Perché le banche italiane stanno crollando?

Crollo delle banche italiane: cosa sta succedendo?

Le banche italiane crollano in borsa a causa della nuova legge del governo sugli extraprofitti. Cosa sta succedendo?

In queste ore stiamo assistendo al crollo dei titoli delle banche italiane. Unicredit ha aperto la sessione di oggi con un – 6%, Intesa San Paolo ha perso, fino a questo momento, l’8% mentre Bper addirittura l’11%. Perché le banche italiane stanno crollando? A cosa è dovuto questo repentino movimento ribassista? 

Il decreto “Asset”

Il crollo delle banche italiane è stato innescato dall’approvazione, avvenuta ieri, di un nuovo decreto legge da parte del Consiglio dei ministri, noto come “decreto Asset”. Questo provvedimento contiene una serie di norme che mirano a ridurre la pressione fiscale e a diminuire le spese che le famiglie italiane devono sostenere a causa dell’aumento delle rate dei mutui. 

Il costo dei finanziamenti è fortemente aumentato rispetto agli anni passati a causa della fase di rialzo dei tassi promossa dalla BCE per contrastare l’inflazione. Si stima che un mutuo a tasso variabile costi fino a 4.200€ in più all’anno rispetto al 2021. Il crollo delle banche italiane in borsa è attribuibile a una legge contenuta all’interno del decreto, che introduce una tassa sugli extraprofitti degli istituti di credito. 

Come funziona la tassa extraprofitti?

Attraverso la tassa extraprofitti, un’imposta straordinaria che rimarrà in vigore fino alla fine del 2023, verrà applicata una nuova aliquota del 40% sugli introiti extra delle banche. Nello specifico questa percentuale verrà applicata ai profitti che superano il 5% rispetto al 2022 e il 10% rispetto al 2023.

Gli extraprofitti sono calcolati sul margine di interesse, ovvero in base alla differenza tra interessi attivi e interessi passivi. Gli interessi attivi sono quelli che un istituto di credito incassa come guadagno per aver concesso prestiti e sono fortemente influenzati dalle decisioni della BCE. Quelli passivi sono invece pagati dalle banche ai clienti in base ai rendimenti dei conti correnti o dei conti deposito.

Tuttavia, questa imposta straordinaria che le banche dovranno versare entro il mese di giugno del 2024, ha anche un limite massimo. Non potrà superare il 25% del valore del patrimonio netto dell’istituto di credito alla chiusura dell’esercizio del 2022.
Il crollo delle banche italiane può essere giustificato dal denaro che lo stato recupererà grazie a questo provvedimento?  Secondo le prime stime l’imposta sugli extraprofitti porterà nelle casse italiane tra i 2,5 e i 2,8 miliardi di euro.


Calendario Borsa Italiana: orari di apertura e chiusure programmate per il 2023

Palazzo Borsa Italiana

Il calendario 2023 di Borsa Italiana: tutti gli orari di apertura e le chiusure programmate da Piazza Affari

Il calendario di Borsa Italiana 2023, gli orari di apertura e le sue chiusure programmate vengono costantemente monitorati da tutti coloro che vogliono tenersi aggiornati sull’azionario tricolore e sull’andamento degli scambi. 

Piazza Affari, uno dei mercati finanziari più antichi e significativi al mondo, rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana. Le sue aperture e chiusure giornaliere segnano l’inizio e la fine delle frenetiche sessioni di negoziazione.

Conoscere il calendario di Borsa Italiana, gli orari e le chiusure di quest’ultima è dunque mandatorio per chi investe sulla piazza milanese, ma anche per chi segue semplicemente gli scambi sull’azionario. 

Calendario Borsa Italiana 2023: chiusure e festività

Come di consueto, anche nel 2023 Borsa Italiana rimane chiusa tutti i sabati e le domeniche. Per l’anno corrente, le ulteriori giornate di chiusura dei mercati organizzati e gestiti da Piazza Affari a prescindere dagli orari sono le seguenti: 

  • venerdì 7 aprile (Venerdì Santo) e lunedì 10 aprile (Lunedì dell’Angelo);
  • lunedì 1 maggio (Festa dei lavoratori);
  • martedì 15 agosto (Festa dell’Assunzione);
  • lunedì 25 (Natale) e martedì 26 dicembre (Festa S. Stefano).

Nelle seguenti giornate, invece, a rimanere chiuso è il segmento After Hours di Borsa Italiana, stando al calendario pubblicato sul sito ufficiale della piazza milanese: 

  • Gennaio: lunedì 2, martedì 3, mercoledì 4, giovedì 5 e venerdì 6;
  • Aprile: giovedì 6, lunedì 24 e martedì 25;
  • Giugno: venerdì 2;
  • Luglio: lunedì 31;
  • Agosto: martedì 1, mercoledì 2, giovedì 3, venerdì 4, lunedì 7, martedì 8, mercoledì 9, giovedì 10, venerdì 11, lunedì 14, mercoledì 16, giovedì 17, venerdì 18, lunedì 21, martedì 22, mercoledì 23, giovedì 24, venerdì 25, lunedì 28, martedì 29, mercoledì 30 e giovedì 31;
  • Settembre: venerdì 1;
  • Novembre: mercoledì 1;
  • Dicembre: giovedì 7, venerdì 8, mercoledì 27, giovedì 28 e venerdì 29.

Nonostante sembrino due settori completamente distanti, l’azionario e le criptovalute sono state a lungo studiate insieme. Negli ultimi tempi infatti è stata spesso portata a galla una correlazione fra il Bitcoin e l’equity, che tuttavia pare aver toccato i minimi di due anni secondo un report del Digital Gold Institute. Quest’ultimo ha notato come il BTC sia stato correlato soprattutto con l’azionario tech statunitense mentre oggi si sia svincolato da questa relazione dimostrando di appartenere ad una asset class completamente diversa e non assimilabile a quelle tradizionali. 

Scopri Young Platform

Orari Borsa Italiana 2023

Una volta letto il calendario di Borsa Italiana del 2023 vale la pena di fare un passo avanti e identificare i vari orari di apertura di Piazza Affari. Quest’ultima è infatti composta da diversi mercati. Sull’MTA ad esempio (incluso il segmento Star e quello International) gli orari sono i seguenti: 

  • Asta di apertura: 08:00 – 09:00 (9:00:00 – 9:00:59)
  • Negoziazione continua: 09:00 – 17:30
  • Asta di chiusura: 17:30 – 17:35 (17:35:00 – 17:35:59)
  • Negoziazione al prezzo di asta di chiusura: 17:35 (17:35:00 – 17:35:59) – 17:42

Nel mercato MIV si procede con le modalità di asta e negoziazione continua. Gli orari sono i seguenti: 

  • Asta di apertura: 08.00 – 9.00 (9.00.00 – 9.00.59) 
  • Negoziazione continua: 09.00 – 17.25 
  • Asta di chiusura: 17.25 – 17.30 (17.30.00 – 17.30.59) 

Tenendo sempre a mente il calendario di Borsa Italiana generale, gli orari del mercato MOT sono:

  • Asta di apertura: 08.00 – 09.00 (09.00.00 – 09.00.59)
  • Negoziazione continua: 09.00 – 17.30

Per il mercato SEDEX, poi, la negoziazione continua si svolge secondo l’orario 09.00 – 17.25, mentre per l’ETFPLUS il calendario di ETF indicizzati, ETF strutturati, ETF a gestione attiva e ETC/di cui all’articolo IA.8.2.1, comma 1, lettere da a) a d), del mercato ETFplus, prevede le seguenti fasce: 

  • Negoziazione continua: 09.00 – 17.25
  • Asta di chiusura: 17.25 – 17.30 (17.30.00 – 17.30.59) 

Le negoziazioni del segmento OICR, si legge nei documenti ufficiali di Borsa Italiana, si svolgono invece negli orari: 

  • 08.00 – 11.00: immissione delle proposte

Infine, per quel che riguarda il mercato IDEM, le negoziazioni dei Futures sull’indice FTSE MIB, dei miniFutures sull’indice FTSE MIB e dei miniFutures sull’indice FTSE 100 si svolgono con asta e negoziazione continua nelle seguenti fasce: 

  • Asta di apertura: 08.30 – 09.00 (9.00.00 – 9.00.59)
  • Negoziazione continua: 09.00 – 17.40.

Le negoziazioni per le opzioni sull’indice FTSE MIB, futures su FTSE MIB Dividend, dividend futures su azioni, futures su azioni, opzioni su azioni, e sul segmento IDEX rispettano la negoziazione continua 09.00 – 17.40. Le negoziazioni per futures su grano duro invece seguono la fascia 14.30 – 17.40 di negoziazione continua. 

Ecco dunque quali sono tutte le caratteristiche, in termini di orari di apertura, chiusure programmate festività del calendario 2023 di Borsa Italiana. 

Che cos’è l’account abstraction? Uno step chiave per l’adozione crypto

Adozione crypto: che cos’è l’account abstraction?

Che cos’è l’account abstraction e come funziona? Perché è un miglioramento che potrebbe portare all’adozione delle criptovalute?

Che cos’è l’account abstraction e perché potrebbe portare all’adozione di massa delle criptovalute? Quando si tratta il tema dell’adoption ci si interroga su quali siano gli ostacoli più ostici da superare per rendere le crypto mainstream. La risposta dipende principalmente da un fattore: la scarsa qualità dell’esperienza utente.

Chiavi private, wallet crypto e applicazioni decentralizzate (dapp) sono ancora strumenti troppo complicati da utilizzare per la maggior parte delle persone. In particolare gli utenti sono responsabili di conservare in modo sicuro le loro seed phrase, indispensabili per accedere ai propri wallet decentralizzati. La perdita di questi dati è irreversibile e rende gli asset contenuti all’interno dei portafogli irrecuperabili.

Insomma, nessuno vuole fare la fine di James Howells, un ragazzo britannico che inavvertitamente gettò nella spazzatura una chiavetta contenente 7.500 Bitcoin (oggi valgono circa 218 milioni di dollari). Ecco che cos’è l’account abstraction, una proposta che potrebbe eliminare per sempre il problema della perdita della seed phrase e dei furti delle chiavi private.

Gli account su blockchain

L’account abstraction o (EIP-4337) è una proposta di rinnovamento nata sulla blockchain di Ethereum e approvata dall’omonima fondazione a marzo 2023. Per spiegare il significato di questo miglioramento tecnico possiamo partire dall’etimologia delle parole che compongono questo termine.

Abstraction o “to abstract”, in questo caso, significa “semplificare” o “nascondere” e si riferisce al processo tecnico che sta dietro ad ogni azione su blockchain. Per rendere più fluida l’esperienza utente, questo dovrà essere reso invisibile all’utente o quantomeno semplificato. Al pari di ciò che accade per internet; non è necessario comprendere come funziona a livello informatico per poterlo utilizzare.

Il secondo termine “account” si riferisce invece ai due tipi di profili presenti attualmente sulla blockchain di Ethereum: 

  • Gli Externally Owned Accounts (EOAs) sono gli account che gli utenti utilizzano per interagire con le blockchain. Quando si intende processare una transazione con un wallet crypto, ad esempio Metamask, ci si serve di un EOA. Questi account sono composti solamente da una chiave pubblica e da una privata e consentono a chi li possiede di processare transazioni o interagire con gli smart contract;
  • Gli smart contract invece funzionano in base al codice che li compone. Non sono controllati dagli utenti e perciò non sono gestiti da chiavi pubbliche e private. Per esempio entrano in gioco per gestire uno scambio di token su un exchange decentralizzato e devono essere “attivati” da altri smart contract o da Externally Owned Accounts.

La blockchain di Ethereum non smette mai di rinnovarsi, dopo Shanghai, l’aggiornamento attivato ad aprile è in arrivo Cancun! Come influiranno queste novità sul prezzo di ETH? Tieni sotto controllo la crypto aggiungendola ai preferiti di Young Platform.

Segui l’andamento di ETH!

Che cos’è e come funziona l’account abstraction?

Ora che hai gli elementi necessari per comprendere a pieno che cos’è l’account abstraction possiamo andare più nel dettaglio! Questa proposta di miglioramento prevede la creazione di un terzo tipo di account, che unisce le caratteristiche dei due che abbiamo affrontato in precedenza. 

Attraverso l’account abstraction nasceranno gli smart contract wallet (o smart wallet), portafogli intelligenti che miglioreranno l’esperienza utente su blockchain. Per capire realmente che cos’è l’account abstraction può essere utile analizzare nel dettaglio le innovazioni che introdurranno questi nuovi tipi di account.

1. Addio alle seed phrase

Le seed phrase e le chiavi private potrebbero scomparire. Se questo dovesse accadere si risolverà definitivamente il problema della perdita di questi dati, che spaventa tutti i possessori di crypto. Inoltre, grazie all’integrazione degli smart contract all’interno degli EOAs (smart wallet), l’account abstraction introdurrà alcune funzionalità che utilizziamo quotidianamente al di fuori del mondo blockchain. Sarà probabilmente possibile accedere al proprio wallet attraverso l’autenticazione biometrica e recuperare le proprie credenziali Web3 tramite mail o numero di cellulare.

2. Transazioni automatizzate “senza firma”

Presumibilmente si potranno anche sottoscrivere su blockchain abbonamenti ricorrenti come accade per lo streaming su Netflix o Spotify. Dopo l’introduzione dell’account abstraction non sarà più necessario firmare, approvare e confermare ogni singola transazione. In questo modo l’esperienza utente diventerà molto più fluida e tutte le applicazioni decentralizzate si evolveranno, in particolare i metaversi e i videogiochi play-to-earn.

3. Riduzione del costo delle transazioni e gas abstraction

Anche i meccanismi di pagamento delle commissioni (gas fees) saranno completamente rivoluzionati dall’account abstraction. Secondo gli sviluppatori di Ethereum sarà possibile scegliere il token ERC-20 con il quale sostenere le spese necessarie a processare le transazioni e probabilmente il costo delle gas fees diminuirà.

Questi sono soltanto alcuni dei miglioramenti che questa proposta promette di portare su e Ethereum e sulle altre blockchain che la introdurranno. Altri network, in particolare alcuni Layer 2 come ZkSync e Starknet, supportano già versioni native (ancora in fase di beta) dell’account abstraction.

Ora che sai che cos’è l’account abstraction e come funziona puoi comprendere perché è così importante per l’adozione di massa delle criptovalute. Nei prossimi mesi interagire con le applicazioni decentralizzate (dapp) e gli smart contract potrebbe diventare semplice come utilizzare le applicazioni presenti sul tuo smartphone.

Continua a seguire le nostre news direttamente dall’app Young Platform.

Le ultime previsioni su Dogecoin: +110% in arrivo grazie a Musk?

loghi di twitter e X con coin Doge

Dogecoin, Elon Musk, Twitter e X: cosa sta succedendo e cosa dicono le ultime previsioni sulla crypto?

Le previsioni su Dogecoin sono tornate a rincorrersi negli ultimi giorni. A scatenarle ancora una volta Elon Musk, dopo il rebranding che ha ufficialmente cambiato il nome di Twitter in X. 

Anche il logo del famoso uccellino è stato sostituito, così come i colori predominanti della piattaforma, passati da blu a nero. Ma cosa ha a che vedere tutto questo con Dogecoin e con le previsioni formulate dagli osservatori? Il valore della crypto è finito nuovamente sotto i riflettori.

Dogecoin, previsioni: occhi su Elon Musk

A marzo scorso il fondatore di Tesla ha dato vita a X Corp. divenuta società madre di Twitter e da quel momento sono state poste ufficialmente le basi per il rebranding della piattaforma social. 

Nei piani di Musk la creazione di una everything app, da utilizzare non soltanto come social network ma anche come una piattaforma finanziaria, di pagamenti, che a detta del fondatore potrebbe arrivare ad assorbire “metà del sistema finanziario globale” se regolarizzata a dovere.

Ma perché sulla scia di queste novità si sono sviluppate nuove previsioni su Dogecoin e sul futuro della crypto, già in passato influenzata positivamente dalle decisioni del miliardario? A scatenare una vera e propria ondata di speculazioni è stata la nuova biografia Twitter di Musk, nella quale è comparso dopo il rebranding proprio il simbolo di DOGE (Ɖ) accanto a quello della nuova piattaforma. 

Per alcuni, insomma, la crypto già ripetutamente supportata dal patron di Tesla finirà per essere accettata come metodo di pagamento sull’ormai ex Twitter. Questo potrebbe determinare movimenti di prezzo per ovvi motivi. 

Nella comunità crypto Elon Musk è conosciuto anche come il “DOGEfather” per cui un nuovo endorsement da parte sua potrebbe far avverare le più rosee previsioni su Dogecoin, determinando un incremento del suo valore. Secondo le stime di Akash Girimath,  analista di FXStreet, il prezzo di DOGE potrebbe addirittura dar vita a un rally a tripla cifra percentuale, un +110%

Ovviamente, quelle descritte sono soltanto delle speculazioni e come sempre non è dato sapere se le previsioni su Dogecoin si avvereranno o meno. Sarà il tempo a confermare o smentire quanto immaginato dopo le decisioni di Musk.

Riunione BCE luglio: nuovo rialzo tassi. Cosa è successo?

Tutte le novità partorite dalla riunione BCE di luglio 2023: i tassi salgono ancora

La riunione BCE di luglio sotto i riflettori. L’istituto di Christine Lagarde ha scelto di alzare nuovamente i tassi di interesse di ulteriori 25 punti base, confermando così le previsioni di analisti e osservatori. 

La decisione era stata attesa non soltanto dal mercato ma anche dai meno esperti, viste le enormi ripercussioni che le scelte di Francoforte possono avere sui portafogli dei cittadini dell’Eurozona (al seguente link il calendario completo dei prossimi meeting 2023 e 2024 per tenersi sempre aggiornati). 

Il rialzo dei tassi, dunque, non ha sorpreso, ma ad attirare l’attenzione sono state le motivazioni dietro questa scelta e le eventuali indicazioni riguardanti il futuro della politica monetaria dell’Eurozona.

Riunione BCE, luglio 2023: tutte le decisioni


I tassi di interesse sono saliti ancora. È questa la decisione più importante presa oggi dal Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea. Aumentare il costo del denaro avrà nuove ripercussioni sui cittadini dell’Eurozona, che dovranno sostenere ancora una volta costi in salita.

L’inflazione, si legge nel comunicato pubblicato alle 14:15, sta scendendo ma è ancora lontana dall’obiettivo e lo sarà ancora a lungo. Per questo tutti e tre i tassi di riferimento della BCE sono stati alzati nell’odierna riunione.

“Gli andamenti osservati dopo l’ultima riunione confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto dell’anno, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”.

La BCE ha comunque notato che i precedenti rialzi dei tassi hanno inasprito notevolmente le condizioni di finanziamento e hanno di conseguenza frenato la domanda. Questo, in teoria, dovrebbe contribuire a riportare l’inflazione verso l’obiettivo.

Il passaggio chiave del comunicato partorito dalla riunione BCE di luglio è risultato il seguente:

“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.

Non si escludono, dunque, ulteriori rialzi dei tassi di interesse per il 2023. Per il momento, comunque, la situazione è la seguente:

  • Tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali: 4,25%
  • Tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale: 4,5%
  • Tassi sui depositi: 3,75%

Il rialzo entrerà in vigore a partire dal prossimo 2 agosto.

Le riunioni BCE hanno un impatto sia sul mercato finanziario tradizionale che su quello digitale. Monitora i prezzi delle criptovalute pre e post meeting!

Scopri Young Platform

Le previsioni pre-riunione

Dal mese di luglio 2022 l’istituto centrale ha rivisto al rialzo i tassi di interesse per ben 8 volte. L’inflazione dell’Eurozona, nel frattempo, è notevolmente scesa dal 10,6% di ottobre scorso al 5,5% di giugno, ma per Francoforte essa continuerà a rimanere elevata ancora per molto tempo, ben oltre il target del 2%. Una view, questa, alla base delle stime formulate dagli esperti alla vigilia del meeting. 

Un sondaggio condotto da Reuters aveva cercato di riassumere le posizioni dominanti degli analisti sull’incontro estivo dell’istituto. Ebbene, secondo le previsioni di tutti i partecipanti, la riunione BCE di luglio avrebbe partorito proprio un nuovo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base. Alcuni degli economisti, tra l’altro, si erano detti convinti di rialzi ulteriori per settembre.

Bas van Geffen, senior macro strategist at Rabobank, aveva parlato di “decisioni quasi scontate” riferendosi alla riunione di luglio. “La domanda è se dovranno alzare a settembre oppure no”. Per l’esperto, la comunicazione sarà fondamentale anche nei prossimi mesi.

Della riunione di luglio si era parlato anche in India, dove in occasione di un incontro dei ministri delle finanze del G20, il presidente della banca centrale tedesca Joachim Nagel aveva ribadito le previsioni dominanti parlando di un rialzo tassi di 25 punti base.

“La sfida che vedo è ancora sul lato dell’inflazione. Penso che dobbiamo fare il nostro lavoro qui”.

Le previsioni degli analisti, dunque, sono state confermate dalla riunione BCE di luglio. Ma la domanda rimane: quando verrà scritta la parola fine sull’imponente stretta alla politica monetaria dell’Eurozona? In altra parole, quando torneranno a scendere i tassi di interesse? 

Riunione Fed: tutte le cose da sapere sul meeting di luglio

Le news sul FOMC fanno ripartire il mercato crypto

Nella riunione FED di luglio 2023 i tassi di interesse ai massimi di 22 anni

La riunione FED di luglio 2023 si è conclusa e i tassi di interesse sono risultati ancora una volta protagonisti. Come da previsioni, il costo del denaro è stato nuovamente rivisto dall’istituto di politica monetaria. 

Questa però non è stata l’unica decisione attenzionata dagli analisti e dal mercato, che continueranno a monitorare la comunicazione e le decisioni del FOMC (al seguente link il calendario completo di tutti i prossimi meeting). 

Oggi, tra l’altro, sarà anche il giorno della riunione BCE, sulla quale le attese non si sono mostrate molto differenti rispetto a quelle della Fed.

Riunione Fed luglio 2023: tassi ai massimi di 22 anni

L’istituto di Jerome Powell non ha lasciato spazio a dubbi o interpretazioni confermando senza troppi giri di parole le previsioni degli analisti sulla riunione FED di luglio. I tassi di interesse sono stati infatti alzati di altri 25 punti base.

Dopo la pausa di giugno, dunque, il costo del denaro è così balzato ai massimi di 22 anni, in un range compreso fra il 5,25% e il 5,5%, con una decisione del tutto unanime da parte del FOMC. 

“Per cominciare, vogliamo una crescita moderata; vogliamo che l’offerta e la domanda siano più bilanciate in tutta l’economia, incluso in particolare il mercato del lavoro. Vogliamo vedere l’inflazione”.

Nonostante gli sforzi abbiano iniziato a produrre qualche risultato sui prezzi al consumo, ha ribadito Powell, l’inflazione rimane distante dall’obiettivo del 2%. Proprio questo potrebbe giustificare ulteriori rialzi da qui alla fine dell’anno.

Le riunioni BCE hanno un impatto sia sul mercato finanziario tradizionale che su quello digitale. Monitora i prezzi delle criptovalute pre e post meeting!

Scopri Young Platform

Altri rialzi in arrivo? 

La stessa determinazione nel rialzare i tassi di interesse non è stata percepita sul futuro della politica monetaria. In altre parole dalla riunione FED di luglio non è emersa una chiara indicazione sul termine della violenta stretta monetaria in corso.

Il FOMC si è detto pronto a monitorare con attenzione le conseguenze dei rialzi dei tassi di interesse già decisi per determinare ulteriori future strette. Nessuna previsione di lungo termine dunque: le decisioni saranno prese di volta in volta, riunione dopo riunione. Il fine ultimo della FED rimane d’altronde sempre lo stesso: riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. 

Riunione Fed, luglio 2023: le previsioni 

Tra gli analisti che, alla vigilia del meeting, avevano scelto di formulare le proprie previsioni sicuramente quelli di ING. Le loro stime avevano parlato chiaro mettendo nel mirino un nuovo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base. Alla base di queste previsioni sicuramente l’andamento dell’inflazione, certo più moderato ma distante dal target. 

Anche un sondaggio condotto da Reuters aveva chiarito le posizioni degli esperti sulla riunione FED di luglio: tutti i 116 economisti ascoltati avevano dato per scontato un nuovo rialzo di 25 pb. 

Prima del meeting di luglio, alcuni avevano addirittura iniziato a pensare ai futuri tagli dei costo del denaro. Le dichiarazioni e le decisioni prese nella riunione FED di luglio però hanno reso questo scenario ancor più distante nel tempo.

Uomini più ricchi d’Italia: la classifica aggiornata

Uomini più ricchi d’Italia: la classifica aggiornata

Chi sono e quanti sono i miliardari in Italia? La classifica aggiornata degli uomini più ricchi del nostro paese

Ogni anno Forbes stila la classifica degli uomini più ricchi d’Italia e quella aggiornata al 2023 presenta diverse novità rispetto all’anno precedente. La più evidente è che in generale i miliardari nel nostro paese sono aumentati arrivando al numero di 64, contro i 52 del 2022. 

Gli uomini più ricchi d’Italia sono stati individuati a partire dal loro patrimonio calcolato il 10 marzo 2023 e considerando solo chi vive effettivamente nel Belpaese. I miliardari con cittadinanza italiana ma residenti all’estero non rientrano nella classifica. 

10. Giuseppe De Longhi e famiglia 

Al decimo posto della classifica degli uomini più ricchi d’Italia nel 2023 troviamo Giuseppe De Longhi e famiglia con un patrimonio di 3,9 miliardi di dollari. L’imprenditore trevigiano è il presidente dell’omonimo gruppo produttore di elettrodomestici. De Longhi ha 84 anni e dopo la laurea in Economia e Commercio e il servizio militare, ha rilevato le quote della società di famiglia fondata nel 1902 come laboratorio. 

9. Luca Garavoglia

Con un patrimonio di 4,1 miliardi di dollari, occupa il nono posto nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia Luca Garavoglia. Presidente del gruppo Campari, classe 1969 e figlio di Domenico Garavoglia che nel 1984, da impiegato di lunga data, prese le redini della società dall’ultimo erede Campari e la portò al successo internazionale. Luca ha due sorelle maggiori, tra di loro hanno affrontato diverse cause legali per la distribuzione del patrimonio di famiglia. 

Non sai da dove iniziare per gestire al meglio i tuoi risparmi? Su Young Platform puoi trovare risorse per costruire la tua finanza personale e tutto quello che devi sapere sui nuovi asset digitali. 

Scarica l’app!

8. Miuccia Prada 

Proseguiamo con i due coniugi alla guida del gruppo Prada, Miuccia e Patrizio Bertelli sono due dei più facoltosi miliardari italiani con un patrimonio di 5,4 miliardi di dollari pro capite. Miuccia Prada è la nipote di Mario, il fondatore della casa di moda, che entrò nella direzione aziendale nel 1977.

7. Patrizio Bertelli

Presidente del gruppo Prada che ha sempre accompagnato la moglie nella direzione del brand. Anche il suo patrimonio è di 5,4 miliardi $. 

6. Sergio Stevanato e famiglia

Al sesto posto della classifica degli uomini più ricchi d’Italia c’è Sergio Stevanato e famiglia con 5,5 miliardi di dollari. Stevanato è presidente dell’omonimo gruppo padovano che produce fiale, siringhe, cartucce e packaging dell’industria farmaceutica. L’azienda è la prima produttrice a livello mondiale di cartucce di insulina per la terapia del diabete.  

5. Piero Ferrari

Pietro Ferrari, figlio di Enzo fondatore della casa automobilistica, conta un patrimonio di 5,5 miliardi di dollari. È imprenditore e dirigente sportivo. 

4. Massimiliana Landini Aleotti e famiglia

Il patrimonio di Massimiliana Landini Aleotti è di 6,7 miliardi di dollari, la miliardaria italiana nel 2014 ha ereditato dal marito la casa farmaceutica Menarini. Colosso mondiale presente in 136 paesi. 

3. Silvio Berlusconi e famiglia 

Il patrimonio di Silvio Berlusconi a marzo 2023 era di 6,8 miliardi di dollari. Dopo la sua morte il suo impero commerciale e Fininvest verranno distribuiti tra gli eredi, è quindi l’ultimo anno che vedremo il suo nome nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia.  

2. Giorgio Armani

Dopo la morte nel 2022 di Leonardo del Vecchio, fondatore di Luxottica, il secondo uomo più ricco del paese è Giorgio Armani con un patrimonio di 11,1 miliardi $. L’anno precedente era di 7,8 miliardi (+42%). Lo stilista e imprenditore ha 88 anni e ha fondato la sua azienda con Sergio Galeotti nel 1975. 

1. Giovanni Ferrero, l’uomo più ricco d’Italia

Giovanni Ferrero è in vetta alla classifica degli uomini più ricchi d’Italia dal 2018. Il suo patrimonio è superiore a quello combinato di Armani, Berlusconi, Landini Aleotti, Ferrari e Stevanato. Precisamente ammonta a 38,9 miliardi di dollari. Prima di lui il titolo era occupato da sua madre Maria Franca Fissolo. L’ultima volta che l’uomo o la donna più ricca d’Italia non è stato un Ferrero è stato nel 2007, quando il primato è appartenuto a Berlusconi. 

Giovanni Ferrero occupa il 30° posto della classifica degli uomini più ricchi del mondo, ed è diventato il secondo miliardario del settore alimentare dopo il cinese Zhong Shanshan (acqua minerale). 

Miliardari italiani, le new entry 

Nella classifica dei più ricchi, rientrano per la prima volta nel 2023 i figli di Leonardo Del Vecchio: Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente. Quest’ultimo a 18 anni è il più giovane miliardario al mondo. Grazie all’eredità sono diventati miliardari anche la vedova Nicoletta Zampillo e il figliastro Rocco Basilico. 

Sempre dopo la morte del padre, hanno fatto la loro comparsa anche Annalisa e Massimo Doris figli di Ennio di Banca Mediolanum. Rispettivamente vicepresidentessa e amministratore delegato. 

Altri nomi noti nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia sono quelli dei Benetton, Domenico Dolce e Stefano Gabbana con un patrimonio di 2,1 miliardi a testa, John Elkann con 1,7 miliardi$ e Sandro Veronesi del gruppo Calzedonia.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Case a 1 euro: dove trovarle e come comprarle?

Case a 1 euro: dove trovarle e come comprarle

In Italia si può davvero acquistare “case a 1 euro”. Ecco dove trovarle e come comprarle 

Esistono davvero in vendita case a 1 euro? Dove trovarle e come comprarle? Forse hai sentito parlare del progetto per la ripopolazione dei borghi italiani, chiamato appunto “case a 1 euro” che dal nostro paese ha preso piede in tutto il mondo. Da nord a sud i piccoli centri che piano piano sono stati abbandonati propongono delle case da ristrutturare a una cifra simbolica di 1 euro. L’obiettivo è quello di rilanciare l’economia e i territori delle zone più rurali, e a volte remote, d’Italia.

Il primo comune a lanciare l’iniziativa nel 2019 è stato Salemi in provincia di Trapani, un borgo abitato da circa 10.000 persone. L’amministrazione ha promosso un bando per poter comprare una di queste abitazioni, con l’obbligo di rimetterle a nuovo e stabilirsi al loro interno. A Salemi si sono uniti diversi altri paesi come Lecce nei Marsi, in pieno Parco Nazionale d’Abruzzo, Regalbuto nelle prossimità dell’Etna o Ollolai in Sardegna. Oggi sono moltissimi i comuni italiani che propongono case a 1 euro, ecco dove trovarle e come comprarle. 

Case a 1 euro, dove trovarle

Se l’idea di questo progetto ha catturato la tua attenzione, potresti chiederti dove trovare le case a 1 euro. Innanzitutto è bene sapere quali sono i comuni italiani che aderiscono all’iniziativa. Questa è una lista parziale: 

  • Albugnano – Piemonte
  • Borgomezzavalle – Piemonte
  • Carrega Ligure – Piemonte
  • Oyace – Valle d’Aosta
  • Pignone – Liguria
  • Triora – Liguria
  • Fabbriche di Vergemoli – Toscana
  • Montieri – Toscana
  • Cantiano – Marche 
  • Monte Urbano – Marche
  • Maenza – Lazio
  • Patrica – Lazio
  • Santi Cosma e Damiano – Lazio
  • Casoli – Abruzzo
  • Penne – Abruzzo
  • Pratola Peligna – Abruzzo
  • Castropignano – Molise
  • Candela – Puglia
  • Biccari – Puglia
  • Caprarica di Lecce – Puglia
  • Laurenzana – Basilicata
  • Acerenza – Basilicata
  • Chiaromonte – Basilicata
  • Ripacandida – Campania
  • Altavilla Salentina – Campania
  • Bisaccia – Campania
  • Belcastro – Calabria
  • Maida – Calabria
  • Rose – Calabria
  • Bonnaro – Sardegna
  • Ollolai – Sardegna
  • Nulvi – Sardegna
  • Augusta – Sicilia
  • Caltagirone – Sicilia
  • Canicattì – Sicilia

Esistono dei siti web specializzati in cui consultare la lista completa dei comuni dove trovare case a 1 euro e i relativi bandi per fare domanda, pubblicati a cadenza annuale.

Il mercato delle case a 1 euro è un ramo molto particolare di quello immobiliare. Con le esigenze della società che si evolvono in fretta, anche questo settore è pieno di novità. L’ultima viene dalla blockchain e dalla tokenizzazione degli asset immobiliari, per cui la proprietà delle abitazioni può essere frammentata in token acquistabili anche con piccole cifre. 

Bottone: Vuoi saperne di più sulla blockchain? Scarica Young Platform!

Case a 1 euro: come comprare

La prima cosa da tenere a mente prima di comprare case a 1 euro è che nella maggior parte dei casi si tratta di edifici abbandonati e fatiscenti. L’obiettivo del progetto è quello di riportarle a uno stato abitabile, chi decide di acquistarle quindi deve prevedere un piano di ristrutturazione.  

Le case a 1 euro si comprano tramite bandi e aste pubbliche, l’adesione è molto ampia. Infatti arrivano offerte da tutti i paesi del mondo come Stati Uniti, Cina, Russia e Francia. Per questo è necessario consultare spesso le comunicazioni ufficiali delle amministrazioni e seguire tutte le istruzioni per partecipare. Ogni bando, che varia da comune a comune, stabilisce il tempo concesso per ristrutturare gli immobili. Generalmente dai 6 mesi a qualche anno. 

Ma allora come comprare case a 1 euro? Per partecipare ai bandi bisogna soddisfare dei requisiti: essere cittadini italiani, extracomunitari o comunitari che presentano un progetto di rivalutazione entro massimo 6 mesi dal bando. Chi partecipa al bando lo può fare per scopi abitativi ma anche per progetti turistici o aziendali, le case ristrutturate non possono poi essere rimesse in vendita. Questo perché i bandi si rivolgono principalmente a chi desidera vivere nella casa che rimette a nuovo, in linea con l’obiettivo dell’iniziativa di contrastare il declino demografico. 

Comprare case a 1 euro significa anche sostenere spese notarili, di volture e accatastamento e pagare le tasse sugli immobili previste dalla legge. Ad esempio se si trattasse di una seconda casa sarebbe previsto il pagamento dell’IMU
Tutte le informazioni sulle case a 1 euro, dove trovarle e come comprarle, sono particolarmente ricercate all’estero da chi non vuole perdere l’occasione di abitare in alcuni dei luoghi più caratteristici d’Italia.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Comprare casa all’asta: come fare

Comprare casa all'asta: come fare? La guida

Come fare per comprare casa all’asta? Le cose da sapere, i rischi associati a questa attività e le modalità di pagamento

Come fare per comprare casa all’asta? Questa potrebbe essere la soluzione che fa per te se stai cercando un modo per trovare un’abitazione a un prezzo vantaggioso. Ma attenzione, non lasciarti sedurre dalle promesse di grandi affari senza conoscere i rischi e i dettagli del processo. In questo articolo scoprirai come muoverti in maniera intelligente e consapevole.

Comprare casa all’asta: quando conviene?

Comprare casa all’asta può essere conveniente in diverse circostanze, perchè spesso ti consente di ottenere una proprietà a un prezzo inferiore rispetto al suo valore di mercato. Con un acquisto tramite asta immobiliare è possibile ottenere uno sconto fino al 50% sul prezzo dell’abitazione. Queste abitazioni attirano meno acquirenti rispetto a quelle tradizionali, e ciò solitamente comporta una minore concorrenza e prezzi più bassi.

Inoltre, se sei un investitore immobiliare esperto, questo tipo di vendita può rivelarsi un’ottima occasione per ampliare il tuo portafoglio di immobili. La natura competitiva delle aste può far crollare i prezzi delle proprietà, consentendo di ottenere un ritorno sul tuo investimento più sostanzioso. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente i costi, il potenziale di apprezzamento e la domanda del mercato locale, e tenere conto dei rischi che corri quando decidi di comprare casa all’asta.

Le cose da sapere

Comprare una casa all’asta vuol dire aggiudicarsi un immobile che ha subito un percorso particolare. Alla base della vendita potrebbe esserci un pignoramento a privati o aziende, oppure la scelta di un ente pubblico di liberarsi di una casa non utilizzata. Una volta che l’abitazione viene messa all’asta il tribunale di competenza pubblica attraverso il suo sito internet tutte le informazioni utili per partecipare. 

Chiunque, ad eccezione del debitore o ex proprietario dell’immobile può acquistare offrendo una quantità di denaro superiore al prezzo di partenza. Il derivato di questa vendita viene poi utilizzato per ripagare le banche e i creditori del debitore a cui è stato pignorato l’immobile.

I rischi

Se ti stai chiedendo come fare per comprare una casa all’asta vorrai sicuramente essere informato sui rischi che corri acquistando un’abitazione attraverso questa modalità. Innanzitutto, molte delle proprietà messe all’asta sono vendute “come sono”, il che significa che potresti trovarti di fronte a problemi strutturali, danni o case che necessitano di una eccessiva manutenzione. Spesso in queste case sono presenti infiltrazioni d’acqua e problemi elettrici o termici che potrebbero richiedere costosi interventi di riparazione o ristrutturazione.

Senza contare che potresti non avere il tempo di fare un’ispezione approfondita e dovrai fare affidamento sulle informazioni che hai a disposizione. Pertanto, è consigliabile adottare una strategia conservativa, prevedendo costi aggiuntivi per la ristrutturazione o la risoluzione di eventuali problemi che potrebbero emergere successivamente.

Un altro rischio da considerare riguarda le informazioni incomplete che potresti ricevere sulla casa all’asta che vuoi comprare. In alcuni casi, potrebbero non essere disponibili dettagli completi sulla storia della proprietà, i debiti o le ipoteche ad essa associate. Per mitigare questo rischio, puoi consultare i registri pubblici, contattare l’ufficio catastale locale e cercare informazioni sulle tasse e gli oneri pendenti sulla proprietà. È anche consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato nel settore immobiliare che possa supportarvi nella comprensione di tutti gli aspetti legali e amministrativi della transazione.

Come comprare casa all’asta: metodi di pagamento

Infine per comprare una casa all’asta devi conoscere le modalità di pagamento attraverso le quali acquistarla. La transazione di acquisto deve essere effettuata velocemente, in caso contrario qualcuno potrebbe superare l’offerta e aggiudicarsi l’immobile al posto vostro. Le modalità di pagamento possono variare a seconda dell’asta e delle condizioni specifiche, ma questi sono i metodi più comuni:

  • Contanti: In molte aste, il pagamento completo in contanti è richiesto entro un periodo di tempo prestabilito. Ciò significa che dovrai disporre dei fondi necessari per coprire l’intero importo dell’acquisto.
  • Finanziamento: In alcuni casi, potrebbe essere possibile ottenere un finanziamento immobiliare o un mutuo per coprire il costo della casa all’asta. Se scegli questa modalità è importante che ti ricordi di avviare il processo di ottenimento del prestito prima dell’asta stessa
  • Deposito cauzionale: In genere, per comprare casa all’asta è richiesto anche il versamento di un deposito cauzionale come segno di impegno. Questo deposito viene di solito restituito se l’asta viene annullata o se la tua offerta non viene accettata. Assicurati di conoscere l’importo richiesto e le modalità di pagamento del deposito per evitare inconvenienti.

A questo punto hai tutte le informazioni per valutare se vale la pena e come fare per comprare una casa all’asta. Questa tipologia di acquisto può essere un’opportunità ma comporta anche dei rischi.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Tassa patrimoniale cos’è, la spiegazione completa

Tassa patrimoniale; cos’è? La spiegazione completa

Che cos’è la tassa patrimoniale e come funziona? Chi la paga in Italia? 

Cos’è la tassa patrimoniale? Questa è un’imposta che colpisce il capitale detenuto in Italia e all’estero, sia di persone fisiche che giuridiche. A differenza dell’IRPEF che ha un impatto sul reddito, la patrimoniale fa riferimento alla ricchezza accumulata. 

In breve con questa tassa uno Stato può prendere una parte del capitale dei suoi cittadini per rafforzare le sue casse e far fronte a spese straordinarie oppure come strumento per pareggiare le disparità economiche. Esistono diverse tipologie di questa imposta e alcune le paghiamo già, magari senza saperlo. Ecco cos’è la tassa patrimoniale, come funziona e la situazione in Italia.

Tassa patrimoniale, cos’è 

Per definire cos’è la tassa patrimoniale, dobbiamo innanzitutto spiegare la differenza tra patrimonio e reddito. Quest’ultimo corrisponde alla ricchezza che si ricava dal proprio lavoro, ovvero il guadagno monetario ricevuto in un intervallo di tempo come il salario o gli utili aziendali. 

Il patrimonio invece si riferisce al valore totale dei beni posseduti da un individuo o da un’organizzazione, come immobili, investimenti, conti correnti, proprietà intellettuali e altri beni di valore. Il patrimonio è la misura della ricchezza accumulata nel tempo, ed è proprio questo che viene intaccato da questa imposta. 

Cos’è dunque la tassa patrimoniale? Un contributo che grava sui capitali dei cittadini spesso utilizzata dai governi come misura per risanare il debito pubblico durante crisi economiche particolarmente gravi. 

La forma di tassa patrimoniale più famosa è quella del prelievo forzoso in cui lo Stato può prelevare dai conti correnti senza l’autorizzazione dei proprietari. Questi si troverebbero del denaro in meno in proporzione alla giacenza, per questo la tassa patrimoniale viene considerata da molti l’imposta che erode i risparmi. Ecco il significato della tassa patrimoniale sui conti correnti. Il prelievo forzoso è una pratica chiaramente impopolare e l’ultima volta è stata effettuata nel 1992

Questo prelievo forzoso scosse l’opinione pubblica e i malumori degli italiani furono molti, sembrava inaudito che lo Stato mettesse mano ai conti correnti e sottrarre il 6 per mille dei risparmi depositati. Oggi, a distanza di trent’anni, si può contare su sistemi alternativi per gestire il proprio patrimonio. Sistemi in cui il denaro è davvero tuo. I tuoi fondi in Bitcoin ad esempio sono accessibili solo a te e li puoi gestire senza intermediari. 

Esplora il mercato crypto!

La tassa patrimoniale spiegata

Data una definizione di cos’è la tassa patrimoniale, vediamo come funziona in pratica. Questa imposta può essere reale se si applica solo a un determinato bene, o soggettiva se riferita alla ricchezza totale di una persona. 

Inoltre per spiegare cos’è la tassa patrimoniale può essere utile distinguerla in straordinaria, e quindi richiesta solo una tantum, o fissa, quindi riscossa annualmente. In Italia al momento non esiste un’imposta di questo tipo fissa, tuttavia il nostro sistema tributario prevede già delle tasse sul patrimonio declinate in diverse forme. Una di queste è l’IMU, ma rientrano nella categoria anche la tassa di successione o donazione.

La tassa patrimoniale in Italia

Ora che sappiamo cos’è la tassa patrimoniale, possiamo approfondire la situazione in Italia. Come anticipato, nel nostro paese non viene riscossa in maniera ordinaria. In Francia e negli Stati Uniti ad esempio viene applicata annualmente su certe fasce di patrimonio. Anche come forma di riduzione delle diseguaglianze economiche

Negli anni gli italiani hanno pagato diverse tasse patrimoniali e subito prelievi forzati. Oltre a quello già citato del 1992 sotto il governo Amato, si verificò un prelievo forzoso nel 1919 per affrontare i debiti della Prima Guerra Mondiale, e ancora nel 1936 in seguito alla Guerra in Etiopia e nel 1940 per la Seconda Guerra Mondiale. La tassa patrimoniale per la ricostruzione post bellica nel nostro paese durò per ben 20 anni
Concludendo questo excursus su cos’è la tassa patrimoniale possiamo dire che si tratta di un argomento che suscita sempre un grande dibattito relativo all’equità dei pagamenti e alla possibilità che uno Stato intervenga in maniera diretta sui risparmi dei cittadini.