Il momento giusto per investire? Ecco perché non esiste

Il momento giusto per investire? Ecco perché non esiste

Strategie a confronto: conviene aspettare il momento giusto per investire o comprare con regolarità?

Qual è il momento giusto per investire? Se anche tu hai pensato almeno una volta di far fruttare i tuoi risparmi, senza sapere quando cominciare, ci sono buone notizie: puoi iniziare subito e ottenere risultati anche senza essere un guru della finanza e passare tutto il giorno a interpretare numeri e grafici. 

Secondo una ricerca di Charles Schwab, multinazionale di servizi finanziari, aspettare il momento giusto per entrare in un mercato è molto costoso. In altre parole, comprare un asset cercando di calcolare le condizioni di mercato ideali è meno conveniente che affidarsi a un acquisto ricorrente

Il market timing funziona?

Lo scopo dell’analisi di Charles Schwab del 2021, che presenteremo in questo articolo, è capire se il market timing funziona. Ovvero cercare una risposta alla domanda: esiste un momento giusto per investire? Con il termine “market timing” ci si riferisce al tentativo di individuare il momento migliore per acquistare o vendere un asset. Puoi considerare il market timing come una delle strategie che adottano gli investitori che provano ad anticipare i movimenti dei mercati e, ad esempio, vendere prima di un ribasso e comprare prima di un rialzo. Per gli analisti della società, il market timing non aiuta a far fruttare i propri risparmi. Vediamo come sono arrivati a questa conclusione. 

L’esperimento mentale dei 5 investitori 

Gli studiosi di Charles Schwab hanno condotto un esperimento mentale su 5 tipi di investitore. A ognuno sono stati assegnati 2.000 dollari di budget all’anno da investire su S&P 500, il più importante indice azionario statunitense, per vent’anni, dal 2000 al 2020. 

  1. Peter Perfect

Peter è il perfetto market timer, quel nostro amico che ha sempre successo in quello che fa. Per abilità o fortuna, è riuscito a piazzare i suoi 2.000$ annui sempre trovando il fantomatico momento giusto per investire. Ad esempio, nel 2001 ha aspettato il 21 settembre ovvero il livello di chiusura più basso di quell’anno per l’S&P 500.

  1. Ashley Action

Il suo approccio è stato semplice e coerente: ogni anno ha investito i suoi 2.000$ nel mercato il primo giorno dell’anno. 

  1. Matthew Monthly 

Matthew ha diviso il suo budget in 12 quote uguali che ha investito all’inizio di ogni mese, con la strategia chiamata dollar cost averaging che si può mettere in campo con acquisti automatici ricorrenti.

  1. Rosie Rotten

La quarta investitrice ha avuto un tempismo scarso e molta sfortuna: ha piazzato i suoi 2.000$ ogni anno nei momenti di picco dei mercati. Ad esempio, Rosie ha investito i suoi primi 2.000 dollari il 30 gennaio 2001, il livello di chiusura più alto di quell’anno per l’S&P 500.

  1. Larry Linger

Lui, aspettando il tempismo, non ha mai investito in azioni ma ha tenuto il suo budget in contanti o in buoni del Tesoro. 

Alla fine dei vent’anni di investimenti, la classifica con i profitti è questa: 

  1. Peter Perfect: 151.391$
  2. Ashley Action: 135.471$
  3. Matthew Monthly: 134.856$
  4. Rosie Rotten: 121.171$
  5. Larry Linger: 44.438$

Cosa si deduce?

I risultati migliori ovviamente sono quelli di Peter che ha aspettato e ha programmato perfettamente i suoi investimenti annuali. Ma i risultati più sorprendenti e meno scontati dello studio riguardano Matthew e Ashley, quest’ultima si è classificata con solo 15.920 dollari in meno rispetto al primo e Matthew con solo 16.535 dollari in meno. L’approccio dell’acquisto ricorrente di Matthew ha ottenuto buoni risultati. La differenza dei profitti è relativamente piccola, considerato che ha semplicemente investito regolarmente senza calcolare tempistiche o previsioni di mercato.

Un’altra conseguenza evidente della ricerca è che anche il cattivo tempismo vince comunque sull’inerzia. Sebbene Rosie abbia perso 14.300 dollari rispetto ad Ashley (che non ha provato a prevedere il mercato), Rosie ha comunque guadagnato quasi tre volte quello che avrebbe ottenuto se non avesse investito affatto.

Per riassumere, dall’esperimento emerge che è stato conveniente investire subito, e non aspettare presunti momenti migliori. E che mettere in moto i propri risparmi anche in un momento difficile di mercato è comunque meglio che non investirli affatto. 

Charles Schwab ha esaminato altri 76 periodi di 20 anni, trovando quasi sempre risultati simili nella classifica degli investitori per i loro profitti. Anche nei periodi con classifiche inaspettate, chi ha investito subito non è mai arrivato ultimo. 

Cosa significa tutto questo per te

Se hai un budget da investire in qualche mercato e non sai quale sia il momento migliore per farlo, cominciare subito e con regolarità potrebbe essere la scelta vincente. 

I benefici del market timing non spiccano più di tanto, questa strategia dà risultati solo a chi ha le competenze o la fortuna di anticipare le tendenze. La regolarità è meno rischiosa e più efficiente. 

La scelta vincente dell’acquisto ricorrente 

Se non hai la possibilità o non te la senti di spendere il tutto il tuo budget annuale in una volta, prendi in considerazione l’acquisto ricorrente. In questo modo puoi collocare importi più piccoli con maggiore frequenza. L’acquisto ricorrente ha il vantaggio di : 

  1. Prevenire la pigrizia: grazie alla ricerca abbiamo visto che l’approccio “lo faccio dopo” o “forse è meglio aspettare” non funziona affatto; 
  2. Ridurre al minimo lo stress di chi cerca i momenti perfetti a tutti i costi e i rimpianti dei grossi investimenti che non sono andati a buon fine; 
  3. Slegare i tuoi profitti dal tempismo del mercato e dalla sua volatilità

Il momento giusto per investire? Non esiste! La ricerca si conclude specificando che, data la difficoltà di prevedere il mercato, la strategia più realistica per la maggior parte degli investitori è quella di impostare degli acquisti ricorrenti.

Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Le previsioni per l’economia italiana e globale del FMI. Crescita, inflazione e disoccupazione, cosa succederà?

Quali sono le previsioni per l’economia italiana e globale del Fondo Monetario Internazionale? Con il suo report pubblicato l’11 aprile, e intitolato “Una ripresa difficile”, il FMI ha rivisto le sue stime per la crescita, l’inflazione e la disoccupazione a livello mondiale e con un focus sui singoli Stati. 

Previsioni economia italiana: crescita, inflazione e disoccupazione per 2023 e 2024

Concentriamoci subito sulle previsioni per l’economia italiana redatte dal FMI. Per quest’anno è prevista una crescita dello 0,7% e per il 2024 dello 0,8%. In questo caso le stime sono state riviste al rialzo dello 0,1% rispetto alle ultime di gennaio. Nonostante questo l’Italia rimane in ultima posizione tra i paesi del G7. Quest’anno farà peggio solo la Germania per cui si prevede un PIL piatto che però recupererà notevolmente nel 2024. Anche l’economia britannica si arresta, con un PIL negativo dello 0,3%. A trascinare l’eurozona c’è la Spagna con una crescita dell’1,5% per il 2023 e del 2% nel 2024. 

Tornando alle previsioni per l’economia italiana, il FMI si aspetta un aumento della disoccupazione all’8,3% rispetto all’8,1% del 2022; e un calo dell’inflazione dall’8,7% del 2022, al 4,5% del 2023 al 2,6% del 2024. 

Previsioni economia globale 

Come si può intuire dal titolo del report, le previsioni per l’economia globale non sono tra le più rosee. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto a ribasso le sue stime per l’economia mondiale, a 2,8% per il 2023 e 3% per il 2024. Il calo, rispetto alle precedenti previsioni di gennaio, è stato dello 0,1%. 

Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI, ha spiegato che nonostante la graduale ripresa dalla pandemia e dall’invasione dell’Ucraina, il clima rimane incerto. “La ripresa economica globale resiste, ma la strada si fa impervia”, soprattutto a causa della recente instabilità bancaria. Per il FMI la crescita economica globale rimane debole rispetto agli standard storici, i rischi finanziari sono aumentati e l’inflazione non ha ancora invertito la rotta.

Secondo il report l’inflazione globale dovrebbe rallentare al 7% quest’anno (rispetto all’8,7% del 2022). Il livello rimane al di sopra degli obiettivi che si sono date le Banche Centrali degli Stati Uniti e dell’Unione Europea (2%), il che suggerisce che le politiche monetarie restrittive probabilmente continueranno. 

Nelle sue previsioni sull’economia globale, il FMI sottolinea come la Russia stia resistendo alle sanzioni, il suo PIL crescerà dello 0,7% (un aumento dello 0,4% rispetto alle stime precedenti). Un cenno anche alla Cina in ripartenza con un 5,2% nel 2023. Negli Stati Uniti invece la crescita è doppia rispetto all’eurozona, il PIL dovrebbe aumentare dell’1,6% ma il prossimo anno la situazione dovrebbe essere invertita a vantaggio dell’area euro. 

Le previsioni sull’economia italiana e globale del FMI arrivano mentre si attendono con il fiato sospeso le nuove decisioni sui tassi di interesse durante la prossima riunione della BCE e della Federal Reserve previste rispettivamente per il 4 maggio e il 2-3 maggio.

AMA su Young (YNG): aggiornamento trimestrale (Q1 2023)

AMA su Young (YNG): aggiornamento trimestrale - Q1 2023

Domani sera sintonizzati per l’AMA sull’andamento del Token YNG e sulle nuove funzionalità in programma per la Community

È giunto al termine il primo trimestre dell’anno e di conseguenza è arrivato il momento di fornire un dettagliato aggiornamento sulle attività di Young Platform e, in particolare, sulla vita del Token YNG.

Ci siamo lasciati nell’ultimo Report con tanti nuovi dati e anticipazioni sulle funzionalità in via di sviluppo. Osserviamo attentamente in questo momento a che punto sono i lavori e le prospettive del token per il prossimo periodo, valutando con cura ogni aspetto del suo sviluppo.

In attesa del report trimestrale, vieni a scoprire tutto in live Mercoledì 12 alle 18.00 su Youtube, Facebook e Twitch. A presentare e rispondere ci sarà come sempre Alexandru Stefan Gheban, CFO e Co-Founder di Young Platform!

Al via la quarta edizione della “Reply Investment Challenge” con Young Platform

Reply Investment Challenge

Torino, 11 aprile 2023 – Young Platform annuncia la partnership con Reply per inaugurare la quarta edizione della “Reply Investment Challenge”. Rivolta a studenti e giovani professionisti, la competizione internazionale online nel 2022 ha raggiunto numeri da record con 13.750 partecipanti provenienti da 95 paesi, con un volume totale di 36.000 operazioni effettuate.  

La competizione online, dedicata al trading, si concentrerà quest’anno su un tema molto attuale: le criptovalute. L’obiettivo della Challenge, che si svolgerà da lunedì 8 maggio a venerdì 19 maggio 2023, sarà infatti quello di investire in criptovalute e ai partecipanti verrà richiesto di attuare strategie di investimento profittevoli, effettuando scelte tattiche in base alle fluttuazioni del mercato crypto. 

Oltre ad approfondire le proprie conoscenze in materia di trading, la competizione consentirà ai partecipanti di ampliare le loro competenze sulle dinamiche del mercato delle criptovalute e la tecnologia blockchain grazie a contenuti e-learning esclusivi che saranno forniti da Young Platform e dal MIP, e resi disponibili, nel mese precedente la gara, sulla piattaforma della Challenge. Il MIP, che affiancherà così Young Platform nel fornire materiali di alto livello per la preparazione dei concorrenti, è la Graduate School of Business del Politecnico di Milano, attiva da più di 40 anni nell’erogazione di programmi di formazione manageriale per laureati, professionisti, aziende e istituzioni.

I partecipanti avranno a disposizione un capitale virtuale di $ 1.000.000 da investire in tempo reale nel mercato delle criptovalute. L’8 maggio sui wallet dei partecipanti verrà accreditata la somma e la sfida potrà iniziare. I partecipanti verranno classificati e valutati in base alle loro scelte di investimento, e solo i primi tre, coloro che avranno più di altri massimizzato il risultato in termini di profitto, vinceranno la gara. Quest’anno i giocatori avranno inoltre la possibilità di scegliere tra due diverse interfacce: una più semplice e intuitiva e un’altra più completa e dettagliata, rispettivamente Young Platform e Young Platform Pro.

Quest’anno la Reply Investment Challenge avrà come partner Young Platform, la più grande piattaforma italiana di criptovalute regolamentata. Young Platform è una scale-up torinese fondata nel 2018 con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti il mercato delle criptovalute. La piattaforma si pone come punto di riferimento per coloro che vogliono utilizzare le criptovalute in modo semplice, trasparente ed efficace, anche senza avere competenze specifiche nel settore. Si distingue per la sua attenzione alla sicurezza e alla privacy dei propri utenti, garantendo l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per la protezione dei dati e delle transazioni. 

Ethereum Shanghai, l’ultimo aggiornamento spiegato

Ethereum Shanghai: tutto quello che devi sapere sull’aggiornamento

Ethereum: cosa succederà dopo l’aggiornamento Shanghai?

Manca pochissimo all’attivazione del nuovo aggiornamento di Ethereum, Shanghai, che è in programma per il 12 aprile. Questo update consentirà agli utenti di prelevare gli ETH che avevano bloccato in staking a partire dal 2020. Quell’anno è iniziato il percorso che ha portato Ethereum a diventare una Proof-of-Stake, grazie alla nascita delle Beacon Chain, una rete parallela gestita dal nuovo meccanismo di consenso. Sono stati gli sviluppatori a scegliere di bloccare i prelievi per questo lungo periodo di tempo. Il motivo? Garantire la massima sicurezza della blockchain che avrebbe potuto essere in difficoltà a causa di prelievi di massa. 

Dopo la Beacon Chain è arrivato l’aggiornamento The Merge, attivato il 15 Settembre 2022. In quell’occasione è avvenuta la fusione della blockchain madre alla Beacon Chain, l’unione in un’unica blockchain gestita da un meccanismo di consenso di tipo Proof-of-Stake. Ora tutti gli occhi del mondo crypto sono nuovamente puntati su Ethereum per via dell’aggiornamento Shanghai. In questo articolo c’è tutto quello che devi sapere! Che impatto potrebbe avere sul prezzo di ETH?

Ethereum Shanghai: a cosa serve l’aggiornamento? Cosa succede dopo?

Lo scopo dell’aggiornamento Shanghai di Ethereum è molto semplice e chiaro: abilitare i prelievi a chi ha messo in staking i propri ETH finora

Dopo l’attivazione, chi ha partecipato al meccanismo di consenso di Ethereum con lo staking può decidere se lasciare i suoi ETH dove sono. O se riscattarli con la funzione “unstake”. In questo caso, non è possibile scegliere una quantità di crypto da sbloccare, verrà restituita tutta la quota messa in staking in origine

Con l’attivazione dell’aggiornamento Shanghai il 12 aprile, tutti gli utenti, sia quelli che decideranno di riscuotere le proprie crypto, sia quelli che proseguiranno con lo staking, riceveranno le ricompense che hanno accumulato grazie alla validazione delle transazioni sulla blockchain. Le ricompense verranno inviate automaticamente ai wallet degli utenti se essi hanno fornito il proprio indirizzo di prelievo. 

Per chi ha usufruito dello staking grazie a provider, e non direttamente su Ethereum, non sono ancora state comunicate istruzioni precise su come verrà gestito l’unstake.  

Data di attivazione di Shanghai

LL’aggiornamento Shanghai di Ethereum verrà attivato il 12 Aprile. I banchi di prova su cui l’aggiornamento è stato testato sono avvenuti tra Febbraio e Marzo, sulle testnet di Zhejiang, Sepolia e Goerli. Il meccanismo che regola l’attivazione di Shanghai è descritto dalla “Ethereum Improvement Proposal (EIP -4895)”, in cui sono presenti tutte le funzioni che verranno inserite o modificate all’interno dello smart contract che regola lo staking.

Come influirà Shanghai sul prezzo di Ethereum?

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum è un punto di svolta fondamentale nella roadmap della crypto e perciò potrebbe avere un impatto sul suo prezzo. Sebbene sia impossibile prevedere con certezza ciò che accadrà, si possono avanzare delle ipotesi. Ecco quali sono i fattori che potrebbero causare una calo del prezzo di ETH e quelli che invece potrebbero portare a un pump.

Perché il prezzo di Ethereum potrebbe crollare?

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum potrebbe causare un aumento della pressione di vendita e di conseguenza, un ribasso del prezzo. Gli utenti potrebbero prelevare in massa gli ETH e venderli sul mercato insieme a quelli che gli sono stati distribuiti come ricompensa. Se questa circostanza dovesse manifestarsi potremmo assistere ad un effetto domino che farebbe crollare il prezzo di Ether.

Il prezzo di Ethereum esploderà dopo Shanghai?

Guardando i dati on chain, c’è chi sostiene che il prezzo di Ethereum salirà. In particolare il valore da tenere d’occhio è la quantità di ETH attualmente bloccati nello smart contract dello staking.

Ad oggi, gli Ethereum staked sono circa 17 milioni, che corrispondono a al 20% della circulating supply (fornitura circolante) che è di circa 120 milioni. Questa cifra è inferiore di molto rispetto a quella di altre blockchain Proof-of-Stake, dove la percentuale di crypto in staking si aggira intorno al 40% (su Solana e Cardano è addirittura superiore al 70%).

Al momento non sono molti gli utenti che hanno bloccato i propri ETH in staking, il motivo principale è il vincolo delle proprie crypto per lunghi periodi di tempo. Dopo l’aggiornamento di Ethereum Shanghai la situazione potrebbe cambiare, si potrà prelevare e depositare in libertà. In questo caso, potremmo veder crescere il numero di staked ETH e di conseguenza assistere ad una riduzione della pressione di vendita su Ether e quindi un aumento del prezzo. 

È importante sottolineare che una grande percentuale degli ETH bloccati in staking sono stati depositati dagli utenti più di un anno fa, e il prezzo medio di acquisto di queste crypto è superiore a 2.000$. Ad oggi, gli utenti che hanno usufruito dello staking di Ethereum che sono in profitto sono soltanto il 16% mentre il restante 84% è in perdita.  Pertanto, per causare una diminuzione del prezzo di Ethereum, gli utenti dovrebbero vendere in perdita i propri Ether, ipotesi che pare remota. Si presume infatti che chi ha scelto di mettere in staking le proprie crypto senza sapere quando poterle sbloccare, creda fortemente nel progetto di Vitalik Buterin.

Il futuro delle dapp per lo staking

Chi verrà sicuramente influenzato dall’aggiornamento Shanghai di Ethereum sono le dapp che offrono servizi di staking e yield farming. Tra queste ci sono anche le piattaforme di liquid staking che sono utilizzate dagli utenti che vogliono bloccare in staking solo piccole quantità di Ether. Le possibili conseguenze su questo tipo di servizi sono principalmente due.

Grazie alla possibilità di depositare e prelevare Ethereum in qualsiasi momento data dall’aggiornamento Shanghai, queste dapp potrebbero sviluppare nuove funzionalità. Probabilmente nasceranno anche nuovi progetti DeFi per esplorare tutte le opportunità per massimare le ricompense

Inoltre c’è chi vede in Shanghai il prossimo standard dei rendimenti di base dello staking di tutto il mondo crypto. Le dapp dovranno quindi competere direttamente con Ethereum, oltre che con i propri concorrenti, e offrire ricompense più vantaggiose di quelle garantite dalla blockchain creata da Vitalik Buterin.

Insomma, l’attivazione di Shanghai, l’aggiornamento di Ethereum, in programma per il 12 aprile darà inizio ad un nuovo ciclo di innovazione per il network di Ether che potrebbe influenzare un grandissimo numero di progetti e centinaia di migliaia di utenti del mondo crypto. 

Ma il rinnovamento di Ethereum non finisce con l’aggiornamento Shanghai. Gli sviluppatori sono sempre al lavoro per migliorare la blockchain. All’orizzonte ci sono lo Sharding e poi gli aggiornamenti The Surge, The Verge, The Purge e The Splurge!

BTP Green: cosa sono e come funzionano? Le cose da sapere

BTP Green: cosa sono e come funzionano? Le cose da sapere

I BTP Green sono uno strumento di investimento sempre più popolare. Cosa sono, come funzionano, a chi sono dedicati?

Cosa sono i BTP Green? Questi strumenti finanziari stanno attirando numerosi investitori entusiasti di contribuire alla sostenibilità del proprio paese senza perdere i rendimenti offerti dai classici bond. 

In occasione della terza emissione da parte dello Stato italiano, ecco tutto quello che devi sapere sui BTP Green, cosa sono, come funzionano e le quotazioni. 

BTP Green: cosa sono e le caratteristiche 

La prima precisazione da fare per comprendere cosa sono i BTP Green, è che si tratta di una sottocategoria dei classici Buoni del Tesoro Poliennali. Ovvero dei titoli di debito, o obbligazioni, a medio-lungo termine (con scadenza tra i 5 e i 30 anni) ed emessi in Italia dal Dipartimento del Tesoro. I BTP Green hanno le stesse caratteristiche di un qualsiasi titolo di Stato: garantiscono un reddito fisso stabilito da una cedola pagata semestralmente e il rimborso del valore nominale alla scadenza. 

Cosa sono allora i BTP Green? Semplici titoli di Stato? Non proprio, questi bond si differenziano da tutti gli altri per la finalità per cui vengono emessi, cioè finanziare progetti di sostenibilità legati alla transizione ecologica e ai cambiamenti climatici. Nello specifico i BTP Green italiani servono a sostenere le spese del governo per il miglioramento del settore delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica, dei trasporti, della prevenzione dell’inquinamento, della tutela dell’ambiente e della ricerca. 

I BTP Green sono caratterizzati da un alto livello di tracciabilità, per ogni bond emesso è possibile sapere il progetto a cui è dedicato e verificare la destinazione dei fondi. Essi offrono gli stessi rendimenti dei bond tradizionali, per questo sono scelti dagli investitori che non vogliono rinunciare alla redditività e alla sicurezza dei titoli di Stato per contribuire a progetti che tutelano l’ambiente. 

BTP Green: i titoli di Stato con una missione sostenibile 

Dopo aver compreso cosa sono i BTP Green appare necessario fare focus sui loro obiettivi specifici. Come anticipato, questi strumenti servono a finanziare iniziative di sostenibilità. Nel caso dell’Italia questi progetti sono il linea con la Tassonomia europea delle attività sostenibili e con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 delle Nazioni Unite: 

  • l’Obiettivo 6: Acqua Pulita e Igiene;
  • l’Obiettivo 7: Energia Pulita e Accessibile;
  • l’Obiettivo 11: Città e Comunità Sostenibili;
  • l’Obiettivo 12: Consumo e Produzione Responsabili;
  • l’Obiettivo 13: Agire per il Clima;
  • l’Obiettivo 14: Vita Sott’Acqua;
  • l’Obiettivo 15: Vita Sulla Terra.

Per evitare che i BTP Green vengano usati dai governi per un “ambientalismo di facciata”, questi titoli vengono progettati per essere conformi a uno standard internazionale di riferimento, il Green Bond Principles dell’IMCA (International Capital Markets Association). Questo stabilisce delle linee guida che si fondano su dei pilastri fondamentali: chiarezza nella destinazione dei proventi, cura nella selezione dei progetti, trasparenza della gestione dei fondi, aggiornamento degli investitori con report frequenti. 

BTP Green: quotazioni e tipi di investimento 

I BTP Green generalmente si rivolgono a un pubblico ampio, nel caso dell’Italia sono destinati sia a investitori istituzionali che a investitori retail che possono acquistare i bond “sostenibili” sul Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei titoli di Stato con taglio minimo di 1.000 euro, o su altre piattaforme di investimento. 

I rendimenti e le quotazioni dei BTP Green dipendono da diversi fattori come i tassi di interesse, la forza economica del paese, la domanda degli investitori e la durata dell’obbligazione. Infatti più è ampia, più il tasso di interesse e quindi il rendimento è maggiore. 

BTP Green Italia: il calendario delle emissioni

L’Italia ha iniziato a chiedersi cosa sono i BTP Green all’inizio del 2021. Il primo è stato infatti emesso il 3 marzo di quell’anno: ad oggi in totale sono stati emessi tre bond “sostenibili”: 

  • Marzo 2021, con scadenza ad aprile 2045 e cedola al 1,5%;
  • Settembre 2022, con scadenza aprile 2035 e cedola al 4%;
  • Aprile 2023, con scadenza ottobre 2031 e una domanda di 52,9 miliardi di euro (questo BTP verrà finalizzato il 13 aprile). 

A livello internazionale, nel 2021 sono stati registrati 523 miliardi di dollari di emissioni di “titoli verdi”, segno del forte interesse per i finanziamenti di questo genere. Ora che sai cosa sono i BTP Green non ti stupirà il successo che stanno riscuotendo in Italia, il nostro paese sembra impegnato su più fronti nella lotta ai cambiamenti climatici. Dall’emissione di bond a tema, alle iniziative del PNRR

Riserve auree: la classifica degli Stati con più oro

Riserve auree, cosa sono? La classifica degli Stati con più oro, Italia compresa

Cosa sono le riserve auree? Qual è la classifica degli Stati che hanno più oro, dall’Italia al Vaticano?

Ti sei mai chiest* cosa sono le riserve auree e a quanto ammontano quelle d’Italia, del Vaticano e di altri Stati? Chiamate anche “riserve monetarie”, queste rappresentano la quantità di oro di proprietà di una banca centrale. Nell’antichità il valore del denaro era dato dalla quantità di metalli preziosi di cui era composto, quindi le riserve auree corrispondevano a vera e propria moneta. Oggi l’oro viene usato solo per garantire il loro valore sottostante e come bene rifugio per resistere alle svalutazioni dovute a crisi finanziarie o eventi geopolitici. Entriamo allora nel dettaglio della questione, chiarendo non solo cosa sono, ma anche a quanto ammontano le riserve auree d’Italia, del Vaticano e di altri Paesi. 

Riserve auree: cosa sono?

Prima di indagare sulle riserve auree d’Italia e di altri Paesi occorre effettuare delle precisazioni concettuali e definire al meglio i termini utilizzati. Per capire cosa sono le riserve auree e a cosa servono, dobbiamo ripercorrere brevemente il rapporto tra oro e denaro. L’oro è sempre stato usato come misura del valore e mezzo di pagamento grazie alle sue caratteristiche fisiche. Infatti è praticamente incorruttibile, non arrugginisce, non si ossida ed è facilmente trasportabile e conservabile. Inoltre è scarso in natura e quindi molto prezioso. Proprio per questo veniva utilizzato nella produzione di monete, e il loro valore era direttamente proporzionale alla quantità di oro usata per coniarle.

Oggi le banche centrali non emettono più monete d’oro, ma banconote o monete di metalli meno preziosi come nichel, rame o ottone. L’oro serve come garanzia per i depositanti e i detentori di banconote che il denaro in circolazione abbia un controvalore. Le riserve auree, d’Italia e non solo, vengono usate anche come assicurazione tra prestiti tra paesi. 

Esse costituiscono quella parte di una ricchezza di una nazione che non è stata destinata ai consumi o agli investimenti, ma viene tenuta come “scorta” di valore che mantiene stabile l’economia. Nel caso dell’Italia, le riserve auree contribuiscono a mantenere in salute il sistema finanziario e l’euro. 

Riserve auree: la classifica degli Stati con più oro

Visto cosa sono le riserve auree, ecco la classifica dei 10 Stati che hanno più oro. La lista presenta il numero di oro in tonnellate aggiornato a febbraio 2023 ed è compilata secondo le statistiche dell’IFS (International Financial Statistics) e del FMI (Fondo Monetario Internazionale). 

  1. Stati Uniti – 8133
  2. Germania – 3355
  3. Italia – 2452
  4. Francia – 2437
  5. Russia – 2299
  6. Cina – 2011
  7. Svizzera – 1040
  8. Giappone – 846
  9. India – 787
  10. Paesi Bassi – 612

Lo sapevi che Bitcoin, la principale criptovaluta del mercato, viene soprannominata “oro digitale”. Come il metallo prezioso è estremamente scarsa e considerata da molti un’alternativa digitale ai classici beni rifugio.

Dai un’occhiata al prezzo di Bitcoin

Riserve auree Italia

Nella classifica delle riserve auree, l’Italia si piazza al terzo posto con 2452 tonnellate (se si include nella lista anche il FMI, il nostro paese è al quarto posto). Le riserve auree dell’Italia sono costituite per la maggior parte da lingotti (95.493) e una piccola parte da monete. La maggioranza dei lingotti è di tipo tradizionale (a forma prismatica), ma alcuni sono a forma di paralelepipedo o mattone, di tipo americano o di panetto inglese. Il peso di ogni lingotto varia da un minimo di 4,2 a un massimo di 19,7 chilogrammi, con una media che è poco più di 12,5kg. Il titolo medio, ovvero la percentuale media di oro usata nella lega, è di 996,2. 

Le riserve auree dell’Italia sono custodite prevalentemente nei caveau della Banca d’Italia (a Roma a Palazzo Koch) e poi all’estero, nelle sedi di altre banche centrali: circa 141 tonnellate sono a Londra, 145 in Svizzera e poco più di mille tonnellate nelle sedi della Federal Reserve statunitense. L’oro tricolore non si trova tutto entro i confini geografici per misura di sicurezza. Le riserve auree dell’Italia hanno un valore di circa 88 miliardi di euro (l’ultimo dato disponibile è quello del 31 dicembre 2018). 

Le riserve auree del Vaticano

Sul tema vale la pena di fare un ultimo accenno anche alle riserve auree del Vaticano che, si vocifera, avrebbe ben 60 tonnellate d’oro nei suoi sotterranei. Può sembrare una cifra piccola paragonata alla classifica degli Stati con più oro, ma non se la mettiamo in relazione alla grandezza stessa del Vaticano. Se le voci dovessero essere confermate, in proporzione il Papa avrebbe più oro degli Stati Uniti. 

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro. 

 

Venture Capital: cosa sono e come funzionano? Il vero significato del termine

Venture Capital, cosa sono? Il significato

Senti spesso parlare dei venture capital ma non sai cosa sono e quali attività svolgono? Scopri il significato del termine in questo articolo!

Cosa sono i venture capital e qual è il significato del termine? Che lavoro svolgono realtà come Sequoia Capital, Kleiner Perkins o a16z – Andreessen Horowitz? Essi sono fondi di investimento che forniscono finanziamenti, indirizzano startup e aziende emergenti e stimolano l’innovazione. Ma come lavorano i venture capital nel concreto? 

Significato venture capital: cosa sono davvero?

Il significato del termine venture capital (VC) è “capitale di rischio”, queste società sono quindi fondi di investimento specializzati in startup o in aziende non ancora affermate, le high growth companies. Queste imprese, solitamente molto giovani, offrono prodotti o servizi potenzialmente rivoluzionari ma sono anche esposte ad un alto grado di rischio proprio perché sono da poco “sul mercato”.

I VC solitamente intervengono nelle fasi iniziali di un progetto, e sono attratti dai guadagni che potrebbero realizzare nel caso in cui l’azienda cresca e si sviluppi o venga acquisita da una più grossa. I venture capital infatti, in cambio del loro investimento, ricevono delle quote della società che sostengono. 

Come lavora un fondo di venture capital?

Ora che sai cosa sono i venture capital e il significato del termine è bene capire come lavorano. Un VC non si limita a finanziare le startup ma fornisce loro anche una serie di servizi di supporto strategico e operativo, aiutando l’azienda a fare il salto di qualità necessario per espandersi nel mercato. Tra queste le più frequenti sono: la mentorship, l’assistenza nella gestione finanziaria e nella pianificazione della strategia aziendale, servizi che consentono alle giovani imprese di crescere ed espandersi limitando i rischi.

Inoltre i VC hanno una vasta rete di contatti all’interno del settore in cui operano, molto utili alle giovani aziende. Spesso sono proprio le connessioni a consentire alle startup di cogliere opportunità che altrimenti sarebbero inaccessibili.

La fasi di investimento dei venture capital

Oltre a sapere cosa sono e qual è il vero significato dei  venture capital può essere anche utile comprendere come avviene il finanziamento da parte dei VC e in quali momenti dello sviluppo di una startup o di un’attività:

  • Pre-seed: il progetto è in una fase embrionale (spesso non più di un’idea) e i primi sostegni economici provengono da familiari e amici;
  • Seed round: il progetto sta testando la sua fattibilità. Questa fase include dunque l’analisi del mercato potenziale e della concorrenza, nonché lo sviluppo di un prodotto che possa generare guadagni;
  • Serie A: il progetto ha passato tutte le verifiche iniziali, è in crescita ed è supportato da una forte comunità. Gli investimenti in questa fase cominciano a diventare meno rischiosi per gli investitori;
  • Serie B: il progetto ha una vasta base di utenti e si sta espandendo, l’attenzione agli investimenti non è più rivolta direttamente ai servizi e ai prodotti ma al marketing, alle vendite, alle risorse umane, allo sviluppo del business e al servizio clienti. Tutte quelle attività che aumentano il progetto a crescere. In questo caso le attività sono generalmente in fase di scaleup; 
  • Serie C: quando un venture capital decide di investire in questa fase, il progetto ormai è commercialmente valido e si concentra all’espansione su nuovi prodotti o mercati internazionali.

Qual è la differenza tra venture capital e private equity

I venture capital sono una forma di private equity (PE), ovvero di quegli investimenti finanziari che consistono nell’apporto di nuovi capitali a un’azienda. La differenza principale tra i venture capital e un generico private equity risiede nel tipo di aziende in cui investono e il momento in cui lo fanno.

I VC puntano su aziende neonate o emergenti mentre i fondi di PE generici investono in società più mature, spesso con l’obiettivo di acquisirle o occuparsi della loro quotazione in borsa. Inoltre, i VC solitamente preferiscono le imprese che operano in settori all’avanguardia, come quello dell’informatica, dell’intelligenza artificiale o delle criptovalute. Mentre i fondi di PE sono più propensi ad investire in aziende che lavorano in ambiti più “tradizionali”, come quello dell’industria manifatturiera, della sanità e dei servizi finanziari.

Ora che sai cosa sono i venture capital e il loro significato puoi capire perché sono così importanti nel mondo di oggi. I VC investono in idee mai viste prima contribuendo a trasformarle in prodotti o servizi concreti, stimolando l’innovazione e facilitando il progresso.

I Trump NFT in volo. Cosa sono e cos’è successo al prezzo? 

Trump NFT: cosa sono e perché il prezzo è decollato

Cosa sono i Trump NFT? Perché il loro prezzo è decollato?

Si torna a parlare dei Trump NFT. Dopo un lancio sul mercato poco entusiasmante a dicembre 2022, hanno visto all’inizio di aprile un aumento incredibile del prezzo. Ma nello specifico cosa sono gli NFT di Trump? E perché il loro prezzo è decollato proprio ora? Ecco quello che devi sapere! 

Trump NFT: cosa sono e qual è il loro valore 

Prima di approfondire il decollo del prezzo di questi token, vediamo cosa sono gli NFT di Trump. Si tratta di una collezione di 45.000 carte digitali intitolata “Trump Digital Trading Cards”. Questi token, mintati sulla blockchain di Polygon, sono stati messi in commercio il 15 dicembre 2022 a 99$ ciascuno. Ogni card raffigura l’ex presidente nei panni di personaggi tipicamente associati a concetti di forza e virilità, come un astronauta, un cowboy o un supereroe. 

Al momento del lancio sono andati subito sold out ma il prezzo degli NFT di Trump non ha fatto follie, nei giorni successivi venivano venduti per circa 250$. Chi è riuscito ad aggiudicarsi un pezzo della collezione ha partecipato anche all’estrazione di premi esclusivi ovvero eventi in compagnia di Donald Trump, partite di golf, cocktail party, chiamate su zoom. L’interesse per le carte digitali è scemato subito, fino ad oggi quando i Trump NFT hanno ripreso valore e sono tornati all’attenzione dei trader. Cos’è successo?

Trump NFT: perché il prezzo è decollato

Come spesso accade, gli eventi del mondo “reale” hanno un impatto sul prezzo dei prodotti digitali. Il 30 Marzo l’ex 45° presidente degli Stati Uniti è stato incriminato dal tribunale di New York e da quel momento il prezzo dei Trump NFT ha cominciato a salire seguendo l’escalation della vicenda giudiziaria. 

Le accuse rivolte al tycoon non sono state rese note in maniera ufficiale, ma l’ex presidente dovrà rispondere di 34 capi d’accusa che sembrerebbero legati al suo rapporto con la pornostar Stormy Daniels. Di cui Trump avrebbe cercato di comprare il silenzio in occasione delle elezioni del 2016. 

Il picco più alto raggiunto dal prezzo dei Trump NFT è stato il 4 aprile con un +462%, nel momento in cui il politico e imprenditore si è presentato in tribunale e ha ricevuto uno stato di fermo

La collezione nell’ultima settimana ha generato un totale di 446 vendite per 416.977$ (dati CryptoSlam). Su OpenSea le Trump Digital Trading Cards vengono vendute tra i 0,4 e i 10 ETH ovvero tra 765 e i 19.000$. Nonostante il prezzo dei Trump NFT sia decollato, la collezione rimane nelle retrovie del mercato dei token non fungibili. Nella classifica delle vendite negli ultimi 30 giorni si piazza al 60 posto, in cima rimangono le inarrivabili Bored Ape

Cos’è il PNRR: significato, progetti previsti e cose da sapere

Cos’è il PNRR: significato, progetti e cose da sapere

Tutte le informazioni utili sul PNRR: cos’è, come funziona e i progetti previsti

Cos’è il PNRR e qual è il suo significato? Domande lecite soprattutto alla luce delle più Cos’è il PNRR e qual è il suo significato? Domande lecite soprattutto alla luce delle più recenti discussioni che hanno riportato il tema sulle prime pagine dei giornali. Con questo termine si definisce il grande piano di riforme e opere pubbliche che interesseranno il nostro Paese fino al 2026. Ma alla luce della sua importanza viene da chiedersi non soltanto cos’è il PNRR nello specifico, ma anche quanti e quali sono i progetti previsti, quelli portati a termine e le cose più importanti da sapere.

PNRR: cos’è? Il significato

Seguendo il suo acronimo, il significato di PNRR è “Piano Nazionale Ripresa e Resilienza”. Dove con resilienza si intende la capacità di resistere e adattarsi di fronte a eventi negativi. Il piano infatti è nato come un sostegno all’Italia dopo le difficoltà affrontate durante e dopo il Covid19. Ma andiamo con ordine. Per capire cos’è il PNRR dobbiamo parlare del Next Generation EU, ovvero un programma dell’Unione Europea per finanziare la ripresa economica e sociale dopo la pandemia. 

Il Next Generation EU è un progetto gigantesco, uno dei suoi strumenti operativi, il Recovery e Resilience Facility, ha messo a disposizione agli stati membri 724 miliardi di euro per finanziare attività per prepararsi ad affrontare le sfide del presente e del futuro sui temi della transizione ecologica, digitale e del mercato del lavoro. Per ricevere questi fondi i paesi hanno elaborato dei piani dettagliati sugli obiettivi che avrebbero perseguito, nel caso dell’Italia è nato il PNRR. 

Quindi cos’è il PNRR in poche parole? Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è un programma di riforme e investimenti finanziati dall’Unione Europea, messi in atto tra il 2020 e il 2026. All’Italia sono stati destinati 191,5 miliardi di euro da Bruxelles. Vediamo, dopo aver capito il suo significato, cosa prevede nel concreto il piano. 

PNRR: i progetti previsti  

Ora che sappiamo cos’è il PNRR, vediamo i progetti previsti dallo stesso. Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza si articola in 6 missioni di investimento

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (40,29 miliardi di euro);
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica (59,46 miliardi di euro);
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,40 miliardi di euro);
  4. Istruzione e ricerca (30,88 miliardi di euro);
  5. Inclusione e coesione (19,85 miliardi di euro);
  6. Salute (15,63 miliardi di euro).
Quali sono le 6 missioni di investimento del PNRR?

Ogni missione prevede delle aree di intervento e specifiche attività. Ecco quali sono i principali progetti del PNRR

1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo 

Una buona parte dei progetti che definiscono alla perfezione cos’è il PNRR e cosa prevede è dedicata alla rivoluzione digitale, vediamo le macro aree di intervento e alcuni esempi:

  • Digitalizzazione della pubblica amministrazione attraverso programmi per le “competenze digitali di base”; “Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud”, la costituzione di un “portale unico per il reclutamento” dei lavoratori della pubblica amministrazione; 
  • Banda larga e connessioni veloci: piano “Scuola Connessa” per fornire 9.000 istituti di connessione internet all’avanguardia; “Collegamento di 18 isole minori con cavi sottomarini in fibra ottica”; “Copertura di rete 5G in 12.000km di strade”;
  • Incentivi per la transizione digitale del settore privato: come ad esempio, “contributi per investimenti ad alto contenuto tecnologico”;
  • Rilancio di turismo e cultura con un approccio digitale e sostenibile: piano nazionale per rilanciare i borghi e i piccoli centri abitati; “fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” per rinnovare e riqualificare strutture alberghiere;
  • Tecnologie satellitari ed economia spaziale: sostegno alle filiere e investimenti nella Space Economy. 

2. Rivoluzione verde e transizione ecologica 

Questa missione contiene i progetti PNRR più sostanziali e per cui sono richiesti gli investimenti maggiori. 

  • Economia circolare e gestione dei rifiuti: migliore gestione dei rifiuti urbani; progetti di economia circolare;
  • Fonti di energia rinnovabile e sviluppo di soluzioni basate sull’idrogeno: “Creazione delle Hydrogen Valleys” privilegiando aree industriali dismesse; “Sviluppo degli impianti agro-voltaici”; “Sviluppo del biometano”; “Rinnovo di parte della flotta dei treni” e della flotta navale per ridurre l’impatto ambientale; “Acquisto di 3.360 bus a basse emissioni”;
  • Miglioramento della rete elettrica e delle infrastrutture idriche: con interventi come la “Riduzione del 15% delle perdite idriche”;
  • Incentivi per l’efficienza energetica degli edifici: “Sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente”; “Riduzione del consumo di energia del 50% in 195 scuole”;
  • Investimenti per contrastare il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico: “Riduzione del rischio idrogeologico e di alluvione” per portare in sicurezza 1,5 milioni di persone che vivono in aree a rischio; “Riqualificazione di 14 città metropolitane”.

3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile 

Questa serie di progetti del PNRR hanno l’obiettivo di migliorare l’offerta dei trasporti per avere entro 5 anni strade, ferrovie, porti e aeroporti più moderni e sostenibili. Ecco alcuni interventi in programma: 

  • Alta velocità ferroviaria Nord e Sud Italia: “Collegamenti ad alta velocità al Sud per passeggeri e merci”; “Linee ad alta velocità nel Nord” per il collegamento all’Europa; “Connessioni diagonali” per ridurre i tempi di percorrenza di alcune linee critiche del sistema ferroviario;
  • Trasporto ferroviario: monitoraggio e riqualificazione di 12.000 ponti e 1.600 gallerie; “Miglioramento accessibilità marittima”.

4. Istruzione e ricerca 

Quando si descrive cos’è il PNRR non si possono tralasciare anche i suoi  progetti nel sistema educativo, nello specifico per garantire il diritto allo studio e diffondere competenze digitali e capacità per affrontare le sfide del futuro. 

  • Asili nido e scuole: “264.480 nuovi posti negli asili”; “Miglioramento di 2,4 milioni di mq di edifici scolastici”; “Estensione del tempo pieno” costruendo o ristrutturando 1.000 mense scolastiche;
  • Scuola 4.0: “Cablaggio di 40 mila edifici per la connessione ad alta velocità”; 
  • Formazione degli insegnanti e orientamento all’università: “Centri di insegnamento e apprendimento”; “Aumento alloggi per studenti” (da 40 mila a 100 mila entro il 2026); nuove “borse di studio da 4.000 euro”;
  • Dalla ricerca all’impresa: “Potenziamento del dottorato di ricerca” con 3.000 nuovi posti.

5. Inclusione e coesione 

La quinta missione include progetti PNRR per l’innovazione del mercato del lavoro, con l’obiettivo di renderlo più partecipato, meno soggetto a disuguaglianze sociali economiche e territoriali. Con un focus specifico sull’imprenditorialità femminile.

  • Mercato del lavoro: “Gol – Garanzia di occupabilità dei lavoratori” ovvero un programma per la presa a carico dei disoccupati; “Formazione ai disoccupati”;
  • Imprenditoria femminile: “Sistema nazionale di certificazione della parità di genere”; “Fondo Impresa Donna”;
  • Rigenerazione urbana e servizi sociali per la disabilità: “Potenziamento dei servizi nelle aree interne” soprattutto per servizi e infrastrutture dedicate ai soggetti fragili; “Maggiore autonomia per persone con disabilità”.

6. Salute 

L’ultima area di intervento dei progetti PNRR è quella della salute, volti a migliorare il sistema sanitario rendendolo più moderno, digitale e inclusivo. E a garantire l’equità dei servizi e a rafforzare la prevenzione. 

  • Infrastrutture: “Realizzazione di 400 ospedali di comunità”; “Adeguamento antisismico delle strutture ospedaliere”; “Presa in carico del 10% della popolazione over 65”;
  • Aggiornamento tecnologico o digitale: “Digitalizzazione di 280 strutture sanitarie”; “Potenziamento strutturale degli ospedali”; “Acquisto di 3.133 nuove apparecchiature”.

PNRR: come funziona

Per realizzare i progetti che definiscono cos’è il PNRR sono previsti sia investimenti che riforme, nello specifico 58 come quella della Pubblica Amministrazione e della Giustizia o più settoriali come “Adozione di programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico”. 

I fondi dell’Unione Europea vengono consegnati in più tranche e sulla base del raggiungimento degli obiettivi che si è posto il paese. L’accordo che l’Italia ha con le istituzioni europee è un “contratto di performance”, che si fonda su un sistema di “Milestone” e “Target” che descrivono l’avanzamento dei lavori del PNRR. L’Italia ha dunque una “tabella di marcia” con delle scadenze che deve rispettare per ottenere i 191,5 miliardi.

Calendario dei finanziamenti del PNRR

  • 13 agosto 2021 (prefinanziamento): 24,9 miliardi di euro
  • 13 aprile 2022 (prima rata semestrale per gli obiettivi 2021): 21 miliardi di euro
  • 27 settembre 2022 (seconda rata semestrale per gli obiettivi del 1° semestre 2022): 21 miliardi di euro
  • 9 settembre 2023 terza rata semestrale per gli obiettivi del 2° semestre 2022): 18,5 miliardi di euro
  • 28 dicembre 2023 quarta rata: 16,5 miliardi di euro
  • In attesa quinta rata: 10,6 miliardi di euro, ridotta da 18,0 miliardi di euro a causa di una revisione degli obiettivi

Lo stato attuale del PNRR in Italia

Per comprendere appieno cos’è il PNRR, bisogna specificare che secondo i dati del suo osservatorio, ad oggi, circa il 53% dei fondi stanziati per il progetto sono stati ricevuti.

Ricevere i fondi però non vuol dire attuare i progetti. Il nostro paese è, infatti, ancora indietro per quanto riguarda l’attuazione. Sono stati spesi soltanto 25,7 miliardi di euro, ovvero circa il 15% del totale. Insomma, c’è ancora molto da fare, rimangono circa 160 miliardi da utilizzare e soltanto il 6,3% del programma è stato completato.
Visto cos’è il PNRR, il suo significato, i suoi progetti e l’entità dei finanziamenti, non ci resta che seguire lo stato dei lavori e le sfide che il governo sta affrontando per tener fede agli impegni presi con Bruxelles.