Previdenza complementare: cos’è e come funziona

Previdenza complementare: cos'è e come funziona

Scopri cos’è la previdenza complementare, i vantaggi che offre e come funziona il sistema per integrare la pensione pubblica

La previdenza complementare è uno strumento cruciale per garantirsi un futuro finanziario solido dopo il pensionamento. In un contesto di riforme che hanno ridotto l’importo delle pensioni pubbliche, questa forma di previdenza privata volontaria è pensata per integrare la pensione di base e colmare il gap tra l’ultimo stipendio e il sussidio percepito. In questo articolo esploreremo cos’è la previdenza complementare, come funziona e quali sono i suoi principali vantaggi, inclusi i benefici fiscali e la flessibilità che offre.

Cos’è la previdenza complementare?

La previdenza complementare rappresenta una forma di risparmio pensata per integrare la pensione di vecchia “garantita” dall’INPS, sempre più insufficiente a garantire un tenore di vita adeguato. In pratica, si tratta di un sistema che mira a garantire una pensione integrativa rispetto a quella pubblica, colmando il divario tra l’ultimo stipendio percepito durante la vita lavorativa e l’importo della pensione. Questa integrazione può risultare fondamentale per mantenere il proprio stile di vita anche dopo il ritiro dal mondo del lavoro.

Chi ha diritto alla pensione complementare? Tutti i lavoratori possono aderire, sia dipendenti che autonomi, e possono scegliere tra diversi strumenti di previdenza complementare, come i fondi pensione e i Piani Individuali Pensionistici (PIP).

Come funziona la previdenza complementare?

Il funzionamento della previdenza complementare si basa su contributi versati in fondi pensione o PIP, che vengono poi investiti per generare un rendimento. Ma quanto conviene versare al fondo pensione? La risposta dipende da diversi fattori, tra cui il proprio reddito, l’età in cui si decide di iniziare a contribuire e la quantità monetaria che si vuole raggiungere al momento della pensione. È possibile versare anche contributi aggiuntivi volontari, che permettono di aumentare il capitale accumulato, soprattutto se si è iniziato tardi ad aderire alla previdenza complementare.

I fondi pensione si dividono in diverse categorie:

  • Fondi pensione chiusi (o negoziali): sono riservati a determinate categorie di lavoratori e sono il frutto di accordi collettivi tra le parti sociali.
  • Fondi pensione aperti: accessibili a tutti, indipendentemente dalla categoria lavorativa.
  • PIP (Piani Individuali Pensionistici): polizze vita con finalità pensionistiche, gestite da compagnie assicurative.

Quando conviene aderire alla previdenza complementare? In breve la risposta sarebbe “prima si inizia, meglio è”, ovvero prima si inizia a contribuire e maggiore sara il capitale accumulato che beneficerà dell’effetto dell’interesse composto. Anche per chi decide di aderire in una fase avanzata della propria carriera, esistono vantaggi legati ai benefici fiscali e alla possibilità di destinare una parte del proprio TFR (Trattamento di Fine Rapporto) al fondo pensione.

Vantaggi della previdenza complementare

Uno dei vantaggi più evidenti della previdenza complementare riguarda le agevolazioni fiscali. Ma esattamente, quanto si recupera dalla previdenza complementare in termini di benefici fiscali? I contributi versati nei fondi pensione sono deducibili dal reddito fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno. Questo significa che si riduce l’importo delle tasse da pagare, ottenendo un doppio vantaggio: risparmio fiscale immediato e accumulo di capitale per il futuro.

I rendimenti ottenuti tramite il fondo pensione sono tassati al 20%, una percentuale inferiore rispetto a quella prevista per altre forme di investimento, come quelle che si applicano alle plusvalenze derivanti dalla compravendita di criptovalute e azioni (26%)

Questo vantaggio fiscale permette al capitale di crescere più rapidamente nel lungo periodo. Inoltre, al momento del pensionamento, è possibile scegliere tra diverse modalità di riscossione del capitale accumulato: una rendita vitalizia, un capitale unico o una combinazione delle due. Questo garantisce una notevole flessibilità, adattando la prestazione pensionistica alle proprie necessità.

A chi conviene la previdenza complementare?

Chi dovrebbe prendere in considerazione l’adesione alla previdenza complementare? La risposta è semplice: chiunque desideri integrare la propria pensione pubblica e assicurarsi un reddito adeguato anche dopo aver smesso di lavorare. In particolare, i giovani lavoratori sono quelli che più possono beneficiare di questo tipo di risparmio, in quanto hanno più tempo per accumulare capitale e sfruttare l’effetto dell’interesse composto.

A questo punto potreste chiedervi “Ma quanto devo versare per ricevere pensione di 2000 euro al mese?” La risposta dipende dalle proprie capacità di risparmio, dal tipo di investimento scelto e dal tempo a disposizione. 

Riscatto e recupero della previdenza complementare

Quando è possibile il riscatto totale del fondo pensione? Esistono specifiche circostanze in cui è possibile richiedere il riscatto anticipato del capitale accumulato, come in caso di gravi motivi di salute, disoccupazione prolungata o altre situazioni eccezionali. Tuttavia, è bene ricordare che la previdenza complementare è pensata per garantire un reddito integrativo durante la pensione, per cui il riscatto anticipato dovrebbe essere considerato solo in caso di effettiva necessità.

Inoltre, al momento del pensionamento, il capitale accumulato può essere erogato sotto forma di rendita mensile o di capitale unico, oppure entrambi, in base alle proprie preferenze. Questa flessibilità è fondamentale per rispondere alle diverse esigenze individuali e familiari, garantendo che la prestazione si adatti alle circostanze specifiche del pensionato.

Differenza tra fondi pensione e pensione integrativa

Spesso ci si chiede: che differenza c’è tra fondi pensione e pensione integrativa? In realtà, i fondi pensione sono lo strumento attraverso cui si costruisce la pensione integrativa. I contributi versati nel fondo vengono investiti per creare un capitale, che al momento della pensione diventerà la rendita complementare. La scelta tra diverse tipologie di fondi consente di adattare la strategia di risparmio alle proprie esigenze e al proprio profilo di rischio.

Per approfondire ulteriormente la gestione dei tuoi investimenti e l’importanza di costruire una strategia solida per il futuro, puoi leggere il nostro approfondimento sul blog di Young Platform.

La previdenza complementare è una soluzione indispensabile per assicurarsi un tenore di vita adeguato anche dopo il pensionamento. Tra i vantaggi fiscali, la possibilità di scegliere il tipo di investimento e la flessibilità nella riscossione delle prestazioni, si presenta come un’opportunità valida per chiunque voglia integrare la propria pensione pubblica. 

Inoltre, è importante ricordare come Bitcoin, grazie alla sua natura di riserva di valore e gli ottimi rendimenti registrati negli ultimi anni, possa essere un’opportunità interessante per diversificare ulteriormente i propri investimenti, soprattutto per chi guarda a una strategia a lungo termine. 

In un contesto di crescenti sfide demografiche e di incertezza sul futuro delle pensioni pubbliche, aderire alla previdenza complementare permette di guardare al futuro con maggiore serenità e sicurezza.

Due principi che ogni investitore dovrebbe conoscere, secondo J.P. Morgan

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In che condizioni vertono i mercati finanziari oggi? Quali sono i principi che l’investitore intelligente rispetta? Ecco cosa è emerso dall’ultimo report di J.P. Morgan

Cosa dovrebbe sapere un investitore per essere definito “intelligente” oggi? La scorsa settimana l’S&P 500, il più importante indice borsistico al mondo che racchiude le 500 aziende più capitalizzate d’america, ha raggiunto un nuovo massimo storico, il quarantaseiesimo di quest’anno.

Tuttavia, nonostante il prezzo dei principali asset sia tendenzialmente rialzista nel lungo periodo, governare i mercati è comunque un’attività complicata. Ecco due principi che un investitore intelligente dovrebbe conoscere oggi.

Lo stato del mercato

Prima, però, può essere utile analizzare lo stato in cui verte il mercato azionario. I risultati nel 2024 sono stati decisamente positivi, anche perché la maggior parte delle società quotate hanno superato le aspettative di crescita. Più di tre quarti delle aziende ha, in aggregato, superato le aspettative del 6,8%. Tuttavia, le poche eccezioni provengono dal settore, secondo molti, più promettente per il prossimo futuro, quello dell’intelligenza artificiale. Ad esempio ASML, un’azienda olandese leader nella catena di fornitura dei semiconduttori, ha messo sotto pressione i titoli del settore dei chip martedì, dopo aver mancato gli utili e rivisto al ribasso le previsioni di vendita per il 2025.

Per quanto riguarda, invece, il fonte obbligazionario i rendimenti dei titoli di stato USA hanno oscillato per tutta la scorsa settimana, per poi stabilizzarsi dopo l’uscita di due importanti dati macroeconomici: su tutti le vendite al dettaglio e le richieste dei sussidi di disoccupazione. Di conseguenza, l’attuale situazione ci rende cautamente ottimisti a riguardo della riunione del FOMC del 7 novembre del 2024, dopo che ad ottobre il comitato non si è riunito. La FED, e il suo presidente Jerome Powell, ridurranno nuovamente i tassi di interesse come successo a settembre? 

Come non citare poi le elezioni americane, in programma per martedì 5 novembre. È sicuramente importante seguire quello che accadrà, ma non fondamentale; come vedremo analizzando due principi cardine dell’investitore intelligente che abbiamo estrapolato dall’ultimo report di J.P Morgan.

Investitore intelligente: l’igiene del proprio portafoglio

Il primo principio cruciale per J.P. Morgan per investire in modo intelligente ha a che fare con l’igiene del proprio portafoglio. Questo termine indica l’identificazione di obiettivi chiari e la creazione e il mantenimento di un piano a lungo termine, il tutto accompagnato da “check up” regolari. Cosa significa quanto appena scritto dal punto di vista pratico? 

Per comprenderlo possiamo estrapolare un esempio dall’attuale situazione di mercato. La scorsa settimana abbiamo festeggiato il secondo compleanno dell’attuale Bull Market, almeno per quanto riguarda il mercato azionario. Il 12 ottobre 2022, infatti, l’S&P 500 toccava il minimo a 3.577 e da quel momento in poi ha registrato un +60%. Questo movimento a rialzo, sebbene molto positivo per gli investitori, ha sicuramente sbilanciato le allocazioni di chi diversifica tra distinte tipologie di asset, per esempio azioni e obbligazioni. Perciò, se la propria strategia lo prevede, potrebbe essere il momento di effettuare un ribilanciamento, in modo da riequilibrare la situazione e tenere fede al proprio piano.

Per esempio, se prendiamo in esame un portafoglio di tipo 60/40 (60% investito in azioni dell’S&P 500 e 40% in obbligazioni statunitensi), notiamo che nell’ultimo anno ha registrato un rendimento totale del 27% circa. Senza un ribilanciamento, lo stesso portafoglio sarebbe ora sovrappesato nelle azioni al 64% e sotto-pesato nelle obbligazioni al 36%, data la differenza di rendimento tra le due asset class. Questo per dire che, secondo J.P. Morgan, un investitore intelligente dedica periodicamente del tempo per analizzare la sua situazione finanziaria e effettuare aggiustamenti previsti dalla propria strategia. 

Quanto anticipato non è, comunque, obbligatorio. Se la tua strategia prevede investimenti periodici, magari attraverso acquisti ricorrenti, ma non prevede ribilanciamenti periodi, puoi tranquillamente procedere evitare di modificare le allocazioni. Anzi, potresti valutare di estendere l’attuale approccio anche ad un altro innovativo e promettente mercato: quello delle criptovalute. 

Attiva un acquisto ricorrente

Comprendere i rischi, ma prepararsi alle opportunità

Il secondo principio dell’investitore “intelligente” identificato da J.P. Morgan si lega a quanto specificato alla fine del precedente paragrafo. In un mercato spesso influenzato, nel breve termine, da notizie e eventi macroeconomici e politici, è importante guardare al lungo termine e alla solidità dei fondamentali

Alcuni temi che abbiamo trattato spesso sul nostro blog, come le imminenti elezioni presidenziali statunitensi, le turbolenze geopolitiche in Medio Oriente e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali, possono provocare disagio o suscitate timore. Tuttavia, è importante che non condizionino in alcun modo la propria strategia a lungo termine. Nel mondo degli investimenti e quando si opera sui mercati è cruciale concentrarsi sulle conoscenze, sui dati, su variabili tangibili e concrete rispetto che sulle incognite.

A supporto di questa tesi J.P. Morgan presenta alcuni dati storici, che dimostrano come i mercati tendano a crescere a prescindere dal vincitore (o vincitrice) delle elezioni presidenziali. Lo stesso discorso può essere applicato anche i conflitti e alle decisioni delle banche centrali sui tassi di interesse. Dal 1950, ci sono state 18 elezioni negli Stati Uniti e 10 cambi di testimone alla Casa Bianca tra democratici e repubblicani. In questi 74 anni, la crescita del PIL statunitense è stata, in media, del 3,2% all’anno, mentre quella dell’S&P 500 del 9,4%. Insomma un investitore, se intelligente, quando inizia a dubitare della sua strategia di investimento a causa di news o eventi inattesi dovrebbe prendere la palla al balzo, e sfruttare il momento per riesaminare i suoi obiettivi, il suo piano e l’orizzonte temporale dei suoi investimenti.

In conclusione, secondo J.P. Morgan, un investitore intelligente, non cambia la sua strategia a seconda delle news o degli eventi che incombono. Al contrario, monitora costantemente la situazione ma agisce solo in relazione al suo piano e ai suoi obiettivi.

È in arrivo un nuovo ATH per Bitcoin?

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Bitcoin ha sfiorato il suo ATH. Nei prossimi giorni riuscirà a infrangere il suo massimo storico? Nel frattempo gli ETF registrano performance da record

Dopo diverse settimane di incertezza e noia è finalmente tornata l’euforia nel mercato crypto, e, all’improvviso, sembra che sia in arrivo un nuovo massimo storico per Bitcoin. Il suo prezzo, durante la giornata di ieri, si è portato al di sopra dei 73.000 dollari, mentre ora è stabile sui 72.000$. 

Il mercato crypto è ora invaso dall’ottimismo, e molti si domandano se questo sia l’inizio della fase più esplosiva del bull market 2024. Inoltre, il superamento dell’ATH da parte di Bitcoin, potrebbe innescare un ulteriore movimento esplosivo, dato che potrebbe comportare la liquidazione (chiusura) di 2 miliardi di dollari di posizioni short.

ETF spot su Bitcon da record. Dove sono i retailer?

Il recente pump di Bitcoin potrebbe essere stato causato anche dagli ETF spot su Bitcoin, dato che hanno attirato l’attenzione e una grandissima quantità di capitali. La scorsa settimana, in un solo giorno, si sono registrati 870 milioni di dollari di afflussi, trainati in gran parte dal fondo iShares Bitcoin Trust di BlackRock, che continua a dominare il mercato degli ETF crypto. 

Solo a ottobre, gli ETF su Bitcoin hanno superato i 3 miliardi di dollari di nuovi investimenti, segno di un rinnovato interesse istituzionale. BlackRock e Fidelity sono tra i principali beneficiari e artefici di questo boom, dato che stanno contribuendo a portare i BTC detenuti dagli ETF spot vicino allo storico traguardo del milione.

Compra Bitcoin!

Tuttavia, mentre l’interesse istituzionale spinge il mercato, è interessante sottolineare come i retailer (gli investitori individuali) non siano ancora approdati in massa sul mercato, come dimostrano le ricerche sui principali motori di ricerca. Tuttavia, l’avvicinamento di Bitcoin al suo ATH potrebbe fungere da catalizzatore per una nuova ondata di investitori retail, che potrebbero essere attratti dalla FOMO che invade giornali e social network in questi frangenti. Almeno, questo è quello che è successo durante i cicli passati.

Bitcoin nei fondi pensione: il caso Florida

Un altra news positiva da mondo crypto non riguarda il prezzo di Bitcoin e il suo possibile ATH, bensì un’argomento più istituzionale: i fondi pensione. Il CFO della Florida, Jimmy Patronis, ha recentemente richiesto al Consiglio di amministrazione dello Stato una relazione di fattibilità per investire parte dei fondi pensionistici in criptovalute, con un focus particolare su Bitcoin. Patronis sembra seguire l’esempio del candidato repubblicano Donald Trump, che durante la conferenza “Bitcoin 2024” a Nashville aveva proposto di creare una riserva nazionale con i Bitcoin confiscati a criminali e aziende fallite.

La proposta di Patronis prevede l’introduzione di un programma pilota di investimento in valute digitali all’interno del Florida Growth Fund, per testare la possibilità di integrare Bitcoin come riserva per proteggere i risparmi dei cittadini dalla svalutazione del dollaro e dall’inflazione. Questa visione rappresenta un contrasto notevole con la situazione in Italia, dove si discute di aumentare le imposte sugli asset tecnologici. Mentre l’Italia valuta una maggiore tassazione, la Florida esplora l’uso di Bitcoin come potenziale strumento per risanare il sistema pensionistico.

Guarda il grafico di BTC

Infine, come non citare le elezioni americane, dato che manca meno di una settimana al voto che potrebbe aggiungere un altro elemento di volatilità sui mercati. L’entusiasmo degli investitori sembra infatti aumentare di pari passo con le probabilità di vittoria di Donald Trump, considerato più favorevole verso il settore crypto. Alcuni analisti suggeriscono che una sua eventuale politica pro-Bitcoin potrebbe consolidare BTC come riserva strategica, alimentando una corsa al rialzo ancora più forte​.

Insomma, lo scenario attuale, caratterizzato dal sostegno degli investitori istituzionali e un possibile afflusso di retailer, potrebbe permettere a Bitcoin di raggiungere, a breve, un nuovo ATH. In ogni caso resta fondamentale monitorare il mercato con razionalità e scetticismo, ricordando che l’euforia può essere pericolosa tanto quanto il panico. Gli esplosivi rally di Bitcoin sono certamente entusiasmanti, ma come sempre nel mondo crypto, la prudenza è d’obbligo.



Meme coin: le 5 sorprese del 2024

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Cat coin che cercano di raggiungere quelle ispirate ai cagnolini e token creati dall’intelligenza artificiale. Quali sono le meme coin più scintillanti del 2024? 

Quando si ascolta la parola meme coin, la maggior parte di noi pensa subito a Dogecoin o Shiba Inu. Ma questo divertente e strampalato settore è in continua evoluzione. Ogni giorno nascono tantissime nuove meme coin e qualcuna di queste riesce a raggiungere l’olimpo del mondo crypto, di solito in pochissimo tempo.

Inoltre, nell’ultimo periodo le meme coin stanno dominando il mercato delle criptovalute alternative a Bitcoin. Dodici delle cento crypto più capitalizzate del mercato fanno parte di questa categoria e la capitalizzazione totale di questo segmento è di quasi 70 miliardi di dollari. Scopri le meme coin che hanno stupito tutti nel 2024 in questo articolo!

Popcat (POPCAT)

La prima meme coin “sorpresa” del 2024 che analizziamo è Popcat (POPCAT), una crypto ispirata ad un meme noto per aver generato centinaia di copie, che gli hanno permesso di conquistare il cuore degli amanti dei gatti e degli appassionati della cultura di internet. La crypto POPCAT è stata creata, probabilmente, per capitalizzare questa popolarità, e riportare sulla cresta dell’onda un meme storico. Il suo lancio ha sfruttato l’onda del successo del meme, e la sua community è cresciuta rapidamente, attirando sia appassionati di crypto sia persone alla ricerca di un progetto divertente e leggero. POPCAT è dunque più di una semplice meme coin: è la celebrazione di un fenomeno culturale che ha già un posto speciale nell’internet di oggi.

Compra POPCAT

A differenza delle meme coin tradizionali basate su cani, come Dogecoin (DOGE) o Shiba Inu (SHIB), Popcat (POPCAT), rappresenta il mondo dei gatti, un’area quasi inesplorata fino a qualche mese fa. La coin celebra l’innato amore per i meme e il fascino per i nostri amici felini, offrendo a chi la possiede un’identità distinta in un settore dominato da meme coin più note. Nei primi giorni dopo lancio Popcat (POPCAT) ha attirato una vastissima community di crypto-enthusiast, diventando, in tempi record, una delle meme coin più seguite e apprezzate del mercato.

Ha superato Bonk (BONK), la seconda meme coin più importante e famosa dell’ecosistema Solana, in un batter d’occhio e ora punta a raggiungere la regina: dogwifhat (WIF). Inoltre, in meno di quattro mesi dal lancio ha raggiunto la cinquantesima posizione nella classifica delle crypto più capitalizzate e ha raggiunto il listing su importanti exchange centralizzati, tra cui Binance, OKX e Kraken.

First Neiro On Ethereum (NEIRO)

First Neiro On Ethereum è un meme coin che si autodefinisce l’erede di Dogecoin (DOGE); ed effettivamente ha le carte in regola per diventarlo. Lanciata alla fine di luglio 2024 ha raggiunto una capitalizzazione di mercato superiore ai 700 milioni di dollari in meno di tre mesi, entrando nella top 100 delle crypto più capitalizzate. Questa incredibile e repentina crescita gli ha permesso di raggiungere il listing sui principali exchange centralizzati.

La caratteristica più interessante di questa meme coin sorpresa del 2024 è, però, la sua storia o la narrativa che la sostiene. NEIRO è, in un certo senso, la “sorella minore di Kabosu”, il cane di razza Shiba Inu a cui si ispirano migliaia di meme nonché il logo di Dogecoin, deceduto a marzo 2024. La sua padrona, dopo aver sicuramente accusato la perdita, ha deciso di adottare una nuova cagnolina, sempre di razza Shiba Inu, a cui ha dato il nome di Neiro e che, ovviamente, è diventato subito famosa. Per questo motivo sul sito ufficiale della crypto Neiro compare la frase “Neiro: The Heir of Doge”, “Neiro: l’erede di Doge”.

cat in a dogs world (MEW)

Un’altra meme coin molto promettente e sempre ispirata ad un gatto è cat in a dogs world (MEW). La velocissima crescita della sua capitalizzazione di mercato e, quindi, del suo prezzo, è probabilmente dovuta all’ottimo lavoro del team marketing del progetto. A dimostrazione di ciò, MEW è stata integrata sull’app di Revolut e ora è acquistabile da chiunque utilizzi l’applicazione bancaria, in poche semplici mosse.

L’idea alla base di MEW è molto semplice: offrire una meme coin per tutti coloro che preferiscono i gatti e che cercano qualcosa di alternativo nel mondo crypto. Creata da un gruppo di sviluppatori appassionati sia di gatti che di crypto, MEW è stata lanciata come una provocazione e una risposta alla dilagante “dog mania” che aveva dominato la scena delle altcoin.

Compra MEW

Simile a Dogecoin, anche MEW si basa su una community solida e attiva, costituita da investitori e appassionati che apprezzano l’umorismo. La coin, inoltre, ha beneficiato di collaborazioni e contenuti virali sui social media, rendendola una delle cat coin più riconoscibili nel panorama crypto. Anche se iniziata come uno scherzo, la popolarità di MEW continua a crescere, dimostrando che anche i gatti sanno come farsi spazio in un mondo dominato dai cani.

dogwifhat (WIF)

Lanciata alla fine del 2023 sulla blockchain Solana, WIF ha è stata investita da una rapida e incredibile crescita, che le ha permesso di raggiungere l’olimpo delle meme coin. Attualmente, è la quarta per capitalizzazione di mercato in questo segmento, dopo Dogecoin (DOGE), Shiba Inu (SHIB) e Pepe (PEPE), nonché la regina dell’ecosistema Solana

Il suo prezzo è esploso a rialzo durante la primavera del 2023 e in pochissimo tempo, e la sua capitalizzazione di mercato ha raggiunto, nei pressi del massimo storico, i 5 miliardi di dollari. Questi incredibili risultati sono stati raggiunti grazie al listing sui principali exchange centralizzati, come Coinbase, Binance e Crypto.com, e all’eco trasmesso dai suoi sostenitori sui social media​.

L’idea che sta alla base di questo progetto crypto, deriva da un meme che rappresenta un cane Shiba Inu con un cappello, creato dall’utente di X (ex Twitter) nel 2019. Questo meme ha guadagnato rapidamente popolarità, specialmente tra i gamer e le community online, fino a diventare il protagonista del token su Solana nel novembre del 2023. La criptovaluta nata “per gioco” ha riscosso subito un discreto successo, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che avrebbe raggiunto il livello di prezzo dei 5$, soprattutto dato quello di partenza: 0,0015$.

Compra WIF

Turbo (TURBO)

Infine l’ultima “sorpresa” del 2024 è Turbo (TURBO), una meme coin governata dall’intelligenza artificiale. Si, avete capito bene, questo progetto nato da un esperimento ha, in poco tempo, catturato l’attenzione di tantissimi appassionati e creativi, desiderosi di esplorare le potenzialità di un sistema interamente gestito dall’AI. 

Il budget di partenza a disposizione dell’anonimo fondatore era di circa 70$, ma grazie alla genialità dell’idea che la sostiene questa crypto è esplosa raggiungendo una capitalizzazione di mercato superiore a 600 milioni di dollari. Uno degli aspetti più affascinanti di questo progetto riguarda la sua governance: gestita da un consiglio Oracle IA, composto da sette membri eletti, che collabora con il chatbot TurboAI per prendere decisioni e guidare la community. Grazie a un sistema di voto democratico basato sui token TURBO, ogni membro della community ha il potere di influire sulle decisioni e sulle future direzioni di sviluppo del progetto.

Queste meme coin continueranno a registrare performance da capogiro o soccomberanno lasciando spazio a quelle più longeve e adottate. Impossibile dirlo ora, ma se Bitcoin dovesse rompere l’attuale massimo storico a 74.000$ la situazione potrebbe scaldarsi ulteriormente.


Pagare all’estero? Le soluzioni più utilizzate

Carte di credito e app di pagamento da usare all'estero

Quale carte utilizzare pagare al di fuori dell’Unione Europea? Ecco la lista delle migliori sette

Quando si intraprende un viaggio al di fuori dell’Unione Europea scegliere la giusta carta di credito o applicazione per i pagamenti da utilizzare fa sempre più la differenza. È ormai lontano il tempo in cui si cambiavano i contanti prima di partire, sempre più messi da parte a favore dei pagamenti digitali per via della loro sicurezza e comodità.

Ma questo non è l’unico motivo, i conti di pagamento e le carte online e le loro piattaforme offrono un ampio ventaglio di servizi. Il principale che analizzeremo all’interno di questo articolo ha a che fare con la possibilità di convertire istantaneamente il proprio denaro in altre valute, in modo da essere pronti a visitare un paese al di fuori dell’Unione Europea.

  1. Revolut

Il colosso fintech UK offre diversi servizi utili per pagare all’estero, dato che permette di effettuare trasferimenti di denaro internazionale in 30 diverse valute. I suoi piani Premium e Metal includono assicurazioni viaggio, cambio valuta illimitato senza commissioni e cashback sulle prenotazioni. 

Per chi ama viaggiare senza limiti, Revolut offre soluzioni all-inclusive con il piano Ultra, che consente di ottenere vantaggi come il cashback per hotel e attività locali.

  1. N26

Con oltre 7 milioni di clienti, N26 è una banca esclusivamente online, ideale per chi ama la praticità durante i viaggi. Per esempio questa banca ha un conto dedicato a chi gira il mondo, quello Metal che così come si legge sul sito è pensato per i globetrotter, dato che offre o assicurazioni viaggio, protezione per il furto dello smartphone e prelievi gratuiti in valute estere. 

Non ci sono commissioni di cambio per le transazioni in altre valute, rendendo i pagamenti in viaggio semplici ed economici.

  1. Hype

Se ami viaggiare e vuoi lasciare le preoccupazioni (e le commissioni!) a casa, Hype potrebbe essere proprio la tua carta vincente. Dal 2015, questa fintech tutta italiana offre una serie di soluzioni semplici e comode per gestire i tuoi soldi tramite un’unica app. Gianluca Zetti, responsabile dello sviluppo e marketing di Hype, racconta a Wired che “i tre tipi di conto, Hype, Hype Next e Hype Premium, sono pensati per accompagnare i clienti durante le diverse fasi della loro vita”. Per chi è sempre con la valigia pronta, Hype Premium offre il meglio: zero commissioni su prelievi e pagamenti in qualsiasi valuta, ovunque nel mondo.

Il conto Hype Premium include 8 assicurazioni viaggio che coprono emergenze mediche, smarrimento bagagli e molto altro. Inoltre, accedi al programma World Elite Mastercard, con ingressi scontati nelle lounge VIP e corsie preferenziali negli aeroporti, oltre a cashback fino al 5% su hotel, voli e altre spese di viaggio.

  1. WeChat Pay

Se stai pensando di andare in Cina o in altre parti dell’Asia, WeChat Pay è l’alleato perfetto. In Cina, quasi tutto si paga tramite QR code con il cellulare, e WeChat Pay è la super app che fa al caso tuo. Senza commissioni di gestione del conto e con una rete di accettazione vastissima, WeChat Pay ti permette di pagare ovunque, dal ristorante all’hotel. Tencent, la società proprietaria, conferma che il servizio è disponibile in 69 paesi, con oltre 4 milioni di esercizi commerciali che lo accettano, senza restrizioni geografiche.

  1. Tot

Per chi viaggia spesso per lavoro, Tot è il conto B2B ideale. Con un Iban italiano e tre piani di abbonamento a partire da 7€ al mese, Tot offre un conto completo senza commissioni nascoste. La carta Visa Business ti permette di prelevare ovunque, con una commissione del 3,99%. Tot sta lavorando per introdurre carte business con commissioni più basse, rendendo ancora più conveniente il conto per chi è sempre in movimento. La carta include anche assicurazioni per furto di contante e acquisti, per una maggiore sicurezza.

  1. Wise

Wise è la soluzione per chi vuole trasferire denaro all’estero senza sorprese. Fondata nel 2011, Wise offre un conto multivaluta senza costi di apertura. Puoi convertire il tuo denaro in diverse valute direttamente dall’app e trasferire denaro in tutto il mondo con tassi di cambio piuttosto competitivi. I prelievi sono gratuiti fino a 200€ al mese e Wise afferma di aver fatto risparmiare ai suoi clienti oltre 1,7 miliardi di euro rispetto alle banche tradizionali.

  1. Western Union

Western Union è una delle opzioni più conosciute per inviare denaro in tutto il mondo, ideale soprattutto per chi ha bisogno di trasferimenti rapidi. Con oltre 500.000 punti fisici in più di 200 paesi, puoi inviare o ricevere contanti in pochi minuti, perfetto per chi si trova in viaggio e ha bisogno di una soluzione immediata. Inoltre, è possibile gestire tutto tramite l’app, permettendo di trasferire fondi direttamente su conti bancari o portafogli mobili, con tassi di cambio aggiornati e trasparenti. Western Union rappresenta una scelta affidabile per viaggiare senza stress quando si ha necessità di supporto economico, sia per se stessi che per amici e familiari.

  1.  Il mondo crypto e Young Platform

Nonostante, come abbiamo visto, esistano diverse soluzioni efficienti per inviare denaro o pagare all’estero, Bitcoin e le crypto offrono transazioni veloci e una libertà “di movimento” senza pari. Con Young Platform puoi inviare criptovalute e stablecoin istantaneamente oppure bloccarle in staking per ricevere gradualmente ricompense e aumentare il valore della tua posizione.


Tasse su Bitcoin stratosferiche: la nuova aliquota al 42% farà scappare imprenditori e investitori

tasse bitcoin 42%

L’aumento delle tasse su Bitcoin è un clamoroso errore: penalizza giovani, startup e innovazione. Per l’ennesima volta.

​​Il governo italiano ha deciso di proporre un aumento della tassazione sulle criptovalute che fa saltare dalla sedia chiunque abbia mai anche solo sentito parlare di Bitcoin. L’aliquota sulle plusvalenze? Dal 26% al 42%. Avete letto bene, quarantadue percento. Una mossa che, se passasse, ci metterebbe in cima alla lista dei Paesi dove investire sulle criptovalute è un po’ come vincere alla lotteria (anzi no perché lì la tassazione sopra i 500€ è al 20%) e dover dare quasi metà del jackpot allo Stato. Insomma, sul podio per la tassazione più alta al mondo. Ah, il fascino dell’Italia. 

Il grande annuncio: tassazione al 42%

Il protagonista di questa operazione è il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che durante una conferenza stampa per la manovra finanziaria del 2025 ha lanciato questa bomba. Obiettivo? Fare cassa, ovviamente, per sostenere famiglie, imprese e risanare il deficit di bilancio. Cose nobili, per carità. Secondo Leo, l’espansione delle criptovalute, ormai quasi come la diffusione delle pizze a domicilio, richiede un trattamento fiscale “serio”. E cosa c’è di più serio di un’aliquota che passa da un dignitoso 26% a un bel 42%? Un aumento del 61% in un colpo solo.

Oggi, le criptovalute in Italia vengono trattate come azioni e obbligazioni, tassate al 26%. Ma con questa nuova proposta, si passa a un livello che fa sembrare Dubai ancora più attraente. In fondo, perché non superare sempre nel peggio gli standard internazionali?

La reazione della comunità crypto: indignazione e meme

Appena la notizia è uscita, il caos ha fatto capolino nel mondo delle criptovalute. Investitori, imprenditori e probabilmente anche qualche influencer crypto sono insorti. Paolo Ardoino, CEO di Tether, non si è certo tirato indietro: ha ironizzato sul fatto che il successo delle criptovalute in Italia è premiato con tasse da far scappare. Letteralmente. Ha condiviso un meme sui social: la nuova strategia di investimento diventa “fuga dall’Italia”.

E non è l’unico a pensarla così. Un’aliquota del 42% sembra proprio fatta apposta per spaventare capitali e investitori, con destinazioni come Dubai e altre giurisdizioni amiche delle crypto già pronte ad accoglierli a braccia aperte.

Una manovra da fuga di capitali e imprese

Ardoino non si è limitato a fare ironia. Ha criticato duramente la proposta, definendola miope e pericolosa in un’intervista rilasciata a La Stampa: “In conferenza stampa il viceministro Leo ha detto che aumentano le tasse sulle rendite perché Bitcoin è diventato uno strumento più popolare. Cioè il principio è: visto che aumentano i suoi possessori, portiamo le tasse di chi li possiede dal 26% al 42%. È miope e pericoloso. In Italia si stima che i possessori di crypto siano 2,5 milioni per un valore totale di circa 2,5 miliardi. E chi pagherà le conseguenze più dure? I giovani, che sono la stragrande maggioranza dei possessori di crypto. A loro si sta dicendo che l’Italia tassa un’innovazione, e la tassa più di qualsiasi altra cosa.”

Non si tratta solo di giovani investitori. Ardoino sottolinea un problema ancora più profondo per le imprese: “Per le aziende questo rappresenta un rischio sistemico. Conosco molta gente che ha crypto e vuole pagare le tasse, anche al 26%, come avviene con altri investimenti. Ma c’è una logica sbagliata in tutto questo. Io ho fatto impresa scommettendo su un’innovazione. L’Italia non ha mai premiato chi vuole fare innovazione. Non ha mai capito dove andava il mondo, anche prima delle criptovalute.”

Con parole amare, Ardoino denuncia l’incapacità dell’Italia di valorizzare i talenti: “Conosco menti incredibili nel nostro Paese che non vengono valorizzate, e a un certo punto si stancano e vanno via. E poi, se qualcuno riesce in qualcosa, non solo non viene aiutato, ma viene criminalizzato.”

E non è solo Ardoino a suonare l’allarme. Young Platform non resterà in silenzio. Come azienda, faremo in modo di aprire un dialogo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Parlamento e le autorità competenti per evitare che questo aumento fiscale venga messo in atto. L’Italia non può continuare a soffocare l’innovazione con provvedimenti che vanno nella direzione sbagliata. Un intervento fiscale di questo tipo non solo soffocherà l’industria, ma incentiverà l’evasione e penalizzerà chi cerca di operare nel rispetto delle regole.

L’esperienza di altri paesi: un avvertimento ignorato

L’Italia, comunque, non è l’unica ad aver provato la mossa della tassazione heavy sulle criptovalute. Prendiamo l’India, che ha imposto tasse altrettanto severe un paio d’anni fa. Risultato? Gli scambi di criptovalute si sono prosciugati come pozzi nel deserto e gli investitori hanno fatto le valigie per piattaforme offshore. E l’efficacia fiscale? Un miraggio.

Qualcuno a Roma ha guardato questo disastro indiano prima di proporre il 42%? La domanda è legittima. Se l’Italia seguirà questa strada, c’è da aspettarsi che startup, aziende e investitori crypto si imbarchino su voli per mete esotiche, portando con sé i loro wallet e lasciando dietro di sé solo la polvere.

Il contesto Europeo: la MiCA

Il tutto arriva in un momento in cui l’Europa si sta preparando ad attuare il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che promette di armonizzare le normative crypto in tutto il continente entro la fine del 2024. MiCA stabilirà nuovi requisiti di licenza per le aziende crypto, oltre a imporre standard più elevati di trasparenza e sicurezza.

L’introduzione di MiCA potrebbe e dovrebbe avere un impatto anche sul regime fiscale delle criptovalute. Ad esempio, potrebbe uniformare la tassazione all’interno dell’UE, riducendo la discrepanza tra i diversi Paesi membri. Nel frattempo che la mastodontica macchina burocratica si attui, ogni nazione si diverte a fare a gara a chi inventa le tasse più originali. L’Italia, con questo 42%, sta puntando a vincere il primo premio.

Inoltre, MiCA potrebbe facilitare la migrazione delle aziende crypto all’interno dell’UE, permettendo loro di stabilirsi in nazioni con una tassazione meno penalizzante, come Portogallo o Germania, che mantengono approcci più favorevoli al settore.

Cosa succederà adesso?

Ora resta da vedere se la legge di bilancio 2025 passerà o meno. Se approvata, l’Italia diventerebbe uno dei Paesi con la tassazione più alta al mondo per le criptovalute, superando di gran lunga altre nazioni europee. Questo aumento dell’aliquota potrebbe scoraggiare gli investimenti nel settore e danneggiare la crescita dell’industria crypto in Italia.

Sebbene il governo Meloni abbia giustificato la decisione come necessaria per risanare le finanze pubbliche, la comunità crypto teme che un’aliquota così alta possa soffocare l’innovazione e spingere gli investitori verso Paesi più favorevoli. Con l’entrata in vigore di MiCA e la possibilità di ulteriori modifiche al quadro normativo europeo, il futuro della tassazione delle criptovalute rimane nebuloso, ma una cosa è certa: se non sarà roseo sarà almeno ironico, come tutto il resto in questo Paese.

AVAX: riacquisto di token in arrivo

AVAX: riacquisto di $100 milioni di token

Avalanche (AVAX) riacquisterà i token AVAX venduti a Luna Foundation Guard (LFG). Si tratta di 1,97 milioni di token che ad aprile 2022 valevano 100 milioni di dollari

La Avalanche Foundation riacquisterà gli 1,97 milioni di AVAX venduti alla Luna Foundation Guard (LFG) nell’aprile 2022. Anche se manca ancora l’approvazione del tribunale fallimentare che si è occupato di gestire il fallimento dell’ecosistema Terra – Luna.

Cosa è successo, ma soprattutto, cosa accadrà nei prossimi mesi? Il riacquisto dei token da parte di Avalanche potrebbe avere un impatto sul prezzo di AVAX? 

Tra due giorni, mercoledì 16 ottobre, inizierà la conferenza principale per l’ecosistema Avalanche a Buenos Aires, e noi di Young Platform saremo lì per raccontarvela. Seguiteci su Instagram per non perdere le novità che verranno annunciate! 

Il riacquisto di token da parte di Avalanche

Per comprendere a pieno a cosa è connesso il riacquisto di token da parte di Avalanche è necessario ricordare quanto è successo nel 2022, in occasione del crollo di Terra – Luna. Per farlo può essere utile chiarire qual era il ruolo della Luna Foundation Guard (LFG), un’organizzazione senza scopo di lucro che aveva il compito di accumulare e mantenere le riserve per la stablecoin algoritmica TerraUSD (UST).

In quel frangente, anzi in realtà un mese prima che UST perse il peg (l’ancoraggio) con il dollaro statunitense, e quindi poco prima del collasso della crypto LUNA, la Avalanche Foundation aveva venduto alla LFG 1,97 milioni di AVAX per un controvalore, in dollari, di 100 milioni. Se l’accordo di riacquisto, depositato il 9 ottobre presso il tribunale fallimentare del Delaware, dovesse essere approvato la Avalanche Foundation riacquisterà i token che, ad oggi, valgono circa 54,7 milioni di dollari. La differenza tra il valore di quegli AVAX nel 2022 e quello odierno è del 42% circa. Il suo prezzo, il giorno dell’acquisto degli AVAX da parte della LFG, era di circa 80$.

Cosa succederà al prezzo di AVAX?

Che impatto avrà il riacquisto da parte della Avalanche Foundation dei suoi token su l prezzo di AVAX? Innanzitutto è necessario specificare che se il suo prezzo rimarrà stabile a 29$ la Foundation riacquisterà circa 55 milioni di dollari in controvalore.

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Come è intuibile il principale obiettivo della fondazione è evitare che la quantità di AVAX ancora in possesso della LFG non venga venduto in modo forzato. Insomma, il team di Avalanche non vuole che la possibile crescita futura del prezzo del suo token non venga ostacolata da questo fattore esogeno.

Nelle ultime ore il prezzo di Avalanche ha reagito bene alla notizia, complice anche il pump che sta investendo il mercato da qualche giorno. Da venerdì 11 ottobre AVAX ha registrato un +14% circa, passando da 25,7$ a 29$. Cosa può accadere nei prossimi giorni?
Difficile dirlo, anche e farà fondamentale il comportamento della crypto nei confronti dell’attuale resistenza principale, collocata intorno al livello dei 30$. Se dovesse romperà a rialzo potrebbe raggiungere i 34$.


Chi è Satoshi Nakamoto? Il documentario di HBO “accusa” Peter Todd, ma senza prove certe

Chi è Satoshi Nakamoto? Secondo la HBO è Peter Todd

HBO e il mistero di Satoshi Nakamoto: Peter Todd è davvero il creatore di Bitcoin?

Il documentario uscito martedì scorso “Electric Money: The Bitcoin Mystery”, prodotto da HBO e diretto da Cullen Hoback, ha generato notevole interesse per la sua audace pretesa di rivelare l’identità di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin

In una serie di vicissitudini che mescolano abilmente intrattenimento e marketing, Hoback ha presentato, all’interno del documentario uscito martedì, una teoria secondo cui Peter Todd, uno sviluppatore di Bitcoin noto per i suoi contributi al codice di base della criptovaluta, sarebbe il vero Satoshi. Tuttavia, come vedremo, molti esperti e soprattutto lo stesso Todd si sono mostrati, a dir poco, scettici riguardo a questa affermazione, mettendo in discussione le prove presentate.

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Le teorie di Hoback: solo una mossa di marketing o c’è qualcosa di vero?

Hoback, all’interno della serie di HBO, si serve tre principali argomentazioni per dimostrare che Peter Todd è Satoshi. La prima riguarda un post del 2010 su BitcoinTalk, un celebre forum dedicato alla criptovaluta, dove Todd avrebbe risposto a un commento di Nakamoto con una correzione tecnica. Hoback sostiene che questo post potrebbe essere stato pubblicato da Todd utilizzando l’account sbagliato, proprio quello di Satoshi, implicando che Todd stesse conversando con sé stesso. Tuttavia, in molti criticano aspramente questa teoria, sottolineando che si tratta di una normale interazione tra utenti, comune nei forum tecnici. A supporto di questa tesi c’è una variabile fondamentale: il tempo tempo impiegato da Todd per pubblicare il messaggio contente la correzione, che ammonta a circa tredici ore

Secondo Forbes, Hoback ritiene che un’altra prova sia una dichiarazione di Todd in cui parla di “sacrificare” Bitcoin. Il regista ipotizza che questa frase faccia riferimento ai 1,1 milioni di BTC (equivalenti a circa 70 miliardi di dollari) mai mossi dai wallet di Nakamoto. Tuttavia, Todd ha spiegato che questa affermazione è stata estrapolata dal contesto e si riferiva alla sicurezza della blockchain, non all’effettivo possesso di quel milione di Bitcoin.

Un’indagine senza conclusioni definitive

Le teorie di Hoback, pur suggestive, sembrano più un espediente per attirare l’attenzione del pubblico piuttosto che un vero tentativo di risolvere il mistero. Peter Todd ha respinto con fermezza ogni accusa di essere Satoshi, definendo le prove presentate come “ridicole” e affermando che le insinuazioni di Hoback non si basano su fatti concreti. In un’intervista a Coindesk, Todd ha sottolineato che non ci sono motivi per credere che sia stato lui a creare Bitcoin e ha criticato il documentario per la sua mancanza di rigore.

Hoback stesso ha suggerito che Nakamoto potrebbe aver adottato lo pseudonimo proprio per distanziare la sua figura dalla realtà, così che Bitcoin potesse essere visto come un progetto più serio e credibile. Secondo il regista, Todd, all’epoca studente di belle arti, non sarebbe stato preso sul serio se si fosse rivelato come il creatore della criptovaluta. Questa teoria, tuttavia, appare piuttosto fragile e non sembra convincere la maggior parte degli esperti.

Bitcoin: un successo che prescinde dal suo creatore

Al di là delle speculazioni sul creatore di Bitcoin, ciò che è certo è che la criptovaluta ha raggiunto un’enorme diffusione e successo indipendentemente dalla vera identità di Satoshi Nakamoto. Bitcoin è diventato un asset dal valore di 1,2 trilioni di dollari, rendendo Nakamoto, se ancora in possesso dei suoi Bitcoin, una delle persone più ricche al mondo. Tuttavia, la vera forza di Bitcoin risiede nella sua natura decentralizzata: non ha bisogno di un leader o di una figura centrale per continuare a crescere e prosperare.

Nonostante le varie ipotesi che nel corso degli anni si sono susseguite su chi possa essere Satoshi — da Nick Szabo a Hal Finney, fino ad arrivare a Peter Todd — è probabile che l’identità di Nakamoto rimanga per sempre un mistero. E forse è meglio così. Come sostengono molti esperti, Bitcoin non ha bisogno di un creatore identificabile per funzionare. Al contrario, la sua forza risiede proprio nella sua struttura autonoma e aperta, che lo rende immune a molte delle dinamiche che caratterizzano altre istituzioni finanziarie centralizzate.

Conclusioni: la saga infinita di Satoshi e il contributo di Peter Todd

Il documentario di HBO non ha svelato alcuna verità definitiva su chi sia Satoshi Nakamoto, ma ha riacceso l’interesse e le speculazioni su questo mistero che dura ormai da più di 15 anni. Le prove presentate a sostegno della teoria che Peter Todd sia Nakamoto appaiono deboli e pretenziose, e non forniscono risposte concrete. Anche Forbes ha evidenziato che, sebbene affascinante, la narrazione costruita da Hoback sembra più una storia per attirare spettatori che un’accurata indagine storica.

Peter Todd, pur avendo contribuito significativamente allo sviluppo di Bitcoin, ha respinto categoricamente qualsiasi legame con la vera identità di Satoshi. La sua influenza nel mondo delle criptovalute è comunque innegabile, e il suo lavoro su progetti come OpenTimestamps ha rafforzato ulteriormente il suo status all’interno della comunità.

In definitiva, il documentario lascia aperta la domanda che ha tormentato sviluppatori, investitori e curiosi per anni: chi è davvero Satoshi Nakamoto? La risposta, forse, non lo conosceremo mai.

Le migliori app per gestire il budget: classifica 2024

Le migliori app per gestire il budget: classifica 2024

Come gestire, al meglio, il prorio budget? D’altronde il primo passo, se si vuole investire il proprio capitale, coincide con il risparmio. Ecco cinque applicazioni che ti possono aiutare!

Quali sono le migliori app per gestire il budget nel 2024? Se ti stai chiedendo come approcciarti al mondo degli investimenti devi sapere che il primo passo è sicuramente la gestione del budget. Principalmente perché la cosa più sbagliata che si può fare sui mercati e interrompere un investimento prima che “maturi”, un’operazione che spesso implica una perdita. Per fare in modo di non trovarsi in questa situazione è bene dedicare un po’ di tempo a comprendere qual è il budget, solitamente mensile, di cui hai bisogno in modo da poter destinare la somma che rimane agli investimenti.

Tracciare le proprie spese è, però, anche il modo migliore per limitare quelle inutili o superflue. Dato che spesso acquistiamo beni o usufruiamo di servizi in modo irrazionale, senza pensare se ci servono davvero o se incrementano realmente il nostro livello di benessere. Insomma, gestire il proprio budget è fondamentale. Ma dimenticati i complessi e laboriosi fogli di calcolo, puoi farlo in scioltezza attraverso queste cinque app.

1. Spendee

La prima delle migliori app per gestire il budget che analizziamo è Spendee, che si distingue per alcune funzionalità molto utili. Innanzitutto, consente ai suoi utenti di collegare i loro account ai propri conti bancari (e anche quelli di alcuni exchange crypto). In questo modo il processo di tracciamento diventa molto più semplice e immediato.

Scopri il mondo crypto

Inoltre, Spendee ti da a disposizione grafici e dashboard molto utili per capire come spendi la maggior parte dei tuoi soldi.

2. Copilot

Copilot è una delle finaliste degli “App Store Awards”, un riconoscimento emesso ogni anno da Apple, per premiare le migliori app e i giochi più divertenti presenti sul suo Store. La particolarità di questa soluzione, che la differenzia dalla maggior parte di app per gestire il budget è che integra l’intelligenza artificiale.

Chi la utilizza ha una sorta assistente personale sempre con se che lo accompagna quotidianamente e lo aiuta a gestire le spese. Purtroppo quest’applicazione è, per ora, disponibile soltanto negli Stati Uniti.

3. YNAB (You Need A Budget)

YNAB è una delle app più complete per la gestione del budget, perfetta per chi vuole davvero prendere il controllo delle proprie finanze. La filosofia alla base di YNAB è che ogni euro speso dovrebbe avere un obiettivo

Questa app ti aiuta a destinare ogni centesimo a una categoria, che si tratti di risparmi, spese fisse o investimenti. L’interfaccia è intuitiva e consente di pianificare il budget mensile in modo dettagliato, aiutandoti a evitare sprechi e a risparmiare per obiettivi futuri. Inoltre, YNAB offre un’ottima sezione didattica, con tutorial e lezioni per migliorare il tuo rapporto con il denaro.

4. Money Manager

Se cerchi un’app semplice ma funzionale per tracciare entrate e uscite, Money Manager fa al caso tuo. Questa app permette di registrare tutte le tue transazioni giornaliere in modo rapido, consentendo di avere sempre una panoramica chiara delle tue finanze

Money Manager è particolarmente utile per chi vuole vedere nel dettaglio dove vanno i propri soldi, grazie alla suddivisione in categorie e ai report visivi che aiutano a identificare facilmente le aree di spesa su cui intervenire per ottimizzare il budget. L’app è leggera e senza fronzoli, ideale per chi non ama perdersi in funzionalità troppo complesse.

5. Wallet

Infine, l’ultima delle migliori app per gestire il budget che analizziamo è Wallet. Questo software, come Spendee, permette di collegare automaticamente i conti bancari per tracciare le transazioni in tempo reale, ed è possibile utilizzarla in modo condiviso, ad esempio con il proprio partner o con la famiglia, per gestire le spese comuni. 

Una delle funzionalità riguarda gli obiettivi di risparmio: puoi impostare dei “traguardi” finanziari e monitorare i tuoi progressi. Inoltre, grazie alle notifiche, Wallet ti aiuta a mantenere il focus, ricordandoti i tuoi impegni finanziari e facendoti evitare spese impulsive.

Insomma, gestire le spese è diventato sempre più semplice grazie alle migliori app gestire il budget di nuova generazione che abbiamo affrontato in questo articolo. Sia che tu voglia semplicemente tracciare le tue uscite o che desideri un aiuto più strutturato per raggiungere i tuoi obiettivi di risparmio e investimento, c’è un’app adatta a te. Inizia a usare quella che risponde meglio alle tue esigenze e ricorda: una gestione consapevole del denaro è il primo passo per un futuro finanziario più sereno.

Una volta che hai il tuo budget sotto controllo puoi iniziare a pensare agli investimenti. Uno dei modi migliori per farlo, se ti avvicini a questo mondo per la prima volta, è attraverso la strategia dell’acquisto ricorrente,  che ti permette di ripetere un acquisto di un asset in modo regolare e automatico.

L’impatto delle crisi geopolitiche ed economiche sul prezzo di Bitcoin

L'impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin

Scopri come Bitcoin ha risposto alle crisi geopolitiche e finanziarie negli ultimi anni. Analizziamo la volatilità a breve termine e il ruolo di Bitcoin come riserva di valore

Qual è, storicamente, l’impatto sul prezzo di Bitcoin delle crisi geopolitiche? Martedì scorso l’Iran ha scagliato un attacco missilistico contro Israele, che seppur inefficace, ha scosso i mercati globali. In merito a questo tema, le ultime notizie parlano di una probabile risposta di Israele in Libano. Nello specifico, sembra che nelle ultime ore altri raid aerei abbiano colpito lo stato, mentre Israele continua a consigliare ai cittadini libanesi di evacuare diversi villaggi a sud del paese.

Oggi, tuttavia, vogliamo concentrarci su come queste tensioni geopolitiche influenzino i principali asset finanziari, in particolare Bitcoin. Per capire meglio, analizzeremo la reazione di Bitcoin alle crisi degli ultimi anni.

Bitcoin come alternativa monetaria in tempi di crisi


Perché Bitcoin è diverso, come sono diverse le modalità attraverso cui risponde alle crisi globali, siano esse geopolitiche o economiche. Possiamo partire dicendo che Bitcoin è la prima alternativa monetaria decentralizzata e non sovrana ad aver raggiunto un buon livello di adozione. Non sovrana significa prevalentemente che, a differenza delle azioni o delle obbligazioni emesse da aziende o stati, Bitcoin non è soggetto al rischio di fallimento di una specifica entità (noto come rischio di controparte). 

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Se una società o uno stato va in bancarotta o in default, il valore delle sue obbligazioni o azioni può scendere a zero, mentre BTC, essendo completamente decentralizzato, è immune a questo tipo di rischio.

Queste caratteristiche fanno di Bitcoin un asset unico che non soffre, come altri, le crisi economiche, bancarie o geopolitiche. Quando, ad esempio, le banche americane sono crollate nel 2022, BTC ha mantenuto il suo valore. Inoltre, durante periodi di instabilità delle valute tradizionali, Bitcoin si è dimostrato utile come riserva di valore per molte persone.

La volatilità di Bitcoin e la risposta agli eventi globali


Tuttavia, anche Bitcoin non è immune alle crisi economiche e geopolitiche, soprattutto per quanto concerne il breve termine e quindi i giorni o le settimane immediatamente successive ad un evento. Lo abbiamo visto, ad esempio, dopo l’attacco iraniano a Israele di martedì scorso, in quel frangente Bitcoin ha perso circa il 6%. Questo accade principalmente per due motivi:

  1. Bitcoin è sempre scambiabile: Può essere comprato e venduto in qualsiasi momento, ventiquattro ore a giorno e sette giorni su sette. Inoltre, è anche istantaneamente convertibile in liquidità durante periodi di stress finanziario.
  2. Bitcoin è un asset giovane: Rispetto agli asset tradizionali, Bitcoin è ancora immaturo e, sempre nel breve termine, più vulnerabile agli eventi imprevisti. Tuttavia, con l’aumentare dell’orizzonte temporale, Bitcoin tende a stabilizzarsi e recuperare le perdite.

Come Bitcoin ha risposto alle crisi passate

Per comprendere meglio l’impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin e quindi come Bitcoin reagisce agli eventi globali, vediamo alcuni dati storici.

  • Escalation tra Stati Uniti e Iran: nei dieci giorni immediatamente successivi all’invio da parte degli  Sati Uniti in Iran di navi e aerei da guerra a gennaio del 2020 Bitcoin ha guadagnato 12%. L’S&P 500 il 2% e l’oro sono rimasti immobili. A sessanta giorni, poi, Bitcoin aveva registrato un +20%, l’oro un +6% e l’S&P 500 un -7%.
  • Pandemia di COVID-19: Nei primi dieci giorni del lockdown globale, BTC ha perso il 25%, mentre l’S&P 500 ha perso il 20% e l’oro il 9%. Dopo 60 giorni, però, Bitcoin aveva guadagnato il 21%, mentre oro e S&P si sono stabilizzati rispettivamente al 2% e 3%.
  • Invasione russa dell’Ucraina: Bitcoin ha subito una perdita del 6% nei primi dieci giorni, ma ha recuperato fino a un +15% dopo due mesi. L’oro e l’S&P 500 hanno avuto guadagni minori, rispettivamente del 3% e del 9%.
  • Crisi bancaria USA del 2022: in quel frangente BTC ha mostrato il suo enorme porenziale come riserva di valore, guadagnando il 25% nei primi dieci giorni e il 32% nei primi 60. In confronto, l’oro ha guadagnato il 10% nei primi dieci giorni e l’11% in totale, mentre l’S&P ha registrato un -2% nei primi giorni, recuperando un 4% nei 60 giorni successivi.

Questi dati suggeriscono un trend che abbiamo già anticipato prima in questo articolo: Bitcoin soffre gli shock a breve termine ma emerge come un asset resiliente e una valida riserva di valore nel medio-lungo periodo. Dopo la caduta del 6% di martedì scorso, sarà interessante vedere dove Bitcoin si troverà tra sessanta giorni.Insomma, le caratteristiche uniche di Bitcoin, come la decentralizzazione e l’assenza di rischio di controparte, lo rendono un asset alternativo molto apprezzato durante periodi di crisi.

Sebbene, per i motivi che abbiamo affrontato nel primo paragrafo di questo articolo, la sua volatilità sia maggiore ha dimostrato di essere un rifugio sicuro nel medio-lungo termine. Con le crisi geopolitiche che continuano a influenzare i mercati, resta da vedere come Bitcoin si comporterà in questo contesto sempre più instabile. Nei primi 3 giorni dall’evento ha registrato un -6% circa, cosa succederà a sessanta giorni?