Legge di bilancio 2024: cosa prevede?

Legge di bilancio 2024: cosa prevede?

La legge di bilancio 2024 è stata approvata il 16 ottobre. Cosa prevede il documento?

Cosa prevede la legge di bilancio 2024? Il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra proposta dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. Il documento, che deve ancora passare il vaglio di Camera e Senato, è stato redatto, secondo l’esecutivo, in modo coerente con il periodo delicato che il mondo sta vivendo. L’alto tasso di inflazione, l’aumento dei costi dell’energia e l’incertezza causata dal conflitto russo-ucraino e dalla crisi mediorientale stanno impattando su tutti gli stati.

La risposta economica fornita dall’esecutivo Meloni, che ha un costo complessivo di 28 miliardi di euro, sarà sufficientemente forte? Scopri cosa prevede la legge di bilancio 2024 e da dove proviene il denaro stanziato per applicarla.

Legge di Bilancio 2024: cosa prevede?

Come anticipato, il disegno della manovra proposto dal ministro Giorgetti e approvato dal governo vale complessivamente 28 miliardi di euro e si concentra prevalentemente su: cuneo fiscale, aliquote IRPEF, sanità e pensioni. Al suo interno però compaiono non soltanto misure volte a sostenere i cittadini, ma anche qualche iniziativa per le imprese. Ma non perdiamoci in chiacchiere e vediamo cosa prevede la legge di bilancio 2024.

Taglio del cuneo fiscale

All’interno della legge di bilancio viene estesa anche al 2024 la misura che prevede il taglio del cuneo fiscale, già attuata nel 2023. Questa ridurrà del 7% i contributi previdenziali di chi guadagna meno di 25.000€ all’anno e del 6% di chi ne percepisce meno di 35.000€. Secondo le stime circa 14 milioni di italiani guadagneranno, in media, 100€ in più al mese.

Nuove aliquote IRPEF

Dall’anno prossimo si pagheranno anche meno imposte sui redditi, dato che il governo intende eliminare la seconda aliquota IRPEF, quella del 25%. Fino ad ora la legge prevedeva che l’aliquota da applicare ad un reddito lordo imponibile compreso tra 15.000€ a 28.000€ fosse del 25%, mentre, se la legge verrà approvata, si applicherà anche a questa fascia quella del 23%. In altre parole, i primi due scaglioni di reddito verranno accorpati.

Restando in tema imposte, ti ricordiamo che il termine ultimo per la dichiarazione dei redditi scade alla fine di novembre. Al suo interno è obbligatorio inserire anche le criptovalute che possiedi. Se possiedi delle crypto e vuoi semplificarti la vita ed evitare il mal di testa da dichiarazione, c’è il nostro Report Fiscale. Inoltre puoi anche richiedere una consulenza con i nostri  professionisti grazie al portale che connette utenti e commercialisti.

Dai un’occhiata al Report Fiscale!

Imprese e Pubblica Amministrazione

Tra le misure contenute all’interno della legge di bilancio 2024 ce n’è anche qualcuna che riguarda le imprese. In particolare, è prevista una “maxi-deduzione” dell’IRES per le aziende che si impegnano ad assumere lavoratori a tempo indeterminato

All’atto pratico verrà incrementato l’imponibile dei contratti a tempo indeterminato del 20% per tutti e del 30% per le donne di qualsiasi età con almeno due figli minorenni, e per gli individui che rispettano i requisiti degli incentivi per i giovani under 36. Infine, il governo intende anche stanziare 5 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti dei dipendenti della pubblica amministrazione.

Sanità

Cosa prevede la legge di bilancio 2024 sul fronte sanità? Gli investimenti nel settore  cresceranno di 3 miliardi di euro rispetto a quanto previsto. Tra le varie misure è prevista l’introduzione di indennità per medici e personale sanitario impiegato nella riduzione dei tempi di attesa

Pensioni

Se alcuni lavoratori, grazie al taglio del cuneo fiscale e alla modifica delle aliquote IRPEF, guadagneranno di più, altri lavoreranno più a lungo. L’opzione per il pensionamento Quota 103 diventerà, se la legge di bilancio 2024 verrà approvata da Camera e Senato, Quota 104. Potranno andare in pensione quei lavoratori che hanno almeno 63 anni di età e hanno versato contributi per 41 anni. 

Le altre politiche previste

La legge di bilancio 2024 contiene anche altre misure che non rientrano in nessuna delle categorie precedenti. Per esempio, l’iscrizione all’asilo nido per il secondogenito sarà gratuita, il canone Rai che passerà da 90 a 70€ all’anno e il Belpaese dirà definitivamente addio al Superbonus. Un’agevolazione fiscale che prevedeva la detrazione del 110% delle spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica.

Da dove proviene il denaro stanziato per queste misure?

Ma da dove verranno presi i 28 miliardi necessari per attuare la legge di bilancio 2024? Buona parte della manovra sarà finanziata attraverso l’emissione di altro debito pubblico, in particolare le misure volte a ridurre il cuneo fiscale e le aliquote IRPEF. 

Inoltre, verrà applicata una flat tax sulle multinazionali, che si vedranno tassate al 15% se fatturano almeno 750 milioni di euro. Infinite, come al solito, si cercherà di stringere la cinghia da qualche altra parte. È prevista una spending review di 2 miliardi che ridurrà il budget ministeriale totale del 5%
Ecco, dunque, cosa prevede la legge di bilancio 2024, che, come anticipato, deve però ancora passare il vaglio di Camera e Senato. Continua a leggere il nostro blog per scoprire se ci saranno modifiche al documento o verrà approvato in questa forma.

Binance: stop all’acquisizione di nuovi clienti nel Regno Unito

Binance news: stop all’acquisizione di nuovi clienti nel Regno Unito

Preoccupanti news per Binance; per ora non può più accettare nuovi clienti nel Regno Unito

Secondo le ultime news su Binance, l’exchange ha sospeso l’accettazione di nuovi utenti dal Regno Unito. Questa decisione, i cui effetti dovrebbero essere temporanei, è stata presa dopo che la Financial Conduct Authority (FCA) ha imposto restrizioni a Rebuilding Society un partner britannico.

Scopri le ultime news su Bilance. iuscirà l’azienda leader del settore crypto a continuare ad offrire i suoi servizi nel Regno Unito? Come si evolverà la situazione in Europa, visto che dal 25 settembre, a causa della sospensione della collaborazione con il provider bancario Paysafe, i clienti dell’exchange non possono più depositare attraverso bonifico SEPA?

Binance news: obbligato a sospendere i servizi in UK

Secondo le ultime news, Binance è attualmente alla ricerca di una nuova società autorizzata dall’autorità di vigilanza finanziaria britannica, con la quale collaborare. Fin quando non lo troverà non potrà continuare a fornire i suoi servizi al di là della manica. L’oggetto dell’ennesima controversia che colpisce l’exchange è ha a che fare, questa volta, con le iniziative per la promozione dei suoi servizi. 

La FCA ha introdotto delle nuove normative sul marketing aziendale, che consentono alle società di pubblicizzare i propri servizi solo se da lei stessa approvati. Gli utenti attualmente attivi potranno continuare ad utilizzare l’exchange a condizione che abbiano compilato due documenti: la “dichiarazione dell’investitore” e il “test di idoneità”.

I problemi di Binance con i suoi provider

Quest ultime news su Binance sanciscono anche la fine della collaborazione tra Rebuilding Society e l’exchange, iniziata poco più di una settimana fa, il 6 ottobre per la precisione. Un portavoce della società ha dichiarato: “Binance ha investito una quantità enorme di tempo e risorse per garantire che la sua filiale britannica sia in grado di conformarsi ai dettagliati requisiti della FCA. Abbiamo implementato tutte le restrizioni necessarie per gli utenti del Regno Unito e ci siamo affidati a una società autorizzata dalla Financial Conduct Authority, Rebuildingsociety.com Limited, al fine di adempiere ai nostri obblighi”.

Quella con Rebuilding Society non è l’unica collaborazione che Binance ha dovuto forzatamente terminare. Paysafe, l’ormai ex provider bancario europeo dell’exchange sta gradualmente sospendendo i suoi servizi. In Europa non offre più la possibilità di depositare attraverso bonifico SEPA dal 25 settembre, mentre dal 31 ottobre, gli utenti non potranno più convertire i saldi euro in criptovalute. Resteranno però attivi sull’exchange i servizi di acquisto e vendita tramite carta.

Secondo le ultime news, Binance concluderà progressivamente la sua collaborazione con Paysafe ed è quindi alla ricerca di una nuova società con la quale collaborare.

L’ETF Spot su Bitcoin è stato davvero approvato?

ETF Bitcoin news: non è ancora stato approvato

Bitcoin è esploso a rialzo in seguito ad una news che comunicava l’approvazione dell’ETF Spot di BlackRock

La news sull’ETF di Bitcoin di questo pomeriggio è falsa. Il prezzo di BTC è esploso, pochi minuti fa, in seguito alla diffusione di una fake news da parte dei Cointelegraph, che ha successivamente modificato e poi eliminato il post che la conteneva.

Nonostante questo però, molti analisti sono convinti che le varianti spot dell’ETF su Bitcoin verranno approvati entro gennaio, con quella proposta da BlackRock che farà da spartiacque. Cosa è successo nel pomeriggio di oggi? Come ha influito la news sugli ETF su Bitcoin sul suo prezzo?

ETF Bitcoin: cosa è successo?

La news riguardante l’ETF su Bitcoin si è dimostrata falsa. La notizia, postata su X da Cointelegraph, una delle più famose testate del settore, è stata smentita proprio dal fondo di investimenti americano. Cointelegraph, per correre al riparo dalla gaffe, ha inizialmente modificato il post e poi lo ha eliminato.

Sebbene qualcuno abbia riportato la news senza sincerarsi della sua veridicità, in molti hanno preferito attendere ed effettuare tutte le verifiche necessarie. Non è la prima volta che la testata, forse per pubblicare prima di altri competitor, pubblica notizie non confermate. In ogni caso tutti i crypto enthusiast hanno avuto un assaggio di quello che potrebbe succedere quando gli ETF spot su Bitcoin verranno davvero approvati.

Nei minuti successivi la testata si è scusata con la sua community, informandola di aver iniziato un’indagine interna per trovare il responsabile dell’accaduto.

Come si è mosso il prezzo di Bitcoin in seguito alla news sugli ETF?

Dopo la pubblicazione della news sull’ETF su Bitcoin il prezzo della crypto è esploso a rialzo. In pochi secondi è passato da 27.700$ a 30.000$. Nei minuti successivi poi, probabilmente a causa dei primi sospetti sulla notizia diffusa da Cointelegraph, BTC ha velocemente perso i livelli di prezzo conquistati ed è tornato in zona 28.000$. Il prezzo di Bitcoin ha registrato un +7% in meno di dieci minuti, durante questo movimento repentino sono stati liquidati circa 71 milioni di dollari.

Quanto accaduto oggi in seguito alla fake news sul Bitcoin ETF ci dimostra che è sempre rischioso agire basandosi sulle notizie di mercato. Se intendi detenere BTC puoi valutare di comprare utilizzando l’acquisto ricorrente, in questo modo la volatilità non intaccherà il valore del tuo portafoglio.

Processo a Sam Bankman-Fried: la testimonianza di Caroline Ellison

Caroline Ellison condannata

Caroline Ellison, ex CEO di Alameda Research, svela i retroscena del caso FTX durante il processo a Sam Bankman-Fried

Nel processo a Sam Bankman-Fried, la figura centrale di questi giorni è Caroline Ellison. La ventottenne, oltre ad essere l’ex CEO di Alameda Research, il fondo strettamente legato a FTX, è anche l’ex fidanzata di SBF.

Sebbene l’ex CEO di FTX continui a dichiararsi innocente, la Ellison, durante il primo interrogatorio, ha ammesso di aver frodato i clienti di FTX insieme al suo ex fidanzato e ad altre persone. Ha poi aggiunto che è stato proprio l’imputato del processo, Sam Bankman-Fried, a creare il sistema che lei utilizzava per spostare il denaro tra i conti di Alameda e FTX.

La testimonianza di Caroline

Durante il processo a Sam Bankman-Fried è stata ripercorsa, in breve, la storia di Caroline Ellison ad Alameda Research. Nel 2018, anno in cui è stata assunta, il fondo di investimenti ha registrato gravi perdite che lo hanno obbligato a richiedere in prestito grandi quantitativi di denaro. Tale decisione è stata presa da SBF, consapevole, secondo Caroline, di non riuscire a ripagare tutti i creditori contemporaneamente. Insomma, l’ex CEO di FTX, ha esposto Alameda Research al rischio di bancarotta già dal 2018.

Negli anni successivi Sam Bankman-Fried avrebbe poi provato ad irrobustire il fondo tramite il lancio del token FTT, di cui possedeva oltre il 60% della fornitura totale. Dal 2021 in poi, quando FTT è stato interessato da un movimento rialzista esplosivo, che ha portato il prezzo da pochi centesimi a decine di dollari, i conti di Alameda sono tornati, sulla carta, di nuovo “sani”. Insomma, il fondo di investimenti sembrava, almeno in apparenza, inattaccabile.

La fine di FTX

All’interno del processo a Sam Bankman-Fried, Caroline Ellison ha poi identificato il punto di svolta che ha portato al fallimento di FTX. Secondo le sue dichiarazioni, il declino è iniziato a Giugno 2022, quando, durante il crollo di mercato, molte aziende crypto hanno iniziato a chiedere ad Alameda di saldare i suoi debiti. Caroline racconta che in quel periodo SBF le avrebbe ordinato di utilizzare i fondi dei clienti di FTX per ripagare i creditori e che erano entrambi consapevoli della truffa che stavano commettendo. La situazione è peggiorata quando Genesis, uno dei principali creditori di Alameda, ha chiesto di vedere il bilancio del fondo e Sam Bankman-Fried ha deciso di utilizzare altri fondi degli utenti per “drogare” la situazione finanziaria della società.

Durante il processo a Sam Bankman-Fried, Caroline Ellison ha anche dichiarato che Alameda ha continuato ad utilizzare, a piacimento, i fondi degli utenti di FTX, anche nei mesi successivi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’invio di un bilancio a Coindesk, in cui si appurava che gran parte del capitale in possesso del fondo era in token FTT. Sono queste le rivelazioni che hanno convinto Binance e il suo CEO CZ a vendere tutti i token di FTX in possesso dell’exchange.

Infine, la Ellison ha dichiarato che SBF stava gestendo personalmente la situazione, impartendo ordini a lei e a tutti gli altri attori coinvolti. Grazie alle dichiarazioni rilasciate durante il processo a Sam Bankman-Fried di questa settimana, il caso FTX diventa sempre più chiaro. L’udienza non si è ancora conclusa; seguite il nostro blog per conoscere gli sviluppi futuri.

Bonifico istantaneo: come fare e quali sono i costi? Una guida

ragazza con carta di credito e cellulare in mano

Come fare un bonifico istantaneo, quali i costi e in che modo effettuare l’operazione senza sbagliare? Nonostante il procedimento sia ormai disponibile da diverso tempo, queste domande tornano spesso a galla, soprattutto fra coloro che non hanno mai avuto modo di inviare o ricevere denaro tramite la suddetta operazione. 

Ecco dunque una guida semplice per chiarire i costi, le modalità di esecuzione e tutte le caratteristiche da conoscere. 

Bonifico istantaneo: cos’è

Prima di entrare nel dettaglio della questione, di parlare di costi e di spiegare come fare un bonifico istantaneo vale la pena di chiarire cos’è. Con questi termini si definisce quel trasferimento di denaro da un conto corrente all’altro con disponibilità immediata dei fondi da parte del beneficiario. 

In altre parole, come emerge anche dal nome dell’operazione, i soldi vengono trasferiti immediatamente, anche nel giro di pochissimi secondi, dal conto del mittente a quello del destinatario. 

Il nome ufficiale e tecnico dell’operazione è SEPA Instant Credit Transfer (SCT Inst), ossia un trasferimento di credito istantaneo nell’area SEPA, Single Euro Payments Area, in cui le transazioni devono rispettare standard uniformi.

Come fare un bonifico istantaneo

Come molti avranno già intuito, le modalità di esecuzione dell’operazione variano a seconda del proprio fornitore di servizi di pagamento (o in generale della propria banca). In linea di massima, però, ci sono degli step da seguire per poter portare a termine il procedimento che, ricordiamo, può essere effettuato sia presso uno sportello fisico della propria filiale sia tramite home banking (ove supportato).

Innanzitutto bisogna assicurarsi che proprio il fornitore supporti e aderisca a questo servizio. Poi bisogna ovviamente sincerarsi di possedere sul proprio conto (dunque quello del mittente) tutta la somma che si è intenzionati ad inviare per evitare il blocco dell’operazione. 

Poi bisogna essere in possesso dell’IBAN del destinatario, che dovrà essere comunicato all’operatore di sportello o inserito direttamente sul sito o sull’app che si utilizza. Vale la pena di ricordare che molto spesso i servizi di home banking possono chiedere una nuova conferma della volontà di effettuare un bonifico istantaneo e non ordinario per cui in quel caso occorre sempre accettare nuovamente.

Una volta inserito l’IBAN, l’importo e la causale (dunque nulla di nuovo rispetto alle operazioni standard), basterà procedere al trasferimento dei fondi che nel giro di pochi secondi o minuti saranno disponibili sul conto del beneficiario. Ecco dunque come fare un bonifico istantaneo in pochi, semplici passi. 

Costi 

I costi del bonifico istantaneo variano a seconda del provider di servizi bancari/finanziari da noi scelto. Tramite l’app di Poste Italiane, ad esempio, l’operazione viene a costare 1€, oltre all’ulteriore euro richiesto per l’operazione di base per un totale di 2€. 

Su UniCredit invece si segnalano costi di 2,5€, mentre csu Banca Sella 2,3€. Intesa San Paolo, ancora, ha una commissione equivalente al costo del bonifico ordinario più lo 0,04% dell’importo trasferito. 

Ogni banca, insomma, ha i propri costi di gestione del bonifico istantaneo per cui, se si vuole essere sicuri di quanto verrà addebitato, chiamare direttamente il proprio provider e chiedere l’informazione è la scelta migliore. Nella maggior parte dei casi, però, non ci sono sorprese e tutti i costi sono esplicitati nella pagina di conclusione dell’operazione. 

Vantaggi del bonifico ordinario

Quel che è emerso in questa piccola guida è che il bonifico istantaneo ha le stesse modalità di esecuzione di quello ordinario. Le differenze però sono notevoli. 

Non soltanto infatti il trasferimento istantaneo si verifica effettivamente nel giro di pochi secondi, ma l’operazione è altresì disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nel caso del bonifico ordinario, invece, essa viene elaborata e gestita soltanto nei giorni feriali.

La velocità di esecuzione, dunque, è senza dubbio il punto di forza di queste operazioni, in un mondo in costante movimento e perenne corsa, in cui le persone si aspettano che le transazioni avvengano istantaneamente. 

La flessibilità e la sicurezza, poi, sono altri due aspetti fondamentali che portano a prediligere i bonifici istantanei, che possono essere effettuati in qualsiasi momento e ovunque, grazie all’uso diffuso di dispositivi mobili e connessioni internet, il tutto tramite tecniche avanzate di crittografia e sicurezza per proteggere le transazioni, riducendo il rischio di frodi e accessi non autorizzati.

Questo tipo di operazioni, dunque, pare condividere molto con il mondo delle criptovalute, le quali consentono ai titolari di effettuare transazioni dirette senza la necessità di intermediari come banche o istituzioni finanziarie tradizionali. Le operazioni crypto sono solitamente veloci e possono essere considerate equivalenti a un bonifico istantaneo, ma con una struttura decentralizzata e senza confini geografici. Scopri di più su questo mondo e su come sfruttare tutte le sue potenzialità!

Guerra in Israele: le possibili conseguenze economiche

L'impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin

L’attacco di Hamas di sabato e la risposta di Israele hanno scosso i mercati finanziari. Ma con quali conseguenze?

Quali sono le conseguenze economiche della guerra in Israele? Nel fine settimana si è riacutizzato un conflitto che dura da più di un secolo. Le forze di Hamas, il movimento militare islamico che attualmente controlla la Palestina, hanno sferrato un feroce attacco ad Israele che ha colpito anche tantissimi civili. Nelle ore successive è arrivata poi la risposta del leader israeliano Benjamin Netanyahu che ha dichiarato vendetta annunciando il pugno di ferro.

Senza entrare nel merito politico della questione, analizziamo le possibili conseguenze economiche della guerra in Israele, in particolare sul prezzo del gas naturale e del petrolio e quindi su carburante e bollette.

Conseguenze economiche della guerra: l’impatto sui mercati 

All’apertura dei mercati statunitensi all’inizio della settimana, gli investitori hanno risposto con prontezza ai catastrofici eventi di Israele. Inizialmente i prezzi del petrolio greggio, dell’oro e del dollaro statunitense sono aumentati significativamente. Nel corso dei giorni successivi poi, il valore di questi asset si è stabilizzato. 

Il gas naturale è l’unica commodity il cui prezzo sta, per ora, crescendo in modo anomalo e nei giorni successivi all’attacco di Hamas a Israele, ha subito un incremento del 5%. Questo probabilmente perché una grande percentuale del gas utilizzato nel mondo proviene dal Medio Oriente o dal Nord Africa, in particolare da Iran, Arabia Saudita, Qatar e Algeria.

Tuttavia, anche per il petrolio, non è detta l’ultima parola. La situazione potrebbe complicarsi se i maggiori produttori di oro nero del medio oriente decideranno di agire come hanno fatto durante la guerra dello Yom Kippur del 1973. In quel frangente i paesi arabi dell’OPEC (l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) alzarono “artificialmente” il prezzo del greggio e interruppero le forniture ai paesi filoisraeliani. Se l’Iran, settimo produttore al mondo con 3,3 milioni di barili al giorno, dovesse attuare la stessa misura, il prezzo potrebbe salire vertiginosamente.

Oltre a gas e petrolio, a subire le conseguenze economiche della guerra in Israele sono state le compagnie aeree. I titoli di Delta, United e American Airlines, International Airlines Group (proprietaria di British Airways) e Lufthansa, sono stati vittima di un movimento ribassista. Gli investitori, per proteggersi dalle conseguenze economiche del conflitto, si stanno mettendo al riparo. L’oro, il metallo prezioso e il bene rifugio per eccellenza, ha registrato un +7% dall’inizio della guerra in Israele.

I probabili sviluppi economici della guerra in Israele

Per analizzare le conseguenze economiche della guerra in Israele bisogna aspettare la fine del conflitto, che però probabilmente non cesserà a breve. Secondo il primo ministro questo sarà “lungo e difficile”, e quindi profondamente diverso da quello del 2021, durato 11 giorni. Il Medio Oriente oggi è più instabile e gli Accordi di Abramo firmati nel 2020 da Israele, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco, difficilmente verranno estesi ad altri paesi.

Per ora, l’oscillazione del valore di materie prime e obbligazioni non è catastrofica e il cambio tra il dollaro e lo shekel, la moneta israeliana, è passato da 3,85 a più di 4$, registrando un aumento del 4%. Inoltre, la Banca d’Israele ha annunciato di avere 30 miliardi di dollari pronti per proteggere la sua valuta. Inoltre potrebbe decidere di aumentare i tassi di interesse se si trovasse costretta a fronteggiare un forte incremento dell’inflazione.

In ogni caso è ancora presto per valutare le conseguenze economiche della guerra in Israele, dato il grandissimo numero di attori in gioco, lo scenario politico e macroeconomico potrebbe capovolgersi in ogni momento.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro.


L’agenzia per la protezione dei consumatori statunitense regolerà le crypto?

Regolamentazione crypto: nuove regole dalla CFBP?

La CFBP, l’organizzazione che si occupa della protezione dei consumatori negli USA, sta considerando una nuova regolamentazione per gli scambi in crypto

Nuove disposizioni in arrivo per la regolamentazione crypto negli USA? Il direttore del CFPB (Consumer Financial Protection Bureau), l’organizzazione che si occupa della protezione dei consumatori negli Stati Uniti d’America, ha dichiarato che l’agenzia sta valutando di adottare delle misure già esistenti per i mercati finanziari tradizionali anche al mercato dei crypto.

Nello specifico l’ETFA (Electronic Fund Transfer Act), un regolamento dedicato alla protezione degli utenti che effettuano scambi di denaro digitali. Il direttore del CFPB, Rohit Chopra, ha dichiarato: “queste misure permetterebbero di limitare gli attacchi informatici, gli errori e i trasferimenti non autorizzati”. Scopri tutto su questo importante tema, dato l’aumento vertiginoso degli attacchi hacker che sono stati il 150% rispetto all’anno scorso.

ETFA esteso al settore crypto: cosa succederà?

Cosa succederà se questo regolamento che, per ora, disciplina soltanto le transazioni in valuta FIAT verrà esteso anche al settore delle criptovalute? Che misure dovranno adottare le piattaforme che offrono crypto asset negli States e di quali vantaggi godranno gli utenti? 

Innanzitutto, se ciò accadrà, verranno richieste più informazioni e maggior trasparenza sugli asset detenuti e su ogni singola transazione alle società che operano nel settore. Inoltre, gli utenti, nel caso in cui si verifichino transazioni non autorizzate dal proprio conto, saranno maggiormente tutelati. Insomma, le transazioni crypto sarebbero regolamentate esattamente nello stesso modo di quelle processate attraverso carte di debito o bonifico bancario, o almeno questo è l‘obiettivo della CFPB.

Non è ancora chiaro come queste regole possano essere applicate ai mercati delle criptovalute, ma Rohit Chopra ha dichiarato che l’agenzia esaminerà il ruolo delle piattaforme non bancarie del settore per assicurarsi che siano sicure e protette.

Se detieni delle crypto e vuoi essere al 100% sicuro di star agendo in modo conforme alle normative vigenti, puoi prenotare un incontro con un commercialista specializzato in questo settore.

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Regolamentazione crypto: facciamo il punto

Nell’ultimo anno, la regolamentazione delle criptovalute è stato uno degli argomenti più caldi. I diversi paesi e le organizzazioni sovranazionali stanno affrontando in modo estremamente diverso questo settore, dal punto di vista normativo. In Gran Bretagna, per esempio, sono stati introdotti nuovi regolamenti che hanno costretto gli exchange a interrompere le attività o ad aggiornare tempestivamente i loro processi. I regolatori canadesi, invece, stanno valutando un modello ad hoc per la gestione delle crypto attività molto simile al MiCA, il regolamento dell’UE, con un’attenzione particolare alle stablecoin e alla loro emissione. 

Insomma, le ultime dichiarazione dell’agenzia per la protezione dei consumatori degli Stati Uniti potrebbe essere una svolta per la situazione regolamentativa americana. Se in Europa si intravedono già regolamenti specifici per questo settore la situazione negli States è caratterizzata da cause legali tra i regolatori, in particolar modo tra la SEC, e le aziende dell’industria.

Le criptovalute in azienda: contabilità e aspetti fiscali per il 2023

tasse crypto aziende

La Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022) ha chiarito alcune definizioni e pratiche fiscali. Ecco cosa cambia per le aziende che hanno abbracciato il settore criptovalute

Con la normativa in vigore per l’anno fiscale 2023, il focus è stato posto soprattutto sulle persone fisiche e le pratiche più comuni. 

In realtà le principali novità della legge ricadono anche sulla fiscalità aziendale: soprattutto a partire dal 2020 sono state sempre di più le società che hanno scelto di abbracciare il settore crypto in diversi modi. Da quelle che hanno già accettato pagamenti in crypto, a quelle che hanno deciso di orientarsi verso l’investimento in cripto-attività come Bitcoin o gli NFT, fino a quelle che hanno optato per l’integrazione della blockchain stessa nei loro servizi. 

Dunque come devono comportarsi queste aziende relativamente alle proprie cripto-attività? Ecco tutte le informazioni aggiornate al 2023.

Clicca sul seguente link per la Guida completa alla tassazione delle criptovalute in Italia

Criptovalute in azienda: la contabilizzazione in bilancio 

Per quanto riguarda la classificazione e contabilizzazione delle cripto-attività in ambito aziendale, non esistono ancora norme nazionali. Di conseguenza si fa riferimento ai principi contabili internazionali, e in particolare all’IFRS o IAS (International Accounting Standard).

Secondo l’interpretazione fornita dall’IFRS Interpretation Committee, le criptovalute “native”, quali Bitcoin ed ether non possono essere considerate né valute né strumenti finanziari.

Una diversa definizione, però, può essere utilizzata per alcune stablecoin, e in particolare per quelle collateralizzate da valute fiat o RWA riscattabili. Tali cripto-attività sembrano infatti soddisfare la definizione di strumento finanziario, sia secondo i principi IAS/IFRS, in quanto rappresenterebbero a tutti gli effetti un diritto contrattuale a riscattare la liquidità soggiacente.

In base a questi principi, le criptovalute vanno inserite sotto due voci: beni immateriali e rimanenze. 

I beni immateriali sono quelle attività che possono essere trasferite, date in licenza, vendute o scambiate in maniera indipendente; e quelle attività che derivano da diritti contrattuali o legali.

Le cripto-attività invece costituiscono rimanenze se sono destinate alla vendita.

Per quanto riguarda le stablecoin, è possibile che le imprese scelgano di classificarle in modo diverso in base alla loro valutazione dei rischi e dei benefici associati a tale classificazione. Quindi possono essere inserite come strumenti finanziari, secondo quanto argomentato sopra, oppure come rimanenze di strumenti finanziari se non sono ancora state contabilizzate come ricavi.

A questo punto resta da chiedersi se questi beni siano fiscalmente imponibili, e in che modo. A rispondere interviene l’articolo 32 della Legge di Bilancio del 2023.

Le imposte societarie sulle cripto-attività

Nell’ambito societario, le due imposte a cui sono soggette le imprese sono l’IRES e IRAP, rispettivamente l’Imposta sul Reddito delle Società e l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.

Dalla normativa più recente si evince che la variazione nel valore delle cripto-attività non influisce sull’imponibile ai fini IRES e IRAP. La questione è diversa però quando si parla di plusvalenze. Infatti, “resta fermo che nel momento in cui le cripto-attività sono permutate con altri beni (incluse altre cripto-attività) o cedute in cambio di moneta avente corso legale, la differenza tra il corrispettivo incassato e il valore fiscale concorre alla formazione del reddito di periodo“.


In altre parole, fintantoché le cripto-attività in questione rimangono tali, e sono semplicemente custodite dall’azienda, non sono soggette a queste due tasse nonostante le loro variazioni di prezzo sul mercato.

Facciamo un esempio. Se la tua azienda ha acquistato 1 Bitcoin il 1 Febbraio, per un controvalore di 26.000€, al 31 Dicembre successivo il prezzo è diventato di 30.000€. Questo aumento di valore non è da considerarsi una plusvalenza se dal 1 Febbraio al 31 Dicembre 1 BTC è rimasto 1 BTC. Lo stesso vale nel caso il prezzo fosse diminuito: non sarebbe da considerarsi una minusvalenza realizzata.

Attenzione, ciò non toglie che le cripto-attività detenute non debbano essere incluse nel bilancio aziendale. Anche quelle che non hanno generato plusvalenze, vanno dichiarate e rese visibili all’Agenzia delle Entrate.

Quali sono invece i casi di impiego delle cripto-attività che possono risultare in plusvalenze, e che quindi valgono ai fini della tassazione IRES e IRAP?

  • Trasformazione in altri beni, ossia utilizzo di questi asset per qualsiasi acquisto
  • Trasformazione in NFT o altre cripto-attività;
  • Permuta in valuta fiat;
  • Utilizzo nello staking.

In tutti questi casi le eventuali plusvalenze o minusvalenze realizzate durante l’anno fiscale andranno a cumularsi con il reddito d’impresa.

Quanto spiegato in questo articolo riguarda le pratiche generali a cui le aziende che si sono avvicinate alle criptovalute devono porre attenzione, tuttavia non si esclude la possibilità di rivolgersi a un commercialista specializzato per analizzare il singolo caso da vicino ed evitare di incorrere in future sanzioni dannose per l’impresa. Se vuoi potrai chiedere supporto direttamente su Young Platform, nel nuovo portale dedicato, pensato per metterti in contatto diretto con i professionisti del settore.

Nel frattempo, la Legge di Bilancio del 2024 non ha introdotto alcuna novità in materia di criptovalute. Si attendono quindi maggiori specificazioni sulle definizioni e sugli aspetti contabili da parte dei governi.

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Cosa sta succedendo a Metro Bank?

Metro Bank news: le azioni crollano del 29%

Sospeso il trading su Metro Bank: le azioni sono crollate del 29% in un giorno

News preoccupanti per Metro Bank, giovedì 5 ottobre le azioni della banca inglese sono crollate  del 29% dopo che il trading su queste stock è stato interrotto a causa di un picco inaspettato dei volumi. La banca sta cercando di raccogliere fino a 600 milioni di sterline per sopravvivere.

Dal 2016 ad oggi, anno in cui l’istituto di credito si è quotato alla borsa di Londra, le sue azioni hanno perso il 98%. Ecco le ultime news su Metro Bank, cosa ha provocato la crisi? Riuscirà a risollevarsi?

La storia della banca londinese

Non solo le ultime news su Metro Bank ma, in generale, la storia recente della banca londinese è stata travagliata. L’istituto di credito è nato nel 2010 come alternativa alle più blasonate e tradizionali Barclays, NatWest e Lloyds Banking Group. Fin dall’inizio della sua avventura Metro Bank ha avuto diversi problemi; alcuni connessi alla regolamentazione dei suoi servizi e altri sorti in seguito ad errori contabili.

La banca si distingue dagli altri grandi istituti di credito britannici per i suoi servizi di depositi al dettaglio e per le sue filiali in cui sono presenti le cassette di sicurezza. Il patrimonio netto di Metro Bak è di circa 21 miliardi di sterline, mentre il denaro depositato sui suoi conti dai cittadini a giugno era di 15,5 miliardi.

Nonostante sia un istituto di credito relativamente piccolo rispetto ai colossi britannici possiede 76 filiali e punta ad aprirne altre 11 nei prossimi mesi. Il recente aumento dei tassi di interesse però, ha messo in difficoltà la banca, visto che i costi dei finanziamenti sui depositi sono schizzati alle stelle. Le ultime news su Metro Bank possono essere la goccia che farà traboccare il vaso e la verso il baratro? 

Metro Bank news: cosa è successo?

Veniamo ora alla news su Metro Bank delle ultime ore. Nella giornata di giovedì le sue azioni sono crollate del 29% dopo che il trading su queste stock era stato interrotto a causa di un picco di volumi di vendita. Lo sciame di sell order potrebbe essere stato causato dalla volontà dell’istituto di credito di raccogliere 600 milioni di sterline tramite l’emissione di obbligazioni.

Il titolo di Metro Bank ha perso più del 98% da quando è stata quotata in borsa nel 2016, e ora la sua valutazione è di soli 65 milioni di sterline. Come se non bastasse il Prudential Regulation Authority, l’ente che si occupa di regolare l’attività delle banche in Gran Bretagna, ha lasciato intendere che difficilmente le permetterà di utilizzare i propri modelli di rischio interni per la richiesta di mutui.

Per questo motivo i requisiti patrimoniali dell’istituto di credito diventeranno più stringenti, in poche parole gli sarà richiesto più capitale per portare i coefficienti patrimoniali a “livelli sostenibili”. L’unico modo che la banca ha per risolvere questa situazione è una raccolta fondi o vendere una parte del suo portafoglio di mutui, e dalle ultime news sembra ci siano già delle trattative in atto per procedere con quest’ultima opzione.

Insomma, le ultime news riguardanti Metro Bank hanno minato la fiducia di molti investitori, i quali hanno preferito incassare la perdita e liberarsi delle azioni, causando il crollo del prezzo.

FTX si prepara a vendere più di 3 miliardi in criptovalute. Le ultime news

FTX news: l’exchange venderà più di 3 miliardi di crypto

News su FTX: l’exchange deve liberarsi di una grande quantità di crypto in suo possesso per rimborsare, in parte, i clienti colpiti dal crollo. In che modo le venderà?

Secondo le ultime news, FTX, l’exchange che ha dichiarato bancarotta a novembre 2022, deve ancora vendere circa 3,4 miliardi di dollari di criptovalute. Il ricavato in dollari verrà utilizzato per rimborsare, anche se soltanto in parte, i clienti colpiti dal crollo.

Restano però ancora molti dubbi da chiarire: in che modo venderà la grande quantità di crypto che ancora possiede? Che impatto avrà questa vendita sul mercato? Quanto denaro verrà rimborsato ai clienti truffati?

Da dove deriva e cosa prevede la decisione?

Le news su FTX che annunciano il “via libera” alla liquidazione delle crypto custodite dall’exchange sono reali. La vendita di token è stata decisa dal tribunale fallimentare del Delaware che ha approvato la vendita degli asset digitali il 13 settembre. L’exchange è stato autorizzato a liquidare settimanalmente una quantità limitata di asset in suo possesso, esclusi Bitcoin e Ethereum. FTX potrà vendere 50 milioni di dollari di token durante la prima settimana e 100 milioni in quelle successive. Questo limite potrà essere incrementato dal tribunale tramite l’approvazione di una richiesta scritta presentata dal comitato dei creditori.

Per quanto riguarda invece la quantità di Ethereum e Bitcoin in possesso dell’exchange il processo è diverso. Questi potranno essere venduti soltanto dopo un preavviso di almeno dieci giorni e con il benestare del comitato fiduciario statunitense nominato dal Dipartimento di Giustizia.

FTX news: che impatto avranno sul mercato?

La maggior parte dei player dell’industria sono rimasti sorpresi dalla quantità di asset ancora in possesso di FTX. I token che potrebbero subire di più questa selling pressure sono senza dubbio Aptos e Solana, anche perché sono quelli interessati da volumi di scambio più bassi; è necessario precisare che l’exchange possiede ancora 1,1 miliardo di dollari di SOL.

Nonostante questo però la decisione del tribunale del Delaware di dilazionare le liquidazioni fissando dei limiti settimanali è stata accolta positivamente. In questo modo sarà allo stesso tempo possibile accontentare, purtroppo soltanto in parte, i creditori ed evitare di intaccare eccessivamente il mercato

Per esempio i token SOL in possesso di FTX potranno essere gradualmente venduti fino al 2028 e, ad oggi, la maggior parte è bloccata staking. Grazie alla decisione del tribunale statunitense l’expected payout, quindi la quantità di denaro che le vittime colpite dalla bancarotta riceveranno come rimborso, è passata dal 10% al 37%.

Il processo a Sam Bankman-Fried

Le ultime news su FTX non riguardano solo i token ancora in mano all’exchange. A quasi dodici mesi dalla bancarotta, dopo che la storia è stata raccontata da libri, giornali e podcast, è ufficialmente iniziato il processo a Sam Bankman-Fried. L’ex CEO dell’exchange deve essere giudicato dal tribunale federale di New York per sette capi d’accusa, tra cui frode telematica e cospirazione per riciclaggio di denaro.

Una delle domande principali che guiderà il processo è che ha le potenzialità per cambiarne l’esito è la seguente: “Sam Bankman-Fried ha commesso degli errori o truffare i clienti di FTX è sempre stato il suo obiettivo?” D’altronde nessuno può mettere in dubbio la sua colpevolezza. Continua a leggere il nostro blog per scoprire l’esito del processo; per cosa verrà condannato Sam Bankman-Fried? Sono in arrivo altre inattese news su FTX?