Acquistare Cosmos (ATOM) da oggi è possibile!

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Tutte le informazioni fondamentali per valutare se acquistare Cosmos (ATOM), disponibile da oggi

Ora puoi finalmente acquistare, vendere e custodire ATOM su Young Platform. Scopri le caratteristiche chiave di questo progetto e gli utilizzi della sua crypto, per scoprire se fa per te!

Cosmos: tutte le cose da sapere

Il progetto è stato fondato nel 2017 da due ingegneri informatici, Jae Kwon e Ethan Buchman. Il suo sviluppo è supportato dalla Interchain Foundation, un’organizzazione no-profit, e l’azienda Ignite (ex Tendermint). La piattaforma è stata ufficialmente lanciata nel 2019.

Ciò che distingue Cosmos dalla maggior parte delle blockchain è la sua forte interoperabilità. Ci ricorda, infatti, la struttura di Polkadot: si tratta di un grande ecosistema per lo sviluppo semplificato di blockchain native. 

Infatti Cosmos più che essere una blockchain è una interchain, ossia quella struttura che fornisce alle blockchain un comune protocollo di funzionamento. Ogni chain costruita su Cosmos, dunque, gode naturalmente di forte interoperabilità, scalabilità e flessibilità: si possono sviluppare blockchain per qualsiasi tipo di applicazione senza doversi preoccupare di sviluppare l’architettura fondamentale.

Una di queste blockchain è il Cosmos Hub, la cui criptovaluta è proprio ATOM. Il token è utilizzabile in tutte le altre blockchain di Cosmos, ma nasce specificatamente per l’Hub originario.

Altri progetti costruiti su questa piattaforma sono Cronos, Kava, Osmosis, ThorChain e presto la nuova blockchain di dYdX.

La crypto ATOM può essere utilizzata in questi modi:

  • Per pagare le commissioni di transazione sulla rete
  • Per fare staking sia come validatore, che delegando
  • Ricevere ricompense per lo staking
  • Per votare nei processi di governance decentralizzata
  • Utilizzarlo nelle blockchain e applicazioni costruite su Cosmos

In futuro sarà possibile utilizzare anche gli ATOM messi in staking, grazie al liquid staking che è in via di sviluppo. Questo limiterà anche le spinte inflazionarie del token, favorendone la crescita di valore. Approfondisci il funzionamento di Cosmos sull’Academy!

Come utilizzare ATOM su Young Platform?

Ecco tutte le funzionalità disponibili per Cosmos (ATOM) su Young Platform e Young Platform Pro:

  • Acquisto e vendita con EUR
  • Acquisto ricorrente
  • Deposito da un altro wallet o invio attraverso il network Cosmos
  • Creazione di un Salvadanaio Singola Valuta o Personalizzato

Guerra in Israele: le possibili conseguenze economiche

L'impatto delle crisi geopolitiche sul prezzo di Bitcoin

L’attacco di Hamas di sabato e la risposta di Israele hanno scosso i mercati finanziari. Ma con quali conseguenze?

Quali sono le conseguenze economiche della guerra in Israele? Nel fine settimana si è riacutizzato un conflitto che dura da più di un secolo. Le forze di Hamas, il movimento militare islamico che attualmente controlla la Palestina, hanno sferrato un feroce attacco ad Israele che ha colpito anche tantissimi civili. Nelle ore successive è arrivata poi la risposta del leader israeliano Benjamin Netanyahu che ha dichiarato vendetta annunciando il pugno di ferro.

Senza entrare nel merito politico della questione, analizziamo le possibili conseguenze economiche della guerra in Israele, in particolare sul prezzo del gas naturale e del petrolio e quindi su carburante e bollette.

Conseguenze economiche della guerra: l’impatto sui mercati 

All’apertura dei mercati statunitensi all’inizio della settimana, gli investitori hanno risposto con prontezza ai catastrofici eventi di Israele. Inizialmente i prezzi del petrolio greggio, dell’oro e del dollaro statunitense sono aumentati significativamente. Nel corso dei giorni successivi poi, il valore di questi asset si è stabilizzato. 

Il gas naturale è l’unica commodity il cui prezzo sta, per ora, crescendo in modo anomalo e nei giorni successivi all’attacco di Hamas a Israele, ha subito un incremento del 5%. Questo probabilmente perché una grande percentuale del gas utilizzato nel mondo proviene dal Medio Oriente o dal Nord Africa, in particolare da Iran, Arabia Saudita, Qatar e Algeria.

Tuttavia, anche per il petrolio, non è detta l’ultima parola. La situazione potrebbe complicarsi se i maggiori produttori di oro nero del medio oriente decideranno di agire come hanno fatto durante la guerra dello Yom Kippur del 1973. In quel frangente i paesi arabi dell’OPEC (l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) alzarono “artificialmente” il prezzo del greggio e interruppero le forniture ai paesi filoisraeliani. Se l’Iran, settimo produttore al mondo con 3,3 milioni di barili al giorno, dovesse attuare la stessa misura, il prezzo potrebbe salire vertiginosamente.

Oltre a gas e petrolio, a subire le conseguenze economiche della guerra in Israele sono state le compagnie aeree. I titoli di Delta, United e American Airlines, International Airlines Group (proprietaria di British Airways) e Lufthansa, sono stati vittima di un movimento ribassista. Gli investitori, per proteggersi dalle conseguenze economiche del conflitto, si stanno mettendo al riparo. L’oro, il metallo prezioso e il bene rifugio per eccellenza, ha registrato un +7% dall’inizio della guerra in Israele.

I probabili sviluppi economici della guerra in Israele

Per analizzare le conseguenze economiche della guerra in Israele bisogna aspettare la fine del conflitto, che però probabilmente non cesserà a breve. Secondo il primo ministro questo sarà “lungo e difficile”, e quindi profondamente diverso da quello del 2021, durato 11 giorni. Il Medio Oriente oggi è più instabile e gli Accordi di Abramo firmati nel 2020 da Israele, Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco, difficilmente verranno estesi ad altri paesi.

Per ora, l’oscillazione del valore di materie prime e obbligazioni non è catastrofica e il cambio tra il dollaro e lo shekel, la moneta israeliana, è passato da 3,85 a più di 4$, registrando un aumento del 4%. Inoltre, la Banca d’Israele ha annunciato di avere 30 miliardi di dollari pronti per proteggere la sua valuta. Inoltre potrebbe decidere di aumentare i tassi di interesse se si trovasse costretta a fronteggiare un forte incremento dell’inflazione.

In ogni caso è ancora presto per valutare le conseguenze economiche della guerra in Israele, dato il grandissimo numero di attori in gioco, lo scenario politico e macroeconomico potrebbe capovolgersi in ogni momento.

Sei sul blog di Young Platform, la piattaforma italiana per comprare criptovalute. Qui puoi trovare le ultime novità su blockchain, Bitcoin e Web3. Raccontiamo da vicino questa economia emergente con un occhio alla finanza tradizionale, così hai tutto quello che ti serve per entrare nella nuova era del denaro.


L’agenzia per la protezione dei consumatori statunitense regolerà le crypto?

Regolamentazione crypto: nuove regole dalla CFBP?

La CFBP, l’organizzazione che si occupa della protezione dei consumatori negli USA, sta considerando una nuova regolamentazione per gli scambi in crypto

Nuove disposizioni in arrivo per la regolamentazione crypto negli USA? Il direttore del CFPB (Consumer Financial Protection Bureau), l’organizzazione che si occupa della protezione dei consumatori negli Stati Uniti d’America, ha dichiarato che l’agenzia sta valutando di adottare delle misure già esistenti per i mercati finanziari tradizionali anche al mercato dei crypto.

Nello specifico l’ETFA (Electronic Fund Transfer Act), un regolamento dedicato alla protezione degli utenti che effettuano scambi di denaro digitali. Il direttore del CFPB, Rohit Chopra, ha dichiarato: “queste misure permetterebbero di limitare gli attacchi informatici, gli errori e i trasferimenti non autorizzati”. Scopri tutto su questo importante tema, dato l’aumento vertiginoso degli attacchi hacker che sono stati il 150% rispetto all’anno scorso.

ETFA esteso al settore crypto: cosa succederà?

Cosa succederà se questo regolamento che, per ora, disciplina soltanto le transazioni in valuta FIAT verrà esteso anche al settore delle criptovalute? Che misure dovranno adottare le piattaforme che offrono crypto asset negli States e di quali vantaggi godranno gli utenti? 

Innanzitutto, se ciò accadrà, verranno richieste più informazioni e maggior trasparenza sugli asset detenuti e su ogni singola transazione alle società che operano nel settore. Inoltre, gli utenti, nel caso in cui si verifichino transazioni non autorizzate dal proprio conto, saranno maggiormente tutelati. Insomma, le transazioni crypto sarebbero regolamentate esattamente nello stesso modo di quelle processate attraverso carte di debito o bonifico bancario, o almeno questo è l‘obiettivo della CFPB.

Non è ancora chiaro come queste regole possano essere applicate ai mercati delle criptovalute, ma Rohit Chopra ha dichiarato che l’agenzia esaminerà il ruolo delle piattaforme non bancarie del settore per assicurarsi che siano sicure e protette.

Se detieni delle crypto e vuoi essere al 100% sicuro di star agendo in modo conforme alle normative vigenti, puoi prenotare un incontro con un commercialista specializzato in questo settore.

Prenota un appuntamento!

Regolamentazione crypto: facciamo il punto

Nell’ultimo anno, la regolamentazione delle criptovalute è stato uno degli argomenti più caldi. I diversi paesi e le organizzazioni sovranazionali stanno affrontando in modo estremamente diverso questo settore, dal punto di vista normativo. In Gran Bretagna, per esempio, sono stati introdotti nuovi regolamenti che hanno costretto gli exchange a interrompere le attività o ad aggiornare tempestivamente i loro processi. I regolatori canadesi, invece, stanno valutando un modello ad hoc per la gestione delle crypto attività molto simile al MiCA, il regolamento dell’UE, con un’attenzione particolare alle stablecoin e alla loro emissione. 

Insomma, le ultime dichiarazione dell’agenzia per la protezione dei consumatori degli Stati Uniti potrebbe essere una svolta per la situazione regolamentativa americana. Se in Europa si intravedono già regolamenti specifici per questo settore la situazione negli States è caratterizzata da cause legali tra i regolatori, in particolar modo tra la SEC, e le aziende dell’industria.

Le criptovalute in azienda: contabilità e aspetti fiscali per il 2023

tasse crypto aziende

La Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022) ha chiarito alcune definizioni e pratiche fiscali. Ecco cosa cambia per le aziende che hanno abbracciato il settore criptovalute

Con la normativa in vigore per l’anno fiscale 2023, il focus è stato posto soprattutto sulle persone fisiche e le pratiche più comuni. 

In realtà le principali novità della legge ricadono anche sulla fiscalità aziendale: soprattutto a partire dal 2020 sono state sempre di più le società che hanno scelto di abbracciare il settore crypto in diversi modi. Da quelle che hanno già accettato pagamenti in crypto, a quelle che hanno deciso di orientarsi verso l’investimento in cripto-attività come Bitcoin o gli NFT, fino a quelle che hanno optato per l’integrazione della blockchain stessa nei loro servizi. 

Dunque come devono comportarsi queste aziende relativamente alle proprie cripto-attività? Ecco tutte le informazioni aggiornate al 2023.

Clicca sul seguente link per la Guida completa alla tassazione delle criptovalute in Italia

Criptovalute in azienda: la contabilizzazione in bilancio 

Per quanto riguarda la classificazione e contabilizzazione delle cripto-attività in ambito aziendale, non esistono ancora norme nazionali. Di conseguenza si fa riferimento ai principi contabili internazionali, e in particolare all’IFRS o IAS (International Accounting Standard).

Secondo l’interpretazione fornita dall’IFRS Interpretation Committee, le criptovalute “native”, quali Bitcoin ed ether non possono essere considerate né valute né strumenti finanziari.

Una diversa definizione, però, può essere utilizzata per alcune stablecoin, e in particolare per quelle collateralizzate da valute fiat o RWA riscattabili. Tali cripto-attività sembrano infatti soddisfare la definizione di strumento finanziario, sia secondo i principi IAS/IFRS, in quanto rappresenterebbero a tutti gli effetti un diritto contrattuale a riscattare la liquidità soggiacente.

In base a questi principi, le criptovalute vanno inserite sotto due voci: beni immateriali e rimanenze. 

I beni immateriali sono quelle attività che possono essere trasferite, date in licenza, vendute o scambiate in maniera indipendente; e quelle attività che derivano da diritti contrattuali o legali.

Le cripto-attività invece costituiscono rimanenze se sono destinate alla vendita.

Per quanto riguarda le stablecoin, è possibile che le imprese scelgano di classificarle in modo diverso in base alla loro valutazione dei rischi e dei benefici associati a tale classificazione. Quindi possono essere inserite come strumenti finanziari, secondo quanto argomentato sopra, oppure come rimanenze di strumenti finanziari se non sono ancora state contabilizzate come ricavi.

A questo punto resta da chiedersi se questi beni siano fiscalmente imponibili, e in che modo. A rispondere interviene l’articolo 32 della Legge di Bilancio del 2023.

Le imposte societarie sulle cripto-attività

Nell’ambito societario, le due imposte a cui sono soggette le imprese sono l’IRES e IRAP, rispettivamente l’Imposta sul Reddito delle Società e l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.

Dalla normativa più recente si evince che la variazione nel valore delle cripto-attività non influisce sull’imponibile ai fini IRES e IRAP. La questione è diversa però quando si parla di plusvalenze. Infatti, “resta fermo che nel momento in cui le cripto-attività sono permutate con altri beni (incluse altre cripto-attività) o cedute in cambio di moneta avente corso legale, la differenza tra il corrispettivo incassato e il valore fiscale concorre alla formazione del reddito di periodo“.


In altre parole, fintantoché le cripto-attività in questione rimangono tali, e sono semplicemente custodite dall’azienda, non sono soggette a queste due tasse nonostante le loro variazioni di prezzo sul mercato.

Facciamo un esempio. Se la tua azienda ha acquistato 1 Bitcoin il 1 Febbraio, per un controvalore di 26.000€, al 31 Dicembre successivo il prezzo è diventato di 30.000€. Questo aumento di valore non è da considerarsi una plusvalenza se dal 1 Febbraio al 31 Dicembre 1 BTC è rimasto 1 BTC. Lo stesso vale nel caso il prezzo fosse diminuito: non sarebbe da considerarsi una minusvalenza realizzata.

Attenzione, ciò non toglie che le cripto-attività detenute non debbano essere incluse nel bilancio aziendale. Anche quelle che non hanno generato plusvalenze, vanno dichiarate e rese visibili all’Agenzia delle Entrate.

Quali sono invece i casi di impiego delle cripto-attività che possono risultare in plusvalenze, e che quindi valgono ai fini della tassazione IRES e IRAP?

  • Trasformazione in altri beni, ossia utilizzo di questi asset per qualsiasi acquisto
  • Trasformazione in NFT o altre cripto-attività;
  • Permuta in valuta fiat;
  • Utilizzo nello staking.

In tutti questi casi le eventuali plusvalenze o minusvalenze realizzate durante l’anno fiscale andranno a cumularsi con il reddito d’impresa.

Quanto spiegato in questo articolo riguarda le pratiche generali a cui le aziende che si sono avvicinate alle criptovalute devono porre attenzione, tuttavia non si esclude la possibilità di rivolgersi a un commercialista specializzato per analizzare il singolo caso da vicino ed evitare di incorrere in future sanzioni dannose per l’impresa. Se vuoi potrai chiedere supporto direttamente su Young Platform, nel nuovo portale dedicato, pensato per metterti in contatto diretto con i professionisti del settore.

Nel frattempo, la Legge di Bilancio del 2024 non ha introdotto alcuna novità in materia di criptovalute. Si attendono quindi maggiori specificazioni sulle definizioni e sugli aspetti contabili da parte dei governi.

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Scopri i nostri servizi per le imprese

Cosa sta succedendo a Metro Bank?

Metro Bank news: le azioni crollano del 29%

Sospeso il trading su Metro Bank: le azioni sono crollate del 29% in un giorno

News preoccupanti per Metro Bank, giovedì 5 ottobre le azioni della banca inglese sono crollate  del 29% dopo che il trading su queste stock è stato interrotto a causa di un picco inaspettato dei volumi. La banca sta cercando di raccogliere fino a 600 milioni di sterline per sopravvivere.

Dal 2016 ad oggi, anno in cui l’istituto di credito si è quotato alla borsa di Londra, le sue azioni hanno perso il 98%. Ecco le ultime news su Metro Bank, cosa ha provocato la crisi? Riuscirà a risollevarsi?

La storia della banca londinese

Non solo le ultime news su Metro Bank ma, in generale, la storia recente della banca londinese è stata travagliata. L’istituto di credito è nato nel 2010 come alternativa alle più blasonate e tradizionali Barclays, NatWest e Lloyds Banking Group. Fin dall’inizio della sua avventura Metro Bank ha avuto diversi problemi; alcuni connessi alla regolamentazione dei suoi servizi e altri sorti in seguito ad errori contabili.

La banca si distingue dagli altri grandi istituti di credito britannici per i suoi servizi di depositi al dettaglio e per le sue filiali in cui sono presenti le cassette di sicurezza. Il patrimonio netto di Metro Bak è di circa 21 miliardi di sterline, mentre il denaro depositato sui suoi conti dai cittadini a giugno era di 15,5 miliardi.

Nonostante sia un istituto di credito relativamente piccolo rispetto ai colossi britannici possiede 76 filiali e punta ad aprirne altre 11 nei prossimi mesi. Il recente aumento dei tassi di interesse però, ha messo in difficoltà la banca, visto che i costi dei finanziamenti sui depositi sono schizzati alle stelle. Le ultime news su Metro Bank possono essere la goccia che farà traboccare il vaso e la verso il baratro? 

Metro Bank news: cosa è successo?

Veniamo ora alla news su Metro Bank delle ultime ore. Nella giornata di giovedì le sue azioni sono crollate del 29% dopo che il trading su queste stock era stato interrotto a causa di un picco di volumi di vendita. Lo sciame di sell order potrebbe essere stato causato dalla volontà dell’istituto di credito di raccogliere 600 milioni di sterline tramite l’emissione di obbligazioni.

Il titolo di Metro Bank ha perso più del 98% da quando è stata quotata in borsa nel 2016, e ora la sua valutazione è di soli 65 milioni di sterline. Come se non bastasse il Prudential Regulation Authority, l’ente che si occupa di regolare l’attività delle banche in Gran Bretagna, ha lasciato intendere che difficilmente le permetterà di utilizzare i propri modelli di rischio interni per la richiesta di mutui.

Per questo motivo i requisiti patrimoniali dell’istituto di credito diventeranno più stringenti, in poche parole gli sarà richiesto più capitale per portare i coefficienti patrimoniali a “livelli sostenibili”. L’unico modo che la banca ha per risolvere questa situazione è una raccolta fondi o vendere una parte del suo portafoglio di mutui, e dalle ultime news sembra ci siano già delle trattative in atto per procedere con quest’ultima opzione.

Insomma, le ultime news riguardanti Metro Bank hanno minato la fiducia di molti investitori, i quali hanno preferito incassare la perdita e liberarsi delle azioni, causando il crollo del prezzo.

FTX si prepara a vendere più di 3 miliardi in criptovalute. Le ultime news

FTX news: l’exchange venderà più di 3 miliardi di crypto

News su FTX: l’exchange deve liberarsi di una grande quantità di crypto in suo possesso per rimborsare, in parte, i clienti colpiti dal crollo. In che modo le venderà?

Secondo le ultime news, FTX, l’exchange che ha dichiarato bancarotta a novembre 2022, deve ancora vendere circa 3,4 miliardi di dollari di criptovalute. Il ricavato in dollari verrà utilizzato per rimborsare, anche se soltanto in parte, i clienti colpiti dal crollo.

Restano però ancora molti dubbi da chiarire: in che modo venderà la grande quantità di crypto che ancora possiede? Che impatto avrà questa vendita sul mercato? Quanto denaro verrà rimborsato ai clienti truffati?

Da dove deriva e cosa prevede la decisione?

Le news su FTX che annunciano il “via libera” alla liquidazione delle crypto custodite dall’exchange sono reali. La vendita di token è stata decisa dal tribunale fallimentare del Delaware che ha approvato la vendita degli asset digitali il 13 settembre. L’exchange è stato autorizzato a liquidare settimanalmente una quantità limitata di asset in suo possesso, esclusi Bitcoin e Ethereum. FTX potrà vendere 50 milioni di dollari di token durante la prima settimana e 100 milioni in quelle successive. Questo limite potrà essere incrementato dal tribunale tramite l’approvazione di una richiesta scritta presentata dal comitato dei creditori.

Per quanto riguarda invece la quantità di Ethereum e Bitcoin in possesso dell’exchange il processo è diverso. Questi potranno essere venduti soltanto dopo un preavviso di almeno dieci giorni e con il benestare del comitato fiduciario statunitense nominato dal Dipartimento di Giustizia.

FTX news: che impatto avranno sul mercato?

La maggior parte dei player dell’industria sono rimasti sorpresi dalla quantità di asset ancora in possesso di FTX. I token che potrebbero subire di più questa selling pressure sono senza dubbio Aptos e Solana, anche perché sono quelli interessati da volumi di scambio più bassi; è necessario precisare che l’exchange possiede ancora 1,1 miliardo di dollari di SOL.

Nonostante questo però la decisione del tribunale del Delaware di dilazionare le liquidazioni fissando dei limiti settimanali è stata accolta positivamente. In questo modo sarà allo stesso tempo possibile accontentare, purtroppo soltanto in parte, i creditori ed evitare di intaccare eccessivamente il mercato

Per esempio i token SOL in possesso di FTX potranno essere gradualmente venduti fino al 2028 e, ad oggi, la maggior parte è bloccata staking. Grazie alla decisione del tribunale statunitense l’expected payout, quindi la quantità di denaro che le vittime colpite dalla bancarotta riceveranno come rimborso, è passata dal 10% al 37%.

Il processo a Sam Bankman-Fried

Le ultime news su FTX non riguardano solo i token ancora in mano all’exchange. A quasi dodici mesi dalla bancarotta, dopo che la storia è stata raccontata da libri, giornali e podcast, è ufficialmente iniziato il processo a Sam Bankman-Fried. L’ex CEO dell’exchange deve essere giudicato dal tribunale federale di New York per sette capi d’accusa, tra cui frode telematica e cospirazione per riciclaggio di denaro.

Una delle domande principali che guiderà il processo è che ha le potenzialità per cambiarne l’esito è la seguente: “Sam Bankman-Fried ha commesso degli errori o truffare i clienti di FTX è sempre stato il suo obiettivo?” D’altronde nessuno può mettere in dubbio la sua colpevolezza. Continua a leggere il nostro blog per scoprire l’esito del processo; per cosa verrà condannato Sam Bankman-Fried? Sono in arrivo altre inattese news su FTX?

Halving 2020: la curiosa dedica a Satoshi Nakamoto

Chi è Satoshi Nakamoto? Secondo la HBO è Peter Todd

Quella scolpita nel blocco di genesi non è l’unica frase scritta sulla blockchain di Bitcoin, conosci quella che celebra l’halving del 2020?

C’è un cosa che probabilmente non sai sull’halving 2020 di Bitcoin: qualcuno ha inserito all’interno del blocco numero 629.999, l’ultimo prima che le ricompense per i miner si dimezzassero, una dedica al suo creatore

Chi ha inciso la frase sulla blockchain e quali parole troviamo al suo interno? Scopri tutto sull’halving del 2020, e sulla curiosa dedica a Satoshi Nakamoto.

Clicca sul seguente link, invece, per scoprire tutto sul prossimo halving Bitcoin del 2024

Halving 2020: le cose da sapere

Il dimezzamento del 2020 è l’ultimo avvenuto sulla blockchain di Bitcoin nonché il terzo della storia. In quell’occasione, a partire dalla validazione del blocco numero 630.000, le ricompense per i miner sono passate da 12,5 a 6,25 BTC. L’halving è infatti il meccanismo che regola la progressiva riduzione delle ricompense per i miner del sistema Bitcoin che si dimezzano automaticamente ogni 210.00 blocchi (circa 4 anni). L’utilità principale di questo meccanismo, ideato dal suo creatore Satoshi Nakamoto, è quella di preservare la scarsità dell’oro digitale.

L’halving del 9 aprile del 2020 ha avuto un impatto immediato sul prezzo di Bitcoin, che si è mosso pochissimo nei giorni immediatamente successivi. Tuttavia, alcune settimane dopo, lo stessoha iniziato a salire costantemente, e quel movimento è culminato nell’esplosiva bull run del 2021. Durante il picco di questa incredibile ascesa, Bitcoin ha raggiunto il valore di 69.000$, l’ultimo massimo storico registrato dalla criptovaluta.

Il prossimo halving arriverà nei primi mesi del 2024, puoi valutare di esporti a Bitcoin per sfruttare l’eventuale movimento di prezzo che potrebbe seguirlo.

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La dedica a Satoshi Nakamoto

Ma chi ha inserito, in occasione dell’halving 2020, la dedica a Satoshi Nakamoto e come ha fatto? Gli autori di questo omaggio sono i miner della pool cinese F2pool, che hanno che hanno incluso un messaggio all’interno del blocco 629.000 contenente queste parole: “NYTimes 09/Apr/2020 With $2.3T Injection, Fed’s Plan Far Exceeds 2008 Rescue”.

In sostanza, si tratta di una chiara citazione dell’iconico messaggio scolpito da Satoshi sul primo blocco di BTC: “The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks”.

Entrambi i messaggi si riferiscono ai tentativi di salvataggio delle banche centrali in favore di aziende o banche commerciali, noti come “bailout”. Questi tentativi di recupero sono dannosi per l’economia in quanto comportano iniezioni di liquidità nel mercato, che incrementano il tasso di inflazione e causano la svalutazione delle monete. 

Al contrario, grazie al meccanismo dell’halving e al fatto che la quantità totale di BTC in circolazione sia limitata a 21 milioni, Bitcoin è progettato per mantenere o aumentare il suo valore nel corso del tempo. L’halving 2020 è stato quello più recente e il prossimo è sempre più vicino, il dimezzamento delle ricompense per i miner è previsto per aprile 2024.

 

Centesimi rari: quali sono e qual è il loro valore?

Centesimi rari: quali sono? Valore e informazioni utili

Scopri quali sono i centesimi rari. Molti di essi hanno un valore che non ti aspetti! Ecco tutte le curiosità da conoscere

I centesimi rari rappresentano per gli appassionati di numismatica e per i semplici curiosi, un argomento di notevole interesse. 

Molto spesso, infatti, capita di frugare nei cassetti delle vecchie case o anche nei vecchi vestiti e di trovarsi di fronte alcune monete rare (qui la lista completa delle più eccezionali) che portano a domandarsi non soltanto se il loro valore è più alto rispetto a quello degli esemplari classici, ma anche come riconoscerle. 

Centesimi rari: introduzione ai tagli

Come ben sappiamo, il 2002 è stato l’anno in cui i cittadini italiani ed europei hanno assistito ad una rivoluzione: le valute nazionali sono state sostituite dall’euro. Le monete in € sono oggi disponibili in diversi tagli: 

  • 2 euro (€2,00)
  • 1 euro (€1,00)
  • 50 centesimi (€0,50)
  • 20 centesimi (€0,20)
  • 10 centesimi (€0,10)
  • 5 centesimi (€0,05)
  • 2 centesimi (€0,02)
  • 1 centesimo (€0,01)

Ed è proprio sui tagli più piccoli che si concentrerà la nostra attenzione in questo articolo. In circolazione, infatti, esistono diverse tipologie di centesimi rari che hanno un valore più o meno elevato a seconda dei casi.

50 centesimi rari 

Tra i piccoli tagli della moneta unica più cercati in tutta Europa sicuramente i 50 centesimi rari, il cui valore oscilla a seconda dei singoli esemplari, i quali tra l’altro sono numerosissimi, per cui in questo articolo ci focalizzeremo solo sui più noti. 

Tra questi, come non parlare dei 50 centesimi del 2007. La maggior parte delle monete da 50 c. oggi in circolazione risale all’anno 2002. I 50 centesimi del 2007, invece, sono estremamente rari da trovare, nonostante ne siano stati coniati 4.994.490 esemplari (dati di moneterare.net). Non è tuttora chiaro il motivo di questa difficoltà nello scovare la moneta nonostante l’elevata tiratura, ma quel che è chiaro è sicuramente il suo valore: dai 2 euro ai 10€ se in Fior di Conio (senza segni di circolazione).

Poi ci sono i 50 Centesimi Rari Malta, soprattutto quelli degli anni 2011, 2012, 2014, 2015 e 2021. Il loro valore anche qui non è particolarmente elevato e si aggira tra 1,5 e 2,5 euro in FdC. 

Con l’esclusione delle annate 2002-2003, anche i 50 Centesimi Rari Monaco sono considerati interessanti dagli esperti di numismatica e il loro valore inizia a salire dai 10 ai 50 euro. 

Per i 50 Centesimi Rari Vaticano, suddivisi in 6 serie, si può arrivare anche a quota 55€, mentre quelli Portogallo 2007 si aggirano intorno ai 50€.

20 centesimi rari

In linea di massima, i 20 centesimi si definiscono rari se presentano ovviamente delle particolarità come ad esempio errori di conio o esuberi di metallo. In questi casi la loro quotazione oscilla da 3,25 a 55 euro. Non hanno valore invece i pochi esemplari trafugati prima del ritiro della moneta da 20 c. con il millesimo di conio 1999 emessa però nel 2002. 

10 centesimi rari

Tra le monete più interessanti si segnalano quelle del 2008 di Malta, dal valore di 1 euro in Fior di Conio, o anche quelle coniate nel 2002, i cui errori di fabbricazione hanno determinato quotazioni dai 236 ai 288 euro.

5 centesimi rari

Nel caso dei 5 sono da fare delle precisazioni aggiuntive e delle distinzioni in base al singolo esemplare. Tutte le quotazioni seguenti sono in Fior di Conio: 

  • 5 centesimi del 2002 di Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna: 1€
  • 5 centesimi 2008 di Malta con incisione del tempio di Mnajdra: 1€
  • 5 Centesimi 2003 di San Marino: 10€
  • 5 centesimi 2002 della Zecca Vaticana: 40€

1 centesimo raro

L’1 centesimo più raro esistente oggi è quello derivante da un errore: la monetina in questione presenta l’incisione soltanto sul retro ed è priva di anno di conio. Il suo valore? Circa 550€ in FdC. 

Altri esemplari hanno invece quotazioni decisamente inferiori. L’1 centesimo raro del 2004 di Grecia, Lussemburgo, Olanda vale un euro, mentre quello di San Marino 2003 si aggira intorno ai 10 euro. La monetina 1999 dei Paesi Bassi vale 1,20€ circa, mentre quella maltese con l’immagine del tempio di Mnajdra quota 2€.

Da non dimenticare poi l’1 centesimo raro Mole Antonelliana, sul quale è stata appunto coniata l’immagine della moneta da 2 centesimi per errore. Il suo valore si aggira intorno ai 2.500€/3000€. 

Centesimi rari e Bitcoin

Ovviamente i centesimi rari in circolazione sono molti di più di quelli descritti in questo articolo. Quel che è chiaro, però, è che la rarità, e quindi la scarsità, è un aspetto particolarmente interessante non soltanto per gli esperti del settore. Solitamente, più un bene o un asset è scarso e più il suo valore tende ad aumentare. Un concetto, questo, rintracciabile anche nel settore delle criptovalute: la fornitura totale di Bitcoin, ad esempio, è limitata a 21 milioni, e le sue emissioni si dimezzano ogni quattro anni attraverso l’halving. Per questo motivo, uno dei soprannomi più utilizzati per indicare le crypto è “digital gold” o “oro digitale”.

Compra Bitcoin

Questo limite è stato progettato per creare una forma di rarità intrinseca nel sistema che differenzia BTC dalle valute tradizionali, che possono essere stampate in quantità illimitate. I centesimi rari e il Bitcoin, insomma, hanno più in comune di quanto si possa immaginare!

Young Platform Community: nuovi canali Telegram e WhatsApp

Young Platform Telegram e WhatsApp: i nuovi canali

Sono arrivati due nuovi spazi dedicati alla community Young Platform. Ecco i nuovi canali Telegram e WhatsApp

Ad agosto 2022 veniva lanciato il server Discord ufficiale di Young Platform e da quel momento in poi abbiamo iniziato ad utilizzare il gruppo Telegram come se fosse un semplice canale. Oggi, a causa della grande quantità di attori malevoli che stanno tentando di truffare i nostri utenti, abbiamo deciso creare un nuovo spazio dedicato ai membri all’interno dell’app di messaggistica.

Perché un nuovo canale Telegram?

Il principale motivo che ci ha portati a prendere questa decisione è connesso all’aumento delle segnalazioni di tentativi di truffe nei confronti dei nostri utenti. Ad oggi, gli attori malevoli possono visualizzare i numeri di telefono dei membri che non hanno specificato, all’interno dell’app, di renderlo nascosto e contattarli in privato, via telefono o SMS.

Il nuovo canale Telegram di Young Platform risolve questo problema. È a tutti gli effetti un canale (e non un un gruppo in cui gli admin sono gli unici a poter postare) e perciò il nome utente e il numero di telefono di tutti i membri è oscurato.

In questo modo nessuno può contattarvi né al di fuori e né all’interno dell’app, tentando di aggirarvi con pratiche come il phishing telefonico o lo smishing. Il gruppo Telegram che avete utilizzato per leggere le news, gli annunci e le analisi fino ad oggi verrà CHIUSO DEFINITIVAMENTE tra qualche settimana. Perciò vi invitiamo ad unirvi a quello nuovo, in modo da poter seguire tutti gli aggiornamenti in sicurezza.

Unisciti al canale Telegram di Young Platform!

Non solo Telegram ma anche WhatsApp

Di recente l’app di messaggistica più utilizzata in italia ha introdotto le Whatsapp Community. Gruppi di discussione più ampi e articolati rispetto a quelli, di norma, utilizzati per comunicare con amici o familiari. Questa nuova tipologia di canali permette agli amministratori di collegare gruppi correlati in un unico luogo virtuale.

Il gruppo WhatsApp di Young Platform avrà, per ora, lo stesso scopo del canale Telegram. Sarà soltanto un’opzione in più per chi intende restare aggiornato e non sarà possibile inviare messaggi ma soltanto leggerli. Un modo in più per conoscere tutte le novità riguardanti il nostro ecosistema e il mondo crypto.

Unisciti alla nostra community di WhatsApp!

Interagisci con noi e con gli altri utenti su Discord!

Lo spazio principale dedicato alla nostra community resterà il server Discord ufficiale di Young Platform che è stato, di recente, completamente ristrutturato. Vogliamo concentrare la discussione su Discord perché crediamo che sia il luogo perfetto per incentivare la partecipazione e il dialogo tra noi e i nostri utenti. 

L’app di messaggistica, grazie al pressoché infinito numero di integrazioni che consente di implementare, è perfetta per architettare logiche di gamification che rendano più divertente l’esperienza utente. Se non ti sei ancora unito al nostro server ti consigliamo di farlo, ne vale la pena!

Esplora il nostro server Discord!

Perché includere la blockchain nella formazione aziendale

academy b2b

La formazione in materia di crypto e blockchain per le imprese è sempre più urgente, in ambito fintech e non solo

Nell’epoca del tech, in cui i trend si susseguono sempre più a stretto giro, è necessario continuare a parlare di lifelong learning, digitalizzazione e sicurezza. Nel caso del settore bancario e dei pagamenti poi, diventano necessità urgenti. 

L’innovazione e la formazione sul lavoro

È ormai comprovato: l’innovazione tecnologica tende ad accelerare nel tempo. Grazie alla diffusione delle informazioni permessa da internet, però, oggi accelera anche l’adozione dell’innovazione. Nonostante oggi l’adattamento delle persone alle nuove tecnologie richieda meno tempo, non significa che sia semplice e immediato per tutti. Inoltre, più le tecnologie sono innovative e dirompenti, maggiore sarà il bisogno di divulgazione.

Il sistema scolastico ad esempio, è sistematicamente in ritardo nell’integrare l’innovazione nella propria offerta. La conseguenza è che spesso i produttori o i rivenditori devono scolarizzare prima i propri lavoratori, e poi i consumatori. 

Per questo è fondamentale oggi l’apprendimento continuo (lifelong learning) sul posto di lavoro: in primo luogo, per permettere alla propria organizzazione e alle persone che la compongono di rimanere aggiornati su nuove tecnologie che possono ottimizzare la produzione. In seconda battuta, perché, purtroppo, nessun altro se ne occuperà in tempo.

La blockchain è un esempio di nuova tecnologia che richiede grandi sforzi di apprendimento da parte di aziende e consumatori. Si tratta di una soluzione per la gestione dei dati con tantissimi casi d’uso, molti dei quali devono essere ancora inventati. Tra i principali, elenchiamo i pagamenti globali, il tracciamento della supply chain, la tutela dalla contraffazione e l’archiviazione sicura dei dati.

Fintech e banche: la formazione è urgente

Proprio la blockchain e le criptovalute (ossia le monete che utilizzano questa tecnologia per garantire pagamenti senza intermediari) sono l’ultima tecnologia ad aver preso piede nel settore bancario. Ma com’è successo?

Con la crescita del mercato crypto negli scorsi anni, sono aumentate le persone che utilizzano criptovalute. Queste persone, per comprarle, devono prelevare fondi dai propri conti correnti. Qui si crea la prima connessione tra il sistema bancario e l’industria crypto: per facilitare questo cambio di valute, una banca e un exchange devono collaborare.

In questo passaggio dal sistema TradFi (finanza tradizionale) alla DeFi (Finanzia Decentralizzata, il settore crypto), si verificano anche tantissime frodi. I truffatori infatti sono ampiamente avvantaggiati dalla generale scarsità di conoscenze sulle criptovalute e sulla blockchain. In questo modo succede spesso che le persone truffate si fidano di chi propone loro guadagni in criptovalute, non sapendo come funziona ciò che viene loro offerto; le banche non sanno come aiutare i loro clienti e in alcuni casi nemmeno le forze dell’ordine sanno come rintracciare i truffatori e recuperare il denaro tolto.

La questione della criminalità finanziaria è molto ampia e coinvolge TradFi e DeFi in modi diversi, per questo richiede una stretta collaborazione tra questi attori e le autorità che tentano di difendere i cittadini.

Nel settore fintech, poi, questi ambiti non sono nemmeno così separati: sono numerosi i servizi di pagamento e di banking che ormai offrono anche la compravendita o la custodia di criptovalute. In questi casi un’azienda specializzata nella TradFi si trova a dover spiegare argomenti del tutto nuovi ai propri clienti, e a doverli proteggere da diversi tipi di rischi. Dunque affidarsi a chi, come un exchange, conosce da vicino queste problematiche, permette all’istituto di risparmiare tantissimi errori e perdite.

Altre opportunità aperte dalla formazione

La formazione interna in materia di blockchain non è utile e necessaria solo ai servizi finanziari. Ci sono numerose società, ad esempio, che tra il 2020 e il 2021 hanno rilasciato una collezione di NFT e non sanno come gestirne i ricavi o la custodia. Vi sono poi tutti i casi di applicazione della blockchain che hanno il potenziale di portare nuove soluzioni tecniche e finanziarie, rafforzare un prodotto o aprire un nuovo canale di business per un’impresa. Se però non si conosce questa tecnologia, è impossibile valutare queste soluzioni. Così si può pensare di investire nella formazione di una risorsa, un team, o un comparto dell’azienda per stimolarne lo sviluppo e l’innovazione.

Infine l’opportunità più grande è quella di poter partecipare al settore crypto creando un circolo virtuoso: più sono diffuse le conoscenze, più ampia sarà l’adozione, e meno rischiosa sarà la tecnologia. Infatti un più ampio utilizzo delle criptovalute ne diminuisce la volatilità. Ironicamente, è proprio questa forte oscillazione dei prezzi che scoraggia molti ad adottarle. Allo stesso tempo, grazie alla sensibilizzazione sul tema, viene meno il rischio di truffe.

I vantaggi di un servizio di formazione italiano

Uno dei maggiori ostacoli all’avvicinamento a questa tecnologia è sicuramente l’apparente difficoltà e complessità. Questo è dovuto anche al fatto che si è creato un gergo interno al settore, che in italiano è fatto di numerosi anglicismi poco intuitivi.

Affidarsi dunque a un servizio di formazione madrelingua può velocizzare molto l’apprendimento di questo linguaggio settoriale e in generale dei concetti tecnici necessari a comprendere la tecnologia. Il fatto, poi, che sia un servizio specializzato in criptovalute a condividere queste conoscenze, assicura la qualità dell’informazione. 

Infine l’aspetto più rilevante: in quanto exchange italiano, Young Platform è costantemente aggiornato e in conversazione con i regolatori. Offre quindi nozioni puntuali sui requisiti e le modalità di compliance necessarie alle aziende per integrare servizi crypto, nonché sulle pratiche fiscali legate a crypto, NFT e tokenizzazione.

L’offerta formativa di Young Platform

Il servizio Business di Young Platform offre un piano formativo altamente flessibile e personalizzabile in base alle necessità dell’azienda cliente. 

Gli argomenti sono selezionati per fornire conoscenze pratiche e mirate al contesto di lavoro. Includono i fondamenti tecnici della blockchain e delle due principali criptovalute del mercato, le applicazioni della blockchain e una sezione speciale dedicata a compliance, fiscalità e sicurezza.

Questi temi sono veicolati attraverso due pacchetti:

  • Workshop live: a partire da 4 giorni (12 ore) di lezioni in presenza, dove vengono trattate diverse sfaccettature della tecnologia blockchain e del mondo Web 3.0 attraverso esercizi pratici, Q&A e team building.
  • Corsi online: oltre 200 min di video lezioni registrate e divise per livello di competenze con annesso test valutativo delle competenze acquisite.

Se invece si preferiscono i contenuti scritti:

  • Academy as a service: licenza annuale per riprodurre diversi articoli di formazione (Academy) o informazione (Blog), personalizzati e su richiesta, fruibili attraverso una landing page dedicata o API keys.

Insomma, la formazione dei dipendenti in ambito blockchain e crypto è fondamentale per rimanere al passo con le tendenze tecnologiche, sfruttarne le opportunità di business e garantire la conformità normativa e la sicurezza dei propri servizi. 

Scrivi all’email [email protected] per creare con noi il piano formativo di cui hai bisogno.