MiCA: il nostro percorso verso la piena conformità normativa

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Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2023/1114 sui mercati delle cripto-attività (MiCA), l’Unione Europea ha introdotto un quadro normativo armonizzato che disciplinerà l’emissione, l’offerta al pubblico e l’ammissione alla negoziazione di cripto-attività, nonché i servizi ad esse relativi. Questo rappresenta un importante passo avanti per l’intero settore, volto a garantire maggiore trasparenza, tutela dei consumatori e stabilità del mercato.

Noi ci impegniamo con serietà e responsabilità ad allinearci completamente a questa nuova cornice regolamentare. L’obiettivo di questo articolo è informare i nostri utenti del percorso intrapreso, nel rispetto dell’articolo 45, comma 5, D.Lgs. 129/2024, il decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento MiCA, rassicurandoli al contempo sulla continuità dei nostri servizi e sull’assenza di cambiamenti immediati per la loro esperienza.

Cosa prevede l’articolo 45, comma 5, D.Lgs. 129/2024

L’articolo 45, comma 1 del D.Lgs. 129/2024 prevede un regime transitorio per i soggetti che già operano legalmente all’interno dell’Unione Europea prima della data di applicazione del Regolamento, ovvero il 30 dicembre 2024.

In pratica, questa disposizione consente ai soggetti già attivi nel settore di continuare a prestare i propri servizi in regime di continuità sino al 30 dicembre 2025, anche senza aver ancora ottenuto la nuova autorizzazione prevista da MiCA, purché presentino la domanda di autorizzazione entro il 30 giugno 2025.

Questa norma ha lo scopo di garantire un passaggio ordinato al nuovo regime, evitando interruzioni improvvise per gli operatori e disagi per gli utenti finali.

Il nostro impegno verso la conformità

In ottemperanza al Regolamento MiCA e all’articolo 45, comma 5, del D.Lgs. 129/2024, desideriamo comunicare ufficialmente la nostra intenzione di adeguarci pienamente alla nuova normativa europea e, in particolare, al Regolamento MiCA.

Abbiamo già avviato tutte le attività necessarie alla predisposizione dell’istanza di autorizzazione che presenteremo a breve all’Autorità competente. Questo processo include l’adeguamento dei nostri processi interni, dei requisiti organizzativi e delle politiche di gestione del rischio, come previsto dal nuovo quadro normativo.

Il nostro team legale e normativo sta lavorando intensamente per assicurarci di soddisfare tutti i requisiti imposti da MiCA, al fine di operare in modo conforme e continuare a offrire ai nostri clienti servizi sicuri, affidabili e trasparenti.

Avvio del processo di autorizzazione

Possiamo confermare che la Società sta lavorando per presentare l’istanza di autorizzazione secondo quanto richiesto da MiCA.

Nelle prossime settimane, dunque, inoltreremo la documentazione necessaria all’Autorità competente. Questo rappresenta un passaggio fondamentale nel nostro percorso di adeguamento e riflette il nostro impegno a operare in piena conformità normativa, non solo per obbligo, ma per responsabilità nei confronti dei nostri utenti.

Precisiamo che, nelle more del rilascio dell’autorizzazione, l’attività svolta nei confronti dei clienti continua a essere regolata dalla normativa applicabile ai prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valute virtuali e ai prestatori di servizi di portafoglio digitale e non è sottoposta alla disciplina del Regolamento MiCA.

Continuità dei servizi per i nostri clienti

Vogliamo rassicurare tutti i nostri utenti che i nostri servizi continueranno a essere pienamente operativi durante l’intero periodo transitorio previsto dal citato articolo 45.

Non ci saranno interruzioni nei servizi a cui siete abituati, né modifiche unilaterali nei rapporti contrattuali in essere. La continuità operativa è per noi una priorità assoluta, e continueremo a garantire il livello di qualità, affidabilità e sicurezza che ci contraddistingue.

Nessun impatto immediato sull’esperienza utente

A oggi, e fino a nuovo avviso, non sono previste modifiche sostanziali nel modo in cui interagite con la nostra piattaforma. Le funzionalità, i servizi disponibili e le condizioni di utilizzo rimarranno invariati.

Questo significa che potrete continuare a utilizzare i nostri strumenti come sempre, senza dover intraprendere alcuna azione specifica da parte vostra. Eventuali cambiamenti futuri saranno comunicati in modo chiaro, anticipato e trasparente.

Il nostro impegno alla trasparenza e agli aggiornamenti 

Riteniamo fondamentale mantenere con voi un dialogo aperto e trasparente. Per questo, ci impegniamo a tenervi costantemente aggiornati sull’avanzamento del processo di autorizzazione e su qualsiasi sviluppo normativo che possa avere un impatto sui nostri servizi.

Qualora emergessero novità rilevanti sarete i primi a saperlo, attraverso i nostri canali ufficiali di comunicazione. In caso di domande o dubbi, il nostro servizio di supporto clienti è sempre a vostra disposizione.

Inflazione USA: il dato del CPI oggi

Inflazione USA: il dato del CPI di oggi

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America.

È appena uscito il Consumer Price Index (CPI), il dato utilizzato per stimare l’inflazione negli Stati Uniti d’America. Il destino dei mercati passa dall’inflazione USA e, quindi, dal dato del Consumer Price Index (CPI) pubblicato oggi. In questo articolo, scopriremo cos’è il CPI, perché è importante e analizzeremo gli ultimi dati disponibili.

CPI significato

Tecnicamente, il CPI (Consumer Price Index), o Indice dei Prezzi al Consumo, è un indicatore economico fondamentale che misura quanto sono cambiati i prezzi di beni e servizi che compriamo quotidianamente. In altre parole, il CPI ci dice quanto costa oggi vivere rispetto al passato. 

Il CPI si calcola raccogliendo i dati sui prezzi di un “paniere” rappresentativo di beni e servizi che i consumatori solitamente acquistano. Questo paniere include una varietà di prodotti, come cibo, abbigliamento, alloggio, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria e altri beni e servizi comuni. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti raccoglie ogni mese i prezzi in 75 aree urbane e li confronta con quelli del periodo precedente.

Perché è importante?

Il CPI è utilizzato per misurare l’inflazione, cioè quanto aumenta il costo della vita. Se il CPI sale, significa che i prezzi stanno aumentando e che, in media, dobbiamo spendere di più per vivere come facevamo prima.

Bitcoin e CPI: come sono legati?

Nelle ultime settimane il prezzo di Bitcoin è crollato. Il recente movimento a ribasso sarebbe connesso alla situazione di incertezza economica che domina i mercati finanziari mondiali: l’imprevedibilità di Donald Trump sui dazi e la guerra commerciale con la Cina turbano gli investitori di tutto il mondo. Il timore principale riguarda il possibile aumento dell’inflazione come conseguenza della salita dei prezzi, causata proprio dall’imposizione delle tariffe doganali.
Il CPI di oggi è importante perché potrebbe influenzare le decisioni della FED sui tassi di interesse in occasione del prossimo FOMC (18 giugno): un CPI più basso indica una riduzione dell’inflazione, che potrebbe spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse. Il taglio dei tassi di solito favorisce l’ingresso di importanti flussi di capitale verso asset più rischiosi, come le azioni e Bitcoin. Per questo motivo, più che di correlazione diretta tra Bitcoin e CPI, è più corretto parlare di correlazione indiretta, dal momento che gli investitori guardano al CPI per anticipare le mosse della FED.

L’ultima volta che è successo

Quando circa un mese e mezzo fa il prezzo di Bitcoin è precipitato a causa delle dichiarazioni di Trump sui dazi e del conseguente terremoto nei mercati finanziari tradizionali, molti investitori hanno cercato rifugio in asset più stabili, con notevole aumento della volatilità di BTC. In questo contesto, l’Indice dei Prezzi al Consumo diventa uno strumento essenziale per comprendere l’andamento dell’inflazione e prendere decisioni informate. Un CPI stabile o in diminuzione potrebbe favorire un clima economico meno incerto, contribuendo a ridurre la volatilità di Bitcoin e delle altre criptovalute. A ciò, si aggiunge il fatto che USA e Cina abbiano recentemente stipulato un accordo per ridurre drasticamente le tariffe reciprocamente imposte, con conseguenze dirette sull’incertezza percepita.

Analisi dei dati CPI di Maggio 2025

Il 13 Maggio 2025, il BLS ha pubblicato i dati di Aprile 2025. Secondo il rapporto, il CPI mensile è cresciuto dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre il CPI annuale è al 2,3%, in calo rispetto al 2,4% misurato ad Aprile. Questo dato è positivo, poiché l’inflazione anno su anno risulta diminuita dello 0,1% e si avvicina sempre di più al target imposto dalla FED, cioè il 2%. Naturalmente, più il target è vicino, più è probabile un taglio dei tassi di interesse.  

Cosa significano questi numeri?

Il fatto che il CPI sia in progressiva diminuzione, significa che l’inflazione procede verso il valore target del 2%. Quanto accaduto è contro ogni aspettativa e batte le previsioni, dal momento che il dato atteso era più alto dello 0,1% per entrambe le misurazioni. Resta ancora da capire cosa deciderà la FED riguardo ai tassi di interesse durante la riunione del FOMC del 18 giugno: come abbiamo riportato in questo articolo, possiamo anticipare che molti analisti ritengono probabile un taglio dei tassi di interesse per la prossima riunione.

Dati storici del CPI nel 2025

Ecco come è andato il CPI nei primi mesi del 2025:

  • Maggio 2025: 2,3% (previsto 2,4%)
  • Aprile 2025: 2,4% (previsto 2,5%)
  • Marzo 2025: 2,8% (previsto 2,9%)
  • Febbraio 2025: 3% (previsto 2,9%)
  • Gennaio 2025: 2,9% (previsto 2,9%)

Per continuare a seguire questi aggiornamenti sul mercato, siamo qui sotto!

Sanzioni e rischi per chi non dichiara correttamente le criptovalute

sanzioni omessa dichiarazione criptovalute

L’omessa dichiarazione dei redditi relativi alle criptovalute può comportare conseguenze gravi, sia in termini di sanzioni pecuniarie che di possibili accertamenti fiscali. Vediamo le sanzioni previste e come rimediare.

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto controlli più stringenti e sanzioni più severe per chi omette la dichiarazione delle cripto-attività. Vediamo quali sanzioni sono previste per l’anno 2025 e come rimediare a un eventuale omessa o errata dichiarazione fiscale per le criptovalute.

Sanzioni per omessa o errata dichiarazione del possesso di criptovalute

Quadro RW / Quadro W

Il possesso di criptovalute deve essere dichiarato nel Quadro RW del Modello Redditi o nel Quadro W del Modello 730 per i lavoratori dipendenti.

Se non si dichiara correttamente il valore del proprio portafoglio crypto, si rischiano sanzioni amministrative molto elevate:

  • Dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato per le cripto-attività detenute in Italia.
  • Dal 6% al 30% dell’importo non dichiarato per le cripto-attività detenute su exchange esteri o su wallet non registrati in Italia.
  • Oltre alla sanzione, resta dovuta l’imposta di bollo dello 0,2% sul valore complessivo delle criptovalute.

Esempio:
Se un investitore possiede 100.000 euro in criptovalute su un exchange estero e non le dichiara, rischia una multa compresa tra 6.000 e 30.000 euro, oltre al pagamento dell’imposta di bollo di 200 euro (100.000 × 0,2%).

Sanzioni per omessa dichiarazione dei redditi (plusvalenze) da criptovalute 

Quadro RT / Quadro T

La mancata dichiarazione delle plusvalenze realizzate attraverso la vendita di criptovalute può essere considerata evasione fiscale e comportare:

  • Dichiarazione infedele: se l’importo dichiarato è inferiore a quello effettivo, la sanzione è pari almeno al 90% dell’imposta dovuta (con un minimo del 70%).
  • Dichiarazione tardiva (presentata con oltre 90 giorni di ritardo, senza ravvedimento operoso): sanzione pari al 30% dell’imposta dovuta.
  • Dichiarazione omessa (non presentata entro i termini e oltre 90 giorni dalla scadenza): la sanzione può arrivare al 120% dell’imposta.
  • Interessi di mora, calcolati sulla base del tempo trascorso dall’omissione.
  • Possibili accertamenti fiscali e controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Esempio:

Un investitore realizza una plusvalenza di 50.000 euro e non la dichiara.

  • L’imposta dovuta con l’aliquota del 26%: 50.000 × 26% = 13.000 euro.
  • Se l’Agenzia delle Entrate rileva l’omissione, potrebbe applicare una sanzione tra il 90% e il 120% dell’imposta dovuta, quindi:
    • Minimo: 13.000 × 90% = 11.700 euro.
    • Massimo: 13.000 × 120% = 15.600 euro.
  • Il contribuente dovrà quindi pagare un totale compreso tra 24.700 e 28.600 euro, oltre agli interessi di mora.

Accertamenti fiscali e controlli sugli exchange

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCA, le piattaforme di scambio di criptovalute sono obbligate a condividere i dati degli utenti con le autorità fiscali. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate ha strumenti più avanzati per individuare chi non dichiara le proprie operazioni crypto.

In particolare:

  • Gli exchange centralizzati registrati in Europa trasmettono automaticamente informazioni sui volumi di scambio e sui saldi degli utenti.
  • Le piattaforme estere che operano in Europa devono adeguarsi a queste normative.
  • Anche i movimenti da e verso wallet privati possono essere oggetto di verifica se emergono incongruenze nelle dichiarazioni fiscali.

L’incremento dei controlli riduce la possibilità di operare in anonimato, rendendo fondamentale dichiarare correttamente le proprie criptovalute per evitare accertamenti e sanzioni.

Il Ravvedimento Operoso: come regolarizzare la propria posizione

Chi si accorge di una omessa dichiarazione dei redditi relativi alle criptovalute o di averle dichiarate in modo sbagliato, può usufruire del Ravvedimento Operoso, uno strumento che consente di sanare la propria posizione fiscale prima che vengano avviati controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

I vantaggi del Ravvedimento Operoso sono:

  • Riduzione delle sanzioni, che possono scendere fino a 1/10 dell’importo massimo previsto.
  • Possibilità di rateizzare il pagamento delle imposte e delle sanzioni.
  • Minore rischio di accertamenti fiscali, in quanto il contribuente dimostra di voler regolarizzare la propria posizione spontaneamente.

Per accedere al Ravvedimento Operoso è necessario:

  1. Calcolare le imposte non versate e le eventuali plusvalenze non dichiarate.
  2. Presentare una dichiarazione integrativa.
  3. Versare l’importo dovuto, comprensivo delle sanzioni ridotte e degli interessi.

Supporto di un commercialista esperto di criptovalute

Young Platform offre un servizio completo per aiutarti a metterti in regola con il fisco, mettendo a disposizione un commercialista esperto in criptovalute. Se hai bisogno di assistenza nella compilazione del Ravvedimento Operoso o nel calcolo degli interessi di mora, puoi richiedere una consulenza direttamente dal tuo account. Accedendo alla sezione Tasse e Report, troverai un banner dedicato ai commercialisti, attraverso cui potrai prenotare il supporto di un professionista per regolarizzare la tua posizione fiscale nel modo più semplice e veloce possibile. Questo servizio ti permette di evitare errori nella dichiarazione e ridurre al minimo le sanzioni, garantendoti un percorso chiaro per metterti in regola quanto prima.

sanzioni per omessa dichiarazione

Per evitare problemi con il fisco in seguito a una omessa dichiarazione dei redditi, è essenziale mantenere una contabilità precisa delle proprie operazioni crypto e dichiararle correttamente. A questo scopo il Ravvedimento Operoso e la consulenza di un commercialista esperto sono la soluzione vincente.

Staking e Fisco: come funzionano le imposte sulle ricompense nel 2025

staking crypto

Lo staking è un modo per guadagnare criptovalute “in automatico”, ma come tutti i guadagni, anche quelli da staking vanno dichiarati e sono soggetti a imposte. In questo approfondimento ti spieghiamo in modo semplice come funziona la tassazione, cosa cambia se vendi le criptovalute ricevute e come puoi fare tutto correttamente senza rischiare sanzioni.

Cos’è lo staking (in parole semplici)

Lo staking ti permette di bloccare le tue criptovalute per un certo periodo, mettendole a disposizione della rete (blockchain) per farla funzionare meglio. In cambio ricevi delle ricompense in criptovaluta.

È un po’ come lasciare dei soldi in banca e guadagnare interessi, ma nel mondo crypto.

Esistono vari modi per fare staking:

  • Direttamente sulla blockchain, se hai competenze tecniche.
  • Attraverso exchange come Young Platform, che fanno tutto per te.
  • Con lo staking liquido, che ti permette di usare i tuoi fondi anche mentre sono in staking.

Devo pagare imposte sulle ricompense da staking?

Sì. Secondo la normativa italiana, le ricompense da staking sono considerate guadagni e, come tali, vanno tassate.

Ecco quando e quanto si paga:

1. Quando ricevi la ricompensa

L’anno dopo che hai ricevuto le criptovalute dallo staking, devi pagare un’imposta del 26% sul loro valore di mercato nel momento in cui le hai ricevute sul tuo portafoglio.

2. Quando le vendi (se le vendi)

Se poi decidi di vendere le criptovalute ricevute e il loro valore è aumentato, paghi un’altra imposta del 26% sulla differenza tra:

  • il valore al momento della vendita e
  • il valore al momento della ricezione (quando ti sono arrivate).

Esempio:

  • Hai ricevuto 10 ETH di ricompensa grazie allo staking di 1000 ETH nel 2024.
  • Dichiari 10 ETH nel 2025 e paghi le imposte del 26% sul valore dei 10 ETH. 
  • Poniamo che il valore di 1 ETH quando li avevi ricevuti nel 2024 era di 1.000 € = (1.000 x 10) x 26% = 2.600 euro di imposta da pagare nel 2025.

Se decidessi di vendere i 10 ETH nel 2026:

  • Ponendo che nel 2026 1 ETH = 3.000 € 
  • Incassi un valore di 3.000 x 10 = 30.000
  • La plusvalenza imponibile è pari al prezzo di vendita – il prezzo di accredito sul tuo portafoglio, quindi → (30.000 – 10.000) x 26% = 5.200 euro di imposte.
  • Dichiarerai e pagherai l’imposta sulla plusvalenza nel 2027.
staking e imposte 2025

Come dichiarare lo staking nella dichiarazione dei redditi

In Italia, chi riceve criptovalute dallo staking deve inserirle nella dichiarazione dei redditi in due parti:

1. Quadro RW o Quadro W

Per dichiarare il possesso di criptovalute, incluse quelle in staking. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.

2. Quadro RT o Quadro T

Per dichiarare le eventuali plusvalenze se le hai vendute a un prezzo più alto di quando le hai ricevute.

Cosa fa Young Platform per aiutarti

Se fai staking su Young Platform, non devi preoccuparti di calcoli complessi. Hai a disposizione:

Report Fiscale

Un documento precompilato con:

  • il valore delle ricompense ricevute
  • eventuali vendite e plusvalenze
  • l’imposta di bollo dovuta.

Pagamento automatico del bollo

Young Platform calcola e versa per te l’imposta di bollo dello 0,2% anche sulle ricompense da staking.

Consulenze fiscali

Puoi prenotare un appuntamento con un commercialista esperto in criptovalute, direttamente dall’app o dalla sezione “Tasse & Report”.

In sintesi

Lo staking è un buon modo per far fruttare le proprie criptovalute, ma bisogna essere in regola con il fisco.
Con gli strumenti giusti – come il Report Fiscale di Young Platform – puoi gestire tutto con facilità, evitare errori e affrontare la dichiarazione dei redditi con serenità.

Acquista il Report Fiscale

Commercialista esperto di criptovalute: accedi ai servizi di consulenza di Young Platform

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Gestisci al meglio la fiscalità crypto con il supporto di commercialisti specializzati. Scopri come ottimizzare la dichiarazione e ridurre i rischi fiscali.

Investire in criptovalute può essere redditizio e stimolante, ma la gestione fiscale rappresenta spesso un ostacolo complesso. La normativa in materia di crypto asset cambia praticamente ogni anno ed è purtroppo facile commettere errori nella dichiarazione dei redditi,  portando a sanzioni significative.

La soluzione: un commercialista crypto

Per questo motivo, abbiamo creato un portale di consulenza fiscale dedicato, che ti mette in contatto diretto con commercialisti esperti del settore. Grazie al loro supporto, potrai gestire in modo corretto e strategico la tua posizione fiscale, evitando rischi e ottimizzando il pagamento delle imposte.

I principali vantaggi del servizio sono:

  • Dichiarazione corretta degli asset digitali, con l’assistenza di un esperto.
  • Ottimizzazione fiscale, per ridurre il carico tributario nei limiti della legge.
  • Regolarizzazione di errori passati, tramite il Ravvedimento Operoso.
  • Consulenza su operazioni specifiche, come cash out, trasferimenti all’estero e gestione di fondi bloccati.

Il supporto di un commercialista con un documento fiscale come il Report Fiscale di Young Platform sono la soluzione alla tua dichiarazione dei redditi. È disponibile in due versioni:

  • Young Platform (da app e web): ideale per chi utilizza solo l’exchange PRO e Base.
  • Young-Okipo (solo da web): perfetto per chi opera con più wallet o exchange.

Richiedi un appuntamento dal tuo account

Prenota il tuo appuntamento con il commercialista

L’accesso al servizio è semplice e immediato. È sufficiente:

  1. Accedere alla sezione “Tasse & Report” della piattaforma
  2. Cliccare sul banner dedicato alla consulenza fiscale
  3. Compilare un rapido questionario
  4. Scegliere un orario disponibile per l’appuntamento con il team di Young Platform.

Il primo incontro conoscitivo è gratuito e parlerai con i tecnici del team Young Platform per capire meglio le tue esigenze. 

Vogliamo infatti valutare insieme se sia davvero necessario attivare una consulenza fiscale professionale, che rappresenta comunque una spesa. In molti casi possiamo già aiutarti noi a chiarire dubbi e rispondere alle domande più comuni. Se invece la situazione lo richiede, ti supporteremo anche nel passaggio successivo, mettendoti in contatto con il nostro commercialista qualificato.

La scadenza per il pagamento delle imposte è fissato al 30 giugno 2025. Nei mesi precedenti questa data la richiesta di consulenze aumenta sensibilmente. Prenotare in anticipo consente di ricevere l’assistenza necessaria senza il rischio di ritardi o sovraccarichi.

Perché scegliere la consulenza fiscale di Young Platform?

Commercialisti esperti in criptovalute

I professionisti disponibili tramite il nostro servizio sono specializzati nel settore crypto e costantemente aggiornati sulle normative fiscali più recenti. Questo consente di ricevere un supporto mirato e affidabile, riducendo al minimo il rischio di errori o omissioni nella dichiarazione.

Integrazione con i Report Fiscali di Young Platform

Uno dei principali vantaggi è l’integrazione con i report fiscali della piattaforma. Questi documenti forniscono un quadro chiaro e dettagliato di tutte le transazioni effettuate, facilitando la compilazione della dichiarazione dei redditi.

Acquistare il Report Fiscale consente di ottenere un riepilogo preciso della propria attività crypto, riducendo il rischio di errori e facilitando il lavoro del commercialista.

Supporto personalizzato in base alle esigenze individuali

Ogni investitore ha una situazione fiscale unica. Per questo motivo, il nostro servizio di consulenza offre un supporto su misura, adattandosi alle necessità specifiche di ciascun utente.

I principali servizi offerti includono:

  • Analisi della situazione fiscale individuale, per sviluppare le strategie dichiarative più efficaci.
  • Calcolo delle imposte su plusvalenze e minusvalenze, per una gestione fiscale ottimale.
  • Compilazione dei quadri RW e RT, necessari per la dichiarazione degli asset digitali.
  • Gestione di fondi bloccati o allocati su piattaforme problematiche, con assistenza nella dichiarazione.
  • Consulenza su strategie per ottimizzare i cash out, evitando impatti fiscali imprevisti.
  • Supporto per trasferimenti di criptovalute da e per l’estero, con analisi degli obblighi fiscali connessi.
  • Guida alla conservazione della documentazione fiscale, per garantire una gestione corretta e conforme.
  • Preparazione alla difesa in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  • Assistenza per il ravvedimento operoso, per correggere eventuali errori dichiarativi di anni precedenti.
  • Consulenza su attività imprenditoriali legate alle crypto, come accettazione di pagamenti digitali, fiscalità internazionale, eredità e donazioni.
  • Supporto dedicato a chi ha vissuto situazioni complesse, come vittime di frodi o utenti che hanno perso fondi a causa del fallimento di exchange o piattaforme non più operative

Due formule di servizio: scegli quella più adatta a te

Offriamo due livelli di supporto, pensati per adattarsi al meglio alle tue esigenze:

  • Consulenza Fiscale
    Un incontro singolo con un esperto fiscale per ricevere chiarimenti su dubbi specifici, ottenere indicazioni su come procedere con la dichiarazione e valutare la tua situazione fiscale complessiva.
  • Pacchetto Completo
    Un servizio più approfondito, pensato per chi ha una situazione più articolata o preferisce delegare completamente la gestione della parte fiscale. Include l’analisi dei movimenti, il calcolo delle imposte, la compilazione della dichiarazione e la consegna dei documenti pronti per l’invio.

Queste informazioni sono riprese anche nelle mail che riceverai automaticamente al momento della prenotazione della chiamata, così avrai tutto chiaro fin da subito.

Ravvedimento Operoso e gestione di errori fiscali

Se negli anni precedenti hai commesso errori nella dichiarazione delle criptovalute o hai dimenticato di farla, il ravvedimento operoso rappresenta la soluzione per regolarizzare la tua posizione fiscale riducendo le sanzioni.

Grazie alla consulenza dei nostri esperti, potrai:

  • Analizzare la tua situazione fiscale e individuare eventuali irregolarità.
  • Ricevere un piano dettagliato su come correggere errori passati.
  • Minimizzare i costi delle sanzioni grazie all’intervento tempestivo.
  • Evitare il rischio di accertamenti futuri e contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Correggere eventuali inesattezze prima di ricevere una comunicazione ufficiale dall’Agenzia delle Entrate è fondamentale per evitare problemi e costi aggiuntivi.

Gestisci le tue criptovalute con sicurezza e tranquillità

Affidarsi a un commercialista esperto consente di eliminare ogni incertezza sulla fiscalità crypto, evitando errori e garantendo la conformità con la normativa vigente.

Grazie alla nostra consulenza specializzata, potrai concentrarti esclusivamente sulla crescita del tuo portafoglio, senza preoccupazioni legate alla dichiarazione dei redditi.

Mining di criptovalute: trattamento fiscale in Italia nel 2025

mining imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come il fisco italiano tratta il mining di criptovalute, distinguendo tra attività personale e professionale, e le relative implicazioni fiscali.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale. Caricando un csv, le plusvalenze da attività di mining vengono calcolate automaticamente e i valori inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T). Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è il mining di criptovalute?

Il mining è il processo attraverso il quale vengono validate e aggiunte nuove transazioni alla blockchain. I miner utilizzano potenza computazionale per risolvere complessi algoritmi crittografici, ricevendo in cambio nuove criptovalute come ricompensa.

Trattamento fiscale del mining in Italia

Il trattamento fiscale del mining di criptovalute in Italia varia a seconda che l’attività sia svolta a livello personale o professionale.

Mining a livello personale

Se il mining è svolto occasionalmente e senza organizzazione in forma d’impresa, i proventi derivanti sono considerati “redditi diversi” e tassati con un’aliquota del 26% sulle plusvalenze realizzate. È importante dichiarare questi redditi nella dichiarazione dei redditi annuale, compilando il Quadro RT del Modello Redditi o il Quadro T del modello 730.

Mining a livello professionale

Quando il mining è svolto in modo continuativo, organizzato e con mezzi professionali, l’attività è considerata imprenditoriale. In questo caso, i proventi sono soggetti a tassazione come reddito d’impresa, con obbligo di apertura della partita IVA e applicazione delle relative imposte sul reddito e dell’IVA.

Come determinare la natura dell’attività di mining

Per stabilire se l’attività di mining è personale o professionale, il fisco valuta diversi fattori, tra cui:

  • Continuità dell’attività: se il mining è svolto regolarmente o saltuariamente.
  • Organizzazione dei mezzi: utilizzo di attrezzature professionali e infrastrutture dedicate.
  • Investimenti effettuati: entità degli investimenti in hardware e software.
  • Volume dei proventi: ammontare delle criptovalute minate e successivamente vendute.

Obblighi fiscali per i miner

Indipendentemente dalla natura dell’attività, i miner devono:

  • Tenere una documentazione accurata: registrare tutte le transazioni, inclusi i dettagli delle criptovalute minate e vendute.
  • Dichiarare i redditi: riportare i proventi nella dichiarazione dei redditi annuale, nel Quadro RT o T per attività personali, o secondo le regole del reddito d’impresa per attività professionali.
  • Versare le imposte dovute: calcolare e pagare le imposte in base al regime fiscale applicabile.

Trattamento fiscale del mining a livello personale

Se svolto in modo occasionale e non professionale, il mining è considerato dal fisco italiano una forma di reddito diverso, assimilabile ad altri redditi di natura finanziaria.
Questo significa che:

  • Al momento dell’accredito della ricompensa (es. BTC), il valore in euro della crypto ricevuta è considerato un reddito imponibile.
  • L’imposta da versare è del 26% sul valore di mercato al momento dell’accredito.
  • Anche se non vendi la criptovaluta ricevuta, l’imposta è comunque dovuta, proprio perché il reddito si considera “realizzato” al momento della ricezione.

Dove si dichiara il mining?

I redditi da mining personale vanno dichiarati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Il valore da dichiarare è pari al valore in euro delle criptovalute minate, calcolato nel giorno in cui sono state accreditate sul tuo wallet.

Esempio – Imposta mining personale

Immagina di aver ricevuto 0,05 BTC come ricompensa per attività di mining il 10 aprile 2024, quando 1 BTC valeva 60.000 €.

  • Calcolo del valore ricevuto:
    0,05 BTC × 60.000 € = 3.000 € di reddito imponibile
  • Calcolo dell’imposta dovuta:
    3.000 € × 26% = 780 € da pagare nel 2025

Quando si paga l’imposta?

L’imposta si paga l’anno successivo a quello in cui hai ricevuto la ricompensa.
Quindi, se hai minato crypto nel 2024, dovrai dichiarare e versare l’imposta nel 2025.

Tutto calcolato automaticamente

Usando un servizio di reportistica fiscale crypto come quello offerto da Young Platform, il sistema:

  • Riconosce le ricompense da mining
  • Calcola in automatico il valore e l’imposta da pagare
  • Inserisce tutto nei quadri corretti della dichiarazione

Riceverai così un report fiscale precompilato, pronto da usare come guida affidabile per la dichiarazione dei redditi.

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Prezzo di carico: perché è così importante per la dichiarazione dei redditi da criptovalute

prezzo di carico imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: aiutano l’investitore a comprendere il ruolo del prezzo di carico nella dichiarazione dei redditi e nel calcolo delle imposte sulle criptovalute.

Vedremo cos’è, quando viene assegnato automaticamente e in quali casi va inserito manualmente.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute come quello offerto da Young Platform, ci sono alcune operazioni per cui sarà necessario inserire manualmente il prezzo di carico.

Una volta fornito questo dato, il sistema calcola automaticamente plusvalenze, imposte e li riporta nei quadri fiscali corretti (es. Quadro RT o Quadro T), generando un report precompilato, pronto da usare come guida sicura per la dichiarazione.

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Prezzo di carico: che cos’è? 

Il prezzo di carico rappresenta il valore iniziale attribuito a una criptovaluta nel momento in cui entra nel patrimonio del contribuente.

È fondamentale per il calcolo delle plusvalenze o minusvalenze, che si determinano al momento della vendita o dello scambio della crypto. Se non viene dichiarato correttamente, potresti pagare più imposte del dovuto.

Come si determina il prezzo di carico?

  • Acquisto diretto → coincide con il prezzo pagato per acquistare la crypto, incluse eventuali commissioni.
  • Airdrop, staking, mining, programmi Earn coincide con il valore di mercato al momento dell’accredito.
  • Trasferimento da altro wallet o exchange (quindi un deposito) → il contribuente deve dichiarare manualmente il prezzo di carico, ovvero il valore originale di acquisto.

Attenzione: prezzo di carico a 0 €

Se al momento della vendita il prezzo di carico è 0 € (perché non indicato, o in mancanza di documentazione), l’intero ricavato sarà considerato plusvalenza e tassato al 26%.

Nota operativa

Il corretto tracciamento del prezzo di carico è essenziale per:

  • Evitare errori nella dichiarazione fiscale
  • Ridurre il rischio di sovrastimare le plusvalenze
  • Dimostrare l’origine e il valore effettivo degli asset in caso di controlli

Esempio 1: Deposito senza prezzo di carico

  • Depositi 1 Bitcoin acquistato in passato, ma senza indicare il prezzo di acquisto.
  • Successivamente, vendi questo BTC a 100.000€.
  • Il fisco considera l’intero importo come plusvalenza → 100.000 × 26% = 26.000€ di imposta.

Esempio 2: Deposito con prezzo di carico documentato

  • Depositi 1 Bitcoin e dichiari che lo hai acquistati a 60.000€.
  • Quando vendi a 100.000€, la plusvalenza imponibile sarà: 100.000 – 60.000 = 40.000€.
  • Imposta dovuta: 40.000 × 26% = 10.400€.

Come evitare errori (e pagare meno imposte)

Per non incorrere in una tassazione eccessiva:

  • Conserva sempre le prove d’acquisto delle criptovalute
  • Quando trasferisci fondi su un exchange, inserisci il prezzo di carico corretto

Se usi Young Platform, puoi caricare la cronologia delle transazioni da wallet esterni (es. Metamask, Ledger, ecc.) e ottenere un report fiscale completo e ottimizzato per la dichiarazione dei redditi.

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Hard fork: cos’è e quali sono le imposte da pagare nel 2025

hard fork imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come funzionano le imposte sulle criptovalute ricevute in seguito ad un hard fork.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale.

Ogni transazione viene tracciata in automatico, i valori vengono calcolati correttamente e inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T).

Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è un hard fork?

Un hard fork è una modifica significativa e incompatibile con le versioni precedenti del protocollo di una blockchain, che porta alla creazione di una nuova catena separata dalla precedente. Questo evento si verifica quando una parte della comunità decide di implementare cambiamenti sostanziali alle regole del sistema, non accettati da tutti i partecipanti. Di conseguenza, si formano due blockchain distinte: una che segue le vecchie regole e un’altra che adotta le nuove. 

Esempio:
Nel 2022, Ethereum ha subito un aggiornamento che ha dato origine a una nuova rete chiamata EthereumPoW (ETHW).

Chi possedeva ETH al momento del fork ha ricevuto gratuitamente un numero equivalente di token ETHW.

Cosa succede a livello fiscale?

Ricevere criptovalute a seguito di un hard fork è considerato un reddito, anche se non hai sostenuto alcun costo per acquisirle. 

Dal punto di vista fiscale, funziona esattamente come un airdrop: si tratta di un’entrata soggetta a un’imposta.

Dove si dichiarano?

I token ricevuti tramite hard fork vanno indicati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Quando si pagano le imposte sulle criptovalute ricevute dopo un hard fork?

Nell’anno successivo a quello in cui hai ricevuto i token.

Esempio:
Se hai ricevuto criptovalute tramite hard fork nel 2024, dovrai dichiararle e pagare le imposte nel 2025.

Quanto si paga?

L’imposta è pari al 26% sul valore dei token ricevuti, calcolato nel giorno in cui ti sono stati accreditati sul wallet.

Come si calcola?

  • Prendi la quantità di token ricevuti
  • Moltiplica per il prezzo di 1 token nel giorno dell’accredito
  • Su questo valore si applica il 26% di imposta

Esempio – Imposta su hard fork 

Hai ricevuto 50 ETHW in seguito a un hard fork di Ethereum il 15 settembre 2024, quando 1 ETHW valeva 1,50 €.

  • Valore ricevuto: 50 × 1,50 € = 75 € 
  • Imposta da pagare nel 2025 = 75 € x 26% = 19,50 €

Anche se non hai venduto i tuoi ETHW e sono ancora nel wallet, l’imposta è comunque dovuta, perché il ricevimento dei token è considerato un reddito fiscalmente imponibile.

E se vendi le criptovalute?

Se in futuro decidi di vendere le criptovalute ricevute con l’hard fork, e il loro valore sarà aumentato rispetto al giorno in cui le hai ricevute, dovrai pagare un’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sulla vendita

  • Ricevi 50 ETHW nel 2024, quando valgono 1,50 € → valore iniziale: 75 €
  • Vendi i 50 ETHW nel 2025, quando valgono 5 € → incasso: 250 €
  • Plusvalenza: 250 – 75 = 175 €
  • Imposta da pagare nel 2026: 175 € × 26% = 45,50 €

Questa imposta si somma a quella di 19,50 € da pagare nel 2025 per il solo fatto di averli ricevuti.

Quando si paga l’imposta sulla plusvalenza?

Il principio è semplice: le imposte si pagano l’anno successivo rispetto all’anno in cui hai venduto le criptovalute e, ovviamente, solo se hai realizzato un guadagno.

Quindi:

  • Se le vendi nel 2024, paghi nel 2025
  • Se le vendi nel 2025, paghi nel 2026
  • Se le vendi nel 2026, paghi nel 2027 …e così via.
hard fork imposte 2025

E se scambi le criptovalute ricevute con un hard fork per una stablecoin?

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCAR, anche lo scambio di criptovalute con alcune stablecoin classificate come EMT (Electronic Money Tokens) è fiscalmente rilevante.

Gli EMT sono token il cui valore è ancorato a una valuta fiat, come l’euro o il dollaro. Per il fisco, sono equiparati a moneta tradizionale.
Esempi di EMT: Tether (USDT), USD Coin (USDC)

Scambiare ETHW per USDC è quindi fiscalmente equivalente a venderli in euro. Se il valore di ETHW è aumentato rispetto al giorno dell’accredito, dovrai pagare l’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sullo scambio con stablecoin

Hai ricevuto 50 ETHW il 15 settembre 2024, quando valevano 1,50 € ciascuno → valore iniziale: 75 €

A dicembre 2024, il valore di ETHW sale a 4 € → decidi di scambiare i 50 ETHW per 200 USDC (equivalenti a 200 €, poiché 1 USDC ≈ 1 €)

Calcolo della plusvalenza

  • Valore al momento dello scambio: 200 € in USDC
  • Valore al momento dell’hard fork: 75 €
  • Plusvalenza: 250 – 75 = 125 €

Imposta da pagare nel 2025: 32,50 €

Esattamente come avviene per la vendita in euro, anche lo scambio per EMT genera una plusvalenza imponibile.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Tutti i calcoli sono automatici

Ricorda che non devi fare questi calcoli da solo o da sola.
Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, tutti questi passaggi sono gestiti automaticamente:

  • Il software traccia ogni operazione
  • Calcola eventuali imposte dovute
  • Ti dice esattamente quanto e se devi pagare 

In pochi clic ottieni un report fiscale completo, già precompilato con il valore delle criptovalute e l’esatto importo delle imposte da versare per la dichiarazione dei redditi.

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Trading Bot e Smart Trades: cosa sono e quali sono le imposte da pagare nel 2025

trading bot imposte 2025

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere il funzionamento della tassazione sulle operazioni eseguite da Trading Bot e, nel caso specifico di Young Platform, tramite gli Smart Trades.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non è necessario effettuare calcoli manuali.

Tutte le transazioni vengono tracciate automaticamente, i valori e gli importi calcolati con precisione e inseriti nelle sezioni corrette della dichiarazione dei redditi (come il Quadro RT o il Quadro T).

Riceverai così un report fiscale precompilato, pronto da consultare e utilizzare come guida affidabile durante la dichiarazione.

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Che cos’è un Trading Bot

Un Trading Bot è un software automatizzato che esegue operazioni di acquisto e vendita di criptovalute al posto dell’utente, seguendo parametri preimpostati (strategie di prezzo, volumi, soglie, indicatori tecnici, ecc.).

Dal punto di vista fiscale, tutte le operazioni effettuate dal Bot sono imputabili all’investitore, come se fossero state eseguite manualmente.

Rilevanza fiscale delle operazioni del Bot

Le operazioni eseguite da un Trading Bot sono considerate fiscalmente rilevanti in due casi principali:

  1. Quando la criptovaluta viene venduta in cambio di euro o di un’altra valuta fiat
  2. Quando viene scambiata con una stablecoin classificata come EMT (Electronic Money Token)

Ma cosa significa “EMT”?

Secondo il regolamento europeo MiCAR, gli EMT sono token il cui valore è ancorato a una valuta fiat (come l’euro o il dollaro), e sono trattati come denaro elettronico.
Ai fini fiscali, vengono equiparati alla valuta tradizionale: scambiare una crypto per un EMT è come venderla per euro.

Quindi, se il Bot scambia ad esempio Bitcoin per 1.000 USDC, l’operazione è fiscalmente equiparabile alla vendita per 1.000 euro.

In questo caso, si può generare una plusvalenza (o minusvalenza), che deve essere dichiarata e tassata se rilevante.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Esempio – Imposta sulle operazioni del Trading Bot

Un Bot vende 1 ETH a 2.000 USDC. Se quell’ETH era stato acquistato quando valeva 1.500€, hai una plusvalenza di 500€, su cui si applica il 26% di imposta, da versare l’anno successivo.

Smart Trades su Young Platform: Trading Bot e fiscalità

Su Young Platform, puoi utilizzare gli Smart Trades, strumenti di trading algoritmico che funzionano come veri e propri Bot automatici: eseguono operazioni di acquisto e vendita in base a strategie preimpostate, senza che tu debba intervenire manualmente.

Questi Bot possono operare anche contro stablecoin, come USDC o USDT, che rientrano nella categoria degli EMT (e-money tokens) secondo l’interpretazione del regolamento MiCAR.

Impatto fiscale delle operazioni automatiche

Quando un Smart Trade scambia una criptovaluta contro uno di questi EMT, l’operazione è fiscalmente rilevante, come se fosse una vendita per euro.
Se il valore della crypto al momento dello scambio è superiore a quello che aveva quando l’hai acquistata (o quando il Bot l’ha acquistata), si genera una plusvalenza soggetta all’imposta del 26%.

Non fa differenza se l’ordine è stato eseguito da un Bot o da te manualmente: ai fini fiscali conta l’effetto dell’operazione.

Tutto è già calcolato nel tuo Report Fiscale

La buona notizia?
Non devi fare nulla a mano. Su Young Platform, tutte le operazioni eseguite con Smart Trades vengono:

  • Tracciate automaticamente
  • Classificate in base alla loro rilevanza fiscale
  • Incluse nel report fiscale, con eventuali plusvalenze e imposte dovute già calcolate 

In pochi clic ottieni un documento completo e pronto da usare per la dichiarazione dei redditi, senza doverti preoccupare di nulla.

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Airdrop crypto: cos’è e quali sono le imposte da pagare nel 2025

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Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo: servono ad aiutare l’investitore a comprendere come funzionano le imposte sulle criptovalute ricevute tramite airdrop.

Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, non devi effettuare alcun calcolo manuale.

Ogni transazione viene tracciata in automatico, i valori vengono calcolati correttamente e inseriti nelle caselle appropriate dei quadri della dichiarazione (come il Quadro RT o il Quadro T).

Il risultato è un report fiscale precompilato, che puoi usare come guida chiara e sicura durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.

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Cos’è un airdrop crypto?

Un airdrop è una distribuzione gratuita di criptovalute.
Spesso i progetti crypto regalano i loro token a utenti selezionati per far conoscere il progetto, premiare chi ha già usato la piattaforma o incentivare l’adozione.

Esempio:
Nel 2020, Uniswap – uno dei più famosi exchange decentralizzati – ha regalato 400 token UNI a ogni utente che aveva interagito con la piattaforma prima di una certa data.

Un altro esempio più recente è Arbitrum, che nel 2023 ha distribuito token ARB agli utenti che avevano utilizzato la sua piattaforma.

Come viene trattato un airdrop crypto livello fiscale?

Ricevere token tramite airdrop è considerato un reddito anche se non hai speso nulla per ottenerli.

Per questo motivo, il valore ricevuto è soggetto a imposta.

Dove si dichiarano?

I token ricevuti tramite airdrop vanno indicati:

  • Nel Quadro RW del Modello Redditi (ex Unico) o Quadro W (del modello 730) per dichiararne il possesso di criptovalute. Serve anche per calcolare l’imposta di bollo dello 0,2% sul totale delle criptovalute possedute al 31 dicembre.
  • Nel Quadro RT del Modello Redditi (ex Unico), oppure nel Quadro T del modello 730 per un’eventuale vendita con guadagno.

Quando si pagano le imposte sugli airdrop crypto?

Nell’anno successivo a quello in cui hai ricevuto i token.

Esempio:
Se hai ricevuto delle criptovalute con un airdrop nel 2024, dovrai dichiararle e pagare le imposte nel 2025.

Quanto si paga?

L’imposta da pagare è del 26% sul valore delle criptovalute ricevute tramite airdrop al momento dell’accredito sul tuo portafoglio.

Si considera cioè il prezzo della criptovaluta nel giorno in cui è stata accreditata sul tuo portafoglio.

Per calcolare il valore su cui verrà applicata l’imposta, ti basta:

  • Moltiplicare la quantità di token ricevuti per
  • Il prezzo di 1 token nel giorno in cui li hai ricevuti.

Questo ti dà il valore complessivo delle criptovalute ricevute, su cui si applica l’aliquota del 26%. 

Esempio – Imposta sull’airdrop ricevuto

Hai ricevuto 400 UNI il 21 ottobre 2024, quando 1 UNI valeva 7€.

  • Calcolo del valore ricevuto:
    400 UNI × 7€ = 2.800€
  • Calcolo dell’imposta:
    2.800€ × 26% = 728€ da pagare nel 2025

Anche se non hai venduto i tuoi UNI e sono ancora nel wallet, l’imposta è comunque dovuta, perché si tratta di un reddito.

E se vendi le criptovalute?

Se poi vendi le criptovalute in cambio di euro o qualsiasi altra valuta fiat e il loro valore è aumentato, allora paghi anche un’imposta sulla plusvalenza (cioè sul guadagno).

Esempio – Imposta sulla vendita:

Hai venduto i tuoi 400 UNI a novembre 2024, quando valevano 10€ ciascuno.

  • Valore di vendita: 400 × 10€ = 4.000€
  • Valore al momento dell’airdrop: 2.800€
  • Plusvalenza = 4.000 – 2.800 = 1.200€
  • 26% su 1.200€ = 312€ di imposta da pagare nel 2025

Questa imposta si aggiunge a quella pagata sulla ricezione dell’airdrop e va anch’essa versata nel 2025. 

Quando si paga l’imposta sulla plusvalenza?

Il principio è semplice: le imposte si pagano l’anno successivo rispetto all’anno in cui hai venduto le criptovalute e, ovviamente, solo se hai realizzato un guadagno.

Quindi:

  • Se le vendi nel 2024, paghi nel 2025
  • Se le vendi nel 2025, paghi nel 2026
  • Se le vendi nel 2026, paghi nel 2027…e così via.
airdrop crypto imposte 2025

E se scambi le criptovalute ricevute con un airdrop per una stablecoin?

Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCAR, anche lo scambio di criptovalute con alcune stablecoin (chiamate EMT – e-money tokens) è fiscalmente rilevante.

Gli EMT sono stablecoin il cui valore è ancorato a una valuta fiat (come il dollaro o l’euro), e sono trattati dal fisco come valuta a corso legale. Esempi: Tether (USDT), USD Coin (USDC).

Questo significa che scambiare criptovalute come UNI per USDC è come venderle per euro, e se hai un guadagno rispetto al momento in cui le hai ricevute, dovrai pagare l’imposta sulla plusvalenza.

Esempio – Imposta sullo scambio con stablecoin

Hai ricevuto 400 UNI il 21 ottobre 2024 con un airdrop, quando valevano 7€ ciascuno → valore iniziale: 2.800€

A novembre 2024, quando il prezzo di 1 UNI è salito a 10€, decidi decidi di scambiare i tuoi 400 UNI per USDC. 

  • Dallo scambio ricevi circa 4.000 USDC (equivalenti a 4.000€, dato che 1 USDC ≈ 1€).
  • Perciò il valore ricevuto al momento dello scambio: 4.000€
  • Valore al momento dell’airdrop: 2.800€
  • Plusvalenza: 4.000 – 2.800 = 1.200€
  •  Imposta da pagare: 26% di 1.200€ = 312€

Esattamente come avviene per la vendita in euro, anche lo scambio per EMT genera una plusvalenza imponibile.

NOTA – Classificazione degli EMT: uno scenario in evoluzione

Al momento non esiste una classificazione ufficiale, chiara e completa che indichi con certezza quali criptovalute rientrano nella categoria degli EMT (Electronic Money Tokens) secondo il regolamento MiCAR, e quali invece ricadano nelle altre categorie previste dalla normativa.

Di conseguenza, l’identificazione di una stablecoin come EMT è frutto di un’interpretazione della norma, basata sulle sue caratteristiche tecniche e funzionali. Questo porta inevitabilmente a categorizzazioni discordanti tra operatori del settore, fiscalisti e piattaforme.

In linea generale, si concorda sul fatto che Tether (USDT) – una delle stablecoin più utilizzate nel trading – può essere considerata un EMT, e quindi le operazioni in USDT sono fiscalmente rilevanti.

Diversamente, USD Coin (USDC) ha ricevuto ufficialmente la classificazione come EMT, avendo completato con successo il processo di due diligence richiesto dalla MiCAR e soddisfatto tutti i criteri normativi previsti.

Questo significa che, almeno per ora, le operazioni con USDC sono sicuramente rilevanti fiscalmente, mentre quelle con altre stablecoin – come USDT – lo sono in base a una lettura coerente e prudente della normativa vigente.

Tutti i calcoli sono automatici

Ricorda che non devi fare questi calcoli da solo o da sola.
Se utilizzi un servizio di reportistica fiscale per criptovalute, come quello offerto da Young Platform, tutti questi passaggi sono gestiti automaticamente:

  • Il software traccia ogni operazione
  • Calcola eventuali imposte dovute
  • Ti dice esattamente quanto e se devi pagare 

In pochi clic ottieni un report fiscale completo, già precompilato con il valore delle criptovalute e l’esatto importo delle imposte da versare per la dichiarazione dei redditi.

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