Magyar sorpassa Orbàn: l’Ungheria verso un cambio di rotta?

Magyar sorpassa Orbàn: l’Ungheria verso un cambio di rotta

Péter Magyar, leader del partito di opposizione Tisza, sorpassa il capo del governo Viktor Orbàn nei sondaggi: sfida aperta per la guida dell’Ungheria?

Secondo un recente sondaggio, Péter Magyar, a capo del principale partito di opposizione ungherese, avrebbe ricevuto circa il 9% delle preferenze in più rispetto a Viktor Orbàn, leader di Fidesz, partito che governa l’Ungheria dal 2010. La notizia è clamorosa perché erano quasi vent’anni che Orbàn dominava incontrastato le classifiche. Cosa è successo? Si apre la sfida per la conquista della leadership?

Viktor Orbàn e Fidesz: quindici anni di dominio politico

Laureato in giurisprudenza, Viktor Orbàn si affaccia al mondo della politica da giovane, nel contesto storico delle rivoluzioni del 1989. Entra in parlamento nel 1990 e nel 1998 vince le elezioni col suo partito Fidesz, diventando primo ministro del governo ungherese fino al 2004. Dopo sei anni all’opposizione, Orbàn vince nuovamente le elezioni e dal 2010 è il dominus incontrastato della politica ungherese.

Definito spesso come un leader autoritario, populista e filoputiniano, Viktor Orbàn è un uomo politico di estrema destra: è stato spesso criticato per aver limitato notevolmente i diritti universali dell’uomo, tra cui le libertà individuali – come il recente ban al gay pride di Budapest, la libertà di espressione e di stampa, e per aver portato l’Ungheria verso una forma di stato autoritario.  

Le prime fratture interne

Febbraio 2024, si dimette Katalin Novàk, Presidente della Repubblica ungherese in quota Fidesz, il partito di Orbàn. Il motivo? Aver concesso la grazia ad uomo condannato per complicità in un caso di abusi sessuali su minori. Con lei anche Judit Varga, Ministra della Giustizia eletta sempre con Fidesz, colpevole di aver firmato la grazia concessa. Qualche settimana dopo, il marito della Ministra Varga rilascia delle registrazioni in cui la stessa confessa che alcuni membri del governo Orbàn avevano falsificato delle prove giudiziarie per insabbiare il loro coinvolgimento in un grosso giro di corruzione. E chi è il marito della Ministra Varga? Proprio lui, Péter Magyar.

Péter Magyar: per distruggere il sistema, devi conoscerlo dall’interno

Le registrazioni, secondo Magyar, sono la prova che dimostra che il regime di Orbán è profondamente corrotto. “Non permetteremo che il più grande scandalo politico e giudiziario degli ultimi trent’anni venga insabbiato” – ha dichiarato. Da quel Febbraio, Péter Magyar ha un solo obiettivo in testa: fare opposizione al governo del “capo di stato mafioso Viktor Orbán”. La cosa più curiosa? Magyar è stato membro di Fidesz, il partito di Orbàn, dal 2002 al 2024.

Magyar prende seriamente a cuore la causa: fa attivismo, convoca manifestazioni per denunciare la “mafia” che controlla il potere ungherese e finalmente si candida per le elezioni europee del 2024 col partito di opposizione Tisza.

Le elezioni europee e la svolta 

In soli quattro mesi, l’ingresso di Magyar in Tisza permette al partito di conquistare più del 30% dei voti. Il dato politico è chiaro: dopo quasi vent’anni, la ferrea e incontrastata leadership di Viktor Orbàn è seriamente in difficoltà, un nuovo player è entrato nella scena e non sembra disposto a mollare. Nell’arco dell’ultimo anno, Péter Magyar ha continuato a lottare al grido di “Non abbiamo paura!” e “Orbàn dimettiti!”, perchè “la stragrande maggioranza del popolo ungherese è stanca dell’élite al potere, dell’odio, della propaganda e delle divisioni”.

Ma la breaking news proviene da un recente sondaggio dove si evince che Tisza è al 46% delle preferenze contro il 37% di Fidesz, ma soprattutto che il 56% degli ungheresi vorrebbe un cambio di governo

Purtroppo nessuno ha la sfera di cristallo: i dati dei sondaggi sono sempre indicativi ma non garantiscono alcuna certezza, soprattutto a causa del fatto che le prossime elezioni sono programmate per il 2026. Nel frattempo non resta altro che osservare da lontano e sperare che il popolo ungherese riesca ad esprimere democraticamente la propria scelta politica. 

Kit di sopravvivenza UE per 72 ore: cosa contiene e perché fa discutere?

Kit sopravvivenza guerra Europa: il piano UE per le emergenze

La Commissione UE propone un kit di sopravvivenza per 72 ore in caso di guerra o emergenze. Cosa contiene e perché ha generato dibattito?

La Commissione Europea ha lanciato una nuova strategia per preparare i cittadini alle emergenze gravi, tra cui guerre, catastrofi naturali e attacchi informatici. Al centro del dibattito, il kit di sopravvivenza da 72 ore, che ogni Stato membro dovrà promuovere e adattare a livello nazionale.

Cosa include il kit di sopravvivenza e come funziona? Questo strumento rientra nel piano “Unione per la preparazione alle emergenze“, che prevede cooperazione civile-militare, linee guida per la popolazione e meccanismi di risposta coordinata, da attuare entro il 2027.

Cosa contiene il Kit sopravvivenza europeo?

In un video sui social media, la commissaria europea Hadja Lahbib ha presentato il contenuto del kit con tono leggero, sottolineando la sua importanza per le prime 72 ore di crisi.

Perché proprio settantadue ore? Secondo le ricerche dell’Unione Europea si tratta dell’orizzonte temporale più critico per i cittadini, soprattutto perché sono più alte le probabilità che essi debbano far fronte ai loro bisogni primari in autonomia

Ecco cosa contiene il kit di sopravvivenza europeo:

  • Documenti di identità contenuti in una confezione impermeabile;
  • Acqua potabile;
  • Torcia e accendino;
  • Coltellino svizzero.
  • Medicinali essenziali.
  • Cibo in scatola e barrette.
  • Contanti.
  • Power bank e caricabatterie.
  • Mazzo di carte.
  • Occhiali o lenti a contatto.

Un’Europa più pronta… o un’iniziativa ridicola?

L’introduzione del kit di sopravvivenza per la guerra in Europa ha generato reazioni contrastanti. Da un lato i vertici europei, come la vice presidente Roxana Minzatu, ne evidenziano la necessità di “una nuova mentalità orientata alla preparazione”. 

C’è però anche chi critica l’approccio, accusando Bruxelles di minimizzare la gravità di scenari come la guerra in Ucraina. Secondo alcuni parlamentari europei, il video ha un tono “troppo scherzoso” e rischia di trasformare una questione alquanto seria come la sicurezza dei cittadini in uno sketch da social media.

Altri, infine, ironizzano sull’efficacia del kit, definendolo una “borsa dell’apocalisse in stile Mary Poppins”, piena di gadget da campeggio. In contrapposizione a misure che, secondo loro, potrebbero davvero essere efficaci nel caso in cui dovesse esplodere un conflitto globale: ad esempio rifugi antiatomici o un potenziamento delle infrastrutture sanitarie.

Una strategia in 63 punti (e tanta strada da fare)

Il piano UE per la preparazione alle crisi deve essere sviluppato entro il 2027 ed è composto da sessantatre punti. Alcuni checkpoint o tappe intermedie, in cui controllare che tutto proceda per il verso giusto, sono già state identificate per i prossimi mesi del 2025 e per il 2026. Oltre ai kit sopravvivenza guerra Europa da 72 ore, il piano prevede:

  • Una strategia di stoccaggio europeo per forniture essenziali
  • Contromisure mediche comuni
  • Esercitazioni UE coordinate con la NATO
  • La creazione di uno Scudo Spaziale europeo entro il 2027

Diversi Paesi, come Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno già adottato linee guida per la popolazione civile. In Svezia, per esempio, il governo raccomanda anche di mantenere (o, nel caso, instaurare) buoni rapporti con i vicini, poiché in caso di emergenza “potrebbero tornare utili”.

Prevenzione o propaganda?

L’idea di un kit sopravvivenza guerra Europa ha senz’altro un valore simbolico, che forse supera quello pratico. La domanda principali che ci poniamo è la seguente: si tratta di un primo passo di piano di preparazione più ampio e potenzialmente efficace in caso di guerre o catastrofi o di una manovra comunicativa per mascherare i ritardi e l’impreparazione dell’Unione in materia di difesa e protezione civile?


Per ora sappiamo solo che nel 2026 arriveranno le linee guida ufficiali per i kit sopravvivenza guerra Europa. Sicuramente non saranno sufficienti power bank, barrette proteiche, accendini e un mazzo di carte per affrontare la prossima grande crisi. Nel dubbio potrebbe essere il caso di fare scorta di un po’ di oro e di Bitcoin?



GameStop investirà in Bitcoin: come si è mosso il prezzo delle azioni?

Le azioni di GameStop cresceranno dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin

Il prezzo delle azioni GameStop si muoverà a rialzo dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin. L’azienda vuole seguire le orme di MicroStrategy

A Wall Street si è tornato a parlare delle azioni di GameStop (GME) e questa volta è merito di Bitcoin e non dei pump & dump di quella che molti considerano una meme stock. Il celebre rivenditore di videogiochi ha annunciato di voler seguire le orme di MicroStrategy e quindi investire parte delle sue riserve di liquidità in Bitcoin. 

L’annuncio arriva in un momento complicato per l’azienda, che ha appena registrato un calo del 28% per quanto riguarda i ricavi trimestrali, scesi a 1,28 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante ciò, gli investitori sembrano entusiasti della nuova decisione strategica, il cui annuncio presuppone una crescita a rialzo delle azioni di GameStop. Martedì il prezzo di GME ha chiuso a 25,5$, mentre ieri ha raggiunto il livello dei 30$ per poi crollare a 24,8$ nelle ultime ore.

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GameStop e Bitcoin: è arrivata la conferma!

Già a febbraio 2025 alcune indiscrezioni avevano provocato un rialzo delle azioni di GameStop del 10%, dopo che CNBC aveva riportato che l’azienda che si occupa di vendite retail di videogiochi fisici e gadget stava valutando l’ingresso nel mondo delle criptovalute. Il motivo? Un’ingente quantità di denaro “liquido” a disposizione e la volontà di seguire esempi virtuosi come MicroStrategy e Tesla, oltre che una crisi strutturale che dura da diversi anni.

Circa un mese dopo è arrivata la conferma ufficiale! Il consiglio di amministrazione ha deciso, accettando all’unanimità una proposta che prevede la possibilità di investire in Bitcoin. Attenzione, si tratta di una possibilità e i piani operativi degli investimenti devono essere ancora annunciati, mentre è già stato inviato alla Security and Exchange Commission (SEC) il form 10-K.

Ad oggi la società ha immesso sul mercato delle obbligazioni convertibili per un controvalore di $1.3 miliardi di dollari per l’acquisto di Bitcoin, oltre a $200 milioni in liquidità per gli investitori interessanti entro i primi 13 giorni dalla vendita.

Il CEO Ryan Cohen aveva lasciato intuire questa mossa già a inizio febbraio. In che modo? Attraverso la pubblicazione su X (ex Twitter) di una foto insieme a Michael Saylor, cofondatore di MicroStrategy, una delle aziende quotate che detiene più Bitcoin a livello globale.

Come hanno reagito le azioni di GameStop

Analizzando i grafici ci si accorge che la notizia ha inizialmente influito positivamente sul prezzo delle azioni di GameStop. Come anticipato nell’intro, il titolo ha aperto la sessione di ieri (mercoledì 26 marzo) a circa 30$, mentre ora si attesta sul livello dei 24,8$.

Analizzando, invece, l’accaduto in termini più generali, possiamo affermare che la strategia dell’azienda riflette una visione che ultimamente condividono molti investitori istituzionali: le aziende che possiedono una quantità di Bitcoin a bilancio sono viste (non sta a noi giudicare se legittimamente o meno) come alternative “indirette” al mondo crypto

Sicuramente, però, non è un caso che la decisione ufficiale arrivi poche settimane dopo che Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha firmato un ordine esecutivo per creare una riserva strategica di criptovalute, utilizzando quelle già in possesso del governo.

Azioni GameStop: mai più meme stock?

L’investimento in Bitcoin rappresenta un nuovo capitolo nella storia di GameStop e delle sue azioni che dal 2021 sono diventate il simbolo più noto del fenomeno delle meme stock

Quanto abbiamo anticipato ti incuriosisce? Trovi la storia completa delle azioni di GameStop in questo articolo.

Quello che possiamo anticiparti è che il rally epico che ha interessato GME, partito dall’app Robinhood e alimentato da una community Reddit di investitori, ha provocato una crescita del prezzo del titolo di oltre 2.200% negli ultimi cinque anni. Tuttavia, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per le azioni GameStop che hanno perso, ad oggi, circa il 19%.

In conclusione qual è lo status quo di GameStop e delle sue azioni e come si colloca la sua volontà di acquistare Bitcoin? Oggi l’azienda si trova in una fase di transizione: le vendite di giochi fisici sono in calo e il settore videoludico si sposta sempre più verso il digitale. L’investimento in BTC potrebbe essere una leva per restare rilevanti nel nuovo contesto tecnologico e finanziario.

Le nuove stablecoin di Fidelity e Donald Trump

Le stablecoin di Fidelity e della famiglia Trump

Fidelity Investments e World Liberty Financial, il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dalla famiglia Trump, hanno annunciato il lancio di due nuove stablecoin.

Due importanti news riguardanti le stablecoin hanno attirato l’attenzione del mercato crypto nelle ultime ore. La prima è connessa a Fidelity Investments, uno dei fondi di investimento più importanti d’America nonché emittente degli ETF spot su Bitcoin. 

La seconda stablecoin, invece, si chiama USD1, ed è promossa da World Liberty Financial (WLFI), il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Scopri di più sulle nuove due stablecoin del mercato crypto!

Fidelity Investments si prepara al lancio di una stablecoin

Fidelity Investments, uno dei principali gestori di asset a livello globale, è in procinto di lanciare la sua stablecoin, che dovrebbe arrivare entro la fine di maggio 2025. Il fondo di investimento di Boston vuole creare la sua versione di contante digitale, dopo aver esplorato per la prima volta il settore crypto con il lancio dei suoi ETF spot su Bitcoin e Ethereum avvenuto nel 2024.

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Il lancio della stablecoin rientra all’interno della recente proposta di Fidelity alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti di introdurre una versione tokenizzata del suo fondo Treasury Digital Fund, composto da liquidità e treasury USA (titoli di stato), attualmente disponibile soltanto per investitori istituzionali e hedge fund

Questa iniziativa è probabilmente stata facilitata dall’elezione di Donald Trump, un evento che ha segnato una svolta rispetto all’amministrazione precedente per quanto riguarda il settore crypto. Il tycoon ha promosso politiche favorevoli alle criptovalute e sostenuto la crescita delle stablecoin fin dalle prime battute della sua campagna elettorale.

World Liberty Financial introduce USD1

Per dimostrare quanto abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, ovvero dell’appoggio alle stablecoin da parte di Donald Trump, vi presentiamo le ultime news riguardanti World Liberty Financial. Il progetto DeFi della famiglia Trump ha annunciato il lancio di una stablecoin denominata USD1

Anche questa stablecoin, come il fondo che Fidelity intende portare su blockchain grazie alla “magia” della tokenizzazione, sarà completamente supportata da titoli del Tesoro statunitensi, liquidità o asset equivalenti. Non si sa ancora molto su USD1 a parte le blockchain sulle quali sarà, almeno inizialmente, disponibile: Ethereum e la blockchain EVM compatibile creata da Binance, la Binance Smart Chain.

In conclusione le ultime news dal mondo crypto ci dicono che Fidelity Investments ha deciso di lanciare la sua stablecoin per prepararsi al lancio pubblico del suo Treasury Digital Fund. Questo prodotto che sicuramente rientra nella categoria dei Real World Asset (RWA) ha le carte in regola per accrescere notevolmente l’adozione del mondo crypto. 

D’altra parte, il presidente Donald Trump sta da tempo manifestando un crescente interesse per le criptovalute, promuovendo iniziative volte a posizionare gli Stati Uniti come leader nel settore. La creazione di World Liberty Financial e il lancio di USD1 sono esempi concreti di questo impegno.



Fuori Tesla, dentro Bitcoin: Standard Chartered rivoluziona l’indice Mag 7

Standard Chartered sostituisce le azioni Tesla con Bitcoin

Standard Chartered rimpiazza Tesla con Bitcoin nel suo indice Mag 7B: rendimento più alto e volatilità più bassa. Scopri come la crypto è entrata nell’olimpo degli asset?

Il colosso bancario Standard Chartered ha pubblicato un nuovo report in cui propone una variante del celebre paniere delle “Magnifiche 7”, le sette big tech che guidano il mercato azionario globale. In questa nuova versione, chiamata Mag 7B, le azioni Tesla sono state sostituite da Bitcoin.

L’obiettivo? Verificare se la criptovaluta può essere considerata un’alternativa valida – se non migliore – rispetto a una delle aziende più iconiche del settore tecnologico. In parte i risultati sono già chiari: più rendimenti e meno volatilità, Tesla sembra non riuscire dalla profonda crisi che l’ha colpita dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

Azioni Tesla e Bitcoin: cos’è l’indice Mag 7B e l’information ratio

Sostituendo Bitcoin alle azioni Tesla nell’indice Mag 7, che replica il comportamento dei migliori asset tecnologici globali, viene fuori il Mag 7B. No, non ci siamo inventati noi questo esperimento, bensì è opera di Standard Chartered, una delle banche più importanti del Regno Unito. La cosa più interessante è che Geoffrey Kendrick, Head of Digital Assets Research dell’istituto di credito, ha dichiarato che questa nuova composizione avrebbe generato rendimenti superiori di circa il 5% dal 2017 a oggi, riducendo al contempo la volatilità media annua di quasi il 2%

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Il risultato di quanto affermato da Kendrick risulta particolarmente visibile se si analizza l’information ratio. Questo indicatore mette in evidenza il rapporto tra extra rendimento rispetto al benchmark di mercato e la tracking error volatility (volatilità dei rendimenti differenziali del portafoglio rispetto ad un indice di riferimento). Senza entrare troppo nel tecnico possiamo dire che è utile per valutare le performance di un determinato asset mettendole in relazione con il rischio ad esso associato.

Il risultato della sostituzione delle azioni Tesla con Bitcoin all’interno dell’indice Mag 7? Un information ratio più elevato (e quindi performance migliori): 1,13 contro 1,04. La scelta di inserire Bitcoin al posto delle azioni Tesla nasce da un’osservazione precisa: secondo Kendrick, BTC si comporta sempre più come un titolo tech che come una riserva di valore, di conseguenza è più correlato al Nasdaq 100, un indice che traccia l’andamento delle 100 aziende tecnologiche americane più capitalizzate, che all’oro. 

In ogni caso i dati ci dicono che da gennaio 2025, ovvero da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca,  le performance di prezzo di BTC sono più simili a quelle di Nvidia, mentre quelle di Tesla appaiono più vicine a quelle di Ethereum, almeno in termini di volatilità.

Bitcoin nei portafogli istituzionali diventerà la normalità?

L’inclusione di Bitcoin a discapito delle azioni Tesla nell’indice Mag 7B non è solo un esperimento accademico. Riflette un cambiamento più ampio nel mondo degli investimenti: sempre più fondi, anche sovrani, stanno valutando di esporsi direttamente a BTC, come ribadisce anche Larry Fink, il CEO di BlackRock, da due anni a questa parte. E con il lancio dell’ETF Bitcoin di BlackRock anche in Europa (notizia di oggi), la possibilità che gli investitori istituzionali allochino capitali su BTC è diventata ancora più concreta. Inoltre, l’Europa è un continente di ricchi risparmiatori i quali potrebbero scegliere di esporsi ad un asset nuovo ma decisamente solido.

In sintesi l’analisi di Kendrick va oltre il rendimento: la minore volatilità che si potrebbe ottenere sostituendo le azioni Tesla con Bitcoin suggerisce che l’asset crypto può persino ribilanciare il rischio complessivo di un portafoglio tech. Il messaggio è chiaro: Bitcoin non è più un outsider, ma può essere considerato un componente a tutti gli effetti all’interno dei portafogli orientati all’innovazione.

Sbarca in Europa l’ETF Bitcoin di BlackRock: è il più economico sul mercato?

L’ETF Bitcoin di BlackRock sbarca in Europa

BlackRock lancia il suo ETF Bitcoin anche in Europa, con commissioni tra le più basse del mercato. Scopri come funziona l’ETF Spot già quotato su Euronext.

L’ETF su Bitcoin di BlackRock è finalmente disponibile anche per gli investitori europei. Dopo il clamoroso successo negli Stati Uniti nell’ultimo anno, il colosso finanziario americano ha deciso di espandere la propria offerta nel vecchio continente, lanciando il proprio prodotto su Euronext Amsterdam.

Si tratta di un ETF Spot, proprio come quello lanciato in America a gennaio 2024: questo significa che detiene come sottostante direttamente e fisicamente Bitcoin e non solo strumenti derivati. Ma a colpire è soprattutto un aspetto: le commissioni, tra le più basse del settore. Scopri tutto sull’ETF su Bitcoin lanciato in Europa da BlackRock.

ETF Bitcoin BlackRock: le caratteristiche principali

Il nuovo ETF Bitcoin di BlackRock sarà accessibile sia in dollari americani (USD) su Euronext Amsterdam, il più grande mercato azionario paneuropeo e una dei principali exchange al mondo per quanto riguarda i prodotti derivati, sia in Euro (EUR) tramite Nyse Euronext Paris e Cetra. L’ISIN di questo strumento finanziario, il codice internazionale che lo identifica in modo univoco è XS2940466316.

Il prodotto verrà gestito da iShares, il brand ETF di BlackRock, e prevede il seguente TER (Total Expense Ratio), ovvero la quota delle spese di esercizio o l’ammontare dei costi annuali applicabili:

  • 0,15% per il primo anno;
  • 0,25% dal secondo anno in poi.

Questi costi rendono l’ETF di Blackrock estremamente competitivo, anche rispetto ad altri ETP o ETN europei già presenti sul mercato e scambiabili. Secondo Rachel Aguirre, responsabile dei prodotti iShares in America, l’arrivo dell’ETF Bitcoin in Europa è una risposta alla crescente domanda di accesso regolamentato agli asset digitali. Le parole della responsabile, riportate da Bloomberg, confermano l’intento di BlackRock di consolidare la propria leadership anche fuori dagli Stati Uniti. C’è da dire che già a febbraio 2025 circolavano indiscrezioni sul lancio europeo di questo prodotto, ma l’azienda non aveva confermato ufficialmente la notizia fino ad oggi.

Quale sarà l’impatto sul mercato europeo?

Sebbene l’Europa abbia già visto nascere diversi prodotti basati su Bitcoin, la credibilità e la rete di clienti istituzionali di BlackRock potrebbero fare la differenza. Soprattutto alla luce del volume di trading generato dagli strumenti finanziari equivalenti negli Stati Uniti. 

Dal loro lancio ad oggi solo i prodotti emessi da BlackRock stessa hanno registrato 39 miliardi di dollari di inflow e detengono circa 50 miliardi di Bitcoin in controvalore. Il mercato europeo degli ETF, tuttavia, è molto più piccolo rispetto a quello americano, e difficilmente si raggiungeranno volumi simili nel breve termine. 

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Cosa cambia per chi investe in Europa?

Il lancio europeo degli ETF su Bitcoin arriva in un momento strategico. Negli ultimi giorni gli strumenti finanziari americani stanno registrando nuovamente afflussi di capitale, dopo un periodo, durato circa 1 mese, dominato da forti outflow. Quello di BlackRock, in particolare, ha chiuso sei sessioni consecutive in positivo, segnalando un rinnovato interesse da parte degli investitori.

Con la quotazione su Euronext, l’ETF Bitcoin BlackRock sarà accessibile a un numero crescente di investitori europei. La semplicità di accesso, la reputazione dell’emittente, che è il più importante fondo di investimento al mondo con in gestione 11 trilioni di dollari e i costi di gestione contenuti potrebbero rendere questo prodotto il punto di riferimento per chi vuole esporsi a Bitcoin attraverso strumenti regolamentati.

È, però, importante ricordare che questi strumenti finanziari sono utili solo nel caso in cui un investitore voglia esporsi alla volatilità di Bitcoin. Infatti, investendo in Bitcoin attraverso un prodotto finanziario regolamentato, come un ETF, ETP o ETC, non è possibile spostare i propri Bitcoin in un wallet self-custody (o non custodial), a differenza di quando lo si acquista direttamente e fisicamente attraverso un exchange di criptovalute regolamentati come Young Platform.

Young Platform e Okipo rinnovano la partnership per offrire il servizio di dichiarazione fiscale crypto più completo e conveniente sul mercato

report fiscale okipo

Torino, 21/03/2025 – Young Platform, la principale piattaforma italiana per l’acquisto e la gestione di criptovalute, annuncia il rinnovo della partnership strategica con Okipo, la soluzione leader in Italia per la fiscalità crypto. L’obiettivo è offrire agli utenti un servizio di dichiarazione dei redditi crypto sempre più accessibile, automatico e completo, a un prezzo competitivo.

La normativa fiscale in Italia

Negli ultimi anni, il quadro normativo italiano sulle criptovalute è cambiato radicalmente. Dal 2016 a oggi, le regole fiscali sono state modificate tre volte, con innumerevoli chiarimenti, aggiunte e correzioni, rendendo sempre più complessa la gestione della dichiarazione.

Per chi deve compilare la dichiarazione dei redditi 2025 o mettersi in regola tramite ravvedimento operoso, sia perché non ha mai dichiarato le proprie crypto, sia perché lo ha fatto solo in parte o erroneamente, il processo può risultare particolarmente complicato. Dichiarare correttamente le proprie criptovalute tenendo conto di tutti questi fattori è essenziale per evitare sanzioni e garantire la conformità fiscale.

Un servizio per tutti gli investitori in criptovalute

Grazie alla collaborazione tra Young Platform e Okipo, chiunque può accedere a strumenti avanzati per la gestione delle tasse crypto, con soluzioni su misura in base alle proprie esigenze. L’offerta non è riservata solo agli utenti di Young Platform: basta creare un account sulla piattaforma per usufruire dei servizi agevolati di Young Platform e Okipo, ottenendo così il massimo risparmio sulla dichiarazione delle criptovalute.

Un servizio fiscale per ogni esigenza

La rinnovata partnership consente di scegliere tra due opzioni per la dichiarazione delle criptovalute:

  • Report Fiscale Young Platform: pensato per chi ha operato esclusivamente su Young Platform, offre un calcolo automatico delle plusvalenze e la compilazione precompilata dei moduli fiscali (Quadri RW, RT, W e T), semplificando l’intero processo dichiarativo. A partire da €19,99 ed include tutti gli anni fiscali.
  • Report Fiscale Young-Okipo: ideale per chi utilizza più exchange, wallet esterni, piattaforme DeFi o possiede NFT. Questo report aggrega automaticamente tutte le transazioni, consentendo di dichiarare le proprie crypto in modo accurato e senza errori. A partire da €79  ed include tutti gli anni fiscali. 

Entrambe le soluzioni sono disponibili nella sezione “Tasse & Report” di Young Platform.

Dichiarazione crypto senza pensieri e al miglior prezzo

Uno dei principali vantaggi della partnership è la possibilità di ottenere il report fiscale più competitivo sul mercato:

  • Pagamento unico per tutti gli anni fiscali: a differenza della maggioranza dei servizi, Young Platform e Okipo consentono di dichiarare più anni senza costi aggiuntivi.
  • Prezzi scontati: i prezzi di entrambi i report risultano ultra competivi rispetto ai prezzi standard di mercato che si aggirano intorno a €300 per ogni anno fiscale.
  • Tracking degli investimenti: connessione automatica a exchange e wallet per monitorare i propri asset.
  • Compilazione automatica dei modelli fiscali: Quadri RW, W, RT e T precompilati, riducendo il rischio di errori.
  • Calcolo delle imposte sulle plusvalenze: calcoli precisi per evitare sanzioni.
  • Supporto personalizzato: supporto da commercialisti esperti in fiscalità crypto per risolvere dubbi e ottimizzare la tassazione.

Club di Young Platform 

Inoltre, chi è iscritto a un Club Young Platform può abbattere ulteriormente il costo del report. Ad esempio:

  • Il Report Fiscale Young Platform può costare €3,99€ per i membri del Club Platinum.
  • Il Report Fiscale Young-Okipo è accessibile a soli €44 per i membri del Club Platinum.

Grazie a queste agevolazioni, gli utenti possono regolarizzare la propria posizione fiscale con un investimento minimo, ottenendo un servizio di qualità al miglior prezzo sul mercato.

Un impegno comune per la semplificazione fiscale

La tassazione delle criptovalute è un tema sempre più rilevante in Italia, e il nostro obiettivo è renderla semplice e accessibile a tutti” – afferma Andrea Ferrero, CEO di Young Platform. “Grazie a questa partnership con Okipo, offriamo una soluzione completa che elimina la complessità burocratica e garantisce la conformità fiscale al miglior prezzo sul mercato.”

Anche Simone Notaristefano, CEO di Okipo, sottolinea l’importanza di questa collaborazione: “Automatizzare la fiscalità crypto significa ridurre i rischi per gli investitori e semplificare un processo che spesso può risultare complicato. Con Young Platform, vogliamo fornire uno strumento efficace e affidabile per dichiarare correttamente le proprie criptovalute sempre aggiornato rispetto alla normativa italiana.”

Grazie al rinnovo della partnership tra Young Platform e Okipo, la dichiarazione delle criptovalute non è mai stata così semplice, veloce e conveniente.Per maggiori informazioni, visita la sezione “Tasse Crypto” del Blog di Young Platform.

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Una nuova era sui mercati finanziari? Trump, geopolitica e strumenti finanziari

I mercati finanziari stanno cambiando?

La salita al potere di Donald Trump e la situazione geopolitica sembrano poter dar vita ad una nuova era per i mercati finanziari. Cosa succederà?

Probabilmente te ne sarai accorto, lo scenario macroeconomico così come i mercati, stanno cambiando. O almeno questa è la sensazione dall’inizio del 2025 ad oggi.

Cambiamenti di questa portata sono rari: un esperto o un appassionato di finanza può viverne consapevolmente solo una manciata nel corso della sua vita. Come sempre, non abbiamo la sfera di cristallo, quindi ciò che percepiamo potrebbe essere un falso segnale. Tuttavia, chi ha un minimo di esperienza in questo campo sa che non si può mai sottovalutare la situazione.

Vediamo come stanno cambiando i mercati ma, soprattutto, cosa è necessario fare per adeguarsi.

Cosa è cambiato con Donald Trump e perché i mercati stanno faticando?

L’inflazione e l’assenza di una riduzione significativa dei tassi d’interesse possono spiegare il periodo che stiamo vivendo? Il nuovo presidente degli Stati Uniti è l’unico responsabile di questo cambiamento o lo sta solo accelerando?

Nel 2022, Zoltan Pozsar, uno degli economisti più influenti al mondo, ha delineato i momenti cruciali dell’ultimo secolo dal punto di vista monetario. Secondo lui, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina è stato uno di questi eventi: “Il denaro non sarà mai più lo stesso”, affermava.

Più di due anni dopo, le sue dichiarazioni risultano attuali, anche a causa di Donald Trump, che sta facendo perdere terreno al dollaro nel tentativo di riequilibrare il commercio globale a favore della produzione manifatturiera.

Come affrontare questi cambiamenti?

Il mondo sta diventando più fragile, il tuo portafoglio non deve esserlo. Nessun investitore, a meno che non sia anche un trader, dovrebbe reagire istintivamente a un evento. Quando si pianifica una strategia, è fondamentale valutare il proprio profilo di rischio. Se, ad esempio, si decide di esporsi esclusivamente al mercato azionario e al Bitcoin, bisogna essere consapevoli che la volatilità del portafoglio potrebbe aumentare drasticamente in determinati momenti.

Inoltre, è essenziale proteggersi sia dall’inflazione che dalla deflazione. Le obbligazioni, per esempio, hanno spesso registrato buone performance nei periodi deflazionistici, mentre asset come l’oro o Bitcoin possono preservare il capitale in fasi di inflazione elevata, quando sia le obbligazioni che le azioni tendono a sottoperformare.

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In ogni caso a prescindere dagli eventi una strategia bene impostata non dovrebbe mutare eccessivamente. D’altronde investire significa ragionare per probabilità, ma anche se alcuni scenari sono più probabili di altri, è necessario mantenere una strategia solida, soprattutto in vista della pensione. La decisione sulla propria asset allocation è quindi cruciale.

Gli ultimi mesi dimostrano l’importanza della diversificazione

Negli ultimi 50 anni, il mercato azionario americano ha sovraperformato il resto del mondo di circa l’1% all’anno, con un vantaggio accentuato nell’ultimo decennio. Tuttavia, affidarsi esclusivamente a un solo mercato può essere rischioso: eventuali crolli estremi potrebbero compromettere un intero portafoglio o richiedere decenni per una ripresa.

Questo significa che dobbiamo cambiare strategia? No. La recente sovraperformance degli Stati Uniti potrebbe essere solo un ciclo che volge al termine. Inoltre, i mercati si muovono velocemente: da inizio anno, le azioni statunitensi sono indietro rispetto a quelle europee. Spesso gli effetti di una decisione politica sono inaspettati o contrari alle aspettative. Ad esempio, qualcuno avrebbe potuto prevedere una crisi per le aziende europee dopo l’introduzione dei dazi da parte di Trump, ma in realtà sono state le azioni USA a soffrire di più.

L’oro: la valuta per eccellenza

Una cosa è certa: nel 2025, insieme a Bitcoin, l’oro sta dominando la scena, registrando un massimo storico dopo l’altro. Ma l’oro non è solo un fenomeno recente: ha sempre dimostrato di essere un asset affidabile, tanto che gli esperti consigliano una modesta allocazione nei portafogli ben diversificati. Storicamente, ha offerto un’opportunità di protezione nei periodi di crisi geopolitica, come gli anni ’70 durante la Guerra Fredda, e oggi beneficia della crescente de dollarizzazione.

L’importanza dell’oro non è cambiata nei secoli, e il suo ruolo potrebbe rafforzarsi in un periodo in cui il dollaro USA rischia di perdere lentamente il suo status egemonico. Tuttavia, rimane un asset volatile e parzialmente rischioso per via delle riserve detenute dai governi. Se, per esempio, gli Stati Uniti dovessero vendere una parte significativa delle loro riserve, potrebbero innescare un sell-off globale.

In sintesi, l’oro resta un asset che molti considerano una componente fondamentale di un portafoglio diversificato.

Bitcoin sarà sempre più centrale?

Infine non possiamo non considerare Bitcoin. In che modo Donald Trump sta influenzando le sue performance? BTC può essere considerato una riserva di valore al pari dell’oro? La risposta a quest’ultima domanda dipende dal punto di vista dal quale la si osserva: se guardiamo esclusivamente ai movimenti di prezzo, Bitcoin appare ancora come un asset speculativo, correlato ai mercati azionari

Al contrario, l’effetto della crescente adozione di Bitcoin da parte di governi e aziende si vedrà nel lungo termine. Potrebbe essere la chiave per far sì che Bitcoin diventi ufficialmente una riserva di valore paragonabile all’oro, grazie alla sua resilienza, alla sua stabilità nel tempo e alla sua correlazione dagli altri asset finanziari.

Come fare staking: tutti i modi per ottenere ricompense con le tue crypto

Come fare staking: ottenere ricompense con le crypto

La guida per imparare come fare staking di criptovalute: a cosa serve lo staking, che servizio utilizzare e quali token si possono bloccare!

Lo staking è un meccanismo tipico del settore crypto che permette il funzionamento delle blockchain Proof-of-Stake. Queste particolari chain per raggiungere il consenso della rete (necessario per validare le transazioni) non utilizzano una risorsa esterna come l’energia elettrica e il potere computazionale, ma si servono di risorse interne ovvero le garanzie degli utenti. Insomma prima di tutto lo staking è la base del meccanismo di validazione di una blockchain. Ma con staking si intende anche il semplice blocco di crypto per ottenere ricompense, senza necessariamente diventare validatori di un network. In questo articolo vedremo come fare staking e tutte le opzioni disponibili per ottenere ricompense con le crypto!

A cosa serve lo staking? 

Chi sceglie di fare staking può avere diversi obiettivi. C’è chi fa staking per diventare un validatore e chi invece blocca le sue crypto solamente per ottenere reward, delegando ad altri il compito di validare le transazioni. Vediamo tutte le tipologie di staking: 

1. Fare staking per diventare validatori di una blockchain

I nodi validatori di una blockchain si occupano di finalizzare le transazioni della loro rete. Al contrario di quello che accade nelle chain Proof-of-Work, in quelle Proof-of-Stake non è necessaria una particolare attrezzatura tecnica per validare le transazioni, è sufficiente mettere in staking delle crypto. Nella maggior parte dei casi diventano validatori persone (o enti) che hanno una certa esperienza nel campo blockchain. Dopo aver messo in staking una certa somma di criptovalute, dovrai aprire un nodo. I requisiti per fare questo tipo di staking sono: scaricare il wallet che preveda la possibilità di fare staking nella chain di cui vuoi diventare nodo, e rimanere online 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Alcune blockchain prevedono anche una quota minima di crypto da mettere in staking, ad esempio su Tezos è 8.000 XTZ, su Ethereum 2.0 sarà 32 ETH

2. Delegare il proprio stake

Se non vuoi gestire un nodo validatore in prima persona, puoi optare per delegare il tuo stake a un nodo già esistente. La delega è un’alternativa conveniente per chi vuole partecipare al meccanismo di consenso di una blockchain con un minor investimento di tempo e risorse economiche. Quando deleghi un nodo, la quantità di criptovalute che hai messo in staking si unisce allo stake del nodo stesso. In questo modo il nodo validatore utilizzerà anche le tue criptovalute per contribuire al funzionamento della rete. Le ricompense ottenute per il lavoro di validazione vengono poi distribuite in maniera proporzionale tra il nodo e coloro che hanno delegato. Puoi delegare un nodo attraverso le piattaforme (decentralizzate o meno) che offrono questo servizio. 

3. Fare staking per partecipare alla governance di una chain 

In alcuni casi la funzione dello staking è quella di far partecipare gli utenti alla governance di una blockchain. Chi mette in staking una certa quantità di crypto, si guadagna il diritto a votare aggiornamenti, miglioramenti e la direzione della roadmap della blockchain. Così lo staking aumenta la decentralizzazione delle decisioni di un progetto.

4. Bloccare crypto per ottenere ricompense

Fare staking di criptovalute significa anche semplicemente bloccare per un periodo di tempo le proprie criptovalute per ottenere delle ricompense, calcolate su base annua e espresse in APY. Questi premi sono il corrispettivo di quello che nella finanza tradizionale si chiama rendimento percentuale annuo. Le criptovalute bloccate non possono essere scambiate o vendute, fino allo scadere del periodo di staking scelto all’inizio. Come fare questo tipo di staking? Questa opzione è particolarmente adatta a chi non ha una particolare dimestichezza nel settore perché non richiede nessuna competenza tecnica, basta solamente informarsi sul servizio terzo che si sceglie e assicurarsi di aver seguito le 5 cose da fare prima di fare staking. Ora vediamo dove è possibile fare staking! 

Dove fare staking?

Per fare staking di criptovalute puoi scegliere diversi servizi terzi, ci sono piattaforme decentralizzate, dapp, exchange (centralizzati e non) ma anche opzioni offline come hardware esterni.    

1. Staking via hardware 

Lo staking eseguito offline si chiama cold staking, in questa tipologia di staking le criptovalute vengono bloccate e conservate in cold wallet, ovvero dei wallet non connessi a internet. I cold wallet possono essere hardware, paper wallet o applicazioni offline. Il cold staking viene spesso utilizzato quando si decide di bloccare grandi quantità di crypto e per evitare il potenziale rischio di attacchi informatici. Il livello di sicurezza di questo sistema è alto, tuttavia in questo caso lo staking va gestito in autonomia, senza parti terze che mediano e per questo bisogna conoscere bene i meccanismi. Anche se sono offline, le criptovalute nei cold wallet sono sempre connesse alla blockchain e si guadagnano ricompense come nello staking online. 

2. Staking/Earning via CEX o DEX

Uno dei servizi più utilizzati per fare staking online è quello degli exchange. Che siano centralizzati o decentralizzati, gli exchange forniscono spesso guide passo passo su come utilizzare gli strumenti di Staking. Ogni exchange ha le sue peculiarità e si distingue per la tipologia di soluzione, le crypto supportate e l’APY offerto. Puoi scegliere quello che più si addice alle tue esigenze.

Su Young Platform, hai la possibilità di accedere a una soluzione di Staking semplice e intuitiva, direttamente dalla piattaforma. Attualmente, puoi vincolare diverse criptovalute compatibili con questa funzione e ottenere ricompense calcolate in base all’APY, proporzionate all’importo che decidi di mettere in staking.

Young Platform offre due modalità di Staking:

  • Liquid Staking, che permette di mantenere una maggiore flessibilità sulle crypto messe in staking, senza doverle bloccare per lunghi periodi.
  • Proof of Stake, che consente di partecipare attivamente alla sicurezza della rete e ottenere ricompense più elevate rispetto ad altre soluzioni.

Per saperne di più: Introduzione allo staking: un modo innovativo per mettere al lavoro le tue crypto

3. Staking Pools: protocolli decentralizzati e dapp

Esistono anche numerosi protocolli decentralizzati e dapp che offrono diverse possibilità di fare staking. Ad esempio è possibile bloccare criptovalute in Staking Pool, ovvero degli smart contract o funzionalità che aggregano stake di diversi utenti. Solitamente le Staking Pool vengono utilizzate dai nodi delle blockchain per aumentare la grandezza del loro stake e di conseguenza la probabilità di essere scelti come validatori. Inoltre i protocolli e le piattaforme DeFi, propongono anche opzioni per Staking Derivative e per il Liquid Staking, in cui si guadagnano ricompense tramite prodotti derivati. 

Staking di NFT 

Lo staking non si fa solo con coin o token, l’ultima frontiera della finanza decentralizzata prevede anche lo staking di NFT. Il funzionamento è analogo al classico staking: bloccando in piattaforme apposite i propri token non fungibili è possibile ricevere ricompense in crypto. Non tutti gli NFT sono adatti a questa pratica, una collezione che ha implementato questa funzione è Moonbirds della startup Proof. Lo staking di NFT permette di far fruttare al massimo le proprie opere d’arte digitali e in alcuni casi di partecipare alla governance dei loro progetti. 

Ora che hai visto tutte le cose da considerare su come fare staking di criptovalute, scopri queste 5 curiosità sullo staking e il Proof-of-Stake!