Gli ETF sull’oro soffrono, ma crescono quelli su Bitcoin

Bitcoin news: gli USA venderanno oro per comprare BTC?

L’incredibile successo degli ETF spot su Bitcoin sta “mettendo in difficoltà” gli strumenti finanziari di questo tipo che si basano sull’oro. Scopri cosa sta succedendo 

Il primo mese dopo l’approvazione degli ETF su Bitcoin è stato incredibile! Nessuno strumento finanziario di questo tipo ha fatto meglio, nei primi trenta giorni dal lancio, di quelli emessi da BlackRock e Fidelity. 

Anche il prezzo di Bitcoin, dopo un “sell the news” iniziale, ha reagito benissimo all’evento ETF, in questo momento si aggira intorno ai 52.000$ dopo due settimane di rialzo esplosive. Il denaro, si sa, non può essere fabbricato a meno che non lo decida una banca centrale, e perciò potrebbe essere in transito dagli strumenti finanziari sull’oro a quelli su Bitcoin. È il momento giusto per posizionarsi?

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La crisi dell’oro: gli ETF perdono quote

Gli ETF sull’oro stanno affrontando significativi deflussi di capitale dall’inizio dell’anno, in particolare dal 10 gennaio, giorno dell’approvazione di quelli su BTC. Secondo Bloomberg e il grande esperto di questi strumenti finanziari, Eric Balchunas, il flusso di denaro in uscita è stato di 2,4 miliardi fino ad oggi. Gli strumenti più in difficoltà? L’iShares Gold Trust (IAU) e l’iShare Gold Trust Micro (IAUM), entrambi emessi da BlackRock, che hanno dovuto affrontare rispettivamente 423 e 230 milioni di dollari di prelievi.

È necessario specificare che non si può essere certi che gli investitori stiano prelevando i capitali dagli ETF sull’oro per acquistare quelli con sottostante Bitcoin. Nonostante questo, è essere curioso specificare che questi outflow siano cresciuti gradualmente dall’11 gennaio, il giorno dell’approvazione da parte della SEC.

ETF su Bitcoin: 4 miliardi di afflussi

Che il denaro in ingresso sugli ETF su Bitcoin arrivi, almeno in parte, da quelli sull’oro o meno, le performance di questi giorni sono state incredibili. Sia per quanto riguarda il movimento di prezzo e sia per l’adozione degli strumenti finanziari approvati a gennaio.

Negli ultimi quattro giorni di contrattazione gli inflow sugli ETF di Bitcoin sono stati di 2 miliardi di dollari. Mentre, se consideriamo il loro primo mese di vita, le performance sono “da Guinness World Record”: nessuno strumento finanziario approvato negli ultimi trent’anni ha fatto meglio!

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Bitcoin è pronto per un nuovo all-time high?

Questo continuo flusso di domanda sta chiaramente sostenendo il prezzo di Bitcoin che, negli ultimi giorni, ha distrutto la resistenza dei 50.000$, e attualmente orbita nella zona dei 52.000$. Dopo l’ultimo movimento rialzista, il massimo storico a 68.000$ non appare così distante; basterebbe infatti un +30% circa per raggiungere quella zona del grafico. In un certo senso, il comportamento di Bitcoin dell’ultimo periodo può essere considerato anomalo. Durante i cicli passati non è mai successo di avvicinarsi così tanto all’all-time high precedente prima dell’halving previsto per aprile 2024

Quello che sta succedendo è particolare anche se consideriamo che l’interesse su Bitcoin e sul mondo crypto è, in generale, ancora fortemente limitato. Secondo Google Trends l’interesse su BTC è al 22% rispetto ai picchi toccati durante il bull market del 2021. Un’altra metrica interessante è quella delle visualizzazioni YouTube dei canali a tema criptovalute, ancora irrisorie rispetto ai picchi raggiunti nello scorso ciclo rialzista.

Insomma, il catalizzatore della recente crescita di Bitcoin sembra essere stata, a tutti gli effetti, l’approvazione degli ETF spot. Per questo motivo il ciclo rialzista iniziato qualche mese fa sembra profondamente diverso da tutti i precedenti dato che implica il supporto costante di ingenti capitali provenienti dai grandi fondi. Dove può arrivare Bitcoin quando anche i cosiddetti retailer torneranno ad interessarsene?


Futures: cosa sono e come funzionano?

Futures: cosa sono e come funzionano?

Cosa sono e come funzionano i futures? Strumenti finanziari derivati molto utilizzati dai trader esperti

Cosa sono e come funzionano i futures? In pochissime parole: sono strumenti derivati che consentono agli investitori di speculare sul prezzo futuro di un asset. Entrando più nello specifico i futures sono contratti a termine, il cui valore è collegato a quello di un sottostante (underlying asset).

Questa definizione non ti basta per comprendere cosa sono e come funzionano i futures? Non ti preoccupare! Continua a leggere questo articolo e scopri tutto su questi strumenti derivati.

Cosa sono i futures?

I futures sono contratti standardizzati tra due parti che regolano, e impongono, la vendita e l’acquisto di un asset a un prezzo predeterminato in futuro. Esistono contratti futures su tantissimi diversi beni come le materie prime, gli indici azionari, i tassi di interesse, le valute e anche le criptovalute. 

Se sei interessato in modo specifico a queste “monete digitali” puoi fare un giro sulla nostra app. Al suo interno puoi acquistare Bitcoin e tantissime altre crypto.

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I futures che si basano su asset tradizionali sono negoziati in borse specifiche, come il Chicago Mercantile Exchange (CME) o l’Intercontinental Exchange (ICE) e tanti altri, mentre quelli sulle criptovalute sono scambiabili sui principali exchange del settore sia centralizzati che decentralizzati.

Ora che abbiamo definito questa tipologia di strumenti finanziari possiamo scendere più nel dettaglio per comprendere come funzionano i futures. Per capirlo è necessario prima spacchettare l’argomento in micro sezioni. Da adesso in poi, per comodità, ragioneremo su strumenti finanziari che si basano su Bitcoin; tieni, però, presente che il funzionamento è il medesimo anche per le altre tipologie di asset elencati in precedenza.

Come funzionano i contratti derivati?

Come già anticipato i futures sono contratti derivati. Ma cosa vuol dire questo? Ovvero, come funzionano queste tipologie di accordi? Questi contratti tra venditore e compratore impongono l’impegno nell’eseguire una transazione finanziaria in un dato momento. 

Una delle caratteristiche fondamentali che ancora non abbiamo inserito in questa “equazione” è il tempo. Al variare di questo infatti cambia anche la nomenclatura del prodotto derivato:

  • Futures: le transazioni vengono eseguite entro una data specifica;
  • Perpetual: non vi è una data prestabilita.

Un’altra componente chiave per comprendere che cosa sono i futures e come funzionano riguarda la garanzia del contratto. Entrambe le parti infatti devono obbligatoriamente vincolare del capitale per dimostrare che, al momento della transazione, saranno reciprocamente solvibili.

Se per esempio l’accordo prevede che in data 31/12 un utente dovrà vendere 1,00 BTC a un dato prezzo dovrà obbligatoriamente vincolare l’ammontare come garanzia. Allo stesso modo chi promette di acquistarlo deve bloccare del collaterale in moneta fiat per tutto il tempo in cui la “posizione” rimane aperta. Questo valore prende il nome di margine.

È anche possibile operare su questa tipologia di contratti derivati utilizzando la leva finanziaria. Così facendo si possono stipulare contratti dal controvalore superiore a quello depositato a garanzia (fino anche a 150 volte). Questo tipo di operatività comporta diversi rischi, soprattutto quello della liquidazione, che avviene quando il margine non copre più il valore della posizione. Solitamente questo accade in seguito a importanti e improvvise oscillazioni di mercato e implica la vendita forzata di tutti i fondi depositati all’interno del contratto.

L’ultima componente da analizzare, per avere una visione chiara e completa su come funzionano i futures e, in generale, tutti i contratti derivati, è la cosiddetta clearing house o controparte. Per aprire una posizione utilizzando questi strumenti finanziari è necessario affidarsi ad un exchange che aiuta compratori e venditori a “collaborare”.

Futures: come funzionano nello specifico

Dopo aver affrontato l’ampio argomento dei contratti derivati, vediamo che cosa sono i futures affrontando le caratteristiche specifiche di questi strumenti finanziari. Innanzitutto bisogna precisare che il prezzo di acquisto/vendita viene stabilito nel momento in cui si stipula in contratto. Inoltre, come già anticipato, i futures hanno una data di scadenza prestabilita. In quel frangente le posizioni vengono forzatamente chiuse e il titolare riceve l’ammontare (in dollari o in Bitcoin) deciso al momento della stipulazione.

Se, per esempio, un contratto prevedeva l’acquisto di 1,00 BTC, questo importo (o l’equivalente valore monetario in valuta fiat) viene addebitato sul conto del contraente il giorno della scadenza. Va da sé che la profittabilità di questa pratica dipende dal prezzo al quale è stato stipulato il contratto. Se Bitcoin, al momento della sottoscrizione del futures valeva 35.000$ e al momento della scadenza 45.000$, il titolare realizza un guadagno di 10.000$.

Infine, per avere anche una panoramica chiara a livello pratico di che cosa sono i futures, analizziamo i dati che gli exchange mostrano a chi opera utilizzando questi strumenti:

  • Data di scadenza: il giorno in cui il contratto verrà chiuso forzatamente;
  • Index Price: il prezzo attuale del sottostante, in questo caso Bitcoin;
  • Mark Price: il prezzo attuale del contratto derivato;
  • Open Interest: il controvalore totale dei contratti derivati aperti su un mercato;
  • Volume: l’ammontare monetario scambiato sul quel mercato, solitamente nelle ultime 24 ore;
  • Margine: il collaterale minimo per aprire la posizione;
  • Margine di mantenimento: nel caso in cui venga utilizzata la leva finanziaria questo indica l’ultimo prezzo al quale il collaterale è sufficiente per mantenere aperta la posizione. Nel caso in cui il prezzo del sottostante scenda al di sotto di questa soglia si attiva la liquidazione.

Conclusione

Ora hai una panoramica completa di che cosa sono i futures e come funzionano, devi tenere presente che sono strumenti derivati dedicati a trader di livello avanzato. Per utilizzarli nel modo corretto è richiesto un elevato grado di preparazione.

Se non hai mai fatto trading ma vorresti approcciarti al mondo degli investimenti potresti partire da qualcosa di più semplice, come l’acquisto ricorrente di criptovalute. Puoi testare questa funzione nella sezione “Salvadanaio” della nostra app.

Cosa vuol dire shortare? Il significato del termine spiegato

Shortare: il significato del termine nel trading

Qual è il significato di shortare o “vendere allo scoperto”? Scopri la strategia di trading utilizzata da chi vuole scommettere contro il mercato

Il significato di shortare, o posizionarsi short è quello di vendere degli asset (crypto, azioni o obbligazioni) presi in prestito con la speranza di ricomprarli in futuro ad un prezzo più basso. Il meccanismo dello short selling è una strategia di trading che può essere difficile da comprendere dato che comporta la vendita di asset che non si possiedono. Se hai già sentito nominare questo termine, ma non hai mai capito davvero il significato di shortare, scoprilo in questo articolo!

Significato di shortare: facciamo chiarezza

Come già in parte anticipato, il significato di shortare è letteralmente quello di “vendere allo scoperto” ovvero vendere asset (azioni, obbligazioni o criptovalute) che non si detengono. Ma come si può vendere qualcosa che non si possiede? Effettuare questo tipo di operazioni è possibile grazie agli exchange e ai broker, intermediari finanziari che prestano gli asset in loro possesso ai trader e permettono loro di venderli senza detenerli. Quando un trader shorta contrae un debito nei confronti di un intermediario finanziario e allo stesso tempo vende l’asset preso in prestito sul mercato

Se il prezzo dell’asset scende, il trader può comprarlo ad un prezzo inferiore, estinguere il suo debito nei confronti dell’intermediario e realizzare un profitto. Se invece il prezzo di questo asset sale, il trader dovrà comunque ricomprarlo per restituirlo e subirà quindi una perdita. Per questo motivo il significato di shortare è quello di  “scommettere contro il mercato”, ovvero puntare contro la salita del prezzo di un asset. Solitamente i trader shortano quando le condizioni del mercato fanno presagire un’imminente movimento ribassista dei prezzi.  

Lo short selling è stato descritto nel film “The Big Short”. Questa pellicola racconta la storia realmente accaduta di un gruppo di investitori convinti che il mercato immobiliare e il sistema bancario statunitense fosse sull’orlo del fallimento. Essi utilizzarono questa strategia di trading per guadagnare dall’esplosione della crisi del 2008. In altre parole scommisero contro il mercato vendendo azioni e obbligazioni che non possedevano.

Il significato di short selling spiegato attraverso una metafora

Se il significato di shortare ti risulta ancora difficile da comprendere, potrebbe essere utile utilizzare una metafora. Immagina di essere un* collezionista di sneaker e sapere in esclusiva che a breve uscirà una nuova versione in edizione limitata. Forse sei convint* che quelle che erano fino ad oggi, le “ultime uscite” perderanno parte del loro valore. Quindi provi a scommettere contro le scarpe già in commercio, anche se sono l’opzione più preziosa in circolazione. Potresti prendere in prestito un paio di scarpe, pagando un piccolo interesse per il “disturbo”, e subito venderle a prezzo pieno, per esempio a 200€. In questo modo realizzeresti un “profitto” di 200€, ma dovresti ancora restituire il paio di scarpe al tuo creditore (il broker o l’exchange, nel caso in cui si trattasse di un asset) e pagare l’interesse sul debito (una spesa che devono affrontare anche i trader quando shortano). 

Supponiamo ora che le tue previsioni si avverino, e che il prezzo delle vecchie scarpe scenda effettivamente a 100€ quando esce la nuova edizione. A questo punto potresti ricomprarle alla metà del prezzo, restituirle a chi te le ha prestate e guadagnare circa 100€, chiudendo la tua posizione short con un profitto. Se si verificasse però lo scenario opposto, ovvero il prezzo della scarpe “vecchie” salisse, saresti comunque obbligato a restituire al tuo creditore e perciò realizzeresti una perdita.

Come si fa a shortare?

Se questa metafora ti ha aiutato a capire il significato di shortare vediamo ora quello che avviene realmente quando si effettua un’operazione di short selling. La prima cosa da tenere presente è che nel mondo finanziario non avviene nessun prestito fisico degli asset che i trader vendono sul mercato. Le operazioni short, infatti, per poter essere processate, necessitano di un mercato liquido e ricco di scambi. Perciò è impossibile che un investitore non riesca a vendere un asset perché questo è stato prestato ad un altro. 

Tuttavia shortare è costoso, perché per poter vendere azioni, obbligazioni o criptovalute che non possiedono i trader devono pagare un interesse al broker o all’exchange. Scommettere contro il mercato è anche molto più pericoloso che puntare a favore, per via del rapporto tra rischio e rendimento sfavorevole. Questo perché quando si shorta, almeno che non si utilizzi la leva finanziaria, il massimo guadagno possibile è del 100% (se il prezzo dell’asset arriva a zero), mentre la potenziale perdita è illimitata, perché il prezzo di una criptovaluta, di un’azione o di un’obbligazione potrebbe teoricamente salire all’infinito. Per gestire questo rischio gli exchange e i broker utilizzano la margin call. Uno strumento che permette di avvisare l’investitore quando la sua posizione short sta per arrivare al limite, ovvero quando il denaro depositato non è più sufficiente per mantenere l’operazione di trading aperta. Quando un trader riceve una margin call può scegliere se chiudere l’operazione in perdita o aggiungere denaro al conto per mantenerla aperta.


Ora che conosci il significato di shortare ricorda che è una tecnica di trading avanzata, riservata ai più esperti.

JavaScript: cos’è e come funziona?

JavaScript: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona JavaScript, il linguaggio di programmazione per la creazione di contenuti dinamici

JavaScript è uno dei linguaggi di programmazione più diffusi al mondo, fondamentale per lo sviluppo di applicazioni web dinamiche e interattive. Gli sviluppatori utilizzano le linee di codice di questo linguaggio per creare esperienze coinvolgenti attraverso l’aggiunta di elementi interattivi e dinamici.


Ma cos’è JavaScript e come funziona davvero? Continua a leggere per scoprire la risposta a questa domanda.

Cos’è JavaScript?

Per rispondere, in breve, alla domanda “che cos’è JavaScript” si può partire dicendo che è un linguaggio di programmazione ad alto livello. Ciò significa che è progettato per essere facilmente comprensibile e leggibile dagli esseri umani

Gli sviluppatori lo utilizzano, principalmente, per aggiungere elementi interattivi e dinamici alle pagine web, sia da desktop che da mobile, e quindi migliorare l’esperienza dei visitatori. Un esempio pratico anche per i non addetti ai lavori? Gran parte delle grafiche che potete ammirare sui siti esistenti, i colori dinamici o i menù a discesa che si aprono con un “click”.

È stato creato nel 1995 da Brendan Eich come linguaggio di scripting di Netscape, tuttavia, si è fortemente evoluto negli anni, in modo graduale rispetto alla crescente popolarità dei motori di ricerca. Oggi, JavaScript è una componente essenziale nello sviluppo di server web, applicazioni mobili e videogiochi.

Come funziona

Innanzitutto, per capire come funziona JavaScript devi sapere che il suo codice viene eseguito sul dispositivo dell’utente finale, ad esempio il suo browser web. Ciò consente agli sviluppatori di creare pagine web interattive senza necessità di comunicazione continua con il server. Se questo linguaggio non fosse stato inventato le pagine web sarebbero rimaste statiche, noiose e tutt’altro che interattive.

Questo perché i linguaggi utilizzati in precedenza, e che ancora convivono con JavaScript, forniscono soltanto un markup, ma non consentono di introdurre azioni consequenziali (e logiche) a quelle dell’utente. Vediamo ora, nel dettaglio, alcune funzioni specifiche che caratterizzano questo linguaggio di programmazione, per conoscere a pieno che cos’è JavaScript e come funziona.

  1. Integrazione con HTML e CSS

JavaScript si integra senza soluzione di continuità con HTML e CSS, consentendo agli sviluppatori di manipolare la struttura e lo stile delle pagine web. È grazie a questa integrazione che i browser reagiscono alle azioni degli utenti.

  1. Scripting Client-side: 

Gli sviluppatori possono incorporare script JavaScript all’interno delle loro pagine HTML per renderle interattive. Questi script possono essere utilizzati per aggiungere funzionalità come la gestione degli eventi, la manipolazione del DOM (Document Object Model) e molto altro ancora.

  1. Interazione con il Browser

JavaScript fornisce un’interfaccia per interagire con il browser. Gli sviluppatori possono utilizzare JavaScript per gestire eventi come clic del mouse, pressione di tasti e caricamento della pagina. Questo consente loro di creare esperienze utente dinamiche e reattive.

  1. Gestione del DOM

Una delle funzionalità più potenti di JavaScript è la sua capacità di manipolare il DOM, ovvero la struttura di una pagina web. Ciò significa che, grazie a questo linguaggio di programmazione, gli sviluppatori possono aggiungere, rimuovere o modificare elementi HTML e attributi sulla pagina in risposta alle azioni dell’utente.

  1. Comunicazione con il Server

Anche se JavaScript è principalmente un linguaggio lato client, ovvero che viene eseguito sul dispositivo dell’utente finale (come il browser web su un computer desktop o un dispositivo mobile) è possibile utilizzarlo anche per comunicare con i server.

  1. Librerie e Framework

Esistono numerose librerie e framework JavaScript che semplificano lo sviluppo di applicazioni web complesse. Alcuni esempi popolari includono jQuery, React.js, AngularJS e Vue.js. Questi strumenti forniscono funzionalità aggiuntive e strutture per organizzare e gestire il codice JavaScript.

In sintesi, cos’è JavaScript? È un linguaggio di programmazione potente e flessibile che consente agli sviluppatori di creare esperienze utente dinamiche e interattive sul web. Con la sua integrazione senza soluzione di continuità con HTML e CSS, la capacità di manipolare il DOM e la vasta gamma di librerie e framework disponibili, JavaScript continua a rimanere al centro dello sviluppo web moderno. Con il costante miglioramento e l’evoluzione delle tecnologie web, il suo ruolo nell’ambito dello sviluppo web è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 


Cos’è Discord? Il social network della Generazione Z

Discord: che cos’è e come funziona? La guida

Cos’è e come funziona Discord: il social media nato per i gamer e molto popolare nel mondo crypto che devi, per forza, conoscere! La guida completa

Una risposta possibile alla domanda cos’è e come funziona Discord potrebbe essere: uno dei pochi social network che non si sta adattando alla proposta di contenuti “stile TikTok”. Su questa piattaforma non troverete brevi video creati con l’obiettivo di diventare virali. Bensì chat divise per argomento, popolate da utenti piuttosto collaborativi.

L’applicazione, disponibile sia per mobile che per pc, è, a tutti gli effetti, un social media, nonché uno dei pochi a distinguersi in modo così netto rispetto agli altri. La crescente popolarità che ha portato questa app da 10 milioni di utenti attivi del 2017 ai 220 milioni di oggi si deve, in parte, anche a questo. Scopri cos’è e come funziona Discord in questa guida.

Cos’è Discord?

Tecnicamente, Discord è una piattaforma per il live messaging che, nei sette anni trascorsi dal suo lancio, si è costantemente migliorata. Oggi, su questa applicazione, si possono mandare messaggi e organizzare chiamate vocali e videochiamate. Assomiglia a Skype o Zoom per certi aspetti, mentre per altri a Telegram o Slack, ma, in realtà, è unica nel suo genere. 

Per comprendere a pieno che cos’è Discord e come funziona dobbiamo partire dalla tipologia di utenti per cui è stata creata: i gamer della Generazione Z. Per questo motivo il suo utilizzo può sembrare, almeno inizialmente, complesso e macchinoso. 

Con il tempo però, anche chi non è appassionato di videogiochi, ha iniziato ad utilizzare questo social media e sono nati server (la nomenclatura che si utilizza per indicare i gruppi di Discord) di ogni tipo. Dalla musica all’arte, passando per la cucina e la politica, fino ad arrivare al mondo delle criptovalute e degli NFT. I progetti appartenenti a questo settore, forse perché condividono, in parte, la cultura delle community di gamer, o semplicemente per l’elevatissimo grado di personalizzazione, hanno iniziato a utilizzare questa piattaforma.

Se non hai mai fatto l’accesso a Discord prima d’ora puoi unirti al server di Young Platform per testare questa applicazione!

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Come funziona Discord? La guida

Ora che sai, a grandi linee, cos’è Discord, è il momento di scendere più nel dettaglio e capire come funziona. 

1. Accesso alla piattaforma

Dopo aver aperto Discord, non importa se da mobile o da pc, devi scegliere il nome utente. L’app aggiunge automaticamente una stringa di cifre casuali alla fine di ogni username, quindi ogni nome utente è unico. In seguito, dovrai collegare il tuo account a un’email e una password.

2. I server

Successivamente, ti verrà richiesto di avviare o di unirti a un server. Come già anticipato, sono i gruppi o i forum di Discord, luoghi virtuali in cui gli utenti comunicano. Ogni server di Discord è unico, gli admin, ovvero coloro che li gestiscono, possono impostare tantissime regole diverse per personalizzarli sotto altrettanti aspetti.

Esistono sia server pubblici che privati, dedicati ai tuoi videogiochi preferiti, ai gruppi o ai generi musicali che più ti appassionano, per l’ideologia politica che più ti rappresenta o semplicemente da utilizzare per condividere meme. Qualunque cosa ti piaccia, probabilmente esiste un server Discord dedicato.

Inoltre sono anche modo per instaurare un rapporto più stretto con la propria community o i propri i follower. Sia per i content creator, streamer di videogiochi e non, che per le aziende.

3. L’interfaccia

Se accedi a un server Discord per la prima volta, l’interfaccia potrebbe risultare complessa da navigare. Questo perché, come già anticipato, è un’app unica nel suo genere e, probabilmente, non hai mai visto niente di simile. Ma non ti preoccupare, grazie a questa guida che ti spiega, passo per passo, cos’è e come funziona Discord la questa piattaforma non avrà più segreti. Ecco le componenti principali dell’interfaccia di questo social network.

  • Elenco dei server: ogni utente può visualizzare all’estrema sinistra dello schermo i server di cui fa parte, ognuno con la propria icona. Stai usando Discord dal tuo cellulare e non vedi questo elenco? Non ti preoccupare, comparirà dopo un “tap” sul menu ad hamburger nell’angolo in alto a sinistra.
  • Elenco dei canali: alla destra dell’elenco dei gruppi di cui fai parte trovi, invece, i canali. Ovvero tutte le chat presenti all’interno del server, solitamente ognuna dedicata ad un argomento specifico

I canali sono separati in più menu che prendono il nome di “categorie”, dove trovi tutte le discussioni inerenti alle tematiche descritte dal loro titolo. 

Prendendo come esempio il server Discord di Young Platform, sotto la categoria ‘welcome’ ci sono tutti canali utili per iniziare il tuo viaggio all’interno del server, come le regole o la sezione dedicata alla verifica di ogni utente. Una volta selezionato il canale si aprirà, al centro dello schermo, la chat, dove potrai scrivere e leggere i messaggi degli altri utenti.

  • Elenco dei membri: nella parte destra dello schermo si trova, invece, l’elenco di tutti gli utenti del server. È possibile vedere chi è online e qual è il suo stato di attività (ad esempio, se sta giocando o ascoltando musica su Spotify). 

Inoltre, nel caso in cui il Server ne sia provvisto, i membri potranno essere divisi per ruoli. Questi sono particolarmente utili se si vogliono implementare logiche di gamification all’interno della propria community. I ruoli permettono infatti di gestire la gerarchia del server, nascondendo alcuni canali dedicati, per esempio, soltanto ai membri che si sono guadagnati un certo status.

  • Home: per avere una panoramica basilare ma completa di come funziona Discord puoi cliccare sul logo del social network che trovi in alto a sinistra. In questo modo accedi alla “Home” dove trovi i messaggi ricevuti e l’elenco degli amici.
  • I canali vocali: sono contrassegnati dall’icona di un piccolo altoparlante e cliccandoci sopra ci si collega istantaneamente alla chat vocale. A patto che il server lo consenta è, anche, possibile attivare la videocamera per una chat video.
  • Le impostazioni di privacy: per modificare questo tipo di impostazioni basta cliccare l’icona dell’ingranaggio accanto al vostro nome utente e selezionare la voce “Privacy e sicurezza”. Qui è possibile impostare tantissime tipologie di filtri alla comunicazione tra voi e gli altri utenti.

Se intendete utilizzare Discord per navigare il mondo crypto è importante impedire che gli utenti estranei vi contattino in privato, al fine di evitare di incorrere in truffe. Disattivare i messaggi dagli estranei è una condizione indispensabile per accedere alla maggioranza dei server Web3

  • Le regole: è altrettanto comune che i server chiedano, in automatico, di leggere e accettare le regole per poter partecipare alle discussioni. Come già anticipato, infatti, ogni gruppo ha politiche diverse e queste devono essere chiare e condivise da tutti gli utenti.

Ora che sai, almeno in parte, cos’è e come funziona Discord puoi iniziare a testare ciò che hai appena appreso sul nostro server oppure cercarne qualcuno online coerente con i tuoi interessi cliccando sull’icona a forma di bussola “Esplora server pubblici”. Questo è, infatti, l’unico modo per imparare, davvero, a usare questa potente piattaforma.

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Private equity: come funziona nel 2024?

Private equity: cos’è e come funziona nel 2024?

Cosa sono e come funzionano le private equity? Fondi di investimento che svolgono un ruolo chiave per le imprese

Cos’è e come funziona una private equity nel 2024. Un fondo di questo tipo può essere descritto come una sorta di ponte che connette investitori e aziende. L’obiettivo di queste istituzioni? Massimizzare i profitti delle due parti e, conseguentemente, anche i propri e quelli dei propri investitori.

Questi fondi di investimento svolgono un ruolo cruciale nell’assistere o nel fornire alle imprese le risorse necessarie per crescere e svilupparsi. Ecco, nel dettaglio, cosa sono i private equity funds e come funzionano.

Private equity cos’è e come funziona?

Per capire cos’è il private equity possiamo partire dal suo obiettivo: acquisire quote in aziende non quotate in borsa per poi rivenderle una volta che il loro prezzo è aumentato

Dopo aver identificato un’azienda target, generalmente con un potenziale già parzialmente consolidato, il fondo si impegna a fornirle gli strumenti necessari per crescere. In particolare, garantisce loro l’accesso a capitali, ne sostiene l’espansione in nuovi mercati e spesso attua una riorganizzazione aziendale al fine di incrementare l’efficienza.

Private equity e venture capital: cosa cambia?

Basandoci solo sulla definizione del paragrafo precedente che risponde alla domanda “cos’è e come funziona il private equity” potremmo confondere questi fondi con quelli di venture capital. Tuttavia, queste due tipologie di fondi operano in modo diverso. Ma in realtà queste due tipologie di fondi operano in modo diverso. I private equity funds, solitamente, investono con una prospettiva a medio lungo termine. Si insediano nelle aziende per, almeno, una decina di anni e scelgono quasi esclusivamente imprese consolidate con un solido track record.

Dall’altro lato i venture capital puntano spesso su neonate startup con alto potenziale di crescita ma pochissimo storico. Questi fondi lavorano su un orizzonte temporale nettamente più breve, solitamente compreso tra i 3 e i 5 anni.

Affidarsi ai fondi di private equity comporta dei rischi?

Nei paragrafi precedenti, per capire cos’è e come funziona il private equity, abbiamo affrontato i benefici che queste istituzioni apportano all’interno delle dinamiche di governance aziendale. In primis il più facile accesso ai capitali e le competenze e l’esperienza trasmettono all’azienda.

Ci sono però anche alcuni rischi o problematiche che potrebbero insorgere quando ci si affida a questo tipo di attori:

  • Perdita dell’indipendenza: quando un fondo di private equity investe in un’azienda, spesso acquisisce una quota significativa del capitale. Ciò può tradursi in una perdita di controllo per i fondatori o i proprietari originali. Le decisioni strategiche e operative possono essere influenzate o dominate dal fondo, che potrebbe avere obiettivi diversi da quelli dei founders;
  • Aumento del “leverage finanziario”: per finanziare l’acquisizione spesso si emettono debiti, aumentando così l’esposizione finanziaria passiva dell’azienda. Sebbene ciò possa ottimizzare la struttura del capitale, comporta anche dei rischi, soprattutto se l’azienda non riesce a generare flussi di cassa sufficienti per coprirne i costi;
  • Pressione sulle performance: L’azienda può subire una pressione costante per raggiungere obiettivi di performance, spesso in tempi ristretti, per soddisfare le aspettative del fondo;
  • Strategie aggressive: alcuni fondi di private equity possono adottare strategie aggressive per incrementare rapidamente il valore dell’azienda, come tagli drastici o licenziamenti. Queste azioni possono danneggiare la cultura aziendale e il morale dei dipendenti.

Insomma, se ti chiedevi cosa fossero i fondi di private equity ora sai che sono attori importantissimi nel panorama imprenditoriale globale, in grado di contribuire alla crescita e al successo di aziende.

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Riunione FED Gennaio 2024: tassi invariati

riunione fed gennaio 2024

Per il quarto meeting consecutivo, la Federal Reserve lascia invariati i tassi di interesse. Powell scettico sui tagli di marzo. 

In una mossa attesa dal mercato, nell’incontro della FED il 30-31 gennaio 2024 si è deciso di mantenere il tasso dei fondi federali tra il 5,25% e il 5,5%. Questa decisione segna una continuazione della posizione adottata da luglio 2023, riflettendo la strategia del comitato di fronte a indicatori economici buoni ma non consolidati. “Non abbiamo un mandato di crescita. Abbiamo un mandato di massima occupazione e un mandato di stabilità dei prezzi.” Così il presidente della Federal Reserve Jerome Powell commenta la riunione.  

Dalla forte ondata inflazionistica che nel 2022 ha toccato i suoi picchi più elevati degli ultimi quarant’anni, il Comitato Federale di Mercato Aperto (FOMC) ha intrapreso una politica monetaria rigida per riportare l’equilibrio nell’economia. Questo ha portato all’inizio di una serie di aumenti dei tassi di interesse a partire da marzo 2022, con l’obiettivo di contenere l’inflazione. Da allora, effettivamente, ha mostrato segni di rallentamento. Tuttavia, livelli di interesse così elevati non erano stati registrati da più di due decenni, creando nel mercato una pressione crescente affinché la Fed intervenga con un taglio nei prossimi mesi. 

Durante l’incontro della FED di gennaio 2024, il Comitato ha enfatizzato la sua intenzione di mantenere un elevato livello di vigilanza. Il bilanciamento dei fattori economici resta un compito delicato e non scontato: ridurre i tassi di interesse potrebbe infatti compromettere la tendenza al ribasso dell’inflazione, mentre, dall’altro lato, l’economia statunitense si trova a rischio di precipitare in una recessione. “L’inflazione è ancora troppo alta, i progressi in corso nel ridurla non sono garantiti e il percorso da seguire è incerto”, ha affermato Jerome Powell, nella sua conferenza stampa successiva alla riunione.

Nonostante tali dichiarazioni, i trader continuano a puntare su un taglio dei tassi che li porterebbe in un range tra il 3,75% e il 4% entro la fine dell’anno, in vista delle elezioni presidenziali. Ciò vorrebbe dire che la FED dovrebbe iniziare a tagliare i tassi costantemente con incrementi di un quarto di punto percentuale ad ogni riunione a partire da maggio. Per coloro che ancora ipotizzano un taglio a marzo, nella riunione della FED di gennaio Powell ha sottolineato: “Non penso che sia probabile che il Comitato raggiunga un livello di fiducia entro la riunione di marzo”. 

Per conoscere i prossimi appuntamenti della FED, consulta il calendario completo.

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Costruire un portafoglio di investimento? Le sfide del 2024 secondo Grayscale

Portafoglio di investimento: la guida di Grayscale

Come costruire un portafoglio di investimento diversificato? Ecco le 5 sfide da superare secondo Grayscale

Approcciandosi al mondo delle criptovalute, ma anche ad altre tipologie di asset, può capitare di chiedersi come costruire un portafoglio sufficientemente diversificato e bilanciato. Il team di Grayscale, uno dei più grandi fondi di investimento crypto al mondo, nonché titolare di uno degli ETF spot su Bitcoin più popolari al momento, ha redatto un approfondimento contenente le sfide più ardue che si frappongono tra gli investitori e questo obiettivo.

Attenzione, lo scopo di questo articolo è puramente informativo e nessun contenuto presente al suo interno va considerato come consiglio di investimento.

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Le 5 principali sfide degli investitori moderni

Per giustificare l’inserimento di Bitcoin, o di altre criptovalute, all’interno di un portafoglio di investimento sufficientemente diversificato, il team di Grayscale è partito analizzando cinque problematiche che vuole investire nel 2024 deve affrontare.

  1. Fine del bull market obbligazionario

Una delle sfide più ardue per gli “investitori di oggi” è strettamente connessa al mercato delle obbligazioni. In particolare alla fine del lungo rally rialzista che ha interessato questa tipologia di asset negli ultimi quarant’anni.

Dal 1979 in poi la Federal Reserve (FED), e l’allora presidente Paul Volcker, decisero di combattere aggressivamente l’inflazione. Se oggi la situazione è tutt’altro che rose e fiori, all’epoca era, a dir poco, disastrosa. Nel 1980 l’inflazione, infatti, toccò un picco del 15%. La Banca Centrale americana, in risposta, iniziò ad alzare aggressivamente i tassi di interesse, che si avvicinarono ad un massimo del 16% nel 1982. Quello è il picco di quello che Grayscale definisce il bull market dei bond.

Da quel momento in poi i tassi di interesse, e quindi i rendimenti delle obbligazioni governative, sono solo e soltanto scesi. Fino al 2020, quando l’inflazione è tornata a crescere, principalmente a causa della pandemia di COVID-19 e dell’instabilità geopolitica globale. 

In ogni caso, secondo Grayscale, il bull market dei bond si è concluso e, di conseguenza, investire in questi strumenti finanziari è diventato meno vantaggioso. Insomma, i titoli di stato potrebbero non essere più una componente chiave di un portafoglio efficacemente bilanciato come in passato, e potrebbe quindi essere necessario trovare un’alternativa.

  1. Anche le azioni stanno soffrendo


Con la decrescita dei rendimenti delle obbligazioni, dai primi anni 2000 in poi, abbiamo assistito ad incredibili ritorni del mercato azionario. Anche questi guadagni, però, stanno diventando sempre più risicati. Negli ultimi anni solo un ristretto gruppo di titoli ha continuato a garantire performance di prezzo soddisfacenti. 

Nel 2023 solo “i fantastici 7”, ovvero Meta (ex Facebook), Apple, Amazon, Netflix, Google, Microsoft e Tesla, hanno garantito agli investitori ottimi ritorni (107% in media). Le azioni delle restanti 493 compagnie che compongono l’S&P 500, un indice che racchiude le cinquecento aziende americane più capitalizzate, sono cresciute, in media, soltanto del 5%.

  1. Maggiore correlazione tra gli asset

Un’altra problematica che affligge gli investitori moderni ha a che fare con il motivo per il quale gli investitori diversificano il proprio portafoglio: evitare un’eccessiva correlazione tra gli asset che detengono. Questa sta, infatti, progressivamente crescendo negli ultimi anni. 

Le cause sono molteplici: la globalizzazione, le politiche monetarie delle banche centrali più inclini a emettere moneta, e la crescente popolarità di strumenti finanziari passivi, come gli ETF e la possibilità di accedere più facilmente ai mercati finanziari. 

Bitcoin può essere una soluzione a questo problema. È infatti un asset completamente diverso da tutti gli altri, soprattutto perché la sua disponibilità totale (total supply) è limitata a 21 milioni. 

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  1. Meno aziende si quotano in borsa

Un’altra tendenza, in parte connessa con quanto descritto nel punto precedente, ci dice che il numero di aziende che raggiunge, attraverso le initial public offering (IPO), la quotazione in borsa sta progressivamente diminuendo. Secondo la World Federation of Exchanges, il numero delle quotazioni di società pubbliche negli Stati Uniti è in calo dal 1997.

Ciò significa che le opportunità di investire in aziende giovani, innovative, e, almeno inizialmente meno correlate con il resto del mercato, sono sempre meno. Questo, secondo Grayscale, riduce fortemente le opportunità per gli investitori di diversificare efficacemente il proprio portafoglio e di ottenere grandi rendimenti.

  1. Investire è tendenzialmente più rischioso

Il trentennio 1980-2008 è stato uno dei periodi più redditizi di sempre per gli investitori. Sono stati anni esplosivi per la crescita dei PIL della maggior parte degli stati, caratterizzati da una brevissimi periodi di recessione e da un tasso di inflazione contenuto

Purtroppo però, lo scenario macroeconomico attuale è completamente diverso da quello sopracitato. L’inflazione è tornata a crescere così come il debito pubblico degli stati e la situazione geopolitica globale è fortemente peggiorata, tutti fattori che potrebbero incidere sui rendimenti dei portafogli.

Il trade-off tra rischio e rendimento

Secondo Grayscale le criptovalute e la tecnologia blockchain hanno le potenzialità per trasformare il sistema finanziario globale. Dal punto di vista degli investimenti però, le crypto possono essere un’ottima opportunità per diversificare il proprio portafoglio.

Per comprendere a pieno cosa c’è dietro a questa affermazione dobbiamo prima affrontare una delle regole che chi opera sui mercati tradizionali deve, per forza, conoscere: il bilanciamento, o trade-off, tra rischio e rendimento

Questa inviolabile legge ci dice, ad esempio, che gli asset che garantiscono un ritorno fisso offrono tendenzialmente rendimenti inferiori a fronte di un minor grado di rischio. Dall’altro lato i mercati più volatili, come quello azionario, garantiscono spesso ritorni più elevati ma anche più rischi.

Nel corso della storia sono nate diverse soluzione per migliorare il bilanciamento tra rischio e rendimento dei portafogli, ecco le più comuni:

  • le private equity: aziende non quotata in borsa;
  • investimento nel mercato immobiliare o in strumenti finanziari che ne seguono l’andamento;
  • i venture capital;
  • delle strategie di risk parity i cui le quote di un portafoglio vengono corrette sulla base della volatilità, possono anche implicare l’utilizzo della leva finanziaria.

Questi approcci si sono spesso rivelati efficaci ma presentano elevate barriere all’ingresso, in altre parole, non sono sempre disponibili per gli investitori individuali. Le criptovalute possono essere una soluzione per espandere lo spettro di opportunità per i cosiddetti retailer.

Il ruolo delle criptovalute

Dunque come si collocano le crypto in questo discorso di Grayscale? Secondo il fondo di investimenti, questa nuova asset class è un’opportunità per chi intende incrementare il rendimento atteso del proprio portafoglio ed è disposto ad accettare un più elevato grado di rischio. Bitcoin, spesso definito “l’oro digitale”, negli anni passati ha dimostrato una bassissima correlazione con gli altri asset, il che lo rende uno strumento di diversificazione particolarmente efficace.

Ma il vero punto di forza di questa asset class, secondo il fondo di investimento, ha a che fare con la loro accessibilità. Negli ultimi anni acquistare criptovalute è diventato sempre più semplice e questa tendenza è culminata di recente con l’approvazione degli ETF spot su Bitcoin.

Insomma, secondo Grayscale, possedere una quota di crypto all’interno del proprio portafoglio che rispetti il proprio grado di propensione al rischio potrebbe consentire agli investitori di superare le sfide che abbiamo approfondito nel primo paragrafo.

Evergrande: la caduta di un gigante

Evergrande: azioni crollano dell’87%, cosa succede all’economia cinese?

La liquidazione di Evergrande, fallisce la seconda azienda immobiliare cinese più capitalizzata. Cosa sta succedendo al colosso?

Le azioni di Evergrande sono crollate a picco nella giornata di ieri e oggi le contrattazioni sulla stock sono state sospese. Il motivo è connesso alla decisione dell’Alta Corte di Hong Kong che ha ordinato la liquidazione del gruppo.

Qual è la storia recente di questo colosso del mercato immobiliare Cinese, cosa è successo dal 2021 a oggi e perché questo gigante sta soccombendo? Quali sono gli effetti che il default di Evergrande potrebbe sortire sul mercato cinene e globale? Dobbiamo aspettarci un’altra “crisi del 2008?”

Cos’è Evergrande?

Evergrande, precedentemente nota come Hengda Group, è stata fondata dall’uomo d’affari Hui Ka Yan nel 1996 a Guangzhou, nel sud della Cina. L’azienda si è inizialmente insediata nel mercato immobiliare per poi espandersi in altri settori. Attualmente Evergrande Real Estate gestisce più di 1.300 progetti in oltre 280 città della Cina mentre le attività del gruppo spaziano dalla gestione patrimoniale alla produzione di auto elettriche, alimenti e bevande. 

Evergrande possiede anche una delle squadre di calcio più importanti del Paese, il Guangzhou FC. Il suo fondatore Hui Ka Yan è stato in passato la persona più ricca dell’Asia e, nonostante il crollo della sua ricchezza dell’ultimo periodo, ha un patrimonio personale di circa 2,8 miliardi di dollari, secondo Forbes.

Crollo azioni Evergrande: l’inizio della crisi

Il crollo di Evergrande, un tempo secondo colosso immobiliare Cinese, che ha portato l’azienda a contrarre un debito di 330 miliardi di dollari è iniziato nel 2021, quando il default del colosso ha fatto tremare l’economia cinese. Le principali cause di questo crollo sono da attribuire alle politiche aziendali aggressive e al forte indebitamento degli anni passati. L’azienda aveva infatti richiesto prestiti per svariati miliardi di dollari dopo la pandemia di Covid-19 per provare ad entrare in alcuni nuovi mercati, tra cui quello delle auto elettriche e quello dei parchi a tema.

Queste mire espansionistiche sono però coincise con le nuove misure del governo cinese per controllare il debito. Ciò ha provocato una reazione a catena che ha obbligato Evergrande a svendere varie proprietà per far fronte al pagamento degli interessi sui prestiti. 

In quel frangente, nonostante i tentativi, Evergrande non è riuscita a ripagare i costi dei finanziamenti. Questo episodio ha poi obbligato Fitch, una delle più grandi agenzie di rating del mondo, a dichiarare la bancarotta del colosso. Ovviamente i mercati non presero bene la notizia, il titolo dell’azienda cinese crollò tanto da forzare la borsa di Hong Kong a mettere in pausa il trading sull’azione.

Il crollo di Evergrande da agosto a oggi

L’ultimo crollo delle azioni di Evergrande, prima di quello di ieri che ha obbligato la borsa di Hong Kong a interrompere nuovamente il trading sul titolo, è avvenuto alla fine di agosto. A causarlo era stata la pubblicazione del disastroso bilancio della società. Evergrande, nei primi sei mesi del 2023, aveva preso 4,5 miliardi di dollari accumulando un debito totale di 330 miliardi.

Questi dati le garantivano, e le garantiscono tuttora, un triste primato: quello della società più indebitata al mondo. Sempre ad agosto Evergrande aveva presentato un’istanza di fallimento chiedendo la protezione dei creditori che però non ha convinto né i creditori né l’Alta Corte di Hong Kong. D’altronde, già quest’estate, in pochi si aspettavano una risurrezione del colosso.

Il destino del gruppo cinese è dunque la liquidazione, in risposta alla sua incapacità di gestire l’enorme debito accumulato dal default del 2021 in poi. Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito “deplorevole” la decisione del regolatore di Hong Kong dichiarando poi che la compagnia si impegnerà per salvaguardare i diritti e gli interessi dei creditori sia nazionali che internazionali.

Il possibile impatto sul mercato Cinese

Salvare Evergrande da questo crollo avrebbe voluto dire compiere una delle più grandi ristrutturazioni del debito della storia. Tuttavia ciò non è avvenuto, e ora il fallimento potrebbe causare un effetto domino devastante per l’economia mondiale. Sono infatti 10 i fondi obbligazionari in credito nei confronti del colosso.

Inoltre, il problema che affligge il mercato immobiliare cinese non è localizzato ma bensì sistemico e sta colpendo anche altre realtà. Anche Country Garden, l’altro colosso nel settore del real estate del paese, recentemente ha faticato a pagare 22,5 milioni di dollari di cedole sulle sue obbligazioni. Questo perché è proprio l’intero mercato immobiliare cinese ad essere in crisi. Le vendite di immobili nei primi due trimestri del 2023 sono scese del 6,5% e il totale della superficie venduta è calato del 50% circa rispetto al 2021.

Il problema più grave però riguarda la dipendenza del mercato cinese rispetto a questo settore. Più del 25% del prodotto interno lordo (PIL) del paese infatti deriva proprio dal real estate. Insomma l’immobiliare è il motore di questa economia.


Infine la Cina, al contrario della maggior parte dei paesi occidentali, sta affrontando un periodo di deflazione, il fenomeno economico opposto rispetto all’inflazione. Quando questa si verifica i prezzi al consumo scendono e la crescita rallenta o addirittura si ferma. Questo scenario, insieme al possibile crollo del settore immobiliare che potrebbe avvenire dopo il collasso di Evergrande, potrebbe causare una crisi senza precedenti per il paese.

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Riunione BCE gennaio 2024: decisioni e prospettive

riunione BCE gennaio 2024

Nonostante le speculazioni del mercato, nella riunione BCE gennaio 2024 si è deciso di mantenere invariati i tassi di interesse. Questo riflette un approccio prudente in un contesto economico in evoluzione.

Mantenimento dei Tassi di Interesse

Il Consiglio Direttivo della BCE, nella sua riunione del 25 gennaio 2024, ha deciso all’unanimità di mantenere invariati i tre principali tassi di interesse. Ciò significa che i tassi di interesse restano fissati rispettivamente:

  • operazioni di rifinanziamento principali 4,5%
  • facilità di prestito marginale 4,75%
  • facilità di deposito 4%

Questa mossa si allinea con l’impegno della BCE a garantire che l’inflazione a medio termine si allinei al suo obiettivo del 2%.

Sul nostro blog puoi consultare il calendario completo dei prossimi incontri del Consiglio, nonché le decisioni prese dalla BCE a dicembre 2023. Se vuoi leggere queste informazioni in tempo reale e osservare il loro impatto sui prezzi e sul mercato delle criptovalute, scarica Young Platform, l’exchange crypto 100% italiano, supportato dalle maggiori banche italiane.

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Le dichiarazioni di Christine Lagarde

Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ha commentato: “È probabile che l’economia della zona euro sia stata stagnante nell’ultimo trimestre del 2023 e debole nel primo del 2024. Tuttavia, alcuni indicatori puntano a una ripresa più avanti nell’anno. L’inflazione, scesa al 2,9% a dicembre, continuerà a diminuire nel 2024″. Ha sottolineato che è ancora prematuro discutere di tagli ai tassi di interesse. Questo perché la BCE deve procedere ulteriormente nel processo di disinflazione prima di poter essere certa che l’inflazione raggiungerà il suo obiettivo del 2%. 

Al World Economic Forum di Davos, Lagarde aveva evidenziato quali sono i fattori che la BCE sta attenzionando e che influenzeranno le prossime decisioni sui tassi di interesse.

Degna di nota è l’introduzione che ha scelto, sottolineando un cambiamento rispetto alla ‘normalità’ pre-2023. Se il periodo pandemico e post-pandemico è atipico e difficile da analizzare, nel 2023 abbiamo assistito a un processo di “normalizzazione”. Tuttavia, sostiene Lagarde con un gioco di parole, questa normalizzazione ci sta traghettando verso un periodo “non-normale”. Assisteremo, quindi, a un cambio di driver dell’economia globale e nuove modalità di crescita.

Il ruolo dei consumi 

Fino ad ora, i consumi hanno funzionato come un motore di crescita vitale, spinti da condizioni favorevoli che ora sembrano esaurirsi. Questo progressivo calo dei fattori positivi implica una trasformazione nella forza trainante dell’economia. 

I risparmi calano drasticamente 

Abbiamo assistito a una notevole riduzione dei risparmi in eccesso nelle economie avanzate, passando da una media del 10% a cifre vicine allo zero. Tale diminuzione, insieme al mercato del lavoro meno teso, potrebbe suggerire un calo nella potenza dei consumi come forza propulsiva dell’economia. Ciò potrebbe indicare un cambiamento nella dinamica di spesa dei consumatori, con potenziali impatti su vari settori.

Commercio globale

Al World Economic Forum di Davos, Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del Commercio, commenta l’attuale situazione. L’Europa non riesce a seguire il ritmo delle grandi potenze, appesantita dalla situazione geopolitica. Tuttavia, grazie alla resilienza del commercio internazionale, ha potuto superare il taglio alle importazioni di energia dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Le prospettive del Consiglio Direttivo

Nella riunione BCE gennaio 2024, il Consiglio Direttivo ha evidenziato che le nuove informazioni confermano la precedente valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine. Nonostante l’effetto base che causa un aumento dell’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo continua. Inoltre, gli aumenti passati dei tassi di interesse continuano a trasmettersi efficacemente sull’inflazione. “Le condizioni di finanziamento restrittive stanno temperando la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”, ha aggiunto il Consiglio.

Politica Monetaria: cosa succederà nei prossimi mesi?

Il Consiglio Direttivo rimane impegnato a riportare l’inflazione al target del 2% in tempi opportuni. Basandosi sulla sua attuale valutazione, il Consiglio ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno significativamente al raggiungimento di tale obiettivo. Le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario, seguendo un approccio guidato dai dati per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione.

Programma di Acquisto di Attività (APP) e PEPP

Durante la riunione BCE gennaio 2024, il Consiglio ha notato che il portafoglio dell’APP si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Riguardo al PEPP (programma di acquisto di emergenza pandemica), il Consiglio prevede di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nella prima metà del 2024, riducendo il portafoglio del PEPP di una media di 7,5 miliardi di euro al mese nella seconda metà dell’anno, e terminando i reinvestimenti entro la fine del 2024.

Le reazioni degli analisti

Gli analisti, come Morgane Delle Donne, Responsabile della Strategia di Investimento Europa presso Global X, hanno notato che i mercati continuano ad anticipare una svolta più accomodante da parte della BCE entro l’anno.

Martina Daga, Economista Macro presso AcomeA SGR, ha sottolineato che il riconoscimento da parte della BCE dei progressi positivi sia in termini di inflazione sia sul mercato del lavoro mostra un approccio più morbido.

Nicolas Forest, CIO presso Candriam, ha evidenziato l’approccio della BCE basato sui dati piuttosto che su un calendario prestabilito, non aspettandosi un allentamento della politica prima di giugno.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager presso Columbia Threadneedle Investments, ha segnalato che Christine Lagarde ha lasciato aperta la possibilità di un primo taglio dei tassi a giugno.

Dopo la riunione BCE gennaio 2024, quindi, gli analisiti puntano su giugno. Invece, le previsioni del mercato fino a pochi giorni fa sembravano scommettere su una prima mossa ad aprile e un totale di cinque tagli dei tassi nel 2024.  Sembra inoltre inverosimile che la BCE proceda a un taglio dei tassi prima della FED. 

Revisione al ribasso delle stime di inflazione e crescita dell’Eurozona

La BCE ha rivisto al ribasso le stime di inflazione e di crescita dell’Eurozona per il primo trimestre del 2024. Emerse dal Survey of Professional Forecasters (SPF), l’indagine ha coinvolto 59 economisti ed analisti finanziari, condotta tra il 5 e il 10 gennaio.

L’inflazione è attesa in calo al 2,4% nel 2024 ed al 2% nel 2025 e nel 2026, con una revisione al ribasso rispetto alle precedenti previsioni. Queste revisioni al ribasso riflettono l’impatto di prezzi del petrolio inferiori alle attese e di un’attività economica più debole del previsto.

Le aspettative di crescita del PIL reale sono state anch’esse riviste al ribasso per il 2024 e il 2025. La frenata prevista è dello 0,6% quest’anno e un recupero all’1,3% il prossimo anno. Gli economisti intervistati si aspettano una leggera contrazione del PIL reale nell’ultimo trimestre del 2023, seguita da una lenta ripresa dell’attività economica nel 2024.

Le prospettive di crescita a lungo termine sono rimaste invariate all’1,3%, mentre le stime sulla disoccupazione sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto alla precedente indagine.

Conclusioni

La riunione BCE gennaio 2024 conclude con un approccio cauto ma vigile alla politica monetaria, riflettendo l’impegno della banca centrale alla stabilità dei prezzi e alla crescita economica in mezzo a previsioni riviste e condizioni globali mutevoli. La decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, insieme alle revisioni al ribasso delle stime di inflazione e crescita, indica un’attenta navigazione nel complesso ambiente economico.

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