Kusama (KSM) arriva su Young Platform!

kusama

Nuovo listing su Young Platform! Ecco KSM, il token di Kusama, la blockchain per chi vuole sperimentare il Web3

Dagli sviluppatori di Polkadot, dal co-fondatore di Ethereum, dalla tecnologia della Web3 Foundation, ecco Kusama! Da oggi su Young Platform puoi comprare KSM, il token della blockchain conosciuta come campo di prova per gli sviluppatori di progetti decentralizzati. 

Che cos’è Kusama?

Kusama è una blockchain nata nel 2016 come versione sperimentale di Polkadot. L’obiettivo dei suoi sviluppatori era avere a disposizione un network con un token effettivamente sul mercato per poter testare dapp o aggiornamenti, e poi trasferirli su Polkadot. Proprio per questa funzione di test, Kusama viene chiamata “canary network”, in riferimento al ruolo di esplorazione dei canarini usati dai minatori per rilevare eventuali gas nocivi nelle miniere. 

Pur essendo indipendente da Polkadot, Kusama ne condivide il codice e, come quest’ultima, viene definita blockchain Layer 0 su cui costruire parachain e parathread. Rispetto a Polkadot, Kusama è una blockchain più leggera e veloce nello sviluppo di progetti decentralizzati. 

Che cos’è KSM?

KSM è il token nativo della blockchain Kusama. Il token KSM viene utilizzato principalmente per lo staking su cui si basa il meccanismo di consenso della blockchain, il Nominated Proof-of-Stake. Secondo questo meccanismo i validatori dei blocchi vengono nominati sulla base della quantità di KSM in staking. Il token viene utilizzato anche per votare i referendum sulla governance del network e per collegare parachain e parathread al Layer 0.

Perché abbiamo scelto KSM?

Come Polkadot, Kusama punta su di una caratteristica fondamentale per le blockchain del Web 3.0, ossia l’interoperabilità. Insieme le due chain costituiscono un ecosistema incentrato sullo sviluppo tecnologico scalabile e sicuro. Infatti Kusama è perfetta per sperimentare in maniera economica e veloce le potenzialità di Polkadot. Kusama è molto più flessibile e stabilisce regole meno stringenti per gli sviluppatori. Dopo aver ingranato la marcia su Kusama, si può partire in quarta su Polkadot!

Quali pair sono disponibili per KSM?

  • KSM – EUR

Vuoi saperne di più?

Leggi l’articolo di Academy su Kusama!

Gender gap nel settore crypto? La parola alle donne italiane

donne in crypto

Si parla spesso di gender gap nel settore dell’informatica e della finanza, e nel mondo crypto? Ecco la visione di 7 donne italiane. 

Chi frequenta l’ambiente fintech non ha problemi a nominare qualche CEO donna, e lo stesso possiamo dire per il settore crypto a livello internazionale.

Ma in Italia, considerando la piccola dimensione del mercato, a che punto siamo? 

Chi sono le donne che lavorano in prima linea e portano valore in questo settore ogni giorno?

Te ne presentiamo 7: Raffaella Aghemo, Cristina Baldi, Silvia Bosso, Enza Cirone, Francesca Failoni, Maria Magenes e Saveria Spezzano, tutte professioniste con esperienze ed età diverse.

Non solo scopriremo chi sono, ma abbiamo chiesto direttamente a loro cosa pensano della questione “gender gap” (disparità di genere) e cosa si possa fare per incoraggiare le donne ad avvicinarsi al settore crypto e blockchain.

La risposta di Enza Cirone

“A mio parere sarebbe necessario agire lungo due direttrici: le norme sociali e la formazione.

Da una parte, è necessario un cambiamento di approccio che si rispecchi nella società: più atti normativi che favoriscano la parità di genere e norme sociali che si riflettano in azioni concrete volte a garantire una reale rappresentazione delle donne nel settore blockchain (ad es. più donne nei consigli di amministrazione di grandi società). 

Dall’altra parte, dato il tecnicismo che caratterizza la tecnologia blockchain e il settore crypto, è opportuno fornire alle professioniste strumenti utili per poter essere competitive, incentivando progetti e corsi di formazione rivolti a donne, come il programma DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center al quale ho avuto il piacere di partecipare.

Esempi come questo testimoniano come vi sia sempre più attenzione a questo tema e alle problematiche ad esso connesse e come alcuni degli strumenti idonei a garantire un futuro più equo e sostenibile per le prossime generazioni siano davvero a portata di mano. È ora di cogliere queste opportunità!”

Chi è Enza Cirone

Enza è una dottoranda di ricerca in European and Transnational legal studies presso l’Università di Firenze e il suo progetto di ricerca indaga le implicazioni legali di data protection della tecnologia Blockchain. Ha svolto periodi di ricerca presso la Commissione europea collaborando con il legal team della Unit for Digital Innovation & Blockchain della DG CONNECT, presso il Max Planck Institute for Innovation and Competition di Monaco di Baviera e sta attualmente lavorando presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea.

È membro ricercatore dell’Associazione Blockchain Italia e del network internazionale Blockchain Ladies ed è associate member dell’unità di ricerca BABEL (Blockchain and Artificial Intelligence for Business, Economics and Law) del dipartimento di Economia and Management dell’Università di Firenze. È anche una alumna del programma di formazione DLT Talents organizzato dal Frankfurt School Blockchain Center.

La risposta di Saveria Spezzano – Women of Crypto

“Credo che le donne abbiano bisogno di esempi, modelli a cui ispirarsi, abbiano bisogno di essere incoraggiate.
Ricordiamoci che i tempi sono cambiati e che questo meraviglioso settore è aperto a chiunque abbia passione e voglia di aggiornarsi. 
La blockchain, come le crypto e l’innovazione in generale hanno bisogno di donne. Pensate a quanto tempo hanno perso le nostre nonne chiuse in casa a stirare, che noia

Ora tocca a noi.

Chi è Saveria Spezzano

Saveria ha una laurea in Economia e una magistrale in Tecnologia e gestione dell’Innovazione, con una tesi incentrata sul mondo degli NFT. Pugliese di nascita, ha vissuto prima a Roma e ora in Spagna. Con l’alias Women of Crypto, ha un canale YouTube dove parla di Blockchain e Criptovalute, e contemporaneamente si occupa del Marketing di un’impresa che sviluppa software, anch’essa molto attiva sul fronte gender gap in ambito STEM.

La risposta di Raffaella Aghemo

“In un momento storico in cui è importante riguadagnare fiducia nel futuro, occorre anche volgere uno sguardo più attento all’emisfero femminile, in termini di competenze, partecipazione e coinvolgimento.

Come ho spiegato anche in un recente lavoro, appare sempre più evidente una forte componente femminile nel settore delle nuove tecnologie e della blockchain!

Occorre, però, anche “accettare” la presenza delle donne in sempre maggiori ambiti, ma non nel senso di una “apertura di genere”, che già di per sé sarebbe giusta ed auspicabile, ma nel senso di una agognata “meritocrazia”, atta a premiare chi è preparato, senza badare a genere, estrazione sociale, etnia eccetera. Solo in questa maniera si incoraggeranno le nuove leve a proporsi, a rischiare, a lanciarsi in nuove e stimolanti sfide.”

Chi è Raffaella Aghemo

Raffaella è una Innovative Lawyer, consulente ed autrice di pubblicazioni su Intelligenza Artificiale e sulla blockchain che indagano i profili tecnologici alla luce di futuri scenari normativi. Co-Founder di Iusintech, team interdisciplinare tutto al femminile di supporto alle imprese nel nuovo panorama tecnologico

La risposta di Maria Magenes

“Questo settore, essendo molto giovane, può sicuramente sembrare complesso, quasi ostico, e non solo per le donne. Spesso si pensa che sia necessario un background tecnico, ma non è così. Semplicemente, per tutti i ruoli nel settore, c’è tanto da capire e tantissimo da imparare. C’è da rimboccarsi le maniche e uscire dalla comfort zone. Sicuramente una delle cose che mi sento di dire è che non c’è genere nell’apprendimento.

Quello che ho personalmente notato in questi 3+ anni nel settore è che tutti, uomini, donne stiamo imparando insieme. Non c’è mai stata discriminazione nei miei confronti e trovo che il miglior modo per attrarre talenti e donne, in questo mondo sia raccontare e condividere più che possiamo le nostre storie positive, storie di inclusività. A livello personale, rendersi disponibili a dare consigli.”

Chi è Maria Magenes

Maria è entrata nel mondo della Blockchain ed in particolare della Finanza Decentralizzata (DeFi) nel 2018. Oggi è Marketing Lead di Oasis.app, che permette l’accesso al protocollo Maker e la creazione del Dai. Inoltre collabora con Balancer e supporta diversi progetti relativi all’education sulla blockchain, tra cui DeFi Africa e She256. Precedentemente ha ricoperto per 2 anni il ruolo di Marketing Lead Europe & Africa per MakerDAO e per un anno quello di Head of Marketing ad Aave. Prima di entrare nel settore, è stata diversi anni parte del team di Marketing Strategy a Sky Italia. Maria ha studiato International Management all’Università Bocconi.

La risposta di Silvia Bossio

“Come diciamo sempre noi del Crypto bar, sarebbe un elemento incoraggiante dell’ottimo champagne contornato da studio generale del mercato crypto e blockchain

Non è una questione di genere, come ripeto da anni, ma di mente. Questo settore si muove velocemente, nuovi spunti di studio, nuove realtà, nuove esperienze da vivere e condividere. 

Non esiste il concreto bisogno di incoraggiare un’altra persona (donna o uomo), ognuno si crea la sua cultura per determinati bisogni e obiettivi. Sono dell’idea che essa non abbia confini, non esiste nessun genere, nessuna classe sociale o politica, non abbiamo bisogno di categorie, le quote rosa esempio, marketing per molti, valore di pochi. 

Il mio consiglio? 

Se interessa un determinato argomento, lo studio e l’informazione sono essenziali, é il pizzico di passione in più che fa il resto. “

Chi è Silvia Bossio

Silvia è una delle prime e poche donne in Italia ad aver percepito e cavalcato l’ondata tecnologica del settore Blockchain e Bitcoin.

Durante i suoi studi in merito fonda quello che si chiama adesso “The Timist” e scrive articoli per hobby sulle nuove tecnologie, firmandosi a volte con il suo alterego, Silvia Jones. Da oltre 5 anni si occupa di portare valore alla community italiana, è una delle Founder di Crypto Bar.  Community Manager di Seed Venture e Direttore Generale di Chainblock.

La risposta di Francesca Failoni

“Dalla mia esperienza professionale nel mondo blockchain ho capito che l’importante non è tanto parlare di donne e uomini quanto di persone che portano contributi nuovi e di valore, competenza e idee diverse. Questa tecnologia rivoluzionaria sta alimentando un settore professionale in costante evoluzione che oggi è rappresentato da una community in rapida crescita, dove il confronto è alla base e l’inclusione è fondamentale per delineare una prospettiva efficace sull’innovazione.

Non avere quindi paura di buttarsi e puntare a seguire la propria passione con determinazione e perseveranza, impegnarsi e aggiornarsi anche grazie alle nuove possibilità di formazione che si stanno sviluppando, perché ritengo sia il momento giusto e una reale opportunità per le donne di inserirsi in un campo variegato, aperto e ancora giovane, che non può avere una visione solo maschile ma che ha bisogno di noi per guardare al futuro!”

Chi è Francesca Failoni

Francesca è Chief Financial Officer e co-fondatrice di Alps Blockchain e Idromine, impresa che si pone l’obiettivo di rendere sostenibile il processo di mining legato alla tecnologia della blockchain in Italia. Laureata in Economia e Management presso l’Università degli Studi di Trento, attualmente frequenta il master in Management delle tecnologie, innovazione e sostenibilità presso Università degli Studi di Roma – La Sapienza. Durante il percorso accademico entra a far parte di Junior Enterprise dell’Università di Trento  (JETN) e guida il progetto del FintechLab per mettere in contatto le startup del territorio operanti nel settore Fintech e Blockchain. 

La risposta di Cristina Baldi 

“Nonostante il consistente divario tra il numero di investitori uomini e donne a favore del primo, è sicuramente di grande auspicio prendere atto del risultato dell’analisi compiuta durante lo scorso mese di Febbraio di N26 sul mondo crypto: negli ultimi tre anni la percentuale di donne che detengono Bitcoin è triplicata. Un dato interessante soprattutto se analizzato in un contesto più ampio dove la carenza di presupposti e delle condizioni per l’indipendenza finanziaria della donna è ancora una realtà di fatto.

L’adeguamento del gap salariale contribuirebbe sicuramente a spingere la propensione all’investimento femminile fino ad ora molto bassa e prevalentemente destinata a contribuire ai bisogni della famiglia soprattutto per quanto riguarda la gestione e la cura dei figli. Tale tendenza è da considerarsi un’evidenza storica il cui protrarsi ha determinato anche un allontanamento dell’interesse femminile dalle tematiche e dalla conoscenza delle opportunità esistenti sul mercato. Ecco perché iniziative di educazione finanziaria che prevedano livelli di coinvolgimento diversi sono da considerarsi una delle opportunità più utili per sensibilizzare, far conoscere e coinvolgere sempre più donne nelle possibilità di investimento esistenti sul mercato. 

Il mondo delle criptovalute peraltro offre di per sé un’ulteriore opportunità dettata dal fatto che non esistono soglie minime per entrare sul mercato. Se ne parla ancora poco, da un lato per questioni culturali dall’altro perché gli impatti mediatici legati a questo mondo non sempre positivi, creando reticenze e frizioni all’avvicinamento verso questo mondo.

Sono auspicabili iniziative di educazione finanziaria fin dalla scuola elementare che riescano a trasmettere in una fascia di età ancora poco segnata dagli stereotipi di genere che la crescita finanziaria come anche la possibilità di lavorare nel mondo delle tecnologie come la blockchain sono opportunità al pari di tutti. La sensibilizzazione di fasce di età più giovane può contribuire in modo reale a un cambiamento dello stato attuale delle cose, per osmosi e sicuramente per impatto creando un interesse sempre più importante e consistente anche per il mondo femminile nei confronti delle materie finanziarie.”

Chi è Cristina Baldi

Cristina ha un’esperienza ventennale come manager della finanza d’impresa, del credito e gestione dei rischi in aziende multinazionali e intermediari del credito. 

Specializzata nella tecnologia Blockchain e le sue applicazioni, aiuta le persone a fare operazioni consapevoli con le criptovalute e le imprese a definire i fattori per stare sul mercato in modo competitivo, associare ad essi i propri progetti di innovazione e le soluzioni finanziarie più idonee. Formatrice in tema di Blockchain e finanza d’impresa. 

Donne e crypto, a che punto siamo?

Gender Gap: Le donne nel settore crypto

Le donne comprano crypto? Quante sono lavoratrici nella blockchain? Quali progetti si dedicano a valorizzare la presenza femminile?

L’8 Marzo è l’occasione per parlare dell’emarginazione che ancora colpisce le donne in diversi contesti e in diverse misure, e di come si affronta.

Qual è dunque il loro ruolo nel mondo crypto? Scopriamo un po’ di dati sul rapporto tra le donne e la blockchain e alcuni progetti interessanti che si occupano di creare community al femminile. 

Nel settore crypto esiste un Gender Gap?

Lo studio sul gender gap nel settore crypto pubblicato da BlockFi a Settembre 2021 ha presentato il rapporto tra donne americane e criptovalute. I dati più significativi? Il 92% delle donne ha sentito parlare delle criptovalute, ma solo una su quattro (24%) ne possiede. Tra queste il 71% nel suo wallet ha BTC, il 42% DOGE e il 18% ETH, insomma si va sul classico! L’80% delle donne intervistate trova ancora difficile capire il settore e i suoi meccanismi e il 72% crede che comprare crypto sia troppo rischioso. BlockFi nota una crescita nella consapevolezza crypto, secondo il sondaggio il 45% delle donne ha detto di sapere come acquistare criptovalute mentre sei mesi prima, solo il 23% aveva risposto affermativamente alla domanda.

Questi dati di per sé raccontano che le donne dentro al mondo crypto sono ancora un gruppo ristretto, tuttavia ci troviamo nell’area limitata degli Stati Uniti dove le criptovalute sono nel discorso pubblico da più tempo rispetto al resto del mondo. Cosa succede a livello internazionale? Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum di Aprile 2021 descrive una situazione ancora più lontana. La prima considerazione è davvero scoraggiante, dopo la pandemia COVID-19 ci vorranno 135 anni per colmare il gap di genere. Il report non ha una sezione specifica per lo spazio crypto, che può essere tuttavia compreso nei settori in rapida crescita come cloud computing, ingegneria, intelligenza artificiale. Nonostante in questo campo si registri una bassa partecipazione delle donne, è comunque più alta rispetto a quella di altri settori

Le criptovalute? Servizi finanziari per tutte! 

Come ha notato la CNBC, “le criptovalute sono uno strumento finanziario del 21° secolo con un problema del 20°: non ci sono abbastanza donne”. La disparità di genere nei servizi finanziari esiste da secoli, fin dalla loro nascita le criptovalute grazie alla decentralizzazione hanno promesso di fornire servizi finanziari a coloro che sono sempre stati emarginati, come donne e minoranze. Ma la strada da fare è ancora lunga come abbiamo visto dai report sul coinvolgimento delle donne nel mondo crypto. La situazione è ancora più spinosa se si combina il genere alle minoranze. Non è una novità l’esclusione delle donne dai servizi finanziari, per secoli le donne non hanno potuto sottoscrivere prestiti, ottenere mutui, possedere carte di credito senza avere un co-firmatario maschio. Ma anche le minoranze hanno affrontato le barriere del sistema economico. Queste pratiche discriminatorie sono completamente sparite? Sembrerebbe che intere fasce di pubblico si stiano avvicinando alle criptovalute per sopperire alla discriminazione finanziaria. Vediamo alcuni progetti e iniziative per avvicinare le donne alla blockchain e alla DeFi. 

Il Black Women Blockchain Council 

Olayinka Odeniran ha fondato nel 2018 il Black Women Blockchain Council dopo la North American Bitcoin Conference in cui degli 88 conferenzieri, solo 3 erano donne. L’obiettivo dell’associazione è “creare uno spazio sicuro che ispiri, formi e attivi una catena economica di talenti costituita da donne di colore che perseguono carriere professionali e imprenditoriali nel campo della blockchain e in quello fintech”. Il BWBC promuove la connessione, il lavoro, la condivisione e la crescita di uno spazio comune. 

Boys Club: concetti crypto spiegati sui social

Deana Burke è una delle fondatrici di Boys Club, una startup nata sul concetto di avvicinare più donne e persone non-binary nello spazio crypto e al Web3, la prossima fase di internet. Burke ha spiegato che il loro intento non è convincere le persone sulla “bontà” delle crypto o degli NFT”, ma rendere Boys Club uno spazio sicuro e leggero per le donne che sono curiose e vorrebbero fare qualche domanda. La community è vasta e comprende profili tra i più disparati come poetesse, fioriste, accademiche. Burke racconta: “stanno cercando di capire come la loro attività di agopuntura potrebbe muoversi nel Web3”. Boys Club si muove soprattutto sui social con il nome BoysClub.eth, con video ironici e che strizzano l’occhio alla cultura pop, spiegando concetti di base del mondo crypto. Che cos’è una DAO, in cosa consiste lo staking, come comprare criptovalute.

La prima indagine sulle donne lavoratrici blockchain in Italia 

L’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) insieme alla community internazionale Blockchain Ladies ha realizzato il primo studio sulle professioniste del settore dal titolo “Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa”. Oltre a presentare la situazione delle donne che lavorano nel settore blockchain, fornisce una panoramica di come questa tecnologia venga usata e le sue potenzialità per il futuro. Tra arte, mondo legale, imprenditoria. All’indagine hanno partecipato vari atenei italiani.

Dai risultati dello studio si può notare come la maggior parte delle donne che lavora con la blockchain appartiene alla fascia d’età tra i 26 e i 32 anni, mentre in Italia la fascia d’età si allarga fino alle over 50. Sul piano regionale, si registra “un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia”. In Europa il primato di donne e blockchain va alla Spagna, seguita da Germania e Portogallo. 

World of Women con The Sandbox

Gli NFT sono uno strumento con cui le artiste si stanno affermando nel mondo crypto, la collezione World of Women (WoW) di Yam Karkai è diventata famosissima proprio per questo. WoW è una collezione di 10 mila token non fungibili che rappresentano volti di donne di tutte le forme e colori, qualcuno le paragona ai CryptoPunks o alle Bored Ape e in effetti il loro successo sembra calcare le loro orme. Oltre a celebrare la fierezza e l’unicità femminile con la sua arte, Karkai insieme al suo team ha aperto anche un fondo per la promozione dell’arte crypto tra le donne.

Tra i collezionisti di WoW ci sono diversi personaggi, come Reese Witherspoon che ha intenzione di raccontare la collezione all’interno di un film. Le WoW sono inarrestabili: è stata appena annunciata una collaborazione con The Sandbox per portare gli NFT all’interno del Metaverso. La partnership prevede la creazione della WoW Foundation che con 25 milioni di dollari si occuperà di coinvolgere le donne nel settore della decentralizzazione. A The Sandbox presto comparirà uno spazio dedicato alla causa femminile, un museo virtuale in cui esporre la collezione e la WoW University che offrirà tutorial e guide per iniziare con il Web3. 

Cronje, addio a Yearn Finance e al mondo crypto

Cronje Yearn Finance

Andre Cronje, padre della finanza decentralizzata e di Yearn Finance, abbandona l’ecosistema DeFi per dedicarsi ad altri progetti

Andre Cronje, il creatore di Yearn Finance, saluta la DeFi dopo aver contribuito al suo sviluppo per 4 anni. L’annuncio è stato dato dal suo partner alla Fantom Foundation, Anton Nell, che si ritirerà insieme al collega. La notizia era nell’aria già da un po’: Cronje non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti della community DeFi. Cosa succederà ora a YFI e agli altri protocolli che ha lanciato?

Andre Cronje abbandona Yearn Finance e la DeFi

Yearn Finance, lanciata nel 2020, è una blockchain che ha aiutato fin dall’inizio chi è interessato alla finanza decentralizzata. Il protocollo, sviluppato da Cronje, seleziona automaticamente le piattaforme di yield farming che danno le ricompense più alte, semplificando la vita a chi si occupa di DeFi. YFI è stata rilasciata nel 2020, e durante la ICO, il suo fondatore non ha riservato nessun token per sé.

Cronje ha lavorato nel mondo crypto fin dal 2018. Come mai ha deciso di dedicarsi ad altri progetti? In realtà, lo sviluppatore ha più volte mostrato profonda insofferenza nei confronti della community, specialmente verso la parte più interessata alla finanza decentralizzata. Senza peli sulla lingua, si è scontrato più volte con alcune persone sui social su temi come decentralizzazione e responsabilità, arrivando persino a definire la community “tossica”.

Andre Cronje ha sempre lavorato da solo, ma dopo che i suoi protocolli hanno cominciato ad avere successo, si è ritrovato criticato e attaccato per svariati motivi. “Non importa quello che fai, gli utenti saranno scontenti, e puoi star certo che te lo diranno” scrisse nel 2020. Alla fine, insieme ad Anton Nell, ha deciso di abbandonare il mondo crypto senza fornire alcuna spiegazione.

Cosa succede a Yearn Finance e alle altre dapp di Cronje

La community DeFi ha reagito in maniera poco ottimista all’annuncio di Cronje. Alcuni utenti gridano persino al “rug pull”, anche se in questo caso è un termine del tutto fuori luogo. Lo sviluppatore, infatti, ha solo detto che non supporterà più le sue dapp, ma ha lasciato la strada libera a chiunque voglia prendere il suo posto. Tutti i codici che ha scritto sono infatti open-source. Nonostante questo, YFI, FTM e il suo ultimo progetto SOLID sono scesi di prezzo.

Secondo la maggior parte degli esperti, però, l’abbandono di Cronje non interferirà con il funzionamento della DeFi. Uno sviluppatore del team di Yearn Finance ha criticato il panic selling generale, facendo notare che “Andre non lavora a Yearn Finance già da un anno”. James Hancock, ex-sviluppatore di Ethereum, ha ulteriormente spiegato la situazione. “Gli smart contract sono immutabili e non hanno bisogno della supervisione di Cronje per funzionare. [Cronje] sta solo interrompendo il supporto alle pagine web delle dapp”.

Cosa significa questo? Vuol dire che, semplicemente, andrà persa l’interfaccia grafica che permetteva agli utenti di interagire con la blockchain e le dapp. Questo non vuol dire che gli smart contract non avranno più valore, o che Yearn Finance smetterà di funzionare. I programmatori potranno continuare il lavoro di Cronje e creare nuove interfacce grafiche per rendere il protocollo più user-friendly.

La paura che tutti i token impiegati negli smart contract vadano perduti, quindi, è praticamente ingiustificata; le transazioni sono ancora conservate all’interno della blockchain. Cronje, poi, non seguiva più attivamente lo sviluppo né di YFI né di Fantom. L’ecosistema DeFi continuerà a sopravvivere anche senza uno dei suoi sviluppatori più brillanti. Questo è il vantaggio della decentralizzazione!

Crypto Attack: è online la web serie educational con Giovanni Muciaccia

crypto attack

Il conduttore televisivo, popolare per il programma tv “Art Attack”, collabora con la startup fintech per avvicinare le nozioni della blockchain e delle monete virtuali al grande pubblico

Torino, 23 febbraio 2022 – Una vera e propria web serie educational suddivisa in sei puntate, ideata per spiegare in modo semplice e comprensibile le criptovalute a un pubblico di giovani e non solo: si intitola “Crypto Attack” e va “in onda” sui canali di Young Platform, con il volto familiare di Giovanni Muciaccia nei panni del protagonista. Il conduttore televisivo sarà infatti l’instancabile divulgatore che, tra alterne vicende, svelerà alla community online come nasce un bitcoin, chi sono i “miners”, che cos’è la blockchain e tanto altro, con lo stesso stile che lo ha reso popolare presso una grande audience dai Millennial alla Gen Z grazie al noto programma “Art Attack”.

“Ogni sabato pomeriggio Giovanni ci ricordava in tv che ‘non bisogna essere dei grandi artisti per fare dell’arte’: una frase in apparenza semplice, ma che ci ha ispirato moltissimo perché lo stesso vale per le criptovalute – osserva Andrea Ferrero, amministratore delegato di Young Platform -. Forse non bisogna essere dei grandi esperti per capire il mondo crypto, ma bastano un po’ di stupore di fronte alla complessità delle nuove tecnologie e di creatività nel voler conoscere una nuova materia. E chi meglio lo poteva dimostrare di Giovanni, col suo spirito ‘forever Young’?“.

Più di un terzo dei Millennial ritiene che le criptovalute sostituiranno presto i contanti, le carte di credito e di debito. All’opposto, tra gli over 55 prevale la diffidenza per il timore di una bolla finanziaria e l’impressione di avere a che fare con uno strumento a bassa liquidità. Un terzo degli intervistati non ha idea di come funzionino e il 40% ne ha una comprensione solo parziale. I più giovani probabilmente adotteranno le monete virtuali più rapidamente, in Italia il 14% di loro (età 18-34 anni) ha già comprato o venduto criptovalute (dati Deutsche Bank, 2020), ma hanno bisogno di essere educati su questo nuovo mondo.

Su questo fronte, Young Platform è impegnata da sempre, nel comunicare nozioni corrette e informazioni accurate riguardo tematiche di economia tradizionale, crypto e tecnologia blockchain, attraverso i contenuti dell’Academy online. Gli utenti alle prime armi vengono inoltre coinvolti attraverso l’app Young Platform Step che, attraverso modalità di gamification, permette loro di camminare e rispondere a quiz riscattando il token YOUNG, per ogni sfida e obiettivo completato. Un approccio edutainment perfettamente coerente con lo stile comunicativo di Muciaccia.

Una pizza, un trenino o una cassetta di frutta: tra semplici metafore e ingegnosi espedienti artistici, il conduttore riuscirà sempre a trarsi d’impaccio spiegando in video brevi (non più di 2.30 minuti), concetti relativi alle criptovalute apparentemente distanti dal linguaggio comune.

Ho sempre cercato di imparare e raccontare ai miei figli qualcosa che faccia parte della loro contemporaneità e del nostro futuro – rivela Muciaccia –. Perciò, quando Young Platform mi ha contattato chiedendomi di partecipare a questo progetto, mi è sembrata un’ottima occasione. Ho scoperto solo allora, parlandone a casa, che mio figlio più grande conosceva già Bitcoin e le criptovalute. È stata una vera sorpresa. Ho riflettuto molto e il progetto ha assunto un significato decisamente diverso. Da persona curiosa quale sono, ho passato molto tempo in riunione con il team di Young Platform per cercare di capire, metabolizzare e realizzare una serie di ‘attacchi d’arte’ capaci di rappresentare con metafore e similitudini un mondo difficile e stimolante come quello delle criptovalute. È stata un’esperienza davvero interessante per me e, spero, per tutti quei bambini, ormai decisamente adulti, che sono cresciuti con Art Attack”.

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Dogecoin registra il marchio per impedire truffe

Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe

Nel mondo crypto per evitare usi impropri e truffe è fondamentale registrare marchi e proprietà intellettuali. Scopri il caso Dogecoin!

Il settore crypto è giovane e in formazione perciò ogni occasione è buona per trarre insegnamenti e consigli utili. Il caso del marchio di Dogecoin e dei suoi tentativi di registrarlo ci porta a riflettere sull’importanza di una certificazione per i progetti su blockchain. 

La Dogecoin Foundation registra i marchi di DOGE in Unione Europea

“Un grande successo. È una piccola vittoria che sembra così irrilevante visto tutto quello che sta succedendo nel mondo, ma è un passo importante. Dato un numero crescente di tentativi in malafede di registrare marchi per “Doge”, “Dogecoin” e anche per i loghi creati per Dogecoin da Christine Ricks, da parte di persone e organizzazioni, non avevamo altra scelta che registrarli per proteggere tutti i buoni shiba nella community di Dogecoin”, questo è il testo del tweet apparso il 2 Marzo 2022 nel feed della Dogecoin Foundation. Nomi e loghi sono stati registrati con una pratica datata 13 gennaio 2022, presso l’European Union Intellectual Property Office con lo scopo di impedire che vengano sfruttati per truffe o estorsioni. 

Quindi sono vietati i meme Dogecoin?

Un Dogecoin enthusiast ha prontamente commentato la bella notizia sollecitando chiarimenti sull’uso dell’immagine della crypto per creare meme o simili. Potrà essere ancora sfruttata? Come trattare i meme creati prima del deposito del marchio? Ottimo spunto direttamente dalla community unita sotto il segno dei meme! Jens Wiechers, membro del consiglio esecutivo della fondazione, ha spiegato: “il problema non è (e non è mai stato) l’uso in meme, ecc, ma i tentativi di persone completamente non affiliate con Dogecoin per registrarli, che hanno davvero senso solo se vogliono poi estorcere direttamente la comunità o il progetto Dogecoin, gli sviluppatori, la fondazione, ecc”. Lunga vita ai meme! A proposito, lo sai che è appena partito il Meme Contest di Young Platform?

Perché Dogecoin registra il suo marchio crypto anti truffe?

Dopo mesi di inattività, ad Agosto 2021 la Dogecoin Foundation si è rimessa in motoper supportare sviluppatori, progetti intorno alla meme-coin, il futuro stesso della blockchain. Da quel momento ha affrontato diversi problemi relativi all’uso del suo nome e del suo logo. Tutto perché il marchio non è stato protetto al momento della sua creazione nel 2014. Negli Stati Uniti Dogecoin ha cominciato a competere con almeno una dozzina di altri enti che volevano registrare il nome “Dogecoin” all’U.S. Patent and Trademark Office. Sembrerebbe che esistano più di 100 criptovalute non legate alla Dogecoin Foundation che ne usano ugualmente il nome

Le battaglie per il marchio Dogecoin 

Oltre al centinaio di progetti crypto che usano il nome “Dogecoin” c’è anche un’azienda nelle Isole Cook che porta lo stesso nome della meme-coin. Questa reclama la priorità sul nome dal momento che la Dogecoin Foundation, con sede in Colorado, era stata abbandonata per diverso tempo. Sempre ad Agosto la Fondazione ha inviato una lettera a un progetto nominato Dogecoin 2.0 chiedendo di cambiare il nome.

La lezione del caso Dogecoin? Registrare i marchi di un progetto crypto alla nascita. Tra l’altro ottenere il copyright per le criptovalute non è sempre una passeggiata, non è come ottenere il nome per un esercizio commerciale, un bene o un servizio generico. La questione è stata affrontata a proposito della vicenda del marchio Dogecoin, anche dal Wall Street Journal. Con marchio si intende una parola, un nome, un simbolo o una frase usata per identificare e distinguere un prodotto o un servizio. Tuttavia per una criptovaluta potrebbe essere complesso dimostrare di essere un prodotto o un servizio, quando viene usata principalmente come mezzo di scambio. 

Inoltre un marchio per essere registrato deve essere legato in maniera univoca a un ente, un’azienda o una fondazione. Il rischio per Dogecoin era non essere associato alla Dogecoin Foundation ma semplicemente alla criptovaluta. L’USPTO (l’equivalente statunitense dell’European Union Intellectual Property Office) si è già espresso riguardo al termine “Bitcoin”, troppo ampio e descrittivo di generici servizi di pagamento online per essere considerato un vero e proprio marchio. Potrebbe essere veramente difficile rivendicare una proprietà intellettuale se un nome non registrato dovesse cadere nel dominio pubblico.

Intervista a Emanuele Dascanio, gli NFT tra arte e tecnologia

Cosa sono gli NFT Per Emanuele Dascanio un ponte tra arte e tecnologia

L’artista NFT Emanuele Dascanio ci anticipa i suoi prossimi progetti e parla del rapporto con la tecnologia

Ecco la seconda parte dell’intervista, che si concentrerà sull’opera di Dascanio, i suoi progetti in corso e sul suo rapporto col settore crypto e blockchain.

Andiamo nel pratico: come crea un NFT Emanuele Dascanio?

Quale formato preferisci per i tuoi token non fungibili??

Prediligo il video rispetto a immagini statiche, quelle le ho già nella mia arte fisica. Quando sono entrato nel processo di tokenizzazione dell’opera sarei potuto entrare semplicemente mettendo delle immagini delle mie opere su blockchain. Ma è come una stampa delle copie. Per me non è abbastanza, i token non fungibili si possono sfruttare molto di più! Allora ho scelto i video. All’inizio è stato difficilissimo trovare aiuto per la realizzazione di questi video. L’idea è applicare un velo digitale sulle velature fisiche dell’opera. Prima degli NFT, le mie opere erano come libri che con l’ultima pagina concludevano una storia. Ora c’è un’altra storia dopo la parola “fine”. Gli NFT sono un modo per integrare o alterare il concetto dietro a una mia opera, tramite il velo digitale trasformo il mio quadro di partenza. Da una sola opera nascono 10, 20, 30 token non fungibili, il limite è solo quello della fantasia

Quindi lavori a contatto con un team che si occupa di tutti gli aspetti tecnici? Ci sono state delle difficoltà tecniche iniziali?

Sì, lavoro con dei tecnici. Non ho un vero team, ma tanti diversi gruppi di lavoro specializzati in cose diverse. Creare e vendere NFT e digital art è un mestiere, io delego e dirigo come un regista con un film, ogni aspetto delle mie opere viene seguito da me. All’inizio è stato difficile trovare le persone con cui collaborare, preparate a livello tecnico e con una compatibilità personale. Ora il processo tecnico sta migliorando perché conosco meglio la tecnologia.

Il rapporto dell’artista con la blockchain

Come mai hai scelto SuperRare come marketplace per le tue opere? Cosa ne pensi delle crypto in generale? 

Io non sono crypto massimalista, possiedo BTC e altre criptovalute. È stato proprio questo il mio primo approccio alla blockchain. Vivo in Serbia e qui a livello di investimenti non puoi fare tante cose. Mi rimane la blockchain!  

Sono su quasi tutti i marketplace ma uso principalmente SuperRare perché al contrario di me, i collector sono massimalisti. E i collezionisti sono su SuperRare. Seguendo il mio lato artista-business man ho prediletto quindi questo marketplace. Ma le mie opere si trovano anche in tutte le migliori piattaforme per comprare e vendere NFT. Perché? Io credo che sia l’artista in sé a portare valore nel mercato dell’arte e non viceversa. Se sono un artista capace, quello che tocco diventa oro. Non è che se un artista costa di più, automaticamente ha anche più valore. Però inconsciamente molti la pensano così ed è un bias che sfrutto su SuperRare, ma poi porto il mio valore anche su altri marketplace, in questo modo cresciamo insieme. Poi il mercato detterà chi vive e chi muore. 

Dal punto di vista di artista NFT, cosa manca al settore?

La decentralizzazione mi sembra ormai persa, poi la tecnologia non è mai abbastanza, manca la mass adoption. Il settore ha tutto dentro di sé ma non ha ancora preso forma. Siamo early adopters del resto. Forse manca una regolamentazione. Mancano un sacco di cose che pesano in parte sulla progettazione dei progetti artistici, e devo considerare tutti questi aspetti. Soprattutto nel settore crypto è difficile trovare la customer experience, e spesso all’inizio non si sa da dove iniziare.

I consigli agli artisti che vorrebbero creare e vendere NFT

Può qualcuno senza un background artistico creare arte digitale? 

Fare l’artista è professione, si hanno strutture e strumenti tramite conoscenze tecniche. Se non sono un regista non faccio film, lo immagino al massimo. Chi entra nel mercato dell’arte NFT senza professionalità, non credo possa andare lontano. Una volta entrati i professionisti, il mercato si evolve. Oggi quello degli NFT non è più un mercato super speculativo, è più rivolto all’investimento su reali figure professionali sempre più elevate. Tra poco l’ibridazione tra il mercato dell’arte tradizionale e quello NFT porterà nuovi scenari, emergerà qualcosa di diverso. Sarà un settore più democratico? Non democratico? Di massa? Chi lo sa. Ora il mercato dell’arte tradizionale è estremamente elitario mentre quello degli NFT è spinto dalle community. 

Ti sentiresti di dare dei consigli a un artista analogico che vuole sperimentare gli NFT?

Studiare il più possibile per capire i limiti e le potenzialità dello strumento. La tua arte sicuramente muterà. Così come il modo di crearla. La prima cosa da fare è l’interpretazione del medium, insomma con un pennello rispetto a un NFT faccio cose diverse.

Ci racconti il tuo progetto dei Quantum NFT?

Non sono tecnico, non vi spiegherò la meccanica quantistica. Lavoro al progetto Quantum NFT con il team di tecnici e artisti di Insighbart. Sono persone eccezionali. Si tratta di creare arte attraverso reali computer quantistici, non simulatori. Vengono dati al computer degli input elaborati dall’artista, poi compromessi dalla randomicità delle probabilità quantistiche. Questi input sono singoli elementi combinati, così come quando pensi un’opera decidi i colori, la palette, la dimensione del pennello, la tela. Una volta entrati nel computer, si sperimenta e si vede cosa succede. È come essere davanti a un pianoforte e avere mille potenzialità creative. È un lavoro pionieristico, è un “fardello” bello quello di sviluppare la figurazione digitale. Nel rumore infinito ci sono tutte le canzoni, bisogna solo estrarle. 

Tra l’altro i Quantum NFT sono davvero unici. Impossibili da rifare. E questo si sposa benissimo con tutte le caratteristiche essenziali dei token non fungibili. 

Uno dei grandi problemi per l’arte post-internet è proprio la riproducibilità.
Hai qualche progetto nel Metaverso?

In passato ho realizzato con The Nemesis il primo corso di disegno iperrealista nel Metaverso della storia. Con OVR sto realizzando degli NFT esperienziali, c’è in ballo un progetto nel settore fashion a Decentraland. Sta saltando fuori anche qualcosa nel gaming!

Concludiamo con una nota sentimentale, c’è un NFT tra i tuoi di cui sei particolarmente affezionato?

Uh, difficile questa. Forse il mio primo NFT, ma anche il secondo, insomma ognuno è speciale. Se proprio devo scegliere direi la prima (Sublimi ingenio, YOU are a NFT), la seconda (Fabrica Rerum) e la terza opera digitale su SuperRare (Dialogue with the Father). Ma Fabrica Rerum è speciale perché è stata l’occasione per incontrare Insighbart. È sempre stato il sogno della mia vita entrare in relazione profonda con scienziati di fama mondiale. Mi sento un privilegiato e quest’opera rappresenta questo legame. 

Grazie Emanuele, è stato un piacere chiacchierare con te e scoprire il lavoro di un artista NFT. Buon lavoro! 

Intervista a Emanuele Dascanio: come nasce un artista NFT?

Come nasce un artista NFT? Intervista a Emanuele Dascanio

Come nasce un artista NFT? Come lavora? Come si approccia alla tecnologia? Lo abbiamo chiesto ad Emanuele Dascanio, artista NFT italiano

Il Team Young Platform ha intervistato Emanuele Dascanio, artista NFT italiano. Ecco il racconto del suo lavoro, di come ha scoperto la blockchain e dei suoi pionieristici progetti.

Cosa significa diventare un artista NFT

Inizio soft: com’è la tua tipica giornata di lavoro?

Lavoro dal mio studio. Quando non sono al cavalletto a disegnare, sono in riunione, in meeting per i miei progetti NFT. La mia vita ora si divide tra analogico e digitale, prima stavo 10-12 ore al giorno a disegnare, adesso disegno molto meno. Infatti il mio focus creativo sta andando quasi tutto verso il progettare e creare NFT.

Come descriveresti le tue opere? Ti rivedi in qualche stile particolare?

Non si possono descrivere a parole, per capirle bisogna vederle. Il linguaggio figurato è difficile da descrivere, non è così che emerge la mia opera. Il mio stile si può chiamare  iper-figuartivo, faccio figurazione iperrealista, ultra fotografica, insomma piena di dettagli

Questo è lo stile adottato, o meglio, sono stato adottato da questo stile. Sono stato scelto! Questa è l’arte che so fare da sempre e poi mi sono specializzato. Mi sono obbedito al richiamo, però maturando sotto questo aspetto mi sono accorto che non volevo fare solo questo. Ora disegno, ma nel mio passato c’è anche la pittura, adesso sto passando ai token non fungibili, per poi probabilmente passare ad altro (Dascanio allude a un progetto top secret, n.d.r.).

Come hai iniziato il tuo percorso con gli NFT?

Del concetto mi sono innamorato a prima vista. Ho iniziato a fare arte iperrealista per uno stato di necessità, poi un’esigenza artistica mi ha portato sul piano creativo degli NFT. Devo fare questa considerazione: essendo artista devo avere a che fare con il mercato dell’arte, tuttavia il mercato non tratta solo d’arte ma di relazioni e oggetti e purtroppo il mio prodotto non è mai stato scalabile

Per fare un’opera d’arte ci metto da 1 mese ai 4 anni, quindi non sono adatto al mercato dell’arte che si muove a ritmi frenetici, poi sono adatto a fare arte non a mercanteggiare. Me ne sono sempre fregato, ho trovato la mia nicchia, ho sempre venduto anche abbastanza bene. Ma non come avrei voluto e soprattutto sapevo che avrei potuto fare di più. Prima che scoppiasse la pandemia avevo in cantiere il progetto di parcellizzare e vendere in tutto il mondo l’opera successiva a De natura universi. A causa dell’emergenza sanitaria è saltato tutto ma moltissime qualità del progetto le ho riviste nel mercato degli NFT. Mi sono detto: “ah quindi quello che ho fatto esiste già, ed è anche meglio”.

Cosa intendi per parcellizzare un’opera?

Spezzettare fisicamente un’opera d’arte in tante parti, ognuna rivendibile singolarmente. Il tutto tramite dei giochi artistici. L’idea è quella di un’opera d’arte riprodotta e divisa mentre l’opera fisica viene custodita in un museo o una galleria. Nel caso del mio progetto, le opere parcellizzate avrebbero raccolto anche i dati dei compratori per creare un’opera nuova. Così l’opera iniziale si sarebbe ingrandita blocco dopo blocco. Qui ho cominciato a pensare a una scalabilità. 

E quindi da lì ti sei lanciato nel mondo dei token non fungibili!

Esatto, volevo continuare questa idea e ho trovato gli NFT come la terra promessa! Più di un anno fa mi sono messo a studiare e progettare, e ora ho in mano una trentina di progetti sulla parcellizzazione, l’intelligenza artificiale, la meccanica quantistica. E tante altre cose. 

Ognuna di queste è un business scalabile, sono entrato a pieno nella creator economy. Ho anche progetti con celebrity, Hollywood, nel mercato indiano con la possibilità di entrare a Bollywood, nella space economy. La mia arte sta coprendo ogni aspetto del mercato, e questo stando solo al cavalletto non lo potevo fare. 

I token non fungibili hanno ampliato il mio lavoro, grazie alla blockchain c’è stato un aumento esponenziale della creatività e della ricchezza del mio brand personale. Se ci pensate, un disegno è solo polvere su carta e l’occhio gode dell’ordine di questa polvere. Ordine che è stato dato dall’artista, di fronte a un’opera d’arte si gode dell’intelligenza dell’artista. Ora gli NFT per me sono come alcune particelle del disegno che rappresenta il mio lavoro, combinate dalla mia creatività insieme a tutto quello che ho fatto in precedenza.

Il mercato dell’arte e l’accoglienza degli NFT

Il mercato dell’arte “tradizionale” come ha accolto l’arte e la proprietà digitale su blockchain? Esiste un pregiudizio nelle persone e negli artisti?

Ci sono vari livelli di pregiudizio negli artisti, tutto dipende da che artista sei. Il pregiudizio è: se qualcuno fa qualcosa di diverso, lo fa meglio di me con strumenti che io non so usare, questo non va bene. Io faccio disegno dal vivo, ho sempre avuto a che fare con artisti figurativi, per alcuni se usi la telecamera non va bene. Anche questa domanda forse ha un grado di pregiudizio, di preconcetto, io sono abituato a vedere l’artista come una persona,   quando parlo con le persone degli NFT il loro pregiudizio nasce dall’ignoranza del mezzo tecnologico. 

Alla fine che cos’è un NFT? È un mezzo, una matita, un pennello. Uno strumento. Perché avere dei pregiudizi nei confronti di uno strumento? Perchè non si possono usare tutte le cose insieme? Sei un artista, sei un creativo, puoi fare quello che vuoi, usare tutti gli strumenti che vuoi, l’importante è usarli bene. L’NFT non è altro che un’opportunità. Le persone poi ne vogliono sapere di più, iniziano a fare domande tecniche perché sono interessate ad entrare anche loro in questo mondo. 

Nella mia esperienza percepisco tanti pregiudizi quando si parla di Metaverso. Questo è un concetto già più complesso, la gente ha paura, c’è riluttanza nell’uscire dalla vita reale per quella “finta”. Ma se fai esperienza di una cosa, quella cosa è vera, non ha importanza se è mentale o corporale. È come leggere un libro o andare al cinema. È semplicemente un’esperienza diversa, te la godi e poi torni a fare quello che fai di solito. I non fungible token, il Metaverso, non sono altro che strumenti che in mano alle persone creative possono diventare mainstream. Secondo me il mercato dell’arte sarà solo una piccola goccia nelle applicazioni degli NFT. 

Gli inizi di un artista che scopre la blockchain

Qual è stato il tuo approccio allo studio della blockchain? 

Ho studiato da solo, ho smesso di lavorare per 3 mesi e mi sono messo a studiare le basi del funzionamento degli NFT, dalla blockchain agli smart contract. Lo studio fa sempre parte del mio lavoro. Non è che se non disegno, se non metto la grafite sul foglio, allora non lavoro. È parte del lavoro e dallo studio si va a creare arte. Ho investito del tempo e adesso quel tempo ha il suo ROI (return on investment) molto alto. 

È tutto un ribollire di creatività: ogni giorno chiedersi:come si evolve questa cosa? chi chiamo? quali sono le prospettive? Anche perché le persone che ho incontrato in questo ambiente sono tutte uguali: intelligenti, creative, propositive. È incredibile! A Dubai ho incontrato Stefan (Co-founder e CBDO di Young Platform, n.d.r.), io alla sua età giocavo coi lego. Non puoi non essere speciale, se sei così giovane e crei una cosa come Young Platform. Finalmente mi trovo a contatto con persone così. 

Quali fonti o strumenti hai usato mentre studiavi? 

Mi sono informato su internet, grazie a Youtube, preferisco un approccio divulgativo. Nel mio caso non è utile entrare nel tecnico, mi sono preoccupato di capire il primo livello di questa tecnologia, gli aspetti che io potevo sfruttare in quanto artista per creare NFT. In quanto artista associo i concetti anche in maniera “ignorante”, poi vado dai tecnici e mi dicono se si può fare. Ma in questo ambito non ho mai sentito dire “non si può fare”. Il mio livello di conoscenza sulla blockchain è tale da permettermi di progettare, di giocare con la fantasia in maniera coerente con l’aspetto tecnico. 

A domani per la seconda parte dell’intervista!

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Metaverse Music Festival 2022 a Decentraland

Dal 10 al 13 Novembre si esibiranno oltre 100 artisti a Decentraland durante il Metaverse Music Festival. Ecco tutti gli eventi e i concerti nel metaverso!

La seconda edizione del Metaverse Music Festival a Decentraland è alle porte! Dal 10 al 13 Novembre oltre 100 artisti dei generi più disparati si esibiranno in 15 diversi palchi in un festival digitale dall’atmosfera cyberpunk. Tutti i concerti a Decentraland saranno gratuiti e non sarà necessario collegare il proprio wallet crypto per partecipare, così come non serviranno particolari strumenti come i visori per la realtà aumentata. Ogni giornata del Metaverse Music Festival avrà luogo dalle 19:00 alle 7:00 (ora italiana), le date e gli orari precisi delle esibizioni saranno disponibili nei prossimi giorni. La lineup è ricca e variegata, tra gli artisti confermati ci sono Ozzy Osbourne, Dillon Francis e Soulja Boy.  

Per Decentraland è tempo di sfide e nuove tecnologie 

Il metaverso crypto di Decentraland è pronto ad ospitare il primo grande evento dopo la recente polemica sui suoi pochi utenti attivi. Ad inizio Ottobre l’aggregatore di dati DappRadar aveva elaborato un report che mostrava la poca affluenza nel metaverso crypto, un’affluenza di anche solo alcune decine di persone al giorno. 

Decentraland ha ribattuto spiegando che nel suo metaverso, al contrario di quanto fatto da DappRadar, non possono essere calcolati come utenti attivi solo coloro che compiono una transazione su blockchain. Questo perché chi partecipa agli eventi e alle esperienze di Decentraland, come appunto il Metaverse Music Festival, non utilizza necessariamente il suo crypto wallet. Gli utenti di Decentraland sarebbero molti di più di quelli segnalati da Dappradar, e eventi come la Metaverse Fashion Week o l’atteso Metaverse Music Festival, sono un’occasione per coinvolgere sempre più utenti e portare il metaverso crypto a nuovi picchi di mainstream. 

La prima edizione del festival si è svolta nel 2021 con le performance di 80 artisti tra cui Deadmau5 e Paris Hilton, e 50.000 utenti in quattro giorni. Durante il Metaverse Music Festival 2022 verranno presentate le più recenti tecnologie e potenziamenti del metaverso di MANA tra cui gli “Emotes” ovvero mosse di danza e pose speciali per gli avatar sotto forma di NFT. O la nuova tecnologia di motion capture sviluppata da Move.ai che permette di catturare il movimento degli artisti che si esibiranno nei concerti anche senza l’utilizzo di tute. O ancora, la possibilità di creare NFT utilizzando solo la fotocamera del telefono (grazie a Kinetix.tech). 

Tutti i concerti del Metaverse Music Festival a Decentraland

Gli artisti coinvolti rappresentano diversi generi e culture musicali, con lo scopo di rendere il Metaverse Music Festival un festival per tutti. Tutti gli artisti che si esibiranno nei concerti a Decentraland, lo faranno con le sembianze di un avatar. Vediamo tutte le performance che sono state confermate al momento. 

  1. Ozzy Osbourne: il primo grande nome ad esibirsi al Metaverse Music Festival 2022, è il “Prince of Darkness” che da poco ha rilasciato il suo ultimo album “Patient Number 9”;
  2. Dillon Francis: il DJ e attore americano aprirà il festival con un dj set che verrà poi trasmesso durante tutte le giornate del festival sugli schermi del club che Dillon Francis ha ideato con il suo stile nella zona di Vegas City a Decentraland;
  1. Soulja Boy: il terzo artista di fama internazionale protagonista del festival è il rapper americano e produttore Soulja Boy;
  2. Vladimir Cauchemar: uno dei più chiacchierati artisti della scena francese, dall’identità misteriosa, Vladimir Cauchemar propone performance di musica elettronica con il volto mascherato da un teschio bianco; 
  3. SNH48: è il pluripremiato gruppo idol cinese. Si tratta di una band al femminile composta da oltre 200 ragazze tutte intorno ai vent’anni, che si esibiscono a turno genere pop;
  4. Spottie WiFi: il rapper che si descrive come il paladino della rivoluzione della musica decentralizzata e che utilizza un CryptoPunks come avatar;
  5. Atarashii Gakko!: girl group giapponese attivo dal 2015 che propone pop e jazz; 
  1. Amadis & The Ambassador: gruppo londinese di musica afro e funk; 
  2. Maija Kauhanen: musicista finlandese che si definisce “one woman orchestra” perché si esibisce con molti strumenti diversi. Il suo genere di riferimento è il folk;
  3. Handshaking: un progetto collettivo “space rock”; 
  4. Akira the Don: DJ e produttore britannico;
  5. Losers: gruppo del DJ Eddy Temple-Morris che già a Settembre, su Twitter, lanciava un appello ad artisti digitali per collaborare in un nuovo “eccitante” progetto musicale;
  1. 2AM: gruppo K-pop sudcoreano;
  2. Erika Krall e Lian Gold: produttrici e performer israeliane di musica elettronica; 
  3. Pip: il cantante statunitense (pop-rock) che ha partecipato a The Voice nella squadra di Adam Levine. 

Crea il tuo NFT e partecipa al contest!

In occasione del Metaverse Music Festival è possibile realizzare degli abiti e delle “Emotes” personalizzate per gli avatar. Tutte le creazioni, in formato NFT, verranno poi messe in vendita nel marketplace dedicato all’evento.

Inoltre fino al 31 Ottobre è possibile partecipare al contest per “Emotes”. In palio per il primo posto ci sono 800 MANA e il titolo di “Emote” ufficiale del festival. Questo significa che i passi di danza vincitori verranno utilizzati in tutto il materiale promozionale in evidenza, che rimanderà poi al marketplace in cui sarà possibile acquistare questi NFT. Le mosse di danza verranno valutate per la qualità del movimento, l’unicità e soprattutto per il “fattore WOW e DIVERTIMENTO”. 

L’Ucraina annuncia un Airdrop per chi ha donato crypto

Ucraina annuncia airdrop per donazioni crypto

All’Ucraina arrivano gli aiuti dalla DeFi. Uniswap e Polkadot contribuiscono alla raccolta fondi e il governo promette un airdrop per i suoi sostenitori

Il mondo crypto non si tira indietro per sostenere la resistenza all’occupazione russa. NFT, token, coin: nelle casse del governo ucraino sta confluendo la solidarietà su blockchain. Uniswap ha abilitato una funzione per facilitare le donazioni e Gavin Wood, il fondatore di Polkadot ha elargito 5 milioni in DOT. Per ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro contributo, l’Ucraina annuncia un airdrop. 

Un airdrop per chi ha donato crypto all’Ucraina

Il 2 Marzo 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina, lo stesso che qualche giorno prima ha invitato a donare criptovalute, annuncia un airdrop: “airdrop confermato. Lo snapshot sarà domani, il 3 marzo, alle 18:00 ora di Kiev (UTC/GMT +2 ore). Ricompense a seguire! Segui le prossime notizie sulla campagna di donazione di crypto dell’Ucraina su @FedorovMykhailo”. Lo snapshot è una fase tipica di ogni airdrop, in questo momento chi decide di elargire premi in crypto, registra tutti coloro che soddisfano i requisiti e che possono partecipare. Questo significa che il 3 Marzo alle 17:00 ora italiana l’Ucraina conteggerà chi ha diritto al premio, è probabile che il requisito per partecipare all’airdrop sia aver fatto una donazione per finanziare il popolo ucraino sotto assedio. Non è ancora chiaro in cosa consista la ricompensa, se un token o un NFT. Aspettiamo aggiornamenti. 

Arrivano gli aiuti dalla DeFi: su Uniswap i token si convertono direttamente in ETH

L’exchange decentralizzato Uniswap ha lanciato una piattaforma che converte direttamente tutti i token ERC-20 in ETH e li manda al governo ucraino in un’unica transazione. Il DEX ha spiegato: “l’indirizzo condiviso dal governo ucraino è in un exchange centralizzato che sembra accettare solo USDT e ETH. Abbiamo costruito questa interfaccia in modo che chiunque voglia donare ma possieda altri token ERC-20 possa farlo con un clic”. Il tutto per venire incontro a chi non ha ETH su Uniswap ma altri token ERC-20 o altcoin. Mykhailo, Vice Primo Ministro dell’Ucraina, ha ringraziato pubblicamente Uniswap per la funzionalità “Donate to Ukraine”, e per aver facilitato così le donazioni.

Gavin Wood dona 5 milioni di dollari in DOT

Il mondo crypto si sta dimostrando molto solidale con il popolo ucraino. Il 27 Febbraio Gavin Wood, fondatore di Polkadot, su Twitter aveva scritto che se il governo ucraino avesse pubblicato un indirizzo Polkadot, avrebbe donato 5 milioni di dollari. La promessa è stata mantenuta! Il profilo dell’Ucraina ha condiviso l’indirizzo Polkadot e presto sono arrivati 298.367 DOT (più di 5 milioni di dollari al momento della scrittura di questo articolo). In totale l’indirizzo Polkadot del governo ucraino ha raccolto più di 7 milioni di dollari. Anche in questo caso Mykhailo ha ringraziato così: “la comunità Crypto continua a sostenere l’Ucraina. Sono grato a @gavofyork che ha fatto una donazione impressionante di $5M da @Polkadot $DOT. Questo contribuirà certamente alla vittoria ucraina, oltre a sostenere il popolo civile. Vinceremo – le persone migliori con noi”.

Fino a questo momento sono stati raccolti dal governo ucraino 3.79038236 BTC e 2.492.834 milioni di dollari in ETH.