L’era NFT di Gucci, il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Gucci NFT: il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare

Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare: gli NFT di Gucci in mostra sul top marketplace

Si è concluso da pochi giorni NFT.NYC, l’evento newyorkese dedicato al Web3 che ha sancito l’ingresso nella cultura pop degli NFT. Conferenze, party e novità incredibili: Solana nel 2023 lancerà uno smartphone crypto, Snoop Dogg e Eminem si sono trasformati in Bored Ape in un video musicale. In questa occasione Gucci ha annunciato di essersi unita alla DAO di SuperRare, uno dei più importanti marketplace NFT del settore. Lo scopo della partecipazione attiva all’organizzazione autonoma decentralizzata che gestisce SuperRare, è la creazione di un nuovo spazio artistico virtuale con un’impronta di digital fashion. Il brand di lusso entra nella DAO di SuperRare, gli NFT di Gucci trovano casa in uno spazio espositivo virtuale!

La storia di Gucci in NFT

La collaborazione tra questi due colossi dell’arte digitale e della moda di lusso, è stata comunicata da Zack Yanger, SVP of Business Development di SuperRare, e Nicolas Oudinot, CEO di Gucci Vault, il concept store sperimentale online di Gucci. Come accade nella maggior parte delle DAO, per entrare è necessario comprare una quota dei token di governance, in questo caso Gucci ha acquistato 25.000$ di token RARE. Con questa mossa Gucci si è garantita il diritto di proporre e votare iniziative riguardanti il marketplace NFT. L’obiettivo finale della partnership è sviluppare una galleria permanente per gli NFT di Gucci entro la fine dell’anno, il progetto si chiamerà Vault Art Space: “svincolato da pareti fisiche, lo spazio presenta una rotazione regolare di mostre, ognuna delle quali è un vortice immersivo di creatività”. La mostra di debutto che sancisce l’ingresso di Gucci nella DAO di SuperRare si intitola “The Next 100 Years of Gucci” ed è stata pubblicata il 23 Giugno 2022, si tratta di collezione di opere d’arte NFT di 29 artisti che mostrano e interpretano l’eredità e il patrimonio di Gucci. Le opere saranno messe all’asta in tre diverse tranche, il prezzo degli NFT di Gucci si aggira tra i 2,5 e i 6 ETH

Gucci per un’economia “interconnessa e decentralizzata”

Perché il brand di lusso ha deciso di entrare nella DAO di SuperRare? Oudinot ha spiegato che si sono rivolti a SuperRare “sapendo di poter contare sul nostro impegno reciproco per amplificare la visione di questo gruppo poliedrico di artisti” e ancora “siamo rimasti affascinati dalla capacità di SuperRare di fornire [agli artisti] una piattaforma per mostrare il loro lavoro in modo innovativo, una piattaforma che si basa su un senso di comunità e che valorizza le interazioni e la decentralizzazione come strumenti chiave per sostenere sia gli artisti che i collezionisti”. Secondo Oudinot, Gucci desidera prendere parte ad una “economia più interconnessa e decentralizzata”. Proprio perché ha scelto una DAO e non una realtà centralizzata, Gucci sembra intenzionata a scrivere la sua nuova era di digital fashion secondo le regole e gli ideali della decentralizzazione. 

Il 2022? L’anno Web3 di Gucci

Il 2022 è stato l’anno in cui Gucci ha ampliato i suoi orizzonti nella scena Web3. A Febbraio è stata presentata la collezione NFT SUPERGUCCI, a Marzo è arrivata Gucci Grail: NFT Gucci personalizzati, ideati da Alessandro Michele (art director della casa di moda) e realizzati dall’artista digitale Wagmi-san. A Maggio Gucci è diventata una delle aziende che accettano pagamenti in criptovalute, infatti in 5 store Gucci negli Stati Uniti si può pagare in Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Wrapped Bitcoin, Litecoin, Shiba Inu, Dogecoin e con alcune stablecoin ancorate al dollaro. Non dimentichiamo che Gucci ha anche la sua LAND a The Sandbox e su Roblox, dove ha allestito un giardino con store di capi d’abbigliamento digitali e locali virtuali. Il terreno di Gucci a The Sandbox ospita conversazioni sul futuro della moda nel Metaverso e esperienze di digital fashion organizzate da Gucci Vault. Questi sono solo alcuni dei progetti Web3 di Gucci!

Hermes e gli NFT? Non tutti i brand di lusso amano il digital fashion

Non tutte le case di moda hanno un buon rapporto con i token non fungibili alla stregua di Gucci! Hermes, il brand di lusso francese, ha di recente concluso (e perso) una diatriba legale su alcuni NFT su OpenSea. Un artista digitale, Mason Rothschild, ha messo in vendita su OpenSea delle opere digitali che raffigurano delle rivisitazioni dell’iconico modello di borse di Hermes, Birkin. La casa di moda non ha gradito e ha subito sostenuto il plagio chiedendo a OpenSea di rimuovere gli NFT e qualsiasi metadato connesso ad essi, e a Rothschild di distruggere le proprie opere digitali. OpenSea, con l’arrivo della diffida, ha eliminato gli NFT ma l’artista ha semplicemente spostato le sue opere su un altro marketplace NFT. Hermes a quel punto ha citato in giudizio Rothschild che si è difeso spiegando che lui non realizza né vende Birkin contraffatte ma che crea opere d’arte che raffigurano queste borse, come Andy Warhol ha fatto con i barattoli di zuppa Campbell. Non ci sarebbe dunque nessuna violazione del diritto d’autore! Il giudice incaricato di prendere una decisione in effetti ha tutelato il valore artistico e creativo degli NFT di Rothschild non ritenendoli degli oggetti commerciali destinati alla vendita in contraffazione ma vere e proprie opere d’arte. La vicenda ci suggerisce che la moda tradizionale e la digital fashion su blockchain non sono ancora del tutto compatibili e non sempre viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, sembra che non vedremo presto progetti che coinvolgono Hermes e gli NFT.

Pudgy Penguins, la collezione NFT con una storia complicata

Immagini Pudgy Penguins NFT

Una collezione di NFT che raffigura teneri pinguini e con una storia un po’ complicata. Scopri il valore dei Pudgy Penguins e come sono nati!

Le collezioni di NFT sono sempre di più, e Twitter è pieno di utenti che dichiarano la propria passione per i token non fungibili usandoli come immagini di profilo. Una delle collezioni più famose, Pudgy Penguins, ha fatto molto scalpore nel mondo crypto dopo alcune critiche rivolte al fondatore della collezione. Adesso però il progetto dei pinguini su blockchain ha cambiato proprietario e il floor price è di 1,5 ETH. Scopri tutto sui Pudgy Penguins NFT,  dalla loro storia complicata al loro valore!

Cosa sono i Pudgy Penguins?

I Pudgy Penguins sono una collezione di NFT che raffigura adorabili pinguini con cappellini, occhiali da sole, sciarpe o papillon. La collezione, rilasciata a luglio 2021, è composta da 8.888 immagini differenti e generate casualmente. Ogni pinguino ha un set di caratteristiche più o meno rare, ed è proprio questa rarità a determinare il prezzo di ciascun Pudgy Penguin. Acquistare un NFT ti offre, oltre ovviamente al possesso dell’opera associata, accesso al canale Discord ufficiale dei pinguini. Ogni pinguino viene amichevolmente definito un “pengu”. I possessori invece sono chiamati “huddler”, in riferimento al comportamento dei pinguini reali che si abbracciano per rimanere al caldo.

Il progetto, dopo essere acquistato da alcuni  appassionati dei Pudgy Penguins per 750 ETH, ha una roadmap apparentemente ambiziosa: l’obiettivo è creare un vero e proprio metaverso per ogni huddler, una DAO e forse anche un token. Per il momento è nato  un marketplace proprietario per scambiare i propri pinguini, e un progetto secondario di NFT chiamato “Lil Pudgys”, che rappresenta dei pulcini di pinguino. 

Attualmente il floor price per la collezione NFT è di 1,49 ETH, i Pudgy Penguin NFT  hanno mosso un totale di più di 54mila ETH dalla data di rilascio! La community di huddlers è anche molto attiva su Twitter, dove si raduna intorno a un adorabile “grido di battaglia”: “MY PENGUIN IS ME AND I AM MY PENGUIN”. Eppure, nonostante la fama e il successo di questo progetto, la storia e la creazione dei Pudgy Penguins ha dei risvolti piuttosto  problematici, tanto che alcuni utenti sono arrivati a pensare a uno scam. Perché alcuni pensavano questo? Tutto parte dal fondatore dei pinguini, ColeThereum.

Pudgy Penguins e ColeThereum, il fondatore del progetto era un truffatore? 

Come abbiamo detto, il progetto nasce nel 2021, il 22 luglio per l’esattezza, proprio nel periodo di massima fama per gli NFT. I Pudgy Penguins sono stati creati da 4 studenti tra cui ColeThereum. Il costo iniziale per il minting di uno degli adorabili pinguini era di 0,03 ETH. I Pudgy Penguins furono subito un successo, non solo grazie alla bellezza dei disegni (chi è che non trova irresistibili i pinguini!) ma anche perché i fondatori avevano inizialmente promesso una roadmap ricca di novità e sorprese. A rendere questa collezione ancora più famosa ha contribuito anche il New York Times, che le ha dedicato un articolo.

Tuttavia, dopo un po’ di tempo, la community ha cominciato a capire che i fondatori della collezione non avevano intenzione di seguire la roadmap annunciata prima del lancio. Alcuni utenti, poi, hanno indagato sulla storia di ColeThereum. Secondo le loro ricerche, il fondatore dei Pudgy Penguins avrebbe aperto una serie di attività fallimentari e poco oneste, oltre che altri progetti NFT di scarso successo. ColeThereum ha sempre negato tutto ma senza rispondere direttamente alle accuse, inimicandosi sempre di più la community di huddlers e facendo calare il prezzo degli NFT.

Il colpo di grazia è arrivato intorno a Natale 2021. ColeThereum e gli altri fondatori hanno rilasciato una seconda collezione di NFT. Questi token raffiguravano delle uova da far schiudere. Dopo una lunga attesa, dalle uova sono uscite… delle canne da pesca, molte delle quali non erano neanche uniche. Dopo quella delusione, gli huddler hanno preso in mano la situazione e hanno deciso di fare un vero e proprio colpo di DAO!

Una nuova speranza per restituire valore ai Pudgy Penguins

La decentralizzazione è alla base di ogni progetto crypto, comprese le collezioni NFT! Proprio per questo, la community di huddler ha deciso di fare di tutto per “prendersi” i Pudgy Penguins e allontanare dal progetto i fondatori originali. Oltre ai tanti thread su Twitter in cui gli utenti mettevano a nudo i trascorsi poco onesti di ColeThereum, altri hanno deciso di tagliare il supporto economico ai fondatori. Quando si vende un NFT, infatti, una percentuale della vendita va a chi ha creato la collezione.

Per evitare questo, alcuni astuti appassionati hanno deciso di creare dei “Wrapped Penguins”. Un wrapped token è un token che rappresenta un asset. I Wrapped Penguins erano token ERC-20 che “rappresentavano” il possesso di un NFT Pudgy Penguins. In questo modo, scambiarsi pinguini non avrebbe fatto arrivare nessuna percentuale nelle tasche dei fondatori, tacciati dalla community come approfittatori che non rispecchiavano la filosofia ottimista dei Pudgy Penguins.

Questa situazione ha portato un utente della community dei pengu, Luca Netz, a offrire ben 250 ETH (all’epoca 2,4 milioni di dollari) a ColeThereum in cambio della proprietà del progetto. Dopo un po’ di silenzio radio da parte dei fondatori originali, Luca Netz ha confermato l’acquisto il 3 aprile 2022. Adesso la roadmap prevede una DAO, un metaverso e, in futuro, anche un token.Netz infatti preferisce fare le cose con calma proponendo una funzionalità alla volta.


La morale della favola? I Pudgy Penguins hanno valore grazie alla loro community, esattamente come tutti i progetti NFT! Grazie alla decentralizzazione, i veri appassionati sono riusciti a prendere il controllo della collezione per dargli un futuro. Ora il team di Pudgy Penguins sta persino assumendo sviluppatori e artisti, per continuare il progetto e magari raggiungere le vette di Bored Ape Yacht Club o CryptoPunks. Riusciranno gli adorabili pinguini a dimostrare che bastano passione e forza di volontà per riportare un progetto alla ribalta?

Axie Infinity riapre il Ronin Bridge e risarcisce gli utenti hackerati

Axie Infinity: il videogioco play-to-earn rimborsa gli utenti dell’hack

Il videogioco play-to-earn rimborsa gli utenti derubati e riapre il Ronin Bridge dopo il duro attacco di Marzo!

Il 23 Marzo 2022 il Ronin Bridge di Axie Infinity è stato attaccato e sono stati rubati circa 600 milioni di dollari tramite alcune chiavi private hackerate che hanno permesso dei prelievi. Fin dal disastro il team di Ronin, finanziato dal gruppo creatore di Axie Infinity, Sky Mavis, si è messo all’opera per risolvere il problema. Domani, 28 Giugno, il videogioco play-to-earn rimborsa gli utenti coinvolti nell’hack e riapre il Ronin Bridge. Scopri i dettagli!

Che cos’è il Ronin Bridge?

Il 28 Giugno verrà riaperto il Ronin Bridge ovvero il bridge che mette in collegamento la sidechain Ronin e Ethereum. Axie Infinity è un videogioco play-to-earn basato sulla blockchain di Ethereum, Sky Mavis, il gruppo che ha sviluppato Axie Infinity, ha scelto però di appoggiarsi anche a una blockchain di supporto per migliorare le prestazioni in termini di scalabilità. A questo proposito Axie Infinity utilizza la sidechain Ronin e il Ronin Bridge serve a trasferire ETH e ERC-20 token nei Ronin Wallet. Questo bridge a Marzo 2022 è stato hackerato da un gruppo di criminali coreani che sono entrati in possesso di 5 chiavi private (sulle 9 totali che gestiscono i nodi di Ronin) e hanno prelevato 600 milioni di dollari. In questo attacco, il punto debole di Ronin è stata quindi la centralizzazione, l’intera rete infatti era in mano ad appena 9 nodi. Alla luce di quanto successo, il network sta lavorando per decentralizzarsi il più possibile. In che modo? Innanzitutto convertendosi a un meccanismo di consenso come il Delegated Proof-of-Stake e, in secondo luogo, con un token di governance: RON. 

Riapre il Ronin Bridge: tutto quello che c’è da sapere

L’annuncio della riapertura del bridge è arrivato con un tweet del profilo ufficiale Ronin: “il nostro team di ingegneri ha lavorato duramente per preparare la riapertura del bridge” e, ancora, “abbiamo in programma di riaprire il ponte Ronin il 28 giugno, con la restituzione di tutti i fondi degli utenti”. Dopo la riapertura del Ronin Bridge, dunque il team di Ronin si impegna a risarcire tutti gli utenti. Per questo scopo, Sky Mavis dopo l’attacco aveva raccolto 150 milioni di dollari da investitori e società di venture capital, la cifra si unirà agli altri fondi della società. 

La riattivazione del Ronin Bridge era prevista inizialmente per il 23 Giugno ma è stata posticipata al 28. Sull’annuncio via Twitter si legge che la riattivazione del bridge richiede un hard fork della rete e che quindi i validatori dovranno aggiornare il loro software

Nonostante l’attacco di Marzo, il token AXS continua ad essere una delle principali crypto del Metaverso e la rete di Ronin rimane un punto di riferimento del settore. Secondo i dati di cryptoslam, Ronin è la seconda blockchain per volume di compra vendita di NFT, dietro solo ad Ethereum. Dalla sua nascita, sulla sidechain di Axie Infinity sono stati scambiati oltre 4 miliardi di dollari! Ora il videogioco play-to-earn rimborsa gli utenti, riapre il Ronin Bridge e ritorna a perseguire i suoi obiettivi di decentralizzazione e autonomia tecnologica, nello spirito del “samurai senza padrone” di cui prende il nome

Yuga Labs ingaggia un esperto di NFT per dare nuova vita ai Cryptopunks

Yuga Labs assume un esperto di NFT per i CryptoPunks

Ritorno di fiamma per i CryptoPunks? Yuga Labs ha assunto un esperto per dare nuova vita alla collezione di NFT più famosa al mondo!

Christie’s è la casa d’aste più attiva per quanto riguarda il commercio di NFT. Basti pensare che ha venduto una delle opere non-fungibili dell’artista Beeple per ben 69 milioni di dollari! Non solo: è anche stata la prima casa d’aste ad accettare pagamenti in criptovalute. Tutto questo grazie a Noah Davis, NFT Specialist per Christie’s, che da sempre crede nelle potenzialità della blockchain e delle crypto. Ma ecco la novità: Davis è stato ufficialmente ingaggiato da Yuga Labs, lo studio che ha creato Bored Ape Yacht Club, per dare nuova vita a una delle collezioni NFT più famose del mondo crypto. Yuga Labs assume un esperto di NFT per espandere l’universo dei Cryptopunks!

Noah Davis di Christie’s e Yuga Labs vogliono migliorare i CryptoPunks

Il 19 giugno Noah Davis, esperto di NFT per la casa d’aste Christie’s, ha scritto su Twitter che avrebbe lavorato insieme a Yuga Labs per dare una nuova direzione ai Cryptopunks. La famosa collezione di NFT, acquistata a marzo dai creatori di Bored Ape Yacht Club, conta 10.000 immagini pixellate tutte differenti. Creata nel 2017 da Larva Labs, in origine chi possedeva un NFT della collezione non aveva i diritti intellettuali dell’immagine. 

Questa linea di pensiero è cambiata dopo l’acquisizione da parte di Yuga Labs: la prima novità è stato proprio l’annuncio di dare ai proprietari degli NFT i pieni diritti commerciali e intellettuali delle opere acquistate! Ma i creatori di Bored Ape non si fermano qui: per rendere i Cryptopunks ancora più “a prova di Web3”, hanno scelto di assumere un esperto di NFT. “Sono onorato di annunciare che gestirò i CryptoPunks in qualità di Brand Leader” ha scritto Noah Davis su Twitter. 

Perché Yuga Labs ha scelto proprio Davis per gestire un progetto NFT così famoso e importante? L’ormai ex-dipendente di Christie’s non è solo appassionato di blockchain con un occhio da intenditore per le opere d’arte non fungibili, ma ha anche all’attivo dei progetti di successo! Attualmente è impegnato nello sviluppo di una collezione NFT chiamata Howlerz. Ed è anche un fiero possessore del CryptoPunk n. 2099. Niente male!

Cosa succederà adesso ai CryptoPunks?

Adesso che Davis è diventato Brand Leader dei CryptoPunks, cosa succederà alla collezione NFT? Yuga Labs, dopo aver acquisito la collezione, ha specificato che non l’avrebbe trasformata in un nuovo “Yacht Club” e avrebbe mantenuto tutte le caratteristiche preferite dai Punkers. Noah Davis ha confermato questa linea d’azione. “NON FARÒ C*****E CON I CRYPTOPUNKS” ha affermato su Twitter. “Niente Punks su tazze né stupide serie TV” continua. Insomma, chi ha acquistato un CryptoPunk nel lontano 2017 non si ritroverà tradito da operazioni troppo commerciali.

Invece, tra le prime proposte di Davis, c’è una serie di chiacchierate faccia a faccia con i veri appassionati dei CryptoPunks. “Ovunque vada la community è lì che andranno i Punks” ha specificato sul thread di Twitter. In questo modo lo spirito dei primi Punkers e dei CryptoPunks non andrà perduto dietro trovate pubblicitarie! 

Uno dei fondatori delle Bored Ape, Garga, ha scritto proprio il 19 giugno che altre novità sul futuro dei CryptoPunks arriveranno nelle prossime settimane. “Abbiamo scelto un approccio lento e ponderato per i Punks, prendendo in considerazione le aspettative della community. Siamo onorati di essere i custodi di questa collezione storica, e abbiamo il massimo rispetto per Noah e per la community dei Punkers”. Quindi allaccia le cinture e preparati alle novità: questo è solo l’inizio!

Proprio durante questa fase storica per i CryptoPunks c’è stato molto movimento nel mercato NFT. Il floor price per un pezzo della collezione è passato da 48 ETH a ben 65 ETH. Un salto del 35%! La nuova assunzione di Yuga Labs sembra aver già fatto breccia nel cuore della community. È il momento della rinascita di una delle collezioni più famose di sempre?

Meta e The Fabricant, 2 modi di intendere la moda digitale

NFT fashion: The Fabricant e Meta spiegano la moda digitale

La moda del futuro è digitale. Il dilemma: blockchain sì o no? I brand più famosi si convertono al connubio NFT e fashion! 

Per le case di moda, il Metaverso si sta rivelando un’opportunità per sperimentare linguaggi espressivi e per pensare nuovi prodotti. I brand che stanno sviluppando collezioni digitali sono sempre di più, tra questi ci sono Zara, Lacoste, gli NFT di Adidas e quelli di Gucci. Non tutti però scelgono di realizzare moda digitale su blockchain: il Metaverso ha diverse forme e può essere centralizzato o decentralizzato. Questa duplicità descrive anche due modi diversi di intendere la moda digitale. Per alcune aziende, come Meta, i capi d’abbigliamento virtuali non sono sotto forma di NFT mentre per altre, come The Fabricant, la moda digitale va costruita su una blockchain. Vediamo questi due differenti approcci alla moda digitale! 

Meta: un Metaverso vestito Balenciaga, Prada e Thom Browne 

Mark Zuckerberg, CEO di Meta (prima Facebook), i giorni scorsi ha annunciato durante una diretta su Instagram, che sta per essere aperta la boutique di abbigliamento digitale “Avatar Store” per il Metaverso di Meta “Horizon Worlds”. Il lancio sarà celebrato con la partnership con alcuni brand di alta moda ovvero Balenciaga, Prada e Thom Browne. “Sono davvero grato e orgoglioso che questi marchi si uniscano a noi per dare il via alla moda nel Metaverso”, ha detto Zuckerberg. Il marketplace di moda digitale per tutti gli utenti Meta e Facebook sarà disponibile la prossima settimana, a partire da Stati Uniti, Canada, Thailandia e Messico. All’inizio i capi in vendita su Avatar Store avranno un prezzo compreso tra i 2,99 a 8,99 dollari. Balenciaga, Prada e Thom Brown saranno quindi i primi brand a vendere nel marketplace di Meta. Tuttavia l’idea di Zuckerberg è avviare un marketplace in cui tutti, non solo stilisti di formazione, possano realizzare e vendere moda digitale. Al momento non è ancora stata rivelata la modalità in cui verranno distribuite le ricompense tra il marketpace di Meta e i creatori di alta moda virtuale. 

The Fabricant e il modello di moda decentralizzata 

Che cos’è The Fabricant? The Fabricant, “a Digital Fashion House”, è uno dei progetti pionieri della moda digitale su blockchain. The Fabricant non è un vero e proprio marketplace di NFT di moda, ma un incubatore di fashion virtuale. La piattaforma è costruita su Flow una blockchain scelta dai fondatori per la sua sostenibilità e velocità. Rispetto a Meta, qui ci troviamo davanti a NFT fashion, un caso di moda digitale decentralizzata e costruita su blockchain. I creativi di The Fabricant non creano dei semplici capi d’abbigliamento come oggetti digitali ma veri e propri NFT. Per il team di The Fabricant la blockchain è ideale per costruire la moda del Metaverso innanzitutto perché è in grado di dare valore ai dati e alla proprietà degli oggetti digitali. Secondo la co-founder Adriana Hoppenbrouwer-Pereira, The Fabricant sta “creando un business per il momento in cui il nostro guardaroba digitale sarà il nostro guardaroba”. Avere un set di capi d’abbigliamento nel Metaverso non sarà un concetto tanto assurdo quando le esperienze digitali proposte saranno sempre di più. Cambiare i propri abiti e adattarli ad ogni occasione diventerà spontaneo come cambiare d’abito nella vita reale: un outfit per la palestra e uno per una cena elegante. Quando si verificherà questa situazione i vestiti digitali da realizzare saranno così tanti che solo la blockchain potrà essere lo strumento adatto per scalare la produzione

La blockchain è vantaggiosa per il settore della moda digitale anche perché tiene traccia delle royalty e le distribuisce equamente tra creatore e proprietario. Sempre Hoppenbrouwer-Pereira, durante un’intervista, ha raccontato che la blockchain e il Metaverso riporteranno la moda alla sua dimensione di gioco e divertimento. Vestirsi nel Metaverso sarà un’esperienza componibile, altamente creativa ed espressiva delle personalità delle persone. 

Cosa rende un NFT fashion davvero utile?

Gli NFT fashion devono essere pienamente adattabili agli avatar dei vari Metaversi e essere trasferibili tra gli stessi per avere una reale utilità. La sfida di The Fabricant al momento è quella di tradurre le sue creazioni fashion negli stili dei principali mondi virtuali. The Sandbox ad esempio è più pixellato rispetto a Decentraland, lo stesso abito NFT deve poter essere indossato ovunque. L’altra faccia della medaglia di questa sfida è fornire un’esperienza cross chain dove gli NFT costruiti su una blockchain come Flow possano essere trasportati e usati ovunque. Soprattutto su Ethereum dove sono sviluppati i principali Metaversi. 

Il Metaverso e la moda digitale sono davvero dietro l’angolo?

Per concepire l’utilità di abbigliamento digitale, ancora prima ci si può chiedere se il Metaverso sia davvero una tecnologia capace di entrare in maniera predominante nelle nostre vite. Il successo dei Metaversi sarà dettato dalla capacità di attirare l’attenzione e coinvolgere gli utenti. Siamo solo all’inizio però si può considerare che Decentraland ha ospitato 40.000 persone alla sua prima Metaverse Fashion Week. I risultati in questo senso appaiono promettenti, il record del Metaverso di MANA è molto alto per la blockchain che si è dimostrata capace di accogliere così tanti utenti. Tra le aziende fashion che hanno scelto gli NFT su The Fabricant ci sono Adidas, Under Armour e Puma.

Cosa è successo alle stablecoin dopo il crollo di UST?

Stablecoin: cosa è successo dopo il crollo di UST 

Il crollo di UST ha portato cattiva luce sulle stablecoin. Quanto ne hanno risentito USDC, USDT e DAI?

Dopo il crollo di UST, la stablecoin dell’ecosistema crypto Terra (LUNA), la stabilità e l’affidabilità  delle stablecoin è stata messa in discussione. Per alcuni il vertiginoso tracollo di UST ha evidenziato le difficoltà strutturali delle stablecoin soprattutto in termini di sicurezza e trasparenza. Tuttavia c’è chi è ancora convinto della potenzialità di questa tipologia di criptovalute, come Circle che ha deciso di lanciare una nuova stablecoin ancorata all’Euro. In questo articolo troverai una panoramica di cosa è successo alle altre stablecoin dopo il crollo di UST!

USDC: resiste e aumenta il market cap 

Le stablecoin si dividono in tre tipologie: ancorate a fiat, ancorate a crypto oppure algoritmiche, il cui valore non è direttamente lo specchio di un bene sottostante ma è stabilito da una formula matematica. USDC è una stablecoin ancorata al prezzo del dollaro ed è gestita da Centre, un consorzio nato dalla collaborazione tra Coinbase e Circle, un’azienda che si occupa di pagamenti peer-to-peer. USDC è conosciuta per essere la seconda principale stablecoin del mercato e per la sua vocazione altamente centralizzata. Subito dopo il crollo di UST, USDC ha ottenuto un aumento del market cap da circa 48 miliardi a 53 miliardi (11 Maggio) dovuto a una probabile migrazione degli utenti verso stablecoin alternative. 

Linda Jeng, Chief Policy and Regulatory Officer di Centre, ha commentato la vicenda dicendo che non tutte le stablecoin sono uguali: le stablecoin ancorate a fiat non dovrebbero essere giudicate come quelle algoritmiche. Jeng ha ribadito che la forza di USDC sta nella correlazione alle fiat e che Centre mantiene sempre il suo impegno per fornire standard alti e per fare di USDC una “vera rappresentazione digitale del dollaro”. Jeng ci tiene a specificare che “le riserve di USDC sono interamente detenute in conti presso istituzioni finanziarie regolamentate dagli Stati Uniti, limitate a contanti e obbligazioni governative statunitensi a breve scadenza, e sono separate dagli altri conti di Circle, compresi i fondi aziendali generali” e che “c’è una cosa che una criptovaluta, una commodity o una “stablecoin” algoritmica non sarà mai: un equivalente solido e affidabile del denaro.” Infine si augura che le stablecoin siano presto regolamentate da “norme intelligenti e favorevoli”. 

Circle fa il bis: il 30 Giugno il lancio di EUROC

Qualche giorno fa, Circle ha annunciato che il 30 Giugno 2022 verrà lanciata sul mercato una nuova stablecoin di loro creazione: EUROC, che sarà ancorata all’Euro in rapporto 1:1. Cosa si può dedurre dal lancio di una stablecoin in questo periodo delicato? Forse che le realtà dietro a questo genere di criptovalute sono sicure e fiduciose delle proprie capacità nello sviluppo di stablecoin.

Attimi di panico per USDT che perde (momentaneamente) il peg 

USDT è un’altra stablecoin ancorata al dollaro emessa dalla società Tether. Con il crollo di UST, la stablecoin di Terra (LUNA), il suo market cap si è leggermente abbassato (meno 7 miliardi) e per un breve momento ha perso il suo peg. Il team di Tether però ha precisato che USDT non ha nulla in comune con UST e che nonostante tutto dal 2015 “non ha mai mancato di elaborare una richiesta di prelievo di USDT al valore di 1 dollaro per token USDT”. A competere con USDT e USDC c’è DAI: cosa è successo a questa stablecoin dopo il crollo di UST?

Perché DAI è sopravvissuta a UST?

A differenza delle crypto appena citate, DAI non è ancorata a fiat ma ad altre crypto come ETH, BTC ma anche USDC. Tecnicamente si tratta di una stablecoin sovra-collateralizzata ed è gestita dalla MakerDAO. Secondo alcuni, DAI si sta imponendo come alternativa a UST dopo il crollo di Terra: durante la crisi non ha oscillato troppo lontano dal suo ancoraggio. Così la ormai vecchia rivalità tra le due stablecoin ha trovato una conclusione: DAI è tornata sotto i riflettori e UST ha attirato a sé tutto il karma negativo: 

DAI del resto è la più longeva stablecoin DeFi conosciuta. Per alcuni le ipotesi del suo trionfo su UST sono legate alla sua sovra-colleteralizzazione, alla sua decentralizzazione, all’aggiunta di collaterali come stETH, a ulteriore garanzia del protocollo, e ai numerosi casi d’uso di Maker che stanno aumentando la credibilità dell’intero progetto. Cosa è successo alle stablecoin dopo il crollo di UST? Tutto sommato le principali stablecoin hanno affrontato a testa la situazione e si stanno preparando alle sfide del futuro.

I migliori 5 giochi play-to-earn su Avalanche

I 5 migliori crypto game su Avalanche

Appassionato di videogiochi play-to-earn? Allora Avalanche può interessarti! Scopri i 5 migliori crypto game sulla sua blockchain!

Ti piace giocare ai videogiochi ma a volte ti senti in colpa perché ti occupano intere e non produttive giornate? Grazie ai videogiochi play-to-earn non dovrai più sentirti così! Come insegnano Axie Infinity, Star Atlas o Ember Sword, la blockchain ha dato vita a dei crypto games che ti permettono di accumulare ricompense semplicemente giocando. Avalanche, grazie alle sue transazioni rapide e alla stabilità della rete, è una delle migliori piattaforme per il gaming su blockchain, ed è già casa di uno dei più famosi giochi play-to-earn, DeFi Kingdom. Scopri i 5 migliori crypto game della GameFi di Avalanche!

Avalanche alla conquista del crypto gaming

Avalanche è sempre di più una blockchain orientata al crypto gaming e viene preferita ad altri network da un buon numero di sviluppatori di giochi play-to-earn. Il motivo di questa tendenza sembra essere collegato ad una delle tecnologie principali della blockchain creata da Emin Gün Sirer, la tecnologia delle subnet. Le subnet sono versioni della rete principale di Avalanche che possiedono il loro set di validatori, la loro crypto e un proprio sistema di sicurezza. Queste “sottoreti” consentono, alle applicazioni decentralizzate (DApp) e ai giochi che le utilizzano, di processare transazioni in modo più veloce ed economico rispetto a quanto avverrebbe sulla rete principale. Tutto ciò garantisce a sua volta un livello di fluidità dell’esperienza utente superiore, un fattore indispensabile quando si parla di videogiochi play-to-earn. Le subnet di Avalanche sono diventate molto popolari anche perché sono personalizzabili. Gli sviluppatori che creano la propria subnet possono costruire network ad hoc per il loro scopo. Per questo motivo alcuni crypto game di Avax come DeFi Kingdom o Crabada hanno già scelto di migrare su questo tipo di reti e altri, come Ascenders o Ragnarock, hanno in programma di farlo. Insomma, Avalanche è una delle blockchain predilette per lo sviluppo di videogiochi play-to-earn e, negli ultimi tempi, sono nati su di essa tantissimi titoli. Tra l’ampia offerta della GameFi del network, in questo articolo puoi trovare una selezione dei 5 migliori crypto game di Avalanche!

1. Domi Online

Domi Online è un crypto game MMORPG dedicato a tutti i veterani dei giochi di ruolo multiplayer. Basta dare uno sguardo alla grafica e al sistema di combattimento per ritornare nel glorioso passato degli MMORPG come World of Warcraft o Dark Age of Camelot. Ma con un’aggiunta da non lasciarsi sfuggire: tutto il gioco si basa sugli NFT! Quindi puoi andare a caccia di temibili mostri o di risorse rare, e vendere gli oggetti in gioco in cambio di DOMI, il token di Domi Online.

Al di là degli NFT, alla base di Domi Online ci sono un solido gameplay e una storia entusiasmante. Scegli una delle quattro classi (Amazzone, Prete, Strega e Guerriero) e avventurati nel mondo di Domi Online seguendo le quest per scoprire di più sulla storia del mondo. Il videogioco dovrebbe essere completo all’inizio del 2023: manca poco per poter provare il primo dei 5 migliori crypto game su Avalanche!

2. Crabada

Crabada è un crypto game play-to-earn rilasciato a Novembre 2021. Per ora è il dominatore indiscusso della GameFi su Avalanche. Inizialmente Crabada era un gioco play-to-earn simile ad Axie Infinity, ovvero un idle game (cioè un gioco in cui il combattimento e la raccolta di risorse sono automatici) dove i giocatori potevano far scontrare una squadra di paguri contro altri giocatori o contro delle squadre gestite dal computer. Da Maggio 2022 però è cambiato tutto con il rilascio della versione PvP, dell’applicazione mobile e della subnet Swimmer Network. Grazie alla nuova versione PvP i combattimenti non sono più simulati dall’intelligenza artificiale del gioco ma sono condotti interamente dai giocatori, i quali devono pianificare la strategia di attacco e di difesa migliore per sconfiggere gli avversari. I paguri, protagonisti del crypto game Crabada sono NFT su Avalanche, e puoi farli riprodurre, venderli o persino prestarli ad altri giocatori. 

Su Crabada puoi anche mandare i tuoi paguri in cerca di tesori per guadagnare TUS (Treasure Under Sea), il token del crypto game. In alternativa, puoi mandare i tuoi sgherri acquatici a rubare i tesori sudati da altri giocatori o puoi acquistare il token di governance CRA per far parte della DAO di Crabada e guidare la direzione del gioco. Finora la roadmap del gioco è stata rispettata senza intoppi, il prossimo passo? Un metaverso subacqueo composto da “land” da conquistare o acquistare!  

3. Shrapnel

Shrapnel è il primo gioco play-to-earn tripla-A sviluppato su blockchain, ed è senza dubbio uno dei 5 crypto game più attesi della GameFi di Avalanche. Anche se si sa ancora poco del gameplay, il whitepaper di Shrapnel è chiarissimo: il videogioco sarà uno sparatutto completamente modificabile dai giocatori! Grazie alla blockchain, sarà possibile creare un FPS (first-person shooter) simile a Fortnite ed Escape from Tarkov ma che supporta le “mod”, ovvero modifiche proposte e implementate dalla community. L’obiettivo del gioco sarà entrare in una zona ad alto rischio ed estrarre un minerale raro per la propria nazione, affrontando gli altri giocatori in combattimenti al cardiopalma. Starà a te decidere se giocare affidandoti alla tua mira superiore, oppure se preferire un approccio più metodico ed eliminare la competizione dalle ombre.

La novità di Shrapnel è che ogni pezzo di equipaggiamento del tuo personaggio è un NFT. Questi NFT vengono persi quando vieni ucciso dagli altri giocatori, perciò ogni partita va affrontata con la massima concentrazione! Eliminare gli altri giocatori, invece, ti permetterà di rubare le loro armi, armature e dispositivi di comunicazione. Il lavoro da fare per consentire agli utenti di giocare al videogioco play-to-earn Shrapnel è ancora tanto, ma il team di sviluppo è composto da veterani dell’industria del gaming, tra cui sviluppatori di giochi come Halo, Call of Duty, Bioshock e Destiny. Per questo motivo è ragionevole aspettarsi una roadmap serrata e una comunicazione costante. 

4. Ragnarok

Ragnarok è un videogioco play-to-earn RPG basato sugli NFT e costruito su Avalanche. Il progetto è nato dalla frustrazione di alcuni sviluppatori di giochi per l’ecosistema della GameFi nel mondo crypto. Per loro i crypto game hanno dei gameplay blandi e poco ispirati. Per questo hanno avuto l’idea di creare Ragnarok, che è molto più di un semplice videogioco: è un progetto Web3 a tutto tondo! 

Ragnarok offrirà un metaverso dallo stile grafico che ricorda gli anime giapponesi e una trama (lore) molto profonda e sviluppata, tanto che verrà rilasciato anche un manga in 77 volumi che descriverà la storia di Ragnarok. Ovviamente gli NFT sono indispensabili per entrare nel metaverso, e sul token di gioco RAG, si basa l’intera economia di gioco. Il gioco è già disponibile in versione demo, dove puoi vedere la grafica di gioco e utilizzare un avatar di default per esplorare l’hub iniziale! Grazie alla grafica innovativa e al progetto immerso nel Web3, Ragnarok entra di diritto nella classifica dei 5 migliori crypto game costruiti su Avalanche.

5. Ascenders

Muori dalla voglia di giocare un hack ‘n’ slash? Ascenders potrebbe interessarti! Basato su Avalanche, Ascenders è un RPG sci-fi dove impersoni un “naufrago” dello spazio, finito su un pianeta alieno. Il tuo scopo all’interno del gioco play-to-earn di Ascenders è sopravvivere e creare alleanze. Se metti le mani su una LAND, puoi anche costruire la tua base! Oltre al combattimento arcade che ricorda Monster Hunter, puoi anche recuperare materiali preziosi e costruire equipaggiamento sotto forma di NFT da scambiare liberamente.

L’economia di Ascenders si basa su due token: ACG, il token di governance che ti permette di dare la direzione che preferisci al crypto game, e GG, il token di gioco che puoi utilizzare per acquistare oggetti, armi e trofei da esporre in casa. All’interno di Ascenders dovrai scegliere che tipo di giocatore vuoi essere: un Combattente? Un Esploratore? Un Artigiano?. L’economia del gioco infatti richiede l’apporto dei giocatori di tutti i tipi, come in una vera società: ad esempio, un fabbro ha bisogno sia dei materiali grezzi portati dagli Esploratori, sia dei manuali che possono venire trovati solo dai Combattenti, sfidandosi nell’Arena. La demo offline è già disponibile!

La GameFi del mondo crypto non è mai stata così florida! I videogiochi play-to-earn sono sempre più audaci e interessanti. Gli NFT e i token fungibili permettono di creare dei mondi su blockchain realistici ed entusiasmanti grazie all’economia che simula quella reale: una cosa che gli altri videogiochi non sono mai riusciti a fare! Sai qual è il bello di questi 5 crypto games della GameFi di Avalanche? Che sono tutti sempre in continua evoluzione. Non ti resta che informarti, scegliere il tuo gioco preferito e lanciarti all’avventura! 

Lightning Network to the moon! Record per la layer-2 di Bitcoin

Prezzo di Bitcoin crolla, ma Lightning Network supera record

Il Lightning Network raggiunge un numero record di 4000 Bitcoin bloccati e pronti per essere scambiati alla velocità della luce!

Una buona notizia per Bitcoin: il Lightning Network, la layer-2 della criptovaluta di Satoshi Nakamoto, ha infranto un record proprio in mezzo al bear market. Il 10 giugno, la capacità totale dei nodi del Lightning Network ha superato i 4000 BTC. Questo vuol dire che ci sono 120 milioni di dollari in Bitcoin pronti a essere utilizzati e scambiati alla velocità della luce! Ed è solo l’inizio, visto che grazie a un nuovo protocollo chiamato Taro, con Lightning Network si potranno scambiare anche stablecoin. Scopri il record di Lightning Network infranto proprio durante il crollo del prezzo di Bitcoin!

Lightning Network to the moon? L’adozione di Bitcoin aumenta

Paura del mercato crypto altalenante? Fai un reality check insieme a Bitcoin! Nonostante i prezzi al ribasso di molte crypto, l’adozione e i casi d’uso delle crypto aumentano a vista d’occhio. Lightning Network, la layer-2 di Bitcoin che rende i pagamenti più rapidi e sicuri, ha infranto il record di 4000 Bitcoin bloccati nei suoi nodi proprio durante il crollo del prezzo di Bitcoin. 

Lightning Network è stata una vera e propria innovazione per Bitcoin. Sicuramente avrai sentito una delle critiche più utilizzate che vengono lanciate a Bitcoin: gli scambi sono troppo lenti e la sua rete non è scalabile. Questo è vero, ma la velocità non è mai stata l’obiettivo della moneta di Satoshi Nakamoto. Infatti, i due punti focali di Bitcoin sono sicurezza e decentralizzazione. La sua rete, infatti, è sicura e quasi impossibile da hackerare, grazie al meccanismo di consenso proof-of-work. È anche estremamente decentralizzata, ed è altamente improbabile che un ente centralizzato riesca a prendere il controllo di tutti i nodi che la compongono. Purtroppo, come ci insegna il trilemma della scalabilità, per ottenere sicurezza e decentralizzazione bisogna sacrificare qualcosa, e nel caso di Bitcoin a perdere è proprio la velocità delle transazioni.

Ed è qui che entra in gioco Lightning Network: grazie alla sua struttura di layer-2, le transazioni sul suo network sono molto più rapide e soprattutto più economiche. Parliamo di migliaia e migliaia di transazioni al secondo! Ma com’è possibile? Semplice: il Lightning Network utilizza degli smart contract per eseguire le transazioni off-chain. Tutte le transazioni che vengono eseguite non sono registrate sulla rete principale di Bitcoin, perciò non c’è bisogno della validazione dei miner. Dopo aver eseguito tutte le richieste degli utenti, il bilancio finale viene registrato e validato sulla rete principale. Una soluzione perfetta e che è stata utilizzata in luoghi come El Salvador e Nigeria.

La DeFi su Bitcoin nonostante il crollo: arrivano le stablecoin sul Lightning Network

Uno dei grandi svantaggi di Bitcoin rispetto alle chain concorrenti come Ethereum (che a breve diventerà proof-of-stake) è che non è una buona piattaforma per costruire un ecosistema DeFi efficiente. Questo perché le sue transazioni al secondo sono molto limitate, e non supporta la creazione di token come fanno invece Ethereum, Polkadot o Cardano. Ma a questo sta arrivando una soluzione: il suo nome è Taro, ed è un protocollo basato su Lightning Network!

Taro, sviluppato da Lightning Labs, è un protocollo che si appoggia al nuovo aggiornamento di Bitcoin, Taproot, e serve a creare degli “asset” scambiabili in maniera simile ai token ERC-20 o ERC-721. Ad esempio, gli sviluppatori potrebbero creare delle stablecoin sfruttando la sicurezza e la stabilità di Bitcoin, ma scambiabili con la rapidità di Lightning Network. 

La possibilità di scambiare stablecoin direttamente sulla rete di Bitcoin rappresenta un grande vantaggio per l’intera rete di Bitcoin. Questa tecnologia è quello che serve per potenziare i casi d’uso della criptovaluta di Satoshi e per renderla pienamente utilizzabile anche nella DeFi. 


Nonostante il crollo del prezzo di BTC, il record di Lightning Network sta dimostrando il valore dell’intero sistema. Tra i tanti detti dei Bitcoiner c’è “I’m in Bitcoin for the tech” e che ha proprio questo significato: che il prezzo salga o scenda, la tecnologia della blockchain è destinata a diventare sempre più preponderante! Hai intenzione di abbracciare la rivoluzione DeFi in arrivo su Bitcoin, oppure continuerai a stare dalla parte delle altcoin come Ethereum, Polkadot e Fantom?

Il prezzo di Ethereum scende? Le motivazioni per il calo di ETH

Prezzo Ethereum perché l'andamento di ETH è in calo

Il prezzo di ETH è in crisi, e forse potrebbe scendere sotto i mille dollari. Il mercato è stato colpito dai problemi di Celsius e dal possibile ritardo di Ethereum 2.0

L’andamento di Ethereum a giugno non lascia spazio all’ottimismo, e oggi al 16 del mese il prezzo si aggira intorno ai 1100 dollari. Che sta succedendo a Ethereum? Il prezzo di ETH tornerà a salire? Il mercato crypto è in fase ribassista fin dal crollo di Terra (LUNA) e UST, e molte persone  hanno deciso di aspettare regolamentazioni più stringenti o un mercato bullish prima di tornare ad acquistare crypto. In più, i problemi con Celsius (una piattaforma di crypto lending) e un possibile ritardo dell’ arrivo di The Merge hanno contribuito a questo momento delicato, influenzando l’andamento di Ethereum. Scopri cosa sta succedendo al mercato crypto, a Celsius e a The Merge, e perché il prezzo di Ethereum è in calo.

L’uscita di Ethereum 2.0 potrebbe essere rimandata? Cos’è la “difficulty bomb”

Ecco la prima brutta notizia per Ethereum che potrebbe avere avuto un impatto sul suo andamento: la “difficulty bomb” è stata rimandata. Ma vediamo prima cosa si intende per difficulty bomb.

Ethereum è una blockchain proof-of-work, ma lo sarà ancora per poco: l’aggiornamento più atteso di tutti, Ethereum 2.0, cambierà il meccanismo di consenso e lo renderà proof-of-stake. Secondo Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, e gli altri sviluppatori della Ethereum Foundation, l’aggiornamento (chiamato The Merge) migliorerà le performance della rete e diminuirà l’impatto ambientale della crypto dovuto al mining

La “difficulty bomb” è un sistema che gli sviluppatori hanno implementato per rendere più difficile e meno redditizio il mining di ETH. Questo serve per scoraggiare i miner e convincere gli utenti a mettere in staking i loro ETH sul Consensus Layer (ovvero il layer proof-of-stake, ora ancora in beta). Questo sistema doveva rendere controproducente il mining il giorno dell’uscita dell’aggiornamento, ma è stato rimandato. Tim Beiko, lead developer di Ethereum, ha detto che rimandare la difficulty bomb potrebbe allentare lo stress sugli sviluppatori:“…troppa pressione mette in crisi i team di sviluppo, ed è una situazione che vogliamo evitare”. 

Ciò che si può dedurre da questa situazione è che i ritardi al rilascio di Ethereum 2.0 mettono in difficoltà l’intero mercato crypto. Infatti l’andamento di Ethereum è in calo, probabilmente anche perché c’è timore che l’aggiornamento non funzioni e faccia collassare l’intera rete. Secondo gli sviluppatori, però, questo timore è infondato, dato che le fasi di test sono andate piuttosto bene e il codice è quasi pronto per essere reso pubblico. 

Celsius, la più grande piattaforma DeFi di lending, in difficoltà: l’andamento di Ethereum è in calo per questo?

Uno dei fattori che potrebbe avere un peso sull’andamento di Ethereum e il prezzo di ETH è il momento di difficoltà che la piattaforma di lending Celsius sta affrontando. Celsius è una tra le più grandi  piattaforme centralizzate di DeFi, che permette di scambiare, prendere in prestito e mettere in staking le crypto. La piattaforma era molto conosciuta nell’ambiente crypto perché offriva alte ricompense agli utenti che mettevano in staking le loro criptovalute, arrivando fino al 17% annuo.

Come funziona Celsius? Una piattaforma centralizzata di DeFi è, sostanzialmente, un “intermediario” tra l’utente e il mondo della finanza decentralizzata. Gli utenti affidano le proprie crypto a queste piattaforme, che le utilizzano per sfruttare le potenzialità della DeFi (attraverso ad esempio il lending, lo staking o il liquidity farming). In cambio, la piattaforma offre un ritorno annuale agli utenti.

Questo sistema ha funzionato quando il mercato crypto era bullish, ma adesso Celsius sembra arrancare. Il 12 giugno la piattaforma è stata costretta a bloccare tutte le operazioni, probabilmente perché si sarebbe trovata impossibilitata a ripagare i propri utenti. Se fosse così, l’interruzione delle attività di Celsius potrebbe rivelarsi un duro colpo per tutta la community crypto. La piattaforma ha comunque annunciato di possedere ancora una buona quantità di BTC nelle proprie riserve da poter vendere per ripagare i debiti. Tuttavia, una svendita di Bitcoin metterebbe ancora più in crisi la crypto di Satoshi Nakamoto, già pericolosamente vicina alla soglia dei 20mila dollari. Se questo dovesse succedere, è possibile che a risentirne sarebbe anche il prezzo di Ethereum.

Il prezzo di Ethereum nei primi 6 mesi del 2022

Questa prima metà del 2022 si è rivelata piena di sorprese per il mercato tradizionale e anche per quello crypto. L’andamento di Ethereum in particolare è stato altalenante, nonostante la prima settimana del 2022 si sia rivelata positiva per la crypto di Buterin. Infatti, a inizio anno le performance di Ethereum sono state più solide persino rispetto a quelle di Bitcoin, mantenendosi saldamente intorno ai 3700 dollari.

Le prime difficoltà si sono registrate intorno a metà gennaio, quando la Russia ha annunciato che le crypto sarebbero state regolamentate o, peggio, bandite. In quell’occasione, il prezzo di Ethereum è sceso, arrivando a toccare un minimo di 2160 dollari. E proprio mentre provava a risalire, la seconda batosta: la guerra russo-ucraina di metà febbraio ha vanificato le speranze di tutti gli appassionati di Ethereum, rimandando il prezzo di ETH intorno ai 2150 dollari.

I segnali di risalita sono tornati soltanto intorno ai primi di aprile. Il 5 aprile, il prezzo di Ethereum ha raggiunto i 3520 dollari, per poi scendere a una soglia di resistenza di 3200. La soglia però è stata rapidamente infranta, e Ethereum ha cominciato una fase di discesa insieme a tutto il resto del mercato crypto. Proprio in queste condizioni di mercato infauste c’è stato il crollo di Terra (LUNA), che ha scosso terribilmente il mercato. Il prezzo di Ethereum ha raggiunto un minimo di 1966 dollari! L’ultima volta che ETH veniva scambiato a meno di duemila dollari? Il 21 luglio 2021.

Negli ultimi giorni il prezzo di Ethereum ha continuato a scendere vertiginosamente, e il 15 giugno è arrivato pericolosamente vicino alle 3 cifre venendo scambiato per 1030 dollari. In tutto questo, i miner di Ethereum si stanno preparando al passaggio al proof-of-stake, selezionando nuovi lidi dove migrare. 

L’industria del mining di Ethereum, che attualmente vale 19 miliardi di dollari, è in difficoltà da tempo. A maggio, ad esempio, i ricavi dalle attività di mining sono calati del 27%. Anche il prezzo medio delle gas fee per le transazioni su Ethereum è diminuito. Anche se da una parte è una notizia positiva, dall’altra vuol dire che l’interesse per Ethereum è minore, e forse gli utenti stanno aspettando The Merge avvenga prima di ricominciare a utilizzare la blockchain di Buterin.

Il mercato crypto non è dei più floridi, e il prezzo di Ethereum è in calo. Ma le motivazioni non sono da ricercare solo in Ethereum, visto che l’aggiornamento The Merge sta procedendo senza particolari intoppi. Nonostante questo, la soglia psicologica dei mille dollari di Ethereum si è avvicinata. Il prezzo di Ethereum riuscirà a riprendersi e a ritornare al suo ATH di 4878 dollari? Soprattutto durante un mercato bearish ricorda sempre il vecchio adagio del mondo crypto: DYOR!

7 punti di forza di Bitcoin per affrontare il bear market

Bitcoin: 7 punti di forza per affrontare il bear market

I prezzi delle crypto stanno calando ma BTC è la più solida di tutte e la community la sostiene, scopri perché!

L’andamento del prezzo di Bitcoin, dati storici alla mano, segue un ciclo di 4 anni scandito dall’halving di BTC, che si verifica per l’appunto ogni 4 anni. Con halving si intende il dimezzamento progressivo delle ricompense in BTC che ricevono i miner per il loro lavoro. L’halving sembra coincidere con la fine di un ciclo del prezzo di Bitcoin e con l’inizio del successivo. Dalla nascita di BTC infatti, il suo prezzo ha seguito questa scansione dove l’having è preceduto da 18-24 mesi di bull market e seguito da due anni di bear market. Seguendo le tempistiche di questa teoria, ci troviamo nel mezzo di un bear market. Il prossimo halving è previsto per il 2024, l’offerta di BTC allora cambierà e di conseguenza anche i comportamenti del mercato. Un bear market può essere suddiviso in più fasi, capirle ci può aiutare a guardare in prospettiva il momento attuale del mercato di Bitcoin. Scopri i 7 punti di forza di Bitcoin per affrontare il bear market!

Le fasi del bear market 

Se consideriamo il precedente bear market che abbiamo affrontato, possiamo distinguere 7 fasi:

  1. Il crollo: fase in cui il mercato crolla molto rapidamente, coinvolge sia Bitcoin che le altcoin; 
  2. Rifiuto/negazione: fase in cui si tende a pensare che i prezzi siano soggetti solo a uno dei tanti e consueti cali; 
  3. Realizzazione: fase in cui ci si rende conto che non si è di fronte solo a un calo fisiologico del mercato. Spesso questa consapevolezza arriva anche dall’osservazione più ampia del contesto macroeconomico;
  4. Panico: dopo la consapevolezza di quello che sta succedendo, le persone si fanno prendere dal panico, questa prospettiva cambia la mentalità di mercato. Ogni tentativo di rimbalzo è eliminato da coloro che cercano di limitare le perdite vendendo. In questa fase, i rimbalzi sono ad opera dei bitcoiners che comprano BTC attirati dai prezzi ridotti;
  5. Accumulo/stabilizzazione: anche se la maggioranza degli utenti si lascia trasportare dal panico, chi ha una visione a lungo termine accumula principalmente coin “solide” come BTC rispetto alle altcoin;
  6. Anticipazione: in questa fase cominciano a tornare i fondi, Bitcoin è di nuovo in crescita. Le persone riprendono ad acquistare anche altcoin a media capitalizzazione di mercato;
  7. Crescita costante: il mercato riprende a crescere in maniera costante. Si passa da un’estrema paura a sentimenti neutrali. 

Ora ci troviamo nella fase del panico, la numero 4, in cui il Fear and Greed Index ha i valori più bassi (extreme fear). Il mercato sta cercando piano piano di passare alla numero 5, ovvero alla stabilizzazione. Chi è immerso completamente nella modalità panico fa fatica a percepire l’accumulo. Non è possibile prevedere con precisione quando il bear market si evolverà nelle fasi successive. Se paragoniamo BTC alle altre crypto possiamo però notare che per quanto siano tutte in calo, Bitcoin è quella che sta perdendo meno. Se la maggior parte delle altcoin sta scendendo di oltre il 90% dal suo ATH, il calo di Bitcoin è poco meno del 70% rispetto al suo ATH di 69.045 dollari. 

L’unica certezza è che il prossimo halving sarà all’inizio del 2024 (è stabilito dall’algoritmo), momento in cui l’equilibrio del mercato sarà nuovamente sconvolto. Chi ha un’ottica a lungo termine ed è convinto del valore di Bitcoin al di là del suo semplice prezzo, continua a comprare e holdare. La lungimiranza dei bitcoiner fa sorgere una domanda: perché Bitcoin continua ad essere supportato? Ecco i 7 punti di forza di Bitcoin per affrontare il bear market!

I punti di forza di Bitcoin: ecco perché i bitcoiner non mollano

I bitcoiner non si fanno prendere dalla paura, il bear market può seminare tutto il panico che vuole ma c’è chi non abbandona Bitcoin. Questo perché i punti di forza e le potenzialità dell’intero sistema di Bitcoin vanno oltre il prezzo. Bitcoin infatti è:

  1. Open source: tutti possono avere accesso alle informazioni processate dalla blockchain, verificare ma soprattutto contribuire allo sviluppo e al miglioramento di tutto il network;
  2. Trasparente: non c’è bisogno di avere una fiducia cieca nel suo funzionamento. Uno degli slogan a cui è affezionata la community di BTC è: “don’t trust, verify”, proprio perché è tutto sotto ai tuoi occhi, disponibile e verificabile;
  3. Neutrale: non conosce politica e non dipende dalle legislazioni degli stati (almeno per quanto riguarda il funzionamento della sua blockchain, il mining ad esempio può essere soggetto a limitazioni);
  4. Decentralizzato: il network di BTC è composto da nodi sparsi in tutto il mondo e nessuna azienda o singola persona ha in mano l’intero potere decisionale;
  5. Resistente a censura: l’unico modo per bloccare il suo operato, è bloccare internet (e possiamo solo immaginare quali sarebbero le conseguenze di disconnettere tutto il mondo);
  6. Sicuro: la sicurezza di Bitcoin è garantita dal suo meccanismo di consenso Proof-of-Work. Il lavoro dei miner rende le transazioni sicure e la decentralizzazione dei nodi permette che non ci siano interferenze;
  7. Caratterizzato da una politica monetaria vincente. La sua scarsità e la natura digitale, rendono il sistema di Bitcoin un’alternativa ai sistemi economici come li conosciamo.

Il prossimo halving ci salverà?

Come sempre, il mercato è lo specchio di numerosi fattori, la maggior parte dei quali è imprevedibile. L’halving ci fa sperare in un miglioramento dell’andamento di Bitcoin perché in passato ha sempre inciso in maniera positiva. Tuttavia le conseguenze dell’ultimo halving di Maggio 2020 sono state influenzate anche da elementi esterni come la politica restrittiva della FED. In tutto questo lo stock-to-flow può essere utile come indicatore di trend ma il futuro di BTC è tutto da scrivere!