Il CEO di Binance, Changpeng Zhao, si dimetterà?

Binance news: CZ si dimette?

Il patteggiamento tra Binance e il DOJ finisce male per CZ, che sembra costretto a dimettersi.

Ultime news su Binance, il fondatore è CEO di Binance Changpeng Zhao si dimetterà? Probabilmente sì visto che potrebbe essere obbligato dall’accordo tra l’exchange e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Le notizie, nella seconda parte della giornata di oggi, si sono susseguite molto velocemente e, fino a qualche ora fa, sembrava molto poco probabile che si verificasse questo scenario. Scopri i dettagli del patteggiamento tra Binance e il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e il motivo delle dimissioni di CZ.

Binance news: CZ si dimette dal ruolo di CEO?

Secondo le ultime news su Binance sì, il fondatore dell’exchange è pronto a dimettersi e a dichiararsi colpevole dell’accusa di riciclaggio di denaro e dovrà comparire tra poche ora davanti al tribunale di Seattle. 

Come se non bastasse il patteggiamento colpirà anche l’exchange, che dovrà pagare una multa di 4,3 miliardi di dollari, come già anticipato nel nostro articolo di qualche ora fa. Se le ultime news su Binance saranno confermate dovrebbe concludersi un’indagine del Dipartimento di Giustizia che continua dal 2018.

La conferenza stampa del DOJ

A breve invece, precisamente alle 21 ora italiana, avrà luogo una conferenza stampa del Dipartimento di Giustizia americano. I protagonisti dell’evento saranno il segretario al Tesoro Janet, il presidente della CFTC Rostin Behnam Yellen, il procuratore generale Merrick Garland e il vice procuratore generale Lisa Monaco, che annunceranno importanti misure per il mercato crypto. Ci sono altissime probabilità che le ultime news su Binance saranno il tema centrale, anche se non possiamo saperlo con certezza.

I social network, in particolare X (ex Twitter) sono impazziti quando è iniziata a circolare la news su Binance e il suo CEO, CZ e aspettano tutti la conferenza stampa di questa sera. Continua a seguire il nostro blog per i prossimi aggiornamenti sulla vicenda!

La SEC denuncia Kraken e Binance patteggia con il Dipartimento di Giustizia americano

Gary Gensler è sotto attacco di un fuoco incrociato

La SEC ha fatto causa a Kraken e Binance potrebbe aver trovato un accordo da 4 miliardi con il Dipartimento di Giustizia americano

Kraken, uno dei principali exchange di criptovalute al mondo, è stato citato in giudizio dalla Securities and Exchange Commission (SEC) per la vendita di titoli non registrati. L’accusa è la stessa che l’ente statunitense ha rivolto a Binance e Coinbase quest’estate. Nello specifico, secondo la SEC e il suo presidente Gary Gensler, l’exchange sta offrendo ai suoi clienti delle security non registrate

Potrebbe invece risolversi a breve la controversia tra Binance e il Dipartimento di Giustizia americano, che, probabilmente, dovrà pagare una multa salatissima per far cessare le indagini. Ecco tutti i dettagli dei procedimenti legali degli exchange negli Stati Uniti.

Kraken nel mirino della SEC 

L’accusa che la SEC muove ai crypto exchange è sempre la solita; anche Kraken e il suo CEO Jesse Powell sono ora indagati per la vendita, non autorizzata, di titoli non registrati (security). In realtà però questo non è il primo scontro tra le parti visto che a febbraio 2023 l’exchange è stato costretto a pagare una multa da 30 milioni di dollari e a interrompere lo staking negli USA.

Questa volta però, l’ente ha specificato quali sono le crypto che l’exchange non potrebbe offrire ai suoi clienti: Cardano, Algorand, Solana e Cosmos. Dopo un periodo di tregua tra la SEC e i principali exchange l’istituzione capitanata da Gary Gensler è tornata all’attacco utilizzando però sempre le solite argomentazioni. 

Se vuoi approfondire la storia del presidente della SEC, nonché uno dei principali antagonisti del mondo crypto ecco il video dedicato!

Il CEO e co-fondatore di Kraken, Jesse Powell si è espresso in modo molto critico nei confronti dell’organizzazione a lui ostile. Ha definito il comportamento dell’ente regolamentativo come “estorsivo”, scherzando sul fatto che 30 milioni di dollari ti permettono di “tenere lontana la SEC solo per qualche mese”. Ora l’exchange deve scegliere se affrontare “sul campo” la battaglia legale e quindi presentarsi in tribunale oppure lasciare gli States che si sono, ancora una volta, dimostrati antagonisti dell’innovazione e del progresso tecnologico.

Binance: vicino ad un accordo da 4 miliardi con il DOJ

L’altro exchange stretto nella morsa dei regolatori statunitensi è Binance che deve fare i conti con il Dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti. L’istituzione sta indagando su diversi presunti reati che l’exchange e il suo team avrebbero commesso: riciclaggio di denaro, frode bancaria ma soprattutto violazione delle sanzioni imposte dagli USA a Russia e Iran. 

Secondo le ultime news, per risolvere la situazione, il DOJ chiede il pagamento di una multa tutt’altro che economica; stiamo parlando di circa 4 miliardi di dollari. Se l’accordo dovesse andare a buon fine assisteremo al pagamento delle più grande sanzione di sempre in un processo penale del settore crypto. Le brutte notizie per Binance forse non finiscono qui; il Dipartimento di Giustizia ha in serbo un annuncio importante (che renderà pubblico questa sera alle 21) che potrebbe riguardare proprio l’exchange.

Trasferimento di denaro all’estero: criptovalute vs valute fiat

trasferimento di denaro all'estero

Quale moneta conviene di più oggi per il trasferimento di denaro all’estero? Ecco un confronto pratico e aggiornato tra criptovalute e fiat

Le criptovalute sono monete globali, con un valore internazionale e trasversale rispetto alle economie dei singoli Paesi. Infatti nessun governo può regolarne il valore, l’emissione o il costo dei servizi. Questa caratteristica è molto vantaggiosa nel campo delle rimesse estere, che è tradizionalmente piuttosto costoso. 

Immergiamoci subito in un confronto in termini di convenienza tra metodi tradizionali e criptovalute nel trasferimento di denaro all’estero.

Costo medio e valore delle rimesse estere

Prima di entrare nel vivo del confronto, facciamo luce sull’importanza dei trasferimenti di denaro all’estero al giorno d’oggi, servendoci di qualche dato.

Le rimesse inviate dall’Italia verso l’estero nel 2021 sono state pari a circa 7,7 miliardi di euro. Il principale paese di destinazione è stato il Bangladesh, che occupa l’11,3 per cento dei volumi. Invece, le regioni da cui sono partite le rimesse sono soprattutto Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, ossia le più ricche e popolate.

Ampliando lo sguardo alla situazione globale, secondo dati della Banca Mondiale nel secondo trimestre del 2023 il costo medio a livello globale delle rimesse estere era del 6,2%, mentre l’obiettivo delle autorità è il 5%. In Italia, l’obiettivo è stato raggiunto nel 2021, mentre oggi si sta avvicinando sempre di più al 6%. 

In generale la diffusione di nuovi servizi finanziari digitali dovrebbe favorire la diminuzione del costo medio dei trasferimenti. Distinguendo tra rimesse digitali e fisiche, infatti, le prime hanno un costo medio del 4,6% a metà 2023, mentre le secondo del 6,89%.

Tuttavia la digitalizzazione avviene a ritmi diversi nelle varie aree del mondo, inoltre anche un costo del 5% non sarebbe affatto trascurabile. 

Per capire meglio cosa significa questo valore, prendiamo come esempio i volumi del 2020: le rimesse verso i paesi a medio e basso reddito erano pari a circa 540 miliardi di dollari, con un costo medio del 5%. Questo significa che si sono spesi circa 27 miliardi di dollari solo per trasferire questo denaro. Per renderci conto dell’entità di queste cifre, pensiamo che la spesa globale per l’assistenza allo sviluppo per questo tipo di paesi è di circa 190 miliardi di dollari all’anno. È come se, a causa del costo delle rimesse, i paesi a basso reddito ricevessero ogni anno il 14% in meno dei soldi spesi per il loro supporto!

I costi da considerare nei trasferimenti in fiat

Il costo medio di cui sopra, è pur sempre un valore che risulta da diverse medie e stime. Quando però ci si appresta a fare un trasferimento di denaro all’estero in prima persona, il costo è la differenza tra l’importo pagato e l’importo ricevuto dal beneficiario. Per questo bisogna tenere in conto più voci:

  • Le commissioni di invio, ed eventuali tasse. Attenzione: spesso le commissioni sono in percentuale, quindi variano in base all’importo.
  • Il tasso di cambio: in base all’andamento del mercato forex e al servizio utilizzato, per convertire la valuta che utilizzi con la valuta del paese destinatario verrà considerato un diverso tasso di cambio. Attenzione: i fornitori applicano una commissione al prezzo di mercato, chiamata spread.
  • Le eventuali commissioni e tasse di ricezione.
  • Tempistiche: in alcuni casi, anche il tempo è un costo. I trasferimenti di denaro all’estero infatti possono impiegare anche diversi giorni, e non rispondere tempestivamente alle necessità dei destinatari.

Considera anche che questi valori possono cambiare nel tempo anche considerando lo stesso fornitore di pagamenti.

Ecco alcune risorse utili per valutare i costi dei trasferimenti tra paesi:

I costi dei trasferimenti in crypto

Le opzioni disponibili per il trasferimento di denaro sono numerose sia all’interno dei circuiti tradizionali, sia su blockchain. In quest’ultimo caso, i costi varieranno da una blockchain all’altra, e da un exchange all’altro, se utilizzato.

I costi da considerare per i trasferimenti di crypto sono diversi:

  • Eventuale conversione fiat-crypto, che può includere una commissione e uno spread
  • Invio della transazione su blockchain. Attenzione: ogni criptovaluta può essere inviata solo su blockchain specifiche
  • Eventuale conversione crypto-fiat, che può includere una commissione e uno spread

Inoltre, se si vuole evitare di incorrere nell’oscillazione del valore dei propri trasferimenti a causa della volatilità, conviene utilizzare delle stablecoin.

Le tempistiche nel caso delle criptovalute non costituiscono un costo, in quanto non impiegano mai più di alcune ore, anche nei peggiori dei casi.

Per i costi di conversione, è necessario consultare le tariffe degli exchange utilizzati, mentre per l’invio su blockchain ci sono dei siti appositi.

In generale, le blockchain e criptovalute più economiche (tra quelle più longeve) sono Stellar, Ripple, Bitcoin Cash e Litecoin, arrivando a costare pochi centesimi.

Invece i network più popolari sono i seguenti:

Crypto vs fiat: il verdetto finale

Oggi i fornitori di trasferimento di denaro all’estero che hanno conquistato il mercato digitale sono sempre più convenienti, tuttavia è ancora bene prestare attenzione alle tempistiche, tariffe e ai costi nascosti.

Trattandosi di un sistema centralizzato, quello fiat non può fare a meno di richiedere dei costi di servizio. 

La questione è diversa nel mercato crypto, in cui si può arrivare a spendere cifre irrisorie anche considerando tutti i costi, grazie a promozioni spesso attive sugli exchange e a network molto convenienti. Inoltre, se mittente e/o destinatario non hanno bisogno di convertire le crypto, i costi possono essere anche pari a 0.

Non possiamo però mancare di considerare il fattore accessibilità e i relativi pro e contro:

  • Non in tutti i paesi è facile avere accesso a un conto corrente, mentre le criptovalute richiedono solamente di potersi connettere a internet.
  • Laddove il supporto o l’esperienza dei servizi finanziari tradizionali può essere carente, sulla blockchain puoi sempre controllare i dati e gli stati delle tue transazioni in autonomia.
  • Per utilizzare le criptovalute è necessario avere qualche nozione di base sulla loro definizione e uso, tuttavia anche fare trasferimenti di denaro all’estero in valuta fiat può essere una nuova esperienza per molte persone. Nessuno dei due casi è esente da errori.

Possiamo dire in conclusione che le criptovalute sono un’ottima occasione per rendere più accessibile il trasferimento di denaro all’estero, sia per i cittadini che per le aziende.

Chi è il nuovo presidente argentino pro Bitcoin?

Il nuovo presidente dell’Argentina è Milei: liberista pro Bitcoin

Il presidente dell’Argentina è Javier Milei, sostenitore di Bitcoin. Il leader de La Libertad Avanza ha vinto le elezioni del 19 novembre

Il nuovo presidente dell’argentina è Javier Milei. Il sostenitore di Bitcoin ha trionfato nelle elezioni presidenziali del paese sudamericano di domenica, 19 novembre, superando Sergio Massa. Milei ha conquistato oltre il 55% dei consensi, è ha vinto con un distacco di quasi 3 milioni di voti, secondo i dati di Bloomberg.

Come si evince dalle molteplici dichiarazioni in merito, il neo eletto presidente dell’Argentina, è da tempo un fan di Bitcoin. Ha più volte descritto la creazione di Satoshi Nakamoto come l’asset che riporterà il denaro nelle mani del suo creatore originale, il settore privato e dunque i cittadini.

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Chi è il nuovo presidente dell’Argentina?

Il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei, leader del partito La Libertad Avanza è un esponente della destra iper-liberale e si autodefinisce un anarco-capitalista. I giornali lo paragonano a Trump per via dell’impronta politica e alla massiccia presenza sui media tradizionali, ma anche a Wolverine a causa delle sue vistose basette.

Milei si distingue per il suo modo, spesso aggressivo, di discutere e per la sua feroce avversione nei confronti delle banche centrali e dei giochi di palazzo. La sua visione politica è volta a promuovere un ridimensionamento del ruolo dello stato, soprattutto dal punto di vista economico. Per questo motivo si è spesso scagliato contro le banche centrali e le monete fiat, che considera baluardi di un sistema corrotto e a cui preferisce Bitcoin.

Secondo il nuovo presidente argentino, gli stati, attraverso le monete a corso legale, truffano i cittadini imponendo l’inflazione che va considerata una tassa occulta. Bitcoin invece ha il potenziale di ridistribuire il denaro ai suoi legittimi proprietari.

La situazione economica in Argentina

L’elezione del nuovo presidente dell’Argentina arriva in un momento cruciale per lo stato sudamericano, che è alle prese con una situazione finanziaria devastante. L’iperinflazione al 116% rende il peso argentino praticamente privo di valore e, da circa vent’anni, le crisi economiche non sono una notizia per il paese. Inoltre, almeno quattro argentini su dieci vivono in povertà e lo stato ha degli enormi debiti anche nei confronti del Fondo monetario internazionale.

Il nuovo presidente dell’Argentina, Javier Milei si è posto l’obiettivo di fermare, una volta per tutte, l’inflazione che attanaglia il paese da tempo immemore. Come? Attraverso una proposta piuttosto radicale: abbandonare definitivamente il peso e adottare il dollaro. Inoltre, data la sua simpatia nei confronti di Bitcoin, qualcuno si aspetta una svolta nel rapporto tra l’Argentina e le criptovalute, anche se difficilmente lo stato seguirà le orme di El Salvador.

Bitcoin contro l’inflazione 

La vittoria alle elezioni del nuovo presidente dell’Argentina è stata accompagnata da un rally rialzista di Bitcoin, ovviamente molto più evidente se si guarda il grafico che mette a confronto la crypto con il peso. Bitcoin, a causa dell’iperinflazione e della svalutazione quotidiana della moneta, è, ormai da qualche anno, una soluzione per i cittadini del paese. In Argentina, il ruolo di riserva di valore della crypto è ancora più evidente, BTC non è solamente un investimento o un asset speculativo ma una vera e propria ancora di salvezza.

Anche l’euro e il dollaro sono monete soggette ad una forte svalutazione che, spesso, passa inosservata nel quotidiano. Il dollaro per esempio, dal 1913, anno di fondazione della Federal Reserve, ha perso più del 90% del suo valore. Bitcoin potrebbe essere la soluzione per proteggere il potere d’acquisto e combattere l’inflazione anche per i cittadini dei paesi occidentali.

J.P. Morgan e Avalanche: un esperimento su blockchain per la gestione patrimoniale

Avalanche news: la collaborazione con JP Morgan

Il colosso J.P. Morgan sceglie una subnet di Avalanche per un esperimento su blockchain e il prezzo di AVAX fa +20%

Nelle ultime ore è uscita un’importante news su Avalanche che è stata scelta da Onyx, una business unit di J.P. Morgan che sviluppa prodotti finanziari utilizzando tecnologie all’avanguardia. 

In realtà il colosso finanziario si servirà di una subnet, una tecnologia inventata dell’ecosistema Avalanche, per offrire prodotti di gestione patrimoniale ai suoi clienti. Ecco i dettagli del progetto e l’impatto che la news ha avuto sul prezzo di AVAX.

Gestione patrimoniale 2.0 grazie ad Avalanche

Le ultime news su Avalanche ci dicono che il progetto in collaborazione con J.P. Morgan e la sua business unit Onyx è ancora in via di definizione. Per ora è stata presentata una proof-of-concept (PoC), una sorta di test che viene condotto per determinare se un prodotto, un’idea o servizio possa essere portato in una fase di commercializzazione. Questo PoC ha prodotto interessanti risultati dimostrando come la tecnologia blockchain, gli smart contract e la tokenizzazione possano automatizzare in modo efficace la gestione patrimoniale.

Invece che allocare il capitale su beni tradizionali, questo verrà consegnato a Onyx Digital Assets, che già gestisce asset tokenizzati per un valore compreso tra 1 e 2 miliardi di dollari al giorno. La business unit sfrutterà una serie di protocolli decentralizzati presenti su diverse blockchain per accedere agli asset, con lo scopo di rendere più efficiente la gestione patrimoniale.

L’effetto della news sul prezzo di AVAX

Quando è uscita la news AVAX si trovava già in gran forma, grazie ad una performance mensile registrata fino a quel momento del +90%. Nella giornata di ieri poi, in seguito alla pubblicazione della notizia, la crypto ha rotto la resistenza che la limitava registrando un +21% in poche ore e arrivando a quota 21$. Oggi poi il trend è continuato e nel punto di massimo AVAX ha toccato addirittura quota 24$.

Nonostante il dirompente rally rialzista degli ultimi giorni AVAX è ancora molto distante dal suo all-time high registrato a Novembre 2021, il punto più alto mai toccato dalla crypto si trova a 146$. Se sta valutando di accumularla puoi utilizzare l’acquisto ricorrente su Young Platform, in questo modo sarai meno esposto alla volatilità del suo prezzo.

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Bisogna precisare però che Onyx Digital Assets non sta operando sul network principale di Avalanche ma su una Evergreen subnet, cioè una blockchain secondaria creata per soddisfare le necessità dei player istituzionali coinvolti nel progetto. Cosa significa questo in parole povere? Che questa sotto-rete è stata costruita in modo da soddisfare le esigenze di J.P. Morgan, prevalentemente per quanto riguarda la privacy e la  gestione di commissioni e permessi. 

Il fatto che Avalanche sia in grado di creare blockchain personalizzabili su richiesta che sfruttano la sicurezza della rete principale potrebbe rendere il progetto appetibile, soprattutto per gli investitori istituzionali. Questo potrebbe essere solo il primo movimento di prezzo positivo di una lunga serie, chissà cosa succederà nel caso in cui altri istituzionali si affideranno alla rete di Emin Gün Sirer.

Bitcoin: i ricavi dei miner sono in crescita

Mining Bitcoin: i ricavi dei miner crescono

I guadagni dei miner e l’hashrate sono in aumento. Quale potrebbe essere l’impatto dell’halving e dell’approvazione degli ETF?

Il mining di Bitcoin, dopo un periodo in cui ha dovuto affrontare una profonda crisi, è tornato ad essere un’attività molto remunerativa. I ricavi dei miner hanno toccato, nella giornata di lunedì, l’all-time high annuale: circa 43 milioni di dollari in ventiquattro ore

Grazie al recente rialzo dei prezzi della maggior parte delle crypto, compreso quello di BTC, questo dato ha superato i massimi di maggio 2023. Quali sono i motivi di questa impennata e cosa succederà con l’avvicinarsi del prossimo halving e se gli ETF spot verranno approvati?

Il punto sul mining di Bitcoin

I prossimi mesi saranno cruciali per il mining di Bitcoin e per il mondo crypto; ci avviciniamo sempre di più all’halving del 2024 e sta tornando l’interesse dopo mesi di quiete. D’altronde i guadagni dei miner sono proporzionali al prezzo di Bitcoin e all’attività sulla sua blockchain. Se la rete è più trafficata significa che più persone la stanno utilizzando e stanno pagando commissioni per farlo.

Anche l’hashrate, ovvero la potenza di calcolo impiegata sulla rete Bitcoin, sta toccando nuovi massimi. Forse i miner si stanno preparando al prossimo halving attraverso l’acquisto di componenti hardware più potenti per aumentare la potenza di calcolo delle loro mining rig? 

Per svolgere in modo efficace il mining di Bitcoin si devono costantemente bilanciare i costi e la potenza dell’hardware impiegato cercando allo stesso tempo di ridurre il consumo energetico. In altre parole ogni miner, per incrementare il suo profitto, deve possedere la giusta potenza di calcolo per validare i blocchi prima dei suoi concorrenti ma senza consumare una quantità di energia eccessiva.

È iniziato il bull market? Facciamo il punto

Il principale motivo per il quale il mining di Bitcoin è tornato ad essere così profittevole è comunque connesso ai recenti movimenti di prezzo della crypto. Dopo aver rotto al rialzo l’importante livello dei 31.000$, ad ottobre, ora si è stabilizzato intorno a quello dei 37.000$. La prossima resistenza da tenere d’occhio è quella dei 42.000$, se questa verrà superata potrebbe davvero cominciare la fase di espansione più esplosiva.

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Inoltre, nelle ultime settimane, la capitalizzazione di mercato delle stablecoin è in aumento. Anche se questo dato non è strettamente correlato al mining di Bitcoin ci comunica che parte della liquidità sta tornando sul mercato dopo mesi di outflows. Inoltre, l’attenzione dei crypto enthusiast è, ormai da mesi, rivolta alla questione degli ETF spot su Bitcoin. L’approvazione di questi strumenti finanziari, che secondo Bloomber avverrà con il 90% delle probabilità entro il 10 gennaio 2024, potrebbe essere lo sparo di partenza della prossima bull run.

Insomma, i profitti derivanti dal mining di Bitcoin potranno continuare a crescere se il mercato continuerà a comportarsi come ha fatto durante gli ultimi mesi. Tutto si deciderà nei prossimi mesi, d’altronde i profitti dei miner dipendono principalmente dal prezzo di Bitcoin.

BlackRock e la fake news sull’ETF di Ripple

ETF su Ripple: è una fake news

È uscita un’altra fake news sugli ETF, questa volta riguarda Ripple. Scopri cos’è successo in questo articolo

Nella giornata di lunedì 13 novembre è iniziata a circolare su X (ex Twitter) la notizia della registrazione alla Division of Corporations del Delaware di un ETF su Ripple. Secondo i rumor questo strumento finanziario sarebbe stato proposto da BlackRock. La news, subito smentita da uno dei più importanti analisti del settore, si è rivelata falsa. Scopri tutto sulla storia dell’ETF spot su Ripple.

BlackRock non ha proposto nessun ETF spot su Ripple

Un’altra fake news a tema ETF in questo autunno ricco di colpi di scena per il mondo crypto. Dopo che, ad ottobre, Cointelegraph aveva comunicato l’approvazione dello strumento finanziario su Bitcoin, lunedì è toccato a Ripple. Il file contenente la richiesta, apparso sul sito della Division of Corporations del Delaware, sembrava all’apparenza legittimo. Inoltre, sotto la voce “richiedente”, compariva proprio il nome di BlackRock, il fondo di investimento più grande al mondo.

Appena la news è stata condivisa dagli utenti di X, il prezzo di Ripple (XRP) è esploso passando da 0,65$ a 0,75$ in una manciata di minuti. Per fortuna, il noto analista di Bloomberg, Eric Balchunas, ha immediatamente contattato BlackRock per verificare la veridicità della notizia sospetta. Dopo aver scoperto che era effettivamente falsa, ha prontamente pubblicato la smentita su X.

Una volta scoperta la verità gli investitori hanno probabilmente reagito di conseguenza, vendendo i Ripple comprati in preda all’entusiasmo, e il prezzo di XRP è tornato dove era partito, a 0,65$. Insomma, grazie a Balchunas, i danni sono stati contenuti. Questa volta le testate giornalistiche non hanno condiviso la fake news e tutto si è risolto in meno di un’ora

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Chi ha impersonato BlackRock?

Tutti si chiedono come sia stato possibile che la richiesta di approvazione (falsa) dell’ETF su Ripple sia finita sul sito della Division of Corporations del Delaware. Dalle ultime indagini sembra che il responsabile, nel suo tentativo di manipolare il mercato, abbia usato il nome di Daniel Schwieger, managing director di BlackRock, per presentare la richiesta.

Con grande probabilità infatti, il colpevole, aveva pianificato tutto per trarre guadagno dal movimento rialzista del prezzo di Ripple che avrebbe seguito il diffondersi della news. Il Dipartimento di Giustizia del Delaware sta indagando sulla questione, anche se non è ancora chiaro quali pene potrebbe affrontare il responsabile e se verrà mai identificato.

In seguito alla diffusione della fake news sull’ETF di Ripple alcuni investitori hanno espresso i loro dubbi sulla registrazione di BlackRock dello strumento finanziario basato su Ethereum. D’altronde se la richiesta per quello su XRP si è dimostrata falsa potrebbe esserlo anche quella per ETH?

È stato proprio il fondo di investimento a rassicurare gli investitori più scettici, la richiesta di approvazione per l’iShares Ethereum Trust è stata effettivamente presentata da BlackRock il 9 novembre attraverso la procedura corretta.



Solana: il prezzo è salito del 220% rispetto al 2022

ETF Solana: arriverà davvero?

Solana è la criptovaluta più in forma del mercato. Quali sono le ragioni dietro all’incredibile aumento di prezzo?

Il prezzo di Solana è esploso a rialzo negli ultimi giorni. La performance mensile della crypto è del +130% circa, mentre il suo valore è più che quadruplicato rispetto ad un anno fa! Se guardiamo invece al grafico settimanale il valore di SOL è salito del 40% rispetto a lunedì scorso. Insomma, il prezzo di Solana, che ha di recente conquistato la zona pre-crollo, sembra non volersi fermare. In questa analisi esaminiamo i fattori principali che stanno contribuendo a questo rally impressionante.

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La resilienza di Solana: la crisi di FTX

Il movimento di prezzo di Solana è ancora più incredibile se teniamo che FTX sta vendendo settimanalmente dei token SOL per risarcire gli utenti colpiti dal crollo. In particolare si sta liberando di una cifra che va dai 250.000 a 700.000 SOL ogni sette giorni. 

In totale l’exchange dovrebbe vendere circa 55 milioni di Solana, con un limite settimanale fissato a 100 milioni di dollari in controvalore. La maggior parte di questi risultano però ancora bloccati e quindi la scelta del tribunale del Delaware di permettere a FTX di vendere soltanto soltanto “pochi” token per volta sembra si stia dimostrando oculata.

L’innovazione tecnologica di Solana, dove può arrivare il prezzo?

Il  prezzo di Solana è esploso a rialzo non soltanto a causa degli sviluppi positivi sulla questione FTX, ma anche perché l’innovazione tecnologia sulla sua blockchain non si è mai arrestata. L’ecosistema di SOL e i suoi sviluppatori hanno continuato a costruire anche durante il bear market, risolvendo la maggior parte dei problemi prestazionali che affliggevano il network tempo fa.

Ovviamente, data l’inaspettata esplosione del prezzo di Solana, sono emerse, sui vari social network, diverse previsioni incredibilmente positive per il futuro. Se sono in molti a credere che SOL raggiungerà nuovamente l’all-time high, a quota 260$ circa, i fan più ottimisti sono convinti che la crypto raggiungerà quota 1.000$. I motivi che corroborano questa tesi sono, secondo chi la sostiene, molteplici. In primis il possibile rilancio dell’exchange FTX, da sempre uno dei più grandi sponsor di Solana, ma anche la dominance della crypto, che ne metterebbe in evidenza l’alto potenziale di crescita. Questa era del 3% circa prima del bear market mentre oggi si attesta attorno all’1,8%.

Insomma, il rally del prezzo di Solana degli ultimi mesi è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la resilienza della crypto e gli ultimi sviluppi sulla crisi di FTX, e i miglioramenti tecnologici della sua rete. Nonostante le performance dell’ultimo periodo siano state incredibili però, potrebbe esserci ancora molto margine di crescita perciò puoi valutare di aggiudicarti qualche SOL utilizzando l’acquisto ricorrente. In questo modo medierai il prezzo di acquisto e non sarai troppo esposto alla volatilità del suo prezzo.

È ripartito il bull market? Un’analisi dei prezzi

Il bull market è ripartito? L'analisi dei prezzi

L’analisi dei prezzi di Bitcoin e Ethereum. Dalla seconda metà di ottobre il mercato crypto sembra essere ripartito!

Il bull market potrebbe essere ripartito? Da più di un mese il movimento di prezzo delle criptovalute più importanti è estremamente positivo. Scopri come si sono comportati Bitcoin e Ethereum e qual è la crypto più in forma del momento in questa analisi.

Bitcoin ha toccato i 38.000$!

Il bull market sembra davvero ripartito se analizziamo i movimenti di prezzo di Bitcoin degli ultimi giorni. Insomma, dall’inizio di ottobre BTC ha decisamente cambiato marcia. Alla fine del mese scorso, attraverso un movimento repentino della durata di un paio di giorni, ha raggiunto i 34.000$ per poi lateralizzare qualche giorno nel range compreso tra i 33.500$ e i 35.000$. All’inizio di questa settimana poi, il prezzo ha deciso di esplodere a rialzo con un’incredibile forza, infrangendo sia la resistenza dei 35.000$ sia alcune di quelle successive.

Il valore massimo raggiunto da BTC in questi giorni è di 38.000$, e in questo momento si trova sul livello dei 37.000$. Il prezzo di Bitcoin è cresciuto di 10.000$ in meno di 5 settimane! Chissà dove può arrivare nel caso in cui vengano approvati gli ETF spot. Se la svolta sulla questione arriverà nei prossimi giorni, potrebbe essere il momento giusto per posizionarti su BTC se non l’hai ancora fatto.

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Ethereum sta recuperando terreno

Se Bitcoin se l’è passata bene questa settimana, Ethereum ha fatto ancora meglio; guardando il grafico settimanale di ETH si ha la sensazione che il bull market sia veramente ripartito. Dopo mesi di sofferenza, sia in generale e sia nei confronti di BTC, la crypto è rinata! Giovedì scorso è stata presentata ufficialmente da BlackRock la richiesta di approvazione per un ETF spot su ETH, che è successivamente esploso a rialzo. L’approvazione di questi strumenti finanziari è, ad oggi, il più probabile catalizzatore della prossima bull run.

Dopo una lunga fase di lateralizzazione intorno ai 1.850$ Ethereum ha iniziato un debole movimento rialzista che, dopo la notizia di giovedì, è diventato dirompente. In un solo giorno ha distrutto diverse resistenze passando da 1.890$ a 2.100$. La giornata di giovedì 9 novembre è la migliore dell’anno finora per Ether, grazie al +12% registrato in poche ore. Questo potrebbe essere solo l’inizio, visto che la crypto è ripartita in ritardo rispetto al resto del mercato.

Solana è la regina del bull market? +170% da inizio ottobre

Se ci troviamo davvero in bull market la protagonista indiscussa di questa fase di mercato è Solana. SOL, da metà ottobre ha registrato una performance di prezzo incredibile, praticamente triplicando il suo valore. Dopo aver toccato il punto di minimo intorno agli 8$ a dicembre 2022, la crypto è stata limitata dalla resistenza dei 25$ per tutto il 2023. Tra il 21 e il 22 ottobre poi, Solana ha infranto questo livello e da lì non si è più fermata. Il movimento complessivo per il 2023 di SOL è del +220%, incredibile se si tiene presente del fatto che la crypto sta assorbendo le vendite di FTX.Il bull market sembra, a tutti gli effetti, essere ripartito.

Attenzione però dopo i recenti rialzi dei prezzi è ancora più importante non fare acquisti azzardati guidati dalla FOMO. Quando i movimenti di prezzo sono così repentini e i grafici così estesi è potrebbe essere pericoloso farsi prendere dall’entusiasmo. Perciò valuta di utilizzare l’acquisto ricorrente per mediare il prezzo di acquisto e non essere troppo esposto alla volatilità dei mercati.

BlackRock proporrà un ETF spot su Ethereum?

ETF spot su Ethereum in arrivo?

BlackRock deposita la richiesta di approvazione di un EFT spot basato su Ethereum. La crypto, in seguito alla notizia, vola al di sopra dei 2.000$

BlackRock ha registrato la richiesta di approvazione per un ETF spot su Ethereum. Dopo le ultime indiscrezioni che danno per (quasi) certo l’arrivo dello strumento finanziario per quanto riguarda Bitcoin, oggi è arrivata una nuova svolta. Cosa potrà accadere nei prossimi giorni e come ha reagito il prezzo di Ethereum alla notizia? 

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L’ETF spot su Ethereum di BlackRock

La notizia sull’ETF spot di Ethereum è stata pubblicata su X (ex twitter) da un utente noto con l’handle @SummersThings e prontamente confermata da Eric Balchunas. L’analista di Bloomberg ed esperto di ETF ha dichiarato che BlackRock sembra pronto a presentare una richiesta formale alla SEC anche per l’approvazione dello strumento finanziario per Ethereum.

BlackRock ha effettivamente registrato l’iShares Ethereum Trust in Delaware, seguendo lo stesso procedimento che ha adottato quest’estate per il suo ETF spot su Bitcoin. Anche se nessuno di questi strumenti è ancora stato approvato dalla SEC, il mercato sembra aspettarsi una svolta imminente. Il prezzo di Bitcoin oggi ha sfiorato quota 38.000$ ma come si è comportato quello di Ethereum?

L’impatto sul prezzo di Ethereum

Come ha influito la news sull’ETF spot su Ethereum sul prezzo della crypto? Il valore di ETH è esploso, passando in meno di un’ora, da 1.880$ a più di 2.000$. Il movimento, nel punto di massima estensione, ha permesso a ETH di registrare un + 9%, e potrebbe ancora non essersi concluso. La conquista più importante per Ethereum a livello di price action arriverebbe nel caso in cui la crypto confermerà la rottura della resistenza dei 2.000$. Questo livello chiave ha respinto ETH in tre diverse occasioni dall’inizio del bear market (maggio 2022). 

Nel frattempo, l’attività su Ethereum è incredibilmente cresciuta nelle ultime ore. Il dato da guardare per accorgersi della recente crescita dell’attività è il prezzo medio del gas impiegato per processare una transazione sul network. Il gwei, l’unità di misura utilizzata per misurare il costo della gas fee su Ethereum, è passato da 60 a più 160. Ricorda che è sempre rischioso agire basandosi sulle notizie di mercato. Se pensi che l’ETF spot su Ethereum verrà approvato e vuoi detenere qualche ETH puoi valutare di comprare utilizzando l’acquisto ricorrente, in questo modo la volatilità intaccherà in misura minore il valore del tuo portafoglio.