Tokenizzazione: significato del termine e casi d’uso

Tokenizzazione: significato del termine e casi d’uso

Il punto di incontro tra finanza tradizionale e blockchain? La tokenizzazione ecco cos’è, il suo significato e i casi d’uso  

Qual è il significato di tokenizzazione e cos’è davvero? Questo termine descrive una pratica che pur essendo agli albori, viene considerata già da molti la prossima tendenza che confermerà la popolarità al mondo crypto anche tra chi non ci è mai entrato in contatto. Questa infatti unisce il mondo della blockchain a quello della finanza tradizionale

In poche parole la tokenizzazione è la creazione di un token (tramite smart contract su blockchain) che rappresenta la proprietà di un qualsiasi asset, da azioni a proprietà immobiliari e opere d’arte. La blockchain è un database che garantisce un “certificato” pubblico, condiviso e immutabile delle informazioni legate a questi beni. Per comprendere a fondo il significato di tokenizzazione, approfondiamo il suo funzionamento e i casi d’uso. 

Cos’è la tokenizzazione: il significato spiegato

Il significato di tokenizzazione è quello di rappresentare digitalmente un bene su una blockchain o DLT. Concretamente questo vuol dire che la proprietà e il valore, ad esempio, di un terreno vengono registrati su un database decentralizzato e distribuito e non in una banca dati qualsiasi. I token tracciano l’autenticità e lo storico di un asset, e vengono chiamati real world asset o security token

Una delle particolarità della tokenizzazione è che quando un bene viene associato a un token, è possibile suddividere le sue quote frammentandolo in parti più piccole da vendere. Cosa che non è sempre possibile fare in maniera tradizionale. La frazionalizzazione apre le porte di questi investimenti anche a chi vuole esporsi con delle cifre limitate.

Questa caratteristica è tipica anche delle criptovalute, oggi un Bitcoin vale più di 30.000$ ma per comprarlo non servono cifre astronomiche. Puoi ottenere una sua frazione, anche solo con 10 euro. 

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Tokenizzazione, casi d’uso

Per comprendere cos’è la tokenizzazione, è utile passare in rassegna i possibili casi d’uso. Questa pratica può essere utilizzata su qualsiasi asset come:

  • Beni immobili, più accessibili quando frazionati. La partecipazione sul mercato si espande;
  • Strumenti finanziari, in questo caso la tokenizzazione è utile soprattutto perché offre registri condivisi tra chi li emette e chi li acquista;
  • Materie prime, maggiore liquidità e meno barriere d’ingresso rispetto ad esempio all’acquisto di lingotti d’oro.  
  • Arte, collezionismo e proprietà intellettuale

Prendiamo il caso specifico delle obbligazioni e vediamo il significato di tokenizzazione applicato. Innanzitutto vengono eliminati i certificati fisici o digitali della sottoscrizione dei titoli, la blockchain memorizza tutto in modo permanente rendendo difficile rubare o modificare le informazioni. I dettagli dell’emissione sono codificati in uno smart contract, cosa che garantisce autenticità, tracciamento della provenienza e trasparenza. 

I pagamenti inoltre sono processati immediatamente tramite una semplice transazione senza intermediari come broker. Inoltre se di norma le obbligazioni vengono regolate negli orari di apertura delle banche, con i token si può farlo in qualsiasi momento. La blockchain infatti funziona sempre, tutto il giorno e tutti i giorni. Eliminando periodi di latenza si possono evitare oscillazioni di prezzi e rendere tutto più veloce. Ecco cos’è la tokenizzazione da un punto di vista pratico. 

I vantaggi della tokenizzazione 

Spiegando cos’è la tokenizzazione e il suo significato è evidente che il primo vantaggio è quello di negoziare e gestire beni in modo semplice e efficiente. Proprio per questo Bank of America sostiene che questa pratica sta diventando un fattore chiave per l’adozione degli asset digitali

I punti di forza della tokenizzazione sono: 

  1. Trasparenza: tutte le parti coinvolte nella compravendita hanno a disposizione una documentazione aggiornata;
  2. Tracciabilità: grazie alla blockchain si può risalire all’origine di qualsiasi pagamento o passaggio di proprietà;
  3. Sicurezza: dei certificati che non possono essere modificati o trafugati;
  4. Efficienza: il processo è più snello e ha bisogno di poco intervento umano;
  5. Decentralizzazione: non sono più necessari intermediari, diminuiscono quindi i costi; 
  6. Aumento degli utenti: che possono acquistare beni senza limiti geografici e anche in piccole quote. Vengono abbattute le barriere d’ingresso, uno dei problemi della finanza tradizionale è che non è sempre a portata di tutti sia per i capitali che per le procedure;
  7. Liquidità: la semplicità di acquistare questi token porta un incremento del volume dei capitali sul mercato di riferimento;

Concludiamo questa panoramica su cos’è la tokenizzazione e il suo significato citando le sfide future di questa attività, i prossimi passi per renderla mainstream. In primo luogo lo sviluppo di blockchain e di piattaforme specifiche non è alla portata di tutti, la tecnologia è relativamente nuova e potrebbe essere difficile integrarla in sistemi, anche istituzionali, già esistenti. Inoltre per favorire l’adozione i regolamentatori dovranno elaborare un corpus normativo adeguato. In Italia il decreto legge n. 25/2023, che disciplina gli strumenti finanziari digitali, prevede che i token realizzati su blockchain pubbliche, come Ethereum, debbano avere un responsabile del registro come la banca o l’azienda che li crea. Vigilati a sua volta da Consob e Banca d’Italia.

La rapida proliferazione di questi asset digitali in tutti i settori è un segno che questa tecnologia è destinata ad espandersi. Grazie alla blockchain i servizi finanziari si stanno evolvendo con vantaggi da entrambe le parti coinvolte nelle operazioni. Per tirare le fila e ribadire cos’è la tokenizzazione e il suo significato, possiamo dire che è la possibilità di comprare e vendere qualsiasi cosa sulla blockchain, in maniera veloce e sicura. 

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Euro digitale: cos’è, come funziona e quando arriva

Euro digitale: cos’è? Tutte le cose da sapere

Cos’è l’euro digitale? E come funziona la CBDC della BCE? Tutte le cose da sapere

Cos’è l’euro digitale se non la risposta alla crescente diffusione dei pagamenti digitali? La Banca Centrale Europea nel 2021 ha inaugurato un progetto per fondare la sua moneta elettronica con lo scopo di offrire ai cittadini uno strumento di pagamento efficiente e alternativo rispetto ai contanti. L’idea, che attualmente è in fase di studio, ricalca quella di altri istituti bancari e governi. Tra le nazioni che hanno già lanciato con successo una moneta del genere c’è la Cina con l’e-CYN, lo yuan digitale. 

Euro digitale, cos’è e a cosa serve

Cos’è l’euro digitale? Il primo dubbio da chiarire per spiegarlo è se si tratti di una criptovaluta. Anche se queste due tipologie di monete elettroniche condividono la stessa tecnologia di base, la risposta è negativa. La definizione più corretta è quella di Central Bank Digital Currency (CBDC), ovvero di moneta digitale emessa da una Banca Centrale. A differenza delle criptovalute, le CBDC non sono decentralizzate ma dipendono dall’istituzione finanziaria che le emette che stabilisce quante unità coniare e i ritmi inflazionistici. Allo stesso modo però sono digitali, peer-to-peer e trasparenti. 

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In questo caso specifico, la Banca Centrale Europea spiega cos’è l’euro digitale come “equivalente elettronico del contante”, quindi un’alternativa alle banconote come mezzo di pagamento. L’idea è quella di sviluppare una moneta sicura, facile da usare e disponibile a tutti perché accessibile grazie a una semplice connessione internet. La moneta elettronica avrà lo stesso valore 1:1 dell’euro “tradizionale”, e comunque non sostituirà l’euro fisico. La BCE specifica anche che non si tratterà nemmeno di uno strumento di investimento e che naturalmente sarà conforme al nuovo regolamento MiCA.

D’altro canto l’euro digitale non è una stablecoin, ovvero una criptovaluta che riproduce il prezzo della moneta dell’Eurozona. 

Come funziona

Visto cos’è l’euro digitale, possiamo approfondire come funziona. La BCE sta sperimentando diverse soluzioni per l’infrastruttura della moneta, tra cui le DLT e la blockchain ma anche opzioni più centralizzate. 

Se verrà sviluppato su una rete decentralizzata, l’euro digitale sarà veloce, sicuro, rispettoso della privacy e senza “confini” geografici. A livello tecnico il suo meccanismo sarebbe simile a quello delle criptovalute. 

Sul tema caldo dei dati personali, la Banca Centrale assicura che saranno tracciate solo le informazioni indispensabili per contrastare il riciclaggio di denaro e attività illecite. Ad esempio gli utenti dovranno rendere nota la propria identità nel primo accesso tramite un portafoglio digitale. Pur avendo le idee chiare su cos’è l’euro digitale e a cosa dovrà servire, tutti i dettagli su come funziona sono ancora in definizione. 

Le sue principali sfide sono la possibilità di essere usato 24/7 e di essere convertito in qualsiasi momento con monete o banconote, la disponibilità senza necessità di un conto corrente. Il tutto sempre vigilato e assicurato dalla Banca Centrale

Euro digitale: quando arriva?

Il progetto non è ancora stato approvato ufficialmente, la fase investigativa è iniziata a ottobre 2021 e, secondo quanto riportato dalla BCE, dovrebbe concludersi a ottobre 2023. A quel punto l’istituto bancario dovrà definire cos’è l’euro digitale in tutte le sue sfumature e decidere se portare avanti la sua realizzazione. Al momento non sappiamo se questa moneta elettronica esisterà davvero in futuro. 

In questa prima fase la BCE ha coinvolto 5 aziende per realizzare dei prototipi e casi d’uso. Ad esempio Amazon per i pagamenti su e-commerce.

Fra pochi mesi quindi potremmo rispondere con certezza alla domanda “cos’è l’euro digitale e come funziona”.  E conoscere se anche per l’Eurozona il futuro dei pagamenti sarà digital

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Previsioni Bitcoin: svolta in arrivo secondo il guru della finanza

Previsioni Bitcoin: svolta in arrivo secondo il macro guru

Previsioni per Bitcoin e la sua capitalizzazione di mercato, la crisi economica potrebbe portarla alle stelle 

Nuove previsioni per Bitcoin dal guru della finanza Hugh Hendry. Il noto gestore di hedge fund durante un’intervista rilasciata a Bloomberg ha rivelato le sue ipotesi sul futuro della criptovaluta rispetto al contesto macroeconomico attuale. 

Previsioni Bitcoin: la spinta dalla crisi economica e finanziaria

Le previsioni su Bitcoin di Hendry sono arrivate durante un’intervista di carattere generale sulla situazione macroeconomica attuale. Alla domanda su come avrebbe preferito proteggersi da un eventuale collasso del sistema finanziario, l’esperto ha spiegato che fra tutti gli asset quello a cui si affiderebbe è Bitcoin. Ancora prima che all’oro

Secondo Hendry, nell’ipotesi non così remota di una crisi, l’oro è un buon investimento per difendersi ma ha lo svantaggio che il suo potenziale rialzo è limitato: “l’oro ha una capitalizzazione di 13.000 miliardi di dollari. L’oro sarebbe l’equivalente di tutte le azioni statunitensi”.

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Market cap triplicato! 

Secondo le previsioni  su Bitcoin di Hendry, in caso di crisi macroeconomica mondiale la crypto triplicherà la sua capitalizzazione di mercato toccando i 1,5 miliardi di dollari. In caso di peggioramento della situazione, secondo l’esperto, Bitcoin sarebbe l’asset più performante. 

“Il market cap di Bitcoin è di mezzo trilione di dollari. E Bitcoin si trova nel mondo dell’asset allocation all’interno di un insieme che chiamiamo alternative, come il private equity, gli immobili commerciali, l’oro e così via. È un insieme da 100.000 miliardi di dollari e Bitcoin è mezzo trilione di dollari. Quindi potrebbe triplicare e diventare un trilione e mezzo di dollari. Sarebbe la metà di Apple“, ha spiegato Hendry durante l’intervista.

Hendry è sembrato fiducioso sul destino della crypto anche per i recenti sviluppi sull’entrata in campo degli investitori istituzionali. Dopo la richiesta di BlackRock per un ETF a tema, ci sono state interessanti reazioni da parte del mercato. In altre parole, le previsioni su Bitcoin sono ottimiste anche per la spinta della regolamentazione e dell’adozione. 

A un anno circa dal prossimo halving, cominciano a moltiplicarsi le stime su BTC soprattutto a livello di prezzo. In prossimità dell’atteso “dimezzamento delle ricompense”, la curiosità sul destino della crypto sale. Il suo valore schizzerà come in passato? Al momento hanno la meglio le previsioni più ottimistiche su Bitcoin, catalizzate dalle ultime notizie. 

Prossimi airdrop crypto, l’elenco completo per il 2023

Prossimi airdrop crypto 2023: l’elenco completo

A caccia di token? L’elenco completo dei prossimi airdrop crypto per il 2023 e le istruzioni su come partecipare 

I cacciatori dei prossimi airdrop crypto avranno notato che il 2023 è un anno da tenere d’occhio. Ultimamente le distribuzioni dei token non vengono promosse ufficialmente dai progetti perché si vogliono premiare gli utenti che utilizzano i servizi senza “doppi fini”. Per questo è fondamentale monitorare forum e community e captare tutte le voci che circolano. 

Tra i prossimi airdrop crypto spiccano quelli della cricca dei Layer 2. C’è chi vede in questi progetti i protagonisti della prossima bull run e i volumi che stanno accumulando potrebbero confermare questa ipotesi. Dopo l’airdrop di Arbitrum e di Optimism, tutti guardano alle prossime opportunità. Continua a leggere e scopri l’elenco completo degli airdrop più attesi!

Prossimi airdrop 2023: come partecipare 

Per partecipare a uno dei prossimi airdrop del 2023 è necessario muoversi in anticipo e conoscere quali sono i requisiti per risultare idonei. Nella maggior parte dei casi questi non vengono comunicati esplicitamente dai progetti, le community avanzano allora delle ipotesi che rientrano nella generica operazione di “interagire con il protocollo”. Questo significa compiere delle transazioni e usare le dapp in maniera naturale (senza sembrare un bot), anche con piccoli importi di denaro ma comunque in maniera costante. 

Non esiste quindi una formula unica per partecipare, se non sei pratic* di DeFi online puoi trovare diverse guide che ti mostrano come usare i protocolli. Assicurati che siano affidabili e valuta attentamente i tuoi rischi. Spesso i progetti che lanciano airdrop sono nelle fasi iniziali di test e potrebbe essere saggio non dedicarci troppi fondi (anche se in linea di massima più è alto l’importo, più è sostanziosa la cifra che si riceve). Inoltre prima di collegare il tuo wallet, verifica sempre che i siti o i profili social da cui trai informazioni siano quelli ufficiali, soprattutto su Twitter è comune imbattersi in scam.  

1. Scroll

Uno dei prossimi airdrop crypto più chiacchierati e attesi è quello di Scroll, un Layer 2 di Ethereum che utilizza la crittografia zero knowledge. Attualmente il protocollo è in fase di testnet, ma il lancio della mainnet è previsto per agosto 2023. Questo evento non coincide per forza con un airdrop, che infatti non è mai stato annunciato esplicitamente. Tuttavia le probabilità di una distribuzione si alzano perché Scroll ha raccolto diversi finanziamenti e ad oggi ha una valutazione di 1.8 miliardi di dollari

Per cercare di riceverlo in molti stanno interagendo con la testnet, tramite Aave ad esempio. Essendo un protocollo su Ethereum, per portare a termine queste operazioni ti serviranno degli ETH sempre a disposizione. È infatti la crypto indispensabile per la DeFi.

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2. Metamask 

Tra i prossimi airdrop segnaliamo anche quello di Metamask. Finora il token del wallet decentralizzato è sempre stato solo un rumor, ma è già da qualche tempo che è tornato sotto i riflettori. 

In questo caso per partecipare potrebbe essere sufficiente aver utilizzato il wallet tramite le sue funzioni di swap e bridge. 

3. StarkNet 

Torniamo ai Layer 2. Uno dei possibili prossimi airdrop 2023 potrebbe essere quello di StarkNet, network all’avanguardia per la scalabilità di Ethereum. L’arrivo del token sembrerebbe confermato ma non ci sono dettagli sulle modalità di lancio. Anche in questo caso i requisiti potrebbero essere l’utilizzo delle sue dapp. 

4. zkSync Era

Tutti fremono per il prossimo airdrop di zkSync Era. Sulla scia dell’entusiasmo per i rollup, questo protocollo sta attirando l’attenzione della community crypto. Uno dei suoi punti di forza è la compatibilità con Ethereum che lo rende facilmente utilizzabile tramite i wallet standard del network di Buterin. La sua testnet è pubblica dal 2023 e dal lancio tutti sono impazienti di conoscere se arriverà un token, considerato che zkSync ha raggiunto oltre 400 milioni di dollari in finanziamenti. Probabilmente il team sta aspettando che la popolarità del progetto si consolidi e che il TVL aumenti ancora prima di lanciare il token. 

In questo caso per partecipare potrebbe essere utile usare anche la versione precedente ovvero zkSync Lite. Tra le operazioni fattibili ci sono fornire liquidità ai dex sul network, il più popolare al momento è SyncSwap, creare NFT o acquistarli, scambiare token. 

5. Lens

Cambiamo tipologia di progetto! Con Lens uno dei prossimi airdrop 2023 potrebbe essere a tema “social network decentralizzati”. Si tratta infatti di una dapp che sta costruendo un social nello spirito del Web3 e della creator economy. Su OpenSea è possibile acquistare dei nomi di dominio NFT da usare per i propri profili (.lens), per questo in molti hanno ipotizzato che se dovesse essere confermato un airdrop potrebbe assomigliare a quello di Ethereum Name Service. In cui sono stati distribuiti token ENS ai proprietari dei domini che hanno ottenuto fino a 85.000$!

6. Linea

Linea è un altro Layer 2 di tipo zero knowledge che punta a ridurre i costi delle operazioni su Ethereum. Il progetto ha ottenuto 725 milioni di dollari in investimenti e per questo si ritiene probabile che lancerà presto il suo token. Al momento è possibile interagire con la testnet.

7. Layer Zero

Anche per Layer Zero non si hanno notizie certe sul lancio del token, tuttavia gli ingenti finanziamenti e i venture capital che hanno dimostrato il loro interesse fanno sperare che prima o poi arriverà. Layer Zero è una chain che sta sviluppando una soluzione per unire tutte le blockchain tra loro e spostare fondi senza conversioni. Insieme alla scalabilità, l’interoperabilità è un’altra sfida urgente di Ethereum. Per questo l’airdrop di Layer Zero potrebbe essere molto importante e sostanzioso. 

Per interagire con Layer Zero si possono utilizzare i bridge e diverse dapp DeFi in altrettanti network come ad esempio Aptos. 

L’elenco completo dei prossimi airdrop crypto per il 2023 è in continuo aggiornamento!

ETF Bitcoin: con BlackRock l’interesse sale. Cosa sta succedendo? Perché è una svolta?

ETF Bitcoin: l’interesse sale. Che sta succedendo?

Focus sulla news dell’ETF Bitcoin di BlackRock. I possibili scenari sono sorprendenti, cosa sta succedendo?

L’ETF Bitcoin di BlackRock è finito al centro delle discussioni del mondo crypto negli ultimi giorni. Il colosso dell’investimento ha presentato richiesta ufficiale alla Security and Exchange Commission statunitense per lanciare il suo fondo che riproduce il prezzo spot della criptovaluta. Se l’esito fosse positivo, sarebbe il primo prodotto di questo tipo in circolazione. All’interesse di BlackRock per il mondo crypto si è aggiunto a catena quello di altri investitori istituzionali, situazione che sta aprendo diverse ipotesi sul futuro di Bitcoin. 

L’ETF Bitcoin di BlackRock: perché è una svolta 

La richiesta di BlackRock di quotare un ETF di Bitcoin spot è molto più importante di quello che si pensa. Si tratta del più grande asset manager del mondo con 10 trilioni di dollari in gestione e con una media di approvazioni da parte della SEC di 575 a 1. Questi due elementi rendono probabile il successo dell’operazione. 

L’approvazione del fondo innanzitutto aprirebbe il mondo crypto anche a chi non è pratico di exchange o DeFi e non ha interesse a detenere personalmente Bitcoin. Tramite il prodotto di una delle più grandi aziende quotate a Wall Street, masse di investitori retail entrerebbero nel mercato delle criptovalute. Nel documento di richiesta si può leggere che lo scopo di BlackRock è: “costituire un mezzo semplice per effettuare un investimento simile a quello in Bitcoin piuttosto che acquisire, detenere e scambiare Bitcoin direttamente su base peer-to-peer o di altro tipo o tramite uno scambio di asset digitali”.

In secondo luogo l’ETF Bitcoin di BlackRock sarebbe una svolta perché in passato diverse altre società si sono viste negare i permessi. Se la SEC dovesse accontentare il fondo, arriverebbero decine di questi prodotti sul mercato.

Il modo in cui si comprano criptovalute potrebbe cambiare per sempre: sulla scia dell’ottimismo della diffusione di questi asset, Bitcoin ha toccato i 30.000$

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Cosa succederebbe in caso di approvazione?

Come abbiamo visto se il piano di BlackRock sul suo ETF Bitcoin spot dovesse andare a buon fine, ci sarebbero degli esiti positivi sull’adozione delle criptovalute. Ma cosa succederebbe al prezzo di BTC? 

Guardando i dati storici, all’approvazione di un exchange traded fund i prezzi salgono. Come è successo ad esempio con il primo Gold ETF listato nel 2004 alla borsa di New York. 

Inoltre l’approvazione e l’ipotetico lancio sul mercato dell’ETF di BlackRock, coinciderebbe con un altro evento decisivo: l’halving di Bitcoin. In media la procedura per rilasciare i permessi per un ETF dura 211 giorni, questa data scadrebbe subito prima di quella prevista per il “dimezzamento”.

Come abbiamo già spiegato in questo articolo, in passato l’halving ha portato una salita delle quotazioni. Nel 2024 quindi il prezzo di Bitcoin secondo alcuni potrebbe salire vertiginosamente sia per l’interesse intorno all’ETF di BlackRock sia in maniera fisiologica seguendo il ciclo di mercato. 

In questo scenario rialzista chi è interessato ad acquistare Bitcoin ora potrebbe valutare un acquisto ricorrente per mettere da parte crypto “approfittando” dei prezzi relativamente bassi e in attesa degli eventuali rialzi per l’anno prossimo. 

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Infine l’ETF di BlackRock potrebbe alterare anche la distribuzione dei Bitcoin tra exchange e investitori istituzionali. L’enorme afflusso di capitali dell’asset manager creerebbe nuovi equilibri. 

Dilaga l’interesse degli investitori istituzionali 

Subito dopo la richiesta di BlackRock, Invesco, il 17° asset manager su scala globale, ha rinnovato la sua applicazione fatta in passato. E anche WisdomTree ha presentato la sua domanda. La lista degli investitori istituzionali che sono interessati al settore crypto si allarga, a questi si aggiungono Fidelity, Citadel e Charles Schwab che hanno appena fondato un exchange per il trading. 

Insomma l’interesse per le crypto di BlackRock non è un caso isolato, il mercato è in attesa dei prossimi sviluppi e per il momento sembra reagire bene alle news sull’ETF di Bitcoin.

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Metaverse Pride 2023: la guida agli eventi di Decentraland

Metaverse Pride Decentraland 2023: le cose da sapere

La terza edizione del Metaverse Pride è alle porte. Quali sono gli eventi previsti a Decentraland? 

Cosa aspettarsi dal Metaverse Pride 2023? Dal 27 al 29 giugno il metaverso di Decentraland ospiterà la terza edizione dell’evento che annualmente propone attrazioni e eventi che celebrano la diversità e l’inclusione. Nei tre giorni del festival potrai trovare esperienze immersive, giochi, installazione d’arte digitale, concerti e contenuti educativi realizzati dalla comunità LGBTQIA+.

Qual è quindi il programma di quest’anno? Come si partecipa? Ecco tutto quello che devi sapere sul Metaverse Pride 2023!

Metaverse Pride 2023 a Decentraland: gli eventi in programma

Il Metaverse Pride 2023 è stato organizzato da Decentraland, il metaverso crypto su Ethereum, in collaborazione con gli studios Polygonal Mind e Vegas City, ovvero la principale location dedicata all’intrattenimento di questo mondo virtuale.  

Il programma si svolgerà principalmente nell’Art Plaza che sarà allestita come un’oasi del deserto con “palme ondeggianti e imponenti scogliere di arenaria”. L’idea è quella di ricordare il Burning Man, il festival artistico che dal 1986 si svolge in Nevada.

Durante il Metaverse Pride 2023 ci saranno moltissime occasioni di svago come i concerti, la cui programmazione è ancora in aggiornamento. Ma anche l’opportunità di conoscere al meglio la community LGBTQIA+ con esperienze formative e giochi a enigmi per conoscere la storia del Pride. 

Intorno all’area dedicata al festival sfilerà per tutti i giorni dell’evento e 24h/24 la parata del Pride. Composta da numerosi carri stravaganti su cui salire a bordo e unirsi alla festa. Tra questi carri ci sono anche quelli creati dagli utenti nel concorso lanciato da Decentraland il mese scorso. 

Inoltre per la prima volta i partecipanti al Metaverse Pride 2023 potranno scegliere nell’area di benvenuto un NPC (non player character) per farsi accompagnare durante gli eventi. Saranno disponibili cinque diversi personaggi con una propria storia e identità.

Come partecipare al Metaverse Pride 2023 (e altre info utili)

Entrare nel metaverso di Decentraland e partecipare al Metaverse Pride 2023 è semplicissimo. Sarà sufficiente accedere al sito dal tuo browser, registrarti, connettere il tuo wallet crypto e creare il tuo avatar. 

Le esperienze del festival sono gratuite, ma forse potrai aver bisogno di qualche spicciolo per abbellire il tuo avatar con la collezione di NFT indossabili, creati appositamente per il Pride. Giacche leopardate, cappellini arcobaleno e tutine dalle vibes anni ‘80. 

Al Metaverse Pride gli acquisti vanno fatti in MANA, il token nativo di Decentraland, nel marketplace dedicato. 

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Tra tutte le cose che si possono fare nei mondi virtuali, c’è anche promuovere diritti e festeggiare l’inclusività. Il Metaverse Pride 2023 del 27, 28 e 29 giugno è uno degli appuntamenti di intrattenimento più attesi a Decentraland. Non solo per gli affezionati ma anche per i più curiosi che vogliono sperimentare in prima persona i progressi degli eventi virtuali

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Il significato di cespiti. Cosa sono questi asset?

Cespiti: significato e cosa sono questi asset

Il significato di cespiti è determinato da una pratica comune dell’economia aziendale che prevede la valutazione dei beni di un’impresa

Cosa sono i cespiti? Il significato in economia aziendale di questo termine è “beni sia materiali che immateriali di un’impresa”. Una definizione di cespite da “dizionario” è quella di asset che non fanno guadagnare in maniera diretta, quindi ad esempio attraverso la vendita, ma che contribuiscono al profitto e al valore complessivo di un’azienda. Scopri cosa sono i cespiti e cosa rientra in questa categoria di asset.

Cosa sono i cespiti, il significato spiegato

A grandi linee il significato di cespiti è quello spiegato nell’introduzione, approfondiamo allora nel dettaglio questa categoria di beni. Conoscere cosa sono è indispensabile per chi si occupa di contabilità aziendale perché sono fonti di reddito sul lungo termine. Come abbiamo visto infatti essi sono asset che garantiscono un guadagno all’impresa che li possiede perché indirettamente aumentano il suo valore. 

La prima fondamentale distinzione da fare per comprendere cosa sono i cespiti, è quella tra materiali e immateriali. 

Nel primo insieme rientrano beni tangibili come macchinari, mezzi di trasporto, immobili, attrezzature informatiche come i computer, strumenti tecnici e terreni. Tra i beni immateriali troviamo le risorse umane ma anche certificazioni e brevetti, e in generale tutti i talenti e il patrimonio di conoscenze di un’azienda. 

Tra tutti gli asset di proprietà di una società ci possono essere anche quelli finanziari e digitali. La finanza decentralizzata sta prendendo piede soprattutto nella tokenizzazione dei beni su blockchain. Anche i cespiti un giorno saranno registrati su Ethereum? Rimani sempre sul pezzo e segui le novità del settore tecnologico più innovativo del momento. 

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I cespiti e l’ammortamento

Un altro concetto da tenere presente per comprendere cosa sono i cespiti e il loro significato concreto è quello di “ammortamento”. Si tratta della riduzione del valore di un asset aziendale calcolato nel corso del tempo, a causa dell’usura. In sostanza, l’ammortamento è un’operazione contabile effettuata per considerare che i cespiti aziendali hanno una vita limitata. Questo deprezzamento viene considerato per determinare il reddito netto dell’esercizio e quindi la situazione fiscale. I cespiti vengono registrati in un apposito registro insieme alle annotazioni sul loro ammortamento. 

Essi possono anche guadagnare valore nel tempo, come nel caso degli immobili. Anche queste variazioni devono essere segnalate nel registro e mediate con gli ammortamenti. 
La gestione dei cespiti viene effettuata per garantire che i beni aziendali siano utilizzati in modo efficiente e che siano mantenuti nel modo migliore possibile. Ciò richiede la pianificazione, l’organizzazione e il controllo delle attività aziendali relative.Ecco perché vale la pena sapere cosa sono i cespiti e qual è il loro significato.

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Arbitrum è il Layer 2 di Ethereum più usato? Ecco la classifica completa

Layer 2 Ethereum: i più utilizzati

Quali sono i Layer 2 di Ethereum più usati? Ecco chi sta vincendo la gara per velocizzare e ridurre i costi delle transazioni

Quali sono i Layer 2 di Ethereum più utilizzati? Questi protocolli puntano a fornire transazioni più veloci ed economiche rispetto alla blockchain principale. L’urgentissima sfida della scalabilità per il “world computer” si gioca a colpi di transazioni per secondo (tps) e Total Value Locked (TVL). La prima metrica misura quante transazioni un protocollo riesce a gestire per ogni secondo, la seconda il valore totale delle criptovalute bloccate e quindi la liquidità disponibile. Questo valore viene usato per valutare la diffusione di un progetto. 

I principali Layer 2 di Ethereum, escluso Polygon che è una vera e propria blockchain, si distinguono per la tecnologia di scalabilità utilizzata: zero knowledge rollup, optimistic rollup, Validium o Plasma. Ciascuna determina compromessi tra velocità, sicurezza, costi. Ad esempio si ritiene che Arbitrum sia la soluzione migliore per gli sviluppatori, che Optimism sia la più compatibile con Ethereum e che zkSync sia imbattibile sulla sicurezza. 

Ecco la classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati!

1. Layer 2 Ethereum: Arbitrum in focus

In vetta della classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati c’è Arbitrum, un protocollo che utilizza gli optimistic rollup. Nel suo enorme ecosistema puoi trovare marketplace NFT, giochi play-to-earn e stablecoin. Inoltre è supportato dalle dapp più importanti della finanza decentralizzata come 1inch, Aave e Balancer.  

A livello di numeri, Arbitrum ha un TVL di 5.43 miliardi di dollari, elabora circa 40.000 tps e la commissione per mandare ETH in media costa 0.05$.

Dai un’occhiata al prezzo di Arbitrum!

2. Optimism

E continuando a parlare di Layer 2 più popolari, un’altra soluzione di scalabilitàè Optimism che, come dice il nome, sfrutta anch’essa gli optimistic rollup. Questo protocollo è noto per essere integrato con la blockchain madre, tanto che si dice “se funziona su Ethereum, funziona anche su Optimism ma a una frazione del costo”, e per avere un codice open source a disposizione dei programmatori. Su di esso si sviluppa Synthetix una delle più popolari piattaforme di trading, il network inoltre ha promesso una serie di airdrop per i suoi utenti più attivi. 

Il TVL di Optimism è di 2.05 miliardi di dollari, processa circa 2.000 tps e la commissione media per transazione è di 0,03$

3. zkSync Era

Al terzo posto della classifica dei Layer 2 più usati e popolari di Ethereum troviamo zkSync Era. Questo protocollo si basa sulla tecnologia zero knowledge e ha l’obiettivo di scalare Ethereum mantenendo la sua decentralizzazione. Conta oltre 500.000 utenti attivi e supporta tutti i progetti sul network principale senza modifiche di codice. 

Il TVL di zkSync Era è di 521 milioni di dollari e le fee per trasferire ETH in media sono di 0.09$

4. dYdX

La classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati prosegue con dYdX che a differenza dei progetti precedenti, è un vero e proprio exchange decentralizzato. Il suo TVL è di 335 milioni

5. Metis Andromeda 

Metis Andromeda è un altro Layer 2 compatibile con l’Ethereum Virtual Machine, nato da un fork di Optimism. Questo protocollo attualmente è il più economico, le commissioni di transazione sono inferiori a 0,01$. Il suo Total Value Locked è di 94.26 milioni

6. Loopring 

Al sesto posto della classifica dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati troviamo Loopring, un emergente progetto DeFi basato sulla crittografia zero knowledge. Processa oltre 2.000 tps, ha un valore bloccato di 90.81 milioni e costi di circa 0,02$ a transazione. 

7. Immutable X

Conosciuto soprattutto come network dedicato al gaming decentralizzato, Immutable X sfrutta la tecnologia Validum di StarkEx (di tipo zero knowledge) per rendere più veloce ed economico anche il play-to-earn. Su questo Layer 2 sono stati bloccati 87.69 milioni di dollari

8. zkSync Lite

Si tratta della versione precedente di zkSync Era, ovvero il primo rollup zero knowledge elaborato dall’azienda Matter Labs. Ad oggi il protocollo dedicato principalmente ai pagamenti, conta un TVL di 87.14 milioni di dollari e costo per transazione di 0.04$

9. Starknet

Un Layer 2 dell’ecosistema della Starkware Industries specializzata in crittografia. Starknet funziona grazie ai zero knowledge rollup e alle STARK Proof. Il suo TVL è di 63 milioni di dollari e le commissioni hanno un costo di 0.09$

10. Polygon zkEVM

La classifica si conclude con Polygon zkEVM. Forse il progetto per eccellenza che ha diffuso nelle community crypto la tendenza “zero knowledge”. È anche uno dei protocolli più recenti lanciato lo scorso marzo 2023. Polygon zkEVM ha un valore bloccato di 38.03 milioni. Le commissioni di una transazione ammontano a 0.03$

Scorrendo la classifica dei Layer 2 di Ethereum più popolari e utilizzati, è evidente che con questi numeri si può parlare già di adozione di massa. La scalabilità rimane il vero obiettivo a cui lavorano incessantemente i progetti crypto. Tra le prossime uscite da tenere d’occhio c’è Scroll (attualmente in fase di testnet), soprattutto per il possibile airdrop.

Francobolli rari: come riconoscerli e dove vendere i pezzi

Francobolli rari: come riconoscere e dove vendere i pezzi

Quali i francobolli rari, d’Italia e non solo, valgono di più? Scopri come riconoscere i più preziosi e dove vendere e comprare

Saper riconoscere quali sono i francobolli rari, d’Italia e non solo, e collezionarli può sembrare un hobby vintage. Il “francobollo” di certo sta diventando un oggetto del passato e proprio per questo ha grande valore storico e culturale. E in certi casi anche economico, visto che alcuni di questi pezzi sono diventati veri e propri tesori ambiti dai collezionisti di tutto il mondo. In genere gli esemplari più speciali sono quelli emessi in edizione limitata, con errori di stampa o con particolari caratteristiche che li distinguono dalle stesse serie. In altri casi sono quelli dedicati a eventi storici o commemorazioni. Ma quali sono i francobolli rari d’Italia e del mondo? Ecco tutti i segreti dei pezzi più unici e come venderli o comprarli. 

Francobolli rari: come capire quali hanno valore

Per riconoscere i francobolli rari e capire quali hanno valore può essere utile affidarsi a un esperto di filatelia. Bisogna considerare infatti diversi aspetti, in primo luogo va individuata la tiratura ovvero il numero di pezzi che sono stati prodotti. Come per le monete rare, anche qui vale il principio per cui più esemplari esistono meno sarà il valore del singolo pezzo. 

Generalmente i francobolli più rari sono quelli con errori di stampa oppure quelli ritirati dalla circolazione. Un altro aspetto da considerare è l’età del pezzo che può essere ricavata dall’illustrazione, o vignetta. Questo è fondamentale per riconoscere quelli emessi per celebrare anniversari o eventi storici. Infine un francobollo vale di più se le sue condizioni sono buone, poiché eventuali imperfezioni potrebbero abbassare la sua quotazione.

Uno dei punti di riferimento per i collezionisti è il catalogo Unificato Super in cui trovare tutte le informazioni sulle quotazioni, aggiornate ogni anno, sui francobolli rari d’Italia e non solo. Tieni presente che i prezzi potrebbero essere solo indicativi e che dipendono dalle varie aste o piattaforme per la compravendita.

Scovare i francobolli più rari è il modo per ottenere il massimo a livello economico. Come abbiamo visto, è la rarità a determinare la preziosità. Questo meccanismo può rispondere anche alla domanda “perché le criptovalute hanno valore”. Queste monete digitali, al contrario di quelle fiat, non sono emesse all’infinito. La loro “tiratura” è stabilita a priori e per questo non risentono dell’inflazione. Proprio come i francobolli!

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Francobolli rari Italia: la lista dei più ricercati

La lista dei francobolli rari d’Italia è particolarmente interessante perché comprende alcuni dei pezzi più unici del mondo: 

  • Error of Colour: questo è uno dei francobolli più rari al mondo presente solo in due pezzi, uno dei quali è stato battuto all’asta in Svizzera nel 2011 per 1,86 milioni di euro. La sua rarità dipende dal suo colore, infatti venne stampato di blu invece che nel classico arancione. Raffigura Ferdinando II ed è stato emesso dal Regno di Sicilia nel 1859, in generale tutti i francobolli di questa zona e pre unità d’Italia sono molto preziosi
  • 3 lire di Toscana: dal valore tra i 200 e i 500.000 euro, questo pezzo è stato emesso il 1° gennaio 1860 dal Gran Ducato di Toscana. Del “3 lire” esistono pochissimi pezzi (si stima circa 324), di questi due sono stati affrancati in due lettere una del re d’Egitto Farouk e l’altra del collezionista Alphonse de Rothschild.
  • Trinacria: fa parte della prima serie mai emessa dal Regno delle Due Sicilie (1858) e rappresenta la trinacria insieme ai gigli dei Borbone e al cavallo rampante effige di Napoli. Il valore di questo esemplare, tra i francobolli rari d’Italia, è di circa 350.000 euro. 
  • Francobollo Garibaldino Mezzo tornese: messo in commercio durante l’epoca garibaldina a Napoli e venne utilizzato per la spedizione a bassi costi dei giornali. Rappresentava ancora il vecchio simbolo dei Borbone perché Garibaldi non aveva tempo di farne realizzare uno  nuovo. La sua rarità dipende dai pochissimi pezzi rimasti integri: questi francobolli erano come dei sigilli sui giornali che dovevano essere spezzati per essere letti. Il suo valore è di circa 13.000 euro. 
  • Gronchi rosa: questo pezzo del 1961 venne emesso con un errore nel raffigurare i confini del Perù sulla cartina geografica, una volta notato lo sbaglio la serie venne ritirata dal mercato anche se ormai alcuni pezzi erano già stati usati. Può valere fino a 30.000 euro. 
  • Ducato di Modena: tra i francobolli rari d’Italia c’è anche la serie dei 15 centesimi di cinque tipologie che valgono tra i 2.000 e i 5.000 euro, e il pezzo da 80 centesimi del 1858 emesso dal governo provvisorio di Parma in unica copia per una lettera alla Francia. La sua quotazione è di circa 200.000 euro. 
  • Trittico Servizio di Stato: questi francobolli del 1933 raffigurano la bandiera italiana e Vittorio Emanuele III, un singolo esemplare può essere valutato fino a 5.000 euro. 
  • Congresso Filatelico di Trieste: si tratta di quattro francobolli di posta ordinaria del Regno d’Italia emessi nel 1922 in occasione del congresso. Valgono circa 4.000 euro. 
  • Centenario morte Alessandro Volta: 480 esemplari da 20 centesimi di questa serie sono stati stampati in viola anziché in rosso e ora valgono dagli 8.000 ai 50.000 euro. 
  • Seconda Milizia: francobolli  rari del 1928, anch’essi stampati in viola nella versione da 50 e da 20 centesimi (oltre 10.000 euro).
  • Ragazzo coi gabbiani: del 1991,raffigura la scultura di Pericle Fazzini stampato per errore in viola, vale oltre i 10.000 euro. 
  • Augusto: destinato alle isole dell’Egeo stampato in viola e quindi nel colore sbagliato, vale oltre 20.000 euro. 
  • Castello di Miramare 1980: anche questo tra i francobolli più rari e ricercati d’Italia è stato emesso in colorazione errata e oggi può valere fino ai 10.000 euro. 

Alcuni francobolli rari dell’Italia sono diventati preziosi anche senza essere mai stati commercializzati. Per varie ragioni alcune serie che sono state create senza mai essere vendute oppure dei falsi:

  • K2: serie nata per celebrare la spedizione del 1954 di Ardito Desio, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli e Walter Bonatti che per la prima volta nella storia conquistarono la seconda montagna più alta del mondo. I 160 pezzi non vennero mai venduti e oggi possono valere dai 6.000 ai 7.000 euro. 
  • Trittici Balbo: anche questa serie del 1933 per celebrare la crociera aerea transatlantica Decennale organizzata da Italo Balbo, non venne mai messa in commercio. Un trittico può valere fino ai 1.000 euro. 
  • Falso Due Popoli: questo francobollo è un falso denigratorio elaborato dai servizi segreti inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Si ispira a un pezzo del 1941 che il regime fascista aveva emesso per celebrare la fratellanza con il popolo tedesco, la satira evidenzia invece la sudditanza di Mussolini nei confronti di Hitler. Il falso oggi vale fino ai 3.000 euro.

Se sei un* collezionista appassionat* di francobolli rari (non solo d’Italia) e altri oggetti preziosi, forse hai sentito parlare di un nuovo modo di certificare la proprietà e il valore degli oggetti da collezione, ovvero gli NFT. I non fungible token infatti sono dei registri digitali garantiti dalla blockchain. 

Scopri di più su come usare un NFT

I francobolli più rari al mondo

Guardando oltre i francobolli più rari d’Italia, citiamo alcuni esemplari internazionali. Il British Guyana 1 cent Black Magenta ha un valore di 10 milioni di dollari e risale al 1856, si stima esista in unica copia. Il Treskilling Yellow svedese è stato ritrovato in una soffitta nel 1886 e quotato per 2 milioni di euro, la sua rarità dipende ancora una volta dall’errore del colore. In questo caso giallo invece di verse. Un altro rarissimo è l’Inverted Jenny che vale 700.000 euro. Si tratta di un francobollo da 24 centesimi creato per la posta aerea nel 1918 e stampato con il foglio rovesciato, da cui il nome “invertito”. Lo stesso errore è quello dell’Inverted Swan emesso in Australia. Infine in questa lista dei francobolli rari citiamo il Penny Black del Regno Unito. Venne venduto nel 1850 con il ritratto della Regina Vittoria ed è il primo francobollo adesivo della storia. Il suo valore è di circa 3.000 euro. 

Francobolli rari, dove venderli e comprarli

Per comprare e vendere francobolli rari se non si è esperti la via migliore è quella di affidarsi ai professionisti come i negozi di filatelia. In questo modo potrete far valutare i vostri pezzi (anche quelli scovati nelle soffitte dei nonni) e farvi consigliare per gli acquisti. Un’altra buona pratica è quella di imparare a muoversi nel mercato di riferimento consultando riviste specializzate, siti web e blog di appassionati ma anche frequentando mercatini dell’antiquariato, fiere ed eventi. Se vuoi comprare o vendere su internet puoi farlo su siti d’asta come Catawiki, sui classici e-commerce come ebay o sui forum. In questo caso è sempre bene farsi mille scrupoli per evitare truffe. 

Infine per andare a caccia di quelli che forse in futuro saranno i prossimi francobolli rari d’Italia, consulta sempre le uscite di Poste Italiane

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

Cos’è la scalabilità? La sfida n°1 della blockchain spiegata

Cos’è la scalabilità? Il significato spiegato nel settore blockchain

Cos’è la scalabilità? Qual è il suo significato per la blockchain? Ecco perché tenere gli occhi puntati sui progetti dedicati 

Capire cos’è la scalabilità e qual è il suo significato per la blockchain è un passo fondamentale per addentrarsi nelle dinamiche di questa industria. Essa infatti non è solo una delle tante caratteristiche che una rete decentralizzata ambisce ad avere, è la sfida principale. Essere scalabili consente alla blockchain di essere sempre più competitiva e plasmare il suo ruolo nel futuro della finanza e dei pagamenti. Ma partiamo dall’originario significato di scalabilità e vediamo cos’è secondo i paradigmi dell’informatica. 

Cos’è la scalabilità? Il significato spiegato

Per spiegare cos’è la scalabilità e il suo significato, partiamo dalla sua definizione informatica. Il termine indica la potenzialità di crescita di un sistema che sia un software o un’applicazione. In altre parole un sistema si dice scalabile quando può espandersi e adattarsi a esigenze future senza dover subire delle modifiche strutturali. 

Ad esempio un software scalabile può essere eseguito su computer di potenza diversa senza difficoltà. Ma nella maggior parte dei casi il significato di scalabilità è la capacità di far fronte a un numero sempre più alto di utenti o interazioni. Nel settore blockchain infatti questo è un sinonimo di velocità e costi ridotti delle transazioni usate per trasferire valore tra gli utenti. 

Queste transazioni già ora non sono poche, il mercato si muove ogni giorno di più. Al momento della scrittura il market cap dell’intero mercato delle criptovalute è di 1.03 trilioni di dollari. Nel 2018 era di circa 280 milioni. 

Controlla i prezzi delle criptovalute!

Perché è fondamentale che una blockchain sia scalabile?

Come abbiamo visto spiegando cos’è la scalabilità in termini generali, per la blockchain equivale a saper gestire rapidamente e a un costo sostenibile, un numero elevato di transazioni. Così come elaborare tutte le informazioni che vengono inscritte.

Concretamente per le reti decentralizzate il significato di scalabilità è quello di una vera e grande sfida. La blockchain, come tecnologia in senso ampio ma anche i singoli network, mira ad essere scalabile innanzitutto per competere con la velocità di elaborazione dei sistemi di pagamento tradizionali (ad esempio Bitcoin elabora una decina di transazioni al secondo contro le 42.000 di VISA). Ma soprattutto per affrontare il flusso crescente di utenti che si prevede invaderà il mondo crypto nei prossimi anni quando l’adozione delle criptovalute sarà sempre più capillare. È quindi necessario che le applicazioni, le famose dapp, siano sempre utilizzabili e istantanee. 

Per capire meglio il quadro, soprattutto con riferimento alla blockchain, non si può non citare il Trilemma della Scalabilità. Secondo questo concetto, elaborato dal fondatore di Ethereum Vitalik Buterin, una rete non può essere allo stesso tempo decentralizzata, sicura e scalabile. Le blockchain insomma devono scendere a compromessi e privilegiare solo due dei tre pilastri. Tuttavia il Trilemma non è una legge impressa su pietra. Sono numerosissimi i progetti che stanno lavorando alle soluzioni di scalabilità.

Uno dei protocolli che cerca di portare la blockchain su un altro livello è Arbitrum. Questo sfrutta la tecnologia dei rollup per riunire più transazioni off chain e registrarle una sola volta sulla rete di Ethereum, snellendo l’intero processo. 

Nel suo ultimo post datato 9 giugno 2023, Buterin spiega che è proprio questa la soluzione definitiva per la scalabilità di Ethereum. Arbitrum quindi è al centro dei giochi.

Vai a Arbitrum!

Soluzioni di scalabilità per la blockchain

Visto cos’è la scalabilità, il significato del termine e gli obiettivi della blockchain in questo senso, ci si potrebbe chiedere “quali sono allora le soluzioni”? Esistono diverse realtà che cercano di migliorarla. Per Bitcoin possiamo citare il Lighting Network che punta a pagamenti quasi istantanei. Mentre per l’ecosistema di Ethereum il panorama è più variegato. Esistono Layer 2, dei protocolli che si appoggiano alle blockchain madre in supporto,come le sidechain o i rollup sia optimistic, come nel caso di Arbitrum, che zero-knowledge. Le blockchain possono anche attuare dei miglioramenti interni come modifiche al meccanismo di consenso.

Dunque cos’è la scalabilità, il suo vero significato, se non il punto di svolta del mondo crypto? Il tassello capace di far esplodere questa tecnologia? Dal momento che si tratta della sfida principale per il futuro della blockchain, è naturale tenere gli occhi puntati su tutti i progetti che fanno passi avanti nel campo

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