Cos’è Friend.tech, il social crypto del momento?

Friend.tech: cos’è il crypto social network?

Cos’è Friend.tech, la prima piattaforma di Social Fi? La chiave per l’adozione delle criptovalute o uno schema Ponzi?

Che cos’è Friend.tech, il social network basato su blockchain lanciato ad agosto 2023 che ha registrato, in meno di due mesi, più di 100.000 utenti attivi e un guadagno di 25 milioni di dollari?

Il settore dei social media decentralizzati (DeSo) ha subito una brusca sterzata lo scorso  mese, a causa di questo protocollo che ha attirato l’attenzione di tanti crypto enthusiast. Scopri tutto su Friend.tech e sulla SocialFi, uno dei possibili trend del futuro nel mondo crypto.

Friend.tech: cos’è?

Non è facile definire con esattezza che cos’è Friend.tech. Per alcuni è un social network decentralizzato che permette ai content creator di guadagnare mentre per altri uno schema Ponzi destinato a fallire. Questa piattaforma costruita su Base, il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Coinbase, consente agli utenti di creare contenuti e di monetizzare da questi utilizzando la tecnologia blockchain.


Come? Attraverso le “chiavi” o “keys”, social token che durante i primi giorni dal lancio prendevano il nome “shares” o azioni, che esprimono il valore di ogni utente (misurato in ETH) in base a quanti holder possiede e a quanti volumi di scambio genera. Ogni individuo o pagina che si iscrive su Friend.tech attraverso la connessione con il proprio account X (ex Twitter). Le chiavi, i social token fondamentali per il funzionamento del protocollo, offrono accesso a chat private all’interno dell’app e a contenuti esclusivi dell’utente che le emette. Mentre i creatori, oltre a poter vendere le loro “chiavi”, guadagnano parte delle commissioni generate dal loro scambio.

Ogni utente nell’app ha un suo gruppo personale simile a quelli presenti su piattaforme come Telegram o Discord. Tuttavia, gli utenti devono acquistare le chiavi per entrare nelle chat private degli altri utenti mentre se le vendono escono automaticamente dalla chat

Per via della connessione tra X e Friend.tech gli utenti più celebri del social network di proprietà di Elon Musk hanno riscosso un grande successo sul protocollo. Il prezzo delle chiavi di alcuni crypto influencer è schizzato verso l’alto superando anche i 5 ETH, quasi 10.000$. 

I numeri di Friend.tech

Qualunque sia, per ora, la vostra idea su cos’è Friend.tech è impossibile negare che la piattaforma abbia riscosso un grande successo, eclissando gli altri protocolli del settore dei social decentralizzati. Fino ad oggi sono stati depositati sulla piattaforma circa 185.000 Ethereum (quasi 296 milioni di dollari) e sono state processate 8 milioni di transazioni. 

Secondo DeFi Llama il valore totale bloccato sulla piattaforma ammonta a 43 milioni di dollari e i guadagni totali del protocollo si aggirano, in questo momento, intorno ai 15 milioni. In parte, il successo di Friend.tech potrebbe essere connesso ad un possibile airdrop in arrivo.

All’interno dell’app, disponibile da pochi giorni anche per web, c’è una sezione dedicata alla distribuzione gratuita. Se vuoi provare ad ottenerlo ti servono degli Ether, visto che Base è un Layer 2 della crypto ideata da Vitalik Buterin. 

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Le opinioni dei crypto enthusiast

Se chiedete a dieci appassionati crypto che cos’è Friend.tech potreste ricevere dieci risposte diverse. La community dei crypto enthusiast è molto divisa su questo tema. Alcuni lo considerano un progetto all’avanguardia, un possibile motore chiave per l’adozione delle criptovalute. 

Altri, invece, hanno accolto la piattaforma con diffidenza mentre i più scettici e contrari la considerano uno schema Ponzi. Secondo loro gli utenti che acquistano le “keys” sono spinti soltanto dal desiderio di rivenderle, in futuro, ad un prezzo maggiore. 

Infine c’è anche chi, chiedendosi cos’è Friend.tech, lo ha paragonato al sito di intrattenimento per adulti Only Fans. In effetti, le due piattaforme funzionano secondo logiche simili e, dal momento in cui l’applicazione costruita su Base ha permesso l’invio e la ricezione di contenuti multimediali, ha accolto tantissimi creator originari del sito per adulti.


Che cos’è lo smishing?

Cos’è lo smishing? Il significato spiegato

Che cos’è lo smishing? La tipologia di attacco di social engineering che sfrutta gli SMS

Sai che cos’è lo smishing, la tipologia di phishing che sfrutta gli SMS? Questo tipo di attacco di social engineering è diventato molto popolare negli ultimi anni. Secondo il report di Proofpoint “State of the Phish” le perdite causate dai cybercriminali che si servono di questo tipo di attacchi sono aumentate del 76% nel 2022.

Dunque che cos’è lo smishing, come funziona e quali sono le principali contromisure per evitare di cascare in una di queste trappole?

Cos’è lo smishing e come funziona

Lo smishing è un attacco di social engineering che sfrutta messaggi di testo falsi inviati sui dispositivi mobili. Attraverso questi SMS i criminali informatici convincono le persone a scaricare malware o a condividere informazioni sensibili relative, prevalentemente, ai conti bancari. Il termine smishing deriva dalla combinazione tra SMS e phishing, una pratica che porta gli utenti a inserire informazioni personali all’interno di siti web falsi, creati apposta dai criminali informatici.

Lo smishing rientra nell’ampio contenitore dei cyber-attacchi di phishing, e indica tutti quelli che vengono effettuati attraverso messaggi di testo inviati sui dispositivi mobili delle vittime. 

Un fenomeno in crescita

Conoscere il significato di smishing è fondamentale perché sta diventando una tipologia di truffa sempre più popolare. I malintenzionati lo preferiscono rispetto ad altri tipi di attacchi per diverse ragioni. Innanzitutto, le ricerche dimostrano che le persone sono più propense a cliccare su collegamenti nei messaggi di testo rispetto a quelli presenti all’interno delle mail. Inoltre, gli scammer possono nascondere più facilmente l’origine dei messaggi di smishing utilizzando numeri di telefono falsi o software per l’invio di grandi quantità di SMS installati i loro computer. È anche più difficile individuare la pericolosità dei link sui telefoni cellulari, mentre su un pc gli utenti possono utilizzare il cursore per conoscere la destinazione prima di cliccarci sopra. Inoltre, i miglioramenti introdotti dai filtri anti-spam hanno reso più inefficienti le altre forme di phishing.

Come proteggersi?

La buona notizia è che proteggersi da questo tipo di attacchi è molto semplice se si conosce che cos’è lo smishing e il suo funzionamento. Nella maggior parte dei casi per tenersi al sicuro è sufficiente non fare nulla, in particolare non aprire mai link che appaiono sospetti. Nessun istituto di credito, banca o commerciante invierà un SMS in cui chiede di aggiornare le informazioni del conto o di confermare il codice del bancomat. Se si hanno dei dubbi è consigliato chiamare direttamente il mittente del messaggio. 

Un’altra buona pratica da seguire è quella di non conservare i propri dati bancari o della carta di credito sullo smartphone. In questo modo si resta al sicuro anche in caso di immissione di un malware all’interno del dispositivo. Conoscere cos’è e  il significato di smishing è la componente principale che ci consente di evitare di cadere vittima di questo tipo di inganni. I cyber attacchi della famiglia del phishing giocano sull’emotività del destinatario e, perciò, colpiscono spesso individui inesperti. Condividi questo articolo con chi pensi possa essere un soggetto a rischio e consulta le nostre FAQ sulla sicurezza per diventare inattaccabile!

Cos’è la ragione sociale? Il significato per azienda e privato

donna che legge fogli seduta ad una scrivania

Capire cos’è la ragione sociale e il vero significato del termine, sia per un’azienda che per un privato, è fondamentale per chiunque si occupi di affari, diritto commerciale o anche gestione di business. Questo concetto, infatti, riveste una grande importanza per molteplici ragioni, non solo di identificazione e riconoscimento, ma anche ad esempio legali. 

Ad interrogarsi su di esso sono molto spesso anche i cittadini meno esperti, che possono ritrovarsi di fronte a documenti in cui i termini sono utilizzati in maniera naturale presupponendo la conoscenza della materia. 

Il significato di ragione sociale infatti non riguarda soltanto le aziende, ma anche il privato, per cui sapere cos’è e a cosa serve appare ormai fondamentale. 

Cos’è la ragione sociale: significato 

Quando parliamo di società commerciali dobbiamo obbligatoriamente distinguere tra società di capitale e società di persone. Nel primo caso, ciò che le identifica (il nome) è definito “denominazione”, mentre nel secondo caso è definito proprio “ragione sociale”, un concetto quest’ultimo che trova definizione nel diritto societario. 

La ragione sociale si compone di due elementi fondamentali: il nome dell’azienda e, a seguire, l’acronimo che specifica e chiarisce la tipologia di società. Essa deve essere iscritta nel registro delle imprese per tutelare il diritto di esclusiva ed evitare la circolazione di aziende aventi nomi identici. Un esempio di ragione sociale potrebbe essere “gelateria SaS di Mario Rossi”.

Volendo riassumere in pochissime parole, insomma, potremmo definire il significato di ragione sociale come quello di nome con cui un’azienda, un’impresa o una società sono legalmente registrate e operano. Eppure alcune ulteriori specifiche sono d’obbligo per capire al meglio cos’è questo concetto.

Esempio di ragione sociale: come cambia in base alla società

Come anticipato parlando del significato di ragione sociale, quest’ultimo è un concetto che riguarda non le società di capitale ma le società di persone, le quali a loro volta possono essere di diverso tipo: 

  • Società Semplici (SS): la forma societaria più elementare che può essere costituita per l’esercizio di attività economiche non di natura commerciale (articolo 2249 del codice civile). In questo caso, nella sua r.s. non è necessario indicare il nome di uno o più soci, ma è comunque possibile farlo.
  • Società in Nome Collettivo (SnC): è una tipologia societaria in cui ogni socio risponde solidalmente, illimitatamente, personalmente e sussidiariamente per le obbligazioni sociali (art. 2291 c.c.). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di uno o più soci.
  • Società in Accomandita Semplice (SaS): la sua caratteristica principale è la presenza di due categorie di soci: accomandatari (che rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali) e accomandanti (la cui responsabilità è invece limitata alla quota conferita per le obbligazioni sociali). In questo caso la ragione sociale deve obbligatoriamente contenere il nome di almeno un socio accomandatario. 

Esempio di ragione sociale per SS

“Panetteria SS” o “Panetteria SS di Mario Rossi” nel caso in cui si voglia (non è obbligatorio) specificare il nome di uno o più soci. 

Esempio di ragione sociale per SnC

“Panetteria SnC di Mario Rossi”: poiché il nome di uno o più soci va obbligatoriamente specificato. 

Esempio di ragione sociale per SaS

“Panetteria di Luigi Bianchi”: dove Luigi Bianchi non è soltanto un normale socio, ma è un socio accomandatario.  

Cos’è la ragione sociale e qual è il suo significato appare ormai chiaro. 

Ragione sociale per il privato: significato

Quello di r.s. è un concetto che non si applica soltanto alle aziende. Non di rado infatti si parla di ragione sociale del privato, ma cos’è? Anche i liberi professionisti possono avere una r.s dopo aver aperto una ditta individuale ed aver effettuato l’iscrizione alla Camera di Commercio. 

In questo caso essa si compone di nome e cognome del privato che possono essere seguiti e accompagnati anche da altri termini come nomi di fantasia. 

Abbiamo dunque capito cos’è la ragione sociale e qual è il significato vero del termine, sia per un’azienda che per un privato, anche grazie a quale esempio. D’altronde, in un mondo in cui le società giocano un ruolo così cruciale, la comprensione del concetto è un passo fondamentale per navigare con successo il mondo degli affari e per prendere decisioni informate che influenzano non solo le aziende stesse, ma anche la società nel suo complesso.

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Cosa è successo nella riunione Fed di settembre 2023

facciata Federal Reserve

Guida alla riunione di settembre: tassi di interesse e non solo

La riunione Fed di settembre 2023 si è conclusa. I tassi di interesse non sono stati toccati, esattamente come previsto dalla maggior parte degli analisti, e il ciclo di rialzi è stato messo in pausa. 

Ma cosa ha spinto il FOMC a prendere questa decisione e cosa accadrà negli ultimi mesi? La conferenza stampa di Jerome Powell ha chiarito il quadro. 

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Riunione Fed settembre 2023: le news principali

Nel meeting appena concluso il Federal Open Market Committee (FOMC) ha confermato il saggio di riferimento in un intervallo compreso fra il 5,25% e il 5,5%. La stretta monetaria è stata dunque messa in pausa, al contrario di quanto accaduto a Francoforte con la BCE in occasione dell’ultimo meeting

Quella presa nella riunione Fed di settembre 2023 è stata una decisione unanime, accompagnata dalle consuete previsioni circa il prossimo andamento dei tassi di interesse. Come confermato dallo stesso istituto centrale la stretta monetaria non è conclusa: da qui alla fine dell’anno 12 governatori hanno parlato di una risalita dei tassi nel range 5,50-5,75%, mentre 7 si sono detti convinti che non sarà necessario. 

La Fed, ha dichiarato Powell, vuole essere sicura che la stretta sia sufficiente prima di arrivare a conclusioni definitive sull’attuale ciclo monetario. Novembre e dicembre, dunque, potrebbero portare nuovi rialzi, ma come sempre le decisioni saranno prese sulla base dei dati macro. 

Per quel che riguarda il 2024, invece, l’istituto ha fatto trapelare che il taglio del costo del denaro potrebbe iniziare non prima della fine dell’anno.

Le previsioni pre-meeting

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre 2023 hanno iniziato a rincorrersi addirittura una settimana prima del meeting. Diversi esperti si sono interrogati sulle mosse dell’istituto centrale, che ha comunicato le sue decisioni ufficiali mercoledì 20, come indicato dal calendario completo degli appuntamenti. Il tutto soltanto pochi giorni dopo la BCE, che invece è stata protagonista giovedì 14 settembre, con un meeting che ha tenuto fino alla fine il fiato sospeso al mercato.

Alcune delle più accreditate stime sull’incontro del FOMC sono venute a galla grazie ad un sondaggio condotto da Reuters, che ha ascoltato ben 97 economisti, la maggioranza dei quali (94) si era detta convinta che la Federal Reserve avrebbe lasciato invariati i tassi di interesse, iniziando a tagliare il costo del denaro verso aprile-giugno 2024.

Nello stesso sondaggio 17 analisti su 97 avevano parlato di un ulteriore rialzo prima della fine dell’anno. I progressi sul fronte inflazione ci sono stati, ma appare rischioso al momento darli per assodati. D’altronde lo stesso presidente della FED di Dallas Lorie Logan è andato in questa direzione:

“A questo punto credo che dovremmo procedere gradualmente, soppesando il rischio di un’inflazione troppo alta con il rischio di frenata eccessiva dell’economia”.

Quella attuale appare dunque una fase molto cauta in cui è necessario più che mai essere prudenti, come confermato anche dalla presidente della Federal reserve di Boston Susan Collins:

“Anche se potremmo essere vicini, o addirittura giunti, al picco del rialzo tassi, un ulteriore inasprimento potrebbe essere giustificato, a seconda dei futuri dati in arrivo”.

Le previsioni e le news sulla riunione Fed di settembre sono apparse dunque abbastanza concordi e il FOMC le ha confermate: il rialzo dei tassi di interesse non c’è stato, ma questa, probabilmente, sarà soltanto una pausa.

Young Platform lancia i suoi servizi B2B

b2b

Young Platform lancia i suoi servizi B2B, ampliando l’accesso alle criptovalute per le imprese

La scaleup italiana leader nel settore delle criptovalute presenta le nuove funzionalità della piattaforma, create per migliorare la conversione, la gestione degli account e il trading di imprese e istituzioni finanziari.

TORINO, 20 Settembre 2023 – Young Platform, la scaleup italiana delle criptovalute,      annuncia il lancio dei nuovi servizi della piattaforma dedicati al mercato business. La decisione di aprire per la prima volta alla clientela aziendale rappresenta un passo inedito e significativo nella missione della crypto-company, già exchange community leader in Italia con oltre 2 milioni di iscritti tra il pubblico consumer, da sempre impegnata a rendere la tecnologia blockchain e le criptovalute accessibili alle persone e da oggi anche alle imprese e alle istituzioni.

Nel corso degli ultimi due anni, un numero sempre crescente di business e istituzioni hanno iniziato a riconoscere le crypto, nello specifico Bitcoin, non solo come asset di investimento, ma anche come strumento di transazione fondamentale per l’era digitale. Anche per questo motivo, Young Platform ha ideato tre innovativi servizi rivolti a specifiche esigenze delle aziende che vogliono avvicinarsi a questo mondo e al pubblico degli utenti crypto, fornendo soluzioni su misura per migliorare l’efficienza operativa e la gestione finanziaria. 

Uno dei principali nuovi servizi offerti al mondo business è l’Euro Only, per ricevere importi  in criptovalute senza dover rimanere esposti all’incertezza legata alla volatilità di mercato. Questo è reso possibile dalla conversione istantanea in euro, che garantisce un’adeguata protezione dalla fluttuazione dei prezzi delle criptovalute. La gestione aziendale è inoltre semplificata dal servizio Sub Account, che offre alle aziende la possibilità di creare diversi account da un unico account Master.

Young Platform offre anche un servizio OTC (Over The Counter), un’opzione sicura e personalizzata per il trading di criptovalute. Questa funzionalità fornisce alle aziende accesso a liquidità istantanea e prezzi competitivi, consentendo di eseguire operazioni di trading in modo efficiente e conveniente.  

L’integrazione di tutti questi servizi è supportata da programmi di formazione professionale “taylor made”, progettati per aiutare le aziende a sviluppare competenze interne fondamentali per implementare con successo le soluzioni offerte dalla tecnologia blockchain nei diversi modelli di business.

Secondo un rapporto del 2023 di CoinDesk, il numero di istituzioni finanziarie che investono in criptovalute è raddoppiato rispetto al 2021. Grandi aziende come Tesla, Square e MicroStrategy hanno aperto la strada, investendo miliardi di dollari in Bitcoin. Nel frattempo, le agenzie come JP Morgan e Goldman Sachs hanno introdotto servizi di criptovalute per soddisfare la domanda dei loro clienti. Anche nel settore retail, aziende come Starbucks e Amazon hanno iniziato a accettare pagamenti in criptovalute, segnalando un’ampia accettazione riservata agli asset del settore. 

Una ricerca condotta da Coinbase e The Block (The State of Crypto: corporate adoption, giugno 2023) ha rivelato che più della metà (il 52%) delle aziende US Fortune 100, tra le più grandi e famose al mondo, ha intrapreso iniziative in ambito crypto, blockchain o web3 dall’inizio del 2020. Circa il 60% delle iniziative Fortune 100 segnalate dall’inizio del 2022 sono in fase di pre-lancio o già lanciate. Se si guarda al futuro, l’83% dei dirigenti US Fortune 500 intervistati che hanno familiarità con le criptovalute o la blockchain affermano che le loro aziende hanno iniziative in corso o che stanno pianificando. Circa due terzi (64%) affermano che investire in queste tecnologie è importante per stare al vertice della competizione. Tali aziende innovano e investono in queste tecnologie perché sanno che il sistema finanziario ha bisogno di un aggiornamento e che la blockchain può essere una soluzione. 

Commercianti e attività accettano il Bitcoin come forma di pagamento e l’infrastruttura è sempre più user friendly, per l’utente medio, grazie allo sviluppo di wallet, exchange e marketplace che hanno rimosso le barriere tecniche presenti nei primi anni delle crypto. Le compagnie private detengono Bitcoin per un ammontare di 11,1 miliardi di dollari, circa un quinto dei 50 miliardi di dollari detenuti in Etf, stati e compagnie pubbliche e private, appunto, secondo un report VanEck (The Investment Case for Bitcoin, settembre 2023).

Entrare nel mondo delle criptovalute offre alle aziende l’opportunità di accedere a un nuovo gruppo di consumatori nativi digitali, di migliorare l’efficienza dei pagamenti e di proteggersi contro l’inflazione. Inoltre, l’adozione di criptovalute consente alle aziende di partecipare alla rivoluzione della finanza decentralizzata, dando loro l’opportunità di sfruttare nuovi modelli di business e tecnologie innovative.

Siamo orgogliosi di poter estendere la democrazia finanziaria del mondo crypto anche a imprese e istituzioni. Questo rappresenta un passo cruciale verso la nostra visione di un futuro dove le criptovalute siano accessibili a tutti, afferma Andrea Ferrero, CEO e co-fondatore di Young Platform.

“Il mondo delle criptovalute può aprire molte porte a business e istituzioni. Grazie a Young Platform, ora è possibile esplorare queste opportunità in modo sicuro, trasparente e compliant. Ci impegniamo a guidare i nostri clienti attraverso un mondo finanziario in continua evoluzione, fornendo strumenti innovativi e un supporto ineguagliabile.”, commenta Mariano Carozzi, presidente di Young Platform.

Con la sua offerta in continua espansione, Young Platform continua il suo impegno verso  l’adozione a un pubblico sempre più vasto.

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Deutsche Bank e CitiGroup lanciano servizi crypto

News Deutsche Bank e CitiGroup: lanciano servizi crypto

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup: le banche si aprono all’industria crypto per affrontare la rivoluzione digitale della finanza

Le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup faranno sorridere gli appassionati di criptovalute. Le due enormi banche vogliono entrare “a gamba tesa” in questo innovativo settore.

Sì, ma in che modo? Scopri le ultime news su Deutsche Bank e CitiGroup, istituti di credito che hanno intenzione di guidare la trasformazione digitale del mondo della finanza attraverso l’utilizzo della blockchain e delle criptovalute.

Deutsche Bank news: sì alla custodia di criptovalute

Le ultime news su Deutsche Bank ci dicono che la più grande banca tedesca sta cercando di cogliere le opportunità che la rivoluzione digitale gli sta offrendo. Allo stesso modo però, diventare uno dei primi istituti di credito al mondo ad offrire servizi di questo tipo è anche una sfida. L’istituto di credito entrerà nel settore crypto grazie a una partnership con Taurus, una startup svizzera specializzata nella custodia di asset digitali. L’obiettivo della collaborazione è quello di creare nuovi servizi che le consentiranno di offrire ai suoi clienti asset digitali e tokenizzati. 

La banca tedesca ha richiesto una licenza per la custodia delle criptovalute all’autorità finanziaria tedesca BaFin, segnando un precedente significativo per il settore. Il primo passo compiuto dall’istituto di credito per offrire servizi di crypto custody risale invece al 2021, quando aveva presentato una proposta menzionata anche in un rapporto del World Economic Forum

Da quanto emerge dalle ultime news su Deutsche Bank, la banca tedesca non si è solamente offerta di collaborare con Taurus, la startup svizzera che si occuperà di gestire il servizio di custodia, ma ci ha anche investito. Questa giovane azienda offrirà anche servizi di tokenizzazione dei real world asset (RWA), come la digitalizzazione di bond, azioni e real estate. Paul Maley, il manager del progetto, ha dichiarato che la banca prevede di sviluppare servizi di custodia di attività digitali per una vasta gamma di tipi di asset digitali, rivolti a clienti corporate e istituzionali.

CitiGroup e la sua blockchain interna

Le news su Deutsche Bank non sono le uniche che riguardano una banca pronta ad attivare servizi Web3; anche CitiGroup sta lavorando ad una blockchain permissioned (privata) per gli investitori istituzionali. Il terzo istituto di credito più grande degli Stati Uniti sta sviluppando “Citi Token Services”. Un nuovo prodotto che permetterà ai suoi clienti di tokenizzare asset, processare pagamenti transfrontalieri e effettuare operazioni di trading automatizzate. CitiGroup consentirà ai suoi clienti di effettuare pagamenti istantanei e cross-country attraverso degli smart contract

CitiGroup non è l’unica banca statunitense che si sta approcciando a progetti su blockchain. Anche JP Morgan sta esplorando questa tecnologia anche se si trova ancora in una fase primordiale.

Le news su Deutsche Bank e CitiGroup ci dimostrano che le criptovalute e la blockchain stanno guadagnando sempre più terreno e sostenitori nel settore finanziario. Le banche e i grandi istituti di credito si stanno preparando per un futuro diverso, sempre più digitale, trasparente ed efficiente.

Young Platform, il tuo partner per l’innovazione finanziaria

È evidente che per le imprese e gli istituti finanziari italiani, anticipare le tendenze emergenti e guadagnare un vantaggio competitivo in un’economia in rapida evoluzione è diventato sempre più cruciale. In questo contesto, Young Platform ha sviluppato una gamma di servizi progettati appositamente per le aziende desiderose di capitalizzare sulle opportunità offerte dalle crypto e dalla blockchain, alla stregua dei grandi colossi internazionali.

La nostra collaborazione con banche e istituti finanziari italiani, rappresenta un solido riferimento nel settore finanziario italiano. Young Platform offre alle aziende la possibilità di accedere in modo sicuro all’ecosistema delle criptovalute. La nostra offerta comprende servizi personalizzati, tra cui la conversione istantanea di pagamenti in criptovalute e la gestione smart degli investimenti in asset digitali a costi altamente competitivi. Inoltre, operare sulla nostra piattaforma significa beneficiare di un ambiente riconosciuto e regolamentato, il che garantisce il massimo livello di sicurezza e conformità normativa.

Con l’offerta B2B di Young Platform, aziende e istituti finanziari possono prepararsi al futuro digitale e abbracciare l’innovazione con assoluta sicurezza e affidabilità. La digitalizzazione, la trasparenza e l’efficienza sono ora i pilastri fondamentali per il successo nel settore finanziario. 

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GMX: acquistare su Young Platform da oggi si può!

Tutto quello che devi sapere sulla crypto GMX, per decidere se e come acquistare!

La crypto GMX è disponibile su Young Platform per l’acquisto, la custodia e la vendita.

Dopo dYdX (DYDX) arriva il token dell’applicazione decentralizzata (dapp) più utilizzata nel segmento derivati della DeFi. Scopri tutto su GMX e valuta se è una crypto che fa per te!

GMX: le cose da sapere

GMX è un exchange decentralizzato per il trading di derivati. Su questa piattaforma è possibile operare attraverso i perpetual futures con una leva finanziaria fino a 50x. GMX è stato inizialmente lanciato sulla Binance Smart Chain con il nome di Gambit Financial, ma ha poi cambiato nome per approdare su Arbitrum, il Layer 2 di Ethereum più utilizzato. Dall’inizio del 2023 è anche disponibile su Avalanche, la blockchain fondata da Emin Gün Sirer.

GMX ha distrutto la concorrenza, diventando il protocollo di derivati più utilizzato. È anche la dapp più popolare di Arbitrum e il ventiduesimo della classifica globale. Il token omonimo è necessario per partecipare alle decisioni di governance del progetto ma consente anche, a chi lo mette in staking, di ricevere una parte dei guadagni della piattaforma.

Come utilizzare GMX su Young Platform?

Ecco tutte le funzionalità disponibili per GMX su Young Platform e Young Platform Pro:

  • Acquisto e vendita con EUR
  • Acquisto ricorrente
  • Deposito da un altro wallet o invio attraverso il network Arbitrum
  • Creazione di un Salvadanaio Singola Valuta o Personalizzato

Investimenti: le differenze tra generazioni

Investimenti: generazioni a confronto

Quali sono le differenze nel modo di investire delle diverse generazioni? Gen Z, Millennials, Gen X e Boomer a confronto

Come cambiano gli investimenti tra le generazioni? Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato una ricerca di Doxa BVA commissionata da Invesco, una delle più grandi e famose società di investimenti al mondo, presentata quest’anno al tredicesimo salone del risparmio. 

Lo studio, svolto su un campione di 800 cittadini italiani, ha coinvolto quattro diverse generazioni di investitori: i Boomer (56 – 67 anni), la Generazione X (35-55 anni), i Millennial (25-34 anni) e la Generazione Z (18-24 anni). Gli intervistati hanno risposto a domande sulla loro relazione con il denaro, sul livello di cultura finanziaria e sulla propensione al risparmio e agli investimenti. 

Investimenti tra generazioni: cosa ci accomuna?

Dal confronto è emerso che, nonostante le generazioni siano intrinsecamente diverse come sono differenti i valori e gli obiettivi che muovono le loro scelte, esse sono accomunate da un forte senso di incertezza. La pandemia, la guerra, il cambiamento climatico e l’inflazione stanno condizionando gli investitori e i risparmiatori di tutte le età. Un intervistato su tre ha dichiarato di essere molto preoccupato per l’attuale instabilità, a causa del timore che la difficile situazione macroeconomica e geopolitica possa non risolversi in futuro.

L’idea di benessere per tutte le generazioni di investitori, coerentemente con quanto detto sui temi ritenuti prioritari, evidenzia l’influenza della pandemia e dell’attuale momento storico. Nella classifica delle necessità la salute è al primo posto per tutti, segue poi il reddito, e poi l’equilibrio tra vita professionale e privata. 

Tra i punti in comune emersi da questa ricerca c’è anche il bassissimo grado di fiducia nelle istituzioni, sia politiche che finanziarie. Il motivo principale di questo atteggiamento disilluso? La mancanza di dialogo e la conseguente ampia distanza percepita tra cittadini e gli organi politici.

Le differenze

Dopo aver trattato i principali motivi di preoccupazione per gli investitori italiani e le caratteristiche che gli accomunano vediamo, invece, le differenze. Come le diverse generazioni si approcciano al denaro, tra risparmio e investimento?

Come investono i Gen Z?

La maggior parte degli italiani che appartengono alla Generazione Z non investe. Prevalentemente perché le risorse finanziarie in mano a questa fetta della popolazione sono  limitate. Dallo studio di Doxa BVA è anche emerso che i Gen Z non si preoccupano eccessivamente della loro situazione finanziaria. La loro visione del denaro è, in generale, ancora molto semplice e legata alla gioia di spendere.

Data la loro giovane età, hanno una conoscenza limitata del mondo della finanza e non si considerano risparmiatori e investitori. Tuttavia, sono pronti ad imparare, e dimostrano una notevole curiosità e una consapevolezza delle proprie lacune su questa materia. Per colmarle, cercano formazione e informazioni mirate interrogando i familiari o navigando sul web.

Come investono i Millennial?

I Millennial sono una generazione di investitori caratterizzata da una grande ambizione. Vedono il denaro come un riflesso del loro successo personale, misurato attraverso gli obiettivi raggiunti e gli errori commessi. 

La maggioranza dei Millennial utilizza il proprio denaro per far fronte alle spese quotidiane e per perseguire obiettivi tangibili come l’acquisto di una casa o di un’auto. Ma è anche mossa dal desiderio di comprenderne a fondo il funzionamento e acquisire una solida cultura finanziaria. I giovani uomini sono attratti da opportunità finanziarie dinamiche e cosmopolite. Quelle che riscuotono più successo sono, secondo la ricerca di Doxa BVA, le criptovalute. 

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Per quanto riguarda il risparmio invece, lo considerano un dovere etico, ma non sempre lo trovano gratificante. È comunque, secondo loro, importante sentirsi in controllo delle proprie finanze ma vedono il risparmio come un fastidioso impegno quotidiano, spesso bilanciato da piccoli acquisti impulsivi. 

Per i Millennials risparmiare significa principalmente limitare le spese in vista di investimenti importanti mentre raramente scelgono prodotti finanziari come i fondi pensione. Sono affascinati dall’idea di far fruttare il proprio denaro, ma spesso evitano di farlo direttamente per timore di prendere decisioni sbagliate e perdere il proprio capitale.

Gli investimenti della Generazione X

Gli individui che fanno parte della Generazione X si sono dimostrati i più propensi a diversificare i propri investimenti. Molti di loro però, soprattutto chi in passato non ha preso decisioni finanziarie oculate, si trova in difficoltà a causa dell’inflazione. Il loro potere d’acquisto si erodendo più di quanti ci si sarebbe potuto aspettare. Tuttavia, la maggior parte di loro non si spaventa e si dichiara pronto ad affrontare le sfide.

Per rimanere informati, iniziano da soli ma sono aperti al dialogo con consulenti bancari, amici esperti e gruppi di discussione, cercando un confronto basato sulla fiducia. Si tengono aggiornati attraverso il web e la televisione per comprendere l’attuale situazione finanziaria. Molti mettono da parte somme mensilmente, talvolta utilizzando piani di accumulo. In alcuni casi, dedicano parte delle rendite provenienti da seconde case e fanno affidamento su polizze vita.

Come investono i Boomer?

Gli investitori che hanno vissuto il boom economico si sono ritrovati immersi in un presente meno sicuro e tranquillo di quanto si aspettavano nei decenni passati. L’approccio tradizionale di accumulo a cui erano abituati sembra ormai obsoleto e sebbene la maggior parte di loro disponga di risparmi e rendite questi vengono erosi velocemente dall’inflazione.

Per cercare di migliorare la loro situazione finanziaria, i Boomer cercano di colmare il divario che sentono con le nuove generazioni. Molti di loro si sono dichiarati interessati a nuove opportunità finanziarie, come le criptovalute; mentre alcuni partecipano ai corsi di trading offerti dalle banche o a consulenze.


Dal confronto sugli investimenti delle generazioni è emerso che questi cambiano, ma, in realtà, non tanto quanto ci si potrebbe aspettare. Probabilmente a causa dell’avvento di internet che sta assottigliando le differenze e mettendo tutti sullo stesso piano. Chi l’avrebbe detto che i Boomer sono, insieme ai Millennial, la generazione più interessata a investire in criptovalute, un asset che sembrerebbe indicato per gli individui più giovani?

Riunione BCE settembre 2023: le cose da sapere

bandiere UE

Tutte le decisioni prese nella riunione di settembre: tassi di interesse salgono ancora

La riunione BCE di settembre si è conclusa e molte delle previsioni degli esperti sui tassi di interesse sono state disattese. Come sempre al termine del meeting l’istituto centrale ha pubblicato il comunicato stampa nel quale sono state evidenziate le decisioni prese, ed è stata programmata la consueta conferenza stampa alle ore 15:00 con lo scopo di spiegare le misure pensate.

Riunione BCE settembre: le decisioni sui tassi di interesse e non solo

I tassi di interesse sono stati alzati ancora una volta. Ecco la principale decisione presa nella riunione BCE di settembre 2023. L’inflazione, si legge nel comunicato ufficiale dell’istituto, continua a diminuire, ma resterà troppo elevata ancora a lungo. Il Consiglio direttivo si è detto determinato a garantire il ritorno dell’indicatore al suo obiettivo di medio termine del 2%. Per tutte queste ragioni i tassi sono stati incrementati ancora del 25 punti base.

Le proiezioni macroeconomiche per l’Eurozona parlano ora di un’inflazione media al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Per i primi due anni le stime sono state riviste al rialzo (a causa dei prezzi energetici), mentre per il terzo anno al ribasso. Escludendo alimentari ed energia, invece, l’inflazione è vista al 5,1% nell’anno corrente, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Cosa aspettarsi in futuro?

Il Consiglio direttivo ritiene che mantenendo i tassi di interesse su questi livelli sufficientemente a lungo, l’inflazione tornerà verso il target. Le future decisioni della BCE garantiranno che i tassi di riferimento saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario, si legge ancora nel comunicato.

L’istituto di Lagarde continuerà a seguire un approccio data driven per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse del Consiglio direttivo si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria.

Le previsioni di Morgan Stanley

Se sulla maggior parte dei meeting 2023 le previsioni degli analisti si sono dimostrate concordi, sulla riunione BCE di settembre si è posato un alone di particolare incertezza. A riassumere perfettamente i dubbi sulle mosse di Lagarde sono stati sin da subito gli analisti di Morgan Stanley. Inizialmente, essi avevano preventivato per settembre un aumento dei tassi di interesse, ma tali previsioni sono successivamente cambiate. 

A pochi giorni dalla riunione BCE gli stessi esperti hanno iniziato a immaginare un meeting all’insegna dell’immobilità, con una Lagarde pronta a non comunicare alcun aumento del costo del denaro visto il calo dell’inflazione dei servizi dell’Eurozona e i segnali di deterioramento economico. 

Le indicazioni della BCE

Alcune considerazioni sullo svolgimento della riunione BCE di settembre sono arrivate dallo stesso istituto centrale e, nello specifico, dal vice-presidente Luis de Guindos. A circa due settimane dal meeting, l’uomo ha confermato le incertezze del mercato, parlando di una decisione “ancora aperta”. 

Nell’incontro di luglio i policymaker della banca avevano lasciato le porte aperte a un nuovo aumento del costo del denaro, ma alcuni si erano mostrati dubbiosi viste le ultime proiezioni economiche pubblicate. 

“Un ulteriore aumento a settembre sarebbe necessario se non vi fosse una prova convincente del fatto che gli effetti del tightening sono stati abbastanza forti da portare giù l’inflazione di fondo”,

avevano tuonato i verbali pubblicati a fine agosto. 

Le previsioni sulla riunione BCE di settembre, dunque, sono sembrate incerte fino all’ultimo momento. Il meeting è stato attentamente monitorato e con esso anche i giorni precedenti l’evento, durante i quali si è tentato di cogliere indizi più specifici sul fronte tassi di interesse. 

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Base: cos’è e come funziona il Layer 2 di Coinbase

Base: cos’è e come funziona la blockchain di Coinbase?

Base, ad un mese dal lancio, è già uno dei Layer 2 di Ethereum più utilizzati. Scopri che cos’è in questo articolo

Che cos’è e come funziona Base? Il Layer 2 di Ethereum sviluppato da Coinbase, è già la nona blockchain più utilizzata del mondo crypto, nonostante la sua mainnet sia stata lanciata ad inizio agosto. Il merito potrebbe essere proprio di Coinbase, che sta convincendo una parte della sua base utenti ad interagire con il network.

La nuova rete Web3 costruita utilizzando lo stack di sviluppo di Optimism potrebbe essere caratterizzata da una eccessiva centralizzazione essendo sviluppata da uno dei più importanti e longevi exchange del mondo crypto?

Le origini di Base: perché tutto questo interesse?

Per capire che cos’è Base è necessario sapere che è stata sviluppata da Coinbase, la più grande azienda del mondo crypto dopo Binance. L’exchange ha svolto un ruolo cruciale ai fini dell’adozione delle criptovalute ed è oggi disponibile in più di 100 paesi. Oltre ad essere molto popolare e ad offrire un grande numero di prodotti ad un altrettanto ampia base clienti (circa 7,3 milioni), gestendo circa 130 miliardi di dollari di asset sulla sua piattaforma.

Appena è stata lanciata ha attirato subito l’interesse di un gran numero di appassionati. D’altronde Base vuole essere la blockchain che permette agli utenti di accedere ai servizi di finanza decentralizzata (DeFi). Pertanto in molti si aspettano che attirerà alcuni dei migliori sviluppatori blockchain del mondo.

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Base: cos’è e come funziona

Base è un Layer 2 di Ethereum che utilizza la tecnologia degli optimistic rollup per garantire un output fulmineo e costi di transazioni bassissimi. I rollup sono pacchetti di transazioni  pubblicate sul Layer 1, ossia Ethereum, il quale garantisce l’integrità e la disponibilità dei dati. Il processo di elaborazione necessario prima della pubblicazione però avviene off-chain, poi i rollup vengono inviati al Layer-1 dai sequencer, dei nodi che ordinano le transazioni, presumendo che siano corrette. 

Il funzionamento di Base è pressoché identico a quello di Optimism, dato che questo Layer 2 è stato costruito utilizzando il suo stack di sviluppo. Questo blocco di memoria standardizzato e open-source che gli sviluppatori possono utilizzare per costruire altre reti è costituito da componenti software gestiti dalla Optimism Collective. L’obiettivo principale di questo stack è creare una “super chain”, ovvero una rete di blockchain Layer 2 che condividano la governance, gli aggiornamenti e i bridge.

La blockchain di Coinbase è inoltre compatibile con la Ethereum Virtual Machine (EVM), perciò gli sviluppatori che ci lavorano possono utilizzare tutti gli standard creati sulla blockchain di Ethereum.

La blockchain di Coinbase: rischio centralizzazione

Per comprendere a pieno che cos’è Base e come funziona bisogna parlare anche dei potenziali rischi e dei limiti di questo network. Il primo ha a che fare con la decentralizzazione, dato che Coinbase potrebbe esercitare una forte influenza sulla rete.

Secondo i termini di servizio infatti, ad oggi Coinbase è l’unico sequencer che opera su Base. Un sequencer è un nodo che riceve, registra e riporta le transazioni su un rollup. È il sequenziatore che accredita i fondi sul conto rollup dell’utente dopo aver ricevuto la prova del deposito sul contratto rollup. Inoltre l’exchange è anche il gestore del bridge principale che si può utilizzare per “raggiungere” il Layer 2.

Base non possiede token di governance, a differenza della maggior parte degli altri Layer 2 e difficilmente arriverà visto il rapporto della blockchain con la Securities and Exchange Commission (SEC). Mentre, come accade su tutti i Layer 2 di Ethereum, le gas fees necessarie a processare le transazioni si pagano in ETH. Questo potrebbe accrescere ancora di più il rischio centralizzazione, visto che gli utenti non possono, ad oggi, esprimersi sulle decisioni future del protocollo.

Ultimamente tantissimi attori del mondo crypto stanno lavorando a soluzioni di scalabilità per Ethereum. Ma quindi cos’è Base, soltanto l’ennesimo Layer 2? È difficile dirlo visto che è stato rilasciato da solo un mese, ma essendo sviluppato da una delle aziende pioniere del settore crypto potrebbe essere destinato a imporsi!