Stablecoin algoritmiche sì o no? La parola a Buterin

Terra Luna Buterin sulle stablecoin algoritmiche (by TechCrunch)

Il disastro Terra (LUNA) ha attirato le attenzioni del mondo crypto sulle stablecoin. Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum, dice la sua sul crollo delle stablecoin algoritmiche

L’ecosistema Terra (LUNA) è passato da hub di riferimento per la DeFi a esempio di come più sono grandi, più rumore fanno quando cadono. Il crollo di Terra e di UST ha fatto così tanto scalpore che se ne è parlato anche fuori dal mondo crypto, spesso in termini estremi. Fatto sta che questo crollo ha fatto emergere un dibattito importante per il futuro della DeFi e delle stablecoin: gli algoritmi sono davvero in grado  di mantenere l’ancoraggio a una moneta fiat o a un indice, oppure l’unica strada per le stablecoin è una collateralizzazione come per USDC e USDT? Vitalik Buterin ha detto la sua sul crollo delle stablecoin algoritmiche come UST, quella di Terra, affermando che la sua disfatta non corrisponde alla fine delle stablecoin decentralizzate. Piuttosto, secondo il fondatore di Ethereum,c’è bisogno di rivedere il modo di pensare le crypto per creare delle stablecoin migliori.

Come si determina se una stablecoin algoritmica è sostenibile (secondo Buterin) 

Subito dopo il crollo di Terra (LUNA), Buterin si era già interessato alla questione, consigliando a Do Kwon di pensare prima ai piccoli detentori crypto di USD e LUNA e solo dopo pensare alle whale. La motivazione di Buterin era morale ma anche pratica: un ecosistema DeFi vive grazie ai suoi sviluppatori e ai suoi utenti più piccoli, non grazie a chi tiene grandi quantità di crypto bloccate in attesa di vendere o di accumulare ricompense.

In seguito, nel suo blog, Vitalik Buterin ha analizzato direttamente la situazione del mercato DeFi e delle stablecoin, osservando che il crollo di Terra Luna ha portato a un riassetto della finanza decentralizzata. Questo riassetto non è necessariamente negativo, anzi, “questo maggior livello di scrutinio su questi asset DeFi… è qualcosa di positivo”, ha scritto il fondatore di Ethereum. Tuttavia, nonostante il crollo della stablecoin algoritmica UST, Buterin non crede che sia la fine per tutte le stablecoin decentralizzate: “anche se ci sono progetti destinati a fallire, o altri che teoricamente sono sicuri ma comunque molto rischiosi, ci sono anche stablecoin molto robuste e che sono sopravvissute a condizioni di mercato tragiche”. Qual è la soluzione per Buterin? Allontanarsi dagli estremi e tornare “a un modo di pensare basato sui princìpi”.

Per fare degli esempi, il fondatore di Ethereum ha stabilito due parametri che possono contribuire a rendere una stablecoin algoritmica “stabile” e a prova di crollo. Vediamo quali sono questi criteri per creare delle stablecoin migliori rispetto a Terra Luna e UST.

La stablecoin può arrivare ad avere zero utenti senza crollare?

La domanda più immediata che ci si può porre quando si parla di stablecoin migliori è: “può resistere a un evento disastroso senza crollare lasciando i suoi utenti nei guai?” Uno degli esempi più catastrofici? La base utenti che si azzera. 

Immediatamente, Vitalik Buterin lancia una critica a UST. Senza mezzi termini, afferma che la sostenibilità di una stablecoin decentralizzata non può basarsi sulla presunzione che ci saranno sempre nuovi utenti all’interno del suo ecosistema. Secondo lui, il problema di Terra era proprio questo: fintanto che l’ecosistema era utilizzato, allora era possibile promettere interessi altissimi sullo staking con Anchor (fino al 20%). Questo perché il valore di LUNA (chiamata da Buterin la volatile coin del sistema, o volcoin) avrebbe continuato ad aumentare, assicurando dei tassi di signoraggio convenienti. Ma che succede se gli utenti vedono un calo di transazioni, oppure credono che questo calo avverrà nel futuro? Il collasso del sistema. Se la volcoin perde valore, l’ecosistema diventa fragile e l’algoritmo comincia letteralmente a mintare nuove volcoin. Questo crea un effetto a catena che porta al collasso totale, come si è visto con Terra.

Se la perdita di valore di LUNA fosse stata più lenta, il crollo di Terra sarebbe stato molto più prevedibile e avrebbe dato tempo agli utenti di vendere i loro asset e non perdere tutto. La discesa lenta però è impossibile in un sistema come quello di Terra Luna, che si basava su una aspettativa di crescita continua. In un sistema collateralizzato da crypto o asset esterne (come ad esempio DAI) questo evento è possibile, visto che il valore della stablecoin è separato dal valore del suo collaterale.

La stablecoin ha bisogno di un sistema di interessi negativi

Per evitare che troppe persone conservino stablecoin senza spendere, aspettando passivamente degli interessi, Buterin sostiene che i sistemi dovrebbero adottare degli interessi negativi. In questo modo, sarebbe sostenibile continuare a offrire un APY elevato visto che sarebbe bilanciato da questi interessi negativi. 

In alternativa, l’unica soluzione per continuare a offrire un APY molto alto è sperare che sempre più utenti entrino nel sistema. Quando questo non succede più, un crash è inevitabile, secondo Buterin. 

Resistenza ai crolli improvvisi e interessi negativi sono i due criteri indispensabili da rispettare per creare delle stablecoin algoritmiche, almeno secondo Buterin. Bisogna mettere in conto anche possibili bug o governance attack ma la cosa più importante è che la sicurezza di una stablecoin non dipenda esclusivamente da una sua (impossibile) crescita infinita.

DAI, la stablecoin decentralizzata che ce l’ha fatta

A volte, durante le fasi più tragiche del mercato, è necessario fare un po’ di “zoom out” e guardare al passato. In questo momento in cui le stablecoin decentralizzate sembrano aver subito un durissimo colpo, dobbiamo ricordare il caso di  DAI che ha resistito al crollo generale del mercato del 2020, in piena pandemia. 

DAI è una stablecoin decentralizzata e collateralizzata da vari asset come ETH, BTC ma anche da USDC e asset non crypto. Gestita dalla MakerDAO, è una stablecoin “ibrida” e deve la sua stabilità al fatto che sia sovra-collateralizzata. Questo vuol dire che la capitalizzazione di mercato degli asset bloccati nei Vault (ovvero gli smart contract che “prestano” i DAI) è sempre maggiore rispetto a quella di DAI. 

Nel 2020, con l’inizio del Covid, tutto il mercato – tradizionale e crypto – è crollato. La crisi ha intaccato anche l’ecosistema di DAI, ma non ha portato a un crollo come quello di Terra Luna! La governance decentralizzata ha reagito alla crisi rapidamente e, nonostante l’ancoraggio di DAI al dollaro sia stato altalenante per un paio di mesi (arrivando persino a toccare 1,50$), non abbiamo assistito agli eventi che hanno portato al collasso di UST. Il mix di sovra-collateralizzazione e la possibilità di poter introdurre degli interessi negativi ha contribuito alla stabilità della stablecoin, evitando una tragedia. 

TRON: una stablecoin algoritmica migliore o finirà come UST?

Il 5 maggio 2022, proprio qualche giorno prima del crollo di Terra Luna, un progetto crypto aveva lanciato sul mercato una nuova stablecoin algoritmica: USDD. Il funzionamento inizialmente era simile a quello di UST: la stablecoin avrebbe dovuto mantenere l’ancoraggio grazie al signoraggio tra USDD e TRX, la volcoin dell’ecosistema TRON.

Justin Sun, il fondatore di TRON, è corso ai ripari subito dopo il tracollo della stablecoin algoritmica che voleva imitare: adesso anche USDD sfrutta un sistema ibrido, e l’ancoraggio sarà garantito sia dall’algoritmo e dal signoraggio con TRX sia da un sistema di sovracollateralizzazione simile a quello di DAI. 

Il sistema ibrido può essere la soluzione contro un crollo, e dare stabilità a questa nuova stablecoin algoritmica? Purtroppo è ancora presto per dirlo al 100%. USDD è stata lanciata il 5 maggio, e ha avuto un rodaggio molto breve, anche se ha già una capitalizzazione di mercato non indifferente: lentamente ma in maniera costante si sta avvicinando al miliardo di dollari. DAI, d’altra parte, ha una capitalizzazione di più di 6 miliardi di dollari, nonostante abbiano un funzionamento simile. L’ultima volta che una stablecoin algoritmica ha provato a insidiare il primato di DAI, sappiamo tutti com’è finita. USDD riuscirà a dimostrarsi la stablecoin algoritmica di cui la DeFi ha bisogno?

Le stablecoin sono una colonna portante nella DeFi. Il crollo di Terra Luna, ha mostrato che non è così facile creare una stablecoin algoritmica effettivamente “stabile”, neanche Buterin è così sicuro di quale sia la maniera migliore per creare una crypto ancorata al dollaro o a un altro indice. I progressi della finanza decentralizzata, però, vanno di pari passo con lo sviluppo di stablecoin sempre migliori: i criteri di Vitalik Buterin sono un buon inizio per discutere delle linee guida per un sistema DeFi che non dipenda da enti centralizzati. DAI o la nuova arrivata USDD riusciranno a rivelarsi all’altezza di questo compito?

La guida completa a Star Atlas, il videogioco crypto su Solana

Star Atlas è un videogioco play-to-earn basato sulla blockchain di Solana. Scopri come puoi viaggiare nello spazio ed essere ricompensato in criptovalute!

Star Atlas è un videogioco play-to-earn di nuova generazione, attesissimo dai fan del crypto gaming e che dovrebbe essere rilasciato a fine 2022. Attualmente è in fase di pre-alpha, con tutte le carte in regola per diventare il primo crypto game tripla-A. Grazie alle nuove tecnologie, lo studio dietro Star Atlas sta sviluppando un videogioco che promette di diventare un caposaldo del crypto gaming. Con il motore Unreal Engine 5, studiato per regalare una qualità grafica da urlo, e con un sistema senza server basato sulla blockchain di Solana, le stelle non sono mai state così vicine. Scopri cos’è e come funziona il videogioco crypto Star Atlas, ed esplora la storia del metaverso play-to-earn più atteso dagli appassionati di fantascienza!

Cos’è Star Atlas? Storia, fazioni e funzionamento

Star Atlas è ambientato in un universo futuristico dove astronavi e viaggi stellari sono all’ordine del giorno. In questa guida su Star Atlas imparerai tutto sulla storia della galassia e delle fazioni che la abitano, oltre a scoprire com’è il gameplay di questo videogioco tripla-A sulla blockchain di Solana!

3 fazioni in lotta, un’unica galassia da spartirsi

Anno 2620. In un universo futuristico e multiplanetario, tre fazioni si contendono la galassia e le sue risorse. Ufficialmente regna la pace, ma nella pratica nessuno si stupisce quando un’astronave da carico scompare negli spazi profondi delle galassie, o quando un membro di una fazione nemica sceglie di ignorare un contratto di approvvigionamento all’ultimo secondo. In questo universo dove non si fanno sconti, un equilibrio precario è mantenuto solo in alcuni settori, mentre in tutti gli altri nessuno è davvero al sicuro da mercenari di fazioni avversarie o pirati galattici. Il primo passo in Star Atlas è scegliere a quale fazione appartenere: sarai un membro dell’alleanza degli umani, un cyborg o una creatura aliena?

Territorio MUD

La fazione del territorio MUD, acronimo di Manus Ultimus Divinum (Ultima Mano Divina) è un’alleanza di varie nazioni umane provenienti dalla Terra. Dopo aver esaurito le risorse terrestri, gli esploratori umani hanno deciso di puntare alle stelle! 

I MUD sono una potenza industriale con una particolare abilità nella costruzione di armamenti estremamente potenti e precisi. Sono inoltre specializzati in astronavi capaci di fare viaggi interstellari anche molto lunghi, ideali per trasportare merci da un angolo all’altro della galassia. 

Settore Ustur

Gli Ustur sono una fazione di cyborg con un passato misterioso. Si dice che in origine una potentissima intelligenza artificiale si sia “divisa” creando dei corpi robotici con una coscienza propria. Gli Ustur sono diventati una potenza galattica, ma nessuno di loro ricorda come siano nati. Oltre a essere commercianti provetti sono costantemente alla ricerca di indizi che svelino le loro origini.

Le navi degli Ustur sono delle vere e proprie fortezze impenetrabili: la resistenza dei loro scudi e dell’acciaio con cui costruiscono le navi non è seconda a nessuno. Nonostante questo, le loro astronavi sono anche estremamente manovrabili. Questo significa che ingaggiare una nave Ustur in combattimento è difficile, se non impossibile. Perciò, se un Ustur ti affronta, stai attento: vuol dire che è sicuro di batterti!

Regione ONI

Reduci da una guerra che li ha quasi fatti estinguere, la regione ONI è composta da un’alleanza di razze aliene dalla forma antropomorfa. Questi alieni hanno imparato a convivere tra culture diverse e sono dei diplomatici nati.

Gli alieni ONI possiedono le migliori tecnologie radar della galassia, e sono alla costante ricerca di nuove forme di vita da studiare. Le loro astronavi sono perfette per missioni di ricognizione che richiedono furtività, grazie alla tecnologia stealth all’avanguardia di cui dispongono. Non dimenticare di investire in radar sulla tua astronave: un pirata ONI potrebbe essere dietro di te e attaccarti quando meno te l’aspetti…

Tre zone della galassia per tutti i tipi di avventuriero

L’ampiezza e la complessità di questo gioco di strategia ti spaventano? Non preoccuparti: non tutte le zone della galassia sono pericolose. I creatori di Star Atlas hanno deciso di creare una zona “tutorial” per permettere anche ai giocatori novizi di allenarsi e prendere confidenza con il sistema di gioco prima di fare sul serio! Dopo aver scelto la tua fazione, infatti, il tuo personaggio si ritroverà in un settore controllato saldamente dai tuoi compatrioti. Il settore iniziale è sicuro e non rischi di perdere nessuno dei tuoi possedimenti. Tuttavia, è anche ricco di NPC (non-player character) , quindi troverai poche risorse e pochi pianeti liberi dove stabilire le tue operazioni commerciali o di ricerca. Puoi fare le tue prime esperienze di crypto gaming direttamente in questa zona!

Dopo aver preso confidenza con la galassia di Star Atlas, potrai avventurarti nel secondo settore. Questa zona di galassia viene pattugliata regolarmente da mercenari, ma non è sicura come la zona iniziale: ti capiterà di trovare astronavi di pirati o di mercenari avversari che non ci penseranno due volte ad attaccarti! Quindi assicurati di avere una ciurma ben addestrata e di aver controllato il funzionamento dei tuoi laser, perché potrebbero servirti! Fortunatamente, le tue astronavi non possono essere distrutte completamente. I tuoi asset sono al sicuro, anche se potresti dover pagare le riparazioni.

Infine c’è la zona per i giocatori più esperti: una terra di nessuno, dove puoi trovare grandi ricompense ma anche grandi pericoli! Questa zona è ricca di materiali intonsi che aspettano solo di essere raccolti, ma non c’è nessun meccanismo di protezione. Se un giocatore decide di attaccarti e ti sconfigge, la tua astronave sarà completamente distrutta e potrai persino perdere i membri della tua ciurma! Il tuo scopo in questa zona è assicurarti i pianeti ricchi di materiali e proteggerli adeguatamente. Non dimenticare che in questo gioco quasi tutti i tuoi asset sono token non fungibili ma non sono permanenti: se una base viene distrutta, allora il tuo NFT viene bruciato e perso per sempre! 

La galassia di Star Atlas è come la chain di Solana

In questa galassia dove le tre fazioni cercano di imporsi l’una sull’altra, la blockchain non è solo un mezzo per eseguire transazioni: è, invece, parte integrante del gioco! Durante le nostre esplorazioni, ci troveremo a passare attraverso città, nodi minerari e mercati. Ciascuno di questi luoghi è direttamente collegato a un elemento fondante della blockchain, in un modo o nell’altro. Si può dire che Star Atlas sia una “rappresentazione” in grafica 3D della blockchain di Solana!

Facciamo qualche esempio. Nella galassia, a parte le città iniziali controllate dagli NPC, troverai altre città gestite da alleanze di giocatori. Queste città sono gestite come delle DAO, organizzazioni decentralizzate autonome, dove le regole e le leggi vengono fatte dai membri dell’alleanza. Se vuoi far parte della DAO, dovrai acquistare i token di governance di quella città. Altrimenti sarai un semplice passante, e probabilmente dovrai pagare tasse di passaggio o versare una quota alla Tesoreria cittadina per vendere le tue merci. Tutto sarà deciso dai giocatori! Una città potrebbe imporre tasse elevate e perciò perdere popolarità tra i commercianti galattici, scegliendo invece di portare avanti i loro interessi in una città con tasse più basse e regole meno stringenti.

E per quanto riguarda i nodi minerari? Estrarre risorse da un pianeta altro non è che fare mining per rendere sicura la blockchain in cambio di ricompense. Puoi anche mettere in staking un determinato numero di token, e ricevere come ricompensa dei materiali di gioco quotidianamente! Star Atlas è un videogioco che ti farà vivere il mondo crypto come non l’avevi mai vissuto prima, cioè in prima persona.

Anche i mercati hanno un corrispettivo nella blockchain! Star Atlas è integrato con il DEX Serum, un exchange decentralizzato costruito su Solana. Tramite l’interfaccia del videogioco, potrai scambiare crypto, acquistare e vendere NFT di gioco, e anche arruolare astronauti professionisti. Il tutto senza uscire dal gioco! Un’esperienza crypto a tutto tondo tra le stelle della blockchain.

Come funziona l’economia crypto di Star Atlas

Token, NFT e alleanze decentralizzate sono i pilastri di ogni videogioco play-to-earn. Star Atlas in particolare sfrutta appieno tutte le potenzialità della blockchain di Solana: scopri come!

ATLAS e POLIS, i token di Star Atlas

L’economia di Star Atlas gira intorno ai due token costruiti sulla blockchain di Solana: ATLAS, utilizzato per tutte le transazioni fatte in gioco, e POLIS, il token di governance. Entrambi questi token sono fondamentali per il funzionamento del gioco, il cui obiettivo è diventare completamente decentralizzato.

ATLAS è un token basato su Solana ed è di natura inflazionaria. Questo token rappresenta la moneta vigente e accettata in tutta la galassia. A seconda della tua inclinazione, puoi diventare un cacciatore di taglie o un pirata, e ricevere ATLAS razziando o andando a caccia di banditi. Altrimenti puoi diventare un commerciante e ottenere ATLAS costruendo un impero mercantile. In alternativa, puoi anche investire tutto in radar e astronavi veloci, e diventare un esploratore che vende mappe e coordinate per i pianeti più ricchi di minerali. Insomma, gli ATLAS si comporteranno come una valuta reale. L’inflazione verrà inizialmente controllata dal team di sviluppo di Star Atlas; in seguito, il controllo dell’economia passerà alla DAO e alla governance decentralizzata. L’obiettivo è arrivare allo sviluppo di un algoritmo che regoli l’inflazione di ATLAS automaticamente.

POLIS, invece, è un token di governance con una supply limitata a 360 milioni. Questo token verrà fornito direttamente dal team di sviluppo agli individui di spicco della community di Star Atlas, per esempio ai capi delle alleanze o a chi si interessa di più allo sviluppo del videogioco play-to-earn o alla community crypto. Altrimenti, il token può essere acquistato sui CEX e DEX. Chi detiene POLIS avrà la possibilità di determinare il futuro di Star Atlas, e le strategie migliori per espandersi nel mondo crypto. È quindi un token che non viene utilizzato per le transazioni in-game, ma ugualmente importante.

NFT per tutti grazie a Solana

L’altro pilastro dell’economia di Star Atlas sono gli NFT, disponibili in vari livelli di rarità. ATLAS è un token inflazionario, mentre i materiali, le astronavi e i membri dell’equipaggio sono token non fungibili. Questo vuol dire che possono essere liberamente scambiati, venduti e comprati, ma possono anche essere distrutti e bruciati.

Cosa significa questo per l’economia di Star Atlas? Che una volta che un NFT viene perduto, si genera altra domanda per quel tipo di token non fungibile. Questo scongiura uno degli effetti che tutti gli MMORPG temono: ovvero un’economia stagnante dove tutti i giocatori non sanno più come spendere il loro denaro. In Star Atlas, ogni giocatore avrà sempre qualcosa da fare. Riparare astronavi, arruolare nuovi membri, sostituire i membri caduti in battaglia, aggiornare le proprie basi minerarie sono tutte azioni che richiedono una spesa di ATLAS. Perciò è totalmente impossibile che l’economia ristagni, e questo assicura longevità e valore a questo videogioco crypto.

Perché Star Atlas ha deciso di rendere non fungibili gli oggetti di gioco? Semplice: per creare un’economia deflazionaria, aspetto fondamentale del crypto gaming. Facciamo un esempio: sei un cacciatore di taglie MUD, e hai appena acquistato un’astronave avanzatissima a 50mila ATLAS. Sicuro della tua abilità, ti avventuri nello spazio profondo in cerca di banditi da consegnare alla giustizia. Purtroppo, un’imboscata ONI ti prende alla sprovvista e sei costretto a battere in ritirata su un pianeta vicino in una capsula di salvataggio. Mentre i tuoi avversari recuperano i resti della tua astronave, tu non puoi fare altro che osservare i tuoi 50mila ATLAS andare in fumo. In quel caso, l’NFT che rappresentava la tua astronave è stato bruciato, eliminando dal gioco quel tipo di velivolo. Per riottenerlo dovrai aspettare che qualcuno ne costruisca un’altra, e acquistarla di nuovo per mettere in atto la tua vendetta.

Le alleanze in Star Atlas

In Star Atlas, è possibile creare delle gilde gestite come delle DAO. Queste gilde, chiamate DAC (Decentralized Autonomous Corporation) saranno fondamentali nell’economia play-to-earn del videogioco. Infatti, grazie alle gilde sarà possibile introdurre sempre più giocatori in Star Atlas grazie a un sistema di “pooling” di risorse. Il problema di Star Atlas e di molti videogiochi play-to-earn, infatti, è la barriera d’entrata: molti giocatori si scoraggiano quando vedono che per giocare c’è bisogno di pagare fee e di acquistare asset non fungibili che potrebbero anche perdere per sempre. 

Il sistema di gilde offre ai giocatori un modo per condividere tutte le risorse, compresi gli NFT, affidando a ciascun membro della gilda benefici ma anche responsabilità. Un capogilda importante, infatti, potrebbe reclutare nuovi membri offrendo loro delle astronavi “in prestito”, addestrandoli e facendoli crescere nel mondo di gioco. In cambio, i giocatori offrono una parte delle loro ricompense alla gilda che li ha cresciuti, fin quando non possono permettersi un’astronave nuova di zecca. 

Se sei interessato a cercare una gilda e cominciare a esplorare il sistema di gioco di Star Atas, puoi partecipare all’evento che si terrà il 6 giugno. Il Consiglio della Pace (che, nel mondo di gioco di Star Atlas, è un’assemblea a cui partecipano gli ambasciatori delle 3 fazioni) ha organizzato un’assemblea generale dove i capigilda possono illustrare il funzionamento delle loro DAC. Se sei curioso, segui questo link. Potresti ritrovarti ispirato da qualche leader particolarmente carismatico, ed entrare a far parte di questo videogioco play-to-earn ambientato tra le stelle crypto!

Quando esce Star Atlas? Le possibili date per l’uscita del crypto game

Star Atlas è un progetto nuovo e che si avventura in uno spazio ancora inesplorato da altri giochi. L’obiettivo del team di sviluppo, infatti, è offrire un videogioco tripla A play-to-earn, perfettamente integrato con la blockchain e con le crypto: un’impresa mai raggiunta prima. Per questo, la roadmap non è estremamente specifica, ma è divisa in 5 fasi. La prima fase, quella della GAO (Galactic Asset Offering) si è tenuta a settembre, e ha offerto ai fan più accaniti i primi NFT di astronavi (non ancora utilizzabili). La seconda fase, attualmente in corso, prevede che gli NFT vengano utilizzati in un mini-game accessibile via browser. Se possiedi già un NFT di Star Atlas, allora puoi accedere a Star Atlas: SCORE. Il mini-gioco è un semplice gestionale, in cui devi gestire le riparazioni e gli approvvigionamenti della tua nave mentre esplora la galassia per conto della tua fazione. 

Nella terza fase, Star Atlas comincerà a entrare nel vivo dello sviluppo: i giocatori potranno cominciare a costruire navi, a conoscere gli NPC più importanti della galassia e potranno anche intraprendere delle missioni per consolidare la propria posizione nell’universo di Star Atlas. La quarta fase, invece, prevede un’esperienza 3D accessibile dal proprio browser. La quinta e ultima fase trasporterà quell’esperienza in Unreal Engine 5, il motore grafico scelto da Star Atlas per assicurare il massimo dell’immersione ai giocatori.

Purtroppo, la data di uscita ufficiale non è specificata dal team di sviluppo di Star Atlas, ma ad Ottobre 2022 la versione demo sarà scaricabile e giocabile su Epic Games. Per sapere il futuro di questo videogioco crypto, non ci resta che aspettare ulteriori news da parte del team! Rimani aggiornato sullo sviluppo di Star Atlas e sul mondo dei videogiochi play-to-earn, e prepara la tua astronave per questo viaggio nelle stelle crypto!

Questo è il primo articolo di una serie dedicata al mondo del crypto gaming e dei videogiochi su blockchain. Seguici per rimanere aggiornato sugli altri giochi crypto più entusiasmanti del 2022! Prossima tappa: il mondo fantasy di Ember Sword!

ENS esplode a maggio 2022: Boom di domini

ENS andamento crypto web3

Ethereum Name Service a Maggio ha raggiunto un record di registrazioni. Segui il prezzo di ENS e il suo impegno per rendere il Web3 user-friendly

Tutte le principali blockchain stanno concentrando i loro sforzi nello sviluppo del Web3,  Polygon, Polkadot e ovviamente Ethereum stanno costruendo reti sempre più interoperabili, rapide e decentralizzate. Ma cosa manca al Web3 per entrare davvero nel mainstream? La facilità di utilizzo! Ecco che entra in gioco Ethereum Name Service (ENS). La sua missione di rendere il Web3 e la blockchain sempre più user-friendly ha catturato l’attenzione di moltissimi utenti. Segui il prezzo di ENS e le ultime novità sulla crypto del Web3!

Ripasso: come funziona ENS?

Ethereum Name Service, o ENS, è un servizio decentralizzato che fornisce domini a cui collegare gli indirizzi dei wallet di Ethereum. Governato da una DAO, questo sistema è indispensabile nella struttura del Web3 perché semplifica sensibilmente le transazioni e riduce il rischio di errori durante le stesse. 

In pratica, ENS è un “registro” di indirizzi alfanumerici (le chiavi pubbliche dei wallet) associati a nomi leggibili e facilmente memorizzabili, come se fossero domini di Internet. Hai mai notato che su Twitter alcuni utenti hanno uno username composto da lettere, parole o numeri seguiti da .eth? Ecco, quello è il loro “dominio” decentralizzato! Se vuoi controllare se un nome è stato preso o se sei ancora in tempo per registrarlo su ENS, ti basta cliccare su questo link.

Perché ENS ti facilita la vita? Semplice: invece di ricordare (o, più probabilmente, di cercare) l’indirizzo del wallet di un amico, oppure di copiare e incollare l’indirizzo di qualcuno a cui dobbiamo mandare degli ETH, ci basta utilizzare il loro dominio registrato ENS. Il registro invierà allo smart contract l’indirizzo alfanumerico associato a quel dominio e la transazione andrà a buon fine, senza fastidiosi copia-incolla. Insomma, ENS rende il Web3 user-friendly e simile ai servizi che siamo abituati ad utilizzare, come ad esempio i social network. Proprio per questo il protocollo ha riscosso molto successo nella community crypto.

ENS piace a tutti: è record di rinnovi per i domini di Ethereum

ENS, lanciato nel 2017, ha vissuto una serie di alti e bassi. Ma ora che Ethereum si sta avvicinando al suo storico aggiornamento, ci sono sempre più utenti sulla sua blockchain in attesa di provare il proof-of-stake. Utenti che, oltre alla tecnologia, cercano anche comodità e usabilità!

Un tweet di nick.eth, Lead Developer di Ethereum Name Service, ci mostra che il servizio di domini su Ethereum ha raggiunto ben quattro tipologie di record: registrazioni, rinnovi, incassi e guadagno. Registrare un dominio ENS ha un prezzo variabile, che cambia in base al numero di lettere dell’indirizzo (meno lettere ci sono, più è costoso). Gli indirizzi più preziosi, quelli con tre lettere (che è anche il numero minimo), costano 640 dollari! I pagamenti sono ovviamente eseguiti in ETH. Il periodo minimo di registrazione è di un anno, ma si può anche scegliere di rinnovare automaticamente il dominio per evitare di pagare il gas di Ethereum. Se invece vuoi acquistare un dominio già registrato, devi affidarti a marketplace di NFT come OpenSea, e lì il prezzo è deciso da chi possiede il dominio.

Dati alla mano, notiamo una crescita strepitosa: al 23 maggio, quando il mese non era ancora finito, le registrazioni di nuovi domini erano più di 300mila, e i rinnovi a un più 55% rispetto ad aprile. È molto probabile che oggi i numeri siano molto più alti adesso, ma lo scopriremo per certo quando il team di sviluppo di ENS pubblicherà i nuovi dati sulla sua crescita. In totale, nel mese di maggio il protocollo ha registrato un guadagno di più di due milioni di dollari. 

Nonostante il successo del protocollo, la crypto ENS non sta registrando una crescita che rispecchia la crescita del servizio. Questo perché il token ancora non ha molte funzionalità, oltre a quelle di governance, ma la situazione potrebbe invertirsi quando Ethereum Name Service diventerà sempre più integrato con le dapp e gli altri protocolli di Ethereum. Un primo passo in questo senso è stato fatto con l’integrazione con i DNS, ovvero i domini “standard” del Web2. L’entrata nel mainstream del Web3 e l’arrivo di The Merge potrebbero far salire il prezzo di ENS? 

Uniswap to the moon? Il volume del DEX supera mille miliardi di dollari

Uniswap to the moon dex volume cresce

Uniswap, il primo exchange decentralizzato, infrange un record importante: superati i mille miliardi di dollari di volume totale!

Uniswap, uno dei più famosi exchange decentralizzati della blockchain, ha raggiunto un traguardo importantissimo. Il 24 maggio il volume di transazioni sull’exchange decentralizzato ha superato i mille miliardi di dollari, con all’attivo quasi 4 milioni di wallet differenti. L’AMM più famoso della DeFi spicca il volo e fa mangiare la polvere sia a  PancakeSwap che a Curve, rispettivamente il secondo e il terzo DEX con più volume della finanza decentralizzata. Scopri tutto sull’ultimo record di Uniswap!

Uniswap, dal 2018 al record da mille miliardi di dollari

Quanta strada ha fatto Uniswap! Rilasciato nel 2018, dopo aver affrontato ben due aggiornamenti importanti (diventando Uniswap V2 e poi V3), l’exchange decentralizzato più famoso del mondo crypto ha superato tutte le migliori previsioni raggiungendo i mille miliardi di dollari in volume sulla propria piattaforma. Uniswap è attivo su Ethereum e su varie layer-2 come Polygon, Optimism e Arbitrum, ed è il DEX più utilizzato quotidianamente dai crypto trader. 

Vediamo un po’ di dati e occhio ai numeri: sono da capogiro! Nonostante il prezzo del token UNI sia molto lontano dal suo ATH, l’ecosistema del DEX non è mai stato così florido. Solo ieri, 30 Maggio 2022, il volume record degli scambi dell’exchange più famoso della DeFi è arrivato a 1 miliardo e 300 milioni di dollari. PancakeSwap, il secondo DEX più utilizzato del mercato, ha totalizzato 291 milioni di dollari: meno della metà! E questo nonostante UNI supporti 420 coin, contro le 4442 supportate da PancakeSwap. Non c’è che dire, un classico esempio di qualità che batte quantità.

Qual è lo scambio più attivo sul DEX? La coppia USDC/wETH (wrapped Ethereum, cioè un token Ether scambiabile con gli altri token ERC-20) è la più scambiata, tanto che ieri ha totalizzato più di metà di tutti gli scambi dell’exchange: un volume di 621 milioni di dollari! D’altronde, Ethereum ha gli occhi di tutto il mondo crypto addosso visto l’imminente aggiornamento che lo trasformerà in una chain proof-of-stake. Che sia questo il motivo dietro a tutte queste transazioni?

Uniswap rompe il record, una previsione anche per UNI?

Il record di volume di Uniswap è davvero notevole, ma c’è un dato interessante che lascia aperte prospettive per una ulteriore crescita. Il numero di wallet attivi sul DEX, infatti, ammonta a 3,9 milioni. Il numero non è altissimo per il volume raggiunto: questo vuol dire che c’è ancora una buona fetta di utenti che potrebbe unirsi a Uniswap, seguendo questo grande successo.

Uniswap Labs non ha intenzione di adagiarsi sugli allori dopo questo record, anzi! Il team di sviluppo di UNI ha annunciato che il protocollo si sarebbe espanso verso due nuove chain su Gnosis, e anche su Moonbeam, una parachain di Polkadot. Questa espansione ha il potenziale per imbarcare tantissimi nuovi trader sull’exchange.

Nonostante questo, il token di governance UNI non riesce a decollare come il resto del protocollo. L’ATH di maggio 2021, quando sfiorò i 45 dollari, è ben lontano dal prezzo attuale di UNI che si aggira intorno ai 5 dollari. Secondo alcuni utenti, per far tornare il prezzo alle vette del 2021 Uniswap Labs dovrebbe concentrarsi sul rendere il token più utile per la governance, oppure aumentare le ricompense dello staking. Forse il team di Uniswap punta a far aumentare il valore del token migliorando sempre di più la piattaforma principale. Questo è potenzialmente un’ottima strategia per garantire che il token guadagni un valore duraturo nel tempo. Il record di Uniswap è un buon segnale per il mondo crypto e per la DeFi, sarà anche l’inizio della ripresa di UNI?

I 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento

I 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento

Oltre alle crypto ami anche il gaming e i videogame? Scopri i migliori 5 videogiochi play-to-earn del momento!

La blockchain non è solo DeFi. I videogiochi play-to-earn stanno riscuotendo tantissimo successo nella community crypto (guarda Axie Infinity!), soprattutto perché questi crypto games sono all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Gli NFT, ad esempio, sostituiscono i classici “drop” che si trovano normalmente nei videogiochi, e contribuiscono a creare un ecosistema dove divertimento e ricompense vanno di pari passo! Scopri i 5 migliori videogiochi play-to-earn nel panorama del crypto gaming. E se hai bisogno di rinfrescarti la memoria su come funziona il play-to-earn, leggi la nostra guida!

1. Star Atlas, un viaggio tra le stelle del crypto gaming

Star Atlas è un videogioco di strategia play-to-earn multiplayer, sviluppato sulla blockchain di Solana. In Star Atlas vesti i panni di un esploratore dello spazio nel 2620. Tutta la struttura del videogioco su blockchain si basa sugli NFT: la tua astronave da esploratore, ad esempio, è un asset non fungibile che puoi scambiare e vendere. E non solo… se ti immischi in battaglie e avventure troppo pericolose, rischi di perderla per sempre!

Ad alimentare l’economia di Star Atlas ci sono due token: POLIS (il token di governance) e ATLAS (il token dell’universo di Star Atlas). Grazie ai token non fungibili l’economia di Star Atlas funzionerà esattamente come nel mondo reale e sarà completamente player-driven. L’unico modo per sopravvivere e prosperare nello spazio profondo è collaborare con gli altri giocatori, formare gilde e alleanze e avventurarsi negli anfratti più oscuri dello spazio profondo per ottenere ricompense e oggetti unici.

Uno dei punti fondamentali di Star Atlas è che nulla dura per sempre, neanche i tuoi oggetti più preziosi, quindi avrai sempre bisogno di acquistare pezzi di ricambio e nuove navi dagli altri giocatori. Il rischio di perdere per sempre i propri NFT, rende l’esperienza di gioco molto più eccitante, ma contribuisce anche a creare un’economia in evoluzione dove nulla è dato per scontato. Persino il giocatore più ricco e potente può perdere la propria nave ammiraglia e ritrovarsi improvvisamente indebolito: sarai uno di quelli che lo supporteranno e lo aiuteranno a ricostruire la flotta, o uno degli avvoltoi pronto a depredare le spoglie del relitto? Leggi la recensione completa del gioco!

2. Ember Sword, il World of Warcraft del crypto gaming

Ember Sword è un videogioco MMORPG free-to-play in uscita nel 2023. Ispirato dai grandi classici come World of Warcraft e Dark Age of Camelot, Ember Sword è uno dei videogiochi su blockchain più attesi dalla community del crypto gaming. Attualmente è in fase di pre-alpha, mentre la fase di alpha è prevista per la fine dell’anno. 

Come funziona Ember Sword? Questo videogioco si basa sulla blockchain di Ethereum, proprio per questo Ember Sword rientra nella tipologia dei play-to-earn. Dunque sarà possibile commerciare NFT e appezzamenti di terreno. Sì: su Ember Sword puoi diventare un vero e proprio proprietario terriero e persino diventare il sindaco di una città! Per semplificare la gestione dei tuoi asset, puoi creare una gilda e gestire il tuo piccolo impero come un vero feudatario medievale.

Ember Sword si giocherà direttamente da browser, e avrà una parte di PvP e una di PvE. Ogni giorno saranno disponibili missioni casuali che ti daranno accesso a preziosi token non fungibili come armi, armature o materiali rari. Se invece sei una persona più competitiva, potrai anche affrontare gli altri giocatori e batterli per derubarli dei loro preziosi NFT! Questo vuol dire che anche gli oggetti più preziosi possono cambiare proprietario… volente o nolente. Se vuoi saperne di più, puoi leggere la recensione completa di Ember Sword!

3. Otherside, il metaverso di Yuga Labs

Come tutti i progetti di Yuga Labs, anche il loro metaverso ha fatto scalpore nel mondo del crypto gaming. I creatori di Bored Ape Yacht Club hanno un’innata capacità di creare hype, non c’è che dire! La loro ultima trovata, dopo il lancio del loro token ApeCoin, è uno dei 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento e si chiama Otherside.

Otherside è un metaverso che, secondo Yuga Labs, sarà totalmente incentrato sul gaming multiplayer. Sul sito è descritto come “un MMORPG dove ogni azione ha delle conseguenze”. Non ci sono ancora tutti i dettagli, ma lo spettacolare trailer ci fa pensare a un universo fantasy dove gli imprevisti sono dietro l’angolo.

Per partecipare all’Otherside devi assicurarti un Otherdeed. Un Otherdeed è un appezzamento di terreno con un ecosistema tutto suo: ogni terreno ospita diversi tipi di materiali e ambienti, e può anche essere casa di un piccolo Koda. Per adesso il futuro di Otherside è ancora incerto, ma di sicuro coinvolgerà tutti gli NFT più famosi dai Cryptopunks ai Cool Cat!

4. Illuvium, addestra creature aliene a combattere per te 

Tre parole: “Pokémon nello spazio”. Ecco Illuvium, un videogioco sci-fi dove diventi un Ranger, un esploratore di un pianeta alieno a caccia di animali selvaggi da addomesticare! In Illuvium, dovrai sia esplorare le steppe aliene, sia combattere contro gli Illuvials per sottometterli. Gli Illuvials sono degli NFT che rappresentano le creature native del pianeta e sono il fulcro del crypto game. Dopo averli catturati, potrai scegliere di continuare a combattere contro gli Illuvials selvaggi, oppure potrai scontrarti contro altri Ranger nell’Arena del Leviatano.

Come tutti i videogiochi su blockchain, anche Illuvium ha un’economia che cerca di imitare quella reale. Il token nativo, ILV, è utilizzato per comprare oggetti in-game come armi e armature per il tuo Ranger, per creare i “Frammenti”, cioè gli oggetti utilizzati per addomesticare gli Illuvials

Attualmente, Illuvium è in Closed Beta, ma secondo gli sviluppatori, la Open Beta dovrebbe arrivare entro il 2022. Per favorire tutti gli utenti, sarà disponibile un’area “demo” dove si potranno trovare Illuvials di base e combattere contro altri giocatori allo stesso livello. Per accedere alle zone più avanzate, però, sarà comunque necessario acquistare ILV e NFT di gioco. Tuttavia essendo un videogioco play-to-earn, potresti recuperare subito i soldi spesi: dipende da quanto sei bravo con i tuoi Illuvials! 

5. Mirandus, un RPG open-world su blockchain 

Mirandus è un altro innovativo videogioco play-to-earn. In questo RPG open-world, prendi il ruolo di un exemplar. Gli exemplar sono i tuoi avatar, NFT liberamente scambiabili e con delle caratteristiche diverse per ciascun token. Ci sono avatar di 5 razze nel mondo di Mirandus: Elfi, Halfling, Orchi, Nani e Umani. Il gioco è totalmente open-world, e Gala Games, lo studio di sviluppo, ha detto che non ci saranno quest o binari da seguire. Ognuno potrà agire come meglio crede, mettendo a frutto le proprie abilità.

Anche in Mirandus è possibile acquistare dei terreni, che possono essere trasformati in villaggi e poi in città. Ci sono poco più di 1600 terreni acquistabili, ma non ti preoccupare: una volta sold out, potrai ugualmente entrare in questo universo fantasy! Ti basterà pagare un “affitto” ai proprietari delle città per poter costruire la tua casa. 

Ma cosa si fa a Mirandus? Oltre a foreste e dungeon ricche di mostri e mistero, il continente misterioso di Gaia Games ospita un materiale prezioso chiamato Materium. Il Materium è un token (MTRM) che può essere raccolto oppure conquistato dando la caccia ai mostri di Mirandus. Può ovviamente essere utilizzato per comprare armi o armature più potenti dagli altri giocatori, o scambiato sui principali DEX e CEX. Insomma, in Mirandus c’è divertimento per tutti: sia i cacciatori, che gli artigiani e i proprietari terrieri troveranno pane per i loro denti!

I videogiochi su blockchain sono ancora agli inizi, ma il futuro del crypto gaming sembra avere grandi potenzialità. Star Atlas, Ember Sword, Otherside, Illuvium e Mirandus sono i 5 migliori videogiochi play-to-earn del momento perché pensano prima di tutto al gameplay. Il punto forte di questi videogiochi è che potrebbero competere con i capisaldi del gaming off-chain come Diablo, World of Warcraft e Pokémon. La compatibilità con la blockchain è un elemento che integra il gameplay, ma che non lo sostituisce! Tu sarai in prima linea nella rivoluzione dei videogiochi play to earn, o rimarrai fedele ai videogame “old style”?

Arriva Terra 2, scopri come funziona l’airdrop dei nuovi LUNA

Airdrop di LUNA 2.0 come funziona e come ottenerlo

È ufficiale: la nuova chain Terra 2 uscirà il 28 maggio! Scopri tutto sulla nuova chain voluta da Do Kwon e su come funziona l’airdrop di LUNA 2.0

La proposta di Do Kwon è passata: è in arrivo una nuova Terra. Con il 66% di voti a favore, la community si è espressa a favore della creazione di una nuova chain. I vecchi LUNA saranno chiamati LUNA Classic (LUNC) e la migrazione avverrà il 28 maggio, con un airdrop che cercherà di restituire ai LUNAtics ciò che gli spetta. Scopri tutto sull’uscita di Terra 2, su come funziona l’airdrop di LUNA 2.0, e su come fare per ottenerlo!

Cos’è LUNA 2.0, la nuova chain proposta di Do Kwon

Dopo il crollo di LUNA e UST, la community crypto si è ritrovata in grave difficoltà. Il fondatore di Terra, Do Kwon, ha elaborato una proposta per creare una nuova chain a partire da zero. La proposta in questione, pubblicata sull’Agorà di Terra, ha ricevuto il 66% di voti positivi nonostante alcuni membri della community di Terra si siano espressi contro questa idea.

Nonostante le critiche di alcuni utenti, Do Kwon ha trovato il supporto della maggior parte della community nella creazione di un fork di Terra. Terra 2 non sarà esattamente un “hard fork” come quello di Ethereum dopo l’attacco del 2017. Invece di “resettare” la blockchain a un momento precedente al crollo (il 7 maggio, in questo caso), Do Kwon creerà una nuova blockchain da 0, ma senza la stablecoin algoritmica UST. 

Con questo fork, il fondatore di Terra vuole ricreare la blockchain eliminando il punto debole che ha portato la vecchia chain al collasso, cioè UST. Terra 2 diventerà un ecosistema DeFi forte di tutte le dapp già pronte a essere implementate. 

Come funziona l’airdrop di LUNA 2.0

L’airdrop dei nuovi LUNA sarà graduale e andrà a premiare soprattutto chi deteneva LUNA e UST prima del crollo. Prima di lanciare la nuova chain, gli sviluppatori prenderanno uno snapshot (alle 21:59 ora italiana di giovedì 26 maggio) di tutti i token presenti nella vecchia chain e poi distribuiranno i nuovi LUNA sulla versione aggiornata. I nuovi LUNA ricevuti saranno automaticamente messi in staking.

Il piano di Do Kwon prevede che la nuova chain parta da uno stato “vergine”, quindi dal blocco 0, con una quantità circolante di token pari a 1 miliardo. Come funziona l’airdrop di LUNA 2.0? I nuovi token verranno distribuiti in questo modo:

  • Il 35% dei token iniziali verrà diviso tra tutti i detentori di LUNA prima del crollo. Questo vuol dire che ben 350 milioni dei nuovi LUNA saranno riservati ai LUNAtics che hanno acquistato i token prima del 7 maggio, conservandoli anche durante il crash. I wallet con meno di 10mila LUNA avranno il 30% della loro parte subito, e il 70% sarà restituito gradualmente nel corso di due anni. Le “whale”, invece, avranno condizioni peggiori, e otterranno tutti i LUNA che spettano loro fra quattro anni.
  • Il 15% dei LUNA sarà riservato a chi deteneva aUST (cioè UST bloccati su Anchor Protocol) prima del crollo. In questo caso, però, le whale avranno massimo 500mila LUNA, per dare la precedenza ai piccoli detentori di UST.
  • Il 15% dei token iniziali della nuova chain sarà riservato a chi ha acquistato UST dopo il crollo del 7 maggio.
  • Il 10% dei nuovi LUNA andrà a chi ha acquistato LUNA dopo il crollo, e saranno restituiti gradualmente in un periodo di due anni.
  • Infine, il 30% che rimane finirà nella community pool, per sostenere lo sforzo degli sviluppatori di dapp e assicurare che la nuova chain mantenga il suo valore di ecosistema DeFi.

Il sistema è piuttosto complesso ma Do Kwon pensa che questo sia il modo migliore per risarcire i LUNAtics in maniera equa e per ricreare una rete funzionale ed efficace nel panorama DeFi

Nella proposta, il fondatore di Terra scrive che l’airdrop di LUNA prenderà in considerazione tutti gli asset on-chain (compresi ad esempio i LUNA in staking o quelli presenti su alcuni exchange centralizzati), tranne alcuni specifici a causa di motivi tecnici. Ad esempio, gli UST e LUNA “trasferiti” con un bridge su altre blockchain non potranno essere parte dell’airdrop, a meno che non vengano riportati sulla chain originale (ad esempio sul wallet ufficiale di Terra, Terra Station). Saranno restituiti anche i LUNA bloccati nei protocolli DeFi più conosciuti. Per maggiori informazioni, fai comunque riferimento alla proposta ufficiale di Do Kwon, sempre in costante aggiornamento.

Non solo la community critica il fork di LUNA

Il crollo di LUNA e UST ha ovviamente diviso la community crypto. Nonostante in molti appoggino il fork di Terra, non tutti credono che l’airdrop di LUNA 2.0 sia la soluzione migliore per riparare i danni causati dal collasso. Le critiche, soprattutto su Twitter, abbondano: ma non sono solo gli utenti ad opporsi alla decisione di Do Kwon e del resto della community.

Lido Finance, uno dei protocolli di liquid staking più importanti di Ethereum, ha rifiutato di supportare Terra 2.0. La DAO di Lido ha votato “no” in maniera decisa, con il 95% di voti. Meno del 5% dei partecipanti era favorevole a portare Lido Finance sulla nuova chain di Terra. 

Nonostante Lido Finance avesse un valore bloccato di quasi 10 miliardi di dollari su Terra prima del crollo di LUNA e UST, la DAO ha praticamente bocciato la proposta di Do Kwon. “Ci penseremo dopo il lancio, prima è meglio vedere se Terra 2.0 è un progetto legittimo e supportato dalla community. Al momento ci sono troppi dubbi sulla nuova chain” scrive uno degli utenti contrari a Terra 2.0.

Il 28 maggio sarà una data che entrerà nella storia non solo di Terra, ma di tutto il mondo crypto. L’airdrop basterà a riconquistare il favore del mercato?

The Merge sempre più vicino: ecco la roadmap di Ethereum 2.0

Ethereum 2.0 svelata la data d’uscita di The Merge

I core developer di Ethereum si sbilanciano e svelano la data d’uscita di The Merge. Buterin conferma: l’aggiornamento al PoS è pronto

Dopo 7 anni di duro lavoro, finalmente Ethereum sta per passare dal proof-of-work al proof-of-stake. Addio al mining, arriva lo staking! Negli scorsi mesi si sono susseguite più previsioni più o meno ottimistiche sulla data di rilascio di Ethereum 2.0. Durante Permissionless, una conferenza dedicata al Web3, alcuni sviluppatori avevano azzardato il rilascio ad agosto. Ma nemmeno questa sarà la volta buona! Nonostante il continuo posticipare la data di The Merge sembrerebbe arrivato un giorno preciso, dopo un meeting tra Tim Beiko (core developer della Ethereum Foundation) e altri sviluppatori. Scopri tutto sulla data d’uscita di The Merge e sulla roadmap di Ethereum 2.0!

Aggiornamento 18 luglio: nuova roadmap svela la data esatta di The Merge

Ultime novità sulla data d’uscita di The Merge: Tim Beiko, in un meeting interno, ha proposto una serie di date cardine agli altri sviluppatori. Secondo questa roadmap, la data d’uscita ufficiale di Ethereum 2.0 dovrebbe essere il 19 settembre! 

A decidere le sorti di The Merge sarà il risultato della prova sulla testchain Goerli. Se il test di Ethereum 2.0 funzionerà senza intoppi, allora è molto probabile che il 19 settembre la chain principale di Ethereum passerà definitivamente alla tecnologia proof-of-stake. “Questa tempistica per The Merge non è ancora definita, ma è bello vedere che tutto il nostro lavoro sta per terminare!” scrive superphiz.eth, uno sviluppatore per la Ethereum Foundation. Sarà la volta buona?

Ethereum 2.0: quando arriva The Merge? 

Tutte le più importanti personalità di Ethereum sono concordi: la data d’uscita di The Merge è sempre più vicina! Secondo Justin Drake e Preston Van Loon, l’aggiornamento è praticamente pronto per essere implementato. In questi mesi, il team di Ethereum si è occupato di testare il codice intensivamente, per risolvere tutti i problemi prima dell’arrivo di The Merge sulla rete principale. Il target iniziale era un rilascio ad agosto, ma i piani sono slittati di un mese.

Il 20 maggio, durante una conferenza a Shangai Buterin ha citato i suoi due colleghi sostenendo che The Merge sarebbe arrivato in estate. “Abbiamo lavorato per trasformare Ethereum in una chain proof-of-stake dal rilascio di Ethereum stesso” afferma Buterin, “e finalmente tutta la fatica fatta sta per essere ripagata”. Ora, in piena estate, la data presunta è stata posticipata a settembre. 

L’8 giugno, la versione proof-of-stake di Ethereum è stata testata sul Ropsten Network. Il Ropsten Network è il più grande test network di Ethereum e attualmente funziona ancora con il PoW. Immaginala come una versione “beta”: sul test network ci sono tantissime dapp e reti layer-2 ancora basate sulla vecchia versione di Ethereum. “C’è sempre la possibilità che The Merge arrivi a ottobre se ci sono problemi” all’epoca aveva avvisato Vitalik, cautamente, ma la sua previsione era comunque ottimista. Se sei uno degli impazienti che vogliono provare subito la nuova rete proof-of-stake, sappi che c’è una possibilità anche per te!

Tim Beiko agli impazienti: testate e aiutateci

Tim Beiko è uno dei core developer di Ethereum più attivi su Twitter. Oltre a sviluppare linee di codice, con la sua presenza sui social contribuisce a informare tutti gli appassionati di Ethereum. Una delle domande che gli utenti gli pongono più spesso è: “Non sono un programmatore, come posso aiutarvi?”. Nessuno vuole farsi sfuggire l’occasione per dare una mano ad Ethereum durante questo momento così delicato, in pieno spirito della community crypto!

Beiko quindi ha invitato gli utenti a provare il test network e le dapp già attive, e a segnalare gli errori proprio come in un programma di beta-testing. Più utenti contribuiscono al testing, più facilmente e velocemente gli sviluppatori risolvono bug ed errori! La community sarà dunque fondamentale durante la fase di testing sul Ropsten Network per consentire a The Merge di avvenire senza intoppi e in tempo.

In ogni caso Beiko assicura che The Merge avverrà se e soltanto se tutto funzionerà alla perfezione. “In ogni caso, se troviamo problemi di qualunque tipo, ci prenderemo tutto il tempo necessario per risolverli, anche a costo di ritardare ulteriormente l’aggiornamento” ha scritto su Twitter. Anche se i critici lo ritengono un segnale di ritardi imminenti, molti altri giudicano il tweet solo come un atto responsabile da parte di Beiko.

Cosa viene dopo The Merge? La roadmap di Ethereum 2.0

Nonostante la data d’uscita di The Merge sia prevista per settembre, Vitalik Buterin si è già portato avanti e ha stabilito una roadmap per Ethereum 2.0 molto ambiziosa. Il passaggio al proof-of-stake non sarà la formula magica che risolverà tutti i problemi di Ethereum, ma solo il primo passo! 

Dopo The Merge, lo step successivo sarà l’aggiornamento chiamato The Surge. Con The  Surge, Ethereum implementerà lo sharding. Grazie a questa tecnologia, già utilizzata da blockchain come Cardano, tutte le transazioni eseguite on-chain diventeranno più rapide e scalabili. Secondo Buterin, questi due sono gli aggiornamenti più importanti di cui Ethereum ha bisogno per diventare una blockchain a prova di futuro.

Buterin ha comunque programmato altri tre aggiornamenti nella roadmap di Ethereum 2.0, ma non è sicuro che saranno implementati in tempi brevi. The Verge è un aggiornamento interamente focalizzato sui nodi validatori, indispensabili nello staking. Per migliorare la decentralizzazione è indispensabile che ci siano più validatori possibili, così da rendere la rete più sicura e meno suscettibile ad attacchi hacker. The Verge servirà a rendere più semplice l’apertura di un nodo di validazione, diminuendo i prerequisiti hardware di cui hanno bisogno i computer per gestire un nodo. The Purge è un aggiornamento che dovrebbe migliorare l’efficienza della rete, diminuendo la memoria richiesta dai nodi validatori. Infine, The Splurge è un aggiornamento che nell’idea di Buterin dovrebbe contenere tutte quelle piccole novità non indispensabili ma in grado di migliorare sensibilmente l’usabilità del network, come i protocolli zero-knowledge. La ciliegina sulla torta!


In ogni caso l’arrivo di Ethereum 2.0 avrà un enorme impatto in tutto il settore della blockchain. Grazie a questo aggiornamento l’altcoin più famosa del mondo crypto riuscirà a competere in termini di popolarità e diffusione con Bitcoin? Oppure la criptovaluta di Satoshi Nakamoto continuerà a troneggiare su tutte le altre? Lo scopriremo quando uscirà  The Merge!

Tutte le novità su Terra 2 e LUNA, il fork di LUNA voluto da Do Kwon

Terra V2: quando arriva l'hard fork di LUNA?

La soluzione di Do Kwon per resuscitare Terra? Terra V2, un fork di LUNA. Scopri tutti gli aggiornamenti sull’airdrop e quando arriva la nuova Terra!

Il crollo di Terra ormai è la notizia del mese. Il mondo crypto è uscito scosso dal cosiddetto “UST de-pegging incident”, e le teorie su cosa sia successo davvero abbondano. Un semplice difetto dell’algoritmo o una manipolazione del mercato? A prescindere dalle cause, Do Kwon e la community di Terra stanno discutendo animatamente su come salvare la blockchain e far risorgere LUNA dalle ceneri, arrivando persino a sacrificare UST. Scopri tutto su Terra V2 e quando arriva il fork di LUNA voluto da Do Kwon!

Terra 2: una nuova speranza con il fork di LUNA

Un nome che sa di futuro: Terra V2 è quello proposto da Do Kwon per il piano di rinascita di LUNA. La sua proposta adesso è presente su Terra Station e può essere votata dalla community di LUNAtics. È cambiata molto rispetto a quello che il fondatore di LUNA aveva proposto all’inizio: la prima idea di Do Kwon non era piaciuta alla community di Terra, poiché l’airdrop di LUNA da lui suggerito avrebbe favorito eccessivamente le whale di LUNA.

Vediamo le novità di Terra V2. Il “piano di rinascita” di Do Kwon è stato scritto con il supporto della Terra Builders Alliance, una comunità di sviluppatori DeFi che hanno contribuito a pianificare la nuova versione di LUNA, chiamata LUNA 2.0. Un fork è un aggiornamento radicale del network, che rende la nuova versione incompatibile con quella vecchia. È bene mettere in chiaro che un fork non cancella la vecchia blockchain, ma ne crea una nuova (vedi, per esempio, Ethereum e Bitcoin Cash). La vecchia rete rimane funzionante e utilizzabile da chi preferisce il vecchio sistema. Rispetto alla vecchia versione di Terra, cambiano i nomi: Terra Classic sarà il nome della chain originale, e il suo token sarà rinominato LUNC (Luna Classic). La nuova chain, invece, prenderà il nome di Terra 2 e la sua crypto sarà chiamata LUNA

Come funzionerà la nuova versione di Terra? L’obiettivo del fork è ricreare la blockchain layer-1 senza la componente problematica, ovvero la sua stablecoin algoritmica UST. “#TerraIsMoreThanUST” è l’hashtag lanciato da Do Kwon su Twitter per promuovere la sua idea. Quando arriverà il fork di LUNA Terra diventerà simile alle altre layer-1 proof-of-stake. Ironicamente, Do Kwon dal suo pulpito di “Master of Stablecoin” dovrà sacrificare proprio UST per salvare il suo ecosistema DeFi.

Airdrop o burn di LUNA? I dubbi della community

Come funzionerà l’airdrop dei nuovi LUNA della nuova versione di Terra? Do Kwon ha stilato un piano dettagliato per garantire che tutti ricevano i nuovi token LUNA, nella maniera più equa possibile. Il fondatore, seguendo i consigli della community, ha deciso di favorire i “piccoli” wallet, cioè quelli degli utenti che hanno cercato di sostenere l’ecosistema Terra nonostante stessero subendo perdite sostanziose. Tutti i wallet con meno di 10mila dei vecchi LUNA prima del 5 maggio 2022 riceveranno il 30% di nuovi LUNA immediatamente, e il restante 70% verrà distribuito nell’arco di due anni per evitare un sell-off potenzialmente letale. I wallet con più di 10mila LUNA, invece, avranno condizioni meno favorevoli e token bloccati per più tempo. Chi ha acquistato LUNA dopo l’incidente, poi, avrà una fetta minore dei nuovi token. Questo è stato fatto per non favorire eccessivamente chi ha acquistato LUNA a prezzo stracciato, sperando in un profitto speculativo immediato.

Le ragioni di Do Kwon, supportate anche da Vitalik Buterin e altri esponenti importanti del mondo crypto, sono radicate nello spirito cypherpunk della blockchain. Dare la precedenza a chi ha rischiato di più e ha sempre sostenuto il progetto di Terra è un primo passo per ristabilire la fiducia nell’ecosistema. I grandi wallet delle whale riceveranno comunque un risarcimento, ma sarà più contenuto e con maggiori limitazioni per provare ad assicurare una nuova rete stabile. Alla fine la community più attiva e vibrante è sempre quella dei piccoli detentori di crypto, ed è il tesoro più prezioso di una rete decentralizzata come la blockchain!

Nonostante le buone intenzioni di Do Kwon, una fetta consistente di community si è espressa contro questo airdrop e contro questa nuova versione di Terra. Molti LUNAtics, infatti, hanno suggerito una soluzione alternativa: Do Kwon e la Luna Foundation Guard dovrebbero acquistare i LUNA in eccesso dagli utenti e “bruciarli”, ovvero eliminarli dalla blockchain per far risollevare il valore di LUNA. Questo, secondo loro, farebbe anche tornare l’ancoraggio di UST, restaurando l’ecosistema “completo” di Terra. Un’altra critica a Do Kwon? FatManTerra, membro del Terra Research Forum, molto attivo durante questi tempi bui di LUNA, ha affermato che modificare la proposta mentre il sondaggio è in corso è un metodo sbagliato di condurre una questione così delicata. La votazione diventa confusionaria e poco trasparente, secondo la sua opinione. 

Quando arriva il fork di LUNA?

Nonostante le critiche della community, la maggior parte dei votanti è d’accordo con la proposta di Do Kwon. Con il 66% di Sì e il 13% di No, è improbabile che la proposta del fondatore di Terra non passi. Mancano 2 giorni alla fine della votazione, e la speranza per chi supporta il burn dei token è che il No raggiunga almeno il 33%, per bloccare la proposta con il potere di veto.


Se la proposta dovesse passare lo stesso, allora la data di uscita del fork di LUNA dovrebbe rispettare la roadmap. Il documento di Do Kwon indica il 27 maggio come data di rilascio del nuovo network, facendo pensare che il progetto sia già a uno stadio avanzato di sviluppo e che l’airdrop dei nuovi LUNA arrivi a breve. Ora la domanda è una: la community di LUNAtics migrerà verso Terra V2, oppure una parte ignorerà il fork e continuerà a provare a ricostruire Terra Classic? Nei prossimi giorni si deciderà il futuro dell’intero ecosistema Terra. Sarà un futuro unito, o ci sarà un’altra supernova nel mondo crypto? Lo scopriremo solo quando arriverà il fork di LUNA!

Come sopravvivere a un crollo del mercato crypto e vivere sereni

Crollo crypto: 5 cose da fare durante un bear market

Il recente crash del mercato crypto ti ha sconvolto? Segui questa guida per scoprire 5 cose da fare durante un bear market!

Non è una novità, il mercato delle crypto è volatile: i prezzi cambiano in modo repentino, un po’ come accade nel mercato azionario. Dopo una bull run, prima o poi arriva un periodo bearish, e così via come le fasi lunari. 

Il crollo di LUNA e UST, però, ha lasciato tantissimi appassionati di crypto segnati e sconvolti, spaccando la community in due: c’è chi continua a fidarsi di Do Kwon e chi lo critica, mentre tantissime persone si sono ritrovate in balia del mercato ribassista generato dal crollo. 

Con questa guida vogliamo svelarti i trucchi per affrontare situazioni come questa e per essere sempre preparat* a ogni evenienza. Scopri 5 cose cose da fare durante un bear market

1. Keep calm…

Lo so, starai pensando “facile a dirsi, difficile a farsi!” Eppure, farsi prendere dal panico e agire impulsivamente è la cosa peggiore che si possa fare durante un crollo crypto. I numeri in rosso e le percentuali negative non piacciono a nessuno, ma vendere o acquistare senza ragionare è una pessima idea! Mantieni la calma, rifletti su quello che sta accadendo e considera le tue opzioni. Uno stop order, ad esempio, è un tipo di ordine che viene automaticamente inviato quando il prezzo di una crypto raggiunge una soglia da te impostata e può essere utile per evitare perdite eccessive e impreviste. Ricorda: nessuna bull run è infinita, ma questo vale anche per le fasi ribassiste!

2. …and DYOR!

A volte alcuni progetti sono destinati a scomparire, oppure si rivelano meno solidi e affidabili del previsto. Anche se è difficile ammetterlo, tutti facciamo degli errori, il segreto è non affezionarsi ai progetti. Invece di sperare che i soldi e il tempo che abbiamo messo in un progetto che sta fallendo prima o poi tornino, fermati e rifletti a mente fredda. Dopo che ti sei opportunamente informat*, fai le tue considerazioni: se pensi che la crypto non abbia la forza di affrontare la fase di crisi, non buttare altro denaro! Qualunque cosa succederà, avrai comunque guadagnato una preziosa lezione per il futuro e forse non avrai perso tutto, ma solo una parte del tuo capitale.

3. Valuta attentamente i tuoi acquisti

In un mercato bullish, le nuove aziende – e le nuove crypto – spuntano come funghi. Così come nascono, allo stesso modo crollano in una fase ribassista! Invece di acquistare “shitcoin” di dubbia utilità e con un white paper confusionario e impreciso, conserva i tuoi soldi per il prossimo progetto. Ad esempio, sai cosa vuol dire “blue chip”? Le crypto chiamate così sono quelle criptovalute ritenute dagli esperti come le più stabili sul mercato. BTC ed ETH, ad esempio, soffrono molto nelle fasi ribassiste. Eppure, sono sempre riuscite a risalire senza scomparire nell’oblio delle ultime posizioni di CoinGecko. In qualunque caso, non spendere più di quanto sei dispost* a perdere.

4. Time in the market > timing the market

Questo vecchio adagio utilizzato in Borsa si applica benissimo al mercato crypto. In breve, il detto si riferisce a una teoria secondo la quale sarebbe impossibile predire gli alti e bassi del mercato, e che i risultati migliori si ottengono con la costanza. Se non sei un trader professionista e non riesci a leggere con facilità e frequenza sufficiente grafici e indicatori, allora tentare di individuare in autonomia il momento propizio per acquistare potrebbe non essere facile. Molti, per evitare di cadere nelle trappole del mercato, ricorrono a strategie che tentano di moderare il rischio sul lungo termine come il Dollar-Cost Averaging (DCA). Ovvero: acquistare le proprie crypto preferite con piccolissime somme e a cadenza regolare, indipendentemente dal loro prezzo. Potrebbe fare al caso tuo?

5. Cambia prospettiva

Durante un crollo crypto è facile perdersi in pensieri negativi e nella confusione. Nei momenti di difficoltà, un esercizio che aiuta è provare a guardare le cose “dall’alto”, astraendosi dal proprio limitato punto di vista. Questo può essere utile anche per i mercati: invece di concentrarti solo sull’ultima settimana, prova a guardare il prezzo di Bitcoin dal 2009 ad oggi. Scoprirai che tra alti e bassi, crolli e scalate sorprendenti, BTC continua a essere la criptovaluta più diffusa e resiliente. Perciò dai tempo al tempo: che sia con un mercato bullish o con soluzioni a cui non avresti mai pensato, tutto in qualche modo troverà la sua strada.


Tra l’altro, sai qual è uno dei modi di dire preferiti dai bitcoiner? “Number go up”. Chi segue BTC dall’inizio sa benissimo che la moneta ha dovuto attraversare delle fasi di difficoltà. A volte sembrava quasi stesse per scomparire: Bitcoin è stato dichiarato morto più di 400 volte. Eppure qualche mese fa ha raggiunto un ATH che nessuno si sarebbe mai aspettato, e tutt’ora continua a essere scambiato per più di 25mila dollari. Anche Ethereum ha subito un tracollo in passato, ma rimane comunque una blockchain con tantissimi casi d’uso e sempre in fase di aggiornamento. Ricorda sempre: se fai le tue ricerche approfondite e acquisti crypto con moderazione senza spendere più di quanto puoi permetterti, saprai sempre cosa fare durante un bear market!

5 cose da sapere prima di fare staking

5 cose da sapere prima di fare staking

Ti interessa contribuire alla tua blockchain preferita ma non sai come funziona lo staking? Leggi queste 5 cose prima di cominciare!

Il mondo crypto è sempre più proof-of-stake: le blockchain stanno abbandonando il mining e abbracciando lo staking. Lo staking è un meccanismo di consenso che offre una scalabilità che il PoW non può raggiungere, almeno per ora. Sei interessato a fare staking di criptovalute? Sappi che non sempre è immediato come sembra, e devi essere ben informato prima di iniziare. Scopri 5 cose da sapere prima di fare staking di criptovalute!

Ripasso: che cos’è lo staking? 

Che cos’è lo staking? In breve, è il modo in cui le blockchain PoS assicurano trasparenza e sicurezza nella validazione delle transazioni. Grazie a questo meccanismo di consenso, tutti possono contribuire alla rete senza necessariamente diventare validatori. Mettere in staking le tue crypto vuol dire bloccare un certo numero di token o coin in un software, ricevendo in cambio delle ricompense dette staking reward. Al contrario del mining, non c’è bisogno di avere potenti computer per contribuire alla rete: basta possedere le crypto e bloccarle temporaneamente! 

Come fare staking di crypto? Puoi scegliere varie strade che dipendono da crypto a crypto. Cardano, ad esempio, supporta le staking pool, a cui puoi “delegare” i tuoi ADA. Altre crypto, come SUSHI o UNI, si basano sul fornire liquidità ai rispettivi ecosistemi DeFi. Per fare staking su Ethereum 2.0, invece, puoi delegare i tuoi ETH a una pool oppure puoi creare un nodo di validazione direttamente sul tuo computer! 

Qualunque strada tu scelga, prima devi capire bene che cos’è lo staking. Ecco cinque cose che devi assolutamente sapere prima di cominciare!

1. I token sono tuoi e rimangono tuoi

Ricorda: fare crypto staking non significa prestare i tuoi token a qualcuno! Anche se sono temporaneamente bloccati, lo staking non mette in discussione il possesso delle tue crypto. Sia che usi il tuo nodo di validazione, sia che deleghi le tue crypto o passi attraverso un exchange centralizzato, le coin non si muovono dal tuo wallet. Stai semplicemente bloccando temporaneamente quella cifra ottenendo staking rewards. 

2. Occhio al periodo di lock-up

Alcune blockchain impongono un periodo di lock-up quando si mettono le crypto in staking. Questo vuol dire che sei costretto a tenerle bloccate per un periodo di tempo predeterminato. Generalmente questo accade solo nei DEX o con lo staking diretto tramite wallet. Nel caso di exchange centralizzati, di solito questo non avviene: sbloccare le proprie crypto prima della fine del periodo stabilito, fa solo perdere le ricompense che si stavano accumulando. Quindi, se vuoi tenere aperta l’opportunità di vendere le tue crypto quando vuoi, considera lo staking su un CEX.

3. Cosa vuol dire essere un validatore

Hai scelto di diventare un validatore? Sappi che è un compito molto importante ed è fondamentale per la sicurezza della blockchain. Prima di lanciarti in questa avventura però devi essere sicuro di quello che stai facendo. Prima di tutto leggi per filo e per segno le istruzioni ufficiali che vengono messe a disposizione dal team di sviluppo della blockchain. Anche se sai che cos’è lo staking, ogni blockchain funziona in maniera leggermente diversa. Ma il requisito più importante è una connessione a Internet sempre attiva: per garantire che le transazioni della rete avvengano senza problemi, i validatori devono essere sempre raggiungibili dalla blockchain. Se la tua connessione a Internet non è stabile, potresti subire penalizzazioni.

4. Attento allo slashing

Per rendere la blockchain sicura, tutte le reti proof-of-stake hanno dei sistemi che penalizzano i nodi validatori che non contribuiscono adeguatamente al network. Ad esempio, un validatore che non riesce a essere connesso a Internet 24 ore su 24, oppure uno che cerca di manipolare le transazioni attraverso dei software maligni, viene punito con lo slashing. Cos’è lo slashing? Immaginalo come una specie di multa. Quando un validatore si comporta in maniera non ottimale o, peggio, non onesta, allora il sistema applica una multa e penalizza quel validatore, riducendo la sua ricompensa. Questo vale anche quando deleghi i tuoi token: se il validatore a cui deleghi non riesce a garantire un servizio ottimale, allora stai indirettamente ricevendo ricompense inferiori del normale.

5. Scegliere le staking pool e i validatori migliori

Scegliere la staking pool o i validatori migliori a cui delegare le proprie crypto non è sempre facile. Per trovare le migliori, devi aggiornarti costantemente sullo stato della pool a cui stai contribuendo e assicurarti che stia lavorando bene.

Considera di cambiare pool se ti accorgi che le tue ricompense sono costantemente intaccate dallo slashing, visto che è un chiaro segnale che quel validatore non è affidabile. A volte può addirittura capitare che un validatore o una pool smettano di funzionare, e se non rimani informato su quello che sta succedendo alle tue coin puoi ritrovarti una brutta sorpresa quando apri il tuo wallet. Insomma: fare crypto staking è molto di più che mettere il tuo denaro in un conto deposito e aspettare che la somma cresca. C’è bisogno di costanza! Questo, alla fine, è un bene per la rete: gli staker sono incentivati a scegliere i validatori migliori e più affidabili, e in compenso l’intera blockchain è più efficiente e sicura. Se invece non hai tempo da dedicare al crypto staking, affidati a un exchange centralizzato per ottenere ricompense costanti senza preoccuparti di tutto il resto.

Adesso sai come fare staking e sei pronto per le tue prime staking reward! È grazie a te che la tua blockchain proof-of-stake preferita è decentralizzata e sicura, ed è grazie a te se milioni di persone si fidano delle crypto. Buono staking!