Decreto Lavoro: cosa prevede davvero? Tutte le news

Decreto Lavoro: cosa prevede davvero? Tutte le news

Decreto lavoro: cosa prevede davvero per i lavoratori? Tutte le news spiegate in 3 punti 

Cosa prevede il decreto lavoro? Le ultime news sull’argomento hanno portato molti italiani a porsi questa domanda. Dopo che il Consiglio dei Ministri del governo Meloni ha approvato il testo il 1° maggio 2023, è arrivato il momento di chiedersi cosa cambierà per i lavoratori. Scopri le 3 principali novità del decreto lavoro, cosa prevede e tutte le news!

Decreto lavoro: cosa prevede per il reddito di cittadinanza?

Per riassumere cosa prevede il Decreto Lavoro del governo Meloni, abbiamo individuato 3 principali novità. La prima riguarda l’abolizione del Reddito di Cittadinanza a partire dal 2024 e l’arrivo del sostituto Assegno di Inclusione. Quest’ultimo viene definito una misura di “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale” e sarà rivolto alle famiglie con persone disabili, minori o over 60. L’assegno base potrà arrivare a 500 euro al mese, con cifre più alte previste per alcune variabili come la presenza di over 67 o disabili gravi o la necessità di pagare un affitto. Secondo quanto prevede il Decreto Lavoro, l’assegno verrà erogato per 18 mesi con la possibilità di rinnovo di altri 12 (con un mese di pausa). È destinato a chi è residente in Italia da almeno 5 anni e ha un ISEE non superiore ai 9.360 euro. 

Decreto lavoro: le news sul cuneo fiscale e gli aumenti di stipendio

Cosa prevede il Decreto Lavoro sul fronte redditi? Stando alle ultime news, il testo prevede un taglio al cuneo fiscale che porterà a un aumento degli stipendi. Nello specifico saranno stanziati 4 miliardi per alzare lo sgravio delle tasse di 4 punti entro fine dell’anno. Per chi ha un reddito fino a 35.000 euro l’alleggerimento delle tasse passerà dal 3% al 6%, e per i redditi fino ai 25.000 arriverà al 7%. 

In altre parole per i lavoratori dipendenti con redditi non superiori ai 35.000 euro ci sarà un aumento in busta paga di circa 100 euro per sei mesi, da luglio a dicembre 2023.

Decreto lavoro: cosa prevede per il welfare

Per rispondere alla domanda “cosa prevede il Decreto Lavoro”, bisogna riprendere il concetto di fringe benefit ovvero i bonus aziendali non tassati. La terza principale novità del testo approvato dal Consiglio dei Ministri riguarda l’ampliamento del welfare per i lavoratori dipendenti con figli minori, nello specifico la soglia dei fringe benefit aumenterà a 3.000 euro. Tra questi anche i rimborsi per i pagamenti delle utenze domestiche. Il testo prevede anche un fondo da 60 milioni per sostenere le famiglie potenziando centri estivi e servizi educativi nel territorio per i minori. 

Decreto lavoro, altri provvedimenti

Per concludere questa panoramica su cosa prevede il decreto lavoro e sulle news a tema, vediamo altri decisivi provvedimenti citati nel testo. Fa il suo ingresso lo Strumento di Attivazione al Lavoro che consente ai componenti dei nuclei familiari tra i 18 e i 59 anni con un valore ISEE inferiore ai 6.000 euro, di partecipare a corsi di formazione e qualificazione professionale. 

Inoltre per i datori di lavoro che assumono i beneficiari dell’Assegno di Inclusione è previsto un esonero contributivo del 100% annuo (fino a 8.000 euro), per quelli che assumono i Neet ovvero i giovani con meno di 30 che non studiano né lavorano, invece lo “sconto” sulle tasse sarà del 60%. 

Il Decreto Lavoro alza la soglia dei voucher delle prestazioni di lavoro occasionale da 10.000 a 15.000 euro per chi opera nei settori di congressi, fiere, eventi, stabilimenti termali e parchi divertimento. 


Le ultime news sul Decreto Lavoro e cosa prevede hanno suscitato pareri contrastanti. Il governo presenta il testo come un traguardo importantissimo, Giorgia Meloni stessa ha dichiarato che si tratta del più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni: “nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro”.

L’opposizione d’altro canto non condivide cosa prevede il nuovo Decreto Lavoro, né l’idea che sia un taglio delle tasse davvero decisivo. Viene criticato l’addio al Reddito di Cittadinanza, così come le poche tutele per le famiglie con molti figli e con condizioni difficili.

Smartphone Solana: tutto sul mobile per crypto e blockchain

Smartphone Solana: com’è Saga, il cellulare Android crypto

La blockchain nel palmo della mano? L’8 maggio arriverà  lo smartphone Android di Solana integrato con le crypto

Lo smartphone di Solana è in arrivo e con esso si potrà avere la blockchain e le crypto sempre a portata di mano. In collaborazione con OSOM, Solana è infatti pronta a rilasciare, l’8 maggio, il suo telefono Android con caratteristiche tecniche all’ultimo grido e completamente integrato con il mondo crypto. Il cellulare, chiamato Solana Saga, è stato progettato per rendere l’accesso al Web3 semplice e immediato. Scopri allora cos’è come funziona lo smartphone di Solana, il cellulare Android ideato per gli appassionati di crypto, NFT e Web3!

Sapevi che Solana è una delle blockchain più veloci con 4 transazioni al secondo? Tieni d’occhio il suo valore sull’exchange Young Platform.

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Smartphone Solana: cos’è e come funziona Saga

In collaborazione con Osom, Solana ha annunciato Saga, uno smartphone Android integrato con la blockchain e compatibile con tutte le applicazioni decentralizzate. L’azienda produttrice, Osom, è una startup creata da alcuni dipendenti della scomparsa Essential, che ha progettato cellulari  dedicati alla privacy e alla sicurezza. 

Le caratteristiche tecniche dello smartphone Solana Saga sono di tutto rispetto e non hanno nulla da invidiare agli altri top di gamma. Lo schermo OLED da 6,67 pollici ha un refresh rate di 120Hz, assicurando quindi l’assenza di sfocature anche nei video più concitati. Dispone inoltre di 512 GB di memoria e di 12 GB di RAM per far funzionare anche le dapp più pesanti. Fiore all’occhiello sono la fotocamera principale da 50 MP e l’eccellente processore Snapdragon 8 Plus Gen1, ultimo arrivato sul mercato e che garantisce la privacy dell’utente. Infatti, grazie alle funzionalità di questo processore, lo smartphone di Solana è in grado di tenere al sicuro chiavi private e seed phrases ma allo stesso tempo di farle interagire con le applicazioni decentralizzate qualora ce ne sia bisogno. 

Il primo dapp store della storia

Ogni esemplare di Solana Saga che verrà rilasciato l’8 maggio 2023, possederà al suo interno, il primo dapp store per smartphone della storia. A differenza dell’App Store di Apple e del Play Store di Google, quello di Solana non applicherà commissioni. Sarà completamente gratuito e costruito su Arweave, un protocollo di archiviazione decentralizzato. Solana ha pensato anche agli sviluppatori creando Solana Mobile Stuck, il toolkit per realizzare dapp compatibili con Android e messe in vendita direttamente nello store di Saga. “Il mondo ha bisogno di compagnie hardware che si concentrino sul supporto del Web3” ha riferito Jason Keats, CEO e fondatore di Osom. “Costruire l’ecosistema del futuro senza essere legati al passato è davvero entusiasmante”.  

Una delle dapp su cui Solana è già al lavoro propone una chat open source e decentralizzata in stile Whatsapp. Questo progetto nasce dalla collaborazione con Dialect, un protocollo per la messaggistica Web3.

Segui le novità su Solana e l’impatto sul prezzo.

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Perché comprare uno smartphone crypto? Rispondono i fondatori di Solana

Lo smartphone di Solana è davvero necessario? Secondo i fondatori di Solana, decisamente sì! E sperano di essere pionieri mettendo le basi di una rivoluzione che è ormai imminente. “Quasi 7 miliardi di persone utilizzano smartphone nel mondo e più di 100 milioni di queste persone possiedono asset digitali, e questi numeri continueranno a crescere” ha detto con fiducia Anatoly Yakovenko, uno dei fondatori di Solana. “Saga vuole creare uno standard per tutti i dispositivi hardware che si interfacciano col Web3”. Le parole di Yakovenko sono chiare: la domanda da farsi non è se uno smartphone integrato con la blockchain sia utile, ma quando tutti arriveremo ad averne uno in tasca!

“Abbiamo scelto il nome Saga perché crediamo che la storia delle crypto sia ancora agli albori” ha affermato Raj Gokal, co-fondatore di Solana. “Questo smartphone è un passo avanti nella storia, e crediamo che sia fondamentale per migliorare la comprensione e l’adozione di questa nuova tecnologia” ha continuato. Grazie a Saga, capire e usare la blockchain sarà facile e intuitivo, come scaricare un’applicazione dal Play Store o fare un pagamento con l’NFC del proprio smartphone. 

Privacy e innovazione tecnologica: Solana Saga è uno smartphone Android proiettato nel futuro e integrato con Web3 e crypto, e che potrebbe essere il primo di una lunga serie di cellulari di ultima generazione. Immagina di trasferire criptovalute, pagare la pizza e fare acquisti online tutto dalla stessa interfaccia e in maniera completamente decentralizzata. Il futuro della blockchain passa attraverso gli smartphone? Lo scopriremo a Marzo 2023, quando lo smartphone di Solana verrà finalmente distribuito!

Il lancio di Solana Saga

Per più di un anno è stato possibile pre-ordinare lo smartphone di Solana e alla fine della prossima settimana sarà finalmente disponibile al pubblico.  Il device ha un prezzo di circa 1.000$, chi l’ha ordinato in anticipo otterrà benefici aggiuntivi tra cui degli NFT in edizione limitata, del merchandising e altri vantaggi ad oggi ancora segreti. 

Siamo curiosi di vedere dal vivo lo smartphone di Solana, il primo cellulare Android creato appositamente per il mondo crypto. Sarà innovativo come la tecnologia su cui si basa?

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Conferenza stampa BCE in diretta: come e dove vedere l’evento? 

Diretta BCE: dove vedere la conferenza stampa in streaming

Dove vedere la conferenza stampa della BCE in diretta? Tutte le info utili sullo streaming 

Dove vedere la diretta BCE? Ogni riunione della Banca Centrale è seguita dalla conferenza stampa tenuta dalla presidente Christine Lagarde. È possibile seguire l’evento in streaming per scoprire le decisioni di politica monetaria dell’istituto e le questioni sollevate dei giornalisti. Ogni diretta BCE è sempre seguitissima da tutti coloro che non vogliono perdersi neanche una parola della conferenza stampa. Ecco dunque come vedere l’evento, tra i più seguiti di politica monetaria. 

Al seguente link tutte le decisioni prese nella riunione di settembre.

Diretta BCE: dove vedere la conferenza stampa in streaming 

Il primo sito dove vedere la diretta BCE in streaming è Youtube, nello specifico sul canale ufficiale della Banca Centrale Europea: “European Central Bank”. 

La diretta BCE ha inizio alle 14:45, puoi impostare la campanella di notifica per ricevere l’avviso quando inizia. L’evento si svolge in inglese

Ma cosa succede durante questa conferenza stampa? La presidente della Banca Centrale Europea, accompagnata solitamente da un altro funzionario dell’istituto, presenta il resoconto della riunione svolta il giorno stesso e le decisioni prese dai membri. Tra queste ci sono le politiche sui tassi di interesse, sul quantitative easing e sul quantitative tightening, le previsioni sulla crescita, l’inflazione, la disoccupazione dell’Eurozona

Dopo la presentazione, Lagarde risponde ai giornalisti delle più importanti testate internazionali. 

A questo link il calendario completo delle prossime riunioni BCE. 

Diretta BCE, altri link e canali per lo streaming 

Oltre a Youtube, dove vedere la diretta BCE? Si può seguire la conferenza stampa anche sul sito internet ufficiale della Banca Centrale, nella sezione del menù “Media”. 

Qui puoi trovare il video streaming ma anche il comunicato ufficiale e il riassunto delle decisioni in forma scritta. Così come le proiezioni macroeconomiche e delle infografiche esemplificative. 

Sul sito ufficiale si può ascoltare la diretta BCE anche in versione podcast, disponibile anche sulla piattaforma “Soundcloud” o su “pod.link”.

Inoltre il profilo Twitter @ecb pubblica in tempo reale i punti salienti della conferenza. 

Ora che sai dove vedere la diretta BCE della conferenza stampa in streaming, segnati sul calendario questo importantissimo evento per il futuro dell’economia dell’Eurozona. 

Come calcolo l’inflazione con l’indice dei prezzi al consumo? Spiegazione teorica ed esempio pratico

Calcolo inflazione: ecco come fare

Come calcolare l’inflazione? Scopri le formule per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo (CPI), il suo principale indicatore 

Come avviene il calcolo dell’inflazione? Una domanda lecita alla luce del  recente aumento dei prezzi che sta erodendo il potere d’acquisto dei cittadini e delle imprese. Il tasso è una stima dell’inflazione di un paese che deriva da alcuni indicatori, il cui principale è il Consumer Price Index (CPI). Scopri dunque, tramite una spiegazione teorica e un esempio pratico, come avviene il calcolo dell’inflazione a partire dall’indice dei prezzi al consumo.

Calcolo inflazione: cos’è l’indice dei prezzi al consumo (CPI)?

Prima di comprendere tecnicamente come avviene il calcolo dell’inflazione occorre fare qualche precisazione teorica sul CPI. L’indice dei prezzi al consumo misura la variazione dei prezzi di un paniere (insieme) di beni e servizi (come generi alimentari o le spese per l’energia elettrica), che rappresentano le abitudini di consumo della popolazione in un dato territorio geografico. È l’indicatore più utilizzato per il calcolo dell’inflazione perché monitora l’andamento dei prezzi nel tempo.

Il CPI rappresenta una buona approssimazione della complessiva variazione dei costi nell’economia di uno Stato. Quando ascoltando il telegiornale senti che l’inflazione è al 5%, quello è il dato dell’indice dei prezzi al consumo.  

L’indice dei prezzi al consumo, definito Consumer Price Index (CPI) in ambito internazionale, ha diverse sfumature. Il CPI in Italia si chiama “Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC)”, ma esistono anche “l’Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI)” e “Indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP)”. Quest’ultimo viene utilizzato anche dalla Banca Centrale Europea dato che mette a confronto i dati sui prezzi di tutti i paesi dell’Eurozona. 

In questo articolo, per spiegare il calcolo dell’inflazione, useremo il termine CPI in maniera generica per riferirci a tutti gli indici dei prezzi al consumo. La differenza tra questi indicatori è determinata solo dal diverso paniere di beni e servizi a cui fanno riferimento.

Il CPI secondo l’ISTAT

Per effettuare correttamente il calcolo dell’inflazione è fondamentale scegliere un paniere di riferimento, il quale deve essere rappresentativo della spesa media delle famiglie. Questo insieme deve quindi includere beni e servizi che vengono acquistati regolarmente (generi alimentari, abbigliamento, biglietti per i mezzi di trasporto, energia elettrica …). La selezione di beni e servizi da inserire nel paniere spetta alle agenzie di statistica, in Italia se ne occupa l’ISTAT.

Il CPI viene calcolato attraverso un processo di ponderazione. In altri termini viene assegnato un “peso” relativo a ciascun bene o servizio all’interno del paniere, in base a quanto influenza in media la spesa totale delle famiglie. Se in media, le famiglie italiane spendono il 20%  in generi alimentari, allora questa voce varrà circa il 20% dell’indice dei prezzi al consumo. L’assegnazione dei “pesi” viene effettuata sulla base di indagini a campione, sui dati di spesa delle famiglie e tramite dei sondaggi.

Calcolo inflazione dal CPI: ecco come fare

Insomma l’indice dei prezzi al consumo è il dato che mostra l’andamento dell’inflazione facendo la media ponderata dei prezzi dei beni e servizi di un singolo paniere. Per effettuare il calcolo si seguono i seguenti passaggi:

  1. Si sceglie il paniere rappresentativo;
  2. Si stabilisce il peso dei vari beni e servizi presenti all’interno del paniere;
  3. Si rilevano i prezzi di ogni bene e servizio del paniere;
  4. Si moltiplicano i prezzi per i pesi relativi dei beni e dei servizi e si sommano i risultati ottenuti;
  5. Si divide il risultato per il valore dello stesso paniere dell’anno o del periodo di tempo precedente.

L’indice dei prezzi al consumo viene calcolato a intervalli regolari, ad esempio mensilmente o trimestralmente, per monitorare l’andamento dei prezzi nel tempo e rilevare l’eventuale presenza di inflazione o deflazione. Il CPI viene inoltre utilizzato come parametro di riferimento per adeguare le pensioni, gli stipendi e gli affitti.

Un esempio pratico di calcolo del CPI

Per comprendere a pieno la formula del CPI per il calcolo dell’inflazione possiamo utilizzare un esempio pratico. Vediamo come determinare l’indice dei prezzi al consumo di un paniere, inventato da noi, composto da soltanto tra beni: pane, latte e uova. 

Supponiamo che il prezzo medio del pane nel 2022 fosse di 2,00€ al kg, mentre nel 2023 è di 2,10€. Quello del latte è invece passato da 1,50€ a 1,60€ e quello delle uova da 3,00€ a 3,50€. Il peso rispettivo di questi beni all’interno del paniere è: 40%, 30% e 30%.

Innanzitutto dobbiamo calcolare il valore dell’intero paniere per i due anni moltiplicando il prezzo dei beni per il peso che hanno nel paniere e sommandoli:  

Valore del paniere 2022 = (2,00 € x 40%) + (1,50 € x 30%) + (3,00 € x 30%) = 2,10 €

Valore del paniere 2023 = (2,10 € x 40%) + (1,60 € x 30%) + (3,50 € x 30%) = 2,46 €

Poi dobbiamo calcolare il rapporto tra il valore del paniere nel 2023 e il 2022:

Rapporto dei valori del paniere = Valore del paniere 2023  / Valore del paniere 2022 = 2,46 € / 2,10 € = 1,17

E infine moltiplichiamo questo valore per 100 in modo da ottenere il CPI:

CPI = 1,17 x 100 = 117

Quindi, l’indice dei prezzi al consumo per il 2023 di questo paniere inventato è 117, per ricavare il tasso di inflazione espresso in percentuale basta dividere il risultato per dieci. In questo modo si avrà una stima dell’inflazione nel 2023 per il nostro paniere di beni e servizi. Ovviamente il paniere di uno stato è molto più ampio, per esempio quello dell’indice nazionale per l’intera collettività (NIC) contiene più di 100 beni e servizi diversi.


Insomma, per rispondere alla domanda “come calcolo l’inflazione” abbiamo compreso cosa sono gli indici dei prezzi al consumo, ma anche quali sono i principali e come si determinano. Inoltre abbiamo anche scoperto com’è composto un paniere di beni e servizi e come si calcola il “peso” di questi ultimi in un determinato territorio geografico.

Zero Knowledge: cos’è? Le principali tecnologie per migliorare Ethereum

Zero Knowledge: cos’è? Tutto sulla tecnologia che migliorerà Ethereum

Tutto sulla tecnologia Zero Knowledge: cos’è, come è usata nel mondo crypto e i principali progetti che la stanno utilizzando

Cos’è la Zero Knowledge (ZK)? Grazie alle sue potenzialità, negli ultimi mesi questa tecnologia è diventata l’ultima tendenza nel campo tech della blockchain. Viene impiegata per costruire l’infrastruttura delle criptovalute e di internet decentralizzato (Web3). Ma nel concreto cosa si intende per Zero Knowledge e cos’è davvero? Quali sono i principali progetti che hanno deciso di utilizzarla? 

Zero Knowledge: cos’è?  

Il termine “Zero Knowledge” indica innanzitutto un tipo di crittografia che si basa sulle “dimostrazioni a conoscenza zero” con cui due parti possono mettersi d’accordo sulla veridicità di un’affermazione senza rivelare informazioni sull’affermazione stessa. 

La Zero Knowledge è una tipologia di crittografia molto complessa, vediamo come funziona con un esempio:

Immagina di voler scoprire se una tua amica ha letto o meno un libro che vuoi regalarle per il compleanno. Per non rovinare la sorpresa non puoi porle delle domande troppo specifiche, ma puoi escogitare degli interrogativi o osservazioni collaterali che possono indicare se ha letto il libro senza rivelare dettagli fondamentali. 

Se vuoi regalare alla tua amica Orgoglio e Pregiudizio puoi annunciare “chiamerò il mio gatto Mr. Darcy”. Se risponde “ah sì, come il personaggio del libro…” significa che lo ha letto…

Ovviamente più domande vengono poste più si ha la certezza su una certa questione. 

Quindi per spiegare in maniera sintetica cos’è la Zero Knowledge nel mondo delle criptovalute, si può dire che è l’applicazione di questa crittografia ai meccanismi della blockchain. Con cui si raggiunge l’accordo sulla validità delle transazioni senza esplicitare tutti i dati ogni volta. La crittografia Zero Knowledge non solo viene utilizzata per garantire sicurezza e privacy ma anche perché velocizza e rende più leggera l’elaborazione delle transazioni, spesso appesantita dalla mole di dati che devono essere registrati. 

Zero Knowledge: perché questa tecnologia migliorerà le crypto

Come già anticipato spiegando cos’è la Zero Knowledge, questa crittografia e le tecnologie associate hanno tutte le carte in regola per potenziare la blockchain, nello specifico l’ecosistema di Ethereum. Al momento gli sviluppatori l’hanno usata per costruire Layer 2 ovvero dei protocolli che migliorano le performance dei network principali. 

Queste soluzioni si scalabilità, la cui tipologia più diffusa si chiama “rollup”, sono pensate per ridurre al minimo il numero di informazioni che vengono trasferite on chain. In sintesi, gli zk-rollup aggregano più transazioni in dei “pacchetti” off chain e poi registrano sulla blockchain (on chain) solo un’unica prova della loro validità.

La tecnologia Zero Knowledge promette quindi di rendere la blockchain più veloce, adatta a elaborare molte transazioni contemporaneamente e rispettosa della privacy. I network Layer 1 infatti possono rallentare e perdere le loro funzionalità man mano che si ingrandiscono

Tra gli entusiasti della ZK c’è anche Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, che si augura che questa tecnologia venga implementata direttamente nel Layer 1. 

Zero Knowledge: quali sono le principali tecnologie per scalare Ethereum?

Ora che sai cos’è la tecnologia Zero Knowledge e come può perfezionare la blockchain, ecco i principali progetti che la stanno usando per scalare Ethereum

  1. Polygon zkEVM

Le zkEVM sono dei zk-rollup completamente compatibili con l’Ethereum Virtual Machine, Polygon ha lanciato la sua a marzo 2023 facendo inaugurare la prima transazione proprio a Buterin. In quanto compatibili con l’EVM, questi rollup che possono essere utilizzati per scalare qualsiasi dapp su Ethereum. Secondo il suo team, Polygon zkEVM ridurrà le commissioni del 90%. 

  1. ZkSync Era

ZkSync Era è un Layer 2 progettato da Matter Labs e lanciato ad aprile 2023. Anche in questo caso è un zk-rollup compatibile con l’EVM e gli smart contract. Questa soluzione di scalabilità sarà adottata da Uniswap, MakerDAO e Curve. Si stima che il Layer 2 abbia processato finora 244 milioni di dollari. 

  1. Consensys zkEVM

Un’altra zkEVM progettata questa volta dall’azienda di Metamask

  1. Scroll

Forse il nome meno noto della lista, Scroll sta lavorando da due anni alla propria zkEVM. Lo scorso febbraio è stata lanciata la testnet su Goerli (Ethereum), la mainnet invece è in arrivo. 

  1. StarkNet

StarkNet, dell’azienda israeliana Starkware, è uno dei progetti che per primi hanno cominciato a programmare zero knowledge rollup per Ethereum, sfruttando le prove crittografiche zk-STARK. StarkNet è una blockchain Layer 2 che però non supporta l’EVM, la sua versione Alpha è operativa da novembre 2021. 

Per rispondere alla domanda “cos’è la tecnologia Zero Knowledge”, abbiamo ripercorso a grandi linee la crittografia da cui deriva, le applicazioni alla blockchain e i principali progetti che la sfruttano. Come per tutte le novità tecnologiche, anche per gli zk-rollup il futuro è fatto di perfezionamento e progressi. Quello che è certo è che nel mondo crypto la sfida per scalare Ethereum viene presa molto sul serio.

Che cos’è la trappola della liquidità. Perché è un problema per l’economia e come si scongiura

Trappola della liquidità: che cos’è e come uscirne

Scopri che cos’è la trappola della liquidità e come può essere superata durante le crisi economiche 

Sai cosa si intende per trappola della liquidità o liquidity trap? Questa espressione è stata coniata dal celebre economista John Maynard Keynes per descrivere una situazione economica stagnante che si verifica quando consumatori, banche e imprese smettono di investire risparmiando tutta la liquidità che possiedono. Scopri nel dettaglio che cos’è la trappola della liquidità da cosa è causata e le misure che i governi attuano per combatterla.

Trappola della liquidità: cos’è?

La trappola della liquidità è un fenomeno economico che si verifica quando calano e si interrompono gli investimenti. È spesso una conseguenza di una crisi economica e avviene quando le persone e le imprese preferiscono trattenere la liquidità invece che investire in attività produttive. Il comportamento che porta alla trappola della liquidità viene descritto dagli economisti con i termini “risparmio ozioso” o “risparmio sterile”. 

Perché questo rappresenta un problema? Se si protrae per lunghi periodi può generare una stagnazione che se combinata a un alto tasso di inflazione genera la condizione economica peggiore in assoluto: la stagflazione. Ovvero uno scenario caratterizzato da un’inflazione recessiva che limita drasticamente la crescita, fa salire il prezzo di beni e dei servizi e la disoccupazione.

La trappola della liquidità è molto difficile da combattere, in particolare se si verifica quando i tassi di interesse sono già molto bassi, vicino allo zero, e quindi già favorevoli per gli investitori. In queste situazioni alcuni meccanismi tradizionali che le istituzioni monetarie utilizzano per stimolare le persone a comprare e investire non sono più efficaci. Ad esempio la BCE (Banca Centrale Europea) o la Federal Reserve non possono ulteriormente abbassare i tassi di interesse e sono quindi costrette a ricorrere ad altre contromisure come acquistare titoli di stato o stampare denaro.

Quando e perché si verificano le trappole della liquidità?

Per comprendere appieno cos’è la trappola della liquidità è necessario individuare le cause che la generano. Innanzitutto è necessario precisare che non è un evento comune ma anzi si verifica molto raramente. La prima causa individuata dagli economisti ha a che fare con la deflazione, un fenomeno che comporta il crollo dei prezzi dei beni e dei servizi. A causa della deflazione le persone potrebbero scegliere di non spendere il proprio denaro perché convinte che i prezzi saranno più bassi in futuro. Perché acquistare oggi un oggetto che tra due mesi costerà meno? 

Inoltre se questo fenomeno non viene tenuto sotto controllo si può innescare un circolo vizioso che porta ad un calo della produzione e dei salari. Le imprese, disincentivate dal crollo del prezzo dei beni e servizi, produrranno di meno e di conseguenza saranno costrette ad abbassare i salari. Questo potrebbe condizionare i consumatori che preferiranno risparmiare la loro liquidità alimentando così la trappola.  

La trappola della liquidità può essere anche causata dalla riluttanza a concedere prestiti delle banche. Se il settore degli istituti di credito attraversa un periodo di crisi, le banche potrebbero diventare restie nel concedere prestiti. Questo è accaduto dopo la crisi finanziaria del 2008.

Ci sono anche altri possibili motivi che le scatenano come l’eccessiva propensione al risparmio dei cittadini e la relativa avversione all’investimento. 

Come uscire dalla trappola della liquidità?

Ora che sai che cos’è la trappola della liquidità, è arrivato il momento di scoprire come contrastarla. Uscirne è una delle sfide più dure per le istituzioni finanziarie come la Banca Centrale Europea o la Federal Reserve. Tuttavia ci sono diverse strategie che vengono attuate dai governi e dalle Banche Centrali per contrastarla, stimolare la crescita e favorire gli investimenti:

  1. Politiche fiscali espansive: aumentare la spesa pubblica e ridurre le tasse per incentivare la domanda e stimolare la crescita economica.
  1. Politiche di quantitative easing: come già anticipato quando i tassi di interesse sono già a livelli molto bassi, le banche centrali possono adottare altri tipi di politiche monetarie espansive (di quantitative easing) che prevedono l’acquisto di titoli di stato. Questo può aumentare la liquidità disponibile sui mercati finanziari e stimolare gli investimenti.
  1. Investimenti pubblici: i governi possono anche investire in progetti pubblici a lungo termine (infrastrutture, ricerca e sviluppo…) per creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica. Questi investimenti possono essere finanziati attraverso l’emissione di obbligazioni che offrono rendimenti più alti rispetto a quelli garantiti dai tassi di interesse.
  1. Cooperazione internazionale: può aiutare ad uscire dalla trappola della liquidità, poiché una crescita economica globale può contribuire ad aumentare la domanda di beni e servizi e stimolare gli investimenti. Inoltre, le nazioni possono lavorare insieme per coordinare le politiche monetarie e fiscali per garantire una maggiore stabilità finanziaria a livello mondiale.

Sapere che cos’è la trappola della liquidità è importante per comprendere il funzionamento della nostra economia. Questo fenomeno è infatti tanto raro quanto pericoloso, soprattutto se si verifica in periodi in cui i tassi di interesse sono molto bassi.

10 espressioni del trading che non puoi non conoscere

Espressioni di trading da conoscere: ecco quali sono

Short squeeze, breakout, dead cat bounce… Scopri 10 espressioni utilizzate nel trading per descrivere situazioni, strumenti e tecniche di investimento 

Qual è la prima regola per essere un trader? Parlare in modo incomprensibile. Stiamo scherzando, ma se ti sei mai affacciat* al mondo del trading avrai scoperto che ha un lessico tutto suo. Termini come short squeeze o pump and dump possono essere difficili da comprendere se si è alle prime armi, ma non sono così complessi come sembrano. Scopri quali sono le espressioni più utilizzate nel trading e qual è il loro significato.

1. Short squeeze

Fra tutte le espressioni del trading da conoscere, short squeeze è quella utilizzata per descrivere un rapido aumento del prezzo di un asset generato dalla chiusura di un gran numero di posizioni short. Questo fenomeno si verifica quando il prezzo di un asset sale e i trader che lo stavano shortando (vendendo “allo scoperto”, ovvero senza possederlo) sono costretti a chiudere le loro posizioni. 

Chiudere una posizione short però equivale a effettuare un acquisto. Di conseguenza la chiusura di tante operazioni di short selling genera un circolo virtuoso di acquisti che spinge ancora di più il prezzo verso l’alto. Questo fenomeno può portare a un significativo rialzo del prezzo dell’asset, “squeeze”perché “spreme” finanziariamente i trader che hanno shortato l’azione o la crypto in questione.

2. Pump and dump

I pump and dump sono a tutti gli effetti delle truffe. Queste frodi vengono “organizzate” da investitori o trader che si mettono d’accordo per “pompare” (far salire) artificialmente il prezzo di un’azione o una criptovaluta. Così facendo attirano l’attenzione sull’asset, che spesso viene acquistato da altri trader ignari della manipolazione di mercato in corso. Quando i truffatori hanno generato un profitto che li soddisfa vendono contemporaneamente gli asset causando un forte crollo del prezzo. L’espressione “pump and dump” è composta da due termini che presi singolarmente indicano un forte aumento (pump) e un altrettanto violento crollo del prezzo (dump). 

3. Dead cat bounce

Fra le espressioni di trading da conoscere anche c’è anche dead cat bounce o “rimbalzo del gatto morto”,utilizzata per descrivere un debole rimbalzo del prezzo di un’azione o di una criptovaluta prima che essa torni nuovamente a muoversi a ribasso. 

È possibile che i trader che hanno venduto un asset durante un crollo significativo del prezzo decidano di acquistarlo nuovamente fuorviati da un parziale recupero. Questa ripresa però potrebbe dimostrarsi un dead cat bounce, ovvero un rimbalzo solo temporaneo che non rappresenta una vera e propria inversione di tendenza.

4. Stop Loss

Lo stop loss è un ordine di mercato che gli investitori utilizzano per proteggere il loro capitale. Con questa espressione di trading si intende un limite di prezzo imposto dal trader stesso. Il suo funzionamento è molto semplice: quando il valore dell’asset tocca il livello prestabilito la posizione si chiude. L’obiettivo di questo strumento, importantissimo per i trader, è quello di limitare le perdite, come protezione nel caso in cui dovessero verificarsi movimenti di prezzo imprevisti.

5. Breakout

Anche il breakout (letteralmente “scoppio, rottura”) rientra tra le espressioni del trading da conoscere assolutamente. Esso si verifica quando il prezzo di un asset rompe una specifica area di resistenza o supporto ed esce da un range (un’ area) di prezzo che lo aveva ospitato per un certo periodo di tempo.

6. Tanking

Questa espressione del trading si riferisce ad un’azione o una crypto che sta perdendo valore molto velocemente. È un sinonimo di crunching e di crashing, termini utilizzati dai trader per descrivere il movimento a ribasso di un asset che sembra impossibile da arginare.

7. Trendline

Nella lista delle espressioni di trading da annotare poi, come non citare le trendline, linee tracciate sul grafico di un asset per evidenziare la direzione dell’andamento. Una trendline può essere utile per segnalare un livello di prezzo che funge da supporto o da resistenza o semplicemente per descrivere in modo più preciso il movimento sul grafico di una crypto o un’azione. 

8. Leva finanziaria (leverage)

La leva finanziaria è un meccanismo che permette ai trader di operare con importi superiori a quelli che realmente possiedono. Ad esempio, grazie ad una leva finanziaria 10x un trader può acquistare 10.000$ di un asset depositando soltanto 1.000$. I restanti 9.000$ gli verranno prestati dal broker o dall’exchange.

9. Scalping

Lo scalping è una tecnica di trading che prevede l’apertura e la chiusura di numerose posizioni nel corso di una sola giornata o addirittura di poche ore, al fine di trarre profitto da piccoli movimenti di prezzo. Solitamente per guadagnare dai micro movimenti di prezzo delle azioni o delle criptovalute i trader si servono anche della leva finanziaria. 

In questo modo aumentano il potenziale profitto di ogni singola operazione utilizzando il capitale degli exchange o dei broker. Per fare scalping e utilizzare la leva finanziaria è necessario essere dei trader di esperienza, poiché sono tecniche che comportano un rischio elevato di perdere il proprio capitale.

10. Market sentiment

Ultima, ma non per importanza tra le espressioni di trading da conoscere,  market sentiment, ossia l’opinione sulle condizioni del mercato dei trader o degli investitori. Esso può essere influenzato da una serie di fattori, tra cui, il prezzo degli asset, le novità sulla regolamentazione o i dati macroeconomici. 

Uno degli indicatori più famosi che misura il sentiment di mercato del mondo crypto è il fear and greed index. Questa metrica interpreta il livello di “avidità” e paura del mercato basandosi sui volumi di scambio, sulle posizioni di trading aperte sugli exchange e sui dati di social media e motori di ricerca.

Ora che sai quali sono le espressioni di trading più utilizzate ed hai acquisito il lessico base di un trader puoi continuare ad approfondire questa materia. C’è ancora tantissimo da scoprire!

5 concetti base di finanza che dovresti conoscere

5 concetti base di finanza che dovresti conoscere

Scopri 5 concetti base di finanza per gestire al meglio i tuoi risparmi 

Quando senti la parola “finanza” il tuo cervello visualizza subito “non ci capirò mai niente”? In effetti è uno degli argomenti che intimidiscono di più le persone, forse perché è ricco di concetti o perché associato a grandi quantità di denaro e di rischi, o ancora perché è considerato un mondo elitario per pochi esperti. La finanza non è altro che la gestione dei fondi e ha un impatto anche sulla tua vita quotidiana, per gestire il proprio denaro con consapevolezza è importante conoscere i fondamenti. Ecco 5 concetti di base di finanza da conoscere. 

1. Time value of money

Il primo di questi concetti di finanza base, che letteralmente significa “valore temporale del denaro”, spiega che una somma di denaro vale di più nel presente rispetto al futuro. In altre parole, il valore del denaro diminuisce con il passare del tempo a causa dell’inflazione che riduce il potere d’acquisto.  

Questo significa che se tieni 1.000€ per cinque anni “fermi” sotto al materasso, il loro valore calerà drasticamente nel tempo. E allo stesso tempo perderai i possibili guadagni che i tuoi 1.000€ avrebbero fruttato una volta investiti. 

Il concetto del time value of money infatti mostra che se il denaro perde progressivamente valore, l’unico modo per farlo crescere è investendo e che aspettare a farlo significa perdere un’occasione.  

Questo principio viene preso in considerazione prima di intraprendere qualsiasi strategia finanziaria. I gestori dei fondi pensione, ad esempio, considerano il time value of money per garantire per i loro clienti fondi adeguati al momento del pensionamento.

Il time value of money può essere calcolato con una formula che tiene conto di diverse variabili: il valore attuale di una cifra di denaro, l’intervallo di tempo, i tassi di interesse e di inflazione.

Rispetto alla valuta fiat, ci sono asset meno soggetti al principio del time value of money. Tra questi i beni rifugio come oro e materie prime perché nel tempo la loro scarsità ne accresce il valore, e per alcuni in questa categoria rientra anche Bitcoin (leggi la ricerca). 

2. Diversificazione

Per spiegare il secondo fra i concetti base di finanza, quello della diversificazione, si usa spesso l’immagine del paniere: la regola è “non mettere mai tutte le tue uova in un unico paniere, se cade si romperanno tutte”. L’idea è quella di non comprare un unico asset con i propri risparmi per evitare di perdere tutto se qualcosa dovesse andare storto. La diversificazione serve per minimizzare i rischi e consiste nel distribuire i propri investimenti in più attività. 

La diversificazione viene usata anche dagli utenti crypto per creare un wallet di criptovalute bilanciato.

3. Rischio/rendimento

Un altro fra i concetti base della finanza è quello della relazione tra “rischio/rendimento”. Questo rapporto è direttamente proporzionale, ovvero più alto è il rischio, più alto è anche il rendimento e viceversa. Nel mondo della finanza si sente dire che “non esistono pasti gratis”, questa espressione è nata dall’economista Milton Friedman. Non si può partecipare a un banchetto senza pagare, ovvero per avere dei profitti elevati bisogna essere disposti a rischiare.  

4. Interessi 

Gli interessi sono una componente fondamentale della finanza e rappresentano il costo del denaro preso in prestito o il guadagno derivante da un deposito. In un prestito, gli interessi rappresentano la somma di denaro che il prestatore addebita a chi lo richiede per avergli prestato il denaro. Essi sono solitamente espressi come una percentuale e sono pagati insieme alla restituzione del capitale (ovvero la somma di denaro prestata) a scadenze prestabilite, ad esempio mensilmente o annualmente.

In un investimento invece, gli interessi costituiscono il guadagno ottenuto in un intervallo di tempo. Ad esempio, se depositi denaro in un conto bancario che offre un tasso di interesse del 2% annuo, ogni anno guadagnerai il 2% sul denaro depositato.

Quando si sta valutando se chiedere un mutuo, considerare gli interessi è fondamentale. Questi possono essere influenzati dalle politiche monetarie della Banca Centrale Europea che decide le percentuali dei tassi di interesse, che ricadono poi sulle banche commerciali. 

5. Put your money at work 

Il motto “put your money at work” significa letteralmente “mettere il proprio denaro a lavorare”. Fra tutti i concetti base della finanza, questo  si riferisce all’idea di intraprendere una strategia in modo da far crescere i propri risparmi, ottenendo così un ritorno. 

In questo modo, il denaro “lavora” per te, producendo risultati. Ovviamente ogni investimento ha la sua componente di rischio, l’idea alla base di “put your money at work” è quella di cercare di ottenere un ritorno maggiore rispetto a quello che si potrebbe ottenere semplicemente tenendo il denaro in un conto corrente o sotto il materasso.

In sintesi, “put your money at work” è un invito a considerare l’investimento come un modo per far crescere il proprio denaro e raggiungere i propri obiettivi finanziari a lungo termine. 

Ecco, dunque, 5 concetti base di finanza che vale la pena conoscere. Non così incomprensibili come pensavi vero?

Business angel: chi sono e qual è il loro ruolo

Business angels: cosa sono? Definizione e significato del termine

Hai mai sentito parlare dei business angels? Imprenditori “informali” che sostengono le startup e le aiutano ad espandersi

Sai cosa sono i business angels? Imprenditori che affiancano le startup e le aziende emergenti, e le sostengono sia finanziariamente che strategicamente. Se sei interessato al mondo delle startup e dell’imprenditoria è probabile che tu li conosca; ma nel caso non li avessi mai sentiti nominare non ti preoccupare. Ecco che cosa sono i business angels, come guadagnano e perché sono molto importanti per le giovani imprese.

Chi sono i business angels?

La traduzione italiana di business angels è investitori privati o “informali”. Essi sono imprenditori di esperienza che affiancano le startup o le aziende nelle fasi iniziali di vita. Queste figure forniscono finanziamenti e supporto alle giovani imprese in cambio di quote aziendali. Grazie alla loro esperienza personale sono in grado di offrire alle startup non solo il denaro di cui necessitano per crescere, ma anche consigli preziosi e supporto strategico.

Gli investitori privati, di solito, prendono molto a cuore la causa di cui si occupano, motivati dal desiderio di aiutare i giovani colleghi a realizzare il proprio sogno e ovviamente dal potenziale profitto che potrebbero trarre nel caso in cui l’azienda in cui hanno investito arrivi al successo. 

Qual è la differenza tra business angels e venture capital

Chiedendosi cosa sono i business angel ci si potrebbe confondere con i venture capital (VC). Nonostante abbiano alcune caratteristiche in comune, sono due figure imprenditoriali diverse. La differenza principale è legata alla natura dei finanziamenti che offrono alle startup. Essi sono investitori privati che finanziano personalmente le giovani aziende in cambio di quote aziendali. Questo significa che il denaro che utilizzano proviene direttamente dalle loro tasche. I fondi di venture invece sono istituzioni o imprese e raccolgono capitale anche da esterni. In altre parole, i business angels, al contrario dei VC, si assumono in prima persona il rischio dei propri investimenti.

Per questo motivo i VC investono, in genere, più denaro rispetto ai business angels ma sono solitamente meno coinvolti nella gestione quotidiana delle startup, mentre preferiscono concentrarsi su quella strategica di medio-lungo periodo. Ovviamente questa non è una regola scritta, è possibile che alcuni business angels si comportino come fondi di venture capital e viceversa.

Come guadagna un business angels

Ora che sai cosa sono i business angels è il momento di scoprire come guadagnano. Il profitto di un BA deriva principalmente dalla vendita della propria quota di partecipazione dell’azienda che ha supportato. Se la startup in cui l’imprenditore ha investito si espande e la sua capitalizzazione di mercato cresce, può scegliere di vendere la sua quota (che è nel frattempo aumentata di valore) e realizzare un profitto. 

I business angels possono guadagnare anche in altri modi. Ad esempio alcuni di loro beneficiano della distribuzione di una parte degli utili dell’azienda che affiancano, i cosiddetti dividendi. Inoltre alcuni investitori formali possono essere assunti dalla startup e ricevere un compenso per il ruolo di consulenti o membri del consiglio di amministrazione. In ogni caso il guadagno di un business angels è quasi sempre direttamente proporzionale al successo ottenuto dalla giovane impresa in cui investe, perciò è essenziale scegliere con cura la startup da sostenere.
In conclusione, ecco dunque spiegato cosa sono i business angels e qual è il loro ruolo nella società. Questi investitori informali sono un importante motore per lo sviluppo e l’innovazione, e consentono di massimizzare le possibilità di successo delle giovani imprese. Senza di loro, molte startup innovative probabilmente non si sarebbero mai affermate.

Presto il lancio di Sui, ma cos’è e cosa devi sapere sulla nuova blockchain?

Crypto gaming: SUI lancia una console web3

Cos’è Sui? Scopri la nuova blockchain Layer 1, dal lancio della mainnet, all’airdrop e la tokenomics della sua crypto

Il 3 maggio è previsto il lancio della mainnet di Sui, cos’è questa nuova blockchain? E quali sono le sue caratteristiche? Ci sarà un airdrop della crypto SUI? Qual è la sua tokenomics? Ecco tutto quello che devi sapere!

Cos’è Sui? La nuova blockchain dell’ex team di Meta 

La prima cosa da sapere per conoscere cos’è Sui (che si pronuncia “swee”) è a quale tipologia di blockchain appartiene. Si tratta di un network Layer 1 che utilizza un meccanismo di consenso Proof-of-Stake e ha la sua crypto nativa, SUI

Il progetto è di Mysten Labs, una società fondata dagli ex dipendenti di Meta (Facebook) che lavoravano alla criptovaluta Libra (ormai abbandonata). Da questo punto di vista, Sui ha molto in comune con Aptos, un altro network nato sempre da un’altra sezione del team di ricerca del social network. Mysten Labs ha anche il sostegno di popolari venture capital come Circle, Binance Labs ed Electric Capital. Sui è guidata dalla Sui Foundation che si occupa di guidare la crescita dell’ecosistema. A capo della fondazione c’è Greg Siourounis, già professore di Economia alla Panteion University di Atene, e collaboratore di Barclays Capital.

Per capire cos’è Sui occorre anche un accenno al linguaggio di programmazione utilizzato, Move, sviluppato in origine da Meta per risolvere i problemi di Solidity, quello utilizzato da Ethereum e dalla maggioranza dei progetti compatibili con questa chain.  

Il meccanismo di consenso, composto dai protocolli Narwhal, Bullshark e Tusk, permette di elaborare fino a 120.000 transazioni al secondo. Al momento ci sono 95 validatori sparsi nel mondo. 

Le tariffe del gas sono gestite in maniera dinamica attraverso un meccanismo di determinazione dei prezzi: all’inizio di ogni epoca (che dura circa 24 ore), i validatori votano un prezzo di riferimento per tutta la rete. 

Con il lancio della mainnet del 3 maggio, Sui vuole diventare un network competitivo per gli sviluppatori di smart contract, focalizzati sull’innovazione della proprietà degli asset digitali. La Sui Foundation sta finanziando gli ingegneri con sovvenzioni tra i 10.000 e i 100.000 dollari. 

Nell’ultimo periodo Sui è uno dei progetti più chiacchierati. Su Young Platform trovi gli ultimi aggiornamenti sulle blockchain più innovative e i listing delle crypto del momento. Presto sarà disponibile anche Sui?

Tieni d’occhio Young Platform

La crypto SUI: è previsto un airdrop? Qual è la sua tokenomics?

Visto cos’è Sui e cosa promette di fare con il lancio della sua mainnet. Occupiamoci della sua criptovaluta, SUI. Come per ogni nuovo progetto crypto, la domanda sulla bocca di tutti è: “è previsto un airdrop?”. La risposta al momento è negativa. La crypto, per un totale di 594 milioni, verrà distribuita tramite ICO al prezzo di 0,10$ 2023 su KuCoin, OKX o ByBit (la data verrà comunicata nei prossimi giorni). 

SUI entrerà ufficialmente nel mercato con il lancio della mainnet il 3 maggio. Della sua tokenomics sappiamo che una parte delle crypto sarà riservata al team di Mysten Labs, ai collaboratori e agli investitori. SUI servirà principalmente come crypto da mettere in staking per partecipare al meccanismo di consenso. 

Dopo la testnet permanente rilasciata il 29 marzo, dove con permanente si intende che continuerà a funzionare anche dopo il lancio della mainnet il 3 maggio, la blockchain Sui è finalmente pronta a fare il suo debutto. Anche senza airdrop in programma, la community sembra molto interessata a vedere di che pasta è fatto questo network e si sta preparando approfondendo cos’è Sui e come funziona. 

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro.