Terra (LUNA): Perché è crollata e cosa succede adesso

Terra (LUNA): Perché è crollata e cosa succede adesso

Il crollo di LUNA ha sconvolto il mercato crypto, dopo quello che è stato definito un “attacco” al suo ecosistema. Perché è crollata, cosa succede ora e come farà Do Kwon a salvare Terra?

Il crollo repentino e apparentemente inspiegabile dell’ecosistema Terra LUNA è stato uno shock per tutto il mercato crypto, e anche Bitcoin ed Ethereum sono in difficoltà. Il prezzo di LUNA però ha subito un tracollo quasi letale. L’ecosistema DeFi di LUNA e UST riuscirà a risorgere? Scopri perché LUNA è crollata e cosa succede adesso a Terra.

Perché il prezzo di LUNA è crollato: l’aggiornamento sull’attacco

UST e LUNA, le criptovalute sorelle, hanno subito la stessa sorte: un vero e proprio tracollo. UST, il cui prezzo era algoritmicamente ancorato al dollaro, è crollata al minimo storico di 0,08 dollari, e tuttora viene scambiata per meno di dieci centesimi di dollaro. LUNA, invece, vale addirittura molto meno di un centesimo, ma il suo prezzo è molto altalenante visto che l’algoritmo ha “mintato” un grandissimo numero di LUNA per cercare di arginare il crollo. Tutto questo dopo un ATH di 119 dollari raggiunto il 5 aprile 2022. L’ecosistema aveva retto bene la botta del crash del mercato crypto del 2020, perciò i “LUNAtics”, cioè i fan di Terra, credevano che avrebbe resistito anche questa volta. Purtroppo non è andata così, e Do Kwon insieme alla Terra Luna Foundation stanno correndo ai ripari.

La domanda nasce spontanea: com’è possibile che il prezzo di LUNA sia crollato così repentinamente in così poco tempo? Alcuni utenti di Twitter, tra cui Mudit Gupta (Capo della Sicurezza di Polygon), hanno notato dei dettagli che potrebbero far pensare a un attacco combinato all’algoritmo di Terra. In particolare, Gupta ha individuato una serie di avvenimenti che potrebbero essere stati eseguiti proprio per far perdere l’ancoraggio a UST, sfruttando una debolezza dell’algoritmo già messo alla prova da un mercato ribassista. “La teoria più accreditata è che la perdita dell’ancoraggio di UST sia dovuta a un attaccoscrive Matt Levine, opinionista di Bloomberg, in un pezzo molto duro.

Vediamo più di preciso cos’è successo secondo questa teoria e perché il prezzo di LUNA ha avuto questo crollo. Secondo la teoria dell’attacco, tutto sarebbe cominciato intorno all’8 maggio con il deprezzamento di Bitcoin, la valuta che la Luna Foundation Guard conservava come sistema di sicurezza per mantenere l’ancoraggio di UST. In questo momento di debolezza, un wallet avrebbe acquistato un gran numero di BTC da un exchange. Il proprietario del wallet, poi, avrebbe offerto parte dei BTC a prezzo scontato a Do Kwon, in cambio di UST. Per pagare, la Terra Luna Foundation avrebbe sostanzialmente ridotto la liquidità della stablecoin presente sul mercato. 

A quel punto, all’attaccante sarebbe bastato vendere BTC e UST in massa, innescando un effetto domino che ha provocato una cosiddetta “corsa agli sportelli” di LUNA e UST. Nella furia liquidatrice, UST avrebbe perso l’ancoraggio al dollaro. L’algoritmo ha provato a recuperarlo generando ulteriori LUNA che avrebbero così perso di valore dando il via a un sell-off generalizzato. Ormai, la riserva di Bitcoin della Luna Foudation Guard aveva perso gran parte del suo valore dato il calo del mercato, e non è riuscita a preservare l’ancoraggio di UST.

Le risposte dei presunti attaccanti, Blackrock e Citadel

Ma quindi, chi avrebbe potuto innescare un tracollo del genere? Secondo alcuni utenti Twitter, i colpevoli sono due fondi d’investimento molto famosi a livello internazionale: Blackrock e Citadel. Blackrock, in particolare, è la più grande società d’investimento nel mondo. Le accuse vengono da vari utenti Twitter tra cui anche Charles Hoskinson (che però ha cancellato il suo tweet), e sembrano corroborate dal fatto che il crollo di LUNA sia stato troppo repentino per non essere stato manipolato in qualche modo.

Nonostante questo, i portavoce di queste due società hanno smentito ogni accusa, affermando che non sono altro che teorie cospirazioniste. Entrambe hanno detto che non si occupano di stablecoin e che non fanno trading di UST. Che sia stato un attacco o un semplice malfunzionamento dell’algoritmo, la fiducia nella stablecoin algoritmica più popolare è venuta meno. In tutto questo, cosa succede adesso a Terra e a LUNA? Do Kwon non si è espresso molto su Twitter se non per parlare di una cosa che tutti aspettavano con ansia: il piano di recupero.

Cosa succede ora a Terra (LUNA): le proposte di Do Kwon

La proposta di Do Kwon per salvare l’ecosistema Terra può sembrare davvero drastica. Grandi crisi richiedono decisioni coraggiose, per questo il fondatore di Terra, autodefinitosi “maestro delle stablecoin” su Twitter, ha deciso di rifondare Terra da 0 abbandonando la sua stablecoin algoritmica. 

L’idea di Do Kwon è quella di salvaguardare Terra e il suo ecosistema DeFi, scartando la causa scatenante del crollo di LUNA, cioè UST. Ormai, la fiducia nella stablecoin algoritmica è crollata insieme al suo prezzo, e piuttosto che recuperarla, Do Kwon preferisce abbandonarla al suo destino e salvare quello che rimane della sua blockchain. La proposta di Kwon è un fork di Terra, in cui i validatori resettino la blockchain a uno stato con 1 miliardo di LUNA, da distribuire con un airdrop. Di questi LUNA, il 40% andrebbe a chi possedeva i token prima del crollo, il 10% a chi li ha acquistati dopo, il 40% ai detentori di UST e il 10% finirebbero nella Community Pool, per sostenere nuovi progetti. Questo dovrebbe ricompensare in parte le perdite sostenute dalla community, e restituire ai LUNAtic una blockchain utilizzabile.

Secondo alcuni utenti, però, questo sistema è ingiusto e ricompensa in maniera eccessiva chi ha acquistato LUNA durante il crollo, mentre non premia chi ha contribuito a difendere il prezzo della criptovaluta conservando LUNA sui propri wallet. Un altro utente molto attivo nell’ecosistema, invece, afferma che senza UST si perderebbe l’unicità dell’ecosistema, e il valore del token continuerebbe ad essere nullo.

Il futuro di Terra LUNA

Cosa succede adesso a Terra LUNA allora? Difficile a dirsi: la speranza di Do Kwon è che la nomea di Terra contribuisca a sostenere il nuovo fork, anche se si ritroverà temporaneamente “monca” e senza stablecoin nativa. Il fondatore ha comunque affermato che, quando il polverone sarà calato, tornerà a discutere di stablecoin algoritmiche e degli errori commessi con UST. 

Nonostante questo, ci sono tantissimi utenti che hanno perso molto denaro, e la soluzione di Do Kwon potrebbe sembrare un tentativo blando di sistemare la situazione. Anche se non è ancora chiaro perché sia crollata Terra LUNA, una cosa è certa: far parte attivamente del mercato crypto richiede impegno e studio, esattamente come nel mercato tradizionale. Alcuni credono che le regolamentazioni siano la strada per evitare questi eventi, altri che dovrebbe essere la community a prevenirle. In ogni caso, sempre e comunque, DYOR!

Yield Guild Games, la DAO del play-to-earn fatta da giocatori per giocatori

Yield Guild Games, la DAO del play-to-earn fatta da giocatori per giocatori

Nata nel 2018, YGG è un’alleanza tra giocatori per permettere a tutti di poter partecipare al trend dei videogiochi su blockchain. Scopri la DAO per il play-to-earn!

Cominciare la propria avventura nei videogiochi play-to-earn non è facilissimo: non solo bisogna avere una cultura di base su blockchain, NFT e criptovalute, ma bisogna anche disporre di un capitale iniziale per iniziare a giocare ai giochi più gettonati. Un esempio? Per giocare ad Axie Infinity è necessario possedere almeno un Axie sotto forma di NFT e durante il suo periodo di massimo successo, bisognava spendere quasi 500 dollari per averne uno! È per questo che un gamer veterano, Gabby Dizon, ha cominciato a prestare i propri Axie ad altri giocatori. E, da buon gamer, ha creato Yield Guild Games, una gilda di giocatori gestita come una DAO. Scopri cos’è YGG e come ha cambiato il panorama dei videogiochi play-to-earn!

Cos’è YGG, Yield Guild Games

Yield Guild Games è una DAO dedicata al gaming su blockchain. L’idea di una gaming DAO venne a Gabby Dizon nel 2018. Dizon, che si stava interessando ai vari videogiochi play-to-earn, cominciò a dare in prestito i suoi NFT di Axie Infinity ad alcuni giocatori interessati al play-to-earn ma che non potevano permettersi di acquistare nessun Axie. Questo sistema si è rivelato vincente, tanto che in alcune zone delle Filippine, i giocatori riuscivano a guadagnare il triplo del salario minimo giocando ad Axie Infinity.

Così nel 2020, Dizon decide di creare una DAO totalmente dedicata al gaming. Yield Guild Games nasce nell’ottobre di quell’anno e ottiene subito un successo inaspettato. Nel mondo del gaming è normale creare delle community che collaborano e contribuiscono a un obiettivo comune, esattamente come nel mondo della blockchain. La DAO sfrutta un token ERC-20, YGG, per consentire agli utenti di votare nuove proposte, prendere in prestito NFT e contribuire allo sviluppo di nuovi progetti. La particolarità di Yield Guild Games è che è costituita da numerose “subDAO”, che rappresentano dei videogiochi specifici (ad esempio esiste una subDAO dedicata ad Axie Infinity e una a League of Kingdoms), oppure che riuniscono giocatori provenienti da determinate zone del mondo.

Questo sistema si è rivelato vincente, tanto che stanno nascendo molte altre gaming DAO anche in altri ecosistemi. Ad esempio su Elrond, una blockchain dedicata al gaming, è stata recentemente lanciata egld.gg.

Come funziona una gaming DAO

Il concetto alla base di Yield Guild Games è quello di tutte le DAO: una community di utenti che collabora per il raggiungimento di un obiettivo. Gli utenti della gilda possono mettere nella Treasury della DAO sia YGG in staking, sia NFT di vari videogiochi play-to-earn. Per mettere gli YGG in staking si utilizza un metodo particolare: ciascun membro della gilda può scegliere di supportare una specifica subDAO e otterrà ricompense in base agli YGG bloccati e alla popolarità di quella stessa subDAO.

Chi invece vuole avere un ruolo più attivo nella community può prendere in prestito gli NFT e cominciare a giocare! Ogni subDAO ha le proprie regole e le proprie tariffe, ed è gestita dai Community Manager. Queste figure sono degli “admin” ma non possono prendere le decisioni da soli: sono, piuttosto, coloro che mettono in pratica le decisioni votate dalla community.

Per garantire la crescita della community, la YGG Treasury contiene anche un buon numero di token YGG da distribuire agli utenti più meritevoli e attivi. Ad esempio, votare o proporre aggiornamenti garantisce delle ricompense, per premiare chi contribuisce allo sviluppo della community. A breve, poi, saranno inseriti degli “Achievement”, un concetto simile a quello dei trofei. Questo progetto, chiamato “Guild Advancement Program”, prevede che ci siano degli obiettivi che gli utenti devono raggiungere. Un esempio? Tenere degli streaming di qualità incentrati su videogiochi play-to-earn, oppure reclutare 10 nuovi giocatori nella YGG. Gli utenti che raggiungono questi obiettivi vengono ricompensati con YGG. 

YGG Scholarship: come ottenere una borsa di studio per giocare

Una delle feature più sorprendenti di Yield Guild Games è quella delle YGG Scholarship. Le Scholarship sono delle vere e proprie “borse di studio” che vengono affidate ai nuovi giocatori con un futuro promettente. I Community Manager delle subDAO selezionano giovani talenti e offrono in prestito gli NFT necessari per giocare, chiedendo in cambio una percentuale dei loro guadagni. I giocatori che vengono scelti devono seguire dei corsi sul videogioco e giocare per un minimo di ore al giorno. 

Inizialmente le Scholarship erano attive esclusivamente per la community di Axie Infinity, ma ora YGG le offre per molti altri giochi, tra cui Illuvium e The Sandbox. Grazie a questo sistema innovativo, l’ecosistema della GameFi diventa più accessibile ed è più facile introdurre i principianti ai videogiochi play-to-earn, contribuendo alla loro popolarità. A febbraio c’erano ben 20.700 borse di studio per Axie Infinity attive! In quel mese, gli scholar hanno guadagnato quasi 20 milioni di SLP (Smooth Love Potion, la valuta di gioco di Axie Infinity). Un numero esorbitante che testimonia l’interesse verso il play-to-earn, nonostante il prezzo di SLP sia sceso rispetto al suo ATH di 0,40 dollari.

Ma come si entra in una Scholarship? Prima di tutto, assicurati di avere tempo libero tra le mani: devi essere disposto a studiare e a imparare per essere scelto! Poi devi trovare un videogioco play-to-earn che ti piace e che sia supportato da YGG. A quel punto unisciti alla subDAO del gioco e partecipa alla community. Condividi storie, chatta su Discord e dimostrati interessato. Contattare un Community Manager non sarà facilissimo, ma se ti fai notare abbastanza, allora potrai guadagnarti una Scholarship e cominciare a giocare! Il 70% dei tuoi introiti rimarrà a te, il 20% andrà al Community Manager che ti farà da mentore, e il 10% finirà nella YGG Treasury. 

Ora sai cos’è YGG, credi che sarà il futuro del play-to-earn? Oppure non ti ha convinto come metodo per sostenere la GameFi? Tantissimi giocatori hanno dato una vera e propria svolta economica alle loro vite grazie a videogiochi come Axie Infinity o Defi Kingdoms.

Chainlink (LINK): la crypto per pagare l’affitto

Chainlink (LINK) la crypto per pagare l’affitto

Nuovo caso d’uso per la blockchain: con Chainlink ora ci si può far pagare l’affitto e comprare casa con le criptovalute

Grandi news per Chainlink dall’America Latina: LaProp, una start-up immobiliare, ha sviluppato un metodo per “tokenizzare” asset fisici sfruttando la blockchain. Così, chi vorrà potrà acquistare dei token che rappresentano una quota dell’immobile, e ricevere in cambio una parte dell’affitto. Scopri come la crypto Chainlink permette di comprare casa con le criptovalute!

Gli oracoli della crypto Chainlink all’opera nel mercato immobiliare

La start-up LaProp ha sviluppato un metodo conveniente per permettere a tutti, anche a chi non dispone di un grande capitale, di entrare nel mercato immobiliare. Quello del mattone è un settore che interessa a molti, ma acquistare una casa da mettere in affitto è spesso un costo troppo grande per la maggior parte delle persone. Grazie alla blockchain, sarà possibile possedere un “token” che rappresenta una quota di proprietà di un immobile in affitto. Sarà come possedere un satoshi, ma di una casa!

La “tokenizzazione” di asset fisici non è nuova nel settore della DeFi. Piattaforme come Centrifuge su Polkadot sono specializzate nel trasformare asset fisici in asset virtuali liberamente scambiabili su blockchain. Questo sistema però, non è mai riuscito a fare presa sul mercato  immobiliare, ancora molto legato a sistemi di compravendita tradizionali. Non è ancora diffusa l’usanza di comprare casa con le criptovalute! L’America del Sud in questo è una pioniera, e LaProp promette una piattaforma facile da usare e accessibile, per permettere anche alle persone comuni di puntare sul mattone. 

La rete di Chainlink è stata subito individuata da LaProp come indispensabile per il progetto, portando su blockchain i dati del mondo offline. Senza i suoi oracoli, infatti, sarebbe impossibile reperire i dati degli immobili come il costo dell’affitto, il prezzo dell’immobile e la cadenza dei pagamenti. Chainlink serve proprio a questo: attraverso degli oracoli, trasforma i dati reali in dati che possono essere letti e utilizzati da uno smart contract. Lo dice anche il nome: “chainlink” significa letteralmente “l’anello di una catena”, e Chainlink è l’anello che unisce blockchain e asset fisici!

Africa e America del Sud in prima linea nell’innovazione

Anche se altre piattaforme hanno tentato di integrare la blockchain nel mercato immobiliare (come Milo, che permette di pagare il mutuo in BTC), LaProp è la prima che offre la possibilità di acquistare token rappresentativi di una proprietà. E questi token permettono anche di ricevere parte dell’affitto come ricompensa! L’obiettivo di LaProp è espandersi in tutta l’America Latina, partendo da Medellìn, in Colombia.

Ma anche in Africa è in atto un sistema del genere, sviluppato però su Cardano. Empowa è una piattaforma che promette di ricostruire il sistema immobiliare africano, che da molto tempo è in grave crisi. Il token di Empowa, EMP, può essere utilizzato per finanziare progetti immobiliari ambiziosi e in cambio ricevere gli affitti delle famiglie che abiteranno quelle case.

LaProp, insieme a Chainlink, dimostra per l’ennesima volta che la blockchain è una tecnologia versatile e applicabile in tantissimi contesti. Se il mattone ti interessa ma non puoi permetterti di acquistare una seconda casa, allora comprare una quota di casa con criptovalute può essere la soluzione!

Cosa sta succedendo a UST e a Terra (LUNA)?

Terra LUNA UST

Il weekend è stato difficile per tutto il mondo crypto, comprese le stablecoin. UST ha perso il suo ancoraggio al dollaro e ancora arranca: cosa sta succedendo a Terra e a UST?

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Brutte notizie per la crypto coreana: l’ecosistema Terra ha subito un tracollo insieme a tutto il mercato crypto, ma questo ha avuto un effetto negativo anche su TerraUSD, la stablecoin algoritmica legata a LUNA. Cosa sta succedendo a UST e come reagirà il mercato al crollo di LUNA?

Ripasso: cos’è la stablecoin algoritmica TerraUSD

L’ecosistema Terra-Luna è uno degli ecosistemi blockchain che ha fatto più scalpore nell’ultimo anno. TerraUSD, la sua stablecoin algoritmica, è arrivata al terzo posto tra le stablecoin con capitalizzazione di mercato più elevata. Ma come funziona di preciso una stablecoin algoritmica e come preserva l’ancoraggio al dollaro? 

Il funzionamento della stablecoin è direttamente legato a LUNA. Con un sistema chiamato signoraggio, LUNA e US Terra si influenzano a vicenda per mantenere l’ancoraggio di UST al dollaro. In pratica, quando UST supera il valore del dollaro, l’algoritmo converte 1 dollaro di LUNA in un UST, aumentando la fornitura e facendo così calare il valore. Se UST scende di valore, allora l’algoritmo vende un UST in cambio di un dollaro di LUNA, diventando più scarso e salendo di prezzo.

Questo sistema funziona perché dovrebbe essere sempre possibile scambiare un UST con un dollaro di LUNA, e per questo l’ancoraggio viene mantenuto. Il vantaggio è che è possibile avere una stablecoin decentralizzata, come DAI, ma che non ha bisogno di collateralizzazione. Fino alla settimana scorsa l’algoritmo aveva funzionato egregiamente, ma poi c’è stato un ribasso generalizzato del mercato crypto, e LUNA ha sofferto un crollo. Cosa sta succedendo a Terra e a UST?

Il crollo di Bitcoin porta con sé UST e LUNA

L’ultima settimana è stata piuttosto dura con Bitcoin e con le crypto in generale, e LUNA non è sfuggita alla fase bearish del mercato. Quello che non ci si aspettava era che US Terra perdesse l’ancoraggio con il dollaro. Invece, la stablecoin ha mostrato un valore traballante per tutta la giornata di domenica e lunedì, portando molte persone a domandarsi se l’algoritmo fosse effettivamente in grado di tenere botta nonostante il crollo del mercato crypto. La notte tra il 9 e il 10 maggio c’è stato un vero e proprio sell-off di TerraUSD, e il meccanismo non ha retto portando la stablecoin a un minimo di 0,7 dollari. Adesso il valore sta tornando verso il dollaro, ma perché c’è stata questa crisi?

Ci sono alcune motivazioni dietro il fallimento dell’algoritmo e del meccanismo di signoraggio. Quella più importante è la congestione della blockchain: il sistema di ancoraggio funziona se chi possiede UST e LUNA ha la certezza di poterli scambiare quando ne ha bisogno. Attualmente, molti exchange stanno incontrando difficoltà negli scambi di UST proprio perché ci sono troppe transazioni in corso. Non appena il problema della congestione sarà risolto, è molto probabile che la stablecoin tornerà al valore del dollaro, perché i trader potranno di nuovo scambiare UST con LUNA e il meccanismo di signoraggio ristabilirà l’equilibrio.

Un’altra possibile motivazione per il crollo sarebbe la capitalizzazione di mercato di UST e LUNA. Il crollo del prezzo di LUNA e l’alta capitalizzazione di mercato di UST hanno portato a un evento raramente visto prima: il market cap di LUNA è risultato inferiore rispetto a quello della sua stablecoin. Cosa vuol dire questo? Che ipoteticamente, se tutti avessero voluto scambiare UST per LUNA, non ci sarebbe stata abbastanza liquidità per tutti. Questo, unito alla congestione della blockchain, ha provocato uno shock per tutto l’ecosistema Terra.

Do Kwon alla riscossa: UST ritroverà il suo vero valore?

Do Kwon, il fondatore di Terra, è una vera personalità di Twitter. Nonostante il mercato traballante, ha voluto rassicurare il mondo crypto e ha intrattenuto varie conversazioni con molti trader esperti, fugando i loro dubbi. Ad esempio, l’utente Mudit Gupta ha mostrato, in un thread, una serie di transazioni sospette condotte da un wallet sconosciuto per trarre profitto dalla situazione di UST. Do Kwon è subito intervenuto dicendo che la Terra Luna Foundation non ha alcun interesse nel far fallire il suo stesso ecosistema, e che anzi hanno subito messo in pratica delle possibili soluzioni per far tornare UST al prezzo di 1 dollaro. Un semplice fallimento del mercato o un attacco sincronizzato per far fallire l’ecosistema?

Altri critici di Terra hanno fatto notare che, invece di acquistare Bitcoin, la Terra Luna Foundation avrebbe dovuto concentrarsi sul migliorare l’algoritmo di US Terra per evitare queste situazioni. Anche qui è intervenuto Do Kwon, affermando che sarà proprio grazie alle riserve in Bitcoin che l’ancoraggio tornerà presto: il Luna Foundation Guard, l’ente che gestisce le riserve in Bitcoin dell’ecosistema Terra, ha già prestato un buon numero di Bitcoin a vari exchange centralizzati per supportare UST in questa fase di discesa. L’idea di avere delle riserve in BTC era venuta al fondatore di Terra proprio per sostenere l’algoritmo in situazioni eccezionali come questa. Effettivamente, il valore della stablecoin sta risalendo proprio in queste ore.


Nonostante le rassicurazioni, la situazione di UST è difficile anche dopo aver capito cosa sta succedendo. Prima di tutto perché la fiducia in una stablecoin che perde l’ancoraggio non si riacquista facilmente; poi perché questa crisi ha dimostrato che Terra non è ancora decentralizzata al 100%. In effetti, per arginare i danni sono intervenuti il fondatore dell’ecosistema nonché le fondazioni che sviluppano la blockchain. Cosa farà Do Kwon per riconquistare il supporto del mondo crypto? LUNA e UST rimarranno protagoniste, oppure la community crypto perderà la fiducia nelle stablecoin algoritmiche?

3 Governi che puntano al Metaverso

Dubai metaverso governo

Oltre The Sandbox, Decentraland e Axie Infinity: anche i governi sono interessati al metaverso. Scopri quali saranno i 3 prossimi metaversi nazionali!

Il Metaverso rappresenta un’innovazione per vari settori tra i quali quello dei videogiochi e quello dei social. Ma hai mai pensato che potrebbe rappresentare una svolta per il turismo e per i servizi pubblici? Alcuni governi hanno investito tantissimo denaro per sviluppare dei metaversi “nazionali” che siano utili per i cittadini e per i turisti. Scopri quali saranno i prossimi 3 metaversi nazionali!

Corea del Sud

La prima città a tuffarsi a capofitto nel metaverso? Seoul! Cosa aspettarsi se non questo dalla nazione che ha dato i natali a Terra e Fantom? L’amministrazione di Seoul ha dato il via allo sviluppo di un metaverso innovativo che rappresenti la propria città. 

Secondo gli sviluppatori, il metaverso di Seoul avrà due funzioni. La prima sarà di estensione dei servizi pubblici: basterà un visore per la realtà virtuale per sbrigare pratiche come rinnovo dei documenti e pagamento di tasse e multe. La seconda, invece, sarà studiata per i turisti: chiunque potrà visitare i monumenti della Seoul virtuale stando comodamente a casa. Ma quando esce il metaverso coreano? Secondo l’amministrazione, già a partire dal 2023 saranno trasmessi nella realtà virtuale eventi tradizionali come il Festival delle Lanterne! Il metaverso avrà anche una sua moneta virtuale, chiamata S-coin, per permettere ai viaggiatori di acquistare souvenir digitali. Insomma, Seoul diventerà molto più di una semplice “smart city”!

Cina

Il rapporto della Cina con la tecnologia è complicato. Se da una parte ospita aziende tecnologiche di spicco come Qualcomm, dall’altra ha recentemente bandito il mining di Bitcoin. Allo stesso modo, il governo cinese ha bandito la compravendita di NFT (possono solo essere collezionati), ma investe nello sviluppo di un metaverso nazionale. A fine 2021, l’amministrazione di Shangai ha annunciato che la costruzione di un metaverso cittadino rientra tra gli obiettivi principali della più grande città cinese.

Tra le motivazioni che spingono la cina a esplorare questa nuova frontiera c’è la passione dei giovani per questo tipo di social. Zheli, ad esempio, è un “social metaverse” cinese molto particolare: consente agli utenti di avere una rete di massimo 50 amici. Sembra un controsenso, ma l’app è molto utilizzata in Cina, anche perché permette di creare un avatar da vestire e acconciare a piacimento. Il metaverso cinese, quindi, sarà concentrato sul creare rapporti umani e sociali. Per avere successo tra i giovani, al centro dovrà esserci l’utente!

Emirati Arabi

L’ultimo dei 3 governi che puntano al metaverso è quello degli Emirati Arabi. L’amministrazione di Dubai ha recentemente annunciato un piano per creare una “gemella virtuale” della città più importante degli Emirati. Il piano, chiamato “One Human Reality”, prevede lo sviluppo di un metaverso che unisca realtà virtuale, videogaming, criptovalute e social media in un unico programma.

Dubai è già una città all’avanguardia in questo senso, considerando che collabora con Fantom per la gestione della sua rete di semafori. Un metaverso nazionale è la naturale evoluzione del concetto di “smart city”: grazie ad esso si semplifica la vita ai cittadini e ci si rende più appetibili ai turisti. Lo “scoglio” da superare, secondo l’amministrazione di Dubai, è il prezzo del visore richiesto per entrare nel metaverso, che si aggira intorno ai 300 dollari. Se tutti avessero il dispositivo, il metaverso diventerebbe un marketplace virtuale, e alcuni analisti credono che muoverà più di 800 miliardi di dollari entro il 2024! 

Corea del Sud, Cina ed Emirati Arabi sono i 3 Stati più interessati nella creazione di un metaverso, ma non sono gli unici! L’Unione Europea, per esempio, ha messo a disposizione un fondo di quasi 4 miliardi di euro per lo sviluppo di nuove tecnologie, parte del Next Generation EU. L’Europa potrebbe seguire le orme dei 3 stati e puntare a creare una Roma o una Parigi digitali, per facilitare il turismo soprattutto dei più giovani. Quali saranno i prossimi metaversi nazionali? 

Arrivano gli NFT di DC Comics, di Riverdale e molti altri

Batman in posa fumetti DC Comics

NFT e fumetti si incontrano sulla blockchain: da Batman a Riverdale, scopri come DC Comics e molti altri stanno rivoluzionando l’industria del fumetto!

Credi che gli NFT siano solo JPEG troppo costose? Sbagliato! Tra vere e proprie opere d’arte, token che danno accesso a community esclusive e videogiochi play-to-earn, i non-fungible token stanno dimostrando i loro numerosi utilizzi. Non solo eccentriche immagini profilo su Twitter! Nell’epoca del Web3, grazie agli NFT, fan e artisti creano universi condivisi. In questo articolo scoprirai il legame tra NFT e fumetti, e il primo studio importante a seguire questa strada è DC Comics, che ha creato degli NFT di Batman. Pronti a combattere il crimine di Gotham City?

Warner Bros e Batman

Negli anni ‘90, la DC Comics ebbe un’idea all’avanguardia: dare l’opportunità ai fan di decidere il finale di alcuni fumetti. Bastava chiamare un numero e votare. Ma quelli erano altri tempi: con il Web3 non c’è bisogno di alzare la cornetta, basta connettersi alla blockchain! Nell’epoca del Web3 i creatori di Batman hanno elaborato un’altra strategia per coinvolgere gli appassionati: insieme al Palm NFT Studio, hanno lanciato una collezione chiamata “The Bat Cowl Collection”. Ci sono 200mila NFT che raffigurano la maschera di Batman in vari colori e forme, ma non è finita qui. Ognuna di queste maschere sarà integrata in una storia a fumetti di Batman. Questi NFT DC Comics sono davvero innovativi, ma l’idea è la stessa degli anni ‘90: far partecipare attivamente i fan.

“Lo scopo di questi NFT non è farli salire di prezzo, ma quello di permettere ai fan di entrare a far parte dell’universo di Batman in una maniera mai vista prima” spiega Josh Hackbarth, rappresentante della DC Comics. Grazie alla blockchain, sarà possibile creare degli universi ad hoc a disposizione dei fan. In più ogni NFT ha delle “caratteristiche” differenti, che verranno attivate quando le storie in collaborazione con i fan saranno rilasciate. “Questa è la promessa degli NFT nel Web3 e dell’arte generativa: permettere ai fan di plasmare i loro supereroi e raccontare le loro storie”, ha concluso Hackbarth. 

Acquistando un NFT di DC Comics, quindi, si entra a far parte di una community di appassionati di Batman che prenderà parte alle nuove avventure di Gotham City. A partire da questa estate, i possessori di NFT potranno lavorare insieme agli scrittori e scegliere l’evoluzione del fumetto attraverso delle votazioni online. Potrai persino indossare la tua maschera personalizzata grazie a un filtro di Snapchat! A ogni maschera è anche associato un “quartiere” di Gotham City: DC Comics non ha ancora detto a cosa servirà… non ci resta che aspettare! 

I “Bat Cowl” sono stati venduti al prezzo di 300 dollari e saranno presto disponibili sul mercato secondario. La DC Comics promette di seguire lo sviluppo della collezione per più di due anni. Ami Batman e la tenebrosa Gotham City?The Bat Cowl Collection” potrebbe fare al caso tuo!

Archie Comics e Riverdale

Appassionato di Riverdale? Presto arriverà anche sul Web3! La famosa serie TV è tratta dai fumetti di Archie Comics, uno studio che ha deciso di puntare sul mondo degli NFT. Chi si aggiudicherà uno dei non-fungible token otterrà anche il diritto a entrare in una “writer’s room” speciale. Come per gli NFT DC Comics, chi acquista un token della Archie Comics potrà scrivere e condividere le proprie storie, che entreranno a far parte dell’universo chiamato “Archieverse: Eclipse”.

La prima collezione che Archie Comics rilascerà è a tema horror e conta 66.666 personaggi, che saranno venduti come NFT a 66,66 dollari l’uno. Lo studio l’ha descritto come un progetto di NFT “di ruolo”, visto che sarà possibile far interagire i personaggi tra di loro nello stesso universo. Un progetto di arte generativa completamente guidato dalla community, che unisce fumetti a giochi di ruolo multiplayer. Sarà possibile mintare questi NFT a partire dal 16 maggio, ma è solo l’inizio della roadmap entusiasmante proposta da Archie Comics!

HeroMaker Studios, fumetto con villain personalizzabili NFT

Non solo DC Comics e Archie Comics si sono avventurate nel Web3 con NFT e fumetti. HeroMaker Studios è nata proprio per creare dei fumetti integrati alla perfezione nella blockchain e nel Web3. Lo studio ha appena rilasciato una collezione di NFT chiamata “Kumite”, che in giapponese indica un combattimento di allenamento tra due artisti marziali. La collezione conta 9.600 eroi generati casualmente.

Ma c’è molto di più: HeroMaker Studios inserirà ciascun personaggio nell’universo da loro creato. L’ambientazione futuristica accoglierà gli NFT dei fan creando un metaverso che combina fumetti e videogiochi, il sogno di tutti gli appassionati di supereroi. Ogni singolo supereroe e supercattivo sarà gestito da chi possiede il suo NFT. Se ti interessa partecipare a un universo fatto di megacorporazioni assetate di potere, dai un’occhiata a questa collezione! Riuscirà questo giovane studio a rivoluzionare il mondo dei fumetti?

I veterani dei fumetti e le nuove generazioni delle webcomic hanno in comune una cosa: la passione per i supereroi. NFT e fumetti condivideranno lo stesso spazio: Batman, Riverdale e molti altri entrano nel Web3! Si preannuncia un nuovo modo di leggere le avventure dei tuoi personaggi preferiti. Lettori e scrittori si incontrano sulla blockchain per scrivere storie fantastiche: sarai un alleato di Batman a Gotham City, esplorerai la misteriosa Riverdale o combatterai i mutanti nel mondo distopico del 2050? A te la scelta!

Axie Infinity vs Defi Kingdoms: qual è il videogioco crypto che fa per te?

Axie Infinity o Defi Kingdom qual è il videogioco crypto che fa per te

I videogiochi play-to-earn si stanno diffondendo sulla blockchain. Axie Infinity e Defi Kingdoms sono tra i due giochi crypto più famosi: quali sono le differenze e qual è il migliore?

Axie Infinity o Defi Kingdoms: qual è il play-to-earn migliore per te? Questi due giochi crypto sono il cuore pulsante della GameFi, almeno per ora! Nel primo devi mettere insieme una squadra di Axie e farli combattere contro squadre nemiche, nel secondo entri a far parte di un mondo fantasy 8-bit. Ma le differenze non si fermano qui: Axie Infinity e Defi Kingdoms hanno economie profondamente diverse. Scopri di più su due dei videogiochi play-to-earn più importanti della GameFi!

Axie Infinity, il primo play-to-earn

Axie Infinity è il primo play-to-earn ad aver ottenuto successo sulla blockchain, seguendo la scia dei CryptoKitties. Sviluppato su Ronin Network, una blockchain basata su Ethereum, Axie Infinity è stato sviluppato dallo studio vietnamita Sky Mavis. L’idea venne a Trung Nguyen, attuale CEO dell’azienda, che nel 2017 decise di lanciare un gioco su blockchain simile al gioco dei Pokémon. 

Da lì, prese forma l’idea di creare un nuovo sistema di gioco: quello del play-to-earn. La blockchain si presta a questo sistema in maniera eccellente, grazie ai token nativi che possono essere impostati sulla piattaforma! Axie Infinity ad esempio ha due token principali a fondare la sua tokenomics: gli AXS (Axie Infinity Shard) e gli SLP (Smooth Love Potion). Ma il vero mercato di Axie Infinity è formato dagli Axies le creature digitali scambiate come NFT. Gli Axies sono il cuore del gioco: ognuno ha delle caratteristiche assegnate casualmente alla nascita. Il tuo obiettivo è costruire una squadra di 3 Axies, creare un mazzo di “carte” che rappresentano le loro abilità, e farli combattere contro le squadre avversarie!

Il play-to-earn è un sistema che affonda le sue radici nei primi videogiochi online, anche se all’epoca era poco redditizio e spesso addirittura illegale: chi veniva scoperto a vendere oggetti di gioco per denaro vero veniva bannato. Grazie alla blockchain e all’esempio di Axie Infinity, il play-to-earn ha avuto un boom di popolarità, tanto da coniare il termine GameFi, ovvero Gaming Finance. Nelle Filippine e in Venezuela, giocare è diventato un vero e proprio secondo lavoro!

Defi Kingdoms, il play-to-earn e la GameFi multichain

Defi Kingdoms è un videogioco RPG play-to-earn rilasciato originariamente su Harmony, una blockchain Layer-1. Nel mondo 8-bit di Defi Kingdoms, Serendale, puoi davvero fare di tutto: tecnicamente, non è solo un videogioco play-to-earn ma anche un mercato NFT, un exchange decentralizzato e ospita anche delle liquidity pool! L’economia del gioco si basa sul token JEWEL, che può essere messo in staking nella Banca, utilizzato per fare yield farming nei Giardini, oppure può essere speso per acquistare gli Eroi. Gli Eroi sono degli NFT in grado di svolgere varie professioni, oppure possono anche scegliere la vita di coppia, fare figli e creare nuovi NFT.

Defi Kingdoms ha deciso di non fermarsi ad Harmony e di trasformare il suo videogioco play-to-earn in un ecosistema GameFi multichain, partendo da Avalanche. Da marzo 2022 è possibile giocare a Defi Kingdoms sfruttando la blockchain di AVAX. In questo mondo innevato e pixellato, a far girare l’economia non sono i JEWEL ma i CRYSTAL. A parte questo cambio di nome e di veste grafica, però, il gioco è praticamente uguale, ma gli sviluppatori non escludono che in futuro ciascuna blockchain avrà avventure e missioni specifiche!

Anche se Defi Kingdoms è ancora agli albori, il videogioco ha attirato tantissimi giocatori grazie alla sua grafica nostalgica e alla facilità d’uso. Adesso, Defi Kingdoms è soprattutto una piattaforma DeFi con una veste grafica particolare, ma stando alla roadmap, saranno presto inserite missioni, arene per far scontrare gli Eroi e nuovi villaggi da esplorare. Fatto sta che la semplicità con cui Defi Kingdoms riesce a far comprendere concetti complessi come staking e liquidity pool è davvero impressionante!

Tokenomics e gameplay di Axie Infinity: cosa sono AXS e SLP

Axie Infinity si basa su due token ERC-20: AXS e SLP. Il token principale, SLP, si guadagna semplicemente giocando, ma può anche essere acquistato su exchange esterni. SLP serve a far accoppiare due Axie per generare un altro Axie. Il token non ha un hard cap, ma la combinazione tra Axie richiede che gli SLP vengano “bruciati”. Più volte si fa riprodurre lo stesso Axie, più SLP devono essere bruciati perché la generazione abbia successo. Dopo 7 “figli” generati, un Axie diventa sterile e non può più riprodursi, per evitare che l’economia ristagni.

AXS, invece, è il token di governance di Axie Infinity. Il token e il sistema di governance trasformerà Axie Infinity in un gioco crypto totalmente community-driven entro il 2023, stando alle affermazioni degli sviluppatori. AXS può anche essere messo in staking direttamente sulla piattaforma del videogioco, per generare ricompense.

Esistono due tipi di NFT in Axie Infinity: gli Axie e le Land. Gli Axies sono il cuore del gameplay: rappresentano degli adorabili axolotl, che però non si fanno scrupoli a mostrare i denti e a combattere per la gloria dei loro addestratori! Ciascun Axie ha delle caratteristiche che gli danno vantaggi e svantaggi. Ad esempio, un Axie acquatico è avvantaggiato contro un Axie infuocato, mentre è più debole contro un Axie arboreo. Il sistema è un classico “rock-paper-scissors” molto comune in questo tipo di videogiochi, direttamente ispirato dai Pokémon. Le Land, invece, sono NFT che i giocatori possono utilizzare come “campo base” per i loro Axie. Questi terreni, chiamati Terrarium, possono essere migliorati sfruttando delle risorse. Gli sviluppatori rilasceranno presto un’espansione che introdurrà vari modi per accumulare risorse, potenziare i propri terreni e combattere contro potenti boss!

Il market cap di AXS è attualmente di circa 2 miliardi di dollari, e quello di SLP è di circa 65 milioni di dollari.

Tokenomics e gameplay di Defi Kingdoms: cos’è JEWEL 

Defi Kingdoms si basa su un unico token: JEWEL è il token per chi gioca su Harmony, mentre CRYSTAL è il token per chi gioca su Avalanche. Tutta l’economia di Serendal gira intorno al token e a ciò che il giocatore vuole fare con esso. L’ecosistema incoraggia gli utenti a mettere in staking i loro token nella Banca, a metterli in liquidity pool nei Giardini, oppure a utilizzarli per scambiare o acquistare Eroi. Gli sviluppatori del gioco descrivono la Banca come la zona “sicura” dove conservare i propri risparmi. I Giardini, invece, sono descritti come una zona “high risk, high reward”: se conosci il mondo della DeFi, sai bene che il liquidity farming può essere rischioso ed è indicato solo per i trader esperti.

Gli Eroi sono NFT unici e scambiabili, che possono essere “evocati” pagando in JEWEL oppure possono essere acquistati direttamente dagli altri giocatori visitando la Taverna. Ogni Eroe ha delle caratteristiche casuali, che lo rendono più o meno utile. Ad esempio, un Eroe con una buona Forza sarà un ottimo minatore, ma sarà poco abile come giardiniere. Gli Eroi hanno statistiche che tutti i giocatori di RPG conoscono come punti ferita, mana, e stamina, e possono persino trovare dei “pet”, cioè degli animali che li seguono e li potenziano. Mandarli in missione può migliorare questi aspetti e farli diventare sempre più forti. Più sono abili e rari, più diventano preziosi! In futuro, gli sviluppatori hanno intenzione di aggiungere delle arene per far scontrare gli Eroi in combattimenti 3 contro 3 all’ultimo sangue.

Il market cap di JEWEL è di circa 126 milioni di dollari.

Defi Kingdoms o Axie Infinity: quale play-to-earn è il migliore?

Ora sai come funzionano Defi Kingdoms e Axie Infinity: qual è il play-to-earn migliore tra i due, e quale dominerà il mondo della GameFi? Se sei più interessato al gameplay, allora Axie Infinity fa al caso tuo! Ti sembrerà di giocare ai Pokémon o a Final Fantasy, ma con degli axolotl agguerriti. Grazie al play-to-earn, però, non ti sembrerà di stare “sprecando tempo”! Tra una battaglia e l’altra potrai vendere o scambiare Axies per avere piccole ricompense.

Se invece sei più interessato alla finanza decentralizzata, allora DeFi Kingdoms è il gioco crypto per te: la sua veste grafica old-style è perfetta per far imparare ai novizi della blockchain come funziona la DeFi. Yield farming, staking, non-fungible token sono concetti spiegati in maniera semplice ed efficace, con una interfaccia grafica chiara e avvincente. In più, il futuro di Defi Kingdoms è sicuramente multichain: se per te l’interoperabilità è un must, allora non lasciarti sfuggire neanche un Eroe!

Cos’è il Play-to-earn? Dizionario per sopravvivere nella GameFi

Cos’è il Play-to-earn Dizionario per sopravvivere nella GameFi

Non sei appassionato di videogiochi e non riesci a stare dietro al nuovo trend del play-to-earn? Scopri cos’è la GameFi e 5 parole che forse non conosci!

Forse sai tutto di finanza decentralizzata e conosci i grafici a candela meglio di Warren Buffett, ma sei veramente sicuro di sapere tutto del mondo crypto? Se WoW per te significa Wolf of Wall Street e non World of Warcraft, allora potresti trovarti in difficoltà quando discuti di play-to-earn e Gaming Finance. Non farti trovare impreparato: scopri subito cos’è un videogioco play-to-earn e 5 parole della GameFi che dovresti conoscere assolutamente! 

Cos’è il play-to-earn e a cosa serve la GameFi

Guadagnare giocando ti sembra un sogno? Potrebbe essere realtà grazie alla blockchain e al nuovo modello di videogiochi “play-to-earn”! Possibili grazie alla tecnologia degli NFT, questi “nuovi” videogiochi in realtà hanno già una storia alle spalle. Già nei primi anni 2000, alcuni videogiochi multiplayer permettevano ai giocatori di scambiare oggetti di gioco, e alcuni sceglievano di farsi pagare con soldi reali invece di usare le valute del gioco. Questo sistema lasciava molto a desiderare: infatti, gli oggetti non erano davvero “posseduti” dai giocatori. Se i produttori del videogioco chiudevano i server, allora tutti i progressi andavano perduti.

La blockchain, e in particolare i non-fungible token, risolvono questo problema: se possiedi un NFT, vuol dire che quell’oggetto è indiscutibilmente tuo e continuerà a esserlo fin quando non lo vendi! Da questo concetto sono nati i videogiochi play to earn, dove i tuoi risultati non spariscono quando elimini l’account ma rimangono sempre sulla blockchain. E, se vuoi, puoi decidere di vendere i tuoi oggetti in cambio di crypto: ecco cos’è il “play-to-earn”. 

Questo tipo di videogiochi è ancora agli inizi, ma ha già creato un mercato molto florido. Per descrivere questo mercato si usa il termine GameFi, ovvero “Gaming Finance”. Videogiochi come Axie Infinity, The Sandbox o Decentraland permettono ad artisti e videogiocatori di giocare, ottenere oggetti, creare nuovi asset e di scambiare il tutto per avere in cambio crypto o altri NFT! Ma per capire a fondo questo mondo, hai bisogno di conoscere le parole più utilizzate all’interno della community della GameFi. Segui questo comodo glossario per capire a fondo il nuovo trend del play-to-earn!

1. PvP e PvE

Sei una persona competitiva e ti piace dimostrare la tua bravura annientando in combattimento altri avversari come te? Allora ti piaceranno i giochi PvP, ovvero Player versus Player! Se sono questi i videogiochi che ti interessano, allora ti troverai a scontrarti contro altri giocatori umani, cercando di avere la meglio. Axie Infinity, ad esempio, è un videogioco competitivo PvP dove fai combattere i tuoi Axie contro quelli di altri giocatori. Il vincitore ottiene ricompense e gloria! 

Se invece ti piacciono di più i videogiochi meno competitivi, dove devi metterti alla prova contro puzzle e creature gestite da una intelligenza virtuale, allora preferirai il PvE, Player vs Environment. Questi videogiochi sono più tranquilli e spesso hanno una storia più scolpita e interessante, ma possono essere lo stesso molto difficili! Spesso, i videogiochi play-to-earn PvE hanno comunque un hub dove ci si può incontrare con gli altri giocatori per effettuare scambi o per cercare persone con cui affrontare missioni insieme, in cooperativa.

2. NPC

I Non-Player Character (in italiano PNG, Personaggio Non Giocante) sono una parte fondamentale di ogni videogioco, compresi quelli play-to-earn. Gli NPC sono i personaggi creati dagli sviluppatori e che agiscono autonomamente a seconda del loro ruolo: alcuni possono essere di supporto al giocatore, e offrirgli missioni da compiere e ricompense. Altri possono essergli d’intralcio, arrivando persino a combatterli. 

3. RPG/MMORPG

Uno dei generi più famosi nel mondo dei videogiochi è quello degli RPG, o Role Playing Game. Un RPG è un gioco che permette al giocatore di scegliere personalità e azioni del proprio personaggio, facendolo calare in un mondo virtuale da esplorare. Spesso gli RPG sono ricchi di NPC, proprio per regalare un mondo il più realistico possibile. Un esempio? Rarity, l’RPG di Andre Cronje sviluppato su Fantom!

Gli MMORPG, Massively Multiplayer Online RPG, sono invece dei videogiochi di ruolo con una forte componente multiplayer. Possono essere PvE, PvP o anche una combinazione delle due! In questo caso gli NPC sono di meno oppure sono meno caratterizzati, perché a portare il realismo ci pensano i giocatori stessi. Questo tipo di giochi ha dato vita al concetto di “gilde”, ovvero alleanze di giocatori con pensieri affini che si uniscono per affrontare determinate sfide. Sei un fanatico di Bitcoin e non vedi l’ora di suonarle di santa ragione a un massimalista di Ethereum? Su un MMORPG potresti farlo!

4. Loot

La parte più importante di ogni videogioco: il bottino! Quando si parla di loot si intende tutto ciò che i giocatori ottengono sconfiggendo mostri o completando missioni. Nella GameFi, il loot può anche essere in crypto! Andare a caccia di draghi e appropriarsi del loro tesoro in ETH non sembra affatto una “perdita di tempo”, che dici?

5. Gear

E a cosa serve sconfiggere mostri e combattere altri giocatori se non per avere un meritato power-up? Sfrutta le tue ricompense per vestirti da capo a piedi con una nuova armatura scintillante, o per comprare nuove carte e abilità per il tuo Axie! Quando si parla di gear si intende tutto ciò che si può sfruttare per potenziare il proprio personaggio. Nei videogiochi play-to-earn, questi oggetti sono fondamentali per la GameFi perché sono NFT: possono quindi essere scambiati o venduti ad altri giocatori.

I limiti della GameFi

Anche se questa nuova industria sembra molto promettente, presenta dei limiti tecnici non indifferenti. Uno dei più famosi MMORPG, Dark Age of Camelot, nel 2003 raggiunse i 250.000 giocatori: un numero enorme e che provocò rallentamenti nel server. Pensare di gestire le transazioni di tutte quelle persone su una blockchain è impensabile, almeno per adesso. È anche complesso gestire videogiochi online con grafica avanzata su blockchain, ed è per questo che la maggior parte dei videogiochi play-to-earn attuali è piuttosto semplice: ci sono soprattutto giochi di carte collezionabili (simili a Magic: The Gathering), giochi di combattimento a turni come Axie Infinity, e RPG molto semplici.

Nonostante questo, sono già state proposte alcune soluzioni, e l’ambiente della GameFi è molto ottimista. Le nuove soluzioni di scaling potrebbero abbassare i costi delle transazioni e renderle più rapide, ma stanno nascendo anche alcune blockchain concentrate totalmente sugli NFT, come la layer-2 ImmutableX. Alcuni videogiochi “next-gen”, come Illuvium, sono già in sviluppo e hanno raccolto il supporto di utenti e grandi fondi di investimento. Se la GameFi vuole fare breccia nel pubblico mainstream, allora la grafica e la giocabilità dei videogiochi play-to-earn sono fondamentali!

Ti senti più ferrato nei videogiochi ora che sai cos’è la GameFi? Il play-to-earn potrebbe davvero esplodere: d’altronde, gli e-sports stanno diventando sempre più importanti, e non hanno nulla da invidiare agli sport “fisici” come il calcio o la Formula 1! Giocare ai videogiochi non è più da nerd, quindi scopri la GameFi o rivivi le emozioni che provavi quando giocavi a World of Warcraft: la blockchain ti aspetta per nuove avventure!

Bitcoin, Litecoin e Polygon: svolta verso l’anonimato

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I nuovi protocolli di Bitcoin, Litecoin e Polygon sono più efficienti e rivelano meno dati per ogni transazione. Come funzionano?

Sin dal white paper di Satoshi Nakamoto nel 2008, Bitcoin e le altre criptovalute che l’hanno seguita hanno messo al primo posto la sicurezza dei loro protocolli. Eppure, la blockchain è aperta e trasparente, e le transazioni sono visibili a tutti: Bitcoin ad esempio non è un protocollo propriamente anonimo ma pseudonimo. Con l’arrivo del Web3 si stanno studiando nuove tecnologie per ottimizzare le transazioni rendendo pubblici sempre meno dati, favorendo privacy e velocità. Scopri come Bitcoin, Litecoin e Polygon si stanno muovendo per prepararsi all’era del Web3!

Bitcoin: con Taproot e Lightning Network per la privacy nel Web3

La blockchain deve essere un archivio trasparente e immutabile: da questa premessa è nato Bitcoin, il primo protocollo per pagamenti peer-to-peer. Se questo sistema decentralizzato non richiede nessun ente a controllarlo, questo non vuol dire che le transazioni siano anonime. Proprio la sua immutabilità fa sì che ogni singolo pagamento sia tracciabile da qualcuno abbastanza determinato. Se qualcuno conosce il proprietario di un wallet, allora può osservare tutte le sue transazioni. 

Per evitare questo sono nati i cosiddetti “crypto tumbler” o “crypto mixing service”, che servono a mischiare le transazioni e a renderle difficilmente tracciabili. In breve, questi servizi fanno passare le crypto attraverso tantissimi indirizzi differenti, per poi farle arrivare al wallet originale. Il problema è che spesso questi sistemi risultano sospetti anche se utilizzati per scopi legittimi, in quanto non sono diretti né verificabili dalla rete. 

Grazie a Taproot, Bitcoin entra in una nuova era dell’anonimato. Il recente aggiornamento, infatti, riduce le informazioni disponibili legate a ogni transazione, omettendo quelle non essenziali alla trasparenza. Non tutte le transazioni sono uguali: alcune sono più complesse di altre, e implicano passaggi aggiuntivi, tutti registrati sulla blockchain. L’esempio più esplicativo è quello delle transazioni multisignature, ossia transazioni che richiedono la “firma” di diverse persone per essere eseguite. Con Taproot, queste transazioni possono essere registrate sulla blockchain come transazioni semplici, omettendo gli indirizzi dei wallet verificatori e garantendo così un primo layer di anonimato. Anche per quanto riguarda il Lightning Network, il soft fork garantisce transazioni più anonime, in quanto l’apertura di un “payment channel” su LN sarà indistinguibile da una normale transazione.

Litecoin sulla scia di Bitcoin grazie a Mimblewimble

Agli appassionati di Harry Potter non sfuggirà la citazione: Mimblewimble è un incantesimo che blocca la lingua degli avversari, rendendoli incapaci di parlare e rivelare informazioni. La citazione è perfetta quando si conosce lo scopo di quest’ultimo aggiornamento: contribuire all’anonimato di chi esegue delle transazioni on-chain! 

Mimblewimble migliora sensibilmente scalabilità e anonimità della sorella minore di Bitcoin. Litecoin, nata come una versione più leggera di Bitcoin, è sempre stata legata a doppio filo con BTC. Con questo aggiornamento però sembra che voglia prendere una direzione diversa. Secondo lo sviluppatore capo del progetto Mimblewimble, David Burkett, le nuove funzionalità di Litecoin dovrebbero renderla una moneta efficace per le transazioni quotidiane. 

Anonimato, scalabilità e fungibilità: sono queste le tre parole d’ordine che l’aggiornamento ha portato per LTC. Il Web3 con tutti i suoi possibili utilizzi, creato dagli utenti per gli utenti, avrà bisogno di un sistema di pagamento decentralizzato, sicuro e attento alla privacy: Litecoin riuscirà a rubare la scena a Bitcoin?

Polygon e i protocolli Zero-Knowledge per la privacy nel Web3

Anche Polygon si sta impegnando per l’anonimato dei suoi utenti. Per fare questo sta installando sulla sua piattaforma una suite di protocolli “Zero-knowledge”. Questi protocolli, anche chiamati “Zk”, sono fondamentali sia per garantire l’anonimato degli utenti sia per migliorare la scalabilità delle blockchain. Secondo Vitalik Buterin, i Zk sono una delle più grandi rivoluzioni della blockchain, ma sarà adottato nel suo utilizzo solo quando il Web3 diventerà mainstream. In un articolo del suo blog, le ha definite come uno dei prossimi target a cui deve puntare Ethereum. “Forse, la più potente innovazione crittografica dell’ultimo decennio è rappresentata dai protocolli zero-knowledge”. Grazie ad essi, sarà possibile validare transazioni lunghe e complesse in maniera estremamente rapida e anonima.

In particolare, il team di Polygon ha annunciato l’introduzione di un servizio per la verifica dell’identità anonimo. Questo permetterà agli smart contract di accertarsi dell’identità di qualcuno senza rivelarla all’altro capo della transazione. Il resto della suite di Polygon comprende anche una piattaforma ad-hoc per sviluppatori e un wallet studiato per assicurare la privacy tra le dapp del Web3. “Stiamo dando agli utenti il controllo totale della loro identità e dei loro dati personali, togliendo potere agli enti centralizzati” ha scritto il team di Polygon. Queste soluzioni Zk permetteranno, per esempio, votazioni anonime nelle DAO, procedimenti Know-Your-Customer privati e di mandare messaggi totalmente immuni a ogni tipo di censura.

Yuga Labs, la startup dietro il BAYC e il crash di Ethereum

Bored Ape Yuga Labs ha intasato Ethereum

Yuga Labs, l’azienda di NFT che ha creato il Bored Ape Yacht Club, ha mandato in tilt Ethereum con gli NFT del suo metaverso Otherside

Se hai provato a eseguire una transazione su Ethereum sabato sera, probabilmente avrai avuto la sensazione di essere sul Raccordo Anulare a ridosso delle vacanze o di prendere un caffé in piazza San Marco a Venezia. Per qualche ora, le gas fee di Ethereum hanno raggiunto vette astronomiche. Parliamo di più di tremila dollari di gas! Dietro a questo incredibile picco c’è lo zampino di Yuga Labs, creatori di Bored Ape Yacht Club, che ha aperto il mint degli attesissimi NFT del suo metaverso, Otherside. Scopri come Yuga Labs ha intasato Ethereum con Otherside, il loro nuovo progetto NFT!

Yuga Labs: la startup che ha rivoluzionato gli NFT

Come tutte le migliori storie, quella di Yuga Labs comincia con quattro amici al bar. Un bar virtuale, però, ovvero su Twitter! Gordon, Gargamel, Tomato e Sass, gli pseudonimi dei quattro amici, erano tutti interessati alle crypto fin dal 2017. Twitter, il social di riferimento per tutti gli appassionati di blockchain, era invaso da meme, milionari in cerca di un progetto promettente, e falsi milionari in cerca di un progetto che li rendesse veri milionari. La maggior parte degli appassionati amava farsi chiamare “ape”, cioè “scimmia”.

In questo panorama tecnologico, in cui le crypto si stavano affacciando nel mondo mainstream, stava anche nascendo una nuova tecnologia: quella degli NFT, ovvero non-fungible token. I quattro amici, sulla scia dei CryptoPunks e dei Crypto Kitties, volevano creare delle collezioni artistiche digitali sfruttando proprio questi token. Rispetto ai loro predecessori, avevano però avuto un’idea brillante: gli NFT potevano servire non solo a provare inequivocabilmente il possesso di qualcosa, ma anche a dare accesso a eventi privati, ad airdrop esclusivi e molto altro! Fondarono la startup Yuga Labs e il loro primo progetto fu l’ormai leggendario Bored Ape Yacht Club

La prima settimana di minting non fu particolarmente brillante: in sei giorni, solo 500 scimmie annoiate su 10.000 erano state acquistate, nonostante il prezzo di 0.2 ETH. Ma la notte del primo maggio, le “scimmie” dello spazio crypto rivalutarono il progetto: tutti i restanti NFT andarono a ruba! Yuga Labs, forte del successo di BAYC, continuò a sfornare collezioni come la Mutant Ape Yacht Club o la Bored Ape Kennel Club. Tra party esclusivi a New York, aste milionarie ed eventi di beneficenza, la startup continua con un nuovo progetto: Otherside, dando forma al metaverso che finora esiste solo nelle fantasie della community crypto!

Che cos’è Otherside, il metaverso di Yuga Labs tra scimmie, LAND e Koda

Otherside è il nome del metaverso ideato da Yuga Labs e sviluppato da Animoca Brands. Anche se non ci sono ancora dettagli specifici su come funziona Otherside, circolano varie ipotesi. Quel che è sicuro è che sarà compatibile con gli altri metaversi sviluppati su Ethereum, e perciò è probabile che gli asset acquistati su The Sandbox, ad esempio, saranno utilizzabili anche su Otherside.

Nonostante la scarsità di informazioni, Yuga Labs ha dato il via al mint di 55.000 Otherdeeds, ovvero NFT che rappresentano la proprietà di alcuni appezzamenti di terreno su Otherside. Ogni LAND ha un ecosistema e delle risorse, di varie rarità. Alcune possono avere degli oggetti rari, o possono persino contenere un Koda, la creaturina raffigurata anche nel logo del metaverso di Yuga Labs. Tantissimi hanno acquistato un terreno virtuale al prezzo di 305 APE, il token del Bored Ape Yacht Club. 

Dopo pochissime ore tutte le LAND sono andate sold out, e adesso il floor price è già più che raddoppiato! Su OpenSea, il prezzo minimo per un Otherdeed comune è di 3 ETH. L’hype è alle stelle, e a quanto pare tutti vogliono entrare nel nuovissimo metaverso! Nonostante questo, il mint di Yuga Labs ha intasato Ethereum per qualche ora, perciò è lecito chiedersi: è stato un successo o un fallimento?

Yuga Labs ha intasato Ethereum: le reazioni sui social

Il mint dei nuovissimi NFT di Yuga Labs è stato uno degli eventi di maggiore successo nel mondo crypto, considerando che i 55.000 Otherdeeds sono stati comprati tutti in pochissime ore. Il mint, che si è tenuto su Ethereum, ha sovraccaricato la rete, che ha avuto anche problemi di congestione. Le gas fee si sono alzate così tanto che è cominciata una cosiddetta “gas war”, dove chi vuole eseguire transazioni è disposto a pagare commissioni altissime pur di avere la precedenza rispetto a tutte le altre transazioni. 

Anche se la rete di Ethereum non ha subito nessun down e ha continuato a funzionare nonostante il sovraccarico, Yuga Labs è stata piuttosto dura con la blockchain di Buterin. “È fin troppo chiaro che ApeCoin dovrà migrare su una blockchain proprietaria se vorrà davvero scalare” ha scritto su Twitter. Altri utenti, però, hanno fatto notare a Yuga Labs che il sovraccarico è stato dovuto a un errore nella compilazione dello smart contract che regolava il minting. Un utente in particolare ha simulato uno smart contract che avrebbe fatto risparmiare quasi 40.000 ETH in gas fees.

Comunque la si pensi, Yuga Labs è una startup che è riuscita a far parlare di nuovo di sé con questo nuovo progetto. Otherside potrebbe essere il degno successore dei Bored Ape Yacht Club? Riuscirà a trasformare gli APE in una valuta in grado di rivaleggiare con altri metaversi come The Sandbox o Decentraland? Tutto dipende dalle scelte di Yuga Labs, ma considerando il loro passato, sembra molto probabile che – Ethereum o no – riusciranno a riproporre un progetto di successo! Ora che sai cos’è Otherside dai un’occhiata a tutte le LAND già disponibili su OpenSea, ma occhio: non sono economiche!