Dalla Lazio alla Juventus, i fan token della Serie A

I fan token della Serie A di calcio italiana

La crypto della tua squadra del cuore? Con i fan token della Serie A italiana diventi un super tifoso e decidi sul futuro del tuo team!

I fan token sono uno degli hot topic del momento nel mondo delle criptovalute, a causa dei Mondiali di calcio 2022 che si stanno svolgendo in Qatar. Oltre a quelli delle nazionali, protagonisti in questo periodo, esistono anche i token delle squadre di club. Questo tipo di crypto è arrivato in Italia a Novembre 2019 con l’approdo sul mercato crypto di JUV, il fan token della Juventus. JUV è stato il secondo al mondo lanciato subito dopo quello del Paris Saint-Germain (PSG)

Da quel momento in poi hanno iniziato a nascere le crypto delle squadre italiane più titolate. A Febbraio 2021 quello della A.S. Roma e quello dell’A.C. Milan e nell’autunno quello dell’F.C. Inter, della S.S.C. Napoli e della S.S. Lazio. I fan token della Seria A italiana sono stati sviluppati da Socios, la principale applicazione decentralizzata (Dapp) sulla blockchain di Chiliz. L’unica eccezione è il token della Lazio, che è invece costruito sulla blockchain Layer 1 di Binance. Se sei un appassionato di calcio non puoi non conoscerli. Con queste criptovalute puoi partecipare attivamente alle decisioni della tua squadra del cuore, e diventare un super tifoso! 

I prezzi dei fan token sono relativi al momento della scrittura dell’articolo.

1. Lazio ($LAZ)

LAZ, lanciato ad Ottobre 2021, è l’unico a non essere stato sviluppato dalla piattaforma Socios. LAZ è infatti un token BEP-20 (lo standard per le crypto create sulla blockchain Layer 1 di Binance, la Binance Smart Chain). È stato il secondo fan token della Serie A ad essere stato lanciato ed è il primo per capitalizzazione di mercato, che si aggira attorno ai 44 milioni di dollari. LAZ è il token che al lancio ha raccolto più fondi, circa 130 milioni di dollari.

I tifosi che possiedono LAZ possono votare sulle decisioni del club, incontrare i loro giocatori preferiti e ottenere del merchandising esclusivo. Inoltre i tifosi delle Aquile possono trasformare i biglietti delle partite in NFT. In questo modo, i biglietti delle partite sono “scolpiti” sulla blockchain e di conseguenza, eterni. Solo per i romanticoni!

2. Milan ($ACM) 

Quello del Milan è invece stato lanciato a Febbraio 2021 e si posiziona secondo nella classifica dei fan token della Serie A italiana per capitalizzazione di mercato. ACM ha una capitalizzazione di 10,8 milioni di dollari ed è scambiato ad un prezzo di circa 6,6$

Ad Ottobre 2022, alcuni tifosi milanisti e holder di ACM hanno partecipato all’inaugurazione della tribuna “Cesare Maldini”, costruita sul campo di allenamento della squadra. Cesare Maldini, il padre di Paolo Maldini, è stato il capostipite di una dinastia di calciatori milanisti. Gli holder di ACM hanno poi potuto osservare da vicino una sessione di allenamento della squadra e incontrare i giocatori del Milan e l’allenatore, Stefano Pioli.

3. Juventus ($JUV)

JUV è il fan token della Serie A italiana più longevo e il terzo in Italia per capitalizzazione di mercato, che si attesta attorno ai 10 milioni di dollari.

JUV ha un prezzo di 3,12$ e un volume di trading di circa 10 milioni di dollari al giorno. In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla nascita del club torinese, Socios ha organizzato una art challenge. Gli holder del token JUV si sono cimentati nella creazione di un disegno che rappresentasse l’avvenimento; il premio in palio? Il disegno stesso, votato dai tifosi juventini, ricoperto dagli autografi dei giocatori.

4. Inter ($INTER)

Se il tuo sangue è nerazzurro invece, c’è anche il fan token dell’Inter. INTER è stato lanciato da Socios a Settembre 2021 e possiede una capitalizzazione di mercato di 7 milioni di dollari e un prezzo di 2,14$. Questo token permette, ai tifosi che lo possiedono, di votare certe decisioni del club, attraverso dei sondaggi. In passato, i possessori di INTER hanno espresso il loro parere su numerose questioni tra cui il design delle maglie, le grafiche da stampare sul pullman della squadra, il motto ufficiale dell’Inter e persino la formazione per una partita amichevole! 

Inoltre, INTER, ti consente di vincere dei premi in seguito al completamento di alcune sfide. Ad esempio, l’11 Novembre 2022, è stata messa in palio una maglietta da gioco, autografata dai giocatori. A vincerla sarà il tifoso che racconterà il gesto più folle fatto in nome della fede nerazzurra. Se sei uno sfegatato tifoso interista non puoi tirarti indietro, hai tempo fino al 2 Dicembre 2022 per partecipare!

5. Roma ($ASR)

Il fan token della Roma (ASR) è stato lanciato l’11 Febbraio 2020. Da quel momento i tifosi giallorossi di tutto il mondo possiedono un nuovo modo di connettersi con il loro club. La crypto della maggica possiede una capitalizzazione di mercato di circa 6 milioni di dollari e un prezzo di 2,72$

Il club calcistico romano ha coinvolto i tifosi nella realizzazione di un murale in onore di Ennio Morricone, illustre compositore e grande tifoso romanista, scomparso a Luglio 2020. Il ritratto è stato realizzato sulla facciata di un edificio nel quartiere di Tor Mancina sulla base delle scelte fatte dai possessori di ASR attraverso una votazione su blockchain.

6. Napoli ($NAP)

La crypto del Napoli chiude la lista dei fan token della Serie A italiana, con un capitalizzazione di mercato di 3,7 milioni di dollari e un prezzo di 2,70$

Nonostante sia il meno capitalizzato, è uno di quelli più attivi per quanto riguarda le iniziative dedicate ai suoi tifosi. Per esempio, il 23 Novembre 2022, è stato aperto un sondaggio su Socios con lo scopo di decidere il nome del campo d’allenamento dell’S.S.C. Napoli. Le scelte disponibili sono quattro: Azzurro, Vesuvio, Partenope o Passione.

Inoltre, il 17 Novembre 2022, i tifosi partenopei hanno potuto scegliere la playlist musicale da riprodurre all’interno dello stadio “Diego Armando Maradona” prima delle partite ufficiali. 


La finalità principale di questo tipo di crypto è di migliorare e vivacizzare il rapporto tra i tifosi e le loro squadre del cuore, ben riassunta dallo slogan della piattaforma Socios: “Be More than a fan”. Ora che sai quali sono i fan token principali della Serie A di calcio non hai più scuse. Fatti guidare dalla tua fede calcistica e diventa un tifoso 3.0!

I bear market nella storia: dal 1929 al 2022

I bear market nella storia: dalla crisi 1929 al crollo crypto del 2022

Conosci le fasi ribassiste più importanti della storia? Cos’ha in comune il crypto bear market del 2022 con quelli passati?

Seguendo la massima di Confucio “studia il passato se vuoi prevedere il futuro”, siamo qui ad analizzare le fasi ribassiste passate con l’obiettivo di comprendere le dinamiche del bear market che stiamo vivendo ora. 

Se anche tu ti stai chiedendo: quanto durerà il bear market crypto del 2022? Il prezzo di Bitcoin crollerà ancora? Purtroppo non esistono risposte certe, in questo articolo tuttavia puoi trovare delle informazioni che possono aiutarti a guardare lo stato attuale del mercato in prospettiva. Possiamo ad esempio considerare la durata delle fasi ribassiste, gli elementi coinvolti oppure comprendere quali sono state le cause che le hanno generate.

1. Il crollo della borsa americana del 1929

Il crollo della borsa di New York del 1929 è il primo grande crollo di un mercato finanziario contemporaneo, nonché la prima grande crisi causata dal libero mercato e dalla speculazione finanziaria. Gli Stati Uniti d’America, prima del crollo del ‘29, stavano vivendo uno dei periodi di maggiore prosperità e benessere economico della storia, i cosiddetti “ruggenti anni ‘20”. La grande floridità economica degli States, resa possibile dalla vittoria della Prima Guerra Mondiale e dalle politiche economiche liberali, sembrava inarrestabile. Sì, appunto, sembrava; perché questa crescita economica ad un tratto si fermò, a causa della progressiva saturazione del mercato. Le fabbriche chiusero, i prodotti restarono invenduti e le imprese iniziarono a licenziare i dipendenti. La crisi dell’economia reale si rifletté sulla borsa di New York attraverso il crollo delle azioni possedute sia dai grandi capitalisti dell’epoca sia dalla media e piccola borghesia, che si ritrovò ad un tratto senza risparmi. 

Il crollo vero e proprio arrivò Giovedì 24 Ottobre, il famoso giovedì nero. Quel momento diede inizio ad un intenso bear market, soprannominato a posteriori: “La Grande Depressione”. La Grande Depressione ha dato il via a una recessione che si risolse in una diminuzione del commercio mondiale del 60% e che generò 15 milioni di disoccupati. Il Dow Jones, il principale indice azionario americano, crollò del 75% del suo valore in pochi mesi.

2. La bolla delle “dotcom”

Uno dei bear market nella storia che vale la pena citare, è quello successivo alla bolla delle “dotcom”. Viene definito con il termine bolla delle dotcom il fenomeno di crescita senza precedenti delle valutazioni azionarie delle società tecnologiche, chiamate appunto “dotcom”, avvenuto alla fine degli anni ‘90. Questo frangente è stato caratterizzato da una crescita esponenziale degli investimenti rivolti alle internet startup. Tutto partì con Netscape, la prima startup produttrice di browser per Internet, il cui prezzo per azione schizzò da 28$ a 147$ in cinque mesi. Questo forte movimento rialzista portò un incredibile entusiasmo sui mercati, e in particolare sulle “dotcom”. Assieme a Netscape esplosero in borsa anche Yahoo, Amazon, Apple e altre centinaia di neonate aziende. 

La bolla però scoppiò ad Aprile del 2000, poco dopo l’all time high (ATH) del NASDAQ, l’indice borsistico che segue le quotazioni delle principali aziende tecnologiche americane, a 5.048 punti. La bolla esplose perché le dotcom, nella maggior parte dei casi, non avevano un valore intrinseco o un prodotto valido ma non erano nient’altro che campagne marketing aggressive. Questo bear market durò circa due anni, in questo lasso di tempo l’indice NASDAQ arrivò a toccare quota 1.111 punti, facendo registrare una perdita superiore al 75% del suo valore

3. La crisi dei subprime del 2008

All’interno della lista dei principali bear market della storia c’è anche quello del 2008. La crisi economica del 2008 è quella che ha condizionato maggiormente il nostro più recente passato. A dare il via a questa recessione furono ancora una volta gli Stati Uniti, con la crisi dei mutui subprime scoppiata alla fine del 2006. I mutui subprime erano prestiti finanziari concessi da importanti banche e colossi finanziari statunitensi, tra le quali Chase, JP Morgan e Lehman Brothers a soggetti ad alto rischio di insolvenza, ovvero a cattivi debitori. La crisi esplose a Settembre 2008, quando la situazione di insolvenza generata dai mutui subprime si unisce ad una bolla del mercato immobiliare. Questa bolla era il risultato di politiche accomodanti da parte della Federal Reserve (FED), la banca centrale degli Stati Uniti.  

Il bear market del 2008 non rimase circoscritto agli States ma si estese ovviamente anche in Europa. Le banche centrali dei paesi si ritrovarono costrette ad immettere grandissime quantità di denaro nelle rispettive economie, attraverso politiche monetarie di Quantitative Easing, per riuscire a frenare il collasso dell’economia globale. Durante il bear market del 2008 l’indice borsistico S&P 500 (Standard and Poors), che segue l’andamento delle 500 aziende americane più capitalizzate, crollò del 38.5% e il colosso finanziario americano Lehman Brothers dichiarò bancarotta. Il bear market del 2008 ha avuto un impatto molto più grande di quanto non si riesca ad intuire dai grafici. Gli effetti della crisi sistemica generata dall’esplosione della bolla dei subprime si sentono ancora oggi.

4. Il primo bear market crypto: l’attacco hacker a Mt. Gox nel 2014

Il primo vero e proprio bear market crypto arriva nel 2014. Certo, Bitcoin esiste dal 2008, ma fino al 2013 non aveva un vero e proprio mercato. L’unico modo per acquistarlo infatti era attraverso scambi peer to peer, e il suo utilizzo era relegato ai siti del Dark Web come Silk Road. Dal 2013 però la compravendita di BTC costruisce un vero e proprio mercato, soprattutto grazie alla crescita dell’allora più grande crypto exchange al mondo, MT Gox, che si occupava di processare la maggior parte delle transazioni di Bitcoin nel mondo.

Questo periodo, fu caratterizzato dalla nascita di tantissimi exchange e wallet è soprannominato “l’era degli Hack”. Tra Marzo 2012 e Ottobre 2013 venirono infatti hackerati numerosi exchange tra cui Linode, Biconica e Bit floor. I primi attacchi hacker però non intaccarono il prezzo di Bitcoin, che continuò a salire imperterrito. Dai 5$ dollari di Marzo 2012, il prezzo di BTC arrivò a 1.150$ a Novembre 2013. 

A questo punto arriva però il primo cigno nero della storia delle crypto: l’attacco hacker a Mt. Gox, attraverso il quale vengono rubati 850.000 Bitcoin. Questo black swan event diede il via al primo vero bear market crypto che durò 391 giorni. Dal prezzo di 1.150$ BTC raggiunse quota 150$, perdendo il 73% del suo valore.

5. Bear market 2018: le ICO

Lo spirito del ciclo di mercato crypto che va dal 2016 al 2019 si può riassumere in una sigla: ICO. Le ICO, acronimo per Initial Coin Offering, sono offerte iniziali di vendita al pubblico nel mondo delle criptovalute. Sono delle prevendite di token che consentono, a coloro che vi partecipano, di sostenere economicamente un progetto crypto prima del lancio, attraverso l’acquisto delle criptovalute native. 

Questa modalità di vendita al pubblico è stata resa popolare da Ethereum, a Luglio 2014. Le ICO sono state croce e delizia di questo ciclo crypto, da un lato hanno permesso al mondo del Web3 di crescere e a tante realtà di trovare sostenitori ma dall’altro hanno generato una bolla speculativa importante, paragonabile, per la modalità in cui si è gonfiata, a quella delle dotcom. Il proliferare delle ICO e il grande entusiasmo per questo nuovo mercato, ha permesso a tantissimi progetti truffaldini di raccogliere grandissime quantità di denaro. A causa della situazione macroeconomica globale, in particolare alle politiche monetarie restrittive tra cui rientra anche il Quantitative Tightening la bolla delle ICO è esplosa alla fine del 2017 causando l’inizio del bear market. Il Quantitative Tightening è una stretta repentina alla politica monetaria di uno stato che si risolve in un aumento dei tassi di interesse con l’obiettivo di limitare l’inflazione.

Il prezzo di Bitcoin crollò dall’ATH a 19.100$ fino al livello dei 3.200$ perdendo l’84% del valore. Ad Ethereum andò ancora peggio, il valore della crypto di Vitalik Buterin passò infatti da 1.400$ a circa 150$ registrando un movimento ribassista del -95%. Il bottom, ovvero il punto più basso toccato da un crypto in questo ciclo, è stato toccato esattamente un anno dopo il raggiungimento dell’ATH, il 17 Dicembre 2018.

6. Il bear market crypto del 2022

Le particolarità di questo ciclo di mercato sono l’influenza della pandemia di COVID-19, un evento di portata globale che ha avuto ripercussioni sull’economia e la società, e l’ingresso di investitori istituzionali nel mercato. 

Quest’ultimo aspetto ha aumentato la speculazione, un’arma a doppio taglio per tutti i tipi di mercati. Da un lato genera una rapida crescita, dall’altro crea le condizioni per un altrettanto veloce discesa. Questo crollo si è verificato in effetti il 12 Maggio 2021, giorno in cui il prezzo di Bitcoin è passato da circa 60.000$ a 30.000$ in poche ore. Tale crollo tuttavia non ha sancito l’inizio di un bear market dal momento che è stato riassorbito nei mesi successivi, consentendo a Bitcoin di raggiungere un altro massimo a Novembre 2021. Il bear market crypto del 2022 è iniziato in primavera, il primo catalizzatore di questa fase ribassista è stato il crollo dell’ecosistema Terra-Luna di Maggio 2022. Con il passare dei mesi eventi come l’aumento dei tassi di interesse da parte della FED e il fallimento dell’exchange centralizzato FTX di qualche settimana fa, hanno ulteriormente alimentato questo bear market.

La più grande novità dell’ultimo fase del mercato crypto, che va dal 2020 ad oggi, riguarda l’adozione. Nei bear market passati, la cosiddetta mass adoption, che si risolve nel numero di aziende tradizionali che adottano le tecnologie Web3 e nel numero di utenti che le utilizzano, si arrestava quasi completamente. Il ciclo che stiamo vivendo sembra invece diverso; l’adozione sta, di fatto, continuando, anche in questo bear market. Un esempio di questa tendenza è  la blockchain di Polygon, che ha siglato importanti collaborazioni con aziende esterne al mondo delle criptovalute. 

Le differenze di prezzo tra il bear market del 2018 e quello del 2022

Ma quali sono le differenze principali tra questo bear market e quello del 2018? Vediamolo dal punto di vista del prezzo delle due crypto più capitalizzate: Bitcoin e Ethereum. Partiamo osservando il livello di prezzo da cui sono iniziati i due bear market: nel 2018 il prezzo di Bitcoin all’ATH era di 19.100$ mentre quello di Ethereum era di circa 1.400$

Tutti i bear market di Bitcoin: durata e prezzi

Il movimento ribassista, dal punto più alto toccato dal prezzo di Bitcoin al punto più basso, nel 2018-2019 è durato 364 giorni facendo capitolare BTC e ETH rispettivamente a quota 3.200$ e 150$. L’oscillazione dei prezzi è stata del -84% nel caso di Bitcoin e del -95% per quanto riguarda Ethereum. 

Nel bear market crypto 2022, il bottom, per ora, si trova intorno ai 15.500$ ed è stato toccato il 21 Novembre 2022, 375 giorni dopo il raggiungimento dell’ATH. Per il prezzo di Ethereum, invece, la situazione è un po’ diversa. L’ATH è stato raggiunto il 15 Novembre 2021 ma il bottom è situato, per ora, intorno agli 880$, di Luglio 2022. 

Ora che hai un po’ di informazioni a disposizione, quanto pensi che durerà ancora il crypto bear market 2022? La fase ribassista potrebbe essere terminata qualche giorno fa con la discesa a 15.735$?

Guida ai Cool Cats, molto più di adorabili gattini NFT

Cool Cats NFT guida: cosa sono, prezzo, dove comprarli

Tutte le informazioni sui Cool Cats: cosa sono, a cosa servono, i prezzi e dove comprare la collezione PFP che ha fatto la storia del settore!

Nonostante il settore degli NFT sia giovanissimo, si possono già rintracciare delle collezioni storiche. Oltre ai CryptoPunks e al Bored Ape Yacht Club, i Cool Cats hanno contribuito a definire gli standard di questo mondo. I Cool Cats sono anche una delle prime collezioni di successo, in vendita dal 2021. In questo articolo puoi trovare tutte le informazioni sulla collezione (come è composta e come viene calcolata la rarità), le origini, l’evoluzione del suo prezzo e i progetti esclusivi che ha promosso. Una delle ultime iniziative del team di Cool Cats è stato il lancio dei Cool Cats FC, NFT dinamici che si evolvono con l’andamento dei Mondiali di calcio 2022, iniziati in Qatar qualche giorno fa. 

La collezione Cool Cats: attributi e rarità degli NFT

Cool Cats è una delle collezioni NFT creata nel boom delle collezioni profile picture (PFP) a Luglio 2021. La collezione è composta da 9.999 NFT, ognuno con caratteristiche uniche selezionate tra 300.000 combinazioni possibili, grazie agli strumenti dell’arte generativa. I token non fungibili di Cool Cats sono mintati su Ethereum, anche se altre collezioni parallele del progetto sono su Polygon. Cool Cats subito dopo il lancio ha raggiunto per volumi d’acquisto il Bored Ape Yacht Club e i CryptoPunks, per poi stabilizzarsi mantenendo sempre un posto nelle prime 20 collezioni. A Novembre 2022 le vendite totali dei Cool Cats hanno un valore di 372.757.981$ (dati CryptoSlam).

La popolarità dei Cool Cats è sostenuta dalla sua community che fa dei suoi principi la positività e l’entusiasmo. I Cool Cats continuano ad essere un punto di riferimento del panorama NFT, a Marzo 2022 un personaggio della collezione è apparso nel trailer di Otherside, il metaverso del Bored Ape Yacht Club

Gli attributi che sono stati combinati per realizzare la collezione sono ad esempio i colori, i baffi, il tipo di corpo, i cappelli, gli occhiali e in generale gli accessori. Come nella maggior parte delle collezioni PFP, la combinazione casuale degli attributi stabilisce la rarità di un token rispetto a tutti gli altri della collezione. Per controllare la rarità di un singolo Cool Cats NFT puoi utilizzare dei rarity tool come Rarity Tools, inserendo il suo ID. In generale i Cool Cats si dividono in quattro categorie di rarità crescente: Cool, Wild, Classy ed Exotic, sulla base di punteggi che vanno da 3 a 10: 

  • Da 3 a 4: categoria Cool (4.599 NFT);
  • Da 5 a 6: categoria Wild (3.000 NFT);
  • Da 7 a 8: categoria Classy (1.750 NFT);
  • Da 9 a 10: categoria Exotic (650 NFT).

Chi ha creato i Cool Cats? Le origini della collezione NFT

Il team originario che ha creato la collezione Cool Cats è composto da quattro persone. Ci sono Tom Williamson, esperto di blockchain e smart contract, e Rob Mehew che ha il ruolo di sviluppatore web e manager. Poi Evan Luza, il direttore creativo, e infine l’illustratore e vero proprio artista dei Cool Cats, Colin Egan, noto anche come The Catoonist. Tutti i gattini della collezione derivano da “Blue Cat”, il personaggio che Egan ha iniziato a disegnare al liceo, oltre dieci anni fa. Egan ha passato anni a perfezionare le linee del gatto cartoon, l’altezza delle orecchie, la lunghezza dei baffi, fino ad arrivare alla sua versione finale. 

L’evoluzione del prezzo dei Cool Cats 

Il 1° Luglio 2021 gli NFT della collezione sono stati messi in vendita per 0,06 ETH ciascuno (all’epoca circa 150$). A questo prezzo sono stati acquistati 360 Cool Cats. Nei giorni successivi il team di Cool Cats ha deciso di abbassare il prezzo a 0,02 ETH, i rimanenti NFT sono stati esauriti nelle otto ore successive. Questa decisione è stata presa assecondando le richieste della community per cui il prezzo previsto rappresentava una barriera d’ingresso. Chi aveva acquistato un NFT a prezzo pieno è stato rimborsato con la differenza in crypto o con altri NFT. 

Al lancio progetto è esploso in tutto l’ecosistema NFT. In quell’occasione il prezzo dei Cool Cats salì rapidamente a 0,66 ETH (circa 1.000 dollari). I Cool Cats attirarono subito l’attenzione di personaggi di spicco come Mike Tyson, che otto giorni dopo il rilascio ha acquistato il Cool Cats #2724. Tra i proprietari famosi dei gattini NFT ci sono anche Reese Witherspoon e Steve Aoki

Se ti stai chiedendo dove comprare i Cool Cats, al momento i token non fungibili sono disponibili solo nei mercati secondari, ovvero nei marketplace NFT come OpenSea. Il Cool Cats più costoso è stato venduto per 1,09 milioni di dollari nel 2021, era il numero #1490. 

L’universo Cooltopia e il token MILK: a cosa servono i Cool Cats NFT?

Perché comprare un NFT Cool Cats? Quali sono i vantaggi per la community? La prima cosa da considerare per rispondere a queste domande, è che i proprietari dei Cool Cats hanno i diritti sulla proprietà e sull’immagine dei loro token. Allo stesso tempo i creatori di Cool Cats possono utilizzare qualsiasi NFT della collezione per il merchandise e in generale per operazioni di marketing. Il progetto Cool Cats nel 2021 ha firmato un accordo con CAA, un’importante agenzia di scouting di Los Angeles, con l’obiettivo di creare opportunità per i personaggi di Cool Cats in settori come contenuti animati, partnership con brand, eventi dal vivo, editoria. 

Il team di Cool Cats sta elaborando per i proprietari della collezione, un universo di esperienze e giochi chiamato Cooltopia. L’intento è quello di mettere in contatto la community attraverso giochi, eventi interattivi e collaborazioni. Cooltopia è già attivo ma sempre in costruzione, ed è alimentato dal token MILK, che si può ricevere come ricompensa per aver svolto certe missioni e che viene consegnato tramite airdop giornaliero a tutti gli holder. MILK è un token ERC-20 su Ethereum e Polygon, al momento della scrittura dell’articolo il prezzo di MILK è 0,00015866$. Il suo prezzo più alto lo ha raggiunto il 15 Febbraio 2022 (0,19$), quello più basso il 22 Novembre 2022 (0,0001$). 

A Settembre 2022 Cool Cats ha creato una serie di fumetti per raccontare la nascita e le leggende di Cooltopia e le origini dei Cool Cats in maniera romanzata. Questi fumetti sono stati distribuiti ai proprietari degli NFT della collezione sia come token non fungibili che in versione cartacea. 

Cool Pets, cresci i tuoi cuccioli NFT

Il primo tassello che rende Cooltopia un’esperienza di gioco play-to-earn è la collezione NFT Cool Pets. Si tratta di token non fungibili di personaggi animaleschi che “nascono” sotto forma di uova direttamente dai Cool Cats. Ogni Cool Pets si evolve in uno dei quattro elementi: Erba, Fuoco, Acqua o Aria. Accudendo i Cool Pets, nutrendoli e facendoli giocare, si possono ottenere token MILK. Esistono varie missioni a cui si può partecipare come “Salva la foresta”, “Vai a salutare le rane”, “Conosci gli abitanti della città”. I proprietari di Cool Cats possono rivendicare un Cool Pets per ogni NFT. 

Cool Cats e TIME Magazine

Nell’Agosto 2021 Cool Cats ha siglato la sua prima e importante collaborazione, realizzando con la rivista TIME Magazine una collezione in edizione limitata di token non fungibili. Sono stati rilasciati 400 NFT di quattro tipologie diverse, la cui veste grafica è stata realizzata insieme alla community tramite un concorso.

Cool Cats FC, gli NFT dedicati ai Mondiali di calcio 2022

Con Animoca Brands e One Football Labs in concomitanza con i Mondiali di Calcio 2022, Cool Cats ha realizzato i Cool Cats FC, 4.000 NFT dinamici. Questi token sono dinamici perché il loro aspetto cambia sulla base dei risultati delle partite della competizione calcistica. Chi ha partecipato al drop della collezione, ha ricevuto in maniera casuale un Cool Cats FC di una delle squadre di mondiali. Quando la squadra del tuo NFT procede nel torneo, passando ad esempio dai quarti di finale alle semifinali, scala anche la classifica dei Cool Cats FC grazie alla quale si possono ricevere premi. 

La community può partecipare anche a dei sondaggi giornalieri sugli esiti delle partite sul canale Discord, indovinando i risultati si possono vincere premi tra cui gli stessi Cool Cats FC. 

I fan token dei Mondiali di calcio 2022 che tutti tengono d’occhio

Tutti i fan token dei Mondiali di calcio 2022 di Chiliz e Socios

Quali sono i fan token dei Mondiali di calcio 2022 sotto i riflettori? Socios ha preparato un gioco a premi per i tifosi delle nazionali!

Domenica 20 Novembre, con il fischio di inizio della partita tra Qatar e Ecuador sono ufficialmente iniziati i Mondiali di calcio 2022. Il Match, preceduto da una pirotecnica cerimonia di inaugurazione, ha dato il via al primo campionato del mondo di calcio in un Emirato Arabo. Socios, la piattaforma per i fan token costruita su Chiliz, e i suoi fan token delle squadre nazionali, hanno beneficiato a livello di prezzo dell’inizio della FIFA World Cup, con movimenti rialzisti sui grafici.

Socios ha inoltre creato una sezione ad hoc per i mondiali di Calcio 2022, in modo da coinvolgere al massimo i suoi utenti, chiamata Expert Prediction. Scopri quali sono i fan token dei Mondiali di calcio 2022 che tutti tengono d’occhio e come giocare alle Expert Predictions di Socios.

I fan token dei mondiali di calcio 2022 sotto i riflettori

Le crypto che hanno preso la scena durante queste ultime due settimane complicate per il mercato, sono i fan token dei Mondiali di calcio 2022 sviluppati su Socios. Questi fan token sono quelli delle nazionali di Portogallo (POR), Spagna (SNFT), Brasile (BFT) e Argentina (ARG) che sono stati rilasciati tutti nell’estate del 2021. Anche la nazionale italiana, che purtroppo non si è qualificata alla competizione, ha lanciato il suo fan token ITA il 29 Ottobre 2022, in collaborazione con Socios e per iniziativa della FIGC. 

La recente popolarità di questi fan token si deve all’inizio del campionato del Mondo di calcio, che ha portato interesse e volumi d’acquisto su queste criptovalute dedicate ai tifosi. Per esempio, il fan token della squadra del Portogallo ha effettuato un movimento rialzista di quasi il 100% in 10 giorni, dal prezzo di circa 10$ del 10 Novembre 2022 ai 19$ del 19 Novembre. I fan token di Spagna (SNFT) e Brasile (BFT) hanno fatto ancora meglio, segnando sul grafico incrementi di prezzo superiori al 100% del loro valore.

Il prezzo dei fan token dei Mondiali di calcio 2022 è salito nei giorni precedenti all’inizio della competizione, come mai tutto questo movimento ancora prima del calcio d’inizio? I token di Spagna, Portogallo, Argentina e Brasile potrebbero essere cresciuti grazie all’acquisto dei tifosi che prevedono una vittoria del Mondiale. Qualche trader inoltre potrebbe essersi mosso in anticipo cercando di intercettare l’interesse su tutto ciò che ha a che fare con la competizione in Qatar. 

Questo hype attorno ai fan token dei Mondiali di calcio 2022 ha aiutato anche CHZ, la crypto della blockchain di Chiliz che ha fatto registrare buone performance nei giorni precedenti all’inizio della competizione. Chiliz è la rete sulla quale è costruita la piattaforma di Socios e anche il network sul quale vengono scambiati i fan token. La crypto di Chiliz, CHZ è passata dal prezzo di 0,15$ al prezzo di 0,26$ in poco più di una settimana. Gli occhi sono puntati su questi fan token, le partite dei Mondiali di calcio 2022 influenzeranno il loro prezzo? 

Come giocare con Expert Predictions di Socios

I Mondiali di Calcio 2022, purtroppo, non ci faranno emozionare come alcuni di quelli passati, a causa dell’assenza della nostra nazionale. Ma potrebbero diventare, lo stesso, molto divertenti, grazie alle Expert Prediction di Socios.

Expert Prediction è una nuova sezione della piattaforma Socios in cui potrai vincere dei fantastici premi, tra cui dei fan token, azzeccando pronostici sui risultati delle partite della FIFA World Cup. Giocare a Expert Prediction è gratuito e molto semplice, ti basta recarti nella sezione “partite” dell’applicazione per smartphone di Socios e registrare il tuo pronostico. Più la previsione risulta accurata e più punti guadagni.

Per esempio se azzecchi un risultato esatto guadagni più punti rispetto a quanti ne ottieni se indovini solamente la squadra vincitrice. I punti che guadagni nel corso della competizione servono a determinare la tua posizione in classifica, più in alto ti posizioni e più alte sono le probabilità di vincere uno dei premi. Inoltre se segui in diretta le partite, durante l’intervallo potrai provare la sfida del calcio di punizione “free kick challenge”, un minigioco sull’applicazione smartphone di Socios, che ti permette di ottenere punti esperienza aggiuntivi, necessari a scalare le classifiche. Quali sono i premi in palio per chi gioca su Socios? Giocando alle Expert Prediction di Socios potrai vincere, oltre ai fan token dei mondiali di Calcio 2022, una Playstation 5, delle magliette e delle scarpe da calcio autografate dai calciatori e dei biglietti in “tribuna d’onore” per alcune partite di club, in programma il prossimo anno.

Come sempre, quando si parla di crypto soccer, troviamo lo “zampino” anche di Sorare. La piattaforma su Ethereum ha lanciato un gioco play-to-earn dedicato ai Mondiali. “Global Cup” di Sorare permette a tutti coloro che sono iscritti alla sua piattaforma di fantacalcio crypto, di costruire gratuitamente una squadra per il fantamondiale, e sfidare gli altri utenti al fine di aggiudicarsi una vasta gamma di premi. Il primo premio per la “Global Cup” prevede 3 Ether, circa 3.000$ al momento, e 3 carte NFT speciali create da Sorare appositamente per l’occasione. 

Si preannuncia, quindi, una FIFA World Cup molto interessante, anche per gli appassionati Web3 grazie ai fan token dei Mondiali di calcio 2022, le Expert Prediction e la Sorare “Global Cup”.

The Open Network, la blockchain di Toncoin scelta da Telegram 

Cos’è The Open Network: la blockchain di TON coin e Telegram

Cos’è The Open Network? Scopri la blockchain della crypto Toncoin (TON), scelta da Telegram per i suoi progetti Web3!

Tra i social network che cercano di integrare la blockchain, c’è Telegram! Il servizio di messaggistica ha cominciato a sviluppare il suo network decentralizzato nel 2019, tuttavia per questioni legali ha deciso di interrompere il progetto. The Open Network è passato così in mano agli sviluppatori che hanno costruito una blockchain Proof-of-Stake che ambisce a diventare un punto di riferimento per le dapp. Il team di Telegram è rimasto legato a The Open Network, tanto da integrare la crypto Toncoin nell’app. Scopri cos’è The Open Network e a cosa serve Toncoin, la criptovaluta scelta da Telegram!

Cos’è The Open Network?

The Open Network è una blockchain Layer 1 Proof-of-Stake fondata nel 2019, conosciuta anche con l’acronimo TON. Anche se l’idea iniziale del progetto è stata elaborata dal team di Telegram, nel 2020 l’app di messaggistica ha accantonato The Open Network. Lo sviluppo di TON infatti è stato bloccato dalla Securities and Exchange Commission statunitense. Ora The Open Network è una blockchain community driven, rinata grazie all’impegno dei suoi sviluppatori, tramite la TON Foundation. 

La causa Telegram vs SEC per l’ICO della crypto Gram 

Nel 2019 il team di Telegram capitanato dai fratelli Pavel e Nikolai Durov ha cominciato a esplorare soluzioni blockchain per l’app di messaggistica. Nel 2019 così è stata lanciata la prima testnet di The Open Network con un’ICO della crypto del network, che allora si chiamava Gram. In quest’occasione la SEC ha aperto un’indagine per verificare che Telegram non avesse venduto senza autorizzazione la crypto Gram come se fosse una security, ovvero un titolo. Dopo varie battaglie legali, applicando il test di Howey, la SEC ha stabilito che gli acquirenti di Gram si aspettavano ragionevolmente dei profitti che sarebbero derivati dagli sforzi imprenditoriali della società e che quindi quella di Gram fosse una vendita non autorizzata di titoli. La causa bloccò la distribuzione di Gram e Telegram venne condannata a pagare una multa alla SEC di 18,5 milioni di dollari e a restituire 1,2 miliardi di dollari a chi aveva partecipato all’ICO. 

A questo punto, siamo nel 2020, Telegram decide di rinunciare al progetto. Con un post Pavel Durov esprime tutto il dispiacere per l’esito della vicenda, sottolineando in maniera sarcastica come gli Stati Uniti abbiano la possibilità di decidere non solo se una coin possa essere distribuita nel suo stato di competenza, ma in tutto il mondo: “forse ancora più paradossalmente, il tribunale statunitense ha dichiarato che i Gram non possono essere distribuiti non solo negli Stati Uniti, ma a livello globale. Perché? Perché, secondo il tribunale, un cittadino statunitense potrebbe trovare un modo per accedere alla piattaforma TON dopo il suo lancio. Quindi, per evitare che ciò accada, la crypto Gram non dovrebbe essere distribuita in tutto il mondo, anche se ogni altro paese del pianeta sembra essere perfettamente a posto con TON”.

The Open Network: la blockchain rinata grazie alla community

Dopo l’uscita di scena di Telegram, il progetto è stato preso in mano dagli stessi sviluppatori. Dal nucleo originario di TON sono nati due progetti paralleli, uno è quello che ha mantenuto la strada di Telegram tramite la TON Foundation: “una comunità decentralizzata avviata da Anatoliy Makosov e Kirill Emelyanenko dopo che Telegram si è allontanata dal progetto”. 

Il secondo progetto nato dalle ceneri dell’esperienza crypto di Telegram, è FreeTON che ora si chiama Everscale, un’altra blockchain Layer 1 Proof-of-Stake. Everscale lavora soprattutto alla scalabilità, con oltre 200 chain secondarie e parallele che elaborano le transazioni insieme.

Il ripristino della blockchain The Open Network è iniziato a Gennaio 2021 e dopo dieci mesi la blockchain è stata riportata in vita con l’infrastruttura e gli strumenti di base. A Novembre 2021 The Open Network è stata inaugurata e nel corso del 2022 si sono concentrati gli sforzi degli sviluppatori per fornire The Open Network della tecnologia e della sicurezza adeguata. La maggior parte dei beni e dei servizi sul network sono stati creati quest’anno: token, token non fungibili, staking, nomi di domini, marketplace, wallet multifunzionali, DEX e altri servizi di finanza decentralizzata. TON inoltre ha due bridge, uno su Ethereum e uno sulla Binance Smart Chain. La crypto nativa del network non si chiama più Gram ma Toncoin (TON) e serve a pagare le commissioni per eseguire gli smart contract, per utilizzare le dapp, per partecipare alla governance, e per essere messa in staking e contribuire al meccanismo di consenso. Ad oggi The Open Network è operativa grazie a 200 validatori e conta 1.4 milioni di account.  

Toncoin (TON) è diventata la criptovaluta di Telegram

Nonostante Telegram non sia più attivamente coinvolta in The Open Network, TON rimane comunque legata all’app. La crypto TON è diventata la crypto di Telegram: grazie a Wallet Bot elaborato dagli sviluppatori di Telegram e lanciato ad Aprile 2022, è possibile acquistare TON e inviare crypto agli utenti tramite chat e senza commissioni. Con Wallet Bot è permesso anche acquistare criptovalute con la carta di credito e effettuare transazioni peer-to-peer. 

The Open Network viene utilizzato da Telegram anche per il suo “TON domain name service”. Tramite la piattaforma Fragment, gli utenti possono comprare con la crypto TON nomi per Telegram in forma di token non fungibili, dei nomi che sono a tutti gli effetti domini NFT. La vendita più grande è stata quella del nome Telegram @news, acquistato il 18 Novembre per 994.000 TON (quasi 2 milioni di dollari). A questo segue @auto a 900.000 TON e @bank a 850.000 TON. 

Come un qualsiasi dominio NFT, un nome telegram garantisce la proprietà esclusiva di un username e di un’identità digitale. 

Young Market: Bitcoin e Ethereum hanno trovato il bottom?

Bitcoin prezzo: +50% a Marzo 2023

I prezzi di Bitcoin e Ethereum potrebbero aver trovato il bottom? Con il punto più basso del prezzo, siamo vicini a una nuova bull run?

Un’altra settimana monotematica per il mondo delle criptovalute che ha sofferto i postumi della crisi di FTX. Sul crypto Twitter non si è parlato d’altro, anche perché Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, si è espresso più di una volta scatenando dibattiti e discussioni. Il crollo di FTX potrebbe inoltre aver innescato un effetto domino senza precedenti, che ha, nelle ultime ore, acceso i riflettori su un altro exchange americano, Gemini. Bitcoin e Ethereum stanno resistendo. Ci troviamo di fronte al loro bottom? Ovvero al prezzo più basso che precede la risalita?  

Il prezzo di Bitcoin si stabilizza e le whale accumulano

Questa settimana il prezzo di Bitcoin sembra aver trovato un supporto su cui appoggiarsi. Questo supporto si trova intorno al livello di prezzo dei 16.500$ ed è stato raggiunto, dal prezzo di BTC, dopo aver toccato il minimo a 15.000$ Mercoledì 9 Novembre 2022.

Per quanto riguarda invece il mercato in generale è difficile dire se il market crash sia finito, la crisi di FTX continua a colpire diverse realtà del settore. Al momento è sotto i riflettori Gemini, l’ottavo exchange per volumi di scambio secondo CoinMarketCap. Nelle ultime ore, l’exchange americano, ha registrato 563 milioni di dollari di prelievi e il saldo sui wallet degli utenti è sceso da 2,2 a 1,7 miliardi di dollari.

Nel frattempo Sam Bankman-Fried ha dichiarato che FTX avrebbe potuto recuperare dalla crisi della scorsa settimana. L’errore, secondo l’ex CEO di FTX, che non ha permesso all’exchange di recuperare, è stato quello di dichiarare bancarotta e quindi di seguire le linee guida del Chapter 11, la principale norma che regola i fallimenti delle aziende negli Stati Uniti.

Un altro effetto collaterale, causato dalla crisi di FTX, riguarda la società di trading fortemente legata all’exchange: Alameda Research. Alameda Research era uno dei maggiori market maker del mondo crypto e la sua assenza ha generato un impatto negativo sulla liquidità del mercato. I market maker sono aziende che si occupano di facilitare il trading sugli exchange, che dovrebbero disporre sempre della liquidità necessaria ad acquistare o vendere una crypto. Dopo il fallimento di Alameda effettuare gli scambi di crypto sugli exchange è un po’ più difficile, e lo spread medio (la differenza di prezzo di una determinata criptovaluta su diversi exchange) è leggermente aumentato.   

Nonostante tutto arrivano buone notizie dai dati on-chain. Il numero di wallet che possiedono più di 10.000 BTC, è in forte crescita. Sembrerebbe che le whale, che nel gergo crypto sono persone o enti che detengono grandi quantità di una criptovaluta all’interno dei loro wallet, stiano accumulando a ritmi mai visti prima. Questi aspetti sembrano davvero positivi, in un’ottica a lungo termine. 

Grafico Prezzo Bitcoin 17/11/2022

Sul grafico di Bitcoin è possibile invece vedere una contrazione dei volumi che, al momento, non gioca né a favore né contro il prezzo di Bitcoin. Per decretare una parziale ripresa, il prezzo di BTC dovrebbe superare quota 18.000$ mentre il prossimo supporto, se dovessimo scendere ancora è fissato, sul grafico di Bitcoin, intorno al livello dei 12.500$.

Il prezzo di Ethereum sulla stessa scia di quello di Bitcoin

Il prezzo di Ethereum ha seguito, a grandi linee, il movimento di quello di Bitcoin. Come si può vedere dal grafico che mostra il rapporto di forza relativa tra BTC ed ETH che trova attualmente in fasi di consolidamento tra i due valori 0,072 e 0,075. La forza relativa è un parametro che si ottiene confrontando due prezzi, e viene utilizzato per osservare l’andamento di un asset. Nel nostro caso, nessuna delle due criptovalute riesce a prendere il sopravvento sull’altra.

ETH dopo aver toccato il minimo a quota 1.701$, ha fatto partire una lateralizzazione contraddistinta da bassi volumi.

Il prezzo attuale di Ethereum è di circa 1.200$. I livelli da tenere d’occhio per il prossimo movimento sono quelli a 1.350$ nel caso in cui il prezzo di ETH si dovesse muovere a rialzo, e 1.000$ nel caso dovesse crollare ancora. Intanto pare che il 35° portafoglio che possiede più Ether sia di proprietà dell’hacker che ha violato l’exchange di FTX durante il crollo della scorsa settimana. L’hacker è riuscito ad impossessarsi di 350 milioni di dollari in controvalore, suddivisi tra diverse stablecoin, ETH, BNB, PAXG e SOL.

Grafico Prezzo Ethereum 17/11/2022

In questo periodo tra le altcoin, si è distinta MATIC, la crypto di Polygon che sta compiendo grandi passi in avanti in termini di adozione. 

Binance e FTX: cosa sta succedendo nel mondo crypto?

Binance e FTX: cosa sta succedendo nel mondo crypto?

Il caso Binance e FTX spiegato punto per punto. Cosa sta succedendo nel mondo crypto? Come sta reagendo la community?

Il 2022 si sta rivelando un anno intenso per il settore delle criptovalute. In questi giorni, un susseguirsi di eventi, dalla vendita dei token FTT da parte di Binance, alla notizia della bancarotta dell’exchange FTX, ha sconvolto il mercato che al momento sta accusando importanti ribassi. In questo articolo troverai il resoconto della vicenda in tutti i suoi passaggi e le reazioni della community. Cosa sta succedendo nel mondo crypto?

Chi è coinvolto nella vicenda?

Prima di entrare nel vivo della vicenda, facciamo un riassunto di chi sono i principali attori coinvolti: 

  1. Binance: uno dei più grandi e utilizzati exchange centralizzati di criptovalute, fondato nel 2017 e con sede nelle isole Cayman;
  2. Changpeng Zhao: CEO e fondatore di Binance, conosciuto anche con la sigla CZ;
  3. FTX: altro exchange centralizzato, nato nel 2019 e con sede alle Bahamas. Il suo utility token è FTT;
  4. Sam Bankman-Fried: a cui ci si riferisce anche con le iniziali SBF, fondatore di FTX e di Alameda Research;
  5. Alameda Research: società di trading la cui CEO è Caroline Ellison. Alameda Research è stata fondata da SBF e in questi giorni accusata di essere collegata in maniera non troppo trasparente con FTX.

Il rapporto tra Binance e FTX negli anni

Binance e FTX sono due tra i principali exchange centralizzati (CEX) che si contendono il primato nel settore crypto, lo scorso anno complessivamente hanno hanno generato il 30% di tutto il volume di trading sui CEX, per un totale di 27,5 trilioni di dollari. Binance e FTX non sono sempre stati rivali in affari, anzi in passato le due aziende sono state molto legate. Nel 2019 Binance è stato uno dei primi sostenitori e investitori di FTX, e la collaborazione tra i due exchange è continuata fino al 2021 quando FTX ha ricomprato le sue azioni a Binance per 2,1 miliardi di dollari, la maggior parte di questa somma è stata liquidata in token FTT. 

I momenti cruciali della saga Binance vs FTX 

Twitter è diventato il palco scenico di tutti gli eventi fondamentali del mondo crypto; per non perderci tra i meme, facciamo chiarezza seguendo tutti i passaggi della vicenda Binance-FTX.

6/11: CZ annuncia che Binance venderà tutti i token FTT

Con un tweet nel suo profilo personale, il 6 Novembre CZ ha annunciato che avrebbe venduto tutti i token FTT in possesso di Binance, a causa di “recenti rivelazioni emerse”. In questa occasione CZ ha assicurato che il team di Binance avrebbe cercato di ridurre al minimo l’impatto sul mercato di questa operazione (spoiler: il mercato crypto è andato nel caos) e che la decisione è stata presa guardando agli errori che sono stati fatti in passato con LUNA, la crypto collassata a Maggio 2022. Il fondatore di Binance ha anche spiegato che non si trattava in alcun modo di una mossa per creare un danno a un concorrente. 

Dopo poche ore dalla pubblicazione di questo tweet, il prezzo del token FTT è sceso più del 10%. La decisione di CZ ha gettato gli utenti nel panico (mai sentito parlare di FUD?) e in 72 ore sono stati prelevati da FTX oltre 6 miliardi di dollari. 

Quali sono le “recenti rivelazioni emerse” di cui parla CZ?

Le “rivelazioni” a cui ha fatto riferimento CZ sono alcune voci relative alle difficoltà economiche di FTX e Alameda Research. Il 2 Novembre CoinDesk ha pubblicato un report sullo stato finanziario di FTX e Alameda Research. Dal bilancio di Alameda è emerso che la società di trading è “pesantemente” dipendente dal token FTT, che utilizza come collaterale. In altre parole l’exchange FTX sarebbe coinvolto in Alameda molto più di quanto SBF abbia sempre sostenuto. Per CZ questo aspetto è risultato problematico, siccome la lezione imparata dal collasso di Terra (LUNA) è: mai usare come collaterale un token che tu stesso hai creato. In generale FTX e SBF sono stati accusati di poca trasparenza

A rinforzare queste accuse, Reuters sostiene che FTX tra Maggio e Giugno abbia trasferito segretamente 4 miliardi di dollari ad Alameda, in un momento di crisi. 

6/11: Caroline Ellison di Alameda smentisce tutto

L’amministratrice delegata di Alameda Research, Caroline Ellison, ha smentito le voci che circolano sulla società di trading spiegando che Alameda possiede anche altri asset oltre al token FTT. Ellison ha anche proposto a CZ di acquistare i token FTT di Binance per 22$ l’uno.  

7/11: Arriva anche la smentita di SBF (ora scomparsa da Twitter)

Il 7 Novembre SBF ha scritto su Twitter che tutte le voci sono infondate: “un competitor sta cercando di attaccarci con false voci. Gli asset sono a posto”. Il tweet però viene cancellato. 

8/11: FTX blocca i prelievi e arriva la notizia dell’acquisizione

Dopo il blocco dei prelievi sull’exchange FTX, è arrivata la notizia della possibile acquisizione da parte di Binance. CZ ha dichiarato che FTX ha chiesto l’aiuto di Binance e che l’acquisizione avrebbe avuto come scopo primario la protezione degli utenti. Il fondatore di Binance ha quindi firmato un accordo non vincolante. 

9/11: Justin Sun al lavoro con FTX

Il 9 Novembre Justin Sun, il fondatore della blockchain Tron, ha dichiarato di essere al lavoro con FTX per trovare una soluzione e tutelare gli holder dei token di Tron su FTX.

10/11: Binance si tira indietro

“​​In seguito alla due diligence aziendale e alle ultime notizie riguardanti la cattiva gestione dei fondi dei clienti e le presunte indagini delle agenzie statunitensi, abbiamo deciso di non perseguire l’acquisizione potenziale”, con queste parole CZ ha comunicato che Binance non avrebbe più acquisito FTX. Con una serie di tweet, CZ ha poi spiegato come il fallimento di FTX sia una sconfitta per tutto il settore e che probabilmente d’ora in avanti la regolamentazione sulle crypto sarà sempre più aggressiva. 

La rinuncia di Binance fa sospettare che la situazione di FTX sia più critica del previsto.

11/11: FTX dichiara bancarotta

Dopo essersi messo alla ricerca di fondi (circa 9 miliardi di dollari) per risolvere i problemi di liquidità, SBF l’11 Novembre si è dimesso da CEO dell’exchange e FTX ha dichiarato bancarotta.  

Gli effetti secondari della crisi di FTX

Il 10 Novembre il mercato crypto si è aperto con un -16,1% per BTC, -24,1% per ETH e un -43% per SOL. L’incertezza della situazione si è fatta sentire. La crypto che sembrerebbe soffrire di più in questa situazione è SOL, la coin di Solana. Come mai proprio SOL? SBF è sempre stato un sostenitore di Solana, diventando quasi un suo “ambassador” ufficioso. Negli ultimi anni SBF appoggiando Solana, ha aiutato a far crescere il progetto. Questa stretta relazione ha contribuito al calo del prezzo di SOL. Anatoly Yakovenko, fondatore di Solana, ha riferito su Twitter che Solana Labs non ha nessun capitale su FTX. 

Tra le aziende che invece hanno rapporti con FTX troviamo la società di venture capital Sequoia che ha avvisato i suoi soci di un’esposizione di 213,5 milioni di dollari in FTX e Galaxy Digital con 76,8 milioni di dollari. Amber Group ha dichiarato di avere il 10% dei suoi fondi bloccati sull’exchange di SBF, mentre Crypto.com ne ha 10 milioni di dollari (cifra irrilevante secondo il CEO Kris Marszalek). Kraken ha dichiarato di possedere 9.000 token FTT ma di non essere in contatto con Alameda. 

La crisi di FTX ha avuto soprattutto ripercussioni sulla fiducia degli utenti, vediamo le questioni sollevate dalla community. 

La reazione della community crypto

Il primo argomento discusso dai frequentatori del mondo crypto è l’enorme potere che CZ e Binance hanno dimostrato di avere nei confronti dei mercati. Per alcuni è stato proprio CZ ad architettare tutta la vicenda che ha portato al collasso di FTX, a partire dalle voci sull’insolvenza messe in circolazione. Al di là di questo, come nel caso di Elon Musk e Twitter, le azioni di CZ hanno influenzato il mercato. Su questa considerazione c’è chi ha rispolverato la questione del culto delle personalità del mondo crypto, lasciando intendere che ciò di cui si ha bisogno è una vera decentralizzazione che non faccia dipendere il futuro dei progetti dalle decisioni dei singoli. Non è forse per questo che Satoshi Nakamoto ha scelto di non rivelare mai la sua identità?

Sulla sfida centralizzazione contro decentralizzazione si sono espressi Stani Kulechov di Aave e Hayden Adams di Uniswap. Il primo sostenendo che l’unica regolamentazione per le crypto è la stessa finanza decentralizzata. 

Sulla stessa scia si è espresso anche Adams: “l’infrastruttura finanziaria di base, come la capacità di scambiare valore, è troppo importante per essere controllata da entità centralizzate corruttibili. Questo è uno dei tanti motivi per cui lavoro sulla DeFi e sugli exchange decentralizzati. 

Per alcuni il collasso di FTX è stata l’occasione perfetta per ribadire la presunta superiorità degli ideali della decentralizzazione. D’altro canto c’è chi sottolinea che questi ideali al momento sembrano rimanere tali, anche per le dapp più affermate la sicurezza rimane una sfida. Gli exchange centralizzati in questo momento rimangono il tassello di collegamento tra gli utenti, le criptovalute e i sistemi tradizionali. A questi ultimi spetta il compito di garantire la sicurezza degli utenti attraverso dei regolamenti.

Una regolamentazione crypto unica potrebbe fare la differenza?

L’assenza di regole chiare e uniche per tutti gli operatori del settore è un’altra prospettiva da cui guardare i recenti avvenimenti. Brian Armstrong, CEO di Coinbase, ha sottolineato come la crisi di FTX sia sintomo di questa mancanza negli Stati Uniti. Un paese da cui gli exchange di criptovalute scappano a causa di politiche opprimenti, exchange che si ritrovano paradossalmente ad avere piene libertà una volta trasferiti all’estero. 

Sul fronte europeo, Stefan Berger, membro della commissione economica del Parlamento Europeo, ha spiegato che con il MiCA (Market in Crypto Assets) in vigore, un episodio come quello di FTX non si sarebbe mai verificato. 

Nel frattempo con un comunicato stampa del 10 Novembre, il Department of Financial Protection and Innovation della California, ha annunciato che ha aperto un’indagine sul  crollo dell’exchange FTX. 

Chi ha rubato Sex.com? Il dominio che ha portato tutti in tribunale 

Sex.com: il furto del dominio internet che vale 14 milioni di dollari

Nel 1995 uno dei domini più costosi della storia di internet è stato rubato in circostanze misteriose. Ecco il racconto del furto di Sex.com!

Ti aspetteresti drammi, mistero e cacciatori di taglie dalle vicende di un dominio internet? Le cronache dal Web sono sorprendenti, soprattutto quelle all’inizio della sua storia. Come il domino Crypto.com, Sex.com è stato conteso da molti. In ballo ci sono stati processi, milioni di dollari e una truffa epica. Se in questa storia ci fosse stata la blockchain e se Sex.com fosse stato un dominio NFT, le cose sarebbero andate diversamente? 

Il misterioso furto del dominio Sex.com

Questa storia si svolge principalmente nell’aula di un tribunale statunitense. Da un lato troviamo Gary Kremen, ingegnere e uomo d’affari, che negli anni ‘90 è stato abbastanza furbo da registrare una serie di domini generici come Jobs.com, Housing.com e Sex.com. Dall’altro Stephen Cohen, un truffatore incallito, che è diventato il suo peggior nemico. Kremen aveva registrato il dominio Sex.com nel 1994, anno in cui aveva fondato anche il sito di incontri online, Match.com

Otto mesi dopo la registrazione del dominio, l’ingegnere riceve un messaggio insolito che gli comunica che l’email associata al dominio Sex.com era stata cambiata, per Kremen la cosa è sospetta e controllando si accorge che le informazioni sulla proprietà del dominio erano state modificate. In altre parole, Kremen non risultava più come legittimo proprietario di Sex.com. L’ingegnere chiama subito il numero d’assistenza indicato per chiedere come mai al posto del suo nome ci fosse quello di un estraneo, al telefono trova la voce calma di Cohen: “perché il dominio non è tuo”. Da qui in avanti per vent’anni Kremen e Cohen si inseguiranno giocando a guardia e ladri tra gli Stati Uniti, il Messico e il mondo intero.

La blockchain poteva salvare il dominio Sex.com?

All’inizio non era chiaro come Cohen fosse riuscito a mettere in atto il furto di Sex.com, dominio che già allora valeva milioni di dollari. Pare che Cohen abbia imbrogliato Network Solutions, la società che aveva venduto il dominio a Kremen, spacciandosi come il nuovo proprietario con una lettera contraffatta. Una volta ottenuto il dominio, Cohen iniziò a gestire il sito vendendo annunci e arrivando a guadagnare mezzo milione di dollari al giorno. Il tutto in un’epoca in cui non c’erano Google o i motori di ricerca, e le persone navigavano su internet utilizzando direttamente i nomi di dominio. E non sorprende che la parola “sex” attirasse molti curiosi. I visitatori giornalieri del sito Sex.com toccarono cifre record per l’epoca. 

Il furto del dominio Sex.com sarebbe successo con la blockchain? A differenza dei domini internet tradizionali gestiti da provider centralizzati, la certificazione della proprietà dei domini NFT è registrata immutabilmente sulla blockchain e quindi difficile da falsificare. Forse per Cohen non sarebbe stato così semplice rubare Sex.com se fosse stato un dominio NFT, non si possono mandare lettere alla blockchain e chiedere di modificare uno smart contract. Come per tutti gli NFT, le informazioni dei domini NFT sono trasparenti e certificano che si tratta di un bene unico e in tuo possesso. E chiunque in qualsiasi momento può verificarlo. Per questo i domini NFT vengono utilizzati per tenere al sicuro la tua identità su internet.  

La caccia all’uomo in Messico e Sex.com oggi

Dopo cinque anni di controversie legali, Kremen vinse la causa e venne stabilito un precedente: i domini sono a tutti gli effetti proprietà, anche se immateriali, e per questo possono essere rubati. Nel 2001 Sex.com venne restituito e per Cohen fu stabilita come pena il pagamento di un risarcimento di 64 milioni di dollari a Kremen per i mancati guadagni dell’utilizzo del sito. Qui inizia la seconda parte dell’incredibile storia del dominio Sex.com. Cohen per non rimborsare Kremen, si rifugia oltreconfine, a Tijuana. L’ingegnere allora tappezza la città messicana di cartelli “wanted” degni di un vecchio film western e sguinzaglia così i cacciatori di taglie che però non ebbero successo. Kremen è ancora alla ricerca di Cohen. 

Nel frattempo nel 2006 Kremen mise all’asta Sex.com, che venne comprato da Escom per 14 milioni di dollari. Dopo appena quattro anni, Escom fu costretta a vendere il dominio perché non riusciva a ripagare i debiti e stava per affrontare una causa per insolvenza (altro giro in tribunale). Nel 2010 Sex.com passa a Clover Holdings per 13 milioni di dollari. Al momento il dominio è associato a un sito di pornografia in cui gli utenti possono caricare e condividere contenuti. 

La storia del domino internet Sex.com è la chiave per capire perché internet ha bisogno della blockchain. Su Ethereum Name Service, una piattaforma per comprare domini NFT su Ethereum, il dominio NFT “Sex.eth” è stato registrato nel 2019. Mentre “Sex.crypto” di Unstoppable Domains nel 2020 è stato venduto per 230 ETH (circa 90.000$), diventando così il dominio “.crypto” più costoso mai visto fino a quel momento. 

La storia si ripeterà? Forse anche i domini NFT a tema “sex” verranno contesi come Sex.com, di sicuro ci sarà la blockchain a sostenerli con tutti i suoi vantaggi.

6 modi di utilizzare il tuo NFT Monuverse

6 modi di utilizzare il tuo NFT Monuverse

In preparazione all’uscita dell’Episodio I della collezione NFT di Monuverse, esploriamo 6 modi di utilizzarli 

Ricapitoliamo come funziona la collaborazione tra Monuverse e Young Platform spiegata per intero in questo articolo.

Entro oggi, 9 Novembre alle 18.00 gli iscritti ai Club che vogliono tentare di rientrare nella whitelist devono registrarsi con il loro indirizzo wallet nella pagina dedicata (controlla la tua email per link e password).

Chi è nella whitelist, l’11 Novembre dalle 18.00 alle 20.00 circa, potrà acquistare e mintare 1, massimo 3, NFT al prezzo vantaggioso di 0,07 ETH ognuno.

Una volta acquistati, potrai visualizzare i tuoi NFT su OpenSea e applicazioni analoghe. 

Ricorda che solo dopo la fase di Reveal potrai vedere la vera immagine o video che hai acquistato.

Una volta ottenuto l’NFT e scoperto il suo contenuto, ci sono 6 vantaggi e utilizzi a cui hai accesso.

1. Tutela e promozione del patrimonio culturale

Sei ufficialmente un filantropo del Web3: acquistando un NFT contribuisci a finanziare la tutela dell’Arco della Pace, e acquistando i prossimi Episodi farai lo stesso per altri monumenti. 

Per l’Episodio I, l’ente milanese preposto alla tutela del monumento riceverà il 12% delle royalty del tuo acquisto nel mercato primario (minting), mentre nel mercato secondario riceverà l’1%.

Nelle gallerie dei metaversi, nei social compatibili e sui tuoi schermi in casa potrai esporre e promuovere la tua opera liberamente. La blockchain renderà inconfutabile la tua storia su come hai contribuito a preservare un’opera artistica.

2. Community Web3

Le community crypto si trovano tipicamente sulle app di messaggistica e social, ad esempio Discord, Reddit, Telegram, mentre i progetti e i team comunicano principalmente su twitter (per ora). Anche Monuverse ha un server Discord che riunisce la sua community di patron e un profilo Twitter per le comunicazioni ufficiali.

Come accade spesso, anche in questo caso la possibilità di partecipare a eventi e a conversazioni col team è molto più alta per i possessori di NFT rari.

3. PFP e Avatar

Esistono diverse tipologie di NFT, tra queste è molto popolare sui social il PFP. Si tratta semplicemente di un NFT utilizzato come immagine profilo, quindi sono di norma immagini statiche che rappresentano la faccia di un personaggio. Gli NFT del Bored Ape Yacht Club ad esempio sono molto utilizzati come profile picture.
Un Avatar invece è la versione in 3D di un personaggio. Di solito si usa nei videogiochi o semplicemente in un metaverso ed è spesso personalizzabile attraverso accessori e skin.

Monuverse regala alla sua community un PFP e un Avatar del metaverso che sta costruendo, e potrai usarli non solo su Monuverse, ma sulla maggior parte delle applicazioni Web3. 

A ogni Episodio corrispondono PFP e Avatar che rispecchiano il periodo storico o la cultura del monumento scelto. Quindi, ad esempio per l’Episodio I, incentrato sull’Arco della Pace, saranno distribuiti personaggi dell’epoca Napoleonica.

4. Whitelist

Possedere un NFT Monuverse ti garantisce priorità nell’accesso alla whitelist dei futuri Episodi. Questo significa poter mintare l’NFT a un prezzo conveniente rispetto al prezzo della vendita pubblica. Più il tuo NFT è raro, più sarà probabile rientrare nelle whitelist.

5. Diritto di voto

Potrai votare con il resto della community per scegliere i prossimi monumenti che Monuverse si impegnerà a replicare e tutelare. Da roadmap, inoltre, il team prevede di creare un sistema voto più ampio per la community e una DAO per remunerare la partecipazione attiva degli utenti.

6. Compravendita

Naturalmente puoi rivendere i tuoi NFT Monuverse sia prima del Reveal che dopo, sul mercato secondario di OpenSea e altri aggregatori come LooksRare, Rarible, x2y2. Puoi venderne quanti ne vuoi; cedere il possesso di tutti gli NFT però significa anche abbandonare la community e i suoi vantaggi. 

La vendita, inoltre, è un’opzione solo se pensi che l’NFT che possiedi possa essere tanto richiesto sul mercato da portarti un profitto per te significativo nel periodo scelto. Scopri di più sulla rarità degli NFT in questo articolo.

La blockchain di Elrond si trasforma in MultiversX, cosa cambia?

Elrond crypto: la blockchain cambia nome in MultiversX

Da Elrond a MultiverseX. Scopri il rebranding della blockchain della crypto EGLD e gli sviluppi futuri del primo Multiverso del Web3!

Dal 3 al 5 Novembre 2022 ha avuto luogo, all’interno dell’ex borsa valori francese a Parigi, una conferenza, X Day, organizzata dal team della crypto Elrond. X Day ha rappresentato un momento di svolta, “il giorno 0” di una nuova avventura per l’ecosistema. Durante la conferenza sono stati annunciati gli step futuri di Elrond, la blockchain su cui si basa la crypto EGLD, in particolare la campagna di rebranding che trasformerà Elrond in MultiversX. MultiverseX punta a rappresentare l’evoluzione del concetto di Metaverso, proponendo un ambiente digitale costantemente in espansione, che punta a garantire agli utenti la possibilità di partecipare ad esperienze, a cavallo tra universi fisici e digitali, grazie alle migliori innovazioni tecnologiche del Web3. 

Secondo Beniamin Mincu, Co-fondatore e CEO di Elrond i metaversi ad oggi sono poco utilizzati perché non soddisfano le reali esigenze degli utenti. La sfida dell’ecosistema della crypto Elrond, ora MultiversX, è migliorare la percezione e l’offerta del Metaverso.

Che cos’è Elrond, la blockchain della crypto EGLD

Elrond è una blockchain Layer 1 fondata da due fratelli di origini rumene, Beniamin e Lucian Mincu nel 2017. La blockchain è stata lanciata nel 2019 attraverso una IEO sull’exchange di Binance, IEO sta per Initial Exchange Offering ed è una sorta di ICO gestita da un exchange centralizzato. Il nome Elrond deriva dal “Signore degli Elfi”, un personaggio della saga del Signore degli Anelli. Secondo i fondatori, proprio come il personaggio della “Terra di Mezzo” la blockchain di Elrond dispone di un grande potere, in questo caso non magico ma tecnologico, e intende metterlo a disposizione degli utenti. 

Questo grande potere si risolve soprattutto nella velocità del network, Elrond è infatti considerata una blockchain veloce e scalabile e consente di processare un grande numero di transazioni al secondo, circa 15.000 con una latenza ridotta. La sicurezza del network è garantita da un algoritmo di consenso di tipo Proof-of-Stake, per diventare validatori è richiesto lo staking di almeno 2.500 unità della crypto Egold (EGLD). Una delle caratteristiche più apprezzate della blockchain della crypto EGLD, oltre alla velocità delle transazioni, è la compatibilità con la macchina virtuale di Ethereum. I token e gli smart contract costruiti su Elrond possono infatti essere utilizzati su tutte le blockchain EVM con qualche piccola modifica.

Da Metaverso a Multiverso, il rebranding di Elrond in MultiversX

L’idea che il metaverso possa rappresentare un cambiamento fondamentale per la società non è una novità. Secondo DappRadar infatti, gli investimenti all’interno del settore, durante il terzo trimestre del 2022, sono stati superiori a 1,3 miliardi di dollari e sono in costante aumento nonostante le tendenze ribassiste dei mercati. Questa trasformazione, che sta già avvenendo, è possibile grazie ad un grande numero di nuove tecnologie che consentono alle persone di fare nuove esperienze in un mondo senza confini. Secondo Beniamin Mincu e tanti altri altri speaker che si sono espressi in merito durante la conferenza X Day di Parigi, ad oggi, i metaversi non sono in grado di raggiungere questo obiettivo. Mincu sostiene che i metaversi di oggi siano noiosi e monotoni e non contribuiscono a creare valore come dovrebbero. Per questo motivo il CEO di Elrond ha elaborato il progetto MultiversX. 

La blockchain della crypto Elrond, grazie al rebranding in MultiversX ha intenzione di esplorare più a fondo le tecnologie Web3 ridefinendo i casi d’uso e immaginando e plasmando un futuro che oggi è a malapena immaginabile. MultiversX vuole essere un ecosistema in cui gli utenti potranno imparare, lavorare e divertirsi utilizzando la crypto ELGD per gli scambi di valore. Durante la conferenza X Day, alla quale hanno partecipato sia membri influenti del Web3 come il CEO di Yuga Labs, Nicole Muniz, sia personaggi politici come Jean-Noël Barrot, Ministro francese per la Transizione Digitale e le Telecomunicazioni, sono stati rilasciati alcune anteprime delle piattaforme che comporranno questo ecosistema, in particolare: xPortal, xWorld e xFabric.

I prossimi sviluppi e le DApp in arrivo su MultiversX

Sicuramente l’obiettivo principale di MultiversX (ex Elrond), ovvero reinterpretare l’attuale concetto di metaverso, è molto ambizioso e richiede tempo per essere realizzato. I primi passi in questo senso sono già stati compiuti e le applicazioni decentralizzate (dapp) che usciranno a breve li rappresentano a pieno: 

  1. La prima dapp in cantiere è xFabric e sarà l’infrastruttura del multiverso, sosterrà tutto ciò che verrà costruito su MultiversX. xFabric permetterà agli utenti, agli sviluppatori e alle aziende di creare piattaforme, applicazioni decentralizzate, giochi e tanto altro all’interno del multiverso crypto di Elrond. Gli sneak peak di xFabric che sono stati resi pubblici trasmettono la grande facilità di utilizzo del layer, aspetto che secondo Mincu, favorirà l’ingresso di attori provenienti da settori che, ad oggi, non si sono ancora avvicinati alle tecnologie Web3.
  1. Il secondo “pilastro” di MultiversX sarà xPortal. xPortal sarà una “super” applicazione per smartphone che permetterà agli utenti di gestire sia il proprio avatar Web3 che le proprie criptovalute all’interno del metaverso. L’app avrà un un wallet integrato per conservare EGLD e altre crypto. Su xPortal sono previsti anche pagamenti con la carta di debito di Elrond prodotta in collaborazione con Mastercard. xPortal è probabilmente la prima funzionalità che verrà rilasciata, entro la fine del primo trimestre del 2023
  1. L’ultimo dei tre pilastri di MultiversX è xWorld, un motore grafico per la creazione di nuovi mondi grazie al quale sarà possibile interagire con altri metaversi. xWorld è sicuramente la piattaforma più innovativa del pacchetto. Il 10 Dicembre 2022 si terrà un evento dedicato a xWorld, in cui il team della crypto ELGD annuncerà le principali possibilità del motore grafico e mostrerà alla community alcune funzionalità ad oggi segrete. Per iscriversi all’evento basta inserire la propria mail all’interno di questo form. Comunque sia è proprio all’interno di xWorld che gli utenti potranno vivere esperienze di formazione, di intrattenimento o di lavoro avvincenti e stimolanti.

Le novità per MultiversX non finiscono qui, nei primi mesi del 2023 dovrebbero essere rilasciate delle versioni beta di altre piattaforme, come l’NFT marketplace xSpotlight e l’exchange decentralizzato xExchange. Su queste piattaforme sarà possibile acquistare NFT e token attraverso la crypto di Elrond (EGLD). Ora che la blockchain Elrond cambia nome, cosa cambia? Con il rebranding in MultiversX, inizia una nuova fase di vita dell’ecosistema di Elrond che non sarà più soltanto un network veloce e potente ma punta a diventare un multiverso innovativo e interoperabile, interamente sostenuto dalla crypto EGLD.