Automatizza la crescita delle tue crypto: sono arrivati gli acquisti ricorrenti per lo Staking

acquisto ricorrente staking

Con la funzionalità dell’acquisto ricorrente su Staking, puoi automatizzare il tuo percorso di accumulo, semplificare la gestione delle tue risorse e massimizzare le ricompense nel tempo.

Diciamocelo: nessuno ama stare con le mani in mano mentre il mercato moltiplica le sue teste peggio di un’idra. E se il Bull Market è seducente e letale come il canto delle sirene, offre anche opportunità per chi sa tenere i piedi per terra e giocare d’astuzia.  

In questa fase, acquistare in modo ricorrente e bloccare le tue crypto in staking è come una fusione Goku-Vegeta: da una parte continui ad accumulare, diluendo il rischio grazie a un prezzo di carico mediato; dall’altra, fai fruttare subito quello che hai con nuove ricompense sotto forma di token. E quei token extra? La vera ciliegina sulla torta: li puoi rivendere quando pensi che il mercato abbia raggiunto il suo massimo, oppure puoi conservarli, perché credi più nel progetto che li emette che nelle tue capacità di trader.

E poi c’è il Bear Market, il grande spauracchio. Qui la scena cambia: il mercato diventa noioso, lento, quasi soporifero. È il momento in cui molti mollano, dimenticandosi che è proprio in questa fase che si fanno gli affari migliori. Prezzi bassi, grandi opportunità – ma quanta pazienza serve! Lo staking, nel frattempo, continua a macinare risultati silenziosi, creando quella base di token che ti darà una marcia in più quando il mercato tornerà a ruggire.

Veloce ripasso: i cicli di mercato

Per chi è nuovo qui, facciamo un veloce ripasso: il mercato è ciclico e si muove attraverso quattro fasi principali: accumulazione, rialzo, distribuzione e ribasso. Fin qui tutto chiaro, no? Ora, come suggerisce il nome, l’accumulazione è una fase diversa rispetto al rialzo, quindi potrebbe sembrare controintuitivo continuare ad accumulare durante un mercato in crescita. Eppure, non è così folle come sembra.

Durante una fase di rialzo, molti tendono a comprare spinti dalla cara vecchia FOMO (la paura di restare fuori). E qui entra in gioco la strategia: seguire un piano di accumulo, può essere sorprendentemente sensato. Perché? Perché, volente o nolente, finirai per comprare sia nei momenti di picco sia nei momenti di respiro del mercato. Il risultato? Ti ritroverai con un prezzo medio più ragionevole di quanto immagini.

Lo staking nella fase di accumulazione

Ovviamente, la fase di accumulazione vera e propria arriva dopo il ribasso, quando i prezzi si sono stabilizzati. Ed è lì che entrano in scena i tuoi due migliori alleati: l’acquisto ricorrente e lo staking. Con loro dalla tua parte, puoi costruire solide fondamenta per affrontare le prossime fasi del mercato. E alla fine, il tempo sarà dalla tua parte.

L’acquisto ricorrente delle altcoin nel mercato al rialzo

C’è un altro aspetto che spesso passa inosservato. Se Bitcoin è il re indiscusso della foresta, Ethereum è la pantera nera. Quando il mercato fa schifo, queste sono le creature che andiamo a cacciare nel nostro safari finanziario. Le altcoin, invece, tendono a rimanere nell’ombra. E non a caso: è complicato capire quali di loro sopravviveranno a un mercato ribassista, a meno che non abbiano già dimostrato di averne superato uno indenni. 

Infatti, nel grande calderone delle altcoin troviamo di tutto: dai progetti solidissimi che sembrano avere le carte in regola per durare nel tempo, a quelle che possiamo definire vere e proprie “crypto stagionali”. Queste ultime vivono un momento di gloria, magari proprio durante una fase rialzista, per poi svanire lentamente o arrancare quando il mercato si fa più duro, incapaci di riprendersi davvero dopo un bear market.

È una dinamica quasi naturale: le altcoin stagionali catturano l’entusiasmo e la FOMO durante i picchi, ma senza fondamenta solide finiscono per diventare meteore. È proprio per questo che, in un Bull Market, è importante saper distinguere tra chi sta costruendo qualcosa di concreto e chi sta solo cavalcando l’onda del momento. Perché, nel lungo termine, è la qualità a fare la differenza. 

Quindi, dove voglio arrivare? Quando si parla di altcoin solide (non di meteore), il mercato rialzista offre una finestra per valutare le altcoin che hanno le ossa forti. Perché? Perché in una fase rialzista le altcoin che sono qui per restare iniziano già a muoversi insieme ad Ethereum. È quindi più semplice individuarle.

Qui entra in gioco l’acquisto ricorrente, un’alternativa interessante al semplice “compro e vendo subito”. Combinato con lo staking (disponibile solo per alcune altcoin), permette di sfruttare il momento rialzista senza dover per forza puntare tutto su un trade veloce. Ti dà la possibilità di ottenere ricompense mentre il mercato continua a salire, amplificando il tuo potenziale ritorno. Ma occhio al picco. Valuta bene quando è il momento di uscire.

Ma veniamo al dunque: come si fa?

È più semplice di quanto pensi. Scegli la frequenza che preferisci – giornaliera, settimanale o mensile – e seleziona l’importo che vuoi destinare allo staking. Fatto questo, i tuoi fondi verranno automaticamente convertiti in criptovalute dal tuo portafoglio euro e messi in staking con la frequenza che hai stabilito. Ogni operazione creerà un nuovo stake. Et voilà, missione compiuta. Facile, no?

Piccola postilla: ricorda che il mercato è volatile e che il prezzo delle criptovalute può variare, quindi il numero di token acquistati cambierà ad ogni acquisto ricorrente, in base al valore della criptovaluta al momento dell’esecuzione dell’ordine.  

Altri vantaggi?

  • Diversificazione: non puntare tutto su una singola criptovaluta. Distribuire i tuoi fondi su più asset riduce i rischi e aumenta le tue possibilità di successo.
  • Disciplina: se tendi a essere poco costante o a farti prendere dall’emotività del mercato, questo metodo è un’ancora di salvezza. Ti garantisce un approccio regolare senza doverci pensare ogni volta.

In fondo, tutto si riduce a una verità semplice: il mercato è ciclico, ma il successo è per chi non molla, che sia in un rally sfrenato o in una calma piatta. Resta in gioco, gioca d’anticipo e, soprattutto, non farti incantare dai fuochi d’artificio. 

Satoshi approverebbe.

5 regali di Natale per appassionati di criptovalute

5 regali di Natale per appassionati di criptovalute

Cerchi idee regalo per questo Natale? Ecco una lista di oggetti e pensieri a tema criptovalute. Per accontentare i gusti di tutti!

Il Natale è alle porte! Da un lato ci sono quelli che già a Ferragosto hanno pianificato con precisione maniacale i loro regali di Natale. Dall’altro ci sei tu che stai per entrare nel panico e rischi di comprare l’ultimo bagnoschiuma Tesori d’Oriente rimasto al centro commerciale. Young Platform è qui con la lista definitiva di idee regalo di Natale per appassionati di criptovalute!

1. BTC è per sempre

Secondo il 97% degli italiani il regalo perfetto per Natale è…Bitcoin. Ok, ci siamo inventati questa percentuale ma d’altronde il valore di Bitcoin è sempre cresciuto nel tempo. Insomma chi è che non vorrebbe ricevere un regalo così?


Se, invece, pensi che i migliori regali siano le esperienze da condividere, puoi utilizzare Bitcoin per esplorare il mondo crypto insieme alla persona che ami, alla tua gym sister o in compagnia di quel tuo lontano zio con cui non sai mai di cosa parlare.

Regala Bitcoin!

2. A Natale siamo tutti più… colti!

A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai, tipo leggere un libro. Le vacanze sono il momento perfetto per rallentare e dedicarsi a scoprire la storia di Ethereum accanto al camino. I libri sulle criptovalute e sulla blockchain sono tantissimi, e possono essere interessanti per ogni tipo di utente. Potresti regalare il libro di Laura Shin “The Cryptopians” ai tuoi amici appassionati di tecnologia e trame intriganti, mentre per i tuoi parenti meno esperti scegliere come regalo “Mamma ho comprato Bitcoin” di Lorenzo Primiterra

3. Con un wallet vai sul sicuro

Se non hai ancora trovato l’idea regalo natalizia giusta per un appassionato di criptovalute potresti considerare l’acquisto di un hardware wallet. Gli hardware wallet sono portafogli digitali sotto forma di chiavette USB che permettono di conservare offline le criptovalute e gli NFT. Anche se potrebbe sembrare un regalo più adatto ad utenti esperti, in realtà gli ultimi modelli di hardware sono molto semplici da configurare e utilizzare. I marchi più famosi che producono questo tipo di wallet sono Ledger e Trezor. Se conosci un hodler accanito, potrebbe apprezzarlo!

4. Fai una donazione in criptovalute

Esistono molte Onlus che danno la possibilità di fare una donazione in criptovalute, anche a nome di un’altra persona. Per un regalo di immenso valore! 

Tra le più note organizzazioni ad accettare donazioni in crypto, grazie a Young Platform, ci sono Save the Children e EMERGENCY che, attraverso i loro programmi, sostengono rispettivamente i bambini che vivono in zone di conflitto e le vittime di quest’ultimo.

Supportando i pagamenti via blockchain, questi enti permettono una raccolta tracciabile e senza confini verso paesi dove i servizi finanziari sono spesso carenti o costosi. Puoi inviare criptovalute direttamente dall’app di Young Platform, processando un trasferimento all’address che trovi sulle pagine (linkate qui sopra) delle organizzazioni citate.

Dona in crypto, la guida completa

5. Oh, oh, oh! Una nevicata di gadget crypto

Se sei ancora a corto di idee, prova a pensare cosa vorresti che regalassero a te a Natale.

Pandoro o panettone? Gadget di Bitcoin o di Ethereum? Bel dilemma! Ecco la soluzione che unisce tutti. Di qualunque squadra sia il destinatario, non passerà sicuramente inosservato!

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Ti manca la fantasia e pensi di ricorrere al vecchio trucco della zia regalando calzini? Mantieni la tradizione viva, ma stilosa, con delle calze a tema crypto

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Ti sei fatt* un’idea? Ora non ti resta che scegliere il miglior regalo di Natale crypto per i tuoi amici e parenti!

Come andare in pensione anticipata a 64 anni: la guida spiegata semplice

pensione anticipata a 64 anni

Cosa si deve fare per andare in pensione a 64 anni? Chi ci può andare? Con quali requisiti?

Dal 1° gennaio 2025, sarà possibile andare in pensione anticipata a 64 anni, ma con nuove regole e requisiti. In questa guida spiegheremo non solo chi può accedere a questa opportunità, ma anche cosa sono il regime contributivo puro, l’assegno sociale e la pensione integrativa, per aiutarti a capire meglio come funzionano queste misure introdotte dalla nuova Legge di Bilancio.

1. Chi può andare in pensione anticipata a 64 anni?

Le nuove regole si applicano a:

  • Lavoratori nel regime contributivo puro, cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
  • Chi ha almeno 25 anni di contributi (30 anni dal 2030).
  • Chi raggiunge una pensione minima di 1.603,23 euro al mese (tre volte l’assegno sociale del 2024).

Cos’è il regime contributivo puro?

Il regime contributivo puro è un sistema di calcolo della pensione basato esclusivamente sui contributi versati durante la carriera lavorativa.

  • Si applica a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, in seguito alla riforma Dini.
  • La pensione dipende dall’importo totale dei contributi accantonati e dalla loro rivalutazione nel tempo.
  • Non tiene conto di eventuali retribuzioni precedenti, come avviene nel regime retributivo o misto.

2. Cosa serve per andare in pensione anticipata?

Ricapitolando quanto abbiamo detto, dal 2025:

  • Età: almeno 64 anni.
  • Contributi: almeno 25 anni (30 anni dal 2030).
  • Importo minimo della pensione: devi raggiungere almeno tre volte l’assegno sociale, pari a 1.603,23 euro al mese.

Cos’è l’assegno sociale?

L’assegno sociale è un supporto economico fornito dallo Stato alle persone con redditi molto bassi o nulli, che abbiano almeno 67 anni e risiedano in Italia.

  • L’importo dell’assegno sociale nel 2024 è di 534,41 euro al mese.
  • Per accedere alla pensione anticipata, è necessario che la pensione raggiunga almeno tre volte questo importo (circa 1.603 euro).

3. Come funziona la pensione integrativa?

Se la pensione INPS (obbligatoria) non raggiunge la soglia minima richiesta, puoi utilizzare la pensione integrativa per colmare la differenza.

Cos’è la pensione integrativa?

La pensione integrativa è un sistema di risparmio volontario che permette di accantonare somme aggiuntive durante la vita lavorativa per avere una rendita extra una volta in pensione.

  • Viene accumulata aderendo a un fondo pensione o a un piano individuale pensionistico (PIP).
  • Può essere riscossa come rendita periodica o come capitale, a seconda delle regole del fondo.
  • È particolarmente utile per chi è nel regime contributivo, dove la pensione è calcolata solo sui contributi versati, e rischia di essere più bassa.

Esempio pratico:

Se la tua pensione INPS è di 1.300 euro al mese e la rendita dal tuo fondo pensione è di 350 euro, il totale sarà di 1.650 euro, permettendoti di accedere alla pensione anticipata.

4. Pensione anticipata per le donne a 64 anni: agevolazioni per chi ha figli

Le lavoratrici madri possono accedere al pensionamento anticipato con requisiti ridotti:

  • Con un figlio, la soglia minima scende a 1.496 euro al mese (2,8 volte l’assegno sociale).
  • Con due figli, si riduce ulteriormente a 1.389 euro al mese (2,6 volte l’assegno sociale).

5. Divieto di cumulo con altri redditi per chi va in pensione anticipata

Un aspetto importante da considerare per chi sceglie la pensione anticipata è il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro.

  • Non puoi lavorare come dipendente o autonomo: chi va in pensione anticipata non può svolgere attività lavorative regolari.
  • Eccezione per il lavoro occasionale: è consentito solo il lavoro occasionale, ma con un limite massimo di 5.000 euro lordi annui.

Questa regola vuole evitare che chi accede alla pensione anticipata possa continuare a generare redditi regolari, garantendo così che il sistema previdenziale mantenga un equilibrio economico. Prima di scegliere questa opzione, valuta attentamente le implicazioni sul tuo reddito complessivo.

6. Clausole di sicurezza e futuri cambiamenti

Dal 2030, i requisiti per la pensione anticipata diventeranno più stringenti:

  • I contributi richiesti aumenteranno a 30 anni.
  • La soglia minima salirà a 1.710 euro al mese (3,2 volte l’assegno sociale).

La riforma include inoltre clausole di sicurezza per evitare costi eccessivi per lo Stato. Queste potrebbero comportare:

  • Un aumento ulteriore dei requisiti contributivi o della soglia minima.
  • Eventuali posticipazioni della pensione anticipata.

Se hai intenzione di andare in pensione anticipata, ti consigliamo di inoltrare la richiesta entro i prossimi 5 anni per evitare di rientrare nelle clausole più restrittive previste dal 2030.

7.  Pensione di vecchiaia a 67 anni: cosa cambia?

Le nuove regole introdotte dalla riforma non si limitano al pensionamento anticipato, ma interessano anche la pensione di vecchiaia, accessibile a partire da 67 anni. Per chi è nel regime contributivo puro, sarà possibile utilizzare la rendita della pensione integrativa per raggiungere la soglia minima dell’assegno sociale e accedere alla pensione.

Come funziona?

Requisiti minimi:

  • 67 anni di età.
  • Almeno 20 anni di contributi versati.
  • Importo minimo della pensione: deve essere pari almeno a 534,41 euro al mese (l’importo dell’assegno sociale nel 2024).

Se la pensione obbligatoria INPS non raggiunge questa soglia, sarà possibile integrare l’importo con la rendita maturata nella pensione complementare.

Esempio pratico:

Se la pensione INPS è di 500 euro al mese, è possibile utilizzare 50 euro dalla rendita del fondo pensione per raggiungere i 534,41 euro richiesti e andare in pensione a 67 anni.

Questa possibilità offre un’importante opportunità per chi ha carriere lavorative discontinue o stipendi bassi, garantendo un minimo di sicurezza economica.

8. Aumento delle pensioni minime per gli over 70

Dal 2025, le pensioni minime per gli over 70 in difficoltà economica saranno aumentate di 8 euro al mese, e verrà leggermente innalzato il reddito massimo per ottenere questi benefici.

9. Novità per i giovani lavoratori: contributi extra per una maggiore sicurezza pensionistica

La riforma include importanti novità per i giovani lavoratori assunti dal 2025, offrendo strumenti per migliorare le loro pensioni future.

Contributi extra volontari

I neoassunti potranno scegliere di aumentare volontariamente la loro contribuzione previdenziale fino a un massimo del 2% in più rispetto alla contribuzione standard.

  • Esempio per i dipendenti: l’attuale aliquota contributiva del 9,19% potrà salire fino all’11,19%.
  • Questo contributo extra sarà deducibile al 50% dalle tasse, rendendolo meno oneroso per chi decide di aderire.

L’obiettivo è incentivare i giovani a versare di più durante la carriera lavorativa, così da costruire una pensione più elevata nel lungo termine, anche a fronte di carriere meno lineari o stipendi iniziali bassi.

In sintesi: cosa fare per andare in pensione a 64 Anni?

  1. Verifica i tuoi requisiti:
    • Età (64 anni).
    • Anni di contributi (almeno 25).
    • Importo minimo della pensione (1.603,23 euro al mese).
  2. Calcola la tua pensione:
    • Accedi al portale INPS per controllare la tua posizione contributiva.
    • Consulta il tuo fondo pensione per verificare la rendita maturata.
  3. Richiedi supporto:
    • Rivolgiti a un patronato o al tuo fondo pensione per avere assistenza nel calcolo e nella domanda.
  4. Presenta la domanda:
    • Utilizza il portale INPS per inoltrare la richiesta di pensionamento anticipato.

Andare in pensione anticipata a 64 anni sarà possibile per chi ha maturato almeno 25 anni di contributi e utilizza la pensione integrativa per colmare eventuali carenze. Questa misura offre maggiore flessibilità, ma richiede una pianificazione attenta e una conoscenza delle regole.

Consulta subito il tuo estratto contributivo e prepara la tua strategia per il pensionamento!

Fonti utili:

  • Portale INPS: www.inps.it
  • Fondi pensione e consulenti previdenziali per assistenza.

La FED ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base

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La riunione della FED del 18 dicembre: la banca centrale americana ha tagliato i tassi di 25 punti base. Come ha reagito il mercato?

La Federal Reserve si è riunita il 18 dicembre 2024 per decidere in merito ai tassi di interesse. Cosa è successo da ottobre ad oggi. E come ha reagito il prezzo di Bitcoin alla decisione della banca centrale americana?

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Prima di analizzare cosa è successo durante la riunione della FED del 18 dicembre 2024 è bene elencare gli indicatori economici che la Banca Centrale americana valuta prima di decidere in merito ai tassi di interesse.

Uno dei principali obiettivi delle politica monetarie della FED è contenere l’inflazione. Quando i prezzi crescono eccessivamente, la banca centrale alza i tassi di interesse per frenare e stabilizzare la domanda. Da agosto a dicembre l’indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore utilizzato per stimare l’inflazione, è prima sceso di 50 punti base, per poi risalire di 30 e raggiungere oggi un tasso annuale del 2,7%.

Questo rallentamento dell’inflazione, che ora sembra esseri parzialmente interrotto, è stato possibile grazie alle politiche monetarie restrittive attuate dalla maggior parte dei paesi occidentali del biennio passato. Dato che negli scorsi mesi la situazione è tornata sotto controllo, le banche centrali stanno procedendo con tagli dei tassi di interesse progressivi, in modo da stimolare l’economia dopo averla, in precedenza, raffreddata. Dal prossimo mese potrebbe cambiare tutto però, proprio perché l’inflazione è tornata a crescere negli USA nell’ultimo periodo.

Occupazione e crescita

Anche l’occupazione e, quindi, lo stato di salute del mercato del lavoro gioca un ruolo importante nelle decisioni della FED. Negli ultimi mesi l’unemployment rate è stato stabile introno al 4,2%, ma se fosse cresciuta sarebbe stato necessario intervenire con un più serrato piano di tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, visto che ciò non è successo, la FED ha potuto, e probabilmente potrà, procedere gradualmente. Per riprendere le parole di POwell: “il mercato del lavoro non è, ad oggi, fonte di pressioni inflazionistiche”, che è come dire che si sta raffreddando rispetto al passato.

Infine, quando la FED decide sui tassi di interesse, tiene conto anche del Prodotto Interno Lordo (PIL). Una crescita economica eccessivamente rapida può alimentare l’inflazione, mentre una crescita debole potrebbe suggerire la necessità di stimoli economici come i tagli ai tassi. A novembre la crescita economica negli Stati Uniti è rimasta stabile, ma la FED ha comunque deciso di effettuare un taglio dei tassi di 25 punti base. Forse perché si prevede, per il prossimo anno un rallentamento della crescita al 2,1%, tasso che dovrebbe rimanere stabile anche nel 2026.

Riunione FED dicembre 2024: l’impatto sul mercato

È molto difficile stimare il possibile impatto del taglio dei tassi durante la riunione della FED del 18 dicembre 2024, principalmente perché è impossibile imputare con certezza all’evento la forte volatilità che ha interessato il mercato ieri sera. Bitcoin dal livello dei 105.000$ è arrivato a sfiorare i 98.000$, registrando quasi un -7%. Anche Ethereum sembrerebbe aver subito l’evento, dato che è passato da 3.900$ a 3.600$. Il leggero crollo di questa notte potrebbe essere un’opportunità di acquistare BTC ad un prezzo più basso prima che riparta seguendo il sentiero del bull market che sembra già tracciato?

Guarda il grafico di BTC

Da un lato, però, la correzione del mercato di ieri potrebbe essere connessa alle preoccupazioni in merito all’inflazione. La Banca Centrale americana si aspetta un tasso leggermente in crescita per il 2025 e un rallentamento, poi, nel 2026, anche se è difficile fare previsioni accurate dato l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.


Tasse crypto: l’aliquota sulle plusvalenze resta al 26% nel 2025

Tasse crypto: l’aliquota sulle plusvalenze resta a 26%

Grande vittoria per il settore crypto in Italia. L’aliquota sulle plusvalenze resterà al 26% nel 2025.

Young Platform è felice di comunicare la decisione del Governo di mantenere invariata l’aliquota sulle plusvalenze da criptoattività al 26% nel 2025. La proposta dell’esecutivo di aumentarla al 42%, introdotta all’interno della Legge di Bilancio, è stata modificata grazie agli emendamenti presentati dalle innovative imprese che operano nel settore insieme a personaggi rilevanti del mondo accademico.

È importante sottolineare che questa decisione garantisce che il trattamento fiscale delle criptovalute rimanga equo rispetto a quello applicato ad altre attività finanziarie.

La crypto community italiana ha vinto la battaglia

La lettera aperta al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) redatta da imprenditori e professionisti del settore ha sortito gli effetti sperati. Young Platform insieme ad altri player dell’industria come Binance Italia, CheckSig, Conio, The Crypto Gateway e BlockInvest ha promosso un dialogo aperto con le istituzioni e gli attori chiave del panorama economico.

Grazie al confronto costruttivo tra Governo, Parlamento, imprese e comunità accademica, è stato possibile individuare una soluzione equilibrata che tutela gli investitori, le realtà imprenditoriali più innovative e, allo stesso tempo, garantisce al Paese una strategia chiara e coerente sul fronte fiscale.

Questa collaborazione, dimostrata dal lavoro sinergico tra figure istituzionali come il viceministro Maurizio Leo e parlamentari tra i quali Giulio Centemero e Federico Freni, ha permesso di evitare misure drastiche che avrebbero potuto penalizzare l’intero settore delle criptovalute.

Allo stesso modo, le osservazioni di Banca d’Italia e gli autorevoli interventi del mondo accademico, da Filippo Annunziata a Francesco Avella, hanno fornito solidi argomenti di riflessione, ricordando che un quadro normativo stabile e competitivo è alla base di un mercato trasparente e di un gettito fiscale sostenibile.

Il mantenimento dell’aliquota al 26% nel 2025 rappresenta pertanto il primo passo per l’istituzione di equilibrio virtuoso: da un lato garantisce che le cripto siano trattate come le altre attività finanziarie e che non si creino disparità di trattamento, dall’altro segnala la volontà del Paese di sostenere le nuove tecnologie, incoraggiando lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi. In questo contesto, è necessario precisare che è stata eliminata l’esenzione per le plusvalenze sotto i 2.000 euro e resa possibile la rivalutazione del prezzo di carico ai valori del prossimo primo gennaio pagando il 18% del capitale.

La “guerra” potrebbe essere ancora lunga

La principale sfida per il futuro è connessa all’aumento (a nostro avviso insensato) dell’aliquota al 33% previsto per il 2026, uno scenario da monitorare con attenzione per comprendere se tale scelta anticipi un rialzo generalizzato della tassazione sui redditi da capitale. Tuttavia, l’esperienza maturata in questi mesi dimostra che un confronto sano e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti può portare a soluzioni pragmatiche e lungimiranti, capaci di offrire al mercato cripto un orizzonte regolatorio più stabile e favorevole alla crescita.

Young Platform, insieme ai principali attori che operano nel settore, continuerà a svolgere un ruolo attivo nel dialogo istituzionale, sostenendo la creazione di un quadro normativo chiaro, equo e aperto all’innovazione.

La strada intrapresa rafforza la posizione dell’Italia come Paese che, pur mantenendo rigore e attenzione alla tutela dei consumatori, è pronto a cogliere le opportunità offerte dalla finanza decentralizzata e dalle nuove tecnologie. La consapevolezza che l’ecosistema delle criptovalute rappresenti un volano di crescita, occupazione e sviluppo tecnologico potrà così guidare le future scelte normative, consolidando ulteriormente la leadership nazionale in uno scenario globale in rapida evoluzione.

Young Platform è una startup fintech che mira a semplificare l’accesso al mondo delle criptovalute per i suoi utenti, fornendo una serie di prodotti e servizi digitali che rispondono a diverse esigenze in base al livello di competenza, dal principiante all’esperto. Young Platform si rivolge a un pubblico ampio e promuove un’intensa attività di formazione e divulgazione sulla tecnologia blockchain e sulle valute virtuali, attraverso un’app e contenuti editoriali dedicati. Young Platform permette a qualsiasi utente di negoziare criptovalute, grazie a un exchange disponibile in versione base e “Pro”.


Mamma ho perso l’aereo: quanto era ricca la famiglia di Kevin?

mamma ho perso l'aereo

Con l’arrivo del Natale, torna quel momento speciale e carico di nostalgia in cui rinnoviamo tradizioni che scaldano il cuore. Una delle più amate? Riunirsi in famiglia davanti alla TV, riscoprendo i film cult che hanno segnato la nostra infanzia. Tra questi, Mamma ho perso l’aereo, uscito nel 1990, continua a essere un classico senza tempo, così come Richie Rich, con le avventure del ragazzino più ricco d’America. A distanza di oltre 30 anni, l’affetto per queste pellicole rimane immutato.

Qualche giorno fa, il cast di Mamma ho perso l’aereo (titolo originale Home Alone), la famiglia McCallister si è riunita nel New Jersey per un evento dedicato al film, accendendo nei fan la voglia di rivedere – forse per la centesima volta – le disavventure di Kevin e il suo Natale fuori dagli schemi.

L’amore dei fan e un enigma affascinante

Come spesso accade con i film cult, Mamma ho perso l’aereo ha dato vita a una community di appassionati che, ancora oggi, discutono online di curiosità e dettagli legati alla pellicola. Ma è sorprendente scoprire che questo classico sia finito persino sotto la lente di una giornalista del New York Times e, inaspettatamente, abbia coinvolto la Federal Reserve.

Ebbene sì. Amanda Holpuch, reporter del prestigioso quotidiano, si è trovata di fronte a una domanda curiosa che i fan si pongono da anni: quanto era ricca la famiglia McCallister?

Un’indagine tra fiction e realtà

Per rispondere, la giornalista ha intrapreso un lavoro investigativo meticoloso, che ha coinvolto professionisti legati al film, come Eve Cauley, scenografa della pellicola, e Todd Strasser, autore delle trasposizioni romanzate di Mamma ho perso l’aereo e dei suoi sequel. Il risultato? Una vera caccia al tesoro tra gli indizi disseminati nel film: mobilia, biglietti aerei, proprietà immobiliari e persino ricostruzioni storiche delle élite di Chicago negli anni ’90.

Un film che ha incassato oltre 476 milioni di dollari in tutto il mondo. Ha detenuto il Guinness World Record per la commedia live-action con il maggior incasso per più di 25 anni.

Insomma, tra ricordi e curiosità, il fascino di Mamma ho perso l’aereo resta intatto. Non è solo una commedia natalizia: è un pezzo della nostra infanzia, capace di farci sorridere e sognare, anno dopo anno. E voi, siete pronti a rivivere la magia?

La casa dei McCallister: un indizio sulla loro ricchezza

La villa dei McCallister, iconica protagonista di Mamma ho perso l’aereo, è un vero e proprio gioiello architettonico. Situata al 671 di Lincoln Avenue a Winnetka, Illinois, la casa esiste davvero ed è diventata un simbolo del film. Winnetka, uno dei quartieri più esclusivi degli Stati Uniti secondo Realtor.com, incarna il lusso e il prestigio, confermando lo status privilegiato della famiglia McCallister.

La dimora, in stile federale, vanta dimensioni tali da offrire stanze private a Kevin e ai suoi quattro fratelli, oltre a spazi per accogliere numerosi ospiti. Nel 1990, solo l’élite del top 1% delle famiglie di Chicago avrebbe potuto permettersi una proprietà simile. 

Un’indagine economica… da film

Sorprende scoprire che la Federal Reserve Bank di Chicago abbia collaborato con entusiasmo alla curiosa indagine condotta dal New York Times. La richiesta di ricostruire la ricchezza della famiglia McCallister ha portato gli economisti ad analizzare archivi e dati finanziari dell’epoca. Grazie a informazioni dettagliate su redditi medi, tassi ipotecari, valore delle case e costi assicurativi, è stato stimato che nel 1990 solo famiglie con un reddito annuo di almeno 305.000 dollari (circa 665.000 dollari nel 2022) avrebbero potuto permettersi una simile abitazione.

Oggi, la casa è in vendita per 5,25 milioni di dollari. Anche il prezzo della villa di Mamma ho riperso l’aereo, mi sono perso a New York, il sequel, è da capogiro. La casa, che si trova nell’elegante Upper West Side di Manhattan, tra Central Park West e Columbus Avenue, è stata venduta quest’anno per 6,7 milioni di dollari.

Chi erano i veri proprietari della villa?

Dietro le quinte, la villa apparteneva alla famiglia Abendschein, che all’epoca abitava la casa con la loro figlia di 4 anni. Il regista Chris Columbus, famoso anche per i primi due capitoli della saga di Harry Potter, convinse gli Abendschein a prestare la loro dimora per le riprese. Nonostante inizialmente si fossero trasferiti in un hotel, gli Abendschein tornarono a vivere al secondo piano durante le ultime fasi di produzione, muovendosi con discrezione per non essere visti alla finestra nelle scene in cui i ladri Harry e Marv – interpretati magistralmente da Joe Pesci e Daniel Stern – tentavano di scassinare la casa.

La casa senza tempo: l’anima natalizia di Mamma ho perso l’aereo

Per preservare l’integrità della lussuosa villa dei McCallister (e come dargli torto!), molte scene degli interni di Mamma ho perso l’aereo non furono girate nella casa di Winnetka, ma in un luogo decisamente meno glamour: una palestra, oggi abbandonata, all’interno di una scuola superiore di Chicago. Questo spazio venne trasformato in un set cinematografico meticolosamente curato, grazie al talento della scenografa Eve Cauley.

Intervistata dal New York Times, Cauley ha rivelato i dettagli dietro l’allestimento che ha contribuito a rendere la casa un’icona natalizia senza tempo. Al posto di arredamenti moderni o vistosamente lussuosi, la scenografa optò per mobili, oggetti e carta da parati dal fascino raffinato e retrò, evocativi di una famiglia americana ricca da generazioni.

L’obiettivo non era solo rappresentare il benessere economico della famiglia McCallister, ma anche creare un’atmosfera calda e accogliente. I toni predominanti – il verde, il rosso e le rifiniture dorate – furono scelti per conferire agli interni della casa una perfetta armonia con lo spirito natalizio. Questo uso dei colori trasformò la villa in una scenografia che sembra uscire direttamente da una cartolina di Natale, destinata a restare impressa nell’immaginario collettivo.

Chi ha pagato il viaggio a Parigi?

Viaggi in taxi, abiti eleganti e un volo transatlantico: portare quindici persone da Chicago a Parigi, con alcuni biglietti in prima classe, era – e resta – un’impresa costosa, accessibile a pochi. Ma ecco il colpo di scena: a finanziare l’intero viaggio non furono i genitori di Kevin, ma lo zio Rob, che vive a Parigi in un appartamento talmente grande da poter ospitare l’intera famiglia McCallister.

Ma non dimentichiamo un altro elemento. Considerando sempre il contesto degli anni Novanta, la madre di Kevin offre come pagamento un Rolex e i propri gioielli quando tenta disperatamente di tornare a casa da Parigi.

Zio Frank: il “tirchio” della famiglia

Non poteva mancare l’episodio memorabile dello zio Frank, che con la sua fama di spilorcio aggiunge un tocco comico alla narrazione. Celebre per evitare spese di ogni tipo, viene ripreso direttamente nel film mentre si rifiuta di pagare un conto di 122,50 dollari per la pizza e addirittura ruba saliere di cristallo a bordo dell’aereo.

Una curiosità riportata dal New York Times e supportata da uno studio del Journal of Psychiatry del 2008 sottolinea che comportamenti come il taccheggio o piccoli furti sarebbero sorprendentemente più comuni tra persone con redditi familiari elevati. Forse, lo zio Frank incarna inconsciamente questo profilo, alimentando il suo lato più comico e irritante.

Come sono diventati ricchi i genitori di Kevin?

Nel film Mamma ho perso l’aereo, non viene mai chiarito che lavoro facciano i genitori di Kevin per permettersi uno stile di vita così agiato. Questo ha alimentato negli anni numerose teorie da parte dei fan, che cercano indizi nascosti nei dettagli della pellicola.

Una delle ipotesi più popolari riguarda Kate McCallister, che potrebbe essere una stilista di moda. La presenza di manichini nella casa dei McCallister, usati magistralmente da Kevin nelle sue trappole anti-ladro, ha alimentato questa speculazione. A conferma di questa idea, Todd Strasser, autore dei libri tratti dal film, ha dichiarato di aver scelto di rendere Kate una stilista e Peter un uomo d’affari generico “perché sembrava una scelta sicura”. 

Una teoria dei fan ipotizza che Peter McCallister sia legato alla criminalità organizzata, il che spiegherebbe il valore della casa e la violenza di Kevin. Il New York Times non ha potuto escludere questa ipotesi!

Il fascino intramontabile di Mamma ho perso l’aereo

Al di là di speculazioni e teorie, la magia di Mamma ho perso l’aereo risiede nelle sue gag irresistibili, nell’ingegno di Kevin e nella perfetta atmosfera natalizia che ci riporta, ogni volta, all’incanto delle feste. Ma, soprattutto, ci ricorda ciò che davvero conta a Natale. Come direbbe Kevin:Ehi, sto mangiando schifezze e guardo un film da grandi… venite a fermarmi!”.

Microsoft boccia la proposta per introdurre Bitcoin all’interno del suo bilancio

Microsoft acquisterà Bitcoin?

Microsoft ha deciso che non introdurrà Bitcoin all’interno della sua tesoreria? Cos’è successo al suo prezzo?

Microsoft non acquisterà Bitcoin, almeno per ora, nonostante l’ultimo trimestre del 2024 sia stato incredibili per BTC, che ha e superato lo storico traguardo dei $100.000. 

La società tech fondata da Bill Gates ha deciso, ieri sera, di non aggiungere Bitcoin all’interno del bilancio societario, attraverso una votazione del consiglio di amministrazione. Cosa è successo al prezzo di Bitcoin dopo il “no” di Microsoft?

La proposta di Microsoft su Bitcoin

Ieri, 10 dicembre 2024, gli azionisti di Microsoft hanno votato su una proposta per valutare l’allocazione una parte delle sue riserve finanziarie su Bitcoin. Questa era riassunto in un documento presentato dal National Center for Public Policy Research (NCPPR), un think tank statunitense, sostiene che la crypto rappresenta una protezione efficace e solida contro l’inflazione. Per think tank si intende un gruppo o un’organizzazione composta da esperti che si impegna nell’analisi e nella risoluzione di problemi complessi, in particolare in campo economico-finanziario, politico e militare.

La soluzione è stata presentata, attraverso una presentazione preregistrata, da Michael Saylor, uno dei bitcoiner più famosi al mondo nonché CEO e fondatore di MicroStrategy, l’azienda che detiene più BTC a livello globale. Il punto focale della proposta veicolata da Saylor sono stati i rendimenti generati da BTC negli ultimi anni sono stati fortemente positivi, in media del 100% all’anno dal 2011 ad oggi, mentre non si può dire lo stesso degli asset da cui è composta la treasury di Microsoft. L’azienda detiene attualmente 78,42 miliardi di dollari, divisi principalmente tra liquidità e obbligazioni.

Guarda il grafico di BTC

Nonostante ciò, il consiglio di amministrazione di Microsoft non ha approvato la proposta. Nel razionale pubblicato dalla società a supporto del verdetto si legge che: “quanto presentato NCPPR richiede che il Consiglio conduca una valutazione superflua, poiché il management di Microsoft già considera attentamente questo tema. L’azienda monitora costantemente un’ampia gamma di asset, tra i quali compare anche Bitcoin. La volatilità è un fattore da considerare nella valutazione degli investimenti in criptovalute per applicazioni aziendali, che richiedono investimenti stabili e prevedibili per garantire liquidità e finanziamento operativo.”

Anche Amazon boccerà la proposta?

Il National Center for Public Policy Research, già citato nel primo paragrafo di questo articolo, ha, coerentemente con il volere di diversi azionisti, proposto la stessa inziativa anche per Amazon, la quarta azienda più capitalizzata al mondo.

All’interno del documento redatto dal National Center for Public Policy Research si legge che “anche se attualmente Bitcoin è un asset volatile – così come lo sono state le azioni Amazon in diversi momenti della sua storia – le aziende hanno la responsabilità di massimizzare il valore per gli azionisti sia a breve che a lungo termine. Diversificare il bilancio societario includendo una quota di Bitcoin potrebbe risolvere questo problema limitando i rischi connessi alla volatilità. Amazon dovrebbe almeno valutare i benefici di detenere una parte, anche solo il 5%, dei suoi asset in Bitcoin.”

Ovviamente, non può esistere una proposta per l’introduzione di Bitcoin all’interno delle riserve aziendali che non prenda, almeno un minimo, spunto da MicroStrategy. Ma all’interno della proposta vengono nominati anche Tesla e Block, per dimostrare la tesi secondo cui Amazon dovrebbe guardare al lungo termine, fregandosene della volatilità di Bitcoin nel breve.

Il possibile impatto sul mercato della news

Ieri sera, dopo che si è diffusa la notizia della bocciatura da parte del CDA di Microsoft, il prezzo di Bitcoin ha iniziato a ritracciare. Tuttavia, il lasso di tempo in cui Bitcoin è stato vittima di forte volatilità è stato breve, recuperato piuttosto in fretta da BTC. Il prezzo di Bitcoin è passato dal livello dei 96.500$ a quello dei 94.500$, per poi recuperare il livelli persi nelle quattro ore successive. Attualmente, dopo aver mostrato una discreta forza questa mattina, si trova sul livello dei 98.000$.

Il ritracciamento che ha colpito tutto ll mercato durante la giornata di ieri, in particolare le altcoin, sembra una correzione in classico stile bull market. Il prezzo di Solana (SOL), per esempio, ha perso il 15% negli ultimi due giorni, per poi recuperare il 10% circa nelle ultime ore. Anche Ethereum (ETH), è stato vittima di un movimento simile e sta recuperando più lentamente rispetto a SOL.

Insomma, nonostante ieri sia stata una giornata relativamente negativa a causa della news riguardante Microsoft, che ha deciso di non introdurre Bitcoin all’interno della sua tesoreria, il mercato sembra aver recuperato. Dobbiamo attenderci nuovi massimi storici o la fase di ritracciamento non si è ancora conclusa?

5 motivi per cui il Lightning Network sta cambiando Bitcoin

Carte di credito e app di pagamento da usare all'estero

Lightning Network di Bitcoin promette pagamenti rapidissimi ed economici. Pagare con Bitcoin sarà la nuova normalità?

Negli ultimi anni, il Lightning Network ha attirato l’attenzione come una delle soluzioni più adatte per migliorare l’efficienza e la scalabilità di Bitcoin, grazie alla sua capacità di processare transazioni in modo molto pià veloce ed economico. Scopri i principali motivi per utilizzare il Lightning Network in questo articolo

Che cos’è il Lightning Network?

Il Lightning Network è un Layer 2 di Bitcoin. Questo significa che è progettato per operare al di fuori della blockchain principale. Funziona attraverso canali di pagamento off-chain, che consentono di processare le transazioni in modo pressoché istantaneo e con commissioni praticamente nulle. 

Questo approccio non solo riduce il carico sulla blockchain, ma rende anche Bitcoin più efficente dei sistemi di pagamento tradizionali come carte di credito e bonifici bancari.

5 motivi per utilizzare il Lightning Network

In questo articolo riassuntivo analizziamo i vantaggi del Lightning Network dal punto di vista pratico. Ci concentreremo in modo schematico sui problemi che risolve e tralasciando il suo funzionamento dal punto di vista tecnico. 

Questo perché è una tecnologia abbastanza complessa da comprendere, ed è più efficace conoscerne i pregi e i casi d’uso pratici se ci si approccia per la prima volta a questo argomento. Tuttavia, se ciò che trovi all’interno di questo contenuto non ti basta e vuoi approfondire, puoi leggere l’articolo di Academy dedicato!

Ecco 5 motivi per utilizzare Lightning Network:

  • Commissioni ridotte: Le commissioni sul Lightning Network sono estremamente basse, spesso inferiori al centesimo. Questo rende le transazioni economiche anche per importi minimi, come acquisti quotidiani o microtransazioni. Al contrario sulla blockchain madre di Bitcoin il costo medio per una transazione si aggira intorno ai 3$ ma può anche superare, in situazioni di forte congestionamento della rete, i 100$.
  • Velocità elevata: Le transazioni sono quasi istantanee, a differenza delle conferme lente tipiche della blockchain di Bitcoin. Questo rende il Lightning Network ideale per pagamenti in tempo reale.
  • Scalabilità: Con migliaia di transazioni possibili in pochi secondi, il Lightning Network risolve il problema della scalabilità di Bitcoin, consentendo un volume di transazioni molto più elevato.
  • Esperienza utente più fluida: I primi tre vantaggi del Lighting Network contribuiscono a migliorare notevolmente l’esperienza utente (UX) per le transazioni Bitcoin. Grazie a commissioni ridotti e transazioni più veloci, Lighting Network si presta meglio all’utilizzo quotidiano rispetto alla rete principale di BTC.
  • Bassi requisiti energetici: Sul Lighting Network il consumo energetico è ridotto perché le transazioni sono processate off-chain, e non richiedono quindi una validazione immediata della rete. Al contrario, vengono successivamente registrate in “lotti” all’interno dei canali di pagamento.

Il caso di El Salvador: un esperimento Innovativo

El Salvador è diventato un caso di studio per l’adozione del Lightning Network. Durante un evento tenutosi a Bitcoin Beach, la spiaggia salvadoregna a tema BTC, i cittadini dello stato sudamericano hanno eseguito oltre 20.000 transazioni in poche ore, dimostrando la capacità del Lightning Network di gestire un volume elevato di pagamenti. 

Il governo ha inoltre incluso il Lightning Network nel suo wallet ufficiale, Chivo, consentendo ai cittadini di pagare in Bitcoin con commissioni nulle e velocità elevate. Questo approccio ha reso Bitcoin una moneta pratica per il commercio locale, dai ristoranti ai tassisti.

Lo status quo del Lightning Network

Oggi, il Lightning Network sta guadagnando terreno nel mercato globale. Wallet più user-friendly e integrazioni con piattaforme di e-commerce stanno rendendo più accessibile questa tecnologia. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, riguardanti prevalentemente l’espansione della rete che consentirebbe a LN di gestire un numero ancora maggiore di transazioni al secondo.

Insomma, il Lightning Network è sicuramente una tecnologia utile per l’ecosistema Bitcoin. Se continuerà ad evolversi come ha fatto in questi anni, il suo impatto potrebbe rivoluzionare il modo in cui intendiamo i sistemi di pagamento globali.

Il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$

Il prezzo di Bitcoin supera i 100.000$, dove può arrivare?

Il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$. Uno storico traguardo, per molti irraggiungibile fino a qualche anno fa. Dove può arrivare?

È successo! Questa mattina il prezzo di Bitcoin ha superato i 100.000$. Si può dire che BTC è riuscito a infrangere la resistenza più agognata dai crypto investitori in soli due tentativi. Il primo, che non era andato a buon fine, lo aveva effettuato il 22 novembre.

Il raggiungimento di questo importantissimo traguardo ha suscitato l’euforia degli appassionati che hanno, e stanno ancora, celebrando l’avvenimento. Scopri come Bitcoin è arrivato a 100.000$ e qual è il prossimo obiettivo di prezzo della criptovaluta.

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Prezzo di Bitcoin a 100.000$: come ci è arrivato?

Il prezzo di Bitcoin ha raggiunto e superato i 100.000$ in volata. Fino a lunedì il suo prezzo orbitava nella zona dei 96.000$, dopo che il primo tentativo di superamento dell’unica resistenza presente sul suo grafico non era andato a buon fine. Ieri, poi, dopo una prima parte della giornata non entusiasmante, BTC si è risvegliato all’improvviso, registrando due movimenti del +3% consecutivi, il primo dalle 17:00 alle 21:00 e il secondo dalle 21:00 alle 24:00. (ora italiana). Ma è dall’una di questa notte che Bitcoin è esploso a rialzo, in circa quattro ore ha messo a segno un +5% abbondante, arrivando a sfiorare il livello dei 104.000$.

Cogliamo l’occasione di questo incredibile traguardo per tirare le somme degli ultimi 30 giorni, visto che il movimento di prezzo esplosivo di Bitcoin è iniziato esattamente un mese fa, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA. In questo periodo di tempo il prezzo di Bitcoin è cresciuto di 35.000$. Mai aveva registrato, in un solo mese, un incremento così importante in termini monetari.

Bitcoin, dopo che il suo prezzo ha superato i 100.000$ è entrato in un altro ordine di grandezza, che come i più avvezzi alla matematica sapranno, si misura in potenze di dieci. Sono passati esattamente sette anni dall’ultima volta che questa cosa è successa, dato che BTC ha superato i 10.000$ il 29 novembre 2017.

Guarda il grafico di Bitcoin

Da cosa è stato causato l’ultimo movimento di Bitcoin?

È difficile dare una risposta a questa domanda per quanto riguarda il brevissimo termine, ovvero l’incremento di prezzo di questa notte. Mentre è molto più semplice comprendere le logiche che hanno fatto risplendere Bitcoin a partire da gennaio 2024. L’approvazione degli ETF spot, che nella giornata di ieri hanno registrato 556 milioni di dollari di inflow, è stata la prima scintilla che ha dato il via a questo ciclo di bull market. Oggi, gli strumenti finanziari emessi dai fondi d’investimento americani, detengono circa 1,1 milioni di BTC, pari al 5,5% della sua circulating supply (offerta circolante).

Poi, dopo diversi mesi di lateralità, è arrivato il secondo importante catalizzatore: l’elezione di Donald Trump. Se ci fermassimo qua sembrerebbe, soprattutto se ci concentriamo soltanto sul secondo evento citato, che il prezzo di Bitcoin sia stato manipolato dagli avvenimenti politici. In realtà BTC non è cresciuto soltanto grazie all endorsement del futuro presidente, ma soprattutto grazie al cambio di atteggiamento a livello globale nei suoi confronti. Sicuramente però, l’elezione di un presidente americano pro-crypto ha aiutato i sostenitori della crypto presenti all’interno di istituzioni e governi ad emergere.

In pochissime settimane, tantissimi altri paesi, oltre agli Sati Uniti, hanno dichiarato di voler integrare Bitcoin all’interno delle proprie banche centrali, come asset di riserva. E lo stesso si può dire di alcuni Stati o Regioni, che lo vogliono utilizzare come rifugio contro l’inflazione all’interno di fondi pensione o fondi di investimento.

Insomma il futuro appare più che roseo che mai per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute. Anche se, dopo questa notte, i crypto enthusiast devono trovare un altro obiettivo condiviso da raggiungere. Visto che abbiamo parlato di ordini di grandezza, perché non prendere come riferimento la soglia del milione di dollari. Sicuramente ci vorrà tempo, ma se c’è una cosa che Bitcoin ha dimostrato è che: nulla è impossibile. D’altronde VanEck, uno dei fondi di investimento crypto più importanti al mondo, si aspetta che il prezzo di Bitcoin superi i 2 milioni di dollari entro il 2050.

Le azioni di MicroStrategy e il prezzo di Bitcoin

MicroStrategy azioni: come Bitcoin ne influenza il prezzo

Le azioni MicroStrategy (MSTR) sono diventate un caso unico nel mercato, strettamente legate all’andamento di Bitcoin. Ma quanto è sostenibile questa strategia?

Siamo nel pieno del bull market. Le candele verdi dominano sui grafici e il P&L degli investitori cresce costantemente. Ma mentre molti si godono questa fase euforica, altri iniziano a interrogarsi su quale potrebbe essere il prossimo black swan event o “cigno nero” del mondo crypto, l’evento capace di far tremare l’intero ecosistema. D’altronde, dopo i crolli causati dal collasso dell’ecosistema Terra (LUNA) e di FTX che hanno sancito la fine dello scorso bull market, la prudenza è d’obbligo.

Questa volta, secondo alcuni utenti su X (ex Twitter), “l’elefante nella stanza” sarebbe MicroStrategy, l’azienda fondata da Michael Saylor, nonché il più grande holder di Bitcoin al mondo. La domanda che molti crypto enthusiast si pongono oggi è semplice:  MicroStrategy e le sue azioni, strettamente legate al valore di BTC, possono causare un crollo senza precedenti?

Le azioni di MicroStrategy e il suo modello di Business

Michael Saylor ha trasformato MicroStrategy in una sorta di proxy di Bitcoin. Negli ultimi anni, l’azienda ha accumulato una quantità enorme di BTC (attualmente 402.000 per un controvalore monetario di 38,3 miliardi di dollari) finanziando gli acquisti attraverso un modello innovativo ma complesso: l’emissione di obbligazioni convertibili.

In breve, queste obbligazioni (dal rendimento praticamente nullo) permettono agli investitori di scegliere, alla scadenza, se convertire il loro credito in azioni MicroStrategy o recuperare il denaro che hanno prestato all’azienda. La conversione può avvenire se le azioni MSTR raggiungono un prezzo stabilito, ma sono gli investitori ad avere l’ultima parola. Se essi ritengono che le azioni abbiano ancora un margine di rialzo, possono tenerle. In caso contrario, le possono vendere.

Vi potreste star chiedendo: allora perché non comprano direttamente le azioni MSTR detenendole per cinque anni? Beh perché l’acquisto e la detenzione di azioni comporta comunque la possibilità di perdere denaro, nel caso in cui il loro prezzo scenda, mentre l’investimento in obbligazioni convertibili no, poiché si può scegliere di non riscattarle.

I risultati principali

Affrontando il funzionamento del modello di business dell’azienda si può facilmente comprendere che le obbligazioni convertibili in azioni di MicroStrategy hanno il principale scopo di raccogliere capitale da reinvestire in Bitcoin. Questa strategia, che è stata portata avanti dall’azienda da diversi anni, ha reso il prezzo delle azioni di MicroStrategy strettamente legato a quello di Bitcoin. Nell’ultimo anno, il titolo MSTR ha registrato una crescita da tre a cinque volte superiore rispetto a BTC.

Per questo motivo investire in questi titoli è diventato un po’ come aprire una posizione su Bitcoin utilizzando la leva finanziaria, dato che, almeno nell’ultimo periodo, quando BTC cresce del 10% MSTR può crescere dal 30% al 50%.

Ad oggi MicroStrategy possiede circa 36 miliardi di dollari in Bitcoin, ma il valore di mercato delle sue azioni è di ben 83 miliardi, oltre 2,3 volte superiore alle riserve detenute. Inoltre, l’azienda ha di recente approvato un piano di acquisti per un valore totale di 42 miliardi di dollari nei prossimi tre anni (12 dei quali sono già stati allocati su Bitcoin), sempre attraverso l’utilizzo delle obbligazioni convertibili.

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Perché questo modello potrebbe crollare?

Nonostante i risultati straordinari, il modello di MicroStrategy presenta alcune vulnerabilità soprattutto in scenari di mercato ribassisti. E non è, quindi, il caso di sottostimare il possibile pericolo ad esse connesso. Un atteggiamento simile ha portato, in passato, a gravissimi crolli che hanno minato per diverso tempo la salute del settore. Ecco quali sono gli avvenimenti che potrebbero causare in crollo del modello che MicroStrategy ha costruito attorno alle sue azioni.

  1. Aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse: un aumento dell’inflazione spingerebbe le banche centrali ad alzare i tassi di interesse, rendendo, in generale, il denaro più costoso. Per MicroStrategy, questo significherebbe maggiore difficoltà a reperire liquidità per onorare gli obblighi finanziari legati alle obbligazioni convertibili;
  2. Calo del prezzo di Bitcoin: essendo il valore delle azioni MicroStrategy strettamente legato a BTC, un crollo del prezzo della crypto si rifletterebbe su quello delle azioni. Ad esempio, una perdita del 10% di Bitcoin potrebbe comportare un crollo del 30%-50% per MSTR. Questo effetto potrebbe spaventare ulteriormente gli investitori, innescando una spirale di vendite.
  3. Obblighi finanziari insostenibili: se, magari a causa dei quanto anticipato nei punti precedenti, il prezzo delle azioni non raggiungesse i target fissati, MicroStrategy sarebbe costretta a rimborsare, in denaro, la maggior parte degli obbligazionisti. Si parla di un’esposizione potenziale di 45 miliardi di dollari, una cifra che l’azienda potrebbe recuperare soltanto vendendo parte dei Bitcoin che possiede.
  4. Vendita forzata di Bitcoin: se lo scenario presentato al punto 3 dovesse verificarsi, MicroStrategy potrebbe essere obbligata a liquidare le sue riserve di Bitcoin, anche in perdita. Questa mossa potrebbe avere ripercussioni devastanti sul mercato crypto, dato che farebbe crollare ulteriormente il prezzo di BTC, e quindi anche le azioni MSTR, alimentando un apocalittico circolo vizioso.
  5. Rischio sistemico per il mercato crypto: infine va precisato che MicroStrategy possiede circa l’1,84% di tutti i Bitcoin esistenti. Se l’azienda crollasse, il mercato crypto subirebbe un duro colpo, con conseguenze potenzialmente disastrose per il valore e la stabilità di Bitcoin.

Uno scenario apocalittico?

Se tutte queste condizioni si verificassero contemporaneamente, il crollo di MicroStrategy potrebbe scatenare un effetto domino sull’intero ecosistema crypto. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di uno scenario estremo e poco probabile. Più realistico è immaginare una situazione intermedia, in cui il prezzo delle azioni MicroStrategy subisce un forte calo senza che l’azienda sia costretta a vendere le sue riserve di Bitcoin.Inoltre, nonostante l’azienda capitanata da Michael Saylor sia, ormai, un colosso, Bitcoin è diventato una asset estremamente solido.

Guarda il grafico di Bitcoin

Perciò, sebbene un crollo di MicroStrategy abbia le carte in regola per minare per diverso tempo la stabilità e il valore di Bitcoin e dell’intero mercato crypto, non sembra essere in grado di provocare un crollo catastrofico. Insomma, MicroStrategy non è (e non sarà) il Single Point of Failure di Bitcoin. Il valore di Bitcoin, invece, nel caso in cui crolli drasticamente nel prossimo bear market, potrebbe essere il Single Point of Failure di MicroStrategy.