Cosa sono i Milady NFT? Perché il prezzo è esploso proprio ora? 

Milady NFT: cosa sono e perché il prezzo è esploso con Musk

Cosa è successo al prezzo dei Milady NFT? Un tweet di Elon Musk li porta to the moon

Cosa sono i Milady NFT? Come mai questa collezione di token non fungibili da ieri sera è sulla bocca di tutti? Dopo un endorsement di un certo livello, la collezione ha raggiunto il suo record di valore e di vendite. E questo, come era ovvio che fosse, ha spinto anche i semplici curiosi a chiedersi non soltanto cosa sono i Milady NFT, ma anche quali sono i motivi che hanno generato l’impennata. Ecco cosa sono i Milady NFT e perché il loro prezzo è esploso. 

Milady NFT: perché il loro prezzo è esploso?

Prima di analizzare nel dettaglio cosa sono i Milady NFT e l’origine di questa collezione, vediamo le ragioni per cui si trova sotto i riflettori. 

Il 10 maggio 2023 Elon Musk ha condiviso un Tweet con un’immagine che raffigura un personaggio della collezione Milady Maker e la didascalia “Non c’è meme, ti amo”. Il suo inconfondibile modo per esprimere l’apprezzamento per qualche progetto. 

A quel punto la collezione è schizzata al primo posto tra le tendenze di mercato su OpenSea, il principale marketplace del settore. Il solito “effetto Elon”, l’ultimo si era verificato con Dogecoin quando l’imprenditore aveva deciso di cambiare il logo di Twitter con il cane simbolo delle meme coin. Il floor price, ovvero il prezzo di base dei Milady NFT, ha toccato per un po’ il massimo storico di 7,3 ETH (circa 13.700 dollari). La raccolta ha visto un aumento del 59% del prezzo di base rispetto agli ultimi sette giorni, nelle ultime ore ha registrato vendite per oltre 9 milioni di dollari (dati CryptoSlam). In questo momento è la prima collezione per volume, perfino sopra al Bored Ape Yacht Club

Cosa sono i Milady NFT? 

Ma allora cosa sono questi Milady NFT da cui Elon Musk è rimasto affascinato? Milady Maker è una collezione di token non fungibili PFP (profile picture) composta da 10.000 pezzi. La raccolta è stata lanciata su Ethereum nel 2022 ad opera del collettivo Remilia, le artiste che si sono occupate del design dei personaggi sono Milady Sonora Sprite e Charlotte Fang

Questi token non fungibili si richiamano all’estetica neochibi, lo stile di disegno molto popolare nella cultura giapponese caratterizzato da personaggi carini e stilizzati, spesso con gli occhi e la testa più grandi rispetto al resto del corpo. Sono presenti anche elementi della cultura Y2K

I personaggi sono divisi in 5 categorie ispirate alle “tribù di moda” di Tokyo: Gyaru, Prep, Lolita, Hypebeast e Harajuku. Come tutte le collezioni PFP, anche i Milady NFT hanno dei tratti distintivi che si alternano casualmente nei personaggi. I due accessori principali sono il cappello e la camicia, gli esemplari Milady che li hanno abbinati hanno un punteggio maggiore nella classifica degli outfit. 

Ecco svelato il mistero su cosa sono i Milady NFT, la collezione che all’improvviso ha conquistato Musk e i suoi fan. Dell’esplosione del loro prezzo, ha beneficiato anche la collezione “espansione” del progetto, Redacted Remilio Babies, che nelle ultime 24 ore ha generato vendite per 1.548.840$. 

Cos’è il Whitepaper di Bitcoin? I punti principali spiegati

Cos’è il Whitepaper di Bitcoin? Analisi dei punti principali

Cos’è il Whitepaper di Bitcoin? Il documento da cui è nata la crypto, da analizzare per conoscere il suo vero potenziale

Cos’è il whitepaper di Bitcoin? Si tratta del documento di nove pagine da cui è nata Bitcoin, pubblicato il 31 ottobre 2008 da Satoshi Nakamoto. L’autore o gruppo di autori, che ha teorizzato per la prima volta l’utilizzo della blockchain come sistema di pagamento. Il documento si intitola “Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer” ed è stato pubblicato in un forum di crittografia (Metzdowd). Ma quali sono i temi trattati che hanno portato la rivoluzione tecnologica del secolo? Ecco cos’è il whitepaper di Bitcoin e l’analisi dei punti principali! 

Cos’è il whitepaper di Bitcoin? Il problema di partenza

Per comprendere cos’è il whitepaper di Bitcoin e la portata delle sue tesi, iniziamo con la premessa che Satoshi Nakamoto pone nell’introduzione. Come tutti i nuovi progetti, anche quello di Bitcoin è nato per risolvere un problema. In questo caso è quello della “fiducia” nelle transazioni di denaro online. Gli utenti che acquistano su internet infatti si devono affidare a intermediari finanziari per garantire la sicurezza e l’integrità delle transazioni. Nonostante questo sistema funzioni bene nella maggior parte dei casi, rimangono delle criticità:

  1. Le transazioni possono essere reversibili, le istituzioni che gestiscono i pagamenti possono decidere di bloccarle o gli stessi utenti e venditori possono “truffarsi” tra di loro; 
  2. Avere degli intermediari è costoso e biosogna pagare delle commissioni;
  3. Gli intermediari potrebbero non essere degli di questa fiducia: nessuno ha la certezza che gli intermediari non manipolino, censurino o occultino delle attività. 

Il problema della fiducia si risolve con la tecnologia blockchain, ovvero un database che elimina il bisogno di fidarsi di chi gestisce i dati, perché delega questa responsabilità in maniera peer-to-peer a una rete composta di più individui. E per questo la blockchain viene definita trustless, senza fiducia.

Cos’è il whitepaper di Bitcoin in poche parole? La proposta di un sistema di pagamenti senza intermediari.

Le transazioni 

Il secondo paragrafo del whitepaper di Bitcoin è dedicato alle transazioni. Una moneta elettronica è in sostanza una catena composta di firme digitali, linee di codice informatico protette da crittografia. Nello specifico Bitcoin funziona grazie alla crittografia a chiave pubblica, in cui due codici chiamati “chiave pubblica” e “chiave privata” vengono utilizzati per approvare una transazione. 

Supponiamo che un proprietario di una moneta elettronica come Bitcoin voglia effettuare una transazione. La prima cosa da fare è recuperare la chiave pubblica del destinatario, che funziona come il numero di un conto corrente. Il mittente a questo punto invia la somma e usa la sua chiave privata, che funziona come il codice di accesso del suo conto, per confermare la transazione. 

Naturalmente il destinatario vuole assicurarsi che l’importo che gli deve arrivare non sia già stato usato in una transazione precedente. In altre parole vuole assicurarsi che non ci sia il problema della doppia spesa

L’unico modo per garantire che i fondi non siano stati utilizzati è che la rete accetti tutte le transazioni precedenti nell’ordine in cui sono state effettuate. Ovvero che ogni computer, o nodo, della rete sia d’accordo sulla validità di ogni transazione e tenga traccia di tutte quelle effettuate in passato. Ecco come viene concretizzata il progetto che delinea cos’è il whitepaper di Bitcoin: pagamenti fra pari, istantanei e sicuri. 

Server di timestamp

In questo paragrafo Satoshi Nakamoto introduce il meccanismo del “timestamp” con cui vengono ordinate le transazioni nei registri aggiornati da tutti i migliaia di computer che compongono la rete di Bitcoin. Il timestamp fornisce la prova che una transazione è stata validata in quel momento e ogni timestamp include il timestamp precedente nel suo codice crittografico. In questo modo si forma una catena in cui ogni timestamp aggiuntivo rafforza i timestamp precedenti. Questa concatenazione impedisce che i dati vengano modificati, perché un minimo cambiamento altererebbe tutto il registro. 

Proof-of-Work

Procedendo nell’analisi su cos’è il whitepaper di Bitcoin e cosa spiega questo documento, ci imbattiamo nel paragrafo dedicato al meccanismo di consenso. Il Proof-of-Work, o mining. Questo non è altro che l’insieme di regole che tutta la rete deve seguire per stabilire la validità delle transazioni

Il mining è quindi il processo con cui vengono verificate le transazioni e aggiunti nuovi blocchi alla blockchain, il tutto grazie alla potenza di calcolo dei computer. Nello specifico consiste nel risolvere complessi problemi matematici.

Gli incentivi

Per incoraggiare i nodi a unirsi alla rete e per assicurarsi che svolgessero il loro lavoro in maniera onesta, Satoshi Nakamoto ha elaborato un sistema di incentivi. I nodi che forniscono la loro potenza di calcolo e validano le transazioni sono infatti ricompensati dalla creazione di alcuni Bitcoin e dalle commissioni di transazione. 

La privacy di Bitcoin

Un altro paragrafo è dedicato alla privacy di Bitcoin, l’autore infatti specifica che le informazioni trasmesse nella rete peer-to-peer sono limitate al minimo grazie alla crittografia a chiave pubblica. Mantenendo pseudonime le chiavi pubbliche il pubblico può vedere che qualcuno sta inviando un certo importo a qualcun altro, ma senza dettagli che collegano la transazione ad un utente specifico.

In questo articolo abbiamo approfondito cos’è il whitepaper di Bitcoin e i suoi punti principali, questo documento rimane il punto di svolta di tutta la tecnologia blockchain. Così rilevante a livello culturale e tecnologico che ad aprile 2023 si è scoperto che in tutti i dispositivi Mac Apple in commercio dal 2018 in poi è stata nascosta una copia del whitepaper in formato pdf del documento. 

Come si effettua il calcolo dello stipendio netto? Ecco la guida pratica

Calcolo stipendio netto: ecco come fare

Quanto guadagni davvero? Scopri come fare il calcolo dello stipendio al netto delle detrazioni fiscali e delle imposte sul reddito

Sai come effettuare il calcolo dello stipendio netto? Molto probabilmente conosci la tua retribuzione annua lorda, ovvero la RAL, ma sai realmente quanto guadagni, ovvero quanto denaro riceverai nel corso dell’anno? 

Conoscere il tuo stipendio netto è molto importante dato che parte del tuo salario verrà trattenuto dallo Stato attraverso le imposte sul reddito e le contribuzioni previdenziali. Questo calcolo ti permette di conoscere il denaro che hai a disposizione per affrontare le spese quotidiane e quanti soldi puoi dedicare ai tuoi investimenti. Scopri come si esegue il calcolo dello stipendio netto in questa guida!

Che cos’è lo stipendio netto?

Per scoprire come svolgere l’esatto calcolo dello stipendio netto è innanzitutto necessario capire di cosa stiamo parlando. Si tratta dell’importo effettivo che viene accreditato sul conto bancario di un lavoratore. Spesso il valore netto può discostarsi significativamente da quello lordo, che viene indicato sul contratto di lavoro o sulla lettera di assunzione. Per essere in grado di effettuare il calcolo è quindi indispensabile conoscere i fattori che influiscono sul suo valore finale, come spese e agevolazioni. 

Cosa influisce sul tuo stipendio?

Vediamo ora quali sono i principali fattori che influenzano il valore dello stipendio e impongono il calcolo del netto dal lordo: imposte sul reddito, contribuzioni previdenziali e le detrazioni fiscali.

  • Le detrazioni fiscali sono agevolazioni che riducono le imposte che un lavoratore deve pagare. Esistono diverse detrazioni fiscali comuni, come ad esempio quelle per i figli a carico, le spese mediche, l’acquisto di una casa o le spese per l’istruzione.
  • Le imposte sul reddito rappresentano l’importo che ogni lavoratore deve versare allo Stato in base alle aliquote fiscali stabilite. L’imposta sul reddito che devono pagare le persone fisiche si chiama IRPEF ed è progressiva, ovvero la sua aliquota varia in relazione all’ammontare del reddito imponibile. Ad esempio se il reddito imponibile di un lavoratore è inferiore a 15.000€ esso pagherà un’aliquota del 23% mentre se è compreso tra i 15.000€ e i 28.000 pagherà il 25% e così via.
  • Le contribuzioni previdenziali sono invece gli importi che il lavoratore deve obbligatoriamente versare all’INPS e che verranno, in parte, restituiti al lavoratore attraverso la pensione. Queste contribuzioni vengono solitamente trattenute direttamente dallo stipendio lordo prima del calcolo dello stipendio netto. Le percentuali delle contribuzioni previdenziali possono variare a seconda del paese e del regime previdenziale adottato, in italia, per i lavoratori dipendenti sono del 9,19%.

La procedura per calcolare lo stipendio netto

Ora che sai quali fattori devi considerare per il calcolo del proprio stipendio netto,  vediamo il procedimento “passo dopo passo”:

  1. Calcolare lo stipendio lordo: ovvero l’importo totale dello stipendio prima delle detrazioni fiscali e delle contribuzioni previdenziali. Questa è la RAL (retribuzione annua lorda) che hai concordato con il tuo datore di lavoro quando hai firmato il contratto.
  1. Determinare le contribuzioni previdenziali che devi pagare: ad esempio le assicurazioni sociali e i contributi pensionistici obbligatori e trovare di conseguenza il reddito imponibile.
  1. Calcolare l’imposta sul reddito (IRPEF) moltiplicando il reddito imponibile per l’aliquota: attraverso questa operazione si trovano le imposte lorde, a cui andranno poi sottratte le detrazioni fiscali. Ci sono anche altre imposte sul reddito sempre di questo tipo come l’IRPEF regionale e quello comunale. In questo articolo li tralasceremo per semplificare il procedimento.
  1. Identificare le detrazioni fiscali: è necessario raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le detrazioni fiscali a cui hai diritto. Queste possono includere detrazioni per i figli a carico, spese mediche, interessi sui mutui o altre più specifiche previste dalla legislazione fiscale in vigore. Sottraendo l’ammontare totale di questi benefici dalle imposte lorde si individuano le imposte nette.
  1. Ricavare la retribuzione netta: sottraendo al reddito imponibile l’imposta netta e sommando eventuali bonus (ad esempio l’ex bonus Renzi di 100€ per i lavoratori che percepiscono un reddito inferiore ai 28.000€ ).

Calcolo stipendio netto: esempio pratico

Se non hai ancora compreso a pieno come effettuare il calcolo dello stipendio netto potrebbe essere utile un esempio pratico. Quanto denaro riceve effettivamente  un lavoratore che percepisce una RAL di 20.000 € e che possiede due figli a carico che gli garantiscono delle detrazioni fiscali per 2.000€ all’anno?

  1. Calcolo del reddito imponibile

Reddito imponibile = retribuzione lorda – contributi INPS a carico del dipendente (9,19%)

20.000€ – (9,19% x 20.000€) = 

20.000€ – 1.838€ = 18.162€

  1. Calcolo dell’imposta lorda (IRPEF)

25% di 18.162€ = 4.540,5€

  1. Calcolo dell’imposta netta = IRPEF – detrazioni fiscali

4.540,5€ – 2.000€ = 2.540,5€

  1. Stipendio netto = reddito imponibile – imposta netta + eventuali bonus

18.162€ – 2.540,5€ = 15.621,5€

Ora che sai quali sono i passaggi principali per effettuare il calcolo dello stipendio netto non ti resta che provare tu stesso in modo da assimilare bene il procedimento da svolgere. In questo modo, nel caso tu debba valutare un’offerta di lavoro, potrai sapere con esattezza quanto denaro riceverai sul tuo conto corrente.

Pepe The Frog: tutto sulla nuova crypto che sta entusiasmando il mercato delle meme coin

Pepe The Frog crypto: tutto sulla memecoin che sta entusiasmando il mercato

Pepe The Frog è la nuova crypto che si ispira al famoso meme. Vuole fare concorrenza a Dogecoin (per il momento ci sta riuscendo)

Il famosissimo meme Pepe The Frog ha ispirato una nuova crypto che in questi giorni è protagonista dei mercati e argomento che ha infiammato la community su Twitter. Lanciata il 14 aprile, la meme coin PEPE ha raggiunto in pochissimo tempo una capitalizzazione di mercato di 691 milioni di dollari (toccando anche il miliardo). Ma i fondatori avvertono: “è una meme coin senza alcun valore intrinseco o aspettativa di ritorno finanziario. Non esiste un team formale o una roadmap. La moneta è completamente inutile e ha solo scopi di intrattenimento”. Ecco tutto quello che devi sapere sulla crypto di Pepe The Frog!

Pepe The Frog crypto: cos’è e perché sta entusiasmando il mercato

Dal punto di vista tecnico, la crypto ispirata a Pepe The Frog è un token ERC-20 su Ethereum. La meme coin PEPE è stata lanciata il 17 aprile e in soli tre giorni ha registrato un rally del 21.000%, raccogliendo 30 milioni di dollari di volumi di scambio su Uniswap (al momento unico DEX in cui comprare PEPE) e un market cap di 139 milioni. Il giorno dopo l’ingresso nel mercato gli holder di PEPE erano 10.000. Per fare un paragone, SHIB ha raggiunto i 100.000 utenti dopo 90 giorni dal lancio.

La tokenomics della crypto di Pepe The Frog prevede una fornitura massima di 420,690,000,000,000. Come si può leggere sul sito internet ufficiale, il 93,1% dei token è stato inviato al pool di liquidità, il restante 6,9% della fornitura viene conservato in un portafoglio multi-sig del team rintracciabile con il dominio NFT ENS “pepecexwallet.eth”.

I fondatori presentano la crypto come una risposta alle meme coin canine: “i cani hanno fatto il loro tempo, è ora che Pepe prenda il sopravvento”. 

La “roadmap” nella sua fase iniziale prevede il listing su exchange centralizzati, avere più di mille holder e “far diventare $PEPE virale su Twitter con il nostro potere memetico”. E pare che almeno per due obiettivi ci siano riusciti alla grande. Tuttavia da queste poche battute, viene confermato il puro intento scherzoso della crypto di Pepe The Frog. 

Nonostante la nuova crypto si ispiri a un meme, il team dichiara che “non ha alcuna associazione con Matt Furie o con la sua creazione Pepe the Frog. Questo token rende semplicemente omaggio a un meme che tutti amiamo e riconosciamo”.

Nonostante continuino le perplessità sul successo di una crypto senza una reale utilità, PEPE ha dato il via a una rinascita delle meme coin. Portando una congestione sia della rete di Ethereum che di quella di Bitcoin, nonché commissioni di transazione elevate. Perché è coinvolto anche il network di BTC? Sfruttando il nuovo standard BRC-20, è stata creata una versione di Pepe The Frog anche su Bitcoin. 

Nonostante questo Bitcoin e Pepe sono due criptovalute molto diverse. Infatti a differenza della memecoin, BTC ha alle spalle un progetto consolidato e affidabile. Su Young Platform puoi scorprire tutto su Bitcoin e altri validi protocolli crypto.

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Pepe The Frog: l’origine del meme

Come anticipato, la Pepe The Frog crypto ha preso ispirazione dal personaggio di Matt Furie che rappresenta una rana dal corpo umanoide. La sua prima apparizione è stata nel 2005 nel fumetto Boy’s Club, negli anni successivi Pepe si è trasformato in un meme parte della cultura di internet. 

Pepe si è diffuso prima su Myspace per poi approdare su tutti i social network e i forum, soprattutto per indicare diversi stati d’animo. Sono nate le varianti di “Sad Frog”, “Smug Frog” e “Angry Pepe”. La rana antropomorfa è diventata spesso un simbolo politico, ad esempio nel 2019 è stata utilizzata ad Hong Kong nelle proteste contro l’atto di estradizione. 

Per alcuni il successo della nuova crypto ispirata a Pepe The Frog è un buon segno, ovvero quello di un mercato attivo e in ripresa. Hanno notato che le meme coin stanno pumpando come nel 2021 e vedono in notizie come questa la speranza della fine del bear market. Altri continuano a sottolineare che le meme coin sono soggette ad alta volatilità, e per questo rischiose, e che non contribuiscono allo sviluppo del settore. Insomma, come sempre, soltanto il tempo ci dirà quale sarà il futuro della Pepe The Frog crypto!

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Avalanche Summit 2023: cosa è successo alla conferenza crypto di Barcellona

Avalanche Summit 2023: le news sulla conferenza crypto di Barcellona

L’Avalanche Summit 2023 è stata un successo! Scopri cosa è accaduto durante l’evento più importante dell’anno per la blockchain della crypto AVAX 

L’Avalanche Summit è la principale conferenza annuale della blockchain della crypto AVAX, dedicata a tutti coloro che la sviluppano e la utilizzano. È l’evento in cui vengono presentati gli ultimi aggiornamenti e le novità della blockchain fondata da Emin Gün Sirer e dove incontrare sviluppatori e manager della sedicesima criptovaluta più capitalizzata del mercato e di altri interessanti progetti Web3

Avalanche Summit 2023: cos’è la conferenza crypto di Barcellona?

L’Avalanche Summit è l’evento IRL (“In real life”) più importante dell’anno per la blockchain della crypto AVAX. Dal 3 al 5 maggio si è svolta la seconda edizione, che come l’anno scorso si è dimostrata molto di più di una semplice conferenza. Oltre agli speech di tanti protagonisti del Web3, come quello del CEO e fondatore di Avalanche, Emin Gün Siren, ci sono stati anche workshop e presentazioni interattive.

L’evento si è tenuto dal 3 al 5 maggio nel suggestivo quartiere Poble Espanyol, a Barcellona. Una sorta di museo a cielo aperto situato su una delle colline della città: Montjuïc. Tra i partner della conferenza tanti grandi nomi dell’industria blockchain come Cricle, Chainlink e The Graph

Gli speech dei personaggi più attesi

Durante l’Avalanche Summit 2023, la conferenza crypto di Barcellona sono intervenuti più di 300 speakers, sui diversi palcoscenici dell’evento: Eco-Dome, Mainnet Stage, Teather Stage, Subnet Stage, Auditorium e Monastery.

Quali sono stati gli speech più importanti dell’evento? Scopri le funzionalità, le collaborazioni e le novità annunciate all’Avalanche Summit 2023, la conferenza crypto di Barcellona.

Mercoledì 3 Maggio:

  • La cerimonia di apertura della conferenza crypto di Barcellona ha visto protagonisti il CEO e fondatore di Avalanche, Emin Gün Sirer, e il presidente di Ava Labs, John Wu;
  • David Palmer, il responsabile dell’area blockchain di Vodafone, ha presentato all’Avalanche Summit 2023 le possibili applicazioni della tecnologia blockchain nel settore delle reti telefoniche mobili e in quello dell’Internet of Things (IoT);
  • All’Avalance summit di Barcellona è stato intervistato  Stani Kulechov, fondatore e CEO di Aave, da Jacquelyn Melinek una giornalista di TechCrunch, sul futuro delle stablecoin. In particolare di quella di Aave ,GHO, che verrà rilasciata nei prossimi mesi;
  • Bryan Pellegrino CEO e co-fondatore di Layer 0, ha presentato questa blockchain basata sulla tecnologia Zero Knowledge. Layer Zero è stata anche sponsor del party dell’exchange decentralizzato TraderJoe di mercoledì 3 maggio;
  • La prima giornata dell’Avalanche Summit 2023 si è chiusa in bellezza con l’annuncio del metaverso di Alibaba Cloud (Cloudverse) presentate da Raymond Xiao, l’head of international Web3 solutions dell’azienda cinese;

Giovedì 4 Maggio:

  • Il secondo giorno ha avuto luogo la conferenza di Defi Kingdoms, uno dei giochi play-to-earn che ha riscosso più successo nel settore. Il presidente, noto con lo pseudonimo di Dreamer –, ha presentato la sua visione del futuro del gaming su blockchain annunciando una nuova versione del gioco play-to-earn;
  • Il presidente di Ava Labs, John Wu e Jeff Hasselman, Web3 global head di Amazon Web Service hanno descritto come AWS e Ava Labs stanno lavorando per rendere più scalabili le infrastrutture tecnologiche di governi e imprese grazie alla blockchain;
  • Emin Gün Sirer ha annunciato la tecnologia Coin Operated Agents (COA), in arrivo a breve sulla blockchain della crypto Avax. Questa nuova funzionalità si servirà dell’ intelligenza artificiale per permettere agli utenti di scrivere il codice degli smart contract e di pubblicarli sulla rete di Avalanche formulando richieste in linguaggio umano. 

Venerdì 5 Maggio:

  • Uno degli eventi salienti della terza giornata dell’Avalanche Summit 2023 è stato quello condotto da Thodoris Karakostas, blockchain partnership manager, e Max Melcher, product manager di Chainlink, che hanno spiegato gli ultimi aggiornamenti dell’oracolo più famoso e utilizzato e annunciato i dettagli di una funzionalità disponibile per ora sulla testnet di Avalanche: Chainlink Functions. Uno strumento che permetterà di importare gli API delle applicazioni e dei siti web tradizionali sulle dapp Web3;

Come già anticipato l’Avalanche Summit 2023, la conferenza crypto di Barcellona, è stato molto di più di un semplice convegno. Oltre al grande numero di presentazioni e speech “frontali” ci sono stati anche tantissimi workshop dedicati agli sviluppatori ma non solo. 

Dei veri e propri laboratori dove acquisire tantissime nozioni, sia teoriche che pratiche sulla tecnologia blockchain e le sue applicazioni. Chi ha assistito all’Avalanche Summit ha imparato ad ottimizzare il suo portafoglio DeFi grazie alla lezione di Jesus Rodriguez CEO di IntoTheBlock, e ha scoperto come il Web3 sta ridisegnando la cultura degli esports (gaming) grazie al workshop dedicato del 3 maggio.

Inoltre, alla fine di ogni giornata ci sono state feste e eventi dove i partecipanti all’Avalanche Summit 2023, la conferenza crypto di Barcellona hanno potuto conoscersi e divertirsi insieme dal vivo in modo da rendere la community della crypto AVAX ancora più coesa.

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e quanto rendono?

Buoni fruttiferi postali: cosa sono e calcolo del rendimento

Cosa sono e come funzionano i buoni fruttiferi postali? Qual è il loro rendimento nel 2023 e come si effettua il calcolo?

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e come avviene il calcolo del loro rendimento? Strumenti finanziari che esistono dal 1924, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per conto delle Poste Italiane, e garantiti dallo Stato.Sono uno dei capisaldi del risparmio all’italiana e vengono scelti da tantissimi investitori perché garantiscono un rendimento stabile e garantito e possiedono un bassissimo grado di rischio. Scopri allora cosa sono i buoni fruttiferi postali, le loro caratteristiche principali, il rendimento e le modalità di calcolo.

Buoni fruttiferi postali, cosa sono? Caratteristiche principali 

Cosa sono i buoni fruttiferi postali e perché milioni di risparmiatori li acquistano ogni anno? I buoni fruttiferi postali sono titoli di debito a medio e lungo termine emessi dalle Poste Italiane. Quando un individuo investe in questo tipo di strumenti finanziari presta il suo denaro alle Poste o allo Stato e in cambio viene ricompensato con degli interessi stabiliti al momento dell’acquisto del buono. Alla scadenza, gli investitori hanno la possibilità di riscattare il capitale inizialmente investito, insieme agli interessi maturati. 

Questi strumenti di investimento, poiché garantiti dallo Stato italiano, sono considerati molto sicuri. Ciò significa che chi li acquista è praticamente certo di ricevere il rimborso del capitale investito e i relativi interessi. I buoni fruttiferi postali offrono anche un rendimento garantito, dato che i tassi di interesse stabiliti al momento dell’acquisto del buono rimangono fissi. Questo permette agli investitori di effettuare in anticipo il calcolo del profitto che otterranno al momento del riscatto. 

I buoni fruttiferi postali possono essere acquistati attraverso gli uffici postali o il sito delle Poste Italiane. Sono quindi strumenti comodi e pratici anche per gli investitori meno esperti.

Rendimento buoni fruttiferi postali: il calcolo

Ora che sai cosa sono i buoni fruttiferi postali vediamo come si effettua il calcolo del rendimento, l’aspetto principale da considerare quando si decide se vale la pena acquistarli.

  1. Determinare l’importo che si vuole investire: ovvero la somma di denaro che si deposita all’acquisto del buono. Essendo strumenti riservati ad individui con bassa propensione al rischio non garantiscono ritorni molto alti (secondo il principio finanziario del rischio/rendimento. 
  1. Identificare il tasso di interesse: cioè il rendimento percentuale che viene stabilito all’acquisto del buono fruttifero postale. Questo valore indica l’interesse percentuale che verrà pagato al risparmiatore nel corso dell’investimento.
  1. Considerare la durata dell’investimento: il periodo di tempo durante il quale l’investitore manterrà il proprio capitale investito.
  1. Applicare la formula dell’interesse composto: dato che gli interessi maturati restano all’interno del buono fino al riscatto, contribuiscono ad incrementare, di anno in anno, il capitale investito. Perciò il rendimento dei buoni fruttiferi postali può essere calcolato utilizzando la formula dell’interesse composto:

Rendimento annuo lordo = capitale iniziale * (1 + tasso di interesse)^durata – capitale iniziale

Supponendo di aver investito 5.000€ in un buono fruttifero postale con un tasso di interesse annuo del 3% e una durata di 5 anni, il calcolo per determinare il rendimento previsto alla scadenza del buono è il seguente:

5.000 * (1 + 0,03)^5 – 5.000 = 5.796,37€

5.796,37 – 5.000 = 796,37€

  1. Considerare le tasse: è importante tenere presente che gli interessi generati dai buoni fruttiferi postali sono soggetti a una tassazione agevolata. Pertanto, quando si calcola il rendimento effettivo, è necessario considerare l’aliquota fiscale applicabile agli interessi maturati, che è del 12,5%. Una percentuale nettamente più bassa rispetto a quella che riguarda, ad esempio, le azioni e le obbligazioni che sono tassate al 26%.

Rendimento dei buoni fruttiferi postali nel 2023

Ora che abbiamo definito cosa sono, vale la pena di farsi qualche altra domanda su questi strumenti. Quali sono i buoni fruttiferi postali che rendono di più? Esistono in diverse forme  che rispondono alle svariate esigenze degli investitori. Vediamo un breve elenco di quelli, ad oggi, più remunerativi:

  1. Buono dedicato ai minori: un buono fruttifero postale dedicato ai minorenni di durata variabile dato che scade nel momento in cui l’intestatario raggiunge la maggiore età. Offre un rendimento annuo lordo a partire dal 2,5% e fino al 4,5% a seconda del tempo per il quale si detiene.
  1. Buono Rinnova: dedicato a chi possiede già dei buoni fruttiferi postali scaduti e li ha rinnovati entro il 20 settembre 2022. Ha una durata di sei anni e garantisce un rendimento annuo lordo del 3,25%. Probabilmente le Poste Italiane ne emetteranno una nuova versione nei prossimi mesi dedicata a quelli che scadranno nel 2023. 
  1. Buono 4×4: il buono più a lungo termine, della durata di ben sedici anni e che garantisce un rendimento del 3%. È possibile prelevare il capitale investito (vendendo il buono) non prima di quattro anni e i rendimenti effettivi annui lordi garantiti sono: 1,50% dopo 4 anni; 2,00% alla fine di 8 anni; 2,25% al termine del dodicesimo anno; 3,00% alla fine dei 16 anni.

Ecco cosa sono i buoni fruttiferi postali, qual è il loro rendimento e le modalità per il calcolo dello stesso. Questi strumenti finanziari sono utili ai risparmiatori che vogliono limitare al massimo il rischio e la volatilità del proprio portafoglio.

Cosa sono i token BRC-20? Il nuovo standard per creare crypto sulla blockchain di Bitcoin 

MicroStrategy azioni: come Bitcoin ne influenza il prezzo

Scopri cosa sono e come funzionano i token BRC-20, l’ultimo trend del settore crypto!

Cosa sono i token BRC-20? Si tratta di veri e propri token creati sulla blockchain di Bitcoin, grazie a un nuovo protocollo sperimentale. Se hai familiarità con BTC sai che questa definizione di “token BRC-20” descrive una cosa mai vista prima. Infatti a differenza di Ethereum, il World Computer, la blockchain di Bitcoin non è stata pensata per costruire token. Ecco una tecnologia davvero innovativa che arriva dopo le Inscription e gli Ordinals che hanno portato gli NFT su Bitcoin. 

Token BRC-20: cosa sono e come funzionano

L’interesse intorno al nuovo protocollo è evidente, dal lancio dell’8 marzo 2023 sono stati coniati già 8.500 token di questo tipo. Ma cosa sono questi token BRC-20 (“Bitcoin Request for Comment”)? Innanzitutto bisogna specificare che, nonostante ne riprendano il nome, non hanno niente a che fare con il famoso standard ERC-20 di Ethereum. Non usano né sono compatibili con smart contract né con l’Ethereum Virtual Machine, questo significa che non possono essere utilizzati in dapp. 

I token BRC-20 sono nati grazie al protocollo elaborato da uno sviluppatore conosciuto su Twitter con lo pseudonimo di domo. L’intento era quello di realizzare uno standard che permettesse di emettere e scambiare token fungibili su Bitcoin

Vediamo allora come funzionano i token BRC-20. In poche parole il protocollo sfrutta le Inscription (Ordinals) per creare dei token i cui metadati sono salvati direttamente sul network di Bitcoin (invece che sugli smart contract). Quindi archiviano dei testi in formato JSON che forniscono delle “istruzioni” per la creazione sui singoli satoshi (le unità minime di BTC). 

Questa è la forma in cui appaiono i token BRC-20 (si tratta del primo emesso, chiamato “ORDI”). 

“p”: indica che i token vengono emessi secondo lo standard dei BRC-20.

“op”: l’operazione invocata in questa transazione è quella di distribuire o inizializzare i token “ordi”.

“tick”: il ticker dei token sarà “ordi”.

“max”: l’offerta massima di “ordi” è di 21.000.000.

“lim”: la quantità massima di “ordi” che potrebbe (teoricamente) essere coniata in una transazione è stata limitata a 1.000.

Token BRC-20: per cosa vengono usati 

Dopo aver visto cosa sono e come funzionano i token BRC-20, approfondiamo i casi d’uso. La maggior parte di quelli coniati finora ha la forma di meme coin tra cui ORDI, OG, MEME e SHIB e PEPE. Quest’ultima nata sull’onda del successo della coin ispirata a Pepe The Frog. In totale il market cap dei token BRC-20 è di circa 820 milioni di dollari

La loro diffusione ha avuto degli effetti immediati sulla blockchain di Bitcoin, innanzitutto la dimensione dei blocchi è quasi raddoppiata (da 1-1.4MB fino a 2.5MB). Di questo hanno beneficiato i miner che hanno ricevuto delle commissioni anche fino a 7 BTC per blocco (oltre ai 6.25 BTC standard per l’attività di mining). 

La diffusione del nuovo standard ha portato diversi movimenti per il prezzo di Bitcoin e l’attività su blockchain.

Controlla il prezzo in tempo reale

Secondo la società di analisi blockchain Glassnode, il 3 maggio le commissioni totali pagate sulle transazioni di Bitcoin sono schizzate a circa 124 BTC, pari a circa 3,5 milioni di dollari

Il network di Bitcoin insomma si è congestionato: le transazioni BRC-20 tra il 29 aprile e il 2 maggio hanno superato le normali transazioni BTC.

Cosa sono dunque i token BRC-20? Per alcuni sono la dimostrazione che Bitcoin è l’unica blockchain di cui abbiamo bisogno, capace di infinite applicazioni. Per altri questi token sono da prendere con le pinze, perché ancora poco sicuri (non beneficiano del meccanismo di consenso della rete principale) e testati. Ad esempio il principale wallet con cui possono essere utilizzati, Unisat, di recente ha subito un hack. Anche lo stesso creatore ha espresso i suoi dubbi sul potenziale concreto del protocollo. In quanto nuovissima tecnologia, per i token BRC-20 vale la preziosa regola del DYOR!

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Stablecoin: perché sono popolari in Paesi in crisi? Il caso Argentina

Stablecoin: perché sono popolari in paesi con alta inflazione

Le stablecoin e il caso esemplare dell’Argentina: dove l‘inflazione è alta, le persone scelgono di comprarle

Le stablecoin diventano sempre più popolari nei paesi che stanno affrontando una crisi economica, dove vengono usate come strumento nella lotta alla svalutazione del denaro. Il fenomeno è particolarmente diffuso in Argentina, ecco perché queste criptovalute sono scelte dai risparmiatori. 

Stablecoin: un’alternativa al dollaro 

Manuel Beaudroit, CEO di Belo, un exchange di criptovalute con sede in Argentina, ha spiegato che: “vediamo che l’adozione delle stablecoin continua a crescere senza sosta dal 2019. In effetti, le stablecoin rappresentano oggi più del 50% del volume di scambi di Belo”.

Si tratta di una tipologia di monete digitali nata per mantenere il loro prezzo stabile e costante nel tempo, eliminando la volatilità tipica delle altre crypto. Le stablecoin riproducono il valore di un bene sottostante come una valuta fiat, grazie a delle riserve di collaterali o a degli algoritmi

La crescita delle stablecoin in Argentina è guidata dai comuni cittadini che cercano di proteggere il loro denaro dall’inflazione. Per fare un quadro della situazione economica del paese basta dire che lo Stato sudamericano nel 2023 ha uno dei tassi d’inflazione più alti del mondo (104%) e che il 50% dei lavoratori ha impieghi informali che rimangono al di fuori del sistema bancario. 

Inoltre l’Argentina è un paese molto legato al dollaro, la vice presidente Cristina Kirchner sollecitata dal Fondo Monetario Internazionale a sistemare la situazione, ha spiegato che quella del suo paese un’economia “bimonetaria” e che la principale causa dell’impennata dei prezzi è “la variazione del dollaro”. In Argentina infatti nel 1991 è stata promulgata la “legge della convertibilità”: il peso, la moneta argentina, deve avere un tasso di cambio fisso con il dollaro statunitense. Inizialmente questa misura si rivelò efficace per contenere l’inflazione, ma sul lungo termine portò dei problemi come la difficoltà ad esportare prodotti locali e un aumento dei prezzi e quindi della povertà e della disoccupazione. 

Da quando il costo del denaro ha cominciato a salire vertiginosamente a partire dal 2022, la Banca Centrale argentina ha imposto ai cittadini severe restrizioni all’acquisto di dollari statunitensi, nella speranza di mantenere le proprie riserve federali stabili. E questo, secondo gli esperti, ha portato le persone ad acquistare stablecoin ancorate al dollaro, come alternativa digitale

“Con una stablecoin si può accedere a un conto in dollari senza avere un conto in dollari”, spiega sempre Beaudroit. In altre parole molte persone volevano trovare un modo per ‘dollarizzare’ i loro risparmi e hanno trovato DAI, USDC e Tether (USDT).

Secondo il rapporto “Geography of Currency” 2022 di Chainalysis, i principali fattori di adozione delle criptovalute in America Latina sono la conservazione del valore e l’invio di denaro, per le quali le stablecoin sono ampiamente utilizzate.

Stipendi in stablecoin

Un’altra tendenza legata alle stablecoin in Argentina riguarda gli stipendi. Sembrerebbe che sempre più persone decidano di ricevere compensi in “crypto-dollari”. Può sembrare una scelta curiosa, ma non è proprio una novità.

Secondo una ricerca del 2022 di SoFi, una società di formazione sulla finanza personale, il 36% dei lavoratori statunitensi propone di ottenere lo stipendio in criptovalute per migliorare lo stress nella gestione delle proprie finanze. E il 42% apprezzerebbe i premi di rendimento in NFT

Megan Knab, CEO di Franklin, che si occupa di sistemi ibridi di pagamento in contanti e crypto per le aziende, presenta il caso dell’Argentina sugli stipendi in criptovalute: “in Argentina c’è una meravigliosa comunità di sviluppatori web che soffre di una valuta iperinflazionata ed estremamente volatile. Una stablecoin è un modo molto attraente per loro di prendere il loro compenso, perché sono coperti da ciò che sta accadendo nel loro ambiente macro”.

Non è solo l’Argentina a soffrire a causa dell’iperinflazione, pure in Nigeria la moneta locale ha subito un duro colpo in termini di potere d’acquisto. Anche in questo caso molti scelgono di convertirla in stablecoin per evitare la svalutazione dei risparmi. 

E non sono solo le stablecoin gli asset preferiti durante situazioni di crisi economica, altri studi dimostrano che anche Bitcoin è una soluzione da valutare nella lotta all’inflazione.

Riunione BCE maggio: rialzo dei tassi di interesse confermato

Riunione BCE maggio 2023: tutte le decisioni prese

Nuovo aumento dei tassi d’interesse confermato. Ecco cos’è successo durante la riunione BCE del 4 maggio 2023

La riunione BCE di maggio ha portato un nuovo rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base. Le previsioni più hawkish si sono avverate, Christine Lagarde ha annunciato che l’inflazione “è ancora troppo alta e per troppo tempo” e che “c’è ancora molta strada da fare”. La decisione arriva proprio il giorno dopo il verdetto della Federal Reserve, che seppur in un contesto diverso, rispecchia a pieno la politica monetaria europea. Ecco quello che è successo durante la riunione BCE del 4 maggio!

Riunione BCE Maggio 2023: nuovo aumento dei tassi d’interesse

Nuovo aumento dei tassi di interesse confermato. La Banca Centrale Europea ha agito da manuale, negli scorsi meeting infatti la presidente dell’istituto non ha mai nascosto futuri nuovi aumenti (per un totale di +100 punti base complessivi nel primo trimestre dell’anno) qualora i dati sull’inflazione dovessero richiederlo. E così è stato. 

L’inflazione dell’Eurozona, escludendo i prezzi dei generi alimentari e dell’energia, è del 5,6%. Ancora molto lontana dall’obiettivo del 2%. 

Tuttavia l’ipotesi più accreditata del rialzo dei 50 punti percentuale è stata smentita, e nella sua riunione di maggio la BCE ha optato per un rialzo inferiore di 25 punti base. A partire dal 10 maggio, i tassi si attesteranno tra il 3,25% e il 4%, non erano così alti dal 2008. 

Le richieste di fermare la politica restrittiva di alcuni governatori delle Banche Centrali nazionali europee non sono state accolte. Questi avevano espresso alla stampa le loro opinioni sulle imminenti mosse della BCE durante la riunione primaverile del Fondo Monetario Internazionale tenutosi tra il 10 e il 16 aprile a Washington (dove sono state redatte anche le previsioni sull’economia globale). 

I fattori da considerare secondo gli economisti durante riunione BCE di maggio erano due: l’andamento dell’inflazione e la crisi bancaria statunitense e il possibile effetto valanga sull’Eurozona. 

Robert Holzmann, governatore della banca nazionale austriaca nonché membro della BCE, sembrava voler rivedere la politica di innalzamento dei tassi di interesse a causa delle turbolenze bancarie. “Sicuramente quello che abbiamo vissuto con la crisi bancaria negli Stati Uniti e con la Svizzera ha portato a cambiamenti nelle prospettive e se le prospettive cambiano, dobbiamo cambiare il nostro punto di vista”, ha spiegato alla CNBC. 

Il governatore aveva spiegato che l’inflazione non doveva essere l’unico aspetto che conta nelle previsioni per la riunione BCE di maggio, visto che le condizioni finanziarie infatti si sono inasprite e che l’accesso al credito è diminuito per le famiglie e le imprese.

Anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, era orientato in questo senso. Chiedeva infatti una rivalutazione dei rialzi, alla luce anche delle nuove analisi dei dati sull’inflazione che sembrerebbe rientrare nell’obiettivo a piccoli passi. 

Visco ha dichiarato che le banche europee “vanno bene” ma il contagio è ancora un rischio: “ciò che conta è anche la situazione dei mercati finanziari. Se la situazione dei mercati finanziari si consolida e diventa più difficile per le famiglie e le imprese ottenere credito, bisogna tenerne conto. Di quanto [i tassi debbano aumentare] dipende molto da ciò che ci dice il contesto in questo momento”. 

La linea portata avanti nella riunione BCE di maggio ha rispecchiato le idee di altri membri del Consiglio direttivo per cui l’istituto non poteva permettersi di mettere un freno e diminuire il ritmo dei rialzi. 

Gediminas Šimkus, presidente della Banca di Lituania, aveva commentato che il caro vita è preoccupante anche considerando che gli effetti delle politiche monetarie saranno visibili sul lungo periodo. Il governatore suggeriva che l’inflazione potrebbe non aver ancora raggiunto il picco: “molti si chiedono quale sia… il tasso terminale? Ma le nostre decisioni vengono prese sulla base di vari dati, proiezioni macroeconomiche, dati finanziari ed economici in arrivo, non si tratta solo del numero dell’inflazione… Si tratta di tutta questa serie di dati, che formano la decisione”.

Anche Edward Scicluna, governatore della Banca Centrale di Malta, nelle sue previsioni per la riunione ha affermato che la BCE ha “ancora un po’ di strada da fare” nella sua lotta contro l’aumento dei prezzi.

Nella conferenza stampa che ha seguito la riunione BCE di maggio, Lagarde ha confermato che l’approccio dell’istituto rimane data driven. E che il mood del direttivo è stato quello della “determinazione a combattere l’inflazione” e che le decisioni sono discusse ma prese all’unanimità

Sono state confermate anche le politiche di quantitative tightening e l’interruzione degli investimenti obbligazionari. 

Crescita e inflazione

Non solo tassi di interesse, in occasione della riunione BCE del 4 maggio 2023 sono state discusse anche la crescita e l’inflazione dell’Eurozona calcolata sul CPI. In particolare sono state riviste in ottica positiva le previsioni sull’inflazione annua. L’economia dell’Eurozona è cresciuta meno del previsto nel primo trimestre dell’anno, ma i dati sulla disoccupazione hanno mostrato un miglioramento rispetto a marzo attestandosi al 6,5%. 

Sul tema della crisi delle banche, l’istituto ha spiegato che il sistema europeo è molto più forte di quello statunitense e che la situazione è monitorata costantemente. 
Un recente report dell’istituto ha mostrato che le banche hanno notevolmente ristretto l’accesso al credito, cosa che suggerisce  che l’aumento dei tassi d’interesse ha iniziato a pesare sull’economia reale. Ecco dunque quello che è successo durante la riunione BCE di maggio. Le previsioni sul nuovo aumento dei tassi si sono avverate con tutte le conseguenze per i cittadini.

Riunione Fed Maggio 2023: cos’è successo? Nuovi rialzi ma forse è l’ultima volta

Le news sul FOMC fanno ripartire il mercato crypto

Nuovo aumento dei tassi di interesse durante la riunione Fed di maggio. Cosa aspettarsi ora? Sarà l’ultima volta?

Le previsioni sul nuovo aumento dei tassi di interesse durante la riunione Fed, svolta da calendario per il 2 e 3 maggio 2023, si sono avverate. Nonostante il rialzo dei tassi di di 25 punti base deciso lo scorso marzo, la situazione economica degli Stati Uniti è ancora incerta. L’inflazione rimane alta (anche se in calo) e la crisi bancaria, con il fallimento di First Republic Bank degli ultimi giorni, non è ancora rientrata. Ecco cos’è successo durante la riunione Fed di maggio.

Riunione Fed maggio 2023: aumento dei tassi di interesse confermato

Durante la riunione del 2 e il 3 maggio 2023, la Fed ovvero la Banca Centrale degli Stati Uniti, si è espressa sui tassi di interesse decidendo un aumento di 25 punti base. Ora i tassi della Banca Centrale degli Stati Uniti si trovano nella fascia tra il 5% e il 5,25%. La politica monetaria hawkish di Powell non dà segni di cedimento, del resto nell’ultimo report pubblicato il 12 aprile 2023 l’istituto ha spiegato che “per quanto riguarda le prospettive di politica monetaria, le misure delle aspettative di mercato suggeriscono che il tasso sui federal funds raggiungerà un picco nel maggio 2023” per poi abbassarsi nei mesi successivi.  

In altre parole, era stata la stessa Fed a prevedere un nuovo possibile aumento dei tassi di interesse per la riunione di maggio 2023. Favorevole a nuovi aumenti  anche Loretta Mester, funzionaria della Fed di Cleveland, secondo la quale tutti i responsabili politici dovrebbero spingere i tassi di interesse ben oltre al 5% per quest’anno. I dati positivi sull’inflazione tra febbraio e marzo, un aumento solo dello 0,1%, non sono serviti ad ammorbidire i funzionari del FOMC che si sono espressi all’unanimità

Questa è la decima volta consecutiva che la Banca Centrale USA alza i tassi di interesse ma forse Powell ha in mente una pausa. Dopo quello che è successo durante la riunione Fed di maggio, secondo alcune interpretazioni del comunicato ufficiale messo a confronto con quello dello scorso marzo, questo aumento potrebbe essere l’ultimo. Infatti non viene già anticipata la possibilità di nuovi rialzi

Le decisioni della Federal Reserve sulla politica monetaria hanno un impatto sia sui mercati tradizionali, sia su quelli della nuova finanza digitale. In occasione di questi meeting i prezzi delle criptovalute possono variare e creare delle opportunità.

Monitora i mercati su Young Platform

Riunione Fed, cosa è successo oltre ai tassi di interesse 

Durante la riunione Fed di maggio, gli economisti hanno condiviso anche i dati su crescita, inflazione e mercato del lavoro. Come anticipato, lo stato del caro vita di marzo per gli Stati Uniti è risultato migliore delle aspettative. Il CPI, ovvero l’indice dei prezzi al consumo utilizzato per calcolare l’inflazione, si è attestato allo 0,1%. E i mercati, compreso quello delle criptovalute, hanno reagito bene: subito dopo la notizia Ethereum ha registrato un +6,42% e Bitcoin un +0,25%. 

Il mercato del lavoro rimane forte, “l’aumento dei posti di lavoro è stato robusto” arrivando a +296.000 (a marzo erano 142.000). L’inflazione rimane al 5%, ben al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale, Powell ha dichiarato ai giornalisti che: “l’inflazione si è moderata un po’ dalla metà dello scorso anno, tuttavia le pressioni inflazionistiche continuano ad essere elevate e il processo per riportare l’inflazione al 2% è ancora lungo”. L’indice ISM sui servizi è di 51,9 ad aprile (dato precedente: 51,2). 

Considerando il suo ultimo report, la Banca Centrale si aspetta che l’inflazione scenderà al 2,8% nel 2023. E che alla fine dell’anno inizierà una lieve recessione che sarà recuperata nel giro di due anni. Inoltre il PIL rimarrà sotto le stime anche per il 2024, mentre la disoccupazione aumenterà all’inizio dell’anno prossimo. Non ci resta che scoprire se le aspettative verranno confermate. 


Quello che è successo durante l’ultima riunione Fed di maggio non è stato un fulmine a ciel sereno. Il rialzo dei tassi di interesse era stato previsto dalla maggior parte degli esperti e la Banca Centrale ha agito senza sorprese. Cosa succederà ora? L’emergenza bancaria rientrerà? I mercati inizialmente hanno reagito bene, incoraggiati dalla comunicazione più morbida ma la preoccupazione rimane e gli indici sono presto scesi.

Intanto oggi pomeriggio aspettiamo la conferenza stampa della BCE e vedremo se anche per l’Eurozona le previsioni restrittive saranno confermate come accaduto in sede di riunione Fed.

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