La storia d’amore che ha mandato in tilt il mondo crypto

SBF e Caroline Ellison, chi è la coppia crypto da bancarotta miliardaria

Sam Bankman Fried e Caroline Ellison sono la coppia crypto da bancarotta miliardaria. Qual era la loro relazione? Fino a che punto sono stati complici?

Con il nuovo episodio di Young Pills scopriamo la storia di una relazione romantica, presto trasformata in un amore criminale che ha portato al fallimento di due grandi società crypto FTX e Alameda Research, e a un buco di miliardi di dollari. Quando da partner a partner in crime il passo è breve… parliamo di Caroline Ellison e Sam Bankman Fried, noto anche con la sigla SBF. Di intrighi, tradimenti e colpi di scena in uno degli eventi più (tristemente) noti del mondo crypto. 

L’amore non è bello se non è… fraudolento! Alcune delle accuse per cui sono indagati sono frode telematica, riciclaggio di denaro, associazione a delinquere. La coppia rischia fino a cento anni di carcere a testa. Ma come si sono conosciuti Caroline Ellison e SBF? Hanno davvero progettato insieme una mega truffa? O solo uno dei due è un criminale?

Il processo per il fallimento di FTX e Alameda Research

Il processo si è aperto ufficialmente nello stato di New York il 3 Gennaio 2023, la prima convocazione per SBF in tribunale è prevista per il 2 Ottobre. In quell’occasione però non sarà accompagnato anche da Caroline Ellison che infatti ha patteggiato ammettendo la sua colpevolezza e di aver consapevolmente ingannato gli investitori. Ellison ha anche dichiarato che lei e SBF hanno creato dei falsi rendiconti finanziari. 

Con questa mossa Ellison ha preso le distanze da SBF, e ora per lui non sarà così semplice uscire pulito dal processo. Difendersi e scampare ai centoquindici anni di prigione, la massima pena detentiva negli Stati Uniti. 

Anche se la relazione tra i due non è mai stata confermata ufficialmente, e per quanto SBF cercasse di tenere nascosta la cosa, Ellison e SBF hanno lavorato a stretto contatto per anni. Chi è e come nasce la coppia crypto da bancarotta miliardaria? 

Cresciuti a pane e università

Anche prima di conoscersi i due avevano molto in comune, sia SBF che Ellison sono nati in famiglie accademiche. I genitori di SBF sono entrambi professori della scuola di legge della Stanford, quelli di Ellison insegnano al dipartimento di economia del MIT. Entrambi sono stati dei ragazzi prodigio, con un talento spiccato per la matematica. Lui frequentava campi estivi per studenti dotati e lei presentava ai suoi genitori dei prospetti economici sui prezzi dei suoi giocattoli preferiti di Toys R Us. 

Chi è Caroline Ellison, chi è Sam Bankaman Fried 

Sam Bankman Fried era amministratore delegato e co-fondatore di FTX un exchange di criptovalute che si era guadagnato la fama di essere uno dei più grandi al mondo. Al suo apice nel 2021 veniva usato da oltre un milione di utenti. 

SBF però nel 2017 aveva già dato vita ad un’ altra società crypto, Alameda Research specializzata nel trading che nel 2019 passa sotto la guida di Caroline Ellison. La coppia si incontra per la prima volta dopo il college, in quel periodo Caroline Ellison viene assunta dalla società di trading Jane Street nello stesso gruppo di lavoro di SBF. In quell’occasione lui le spiega tutto sulle crypto e lei lo introduce all’altruismo efficace

Chi fa parte di questo movimento vuole usare il proprio benessere economico e il proprio tempo per aiutare gli altri nel modo più efficace possibile. Entrambi diventano paladini dell’altruismo efficace, anche se evidentemente con scarsi risultati. Nel fallimento di FTX e Alameda Research, moltissime persone hanno perso i loro risparmi che probabilmente non saranno più restituiti loro.

Quella di Ellison e SBF è una storia d’amore tragica che ci insegna molto di più: quando dobbiamo scegliere a chi dare la nostra fiducia è sempre bene guardare i progetti che sono più trasparenti e non offuscati da grandi personalità. Chi viene venerato come eroe, innovatore, luminare è sempre una persona come tutte le altre. 

I 10 principali fondi Venture Capital che finanziano progetti crypto 

10 crypto Venture Capital da conoscere 

Lo sviluppo del mondo crypto negli ultimi anni è stato sostenuto economicamente dai fondi Venture Capital. Ma come funzionano? Quali sono i principali?

Nel 2021 il settore crypto ha raccolto enormi finanziamenti dalle società e dai fondi Venture Capital. La tendenza per gli azionisti, complici la politica monetaria accomodante e la crisi economica causata dalla pandemia, è stata quella di orientarsi verso settori ad alto rischio ma con altissime potenzialità di sviluppo, come le crypto, il Metaverso e il Web3.  Tuttavia nel 2022 gli investimenti sono calati del 35% rispetto al 2021, aggirandosi intorno ai 415 miliardi di dollari Nell’ultimo anno la recessione ha allontanato gli investitori più abituati al rischio e questa probabilmente sarà la tendenza anche del 2023. Ma cosa sono e come funzionano i fondi Venture Capital nel mondo crypto e quali sono quelli che bisogna assolutamente conoscere nel settore? 

Crypto Venture Capital: cos’è e come funziona 

I Venture Capital sono fondi o società che si dedicano al finanziamento ad alto rischio di attività in settori innovativi e con alto potenziale di sviluppo. Le idee imprenditoriali sostenute economicamente da loro generalmente sono nelle prime fasi di sviluppo come nel caso delle startup, operano in ambiti tecnologici e offrono servizi all’avanguardia, e sono caratterizzate da un alto rischio finanziario e operativo. Alcune società o fondi Venture Capital sono specializzati nel finanziare progetti crypto.

Come funziona un fondo Crypto Venture Capital? Sia che si tratti di standard VC, che di Crypto VC, si parte da un gruppo di investitori che decide di finanziare con il proprio denaro la crescita di una società appena nata, e che possa dunque presto moltiplicare i loro guadagni. Nel caso dei Venture Capital la grandezza del rischio è direttamente proporzionale al guadagno in caso di successo. 

I 10 fondi Crypto Venture Capital più importanti

Ma quali sono, dunque, i 10 principali fondi Crypto Venture Capital che vale la pena conoscere? 

1. a16z – Andreessen Horowitz

Fondata nel 2009 da Marc Andreessen e Ben Horowitz, Andreessen Horowitz , conosciuta come “a16z”, è un’azienda californiana di Venture Capital che ha un particolare interesse per le startup crypto e Web3. Al momento, a16z ha partecipazioni in molte delle principali società di criptovalute come Compound, Phantom, Lido, MakerDAO, Yield Guild Games e molte altre. 

2. Fenbushi Capital 

Il nome “Fenbushi” deriva dalla combinazione delle parole cinesi: “fen” che significa “pulviscolo” o “polvere” e “bushi” che significa “guerriero” e vuole descrivere il Venture Capital come un esercito di guerrieri della blockchain. Fenbushi Capital è stato fondato nel 2015 da Bo Shen e Vitalik Buterin, il co-fondatore di Ethereum. Che dal 2018 non lavora più a tempo pieno al progetto ma svolge il ruolo di consulente. Tra gli investimenti del fondo cinese ci sono crypto companies di tutto il mondo, tra cui le blockchain Flow e Kusama, la società  di analisi e ricerca Messari e l’azienda che gestisce la stablecoin USDC, Circle.  

3. Jump Crypto 

Jump Crypto è una sezione dedicata allo sviluppo di servizi e infrastrutture per il Web3 del Jump Trading Group di Chicago. Alcuni esempi delle realtà crypto in cui ha investito Jump Crypto sono Acala, una parachain di Polkadot, Amp, Chiliz e Solana

4. Framework Ventures

Framework Ventures si definisce “il sistema di riferimento per la transizione globale verso le tecnologie decentralizzate”; è stato fondato nel 2018 da Alex Kolicich e Jake Medwell e il suo obiettivo è favorire e accelerare lo sviluppo di progetti Web3. Questo fondo crypto Venture Capital investe anche in compagnie che sviluppano sistemi per l’intelligenza artificiale, e per l’Internet of Things. Tra i vari progetti crypto che ha finanziato ci sono Aave, Optimism e The Graph.    

5. Paradigm 

Tra i 10 principali fondi Crypto Venture Capital c’è anche Paradigm, una società di investimenti specializzata in crypto e Web3 che sostiene progetti “dirompenti” con finanziamenti da un minimo di 1 milione a un massimo di 100 milioni di dollari. “Ogni tanto arriva una nuova tecnologia che cambia tutto. Internet ha definito gli ultimi decenni di innovazione. Crediamo che le criptovalute definiranno i prossimi decenni”, proprio per questo Paradigm ha scelto di aiutare i progetti su blockchain a raggiungere il loro pieno potenziale. Tra i progetti finanziati ci sono Cosmos, dYdX, Optimism

6. Multicoin Capital

Multicoin Capital è attiva dal 2017 e si ritiene una pioniera dei modelli economici basati sui token. Il fondo è nato con lo scopo di dedicarsi completamente al mondo crypto e oltre a possedere un wallet composto da diverse criptovalute, si occupa di finanziare progetti basati su blockchain a partire dalla fase seed. Con un occhio di riguardo per gli aspetti più tecnici del settore. Multicoin ha finanziato Audius, Solana e The Graph

7. Pantera

Pantera è un fondo Venture Capital americano che dal 2013 si è occupato di finanziare aziende blockchain. Si tratta di uno dei fondi più longevi del settore, quando è stato lanciato Bitcoin valeva solo 65$! Pantera ha investito in 1inch, Ankr, Ripple.

8. Draper Associates

Draper Associates è una firma storica dei Venture Capital che opera dal 1985. Il fondo si dedica principalmente a aziende nelle fasi iniziali del loro sviluppo e dopo aver contribuito al successo di realtà come SpaceX, la Draper Associates si è aperta anche al finanziamento delle aziende crypto. 

9. Polychain

Con sede a San Francisco, Polychain è uno dei principali fondi Crypto Venture Capital. Il team di Polychain apprezza “la visione a lungo termine, l’intelligenza combattiva, la mentalità che fa fede ai dati, la mentalità aperta e le persone umili”. Polychain ha finanziato Ava Labs, Celo, NuCypher. 

10. Animoca Brands

Animoca Brands è il fondo VC di riferimento nel campo del Metaverso e dell’intrattenimento digitale. I progetti Web3 che ha finanziato sono Axie Infinity, Splinterlands e The Sandbox. 

Tutto sommato i fondi Venture Capital Crypto funzionano come quelli tradizionali. Il settore crypto tuttavia porta con sé le sue peculiarità, come mercato giovane spesso i processi e i finanziamenti sono flessibili. La maggior parte dei progetti crypto si finanzia nelle fasi di pre-seed e seed coinvolgendo la community, i Crypto Venture Capital entrano generalmente nelle fasi A e B. Questo è il caso di Dune Analytics o Palm NFT Studio.

Oggi hard fork di Polygon, cosa succede? 

Polygon: hard fork previsto oggi, cosa cambia? Le ultime news

Cosa cambia con l’aggiornamento di Polygon previsto per oggi? Occhio al costo del gas e al funzionamento dei nodi

Oggi 17 Gennaio Polygon ha in programma un hard fork, ovvero un aggiornamento sostanziale della blockchain che prevede nuove regole su due aspetti: le tariffe del gas e le “riorganizzazioni” della chain.

La proposta, avanzata dalla community della blockchain, è stata discussa a partire dal 22 Dicembre ed è stata approvata il 12 Gennaio 2023. L’hard fork fa capo a un’iniziativa più ampia volta a migliorare le capacità tecniche della blockchain sul breve. Mentre integrazioni come la Polygon zkEVM rientrano in una prospettiva a lungo termine. 

Le modifiche verranno applicate al blocco 38.189.056 atteso per oggi. I validatori della rete, che partecipano al meccanismo di consenso, hanno già modificato i loro nodi per continuare a funzionare anche dopo il completamento dell’hard fork. Cosa cambia con l’aggiornamento di Polygon previsto oggi? 

Hard fork Polygon: diminuisce il costo del gas?

Con l’hard fork, Polygon mira a ridurre le impennate dei prezzi del gas che si verificano nei periodi di elevata attività ovvero quando alla blockchain viene richiesto di gestire una grande quantità di transazioni. 

A questo scopo verrà modificato il “Base Fee Change Denominator”, un parametro che determina in maniera inversamente proporzionale questi costi. Più il valore del parametro è alto, più basse saranno le commissioni da pagare. Con l’hard fork questo valore verrà moltiplicato da 8 a 16. In questo modo durante i periodi di intensa attività della blockchain i prezzi cresceranno in maniera proporzionale e contenuta, in linea con gli standard del gas di Ethereum

Cosa sono le riorganizzazioni della catena?

La seconda proposta dell’hard fork di Polygon previsto per oggi è la “diminuzione della lunghezza dello sprint dei nodi per diminuire le reorg”. Con questo termine si intendono le “riorganizzazioni” della chain ovvero degli eventi che possono verificarsi quando un gruppo di nodi accetta una versione alternativa della chain rispetto a quella che viene considerata valida dalla maggioranza dei nodi. Questo accade perché nodi diversi possono arrivare a finalizzare un blocco in momenti diversi. Per approfondire il funzionamento di una blockchain, leggi qui

Le reorg potrebbero creare problemi di sicurezza, infatti in queste situazioni può essere difficile verificare se le transazioni siano state eseguite con successo. 

Per affrontare questo problema relativamente frequente, Polygon vuole ridurre l’intervallo di tempo in cui un nodo può produrre blocchi senza fermarsi (da 128 secondi a 32 secondi). Questo intervallo di tempo si chiama sprint

In questo modo il team prevede un calo delle possibilità che altri validatori intervengano nella produzione di un blocco già in carico ad un altro nodo. 

Il cambiamento non influirà sul sistema delle ricompense per i validatori. 

Cosa cambia per gli utenti di Polygon?

Chi possiede MATIC, la crypto di Polygon, o utilizza dapp costruite su questa chain non dovrà preoccuparsi di attuare nessun accorgimento in occasione dell’hard fork di oggi. Si tratta infatti di un aggiornamento tecnico riservato ai nodi validatori. Nonostante questo avrà un impatto indiretto sugli utenti che troveranno una blockchain più scalabile ed efficiente

Quali sono i paesi più crypto-friendly del mondo?

Bitcoin: quali sono i paesi più crypto-friendly?

L’adozione si misura in termini di regolamentazione o in termini di possesso e utilizzo? Scopri quali sono i paesi più crypto-friendly

Sin dalla loro nascita le criptovalute sono state una tecnologia globale. Progetti come Bitcoin ed Ethereum hanno fornito a tutti i cittadini del mondo un accesso paritario alle crypto e ai servizi DeFi (finanza decentralizzata). Basta solamente una connessione internet funzionante ed è possibile processare transazioni in criptovalute o utilizzare applicazioni decentralizzate (dapp). Alcune nazioni hanno dimostrato, in questi anni, un maggior interesse sull’argomento rispetto ad altre. Scopri quali sono i paesi più crypto-friendly (ovvero quelli che utilizzano maggiormente le criptovalute) e in che modo sta procedendo la mass adoption.

Paesi crypto-friendly: quando le crypto diventano necessarie

Il nostro sistema bancario e il governo solitamente non impongono restrizioni sui movimenti di denaro, permettendoci di gestire le nostre finanze in modo efficiente. In tanti paesi del globo, però, le persone non possiedono il completo controllo dei loro soldi. È il caso per esempio del Libano in cui, dal 2019, sono state attuate alcune leggi che limitano le attività bancarie dei cittadini. Il motivo? Una durissima crisi finanziaria iniziata nel 2019 che ha portato la valuta libanese a perdere oltre il 90% del suo valore. Questa situazione ha causato un grande incremento di rapine nelle banche, le persone che irrompono armate negli istituti di credito tuttavia non sono realmente intenzionate a rubare, vogliono solamente aver accesso ai loro risparmi. 

Bitcoin e le criptovalute possono risolvere una parte di questo problema. Grazie alle crypto gli individui che vivono in questi paesi possono gestire in prima persona il denaro che possiedono. Questa tendenza è stata evidenziata dalla classifica degli stati del mondo in termini di mass adoption del Global Crypto Adoption Index (GCAI) che vede le sue prime posizioni occupate da paesi in via di sviluppo o nazioni in difficoltà. Il GCAI è un report redatto da Chainalysis, una società che si occupa di svolgere analisi su blockchain per istituzioni finanziarie, agenzie governative e aziende, che ha l’obiettivo di valutare il livello di adozione delle criptovalute nei paesi del mondo. Vediamo in che modo è stata stilata la classifica di Chainalysis e quali sono i paesi più crypto friendly. 

Le metriche per misurare la mass adoption

Misurare l’adozione delle crypto in ogni stato non è per niente semplice, dal momento che bisogna tenere conto di un gran numero di fattori. Il Global Crypto Adoption Index utilizza cinque metriche per monitorare la mass adoption in più di 140 paesi del mondo. Ciascuna è relativa agli individui residenti del paese esaminato:

  • Volume di denaro scambiato sui CEX;
  • Valore delle criptovalute utilizzate sulle applicazioni decentralizzate (dapp) come gli NFT marketplace o le piattaforme per lo Yield Farming;

È necessario precisare che Chainalysis valuta tutti i suoi risultati utilizzando il dato della Parità del Potere d’Acquisto (PPA), che tiene conto del potere d’acquisto medio dei cittadini di ciascun paese. Più basso è il punteggio PPA di una nazione, meno reddito hanno a disposizione i residenti. 

Perciò la classifica contenuta nel Global Crypto Adoption Index non è composta dai paesi che possiedono più criptovalute in termini assoluti, bensì gli stati che possiedono più crypto in relazione al reddito medio dei propri cittadini.

La classifica dei paesi più crypto friendly

  1. Vietnam

Non è la prima volta che il Vietnam emerge come il paese più crypto-friendly. Infatti ha conquistato il primo posto anche nel Global Crypto Adoption Index dell’anno 2021. Gli autori dello studio hanno suggerito che le ragioni principali dell’interesse del Vietnam per le criptovalute possono essere legate al primato nel settore dei giochi play-to-earn e NFT.

Il Vietnam è la patria della società Sky Mavis, che si occupa dello sviluppo del gioco play-to-earn Axie Infinity. Inoltre alcuni dati recenti indicano che circa 2,1 milioni di cittadini vietnamiti possiedono almeno un NFT, il che fa sì che la nazione asiatica si assicuri un posto tra i primi cinque paesi per holder di token non fungibili.

  1. Filippine

Le Filippine sono un altro paese del Sud-Est asiatico che ha visto un’impennata della domanda di criptovalute, sempre grazie ai giochi play-to-earn e agli NFT. Secondo molte stime, il 35-40% del traffico su Axie Infinity proviene proprio dal paese asiatico. Il gioco è così diffuso nelle in questo paese che nel 2021 il Bureau of Internal Revenue nazionale ha introdotto nuove leggi fiscali sulle criptovalute per i giocatori di Axie.

  1. Ucraina 

Nel caso dell’Ucraina, l’invasione russa del 2022 ha costretto molti residenti a utilizzare le criptovalute per i pagamenti quotidiani. Inoltre poco dopo lo scoppio della guerra, lo stato ha creato portafogli ufficiali per accettare donazioni in crypto che hanno raggiunto l’incredibile cifra dei 100 milioni, contribuendo a trasformare il paese in uno dei più crypto-friendly al mondo. La nazione dell’Europa orientale ha anche sperimentato l’uso di NFT per raccogliere donazioni.

I primi tre posti della classifica di Chainalysis ci dimostrano quanto ciò che abbiamo anticipato nel primo paragrafo sia reale. Due posizioni su tre sono infatti occupate da paesi che versano in condizioni economiche difficili. L’Ucraina è impegnata da più di un anno in un duro conflitto con la Russia e le Filippine sono uno dei paesi dell’Asia con il più alto tasso di povertà e una grande diseguaglianza tra le sue classi sociali.

I paesi con il maggior numero di crypto hodler 

La classifica in termini di mass adoption non è l’unica redatta da Chainalysis nel suo report. All’interno del Global Crypto Adoption Index c’è anche la lista dei paesi che ospitano il maggior numero di crypto holder, ovvero soggetti che possiedono criptovalute. Al primo posto di questa graduatoria in termini assoluti, ovvero tenendo conto della quantità totale di crypto possedute, ci sono gli Stati Uniti, in cui gli hodler sono circa il 13% della popolazione (46 milioni di persone). 

Tuttavia, analizzando i dati senza tener conto del valore totale posseduto, la classifica cambia nuovamente. Al primo posto c’è la Thailandia, paese in cui il 20% dei residenti possiede crypto. Nigeria, Filippine e Sudafrica sono a pari merito al secondo posto, con il 19,4% di crypto holder.

I paesi in cui Bitcoin è una moneta a corso legale 

Un altro modo per valutare quanto i Paesi sono crypto-friendly, oltre al possesso e all’utilizzo, è il riconoscimento di Bitcoin, o di un’altra criptovaluta, come valuta a corso legale . Per diventare una moneta legalmente riconosciuta è necessario che uno stato o una banca centrale riconosca quest’ultima come metodo di pagamento ufficiale, non solo per beni o servizi ma anche per tasse e debiti. Ad oggi soltanto due paesi hanno legalizzato Bitcoin in questo modo: El Salvador e la Repubblica dell’Africa Centrale. La mass adoption sembra essere, per ora, più legata all’utilizzo effettivo delle criptovalute rispetto alla regolamentazione, che è ancora molto indietro in quasi tutti i paesi del mondo. Vedremo se nel 2023 altri paesi si aggiungeranno a quelli che riconoscono Bitcoin come moneta a corso legale o se preferiranno sviluppare valute digitali di loro proprietà (CBDC).

Quali sono le 5 crypto più decentralizzate del mercato?

Le 5 criptovalute più decentralizzate

Parliamo di uno dei temi fondamentali nel mondo della blockchain. Scopri quali sono le 5 criptovalute più decentralizzate sul mercato!

I progetti crypto sono sempre di più, ma quali sono quelli più fedeli agli ideali dei vecchi cypherpunk? Quando Satoshi Nakamoto diede vita a Bitcoin, il suo proposito era quello di creare una moneta digitale totalmente decentralizzata e a prova di censura. Attualmente, i progetti crypto rispettano questo ideale? Scopri quali sono le 5 criptovalute più decentralizzate! 

Un passo indietro: che cosa si intende per decentralizzazione?

Generalmente parlando, la decentralizzazione è una sorta di processo che sposta il potere decisionale da un’autorità centrale (come un governo o una banca) a più realtà locali (come le amministrazioni regionali o comunali, oppure ai singoli). 

Nel mondo delle criptovalute la decentralizzazione è quindi la capacità, di una blockchain, di funzionare senza un’autorità centrale che la controlli, ma grazie ad una comunità distribuita di partecipanti (i nodi validatori o i miner) che lavorano per garantire la sua sicurezza. Prendiamo come esempio una delle organizzazioni centralizzate che tutti noi utilizziamo quotidianamente: una banca. Se vuoi inviare del denaro a qualcuno attraverso un bonifico, c’è sempre il rischio che la tua banca blocchi il pagamento o che i suoi server smettano di funzionare. Se invece vuoi mandare dei Bitcoin a qualcuno invece, ti basta processare una transazione e aspettare che venga finalizzata dai miner. 

Uno dei fattori principali che si utilizza per valutare se e quanto una criptovaluta è decentralizzata è il numero di nodi che possiede il suo network. 

Che cos’è un nodo?

I nodi sono dispositivi informatici che si connettono all’interfaccia di una blockchain e si occupano di validare le transazioni ovvero garantire che siano legittime e vengano registrate in modo sicuro. Per fare questo esistono diverse modalità che dipendono dal meccanismo di consenso che una crypto utilizza; per esempio, in una blockchain che utilizza il Proof-of-Work, i nodi validano le transazioni attraverso il mining. Se invece il meccanismo utilizzato è il Proof-of-Stake, la sicurezza della blockchain viene garantita dallo staking. 

In questa lista delle 5 criptovalute più decentralizzate utilizzeremo come parametro il numero di nodi che ogni blockchain possiede. Attenzione! La quantità di nodi è uno degli aspetti principali che indicano il livello di decentralizzazione di un network, ma esistono anche altri parametri da considerare. 

Bitcoin

Bitcoin ha un market cap di più di 300 miliardi di dollari e utilizza, per la validazione delle transazioni, un meccanismo di consenso di tipo Proof-of-Work. Questa blockchain possiede, ad oggi, più di 14.000 nodi pubblici dislocati in tantissimi stati differenti. Non tutti producono attivamente nuovi blocchi, alcuni nodi contribuiscono alle attività della blockchain semplicemente trasmettendo le informazioni sulle transazioni che riceve, in un grande “passaparola”. In generale, dato il grande numero di nodi, Bitcoin è praticamente inviolabile dai 51% attack degli hacker e immune all’eventuale censura dei governi. 

Ethereum

L’altcoin per eccellenza, Ethereum, è la seconda crypto per market cap nonché una delle 5 blockchain più decentralizzate. Dopo l’aggiornamento The Merge, il suo meccanismo di consenso è diventato Proof-of-Stake. I nodi di Ethereum sono al momento quasi 500.000, è necessario precisare, però, che la maggior parte è riunita in organizzazioni più grandi, chiamate staking pool. In altre parole, per quanto numerosi, alcuni nodi sono gestiti da un numero limitato di enti.

Dogecoin

Dogecoin è una delle crypto che possiede più nodi, al momento più di 3.500. Non è solamente la memecoin più famosa ma è anche una delle 5 criptovalute più decentralizzate. Ancora una volta, parlando di Doge si finisce per citare anche Elon Musk. Alcuni nodi di questa blockchain infatti, nello specifico 112, utilizzano i satelliti di Starlink per connettersi a internet. Starlink, una delle più celebri invenzioni di Musk, è una costellazione costituita da migliaia di satelliti che orbitano attorno alla Terra e garantiscono una connessione internet stabile a qualsiasi latitudine e longitudine del gobo. 

Monero

L’obiettivo principale di Monero (XMR) da quando è nata nel 2014 è quello di essere più privata e decentralizzata possibile. XMR è definita una privacy coin e possiede 1.988 nodi attivi largamente distribuiti in tutto il mondo. È stata creata per risolvere alcuni punti deboli che affliggevano Bitcoin all’epoca, in particolare quelli relativi alla centralizzazione dei miner che erano meno geograficamente distribuiti di quanto lo siano oggi. Per mantenere la sua posizione tra le criptovalute più decentralizzate del mercato, Monero ha una strategia: l’aggiornamento del suo algoritmo. Come influisce questo sulla decentralizzazione? Quando avvengono modifiche strutturali, i miner sono costretti ad aggiornare gli hardware ASICs che utilizzano per lavorare sulla blockchain. Gli aggiornamenti sono costosi e impegnativi e se avvengono così spesso, come nel caso di Monero, i miner non sono incentivati a costruire degli enormi nodi. Per questo Monero si basa sul lavoro di tanti piccoli miner distribuiti geograficamente. 

Solana

L’ultima della lista delle 5 criptovalute più decentralizzate è Solana, una blockchain pubblica creata alla fine del 2017 dal programmatore di origine Ucraina Anatoly Yakovenko. Definita, in occasione del lancio, “The Ethereum Killer” ha costruito il suo successo intorno al concetto di scalabilità. Essere scalabili, nel mondo delle blockchain, significa poter processare un grande numero di transazioni al secondo attraverso il pagamento di bassissime commissioni. I nodi validatori Solana, come quelli di Ethereum, utilizzano un algoritmo di consenso Proof-of-Stake, mentre per generare il timestamp (ovvero l’elemento che contiene l’ordine cronologico delle transazioni processate su una blockchain) si servono di un sistema innovativo chiamato Proof-of-History. Nonostante il network possieda un altro grado di scalabilità non rinuncia sicuramente alla decentralizzazione, i validatori che approvano le transazioni sulla sua rete sono, ad oggi, più di 2.000.

Chi era Aaron Swartz? La storia della lotta per la libera informazione 

Aaron Swartz: la storia di una lotta per la libera informazione

La storia di Aaron Swartz a dieci anni dalla sua scomparsa ci fa riflettere ancora sulle sfide di internet e dell’informazione

Chi era Aaron Swartz? Con una definizione sbrigativa potremmo dire: statunitense, programmatore, attivista per la libertà di informazione su internet. Ma la sua vita non si esaurisce qui. È stato definito “piccolo genio dell’informatica”, “ragazzo prodigio”, “padre fondatore di internet”, “combattente”. Come spesso succede, dietro a tutti questi appellativi c’era una persona con tutti i suoi punti di luce ed ombra. Al di là del mito, ha aperto un dibattito e seminato spunti che i posteri continuano a cogliere da allora. Swartz ha lavorato per rendere le informazioni online accessibili a più persone possibili, proprio nello stesso periodo storico in cui nasceva Bitcoin, il primo registro di informazioni distribuito e consultabile da tutti. La storia di Aaron Swartz viene raccontata ancora oggi perché affronta dei temi chiave per capire internet come lo conosciamo oggi. 

Cosa ha fatto Aaron Swartz in poche parole

Esattamente dieci anni fa, Aaron Swartz si toglieva la vita senza lasciare spiegazioni. Anche se non lasciò nessun biglietto o messaggio, non è difficile collegare il motivo di questo gesto alle sue preoccupazioni per il processo in cui era coinvolto. Il programmatore infatti era stato accusato di frode informatica e telematica e furto di informazioni e rischiava trentacinque anni di carcere. 

Classe 1986, a quattordici anni contribuì a sviluppare, nella sua versione 1.0, il software RSS che viene utilizzato per la diffusione dei contenuti sul web. Poco dopo si unì al gruppo di lavoro del World Wide Web Consortium dove lavorò a stretto contatto con il fondatore del World Wide Web, Tim Berners-Lee.

Questo il tweet che Berners-Lee scrisse dopo la morte di Swartz. 

Aaron Swartz fu una delle menti di Creative Commons e di Open Library, un database di libri e documenti gratuito. Fondò inoltre la società di software Infogami e Reddit. Tra le altre cose, il programmatore viene ricordato come figura che si è opposta all’idea e allo stile di vita mondano dei suoi colleghi nella Silicon Valley. Come portatore di ideali “puri” e perseverante nel suo attivismo politico e tecnologico. 

Il processo 

I problemi legali arrivarono per lui nel 2010 quando scaricò illegalmente, attraverso la rete del Massachusetts Institute of Technology, quasi cinque milioni di articoli e di documenti da JSTOR. Ovvero un archivio digitale di stampo accademico. Nonostante JSTOR avesse deciso di non denunciarlo, Swartz venne ugualmente incriminato dai procuratori federali con tredici capi d’accusa. La vicenda suscitò delle perplessità e una percezione di “accanimento” nei confronti di un crimine di hacking molto simile a tanti scherzi goliardici degli studenti del MIT. D’altro canto le accuse sembrarono più che lecite alla luce delle delicate questioni di copyright. Il processo ebbe una grande risonanza e acquisì una serie di significati ideologici. Così come accadde con la sua tragica morte di cui, per molti, è direttamente responsabile il governo. 

Chi era Aaron Swartz? Ce lo dice il Guerilla Open Access Manifesto

L’obiettivo guida di tutto il lavoro di Swartz è stato rendere i contenuti su internet gratuiti e aperti a tutti. Nel 2008 il programmatore pubblicò un documento intitolato “Guerilla Open Access Manifesto”, il punto di partenza del testo è che l’informazione è potere e come tutte le forme di potere, anche questa viene controllata da un gruppo ristretto di persone. L’accesso a certe informazioni rimane un privilegio per pochi perché molte risorse come documenti, articoli, ricerche e libri si possono consultare solo a pagamento. Swartz si chiede come questo sia possibile, internet non era nato con lo scopo di rendere i contenuti liberi? 

Il Manifesto invita scienziati, ricercatori, scrittori, giornalisti e studenti ad abbandonare la logica del diritto d’autore e pubblicare le loro produzioni online in modo che potesse essere letta da tutti senza discriminazioni. Swartz scrive: “Dobbiamo acquisire le informazioni, ovunque siano archiviate, farne copie e condividerle con il mondo. Dobbiamo prendere ciò che è fuori dal diritto d’autore e caricarlo sull’archive del web. Dobbiamo acquistare banche dati segrete e metterle sul web. Dobbiamo scaricare riviste scientifiche e caricarle sul web in file-sharing”. 

In questo documento c’è moltissimo della figura di Swartz, dall’interesse per i diritti digitali alla lotta delle logiche capitalistiche. 

Fun fact: il Guerilla Open Access Manifesto è stato scritto e pubblicato in Italia, durante un viaggio di Swartz. 

Informazione libera, ma come?

Il progetto di liberazione dei contenuti online metteva in discussione logiche di mercato, aspetti legali, il controllo delle attività su internet. Tutti aspetti che rivelarono subito la complessità della missione di Aaron Swartz. In un discorso tenuto durante la conferenza Freedom to Connect del 2012 ha lanciato questa provocazione: “condividere un video su BitTorrent è come rubare in un negozio di cinema o come prestare una videocassetta a un amico? La libertà di connessione è come la libertà di parola o come la libertà di uccidere?”. Il download dei documenti di JSTOR è stato un atto radicale con dietro un’idea ben precisa, per quanto non condivisibile. Un gesto che prova a mettere i bastoni tra le ruote a un sistema da ripensare completamente. L’informazione libera è possibile solo quando condivisa e, ancora prima, prodotta in quest’ottica. Solo se vengono rispettati i diritti di tutti. 

La storia di Aaron Swartz continua ad ispirare gli attivisti, racconta il bisogno di mettere in discussione qualcosa quando ci sta stretto. Anche quando sono realtà gigantesche come un intero sistema legislativo o società che accentrano il potere e le decisioni sul bene comune. Uno dei motivi per cui ricordiamo Swartz è per aver sottolineato il valore della decentralizzazione. Il suo impegno per un “mondo che va aggiustato” spinge ancora a darsi da fare per trovare soluzioni utili. 

Cosa succede nello spazio NFT? I dati e le ultime novità

Mercato NFT: news e dati di Dicembre 2022 da monitorare

Il mercato NFT dell’ultimo mese: news e dati da monitorare tra Dicembre e il nuovo anno!

Con i dati del mercato NFT di Dicembre, possiamo tirare le somme e confrontarne l’andamento in termini di vendite e interesse rispetto all’anno precedente. Cosa sta succedendo in questi primi giorni del 2023? Ecco le principali news e i progetti in arrivo! 

Il mercato NFT tra fine 2022 e inizio 2023 

Nonostante il mercato ribassista, il volume delle vendite per i token non fungibili nel 2022 ha quasi raggiunto quello del 2021, soprattutto grazie alla spinta nella prima parte dell’anno. Secondo DappRadar lo scorso anno si è chiuso con un volume di 24,7 miliardi di dollari distribuiti tra i vari marketplace, mentre nel 2021 il dato era di 25,1 miliardi. Per un pelo! Se guardiamo invece il numero dei token venduti, la situazione è capovolta: nel 2022 sono stati venduti 101 milioni di NFT, contro i 58,6 milioni del 2021. Insomma il mercato NFT del 2022 si è confermato più attivo rispetto all’anno precedente, possiamo infatti giustificare i volumi più bassi con l’abbassarsi del prezzo delle criptovalute. 

Nello specifico a Dicembre il volume delle vendite è stato di 684 milioni (a Novembre: 662 milioni), e il numero degli NFT acquistati è stato 6,7 milioni (il mese precedente erano 4,8 milioni). Il 2023 si è aperto con un +26% sulle vendite rispetto alla settimana precedente, l’ultima del 2022. Le collezioni che hanno beneficiato maggiormente di questo aumento di volumi sono il Bored Ape Yacht Club, il Mutant Ape Yacht Club e la collezione Azuki

Vendite memorabili e collezioni in trend

La settimana scorsa è stato venduto il CryptoPunks #2066 a 1,38 milioni e due settimane fa un esemplare della collezione Mfers a 597.940 dollari. Questa, lanciata nel 2021, nell’ultimo mese ha avuto un incremento delle vendite del 151% (CryptoSlam). Mfers è composta da 10.000 pezzi realizzati secondo i principi dell’arte generativa, quindi dalla combinazione casuale di alcuni tratti, e 21 pezzi disegnati a mano dal creatore della collezione, conosciuto con lo pseudonimo di sartoshi. Mfers è un progetto senza diritti d’autore, infatti chi acquista uno di questi NFT può disporne a suo piacimento. A differenza di molte altre, per questa collezione non esiste una roadmap o un progetto di sviluppo alle spalle. 

Il mercato NFT di Dicembre è stato memorabile anche per i Pudgy Penguins, il cui price floor è aumentato del 25%. All’inizio del mese è stata anche lanciata la raccolta di NFT collegata al progetto. “Snowed In: A Rare Pudgy Penguins Sale” è stata venduta all’asta da Sotheby’s per 129.000$ in totale. Con un prezzo medio di 12.900$.

Magic Eden si riempie di immagini di The Big Bang Theory

Il principale marketplace su Solana e secondo per volumi solo ad OpenSea, il 3 Gennaio è stato sommerso da immagini della serie tv e ad altre di carattere pornografico. Queste hanno sostituito le anteprime di alcune collezioni in vendita sulla piattaforma. Magic Eden ha subito rintracciato il problema nel suo servizio esterno per la gestione delle immagini e ha smentito un attacco, assicurando gli utenti che nessuna opera d’arte digitale è stata compromessa. 

Tutto esaurito per le Trump Digital Trading Cards 

Gli NFT ideati dall’ex presidente degli Stati Uniti sono andati sold out a poche ore dal lancio, avvenuto il 15 Dicembre. La collezione intitolata Trump Digital Trading Cards è composta da 45.000 pezzi mintati su Polygon, che raffigurano Trump nelle vesti di vari personaggi tra cui un supereroe, un cowboy o un astronauta. I token non fungibili sono stati venduti a un prezzo di partenza di 99$ ciascuno, e ora vengono scambiati nei mercati secondari al prezzo medio di 250$. Nonostante il successo dei primi giorni, ora, dopo quasi un mese, l’interesse per gli NFT di Trump si è placato. Chi ha acquistato uno dei pezzi ha partecipato all’estrazione di diversi premi tra cui cocktail party, cene, partite di golf, chiamate di gruppo su Zoom, con l’ex presidente stesso. Non serve aggiungere che le Trump Cards hanno infiammato i social con dibattiti e opinioni più o meno favorevoli. 

Gli NFT lasciano Solana per Polygon (dietro notevole ricompensa)

Forse il caso più eclatante di questo ultimo mese nel mercato NFT è stata la migrazione dei principali progetti non fungible token di Solana, verso altre blockchain. DeLabs, la startup che ha creato DeGods e y00ts, il 25 Dicembre aveva annunciato che nei primi mesi del 2023 avrebbe scelto altre blockchain per ospitare le proprie collezioni. Nello specifico Ethereum per i DeGods e Polygon per gli y00ts. La notizia ha avuto delle ripercussioni negative sul prezzo di SOL, la crypto di Solana, che è crollato in poco tempo. Ora che Solana ha attutito il colpo, DeLabs ha rivelato di aver ricevuto da Polygon 3 milioni di dollari per spostare la collezione y00ts sul proprio network e abbandonare Solana. Il denaro è arrivato come “sovvenzione non azionaria” quindi non prevede il coinvolgimento attivo di Polygon nel progetto. La blockchain ha confermato lo scambio e espresso il suo entusiasmo per tutti i futuri progetti che nasceranno su Polygon grazie a questa collaborazione. DeLabs ha spiegato che utilizzerà questi fondi per ampliare il personale. 

Moonbirds firma un accordo con Hollywood

Il 6 Gennaio il progetto NFT ha firmato un accordo con l’United Talent Agency di Hollywood. A dare l’annuncio è stato Kevin Rose, il fondatore di PROOF, la startup che ha dato vita ai Moonbirds. Lo scopo dell’accordo è quello di far conoscere il brand dei Moonbirds ed esportarlo in tutto il mondo, rendendolo un progetto mainstream non solo nel settore Web3. Anche Larva Labs, il nucleo fondatore dei CryptoPunks, aveva firmato un accordo del genere sempre con l’UTA nel 2021. 

In arrivo: Pussy Riot con la rivista Rolling Stones, Telepass

Una collezione in arrivo a breve sul mercato NFT, di preciso l’11 Gennaio, è MATRIARCHY NOW. Si tratta di un progetto particolarmente interessante dal punto di vista artistico perché nato dal lavoro combinato della co-fondatrice delle Pussy Riot, Nadya Tolokonnikova, la fotografa Ellen von Unwerth e la rivista Rolling Stones. La collezione sarà composta da 11 NFT unici di fotogiornalismo che raccontano un mondo ideale in cui “donne, uomini e tutti gli altri sono uguali”. La base di partenza per l’asta è di 2 ETH, l’incasso sarà donato a realtà che contribuiscono alla promozione dei diritti riproduttivi delle donne. La collezione verrà lanciata con un evento dal vivo nello spazio espositivo The Canvas 3.0 a Manhattan.

Un’altra novità sono gli NFT di Telepass, il cui primo drop avverrà il 1 Marzo 2023. La collezione NFTLP sarà composta da 1.000 pezzi al prezzo di 0,1 ETH ciascuno. 

I token acquistati potranno essere collegati ai propri contratti Telepass Plus o Telepass Pay X per partecipare a un programma di membership e ottenere sconti o cashback sui servizi.

Le criptovalute da tenere d’occhio nel 2023

Crypto: progetti e novità per il 2023

Analizziamo i trend e gli avvenimenti memorabili del 2022 e scopriamo i progetti crypto più interessanti per il 2023. Ecco quelli da non perdere!

Dopo l’entusiasmo degli all time high con cui abbiamo iniziato quest’anno, durante il 2022 le criptovalute ne hanno passate tante. E noi con loro. Dall’inasprimento delle politiche monetarie, al fallimento di alcuni progetti crypto considerati giganti del settore. In questa situazione alcune monete virtuali se la sono cavata meglio di altre. Siamo qui per ripercorrere ed analizzare i trend e gli avvenimenti del 2022 e per scoprire i progetti crypto più interessanti per il 2023.

Il mercato crypto nel 2022: cosa è successo?  

Prima di analizzare i nuovi progetti e le novità che le crypto più capitalizzate hanno in serbo per il 2023, facciamo un veloce riepilogo di quello che è successo nel settore durante questo difficile anno. Il 2022 delle criptovalute può essere riassunto in questi due concetti: fallimenti e adozione. Abbiamo iniziato l’anno ancora entusiasti dei picchi di prezzo che erano appena stati raggiunti, ma presto ci siamo addentrati in una situazione economica negativa. I mercati emergenti, come quello delle criptovalute, hanno risentito delle politiche monetarie sempre più dure. Come abbiamo visto più volte con i nostri Young Market, l’andamento di Bitcoin e di Ethereum ha seguito le vicende macroeconomiche. Il mercato azionario statunitense ha perso oltre il 15% del valore, i mercati obbligazionari il 20% e il mercato crypto è sceso di oltre il 50% rispetto al picco raggiunto a Novembre 2021.

Nei primi mesi dell’anno in realtà le criptovalute non hanno risentito particolarmente di questa situazione, o almeno fino al crollo della blockchain Terra. Una nuova batosta poi è arrivata qualche settimana fa con la bancarotta di FTX. Il fallimento di questi due progetti crypto ha portato l’attenzione sulla regolamentazione del settore per tutelare gli utenti. Argomento di cui probabilmente sentiremo molto parlare nel 2023. 

Anche se questi fallimenti hanno influenzato il mercato, è importante notare che nessuno dei due è stato causato da problemi della tecnologia blockchain in sé. Anzi nel 2022 lo sviluppo tecnico ha continuato il suo percorso e per le criptovalute i progressi sono notevoli. 

Tendenze: svolta mobile e la ricerca di scalabilità

Il mondo delle criptovalute quest’anno sembra essersi finalmente accorto dell’importanza del “mobile”. Concretamente questa svolta si è vista nello sviluppo di nuovi progetti crypto tra cui: dapp, wallet e giochi play-to-earn per i dispositivi mobile, e nel lancio di veri e propri smartphone per facilitare l’uso dei servizi. Come nel caso di Saga, il cellulare di Solana. L’obiettivo di questi progetti è quello di migliorare l’esperienza degli utenti, abbracciare il mobile è necessario per raggiungere al più presto il miliardo di persone che eseguono operazioni in criptovalute regolarmente (al momento la stima è 300 milioni). Per molti le dapp in versione mobile e gli smartphone crypto fra qualche anno saranno molto più diffusi dei dispositivi AR e VR per il Metaverso. Sulla scia di questa tendenza, il 2022 è stato anche l’anno in cui gli NFT sono arrivati sui social network

Come vedremo nei prossimi paragrafi, il principale obiettivo che si sono dati i più capitalizzati progetti crypto per il 2023 è quello di potenziare la propria scalabilità. Ovvero rendere i network sempre più veloci ed economici da utilizzare.

Bitcoin 

La moneta di Nakamoto inizia il suo 2023 con un record! Il progetto Layer 2 della criptovaluta più longeva e famosa al mondo, il Lightning Network, ha raggiunto, negli ultimi giorni del 2022 la capacità, ovvero il valore massimo scambiabile, di 5.000 BTC. Questo valore cresce in maniera proporzionale all’uso che si fa del Lightning Network, che ora è ai massimi storici soprattutto grazie all’adozione e alle integrazioni per i piccoli pagamenti. Allo stesso tempo, come in un circolo virtuoso, la capacità fa aumentare la velocità e la quantità delle transazioni. Un’altra novità per Bitcoin è lo sviluppo di Taro. Gli stessi creatori del Lightning Network hanno annunciato questo nuovo progetto crypto che consentirà di sviluppare stablecoin sulla blockchain di BTC

Ethereum

L’evento blockchain più importante del 2022? The Merge! Ovvero il passaggio di Ethereum dal meccanismo di consenso Proof-of-Work a quello Proof-of-Stake. La complessità e la portata delle conseguenze di questo cambiamento rendono The Merge uno dei più grandi traguardi nella storia della blockchain. Ma quali sono i nuovi progetti e le novità della crypto di Vitalik Buterin per il 2023? Il primo punto della roadmap è l’aggiornamento Shanghai che completerà il passaggio al Proof-of-Stake regolando le attività di staking per i validatori. L’Ethereum Foundation si è posta due ulteriori obiettivi: riuscire a processare fino a 100.000 transazioni al secondo e ridurre le commissioni sul suo network. Entrambi questi miglioramenti potranno essere raggiunti grazie alle novità che verranno implementate da un nuovo pacchetto di aggiornamenti, noto con il nome di  “Sharding”.

Polygon

Anche il team di MATIC nel 2022 si è concentrato sul miglioramento della scalabilità della blockchain. La più grande novità in questo senso è l’integrazione dei rollup zk, una tecnologia Layer-2 che permette di raggruppare le transazioni off chain e di trasferirle tutte insieme on chain. In questo modo diminuiscono i tempi necessari a validare le transazioni e viene alleggerito il peso dei dati che vengono trascritti sulla blockchain. Quest’anno per Polygon è stato davvero intenso, oltre ad aver raggiunto il suo obiettivo di diventare carbon neutral (e di compensare tutte le emissioni fin dalla sua fondazione), ha stretto numerose collaborazioni con aziende e brand iconici esterni al mercato delle criptovalute. I nuovi progetti per MATIC, la crypto di Polygon, per il 2023 si concentreranno su un ulteriore incremento della scalabilità del proprio network e su una sempre più progressiva adozione.

Cardano 

Per Cardano a Settembre 2022 è arrivato l’aggiornamento Vasil, pensato per potenziare le prestazioni della blockchain in termini di scalabilità e velocità. L’aggiornamento ha modificato il sistema di convalidazione e di trasmissione delle transazioni e anche il linguaggio di programmazione per gli smart contract di Cardano, Plutus. Vasil è una delle iniziative del team di ADA per attrarre gli sviluppatori di dapp, soprattutto di stampo DeFi. Insomma grazie a questo aggiornamento la blockchain di Charles Hoskinson si aspetta un 2023 all’insegna dello sviluppo di tanti nuovi progetti crypto sul suo network. 

Dogecoin 

Il flirt tra Dogecoin e Elon Musk continuerà presumibilmente anche nel 2023. Proprio grazie a lui, questa criptovaluta ha attraversato il 2022 senza troppi danni. Il prezzo di Dogecoin ha tenuto il passo delle dichiarazioni e delle scelte imprenditoriali di Musk e per ogni novità, abbiamo ritrovato un pump. La crescita della meme coin si è accentuata particolarmente a Novembre, quando Musk ha comprato Twitter facendo piani sul futuro del social network. Uno dei progetti crypto in cui il tycoon potrebbe coinvolgere Dogecoin? Le modalità di pagamento su Twitter

Stablecoin 

Se diamo un’occhiata alla classifica delle criptovalute per market cap, tra Bitcoin, Ethereum e le altre di cui abbiamo appena raccontato le principali novità, troviamo schierate le stablecoin. Come è andato il 2022 per Tether e USDC e che progetti hanno in serbo per il 2023 queste crypto ancorate al dollaro? Dopo la perdita dell’ancoraggio della stablecoin di Terra, che ha poi causato il collasso di tutto l’ecosistema, la reputazione di questo genere di monete digitali è stata offuscata. Tether e USDC hanno quindi passato questi mesi a lavorare sulla trasparenza e al mantenimento della fiducia degli utenti. Tether, che nel frattempo si espansa anche su Polkadot, in un comunicato del 9 Novembre assicura che “i token sono sostenuti al 100% dalle nostre riserve” e che “Tether detiene un portafoglio solido, conservativo e liquido, che comprende contanti, equivalenti e titoli del Tesoro statunitense”.Anche Circle, l’azienda che gestitsce USDC, conferma la solidità delle sue riserve e quest’estate ha lanciato anche una nuova stablecoin ancorata all’euro. Gli sforzi delle stablecoin centralizzate sembrano ripagati dal momento che la loro capitalizzazione di mercato continua a crescere. Nei primi mesi del 2023 dovrebbero inoltre arrivarne di nuove, in particolare quella di Aave e Curve, che sono rispettivamente un protocollo di lending e un’exchange decentralizzato. Riusciranno i due colossi della DeFi a proseguire nei loro progetti di creazione di crypto stabili entro la fine del 2023?

Le 10 collezioni NFT più famose del 2022

I 10 nft più famosi del 2022

Il mondo degli NFT ti affascina? Sei un appassionato di BAYC e CryptoPunks? Scopri le 10 collezioni NFT che si sono distinte nel 2022!

L’aggettivo che meglio descrive il mercato degli NFT del 2022 è “altalenante”. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata dall’ingresso di ingenti capitali e hype, mentre la seconda da un calo dei volumi delle transazioni e nella riduzione del floor price di tutte le collezioni. Il picco del mercato dei più famosi NFT del 2022 è stato toccato a Aprile, quando il volume mensile degli scambi ha raggiunto l’incredibile cifra di 3,7 miliardi di dollari. Da quel momento in poi abbiamo assistito ad una progressiva contrazione di questi volumi arrivando a circa 421 milioni a Dicembre 2022. Anche il numero delle transazioni è diminuito fortemente; a Dicembre ne sono state processate circa 2,7 milioni contro i 6 milioni sempre di Aprile. 

Durante la prima parte del 2022, seguendo la scia dei leggendari Cryptopunks o del Bored Ape Yacht Club, le collezioni di NFT sono cresciute a dismisura. La tendenza ribassista della seconda metà dell’anno causata dal bear market ha ridimensionato fortemente il settore. Nonostante ora i prezzi dei token non fungibili siano più bassi rispetto a un anno fa, i principali progetti di arte digitale hanno conservato il loro valore. Vuoi sapere quali sono le 10 collezioni NFT più famose del 2022? 

1. Bored Ape Yacht Club 

Non poteva essere una lista degli NFT più famosi senza almeno una collezione targata Yuga Labs. Il Bored Ape Yacht Club (BAYC) è un progetto leggendario che ha davvero fatto la storia dei token non fungibili, tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta! Nata ad aprile 2021, questa collezione è tuttora una delle più note, anche fuori dal mondo crypto. Nonostante il bear market le scimmie annoiate del Bored Apes Yacht Club sono gli NFT che hanno conservato meglio il loro valore. Dai momenti di massima euforia raggiunti ad Aprile 2022, il floor price medio è sceso da 95 ETH a circa 60 ETH; bisogna però tenere presente che il prezzo di Ethereum ha perso circa il 70% del suo prezzo

Il 2022 del Bored Ape Yacht Club è stato un anno ricco di novità. Nel 2022 un personaggio della collezione è apparso nello spot di Adidas per i mondiali di calcio del 2022 e sono stati lanciati il token Apecoin (APE) e il metaverso Otherside. 

2. Le LAND di Otherside

Le BYAC non sono l’unica collezione di Yuga Labs di questa lista! Il 2022 è stato anche l’anno di Otherside, l’innovativo metaverso delle Bored Ape, e delle sue LAND sotto forma di NFT. Otherside è un MMORPG integrato con i token non fungibili. Le 55.000 LAND, i pezzi di terreno virtuale che compongono il Metaverso e sono chiamate Otherdeed, sono state rilasciate il 16 Luglio 2022 e sono andate sold out dopo poche ore. Le LAND più rare hanno raggiunto l’incredibile prezzo di 3000 ETH!

Quando Otherside sarà rilasciato nella sua versione definitiva, presumibilmente nella prima parte del 2023, le Otherdeed saranno l’aspetto fondamentale del gioco in quanto spazio di interazione tra i giocatori. Come accade già per altri mondi virtuali le LAND sono scarse e costose, ma non è necessario possederne una per partecipare. 

3. Gli Azuki NFT

All’interno della classifica delle 10 collezioni NFT più famose del 2022 non possono mancare gli anime più celebri del Web3, gli Azuki! Le 10.000 opere d’arte digitali che uniscono lo stile giapponese e quello degli skater californiani hanno conquistato la blockchain di Ethereum da Gennaio 2022. A differenza delle Bored Ape, che ci hanno messo un po’ a raggiungere la cresta dell’onda, gli Azuki sono partiti in quarta, generando 30 milioni di volume in soli tre minuti! Questi non sono solo delle originali PFP (profile picture), ma sono anche token non fungibili che ti consentono di accedere a “The Garden”, il giardino zen abitato da questi Anime NFT, e ottenere esclusivi oggetti fisici, come giacche di seta in stile giapponese o gli skateboard “Proof-of-Skate”. Gli Azuki festeggeranno tra pochi giorni un anno di vita, durante questo periodo di tempo hanno generato quasi 900 milioni di dollari di volume. Siamo curiosi di vedere come si svilupperà la roadmap del progetto nel 2023, denominata dal team di The Garden: Mindmap.

4. I Cool Cats NFT

I Cool Cats sono NFT di generative art rilasciati a Luglio 2021. La collezione è composta da 9.999 pezzi unici con caratteristiche selezionate tra 300.000 combinazioni possibili. Negli ultimi mesi del 2022 sono stati rilasciati i Cool Cats FC, una raccolta di 4.000 Non Fungible Token del brand raffigurati nei panni dei giocatori delle nazionali dei Mondiali di Calcio 2022. Queste opere d’arte digitale sono dinamiche e hanno cambiato i loro tratti in relazione ai risultati delle partite. Nel 2022 è stato anche rilasciato il token di governance MILK sulla blockchain di Polygon. A Gennaio 2023 i Cool Cats occupano l’ottavo posto nella classifica degli NFT digital collectibles più famosi e scambiati di sempre, riusciranno a guadagnare altre posizioni durante l’anno?

5. Moonbirds

I Moonbirds sono degli NFT lanciati il 16 aprile 2022 che hanno avuto un enorme successo. La collezione raffigura gufi e civette in vari capi d’abbigliamento più o meno rari. La caratteristica peculiare di questi token sviluppati su Ethereum è la possibilità di metterli in staking.

Questa pratica (chiamata “nesting” nel caso dei Moonbirds) permette agli utenti di guadagnare delle ricompense in crypto. Mentre sono in staking i Moonbirds costruiscono i propri preziosi ed elaborati nidi. Attenzione però: vendere un Moonbird durante il nesting resetta tutti i suoi progressi, incentivando chi possiede questi NFT a conservarli gelosamente. 

6. Meebits

All’interno della lista degli NFT più famosi del 2022 rientrano anche i Meebits, che occupano ormai da più di un anno il decimo posto della classifica di OpenSea, per volumi di acquisto e vendita.

Ti piace Minecraft? Allora vedere un Meebit non potrà non farti pensare al gioco pixellato più amato del mondo. La collezione dei Meebits conta 20.000 avatar generati casualmente e registrati su Ethereum. Esiste anche un marketplace NFT legato ad essi dove si possono vendere e comprare i pezzi della collezione senza passare per piattaforme terze e pagare commissioni aggiuntive. 

Puoi utilizzare i Meebits come avatar nei vari metaversi, come The Sandbox, oppure puoi utilizzarli per animazioni 3D. Con ogni NFT infatti riceverai un “asset pack” per modellare l’avatar a tuo piacimento in un’applicazione di rendering 3D. 

7. Sorare

Il 2022 è stato anche l’anno della consacrazione del crypto soccer, e quando si parla di NFT calcistici o sportivi non si può non pensare a Sorare. Si tratta di uno dei progetti più longevi, nato sulla blockchain di Ethereum nel 2018. Su Sorare puoi schierare la tua formazione usando gli NFT dei calciatori e guadagnare punti con la vittoria delle squadre durante i campionati. Nel 2021 Sorare è diventato il più grande fantacalcio (non solo tra quelli crypto) esistente grazie anche alle collaborazioni con leggende del mondo dello sport come Lionel Messi, Alessandro Del Piero, Serena Williams e Kylian Mbappe. Durante il 2022 ha continuato il suo sviluppo ed ha raggiunto importanti traguardi tra cui il lancio di Sorare MLB (con la lega Major League Baseball) e Sorare NBA (con la National Basket Association). Il numero di utenti registrati sulla piattaforma è aumentato del 150%, a Gennaio 2023 i fantallenatori sono circa 3 milioni e i volumi di denaro scambiati sulla piattaforma si aggirano attorno ai 500 milioni di dollari.

8. Crypto Punks

L’anno dei Crypto Punk, la collezione NFT creata da Larva Labs, è iniziato con l’acquisizione dei suoi diritti di immagine da parte di Yuga Labs. A Febbraio il numero #5822 della collezione è stato venduto per la cifra record di 8.000 ETH, circa 24 milioni di dollari, mentre ad Aprile la collezione ha superato i 2 miliardi di dollari di volume di scambi. Durante il 2022 questi NFT si sono anche trasformati in gioielli di Tiffany, grazie alla collaborazione di quest’estate con la famosissima gioielleria newyorkese. 

9. Axie Infinity

Se diamo uno sguardo alla classifica di Crypto Slam degli NFT che hanno generato più volume di scambi, troviamo, al primo posto, gli NFT di Axie Infinity. Perciò non potevamo non includerli nella classifica degli NFT più famosi del 2022. L’anno del gioco play-to-earn più conosciuto al mondo ha seguito l’andamento del settore in cui si posiziona, una prima parte entusiasmante e una seconda molto più complicata. I problemi per Axie Infinity sono iniziati a Marzo, quando è stato hackerato il bridge di Ronin (la sidechain di Ethereum su cui è costruito il gioco play-to-earn) gestito da Sky Mavis, l’azienda che si occupa tuttora dello sviluppo del gioco. L’attacco hacker si è risolto in una perdita totale di circa 600 milioni di dollari che ha condizionato fortemente la roadmap del progetto per tutta la seconda parte del 2022 ed ha anche causato un forte calo degli utenti attivi. Nonostante questo lo sviluppo del videogioco play-to-earn non si è mai fermato. Il 2023 sarà un anno cruciale pieno di sfide, Axie Infinity riuscirà a risorgere dalle sue ceneri?

10. DeGods

All’interno della classifica degli NFT più famosi del 2022 c’è anche una collezione nata su Solana, i DeGods, una raccolta di 9.465 token non fungibili lanciata alla fine del 2021 che si sposterà su Ethereum nei primi mesi del 2023. I DeGods sono personaggi semidei disegnati in uno stile che rimanda alle sculture classiche. Oltre ad essi, la startup Web3 Dust Labs, che si è occupata dello sviluppo della collezione, ha lanciato all’inizio di quest’anno anche il token DUST, che è possibile ottenere come ricompensa mettendo in staking gli NFT. Più avanti nel 2022 Dust Labs ha rilasciato un’altra collezione NFT che ha riscosso grande successo, quella degli y00ts, che dal 2023 avrà come casa la blockchain di Polygon. 

Queste sono solo alcune delle collezioni NFT più famose del 2022, un anno lunatico per queste opere d’arte digitale. Nei primi giorni del 2023 il market cap totale del mercato NFT si aggira attorno ai 7 miliardi di dollari, fortemente ridimensionato dai massimi di Aprile 2022. Riusciremo a tornare all’ATH prima della fine di quest’anno o ci aspetta un lungo periodo di consolidamento?

Il prezzo di Solana recupera dopo il crollo di fine 2022

Solana: prezzo crolla a fine 2022 ma poi recupera. Cosa è successo?

Crolla il prezzo di Solana a fine 2022 ma poi recupera dopo capodanno grazie anche alle parole di Vitalik. Scopri cosa è successo!

Fine 2022 e inizio 2023 da tachicardia per il prezzo di Solana: tra importanti collezioni NFT che abbandonano il suo network, l’appoggio di Vitalik Buterin e la nascita decisiva di una nuova memecoin. Quanto è successo alla blockchain negli ultimi giorni ha avuto un grande impatto sul valore della sua criptovaluta, che sembra aver passato il capodanno sulle montagne russe di un parco divertimenti. In questa circostanza, infatti, Solana ha perso più del 40% per poi recuperare nei primi giorni dell’anno nuovo. 

Prezzo Solana: cosa è successo davvero alla fine del 2022?

Gli ultimi giorni dell’anno appena concluso sono stati a dir poco complicati per Solana e per il suo prezzo. Non è completamente chiaro cosa abbia scatenato il movimento ribassista che ha interessato la coin della blockchain fondata da Anatoly Yakovenko, ma probabilmente si tratta di un insieme di fattori. In primis l’abbandono del network da parte delle due collezioni NFT di proprietà di Dust Labs, una delle più grandi aziende Web3 nate su Solana.

Queste due collezioni di successo sono i DeGods e gli y00ts, le quali hanno generato circa 110 e 37 milioni di volume da quando sono state create e che, ad oggi, hanno un prezzo minimo (floor price) di 515 e 148 SOL (circa 5.750 e 1.660 dollari). I due progetti si sposteranno rispettivamente su Ethereum e Polygon presumibilmente nei primi mesi del 2023. L’annuncio della migrazione è avvenuto il 25 Dicembre del 2022, non un grande regalo di Natale per il prezzo di Solana che nei tre giorni successivi è arrivato a perdere fino al 30% del suo valore.

Il secondo fattore che potrebbe aver causato il crollo è il rapporto tra la Solana e Alameda Research, il fondo di investimenti venture fondato da Sam Bankman-Fried. In particolare alcuni esperti del settore pensano che la forte pressione di vendita di SOL sia stata causata dalle liquidazioni di criptovalute da parte del l’hedge fund. Con l’inizio del 2023 però lo scenario è cambiato, grazie principalmente a due avvenimenti. 

Arrivano in soccorso le parole di Vitalik Buterin

Il primo catalizzatore di questa inversione di marcia è stato un tweet di Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum che ha dichiarato di essere fiducioso sul futuro di Solana. Buterin ha inoltre espresso il suo sostegno alla community di sviluppatori che opera sul network.

Il tweet in questione ha avuto un impatto immediato sul prezzo di Solana che è salito del 20% in pochi minuti, un vero e proprio pump, simile a quelli causati da Elon Musk sul grafico di DOGE

E se fosse anche merito di una memecoin…

Dopo aver citato Dogecoin, restiamo in tema memecoin, e vediamo il secondo fattore che alcuni hanno individuato come responsabile della rinascita di Solana all’inizio del 2023. Guardando alle esperienze passate, il periodo crypto che stiamo vivendo non dovrebbe essere favorevole per le memecoin. Fallimenti, crolli e un mercato instabile non incentivano gli utenti a scegliere crypto così volatili e rischiose; ma si sa, questo mondo è pieno di sorprese. Nell’ultima settimana una memecoin, la prima in assoluto, lanciata su Solana è riuscita a centuplicare il suo valore.

Stiamo parlando di BONK, una crypto che si ispira a Shiba Inu, distribuita a partire dal 30 Dicembre 2022 a coloro che avevano interagito, nei mesi precedenti, con alcune community NFT del network di Solana. Nei giorni seguenti all’airdrop di BONK, gli exchange centralizzati (DEX) di Solana, come ad esempio Orca, sono stati investiti da ingenti quantità di liquidità. In particolare la pool SOL/BONK che contiene ad oggi circa 15 milioni di dollari. La memecoin (secondo i dati di CoinGecko) ha, ad oggi, un market cap di 23 milioni di dollari. Si può quindi ipotizzare che l’interesse suscitato abbia contribuito a sollevare il prezzo di Solana dopo il crollo avvenuto alla fine del 2022. 


Dopo la discesa, ora il prezzo di Solana si aggira attorno al livello dei 13$, grazie ad un movimento rialzista che dal 29 Dicembre 2022 ha fatto segnare un incremento del valore superiore al 70%. Intanto il team di sviluppo continua a lavorare ai principali obiettivi da raggiungere il prima possibile nel 2023 tra cui la spedizione dei primi smartphone Solana Saga, il protocollo di pagamenti Solana Pay e l’integrazione del Blockchain Node Engine di Google Cloud.