute, wallet e chiavi private. In altre parole si può dire che sono BTC scambiati sulle borse tradizionali e non sugli exchange crypto. 

L’8 Giugno 2022 è stato quotato il primo ETF di Bitcoin nella Borsa Italiana. Mentre il primo in assoluto, realizzato da ProShares, è stato approvato nel 2021 dalla SEC negli Stati Uniti. Il lancio negli USA ha avuto un discreto successo, sia per gli investitori retail che per quelli istituzionali.

Al momento tutti gli Exchange Traded Fund di Bitcoin sono basati su futures, ovvero contratti a termine che attribuiscono una certa quantità di sottostante, in base a un prezzo di consegna e a una scadenza prefissata, alle due parti che li sottoscrivono. In questo sistema uno dei contraenti punta sul rialzo del prezzo e l’altro sul ribasso.

Esistono ETF di Bitcoin spot?

Gli ETF di Bitcoin spot vengono scambiati per consegna immediata: all’ordine di acquisto o vendita segue immediatamente l’effettivo scambio dello strumento con liquidità (come valuta fiat). Questo genere di fondi non è ancora stato messo in commercio, attualmente la società Grayscale è in trattativa con la SEC per approvarne uno, convertendo un fondo comune d’investimento che già gestisce. Gli Exchange Traded Fund spot sono più difficili da istituire, per emetterli bisogna soddisfare svariati requisiti tecnico-normativi, soprattutto per quanto riguarda il sottostante, che in questo caso è l’intero mercato spot di Bitcoin. Qualsiasi azienda che emetta un ETF sul mercato spot dovrà infatti possedere direttamente i bitcoin e custodirli con la massima sicurezza. Inoltre, si deve dimostrare agli enti regolatori che Exchange Traded Fund non dia luogo a manipolazione dei prezzi nel relativo mercato.

Vantaggi e svantaggi di un ETF di Bitcoin

Come anticipato, il vantaggio principale di questi fondi è che permettono di entrare nel mercato delle criptovalute in maniera “tradizionale”. Infatti risultano semplici a chi opera già presso intermediari finanziari. Gli ETF di questo tipo sono strumenti regolamentati e per questo infondono fiducia negli investitori istituzionali (e nei retailer) e vengono utilizzati per  diversificare i propri investimenti. 

Per quanto riguarda gli svantaggi, a causa dei costi di gestione, acquistarli è meno conveniente rispetto ad comprare BTC direttamente su exchange. Inoltre, quelli basati su derivati non riflettono istantaneamente le variazioni di prezzo, quindi potrebbero non tracciare precisamente gli andamenti di mercato. Bisogna considerare anche che gli Exchange Traded Fund sono a gestione indiretta, questo significa che non si ha il controllo diretto sul tuo denaro. Per questo motivo sono considerati da molti utenti del settore, un metodo usato dalle banche centrali e dalla finanza classica per influenzare in qualche modo l’evoluzione e lo sviluppo di una moneta ideata e nata per essere totalmente decentralizzata.

La differenza tra ETF e ETP

Hai sentito parlare anche degli ETP? Gli Exchange Traded Product sono una macrocategoria che riunisce una serie di prodotti finanziari che replicano indici azionari o altri asset seguendone l’andamento nel mercato di riferimento. Gli ETF sono dunque un sottoinsieme degli ETP, insieme agli ETN (Exchange Traded Note) e agli ETC (Exchange Traded Commodities). In poche parole, ETN ed ETC non sono fondi ma note di debito, poiché acquistandoli si fornisce di fatto credito ad una società. Inoltre, gli ETC tracciano specificamente il prezzo  di materie fisiche come oro, argento, petrolio, zucchero, oppure i derivati delle materie prime. Gli ETN, invece, riflettono gli andamenti di tutti gli altri tipi di strumenti finanziari. 

Un nuovo ETP di Bitcoin alla Borsa di Francoforte 

Il 23 Settembre 2022 è stato quotato alla Borsa di Francoforte un nuovo Exchange Traded Product a tema Bitcoin. L’ETP che per definizione è composto da ETF e ETN, è emesso da Valour, una società che offre prodotti finanziari legati al settore Web3, e si chiama “Bitcoin Carbon Neutral”. Qual è la particolarità di questo ETP? Quando si compra il BTC Carbon Neutral ETP di Valour, tutte le emissioni di anidride carbonica legate al prodotto saranno automaticamente compensate. Tra queste emissioni rientrano ad esempio i consumi del mining. 

Concretamente il piano carbon free sarà attuato in collaborazione con Patch, una piattaforma che offre soluzioni per le aziende che vogliono fare la loro parte nella lotta al cambiamento climatico. Patch in questo frangente selezionerà progetti che prevengono le emissioni e rimuovono l’anidride carbonica dall’atmosfera relativa a BTC. Valour offre ETP anche a tema Uniswap (UNI), Cardano (ADA), Solana (SOL) e tanti altri progetti crypto. 

Un altro prodotto a tema BTC lanciato di recente è il 21 Shares Bitcoin ETP quotato a Luglio 2022. 

I Bitcoin ETF e ETP si dimostrano così strumenti finanziari sempre più popolari, scelti da chi vuole approcciare le criptovalute in maniera graduale.

Algorand e Chiliz crescono grazie al crypto-soccer

Fuori i primi NFT Algorand e FIFA, le novità e il prezzo di Chiliz

Algorand e FIFA hanno completato con successo il Genesis Drop della prima collezione FIFA + Collect e la Chiliz Chain 2.0 in arrivo entro il 2023

Arrivano notizie interessanti dal mondo del crypto-soccer. Sono fuori i primi NFT di Algorand e FIFA, e Chiliz, la crypto della piattaforma Socios, ha in serbo importanti novità  sull’uscita della Mainnet.

Esattamente due mesi prima dell’inizio dei Mondiali di Calcio 2022, FIFA e Algorand hanno rilasciato i primi NFT sulla piattaforma FIFA + Collect. Il primo NFT drop della collaborazione si chiama Genesis Drop ed è disponibile all’acquisto dal 22 Settembre 2022.  Il prezzo di Chiliz ha visto un incremento di più del 40% dai primi di Settembre e la Chiliz Chain 2.0 dovrebbe arrivare entro la fine del 2022. Scopri gli NFT di Algorand e FIFA e le novità dell’ecosistema Chiliz!

Tutto sul Genesis Drop di FIFA+ Collect in collaborazione con Algorand

Algorand e FIFA collaborano ormai da Maggio 2022 quando la blockchain green è diventata sponsor ufficiale della Fédération Internationale de Football Association. La prima creazione nata da questa collaborazione è la collezione NFT Genesis Drop che è stata lanciata il 22 Settembre 2022 sulla piattaforma FIFA+ Collect. Collect è la sezione dell’applicazione web FIFA+ dedicata alle iniziative Web3. La collezione è composta da 532.980 “pacchetti” che contengono ognuno tre video NFT di iconici highlights della storia dei Campionati del Mondo di Calcio maschili e femminili. Per highlights si intendono le azioni migliori delle partite, ad esempio parate acrobatiche, passaggi illuminanti e gol incredibili. L’idea ricorda quella sviluppata da NBA Top Shot, un’iniziativa di Dapper Labs dedicata al mondo del basket americano. Sulla piattaforma FIFA+ Collect è già possibile visualizzare gli NFT in anteprima che potranno essere trovati all’interno di ogni pacchetto. Gli NFT di FIFA+ Collect, come accade per la maggior parte degli NFT in circolazione, sono divisi per rarità. Il primo drop della piattaforma contiene 18 highlights comuni, 13 rari, 5 epici e 2 iconici

Gli NFT iconici della prima collezione sono il gol di Ronaldo il Fenomeno nella finale dei Campionati del Mondo del 2002 in Corea del Sud e Giappone e quello da centrocampo della calciatrice statunitense Carli LLoyd nella finale del FIFA Women’s World Cup in Canada del 2015. I pacchetti di NFT, simili ai classici pacchetti di figurine, costano 4,99$ l’uno e possono essere acquistati sia in dollari, attraverso carte di credito o di debito, sia con la stablecoin USDC nella versione presente sulla blockchain di Algorand. Per effettuare il pagamento in crypto è necessario possedere un wallet compatibile con la rete Algorand e almeno 0,001 ALGO per pagare le fees. Che effetto ha avuto degli NFT di Algorand e FIFA sul prezzo di ALGO?

Algorand e Chiliz due crypto a prova di bear market?

Algorand e la sua crypto ALGO sembrano subire solo parzialmente gli effetti dell’attuale mercato ribassista. La crypto ha infatti segnato un incremento di più del 30% sia rispetto al dollaro che rispetto a Bitcoin dall’inizio di Settembre 2022. Anche la quantità di wallet che detengono più dell’uno per cento della fornitura globale della crypto ALGO sono in forte crescita. Secondo un’analisi on-chain svolta da The Block il totale detenuto dalle cosiddette “balene” è aumentato di oltre 280 milioni di dollari da Agosto 2022. Chissà se questo movimento rialzista è avvenuto grazie all’annuncio della collezione NFT di Algorand e FIFA?

Anche la blockchain Chiliz e la sua crypto CHZ stanno crescendo rispetto ad altre realtà. Chiliz e, la famosa piattaforma costruita sulla sua blockchain, Socios.com dominano ormai da tempo il mercato dei fan token, che permettono ai tifosi di partecipare da vicino alle decisioni che coinvolgono le loro squadre preferite. I fan token garantiscono inoltre, a chi li possiede, l’accesso ad esperienze esclusive come biglietti VIP per le partite e visite guidate nei musei o negli stadi delle squadre. La crypto di Chiliz ha segnato un incremento molto simile a quello di Algorand nell’ultimo periodo. 

Il prezzo di Chiliz è infatti aumentato di più del 40% da inizio Settembre 2022. L’incremento del prezzo di Chiliz potrebbe essere connesso a diversi fattori, alcuni riguardanti il mondo del crypto-soccer, altri invece relativi all’innovazione tecnologica della stessa blockchain. La prima importante notizia riguarda l’acquisizione da parte di Chiliz del 24.5% dei Barça Studios, la sezione del Barcellona FC che si occupa di comunicazione ed intrattenimento, avvenuta Lunedì 1 Agosto 2022. L’acquisizione, che è costata all’azienda blockchain circa 100 milioni di dollari, ha come obiettivo la creazione di contenuti Web3 per raggiungere sempre più appassionati in tutto il mondo garantendo l’interazione con le squadre del cuore attraverso nuove modalità. Inoltre Chiliz ha recentemente rinnovato la partnership con la Union of European Football Associations (UEFA). La collaborazione, nata nel 2021, continuerà anche durante la stagione calcistica 2022/23 e ci permetterà di vedere il logo di Socios in associazione a tutti gli eventi UEFA, per esempio durante le partite della UEFA Champions League


Per quanto riguarda invece l’innovazione tecnologia della blockchain di Chiliz, il 31 Marzo 2021 è stato annunciato il lancio di Scoville, la testnet pubblica per Chiliz 2.0. Oggi la blockchain principale di Chiliz è ancora alla prima fase di sviluppo. La mainnet, che dovrebbe essere attivata entro l’inizio del 2023, si chiamerà come da tradizione per la blockchain company, con il nome di una specie di peperoncino: Habanero.Chiliz Chain 2.0 (CC2) sarà una blockchain Layer-1 creata appositamente per le industrie dello sport e dell’intrattenimento. Chiliz Chain 2.0 permetterà di costruire applicazioni decentralizzate che potranno sfruttare al 100% i fan token. In seguito a questo aggiornamento anche il token CHZ espanderà i suoi casi d’uso. Non servirà solamente ad acquistare in Fan Token sulla piattaforma di Socios ma diventerà l’asset nativo della blockchain CC2 e sarà indisponibile a processare tutte le transazioni che avverranno sulla rete.

Biden vuole regolamentare le crypto?

Biden vuole regolamentare le crypto negli Stati Uniti?

Con Young Pills il report degli Stati Uniti sulle crypto spiegato facile. Che cosa è emerso? Quali leggi dobbiamo aspettarci dopo? 

Il 16 Settembre 2022 gli Stati Uniti hanno pubblicato l’attesissimo report delle agenzie federali sul settore delle criptovalute e della finanza decentralizzata. Il documento riassume tutte le indagini svolte e pone le basi per una legislazione a tema crypto. Vediamo i dettagli!

I punti salienti del report della Casa Bianca

Il “quadro completo per lo sviluppo responsabile dei beni digitali” degli Stati Uniti presenta i punti di forza e di debolezza delle criptovalute, con l’obiettivo di promuovere il settore e allo stesso tempo circoscrivere i potenziali rischi. Le crypto sono descritte come opportunità per estendere a più persone possibili i servizi finanziari, il report infatti spiega che circa 7 milioni di cittadini statunitensi non hanno ancora un conto in banca. A questo proposito si può leggere nel documento, l’intento di sviluppare un sistema di pagamento istantaneo e una CBDC. Dall’altro lato gli Stati Uniti vogliono monitorare il rischio di truffe e di riciclaggio e la volatilità degli asset digitali. Come? Attraverso l’educazione e formazione finanziaria, leggi e il monitoraggio della Securities and Exchange Commission (SEC) e della Commodity Futures Trading Commission (CFTC).

Biden e le crypto: gli Stati Uniti vogliono essere un esempio per tutti

Il report del 16 Settembre nasce dal lavoro combinato delle agenzie federali incaricate dal presidente Joe Biden a Marzo di quest’anno. Biden vuole regolamentare le crypto? Pare proprio di sì! Non solo, il documento della Casa Bianca spiega che l’intenzione degli Stati Uniti è di essere, con le nuove leggi, un esempio per tutti gli altri stati. Il report e la descrizione del panorama crypto, hanno ricevuto alcune critiche dagli oppositori politici e da esperti del settore blockchain che lo hanno definito datato, inadeguato e non abbastanza approfondito.

Come cambia Ethereum dopo The Merge? Le novità spiegate in 7 punti

Ethereum 2.0, le novità dopo The Merge spiegate in 7 punti

L’aggiornamento di Ethereum 2.0 è stato attivato con successo! Scopri le novità dopo The Merge in 7 punti

The Merge è stato un successo a livello informatico. L’aggiornamento è stato attivato Giovedì 15 Settembre 2022 senza nessun intoppo e la blockchain di Ethereum ha iniziato a validare le transazioni attraverso l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake in modo fluido a partire dal blocco numero 15537393. Come di solito accade con i grandi eventi, con il passare dell’euforia generale iniziano a circolare tantissime domande in merito al “dopo”. Ethereum diventa più centralizzato? Cosa è successo al prezzo di Ethereum? Se vuoi saperne di più, leggi le novità dopo The Merge spiegate in 7 punti!

1. Come mai il prezzo di Ethereum è crollato dopo The Merge?

Nel giorno dell’attivazione di The Merge, ETH ha perso circa 10 punti percentuali disegnando una candela rossa sul grafico. Ma come mai Ethereum è crollato dopo il successo di The Merge? Si possono individuare principalmente due ragioni, una strettamente legata a The Merge e l’altra inerente alla situazione macro-economica in cui ci troviamo in questo periodo. Nello scenario economico attuale, che è stato analizzato all’interno dell’ultimo episodio di Young Market, stiamo assistendo all’aumento dei tassi di interesse da parte della SEC, l’agenzia governativa statunitense incaricata di regolamentare il mercato, e all’aumento dell’offerta sui mercati. Questa situazione va sicuramente a svantaggio di asset considerati rischiosi come le criptovalute. Il prezzo di Ether quindi è crollato di più del 20% dopo The Merge.

La seconda ragione è riconducibile proprio all’attivazione di The Merge. I miner, coloro che nella precedente versione di Ethereum Proof-of-Work si occupavano di validare le transazioni, avrebbero venduto circa 20.000 ETH nelle ore successive di The Merge (secondo i dati di OKlink), contribuendo a portare il prezzo di Ethereum verso il basso. 

2. Ethereum è più centralizzato dopo The Merge?

Qualcuno ha fatto notare che dopo The Merge, Ethereum sarebbe  più centralizzato di prima. Questo perché i nodi che si occupano di validare le transazioni della blockchain Proof-of-Stake al momento sono meno rispetto ai nodi della rete Proof-of-Work. 

In una blockchain che funziona tramite l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake, le transazioni vengono validate tramite lo staking. I nodi validatori della rete di Ethereum, ovvero coloro che possiedono almeno 32 ETH, si occupano di approvare tutte le transazioni e vengono premiati dalla rete stessa attraverso ricompense in Ether. La maggior parte di questi nodi è costituita da organizzazioni chiamate staking pool che raggruppano gli Ether degli utenti che vogliono delegare le loro crypto per partecipare al meccanismo di consenso. 

La critica relativa alla centralizzazione è stata avanzata perché queste staking pool sono poche e possiedono grandissime quantità di Ether per conto degli utenti. Uno dei rischi di questa situazione potrebbe essere la centralizzazione delle decisioni e dei processi nella rete di Ethereum. Questa critica però si contrappone all’idea secondo la quale, i provider guadagnerebbero in relazione alla quantità di Ether che possiedono e di conseguenza al numero di utenti che scelgono di servirsi di loro. Secondo questa ipotesi non sarebbero incentivati a censurare le transazioni e a rischiare quindi di perdere utenti e introiti. Quali saranno i prossimi sviluppi? Nasceranno altre staking pool che aiuteranno a decentralizzare maggiormente il network di Ethereum?

Il secondo punto su cui cercano di fare leva i detrattori di Ether è la collocazione geografica dei nodi validatori. In risposta a questo, un report consultabile sul sito ufficiale di Lido, una delle staking pool più utilizzate, mostra come i nodi validatori di Lido siano distribuiti geograficamente e nessun paese mostra una percentuale superiore al 15% in termini di presenza di validatori sul proprio territorio. Non solo: Lido stessa è un’organizzazione che ha come obbiettivo il miglioramento della propria decentralizzazione e i cui protocolli di staking sono già regolati da una DAO.

3. Attenzione alle fake news post The Merge 

Giovedì 15 Settembre 2022 alcune importanti testate giornalistiche italiane hanno riportato la notizia secondo la quale il founder di Ethereum, Vitalik Buterin, avrebbe hackerato il profilo Twitter del Ministero per la Transizione Ecologica il cui ministro è Roberto Cingolani. Ovviamente non è successo niente di tutto questo, il nome di Vitalik Buterin apparso come handle del profilo è stato inserito da un truffatore. La community Web3 italiana si è ovviamente espressa in maniera molto critica verso le famose testate che hanno dato l’allarme. Sono nati una serie di meme molto divertenti che hanno posto l’accento sulla disinformazione e la tendenza a strumentalizzare informazioni senza verificarle. 

4. Come cambia la tokenomics di Ethereum dopo The Merge?

Una delle 7 novità dopo The Merge riguarda la tokenomics di Ethereum. La tokenomics è il modello che descrive le caratteristiche economiche di un token e contiene tutte le informazioni relative all’emissione e alla distribuzione del token di una blockchain. Il passaggio dall’algoritmo di consenso Proof-of-Work all’algoritmo Proof-of-Stake determinerà un’emissione di ETH minore, cosa che andrà ad influire anche sull’inflazione della crypto che, nel periodo precedente a The Merge, era del 4% circa. In alcuni momenti immediatamente successivi a The Merge, Ether ha avuto una tendenza deflazionaria, in altre parole sono stati distrutti più Ether di quanti ne venissero emessi. 

La tokenomics di Ethereum subirà dei cambiamenti anche dopo il prossimo aggiornamento in programma per Ethereum, denominato Shanghai. Nei mesi successivi a The Merge, fino all’attivazione di Shangai, per gli staker non sarà possibile prelevare i propri ETH. L’aggiornamento regolerà i prelievi di ETH dallo staking, influenzando la quantità di criptovalute circolanti. 

5. The Merge ha trasformato Ethereum in una blockchain ad impatto zero?

Il team di Ethereum si augura di sì. Secondo l’ Ethereum Foundation, grazie al cambiamento di algoritmo di consenso, la rete ridurrà il consumo energetico del 99.5%. Nelle blockchain Proof-of-Stake infatti le transazioni sono validate grazie allo staking e non grazie alla potenza computazionale messa a disposizione dai miner. È stato stimato che grazie a The Merge, il consumo energetico mondiale verrà ridotto dello 0.2%. L’aggiornamento The Merge potrebbe quindi modificare la narrazione dell’intero settore in relazione a potenziali danni per il clima.

6. I prossimi passi dopo The Merge per un network più scalabile?

Ora che The Merge è stato attivato, qual è il prossimo passo per Ethereum? Vitalik Buterin si è espresso in merito durante una conferenza del 21 Luglio 2021. L’obiettivo principale è la scalabilità del network, e lo è già dal 2017 quando l’utilizzo della rete è aumentato esponenzialmente. Oggi la rete di Ethereum riesce a processare circa 20 transazioni al secondo, in futuro con l’utilizzo di alcune soluzioni di scalabilità si potrà arrivare anche a 100.000 transazioni per secondo. L’aggiornamento successivo a The Merge sarà The Surge. All’interno di The Surge convivranno due fasi, la prima si chiamerà proto-Danksharding e dovrebbe avvenire entro un anno. Con questo aggiornamento, che servirà ad aumentare la quantità di dati immagazzinabili su ogni blocco, sarà possibile rendere le transazioni sui Layer 2 di Ethereum ancora più economiche. La seconda fase di The Surge si chiamerà Danksharding ed avrà il fine di scalare il network di Ethereum anche sui Layer 2 attraverso l’utilizzo dei cosiddetti rollup. I rollup si occupano di aggregare più transazioni “off chain” che vengono poi “presentate” alla blockchain di Ethereum come transazioni uniche. 

7. Dove andranno i miner di Ethereum?

L’ultimo punto delle novità dopo The Merge riguarda il destino dei miner di ETH. Questi si sono dovuti attrezzare per trovare nuove blockchain dove traslocare tutta la loro potenza computazionale. Analizzando l’hash power, e quindi la potenza computazionale di alcune blockchain alternative ad Ethereum, si è intuito dove si sono diretti i miner rimasti senza occupazione. Per esempio l’hash power di Ethereum Classic è schizzato alle stelle segnando un incremento del 500% e quello di Ravencoin dell’800%. Saranno queste le crypto preferite dai miner? Chi non si è spostato su queste monete alternative sta pensando probabilmente ad altre opzioni, come offrire la propria potenza di calcolo a players del settore del cloud computing o dell’elaborazione dei dati come Amazon Web Service oppure validare la versione Proof-of-Stake della rete creando dei nodi.

Altri ex miner di Ethereum hanno deciso di creare degli hard fork per continuare la loro attività. Ci sono stati due hard fork dopo The Merge: ETHW (Ethereum Proof-of-Work) e ETF (Ethereum Fair). I due hard fork non sono stati riconosciuti da Ethereum e di conseguenza sono progetti estranei alla blockchain creata da Vitalik Buterin. Una curiosità riguardante l’hard fork Ethereum Fair è che è stato distribuito a chi possedeva Dogecoin, Ethereum Classic e Bitcoin ma non a chi possedeva degli ETH. Entrambi gli hard fork sono stati oggetto di grandissima volatilità nelle ore immediatamente successive a The Merge.

Arriva lo staking per Apecoin, la crypto del Bored Ape Yacht Club

Apecoin: arriva lo staking per la crypto del Bored Ape Yacht Club

Dal 31 Ottobre 2022 sarà possibile mettere in staking Apecoin, la crypto del Bored Apes Yacht Club, grazie alla partnership con Horizen Labs!

Apecoin, la crypto del Bored Ape Yacht Club continua ad evolversi e ad accrescere i suoi casi d’uso. Ad Agosto 2022 il marchio di moda Gucci ha iniziato ad accettare il token delle scimmie NFT più famose del Web3 contribuendo così a migliorare la loro reputazione. Il 22 Settembre 2022 la blockchain company Horizen Labs, che si era già occupata di sviluppare il token Apecoin, ha annunciato una data, ancora provvisoria, per il rilascio della piattaforma di staking di APE. Vedremo se il team di Horizen Lab riuscirà a rispettare la roadmap entro il 31 Ottobre. Si tratterà di uno scherzetto in stile Halloween o una dolce novità per il mondo del Web3?

Bored Ape Yacht Club e Horizen Lab

La piattaforma di staking per il token Apecoin si chiamerà ApeStake e sarà interamente sviluppata da Horizen Labs. Ma andiamo con ordine, che cos’è Apecoin (APE)? APE è la crypto ufficiale del Bored Ape Yacht Club, la collezione di PFP NFT più famosa di sempre! È un token di governance, ovvero viene utilizzato dai suoi possessori per prendere posizione riguardo alle decisioni che riguardano il futuro dell’ecosistema BAYC. APE è costruito sulla blockchain di Ethereum ed è stato distribuito ai possessori degli NFT di Yuga Labs a Marzo 2022. Oltre ad essere un token di governance, Apecoin è anche un utility token, e serve ad acquistare tutti i prodotti e i servizi sviluppati da Yuga Labs. La startup, nata in contemporanea con la prima collezione NFT si è evoluta molto velocemente, ed ora si occupa di tre diverse collezioni (BYAC, MAYC e Bored Ape Kennel Club) e un metaverso, Otherside, e le rispettive “terre” da cui è composto.

Horizen Labs invece è una infrastruttura blockchain incentrata sulla privacy e sulla scalabilità. La piattaforma di Horizen Labs consente alle aziende e agli sviluppatori di creare applicazioni decentralizzate sulla sua rete. Horizon Labs offre inoltre la possibilità di utilizzare protocolli zero knowledge per garantire transazioni veloci, sicure ed economiche con le sidechains. L’ecosistema Horizen e la sua criptovaluta ZEN sono stati lanciati nel Maggio del 2017 con il nome ZenCash. Nel 2018 ZenCash è stato vittima di un attacco hacker, che ha obbligato il team a rilanciare il progetto sotto il nuovo nome di Horizen. La piattaforma Horizen Labs è stata scelta dalla DAO (Decentrlized Autonomous Organization) del Bored Ape Yacht Club attraverso una votazione. Il peso di dei votanti, come solitamente accade nella iniziative di votazione di una DAO, è stato determinato dalla quantità di Apecoin che ciascuno di loro possedeva.

Come funzionerà lo staking di Apecoin e degli NFT di Yuga Labs?

Grazie ad alcuni sneak peak rilasciati da Horizen Labs è già possibile immaginare il funzionamento di ApeStake. L’utente potrà scegliere tra quattro diverse pool in cui depositare i suoi APE e bloccare gli NFT dell’ecosistema BAYC in suo possesso. 

Così facendo otterrà ricompense grazie allo staking dei suoi token. Ogni pool e ogni combinazione di quantità di Apecoin e NFT garantirà ricompense e benefici specifici. Vediamo le quattro staking pool di ApeStake:

  1. Apecoin Pool – All’interno della prima staking pool si potranno mettere in staking i propri token APE, senza necessariamente possedere un NFT della collezione di Yuga Labs. L’allocazione totale di APE, da dividere tra tutti coloro che utilizzeranno lo staking in proporzione alla quantità bloccata, disponibile per questa pool, è di 30 milioni di APE;
  1. Bored Ape Pool – La pool dedicata ai possessori di Bored Ape è quella più ricca di ricompense. La Bored Ape Pool mette a disposizione degli utenti 47 milioni di Apecoin che verranno divisi tra coloro che bloccheranno un massimo di 10.094 token APE durante il primo anno per ogni BYAC posseduta;
  1. Mutant Pool – La Mutant Pool consentirà agli utenti di bloccare circa 2.000 APE e la propria MAYC per dividersi la ricompensa di 19 milioni di APE durante il primo anno;
  1. Paired Pool – Nella Paired Pool potrai partecipare abbinando due NFT creati da Yuga Labs secondo delle combinazioni stabilite. Ad esempio un BAKC (la collezione dei cagnolini delle Bored Apes), va abbinata ad una scimmia, non potrai quindi mettere in staking i tuoi APE nel pool bloccando due cagnolini. Le ricompense in essa contenute saranno di circa 4 milioni di Ape.

Le altre funzionalità della piattaforma sviluppata da Horizen Labs devono ancora essere annunciate. All’interno della video-anteprima si può notare la sezione Market Tools il cui funzionamento è ancora segreto.

La storia dei CryptoKitties, gli NFT che hanno scritto la storia della blockchain

CryptoKitties: guida e storia degli NFT su Flow blockchain

Cosa sono i CryptoKitties? Chi li ha creati? Perché questa collezione ha segnato l’evoluzione della blockchain? Questo e altro nella guida e storia degli NFT su Flow!

I CryptoKitties sono un gioco su blockchain che si basa sull’allevamento e la cura di gattini digitali sotto forma di NFT. Oltre ad essere una delle primissime applicazioni non strettamente finanziarie della blockchain, i CryptoKitties hanno scritto la storia della blockchain in quanto pionieri degli NFT e del gaming su Ethereum. Il loro successo ha contribuito a far progredire l’ecosistema blockchain in termini di tecnologia e di adozione. Ma come funziona il gioco dei CryptoKitties? Chi lo ha creato? Come ha influenzato il mondo crypto?

Cosa sono i CryptoKitties? Come si gioca con i gattini digitali?

“I gatti sono impossibili da capire. Sono ambasciatori di faraoni, di meme e della pagina Facebook di vostra madre. Non fanno discriminazioni, disprezzano tutti allo stesso modo”, ad oggi i gattini NFT dei CryptoKitties contano più di 130.000 wallet coinvolti, 2 milioni di NFT e un volume di scambi 70.000 ETH. I CryptoKitties sono una collezione di NFT che raffigurano gatti con diverse caratteristiche che vanno allevati e nutriti con lo scopo di far nascere dei cuccioli. Giocare con i CryptoKitties significa innanzitutto fare collezionismo ma anche diventare degli allevatori esperti e studiosi di genetica felina, e commercianti che fanno affari con la compravendita degli esemplari più rari. Oltre a questo grazie alla piattaforma Kitty Verse, si può partecipare a esperienze e giocare con i CryptoKitties, ad esempio risolvendo indovinelli ed enigmi per sbloccare nuovi attributi e gadget oppure far lottare i gattini tra loro come in KotoWars. I CryptoKitties oggi sono compatibili con altri mondi digitali come ad esempio il metaverso di Decentraland

Per giocare con i CryptoKitties su desktop il team del progetto consiglia, per una migliore prestazione, di utilizzare come browser Chrome o Firefox. Nel frattempo è in via di sviluppo un’app mobile per tenere i gattini NFT sempre con te! Per giocare inoltre è necessario un digital wallet e ETH, la crypto di Ethereum che serve a coprire i costi per sfamare e crescere i gattini. Dove acquistare i CryptoKitties? È possibile comprare questi NFT nel marketplace del progetto (raggiungibile dal sito web) in forma di vendita diretta o con offerte, oppure nei marketplace NFT più utilizzati come OpenSea. Il prezzo dei CryptoKitties parte dai 0,003 ETH, fino ad arrivare a migliaia di dollari. 

Da Ethereum a Flow, la blockchain per gli NFT 

Si può dire che dal lancio nel 2017 ne abbiano fatta di strada, ma i CryptoKitties hanno avuto successo fin da subito. I CryptoKitties sono stati lanciati nel 2017 dalla società Axiom Zen, una realtà dedicata alla promozione di progetti su nuove tecnologie come appunto la blockchain. Il team di Axiom Zen, di cui faceva parte anche Layne Lafrance, ha presentato gli NFT all’ETH Waterloo, un hackathon di Ethereum, ovvero un evento per programmatori riuniti per sviluppare nuovi progetti o ottenere finanziamenti. I primi NFT dei CryptoKitties con la collezione Gen0 composta da 50.000 NFT, vennero presto rilasciati su Ethereum. La reazione del pubblico fu subito positiva, tanto che le transazioni per comprare e giocare con i gattini aumentarono così tanto da congestionare la rete di Ethereum, portando le gas fee alle stelle. 

Al loro apice nel 2017, i CryptoKitties attirarono più di 14.000 utenti attivi al giorno e resero popolare la tecnologia di Ethereum in tutto il mondo. In altre parole, i CryptoKitties hanno contribuito a rendere Ethereum il punto di riferimento per le collezioni digitali e il gaming. La collezione tuttavia evidenziò anche alcune debolezze di Ethereum, e di conseguenza l’esigenza di una blockchain altamente scalabile e adatta a ospitare giochi e intrattenimento. Dal team di Axiom nel 2018 vennero fondati i Dapper Labs “The NFT Company” per costruire Flow, una blockchain con queste caratteristiche. A partire dal 2021, i CryptoKitties hanno cominciato un passaggio graduale da Ethereum a Flow. Questo cambiamento legato ai motivi di espansione della collezione e del gioco, è stato concepito per migliorare il progetto dal punto di vista estetico e tecnico (implementando ad esempio le animazioni) e per rendere più semplice l’esperienza degli utenti, anche quelli meno abituati a trattare con gli strumenti della blockchain. Flow viene utilizzata principalmente nel campo dei giochi e dei social network, e in generale per tutte quelle esperienze che coinvolgono moltissimi utenti simultaneamente su blockchain. Flow ha l’intenzione di gestire community che crescono a vista d’occhio come quelle del Web3 e rendere usabile la blockchain per le persone, e “non solo a esperti del settore e early adopter”. Su Flow sono costruiti altri popolari progetti NFT tra cui NBA Top Shot

La storia dei CryptoKitties è la storia dell’evoluzione della blockchain

I CryptoKitties insomma hanno aperto un’esigenza, quella della scalabilità della blockchain, a cui ora il settore lavora ininterrottamente da anni. L’incidente dei CryptoKitties che ha mandato in tilt Ethereum, ha portato una serie di soluzioni innovative per superare le sfide di scalabilità di Ethereum, così come i Layer 2 che oggi sono dei pilastri essenziali per l’usabilità delle reti. Inoltre i Dapper Labs creando uno dei primi giochi su blockchain ha portato innumerevoli nuovi utenti alla tecnologia, dimostrando tutto il potenziale della blockchain nei settori dell’arte digitale e il gaming. In poche parole CryptoKitties è un pioniere dei giochi NFT e il suo successo ha spinto l’ecosistema blockchain a progredire sia in termini di tecnologia che di adozione.

La tecnologia alla base dei CryptoKitties

Ogni CryptoKitties è un token ERC-721 ovvero lo standard dei token non fungibili. Ogni CryptoKitties è unico e indivisibile e la sua proprietà è tracciata grazie agli smart contract. Lo smart contract Core CryptoKitties tiene traccia di tutti i trasferimenti degli NFT e di tutti quelli nuovi creati grazie all’allevamento, così come degli attributi e dei geni che rendono diversi gli NFT tra loro. Tutte le azioni del gioco come l’allevamento, il nutrimento, la vendita sono transazioni eseguite da smart contract sulla blockchain e per questo richiedono una commissione. Dal momento che sono NFT, anche se un giorno i Dapper Labs dovessero fallire o la piattaforma dei CryptoKitties eliminata, i gattini digitali continueranno a esistere grazie alla blockchain, e così il loro valore. 

Attributi e genetica dei CryptoKitties

Se ci sono oltre 2 milioni di NFT dei CryptoKitties come si fa a stabilire il più raro? Da cosa è determinato il loro valore? I CryptoKitties, a differenza dei CryptoPunks, ad esempio, non sono una collezione limitata. Esiste un sistema complesso di attributi, chiamati “Cattributes”, e di combinazioni genetiche che ha ispirato anche la costituzione dei mostriciattoli di Axie Infinity, il videogioco DeFi. Per iniziare i CryptoKitties sono divisi in 4 tipologie: Normali, Fancy, Edizioni Speciali e Esclusivi. Già questi indicano una scala crescente di rarità perché sono disponibili in quantità diverse. 

Ogni CryptoKitties a sua volta ha un nome e 12 attributi come la forma e il colore degli occhi, il tipo di pelliccia, il tipo di bocca, che rispecchiano il suo codice genetico. Ogni attributo è costituito da un blocco di 4 geni, uno primario che è quello che si manifesta nel gattino e 3 latenti. Ad esempio se il colore della pelliccia ha come gene primario (P) il verde smeraldo, come geni nascosti può avere il rosa salmone (H1), il colore orangesoda (H2) e ancora orangesoda come terzo gene nascosto (H3). Mentre il gene primario è visibile nell’NFT, quelli secondari si trasmettono ai figli dei CryptoKitties secondo diverse percentuali, ad esempio i geni primari del gatto padre si trasmettono nel 37,5% dei casi, quelli H1 nel 9,4%, quelli H2 nel 2,3% e quelli H3 nello 0,8%. Tutti i gattini possono fare sia il ruolo del padre che della madre, molto moderno da parte dei CryptoKitties! Esiste un tool che mostra ipotetici cuccioli e la loro rarità basandosi sull’accoppiata dei genitori. Non sempre però i CryptoKitties nascono sulla base delle percentuali, può succedere che i geni mutino creando gattini davvero unici e inaspettati! Dal 2018 sono state inserite le Mewtation Gems e i Family Jewels, dei badge per tracciare e certificare la discendenza e il pedigree degli NFT.

Qual è l’NFT dei CryptoKitties più raro?

Un primo modo per valutare la rarità dei CryptoKitties è dunque la tipologia e la sua genetica, i cattributes hanno infatti diversi gradi di rarità. Ci sono tuttavia altre caratteristiche che non dipendono da questi aspetti, ma influiscono ugualmente sul valore degli NFT:

  1. Gen0 dei CryptoKitties: i primi NFT in 50.000 copie sono i più rari e preziosi in assoluto. Al momento non sono tutti in circolazione, circa 12.000 sono ancora di proprietà del team in attesa di essere rilasciati in occasioni speciali;
  2. “Cooldown” ovvero il tempo di riposo tra un cucciolo e un altro. Ogni Kitties ha un cooldown che dipende dalla sua generazione, ad esempio quelli della Gen0 devono aspettare 1 minuto per fare un nuovo cucciolo, quelli della 26° generazione in poi, oltre 1 settimana;
  3. Numero ID: i gatti NFT sono numerati sulla base dell’ordine di nascita, quindi i numeri più bassi sono i CryptoKitties più antichi che sono venduti a prezzi più alti dai collezionisti;
  4. Errori: a volte i CryptoKitties appena nati hanno errori di grafica, dal momento che le mutazioni sono difficili da creare sono più rare e particolarmente difficili da trovare;
  5. Gattini di razza pura: sono pochissimi gli esemplari che nel blocco degli attributi hanno lo stessi gene ripetuto 4 volte.

Entra nell’Olimpo degli NFT di Solana con la collezione DeGods!

Tutto su DeGods, i più famosi NFT su Solana

Conosci i DeGods? Gli NFT più famosi e amati dell’ecosistema di Solana, semidei dall’antichità con un tocco underground

Il 2022 ha segnato il successo di molte collezioni NFT, tra le più famose dell’anno potrebbero benissimo rientrare anche i DeGods NFT. Questi NFT che sono stati lanciati ad Ottobre 2021 sulla blockchain di Solana sono stati “dormienti” per svariati mesi. Con l’arrivo del 2022 la collezione è letteralmente esplosa, il floor price di DeGods NFT è passato da circa 20 SOL a Febbraio 2022 a circa 300 SOL ad Aprile 2022. La vendita record della collezione NFT è avvenuta ad inizio Settembre 2022, quando il DeGods numero 270 è stato venduto per 7033 SOL, ovvero circa 221.000 dollari. Dove si possono acquistare i DeGods NFT? Gli NFT si possono acquistare su OpenSea, su Magic Eden e altri marketplace NFT che supportano la rete Solana. I volumi totali generati dalla collezione superano il milione di SOL ed il prezzo medio di acquisto è di circa 17.000$. Scopri tutto sui DeGods, gli NFT più famosi su Solana!

Cosa sono i DeGods NFT?

DeGods è una collezione composta da 9.465 PFP NFT, il termine PFP (profile picture) indica NFT nati per essere utilizzati come immagini profilo sui social network o sulle piattaforme Web3. A livello estetico i DeGods sono statue di personaggi semidei disegnati in uno stile che ricorda le sculture classiche. Anche se il vestiario dei personaggi dell’Olimpo di Solana dà quel tocco underground ai DeGods, gli accessori rimandano all’antichità: puoi trovare copricapi di faraoni o toghe di epoca romana.

La collezione di NFT PFP più famosa è sicuramente quella del Bored Apes Yacht Club. Proprio le Bored Apes vengono tirate in ballo ironicamente dal team di Dust Lab, start up che si è occupata di creare la collezione NFT dei DeGods e che ne segue lo sviluppo, all’interno del sito web. “We f*cked up and made original art instead of a Bored Ape Yacht Club derivative” tradotto: “Siamo impazziti e abbiamo creato delle opere originali invece di copiare il Bored Ape Yacht Club”.  La citazione sottolinea con sarcasmo la poca fantasia e creatività dei progetti NFT che hanno cercato di inserirsi nel mercato copiando la collezione più famosa del Web3. I DeGods hanno subito voluto chiarire la volontà di differenziarsi da queste “brutte copie”. 

Il lancio dei DeGods è stato particolarmente difficile. Alcuni utenti, tramite l’utilizzo di bot sono riusciti a comprare alcuni tra i 10.000 NFT in modo molto veloce impedendo gli acquisti agli utenti interessati. In seguito a questo avvenimento e ad alcuni errori del team di sviluppo, la collezione ha faticato inizialmente a decollare. Il team ha poi deciso di distruggere gli NFT acquistati tramite l’utilizzo dei bot, il che spiega come mai ora le opere d’arte digitale siano solamente 9.465 invece che 10.000, come era previsto.

La storia dei DeGods

La collezione NFT dei DeGods è stata annunciata su Twitter a Settembre 2021. Il minting dei DeGods è avvenuto l’8 Ottobre 2021 ad un prezzo di 3 SOL per ogni token non fungibile. Dopo il momento di incertezza vissuto agli inizi, i DeGods hanno iniziato a guadagnare popolarità. Questo anche grazie al coinvolgimento , dei famosi influencer del panorama NFT tra cui i co-fondatori di Solana, Anatoly Yakovenko e Raj Gokal, e il famoso rapper Ice Cube

In seguito al crescere della risonanza mediatica della collezione anche altre celebrità si sono appassionate DeGods NFT. L’ex cestista Shaquille O’Neal ha acquistato un pezzo raro della collezione per 250 SOL, che al momento dell’acquisto valevano circa 28.000 dollari. A Settembre 2022 la start up Dust Lab che ha creato la collezione NFT dei DeGods e il suo fondatore Franky hanno creato una nuova collezione di NFT chiamata y00ts. Gli y00ts sono stati gli NFT di Solana con i volumi di acquisto e vendita più alti dal 9 Settembre 2022, il giorno in cui sono stati lanciati. La collezione y00ts al lancio si poteva acquistare solo con il token DUST, la crypto dei DeGods.

DeadGods, i DeGods provenienti dall’oltretomba e il token DUST

Il team di Dust Lab ha lavorato duramente per portare al successo la collezione dei DeGods sviluppando un ecosistema attorno alle PFP e al token DUST i. Il token DUST viene dato come ricompensa a coloro che decidono di bloccare i loro NFT tramite lo staking. Lo staking dei DeGods serve solamente agli utenti per guadagnare ricompense nel token DUST e non influisce sui token non fungibili, come accade in collezioni come i Moonbirds. Le ricompense sono di 10 DUST per ogni giorno in cui un NFT resta bloccato. Quando è in staking un NFT non può essere venduto. 

Dopo qualche tempo dal lancio i possessori dei DeGods NFT hanno potuto “trasformare” i loro semidei in una versione zombie, tramite la pozione magica denominata StarDust. Una boccetta di StarDust costa agli utenti circa 1.000 DUST. Una volta eseguita la trasformazione l’NFT genera ricompense in DUST doppie una volta messo in staking. Attenzione però una volta trasformato un DeGod in un DeadGod non è più possibile tornare indietro! La trasformazione infatti non è reversibile e implica la distruzione dell’NFT originale.
Un’altra trovata molto interessante pensata dal team di DeGods è la cosiddetta DeMap,  niente meno che una reale mappa del planisfero in cui puoi vedere dove si trovano i possessori della collezione NFT più famosa su Solana (o almeno quelli che hanno deciso di condividere la loro pozione con la community). DeMap oltre a mostrare la distribuzione geografica dei possessori dei DeGods, servirà in futuro ad organizzare eventi esclusivi per la community. DeMap evidenzia tutto il successo della collezione, ad oggi infatti i DeGods sono presenti in tutti i continenti. E tu fai parte della community DeGods italiana? DeMap mostra che nel nostro paese ci sono ben 14 holder di DeGods e una whale che ne possiede più di 20!

Al lavoro per la CBDC europea, la BCE coinvolge anche Amazon

Euro digitale: la BCE al lavoro con Amazon per la CBDC

Euro digitale in arrivo? La Banca Centrale Europea sta collaborando con cinque società tech per lo studio della sua CBDC

Con un comunicato del 16 Settembre 2022, la Banca Centrale Europea ha annunciato la collaborazione con cinque società tech per testare e sviluppare un’eventuale Central Bank Digital Currency. Le CBDC sono monete digitali che si distinguono dalle criptovalute perché sono emesse da banche centrali e quindi non sono decentralizzate, come ad esempio Bitcoin. Per la BCE il principale vantaggio dell’euro digitale sarebbe la facilità e l’accessibilità, dal momento che basterebbe una semplice connessione internet per usufruire dei servizi bancari relativi alla CBDC. L’Unione Europea nel 2021 ha promosso una fase investigativa per lo sviluppo di una CBDC, fase che doveva durare due anni. Entro metà del 2023 infatti la BCE emetterà il suo verdetto: euro digitale sì o no? 

Le aziende selezionate per sviluppare prototipi e casi d’uso per la CBDC

Prima di prendere una decisione sull’euro digitale, la BCE ha coinvolto cinque aziende per realizzare dei prototipi e casi d’uso in cui potrebbe essere utilizzata la CBDC. Per scegliere queste aziende, ad Aprile 2022 è stato presentato un bando al quale si sono candidate 54 società interessate a lavorare all’euro digitale. Il 16 Settembre sono state comunicate le aziende selezionate, ognuna con un’area di pertinenza: 

  1. CaixaBank: pagamenti online peer-to-peer;
  2. Worldline: pagamenti offline peer-to-peer;
  3. EPI: pagamenti presso i punti vendita disposti dal pagatore;
  4. Nexi: pagamenti presso il punto vendita disposti dal beneficiario;
  5. Amazon: pagamenti e-commerce.

La BCE è quindi al lavoro con Amazon e Co. per sviluppare la sua CBDC. È il momento dell’operazione prototipo! Queste aziende tech sono chiamate a sviluppare, lato front-end, delle interfacce di servizi per l’euro digitale. Lo scopo è quello di testare transazioni con l’euro digitale, sistemi di pagamento peer-to-peer, in e-commerce ma anche nei punti vendita. Il lavoro sui prototipi durerà fino al primo trimestre del 2023, per poi essere presentato in un report.

Perché la BCE è interessata all’euro digitale?

Per la BCE l’euro digitale potrebbe essere un’integrazione funzionale al denaro contante. In che senso? L’euro digitale non è previsto come una sostituzione dell’euro come lo conosciamo e utilizziamo, ma come una scelta in più disponibile per i pagamenti: “potrebbe favorire l’innovazione finanziaria e migliorare l’efficienza complessiva del sistema dei pagamenti”. La CBDC sarebbe una moneta elettronica emessa dalla BCE e dalle banche centrali nazionali, accessibile a tutti i cittadini e alle imprese. Secondo la BCE l’euro digitale può avere successo solo se utilizzato dai cittadini europei nella vita quotidiana, deve quindi aggiungere valore ed essere realmente utile. I test in corso stanno verificando proprio questi aspetti. La BCE continua a sondare il terreno mentre la Casa Bianca sembra più decisa a lanciare il suo dollaro digitale!

The Merge visto dagli artisti NFT, fan art da Beeple a Vanity Blocks

The Merge: gli NFT dedicati a Ethereum 2.0

Beeple e altri artisti digitali celebrano The Merge, scopri gli NFT nati in onore dell’aggiornamento di Ethereum!

The Merge è finalmente stato attivato e il mondo Web3 ha deciso di celebrarlo. Non potevano mancare opere d’arte digitale e NFT dedicati a Ethereum 2.0! L’attivazione di The Merge è ufficialmente avvenuta Giovedì 15 Settembre alle 06:42:42 UTC, attivato a partire dal blocco numero 15537393. L’aggiornamento ha sancito il definitivo passaggio di Ethereum all’algoritmo di consenso Proof-Of-Stake. Data l’importanza dell’avvenimento, in molti si sono chiesti come celebrare The Merge in modo indelebile sulla blockchain. Insomma, The Merge con i suoi simboli e le sue mascotte è diventato oggetto di NFT! 

I blocchi della blockchain di Ethereum diventano NFT

L’ultimo blocco della blockchain Proof-of-Work e il primo blocco della blockchain Proof-of-Stake di Ethereum sono diventati entrambi un NFT. Le blockchain sono registri immutabili di informazioni raggruppate in blocchi, i quali solitamente contengono un numero diverso di transazioni. I blocchi della blockchain di Bitcoin per esempio contengono circa 2000 transazioni, quelle di Ethereum meno, di solito dalle 300 alle 500.

Il brand NFT emergente Vanity Blocks ha creato l’NFT dell’ultimo blocco della Blockchain Proof of Work di Ethereum.

Il progetto VanityBlocks è nato per consentire agli utenti di riempire un blocco della blockchain di Ethereum con un sola transazione, per trasformarlo in NFT. Il blocco NFT diventa di proprietà di chi ha processato la transazione. Quanto è costato trasformare l’ultimo blocco della blockchain Proof-of-Work di Ethereum in un NFT? 30.5 ETH, circa 45.000 dollari. Ora l’NFT può essere acquistato sul marketplace OpenSea. L’offerta attuale è di 20 ETH, circa 27.000$. All’interno di questo NFT il team di Vanity Blocks ha deciso di scrivere una citazione dello scrittore statunitense Terence McKenna: “Prendete un impegno e la natura risponderà a quell’impegno rimuovendo gli ostacoli impossibili. Sogna il sogno impossibile e il mondo non ti schiaccerà, ma ti solleverà. Questo è il trucco”. Probabilmente un pensiero per sottolineare l’impegno e l’enorme lavoro di innovazione che ha dato vita a The Merge! 

Non solo l’ultimo blocco della blockchain Proof-of-Work di Ethereum è diventato un NFT ma anche il primo della blockchain Proof-of-Stake. Un utente è riuscito a effettuare una transazione sul primo blocco Proof-of-Stake pagando ben 36.8 Ethereum in gas fee, ovvero le commissioni che ogni utente paga per processare le transazioni su una blockchain. Le gas fee generalmente non sono così costose, in questa occasione la cifra si è alzata perché la blockchain era particolarmente congestionata, in altre parole molto attiva. L’NFT in questione rappresenta una pagina nera intitolata “The Transition” in cui sono presenti alcune informazioni come il chain ID, il numero di blocco, il timestamp, ovvero tutte informazioni e dati relativi alla transazione stessa, e sulla parte destra della pagina il disegno di un panda.

Il panda è diventato l’animale simbolo di The Merge sui social network. Anche il motore di ricerca Google, all’interno del widget per il countdown di The Merge ha inserito due orsetti, uno bianco e uno nero che corrono l’uno verso l’altro con l’obiettivo di diventare un panda una volta avvenuto l’aggioramento. Il panda è diventato un animale molto usato per raccontare The Merge in seguito all’usanza di rappresentare la “fusione” tramite le gestualità del cartone giapponese Dragon Ball Z. Invece che Goku e Vegeta in tutti i meme che rappresentavano The Merge a fondersi erano due orsi, uno bianco e uno nero, che avrebbero poi dato vita al panda. La particolarità dell’NFT del primo blocco del Proof-of-Stake è sicuramente il numero di blocco, il 15537394 quello con cui è stato attivato The Merge!

Le opere d’arte digitale di Beeple in onore di The Merge

Tutti i più influenti individui e progetti all’interno del Web3 hanno reso omaggio a The Merge. Oltre ai cosiddetti “addetti ai lavori”, sviluppatori e founder dei principali progetti crypto, anche gli artisti digitali si sono espressi per celebrare questo importante evento. Tra le varie opere d’arte prodotte spiccano sicuramente quelle di Beeple, dei primi e più influenti artisti in ambito NFT. Beeple, da ormai più di 10 anni, crea almeno un’opera d’arte al giorno. Nel 2020 ha deciso di trasformare le sue opere d’arte in NFT. La collezione che contiene le prime 5000 opere, chiamata Everydays è stata venduta a Febbraio 2021 per 69,4 milioni di dollari. Le opere d’arte digitale inerenti a The Merge create da Beeple fino ad oggi sono due. Una, intitolata “THE MERGE” e raffigura un’enorme riproduzione del simbolo di Ethereum in costruzione. L’NFT del logo di Ethereum è costruito in un materiale simile al diamante di colore viola. Il simbolo si trova all’interno di una specie laboratorio futuristico circondato da due braccia meccaniche che sembrano in procinto di ultimarlo. Questa opera d’arte rappresenta probabilmente l’ultimazione del processo di “fusione” e il cambiamento di algoritmo di consenso.

L’altra opera d’arte digitale invece si chiama “PROOF OF STAKE”, e raffigura un panda cyborg di grande dimensioni che si muove minaccioso all’interno di una miniera popolata da pietre che ricordano il simbolo di Ethereum. Le due opere mantengono le caratteristiche classiche degli NFT di Beeple, sono quindi entrambe ambientate in un universo distopico e psichedelico e restituiscono a chi le guarda emozioni contrastanti.