Prezzo Bitcoin: andamento e storia dal 2008 ad oggi

Prezzo Bitcoin: storia, valore e andamento negli anni

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, quali sono state le tappe principali della sua storia?

La storia del prezzo di Bitcoin è stata, fino ad oggi, ricca di colpi di scena. Nonostante il valore del BTC sia oggi rialzista, nei suoi primi quindici anni di vita ha attraversato anche dei periodi bearish. E tu, conosci la storia del prezzo di Bitcoin dal 2008 ad oggi? Quali sono gli eventi che hanno influenzato maggiormente il suo valore e l’andamento della criptovaluta?

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Qual è stato il prezzo di lancio di Bitcoin?

All’inizio della sua storia, quando Bitcoin è stato creato, non esistevano ancora gli exchange di criptovalute, perciò gli utenti per vendere o comprare BTC dovevano accordarsi tra di loro per stabilirne il valore, intavolando una vera e propria trattativa. Il prezzo di una crypto è determinato dalla sua conversione in valuta fiat, e siccome all’epoca le transazioni avvenivano soltanto attraverso scambi peer-to-peer, è impossibile risalire all’esatto prezzo di Bitcoin al momento del lancio.

Sappiamo però a quanto ammontava il valore di BTC in occasione della prima conversione in dollari, avvenuta il 12 Ottobre 2009. Quel giorno un utente noto sul forum “Bitcointalk” con lo pseudonimo “New Liberty Standard” acquistò 1.309 BTC con un dollaro. Dividendo un dollaro per il numero di BTC che l’utente ha acquistato possiamo affermare che il prezzo di Bitcoin è partito da circa 0.0009$. Oggi il valore della criptovaluta è circa 100 milioni di volte superiore a quello iniziale

Analizziamo dunque le tappe principali nella storia del prezzo di Bitcoin per scoprire come si è affermato e quali difficoltà ha dovuto affrontare.

Dal Bitcoin Pizza Day alla nascita dei primi exchange (2009-2012)

Nel 2009 Bitcoin era una tecnologia di nicchia, un fenomeno legato ad una sottocultura dell’ingegneria informatica e non possedeva un vero e proprio mercato. La prima volta che è stato usato per acquistare un bene “del mondo reale” era il 22 Maggio 2010; quel giorno un utente del forum Bitcointalk ha acquistato due pizze nel fast food americano Papa John’s per 10.000 BTC. Questo avvenimento, soprannominato “Pizza Day”, è diventato una vera e propria festività che i crypto enthusiast ricordano ogni anno

Nel 2010 è nato anche BitcoinMarket.com, un rudimentale sito web che consentiva ai suoi utenti di scambiare BTC, che però ha chiuso i battenti l’anno dopo. Nel 2011 invece è stato lanciato il primo exchange del mondo crypto: Mt.Gox. La nascita di Mt.Gox ha attirato l’attenzione sulla criptovaluta rendendola anche più facile da acquistare. A Febbraio 2011 il prezzo del Bitcoin è arrivato ad 1$, mentre a Luglio dello stesso anno, un BTC valeva già 15$.

Dal 2012 al 2015: il primo bull market e l’hack di Mt.Gox

Il 2012 è stato un anno negativo per la storia del prezzo Bitcoin. Dal massimo dei 15$ toccato a Luglio 2011, il valore di BTC è crollato drasticamente fino a 3$, una zona del grafico in cui è stato ingabbiato fino all’inizio del 2013. Con l’anno nuovo però la criptovaluta ha cambiato totalmente marcia, grazie ad una grande ondata di interesse per il settore. Era iniziato il primo bull market crypto della storia!

Nel 2013 il prezzo di Bitcoin è passato da 12$ a 1.000$ spinto da alcuni investitori istituzionali cinesi e dalle aziende che hanno iniziato ad accettarlo come metodo di pagamento.

Poi, però, è arrivato anche il primo bear market crypto della storia, in concomitanza con l’attacco hacker subito da Mt.Gox, il 24 Febbraio 2014. Durante l’estate del 2015 poi, quando alcuni investitori istituzionali, come Goldman Sachs e Nasdaq si sono avvicinati a queste nuove tecnologie, il mercato è ripartito.

Il 30 Luglio 2015, attraverso una ICO viene lanciato Ethereum e per il prezzo di Bitcoin, che si trovava intorno ai 400$, è iniziata una nuova fase rialzista.

Dal 2016 al 2021: il secondo halving e il COVID-19

Il secondo halving del 9 Luglio 2016 ha restituito nuova linfa vitale al prezzo di Bitcoin, che aveva già iniziato il suo movimento a rialzo nell’estate del 2015. Il bull market del 2017 è stato esplosivo. BTC, dalla zona dei 1.000$ in cui si trovava a Gennaio, ha raggiunto i 20.000$ a fine anno. In quel periodo l’interesse dei mass media attorno alle criptovalute è cresciuto notevolmente: è stato approvato, negli Stati Uniti, il primo ETF su Bitcoin, il governo cinese ha regolamentato lo scambio di crypto e diverse aziende, tra cui Microsoft e Dell, hanno scelto di accettare BTC come metodo di pagamento.

Nel 2018 poi il valore di Bitcoin dal massimo dei 20.000$ è crollato fino ai 3.000$, stabilizzandosi intorno ai 3.700$ a fine anno. Anche il 2019, anno in cui si è celebrato il 10° anniversario della nascita della criptovaluta, non è stato positivo a causa del fallimento dell’exchange Quadriga CX e di un attacco hacker a Binance. Il prezzo di Bitcoin nel 2019 ha oscillato nel range compreso tra i 3.000$ e i 14.000$ cambiando più volte direzione. 

Con il 2020 il mercato crypto è tornato a splendere grazie soprattutto alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) nate su Ethereum. Il crollo del prezzo di Bitcoin avvenuto in concomitanza con l’inizio della pandemia di COVID-19, è stato assorbito in fretta, pochi giorni dopo è iniziato il bull market che ha portato il valore della crypto fino all time high dei 68.800$. In questo periodo si sono anche affermati gli NFT che hanno dato un’ulteriore spinta a tutto il settore.

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Il bear market del 2022: i fallimenti del settore, l’inflazione e il conflitto russo-ucraino?

Nel 2021, poi, dopo che Bitcoin ha toccato quota 68.000$, il mercato crypto è stato colpito da una serie di avvenimenti negativi interni, come il crollo dell’ecosistema Terra-Luna e il fallimento di FTX. Ma anche esterni: la crisi macroeconomica causata dal conflitto russo-ucraino e l’inflazione. 

Questi episodi hanno avuto un impatto anche sul valore della criptovaluta, che ha raggiunto, nel momento di massima crisi, il livello dei 15.000$.

Dal 2023 ad oggi: la risurrezione del mercato crypto

Con l’inizio del 2023, e quindi durante l’ultima fase della storia del prezzo di Bitcoin, le crypto sono ripartite! Nella prima parte dell’anno il movimento a rialzo di BTC è stato lento, per poi diventare più veloce con l’inizio dell’autunno e, infine, esplosivo nei primi e negli ulti mesi del 2024. Questo rally rialzista di Bitcoin si è interrotto ad aprile 2024, ed è poi ripartito nel mese di ottobre dello stesso anno  

All’inizio del 2023 il prezzo di Bitcoin si aggirava intorno al livello dei 20.000$, mentre 10 mesi dopo, ad ottobre, nella zona dei 25.000$. Da quel momento in poi, però, tutto è cambiato. Ad attrarre l’interesse sul settore sono stati gli ETF spot su Bitcoin proposti dai fondi di investimento americani, poi approvati a gennaio del 2024, e l’avvicinarsi dell’halving

Insomma, con l’inizio del 2024 è iniziato il bull market, che ha causato forti movimenti a rialzo che hanno interessato diverse crypto. Bitcoin a novembre, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ha raggiunto un nuovo all-time high a 92.000$

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Potremmo oggi essere nella fase più esplosiva dell’attuale ciclo di mercato rialzista, almeno nella misura in cui questo dovrebbe rilevarsi simile a quelli del passato. Che impatto avrà Donald Trump quando, da gennaio 2025 in poi, si insedierà alla Casa Bianca? Non esiste la sfera di cristallo e quindi nessuno può sapere con certezza i target per l’attuale fase della storia del prezzo di Bitcoin. La crypto riuscirà a raggiungere lo storico livello dei 100.000$ nei prossimi giorni?

Young Platform, “The Box” e le 3C: conto, carta e cashback

Con The Box arrivano le 3C: conto, carta e cashback

L’ecosistema di Young Platform è sempre più completo: con “The Box” arrivano il conto di pagamento e la carta di debito (con cashback fino al 3,6%)

Torino, 26 marzo 2025. Young Platform, fintech italiana con più di 2 milioni di iscritti, è sempre più un ecosistema finanziario completo e autosufficiente: oltre alle funzionalità legate al core business, le criptovalute, sarà possibile disporre di un conto di pagamento con la relativa carta di debito. Una mossa ambiziosa finalizzata all’abbattimento delle barriere e degli stereotipi che da sempre allontanano la finanza tradizionale dal mondo delle criptovalute.

Una storia ispirata da tre parole chiave: conoscenza, accessibilità e inclusione

Fondata nel 2018 con l’intento di divulgare e rendere il mondo crypto accessibile a tutti, Young Platform ha deciso di alzare l’asticella ampliando la sua mission, includendo la finanza personale, di tutti i giorni: “Oggi la gestione del denaro sta cambiando. Le persone vogliono più controllo, più opportunità e più libertà finanziaria” –  dichiara Andrea Ferrero, Co-CEO e Co-Founder della piattaforma – “Young Platform risponde a questa esigenza con il primo conto di pagamento crypto-nativo in Italia e in Europa, che unisce la praticità della finanza tradizionale con le potenzialità rivoluzionarie delle criptovalute”.

La novità principale riguarda l’integrazione all’interno dell’ecosistema di due funzionalità che, secondo un report della Banca Mondiale del 2021, sono essenziali per 8 persone su 10: il conto di pagamento e la relativa carta di debito, la quale ha il suo elemento distintivo nella possibilità di ottenere fino al 3,6% di cashback su qualsiasi tipo di acquisto

Abbattere le barriere e superare gli stereotipi attraverso conoscenza e inclusione

Come anticipato, l’obiettivo è avvicinare il maggior numero di persone alle potenzialità offerte dal mondo delle criptovalute e della finanza decentralizzata. La strategia mette insieme la diffusione della conoscenza, con Blog e Academy, e l’inclusione degli utenti mediante un approccio più soft, di cui conto e carta segnano le prime fasi. Il risultato atteso? Superare gli stereotipi tipicamente associati all’universo che ruota intorno alla blockchain e ai relativi token.

“The Box” e il Mito della Caverna

In questo senso “The Box”, la campagna lanciata in occasione dell’annuncio, racchiude tanto le sfide che Young Platform si ripromette di affrontare quanto i traguardi che intende raggiungere. The Box è una scatola virtuale ma tangibile, che non si vede ma che influenza le nostre azioni quotidiane con barriere, limiti e stereotipi, ormai dati per scontati. Questo perché la società contemporanea, ponendo tabù e divieti indiscutibili e socialmente accettati, condiziona la nostra percezione della finanza e del suo utilizzo, proprio come nel platonico Mito della Caverna gli uomini incatenati sono convinti che la proiezione delle loro ombre sia invece la realtà. L’obiettivo? Liberarsi dalle catene, uscire dalla caverna e, in ultima istanza, dalla Box per ripensare e riprendere in mano il rapporto col denaro e gli investimenti

Inoltre la campagna, regolata dal MIMIT, permetterà agli utenti di vincere premi esclusivi tra cui dispositivi Apple e Sony, buoni Amazon e, dulcis in fundo, la carta Young fosforescente con cashback fino al 3,6%. 

Uno sguardo al futuro: verso l’integrazione di ETF e asset tradizionali

Conto di pagamento e carta di debito non costituiscono la fase finale della missione, non è il momento di sedersi sugli allori. Al contrario, testimoniano l’inizio di un nuovo capitolo della vita di Young Platform, che mira a posizionarsi nel mercato come un ecosistema finanziario completo e accessibile: entro la fine del 2025 è infatti prevista l’integrazione degli investimenti in asset tradizionali come azioni, ETF e materie prime e dei servizi DeFi come Lend & Borrow. Il tutto permetterà agli utenti di diversificare il proprio portafoglio riducendo l’operatività ad un’unica piattaforma

Per concludere, con questa evoluzione Young Platform si conferma una realtà all’avanguardia nel settore fintech italiano ed europeo, impegnata giorno dopo giorno nel costruire un nuovo paradigma finanziario basato su inclusione, innovazione e autonomia finanziaria.

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Magyar sorpassa Orbàn: l’Ungheria verso un cambio di rotta?

Magyar sorpassa Orbàn: l’Ungheria verso un cambio di rotta

Péter Magyar, leader del partito di opposizione Tisza, sorpassa il capo del governo Viktor Orbàn nei sondaggi: sfida aperta per la guida dell’Ungheria?

Secondo un recente sondaggio, Péter Magyar, a capo del principale partito di opposizione ungherese, avrebbe ricevuto circa il 9% delle preferenze in più rispetto a Viktor Orbàn, leader di Fidesz, partito che governa l’Ungheria dal 2010. La notizia è clamorosa perché erano quasi vent’anni che Orbàn dominava incontrastato le classifiche. Cosa è successo? Si apre la sfida per la conquista della leadership?

Viktor Orbàn e Fidesz: quindici anni di dominio politico

Laureato in giurisprudenza, Viktor Orbàn si affaccia al mondo della politica da giovane, nel contesto storico delle rivoluzioni del 1989. Entra in parlamento nel 1990 e nel 1998 vince le elezioni col suo partito Fidesz, diventando primo ministro del governo ungherese fino al 2004. Dopo sei anni all’opposizione, Orbàn vince nuovamente le elezioni e dal 2010 è il dominus incontrastato della politica ungherese.

Definito spesso come un leader autoritario, populista e filoputiniano, Viktor Orbàn è un uomo politico di estrema destra: è stato spesso criticato per aver limitato notevolmente i diritti universali dell’uomo, tra cui le libertà individuali – come il recente ban al gay pride di Budapest, la libertà di espressione e di stampa, e per aver portato l’Ungheria verso una forma di stato autoritario.  

Le prime fratture interne

Febbraio 2024, si dimette Katalin Novàk, Presidente della Repubblica ungherese in quota Fidesz, il partito di Orbàn. Il motivo? Aver concesso la grazia ad uomo condannato per complicità in un caso di abusi sessuali su minori. Con lei anche Judit Varga, Ministra della Giustizia eletta sempre con Fidesz, colpevole di aver firmato la grazia concessa. Qualche settimana dopo, il marito della Ministra Varga rilascia delle registrazioni in cui la stessa confessa che alcuni membri del governo Orbàn avevano falsificato delle prove giudiziarie per insabbiare il loro coinvolgimento in un grosso giro di corruzione. E chi è il marito della Ministra Varga? Proprio lui, Péter Magyar.

Péter Magyar: per distruggere il sistema, devi conoscerlo dall’interno

Le registrazioni, secondo Magyar, sono la prova che dimostra che il regime di Orbán è profondamente corrotto. “Non permetteremo che il più grande scandalo politico e giudiziario degli ultimi trent’anni venga insabbiato” – ha dichiarato. Da quel Febbraio, Péter Magyar ha un solo obiettivo in testa: fare opposizione al governo del “capo di stato mafioso Viktor Orbán”. La cosa più curiosa? Magyar è stato membro di Fidesz, il partito di Orbàn, dal 2002 al 2024.

Magyar prende seriamente a cuore la causa: fa attivismo, convoca manifestazioni per denunciare la “mafia” che controlla il potere ungherese e finalmente si candida per le elezioni europee del 2024 col partito di opposizione Tisza.

Le elezioni europee e la svolta 

In soli quattro mesi, l’ingresso di Magyar in Tisza permette al partito di conquistare più del 30% dei voti. Il dato politico è chiaro: dopo quasi vent’anni, la ferrea e incontrastata leadership di Viktor Orbàn è seriamente in difficoltà, un nuovo player è entrato nella scena e non sembra disposto a mollare. Nell’arco dell’ultimo anno, Péter Magyar ha continuato a lottare al grido di “Non abbiamo paura!” e “Orbàn dimettiti!”, perchè “la stragrande maggioranza del popolo ungherese è stanca dell’élite al potere, dell’odio, della propaganda e delle divisioni”.

Ma la breaking news proviene da un recente sondaggio dove si evince che Tisza è al 46% delle preferenze contro il 37% di Fidesz, ma soprattutto che il 56% degli ungheresi vorrebbe un cambio di governo

Purtroppo nessuno ha la sfera di cristallo: i dati dei sondaggi sono sempre indicativi ma non garantiscono alcuna certezza, soprattutto a causa del fatto che le prossime elezioni sono programmate per il 2026. Nel frattempo non resta altro che osservare da lontano e sperare che il popolo ungherese riesca ad esprimere democraticamente la propria scelta politica. 

Kit di sopravvivenza UE per 72 ore: cosa contiene e perché fa discutere?

Kit sopravvivenza guerra Europa: il piano UE per le emergenze

La Commissione UE propone un kit di sopravvivenza per 72 ore in caso di guerra o emergenze. Cosa contiene e perché ha generato dibattito?

La Commissione Europea ha lanciato una nuova strategia per preparare i cittadini alle emergenze gravi, tra cui guerre, catastrofi naturali e attacchi informatici. Al centro del dibattito, il kit di sopravvivenza da 72 ore, che ogni Stato membro dovrà promuovere e adattare a livello nazionale.

Cosa include il kit di sopravvivenza e come funziona? Questo strumento rientra nel piano “Unione per la preparazione alle emergenze“, che prevede cooperazione civile-militare, linee guida per la popolazione e meccanismi di risposta coordinata, da attuare entro il 2027.

Cosa contiene il Kit sopravvivenza europeo?

In un video sui social media, la commissaria europea Hadja Lahbib ha presentato il contenuto del kit con tono leggero, sottolineando la sua importanza per le prime 72 ore di crisi.

Perché proprio settantadue ore? Secondo le ricerche dell’Unione Europea si tratta dell’orizzonte temporale più critico per i cittadini, soprattutto perché sono più alte le probabilità che essi debbano far fronte ai loro bisogni primari in autonomia

Ecco cosa contiene il kit di sopravvivenza europeo:

  • Documenti di identità contenuti in una confezione impermeabile;
  • Acqua potabile;
  • Torcia e accendino;
  • Coltellino svizzero.
  • Medicinali essenziali.
  • Cibo in scatola e barrette.
  • Contanti.
  • Power bank e caricabatterie.
  • Mazzo di carte.
  • Occhiali o lenti a contatto.

Un’Europa più pronta… o un’iniziativa ridicola?

L’introduzione del kit di sopravvivenza per la guerra in Europa ha generato reazioni contrastanti. Da un lato i vertici europei, come la vice presidente Roxana Minzatu, ne evidenziano la necessità di “una nuova mentalità orientata alla preparazione”. 

C’è però anche chi critica l’approccio, accusando Bruxelles di minimizzare la gravità di scenari come la guerra in Ucraina. Secondo alcuni parlamentari europei, il video ha un tono “troppo scherzoso” e rischia di trasformare una questione alquanto seria come la sicurezza dei cittadini in uno sketch da social media.

Altri, infine, ironizzano sull’efficacia del kit, definendolo una “borsa dell’apocalisse in stile Mary Poppins”, piena di gadget da campeggio. In contrapposizione a misure che, secondo loro, potrebbero davvero essere efficaci nel caso in cui dovesse esplodere un conflitto globale: ad esempio rifugi antiatomici o un potenziamento delle infrastrutture sanitarie.

Una strategia in 63 punti (e tanta strada da fare)

Il piano UE per la preparazione alle crisi deve essere sviluppato entro il 2027 ed è composto da sessantatre punti. Alcuni checkpoint o tappe intermedie, in cui controllare che tutto proceda per il verso giusto, sono già state identificate per i prossimi mesi del 2025 e per il 2026. Oltre ai kit sopravvivenza guerra Europa da 72 ore, il piano prevede:

  • Una strategia di stoccaggio europeo per forniture essenziali
  • Contromisure mediche comuni
  • Esercitazioni UE coordinate con la NATO
  • La creazione di uno Scudo Spaziale europeo entro il 2027

Diversi Paesi, come Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia, hanno già adottato linee guida per la popolazione civile. In Svezia, per esempio, il governo raccomanda anche di mantenere (o, nel caso, instaurare) buoni rapporti con i vicini, poiché in caso di emergenza “potrebbero tornare utili”.

Prevenzione o propaganda?

L’idea di un kit sopravvivenza guerra Europa ha senz’altro un valore simbolico, che forse supera quello pratico. La domanda principali che ci poniamo è la seguente: si tratta di un primo passo di piano di preparazione più ampio e potenzialmente efficace in caso di guerre o catastrofi o di una manovra comunicativa per mascherare i ritardi e l’impreparazione dell’Unione in materia di difesa e protezione civile?


Per ora sappiamo solo che nel 2026 arriveranno le linee guida ufficiali per i kit sopravvivenza guerra Europa. Sicuramente non saranno sufficienti power bank, barrette proteiche, accendini e un mazzo di carte per affrontare la prossima grande crisi. Nel dubbio potrebbe essere il caso di fare scorta di un po’ di oro e di Bitcoin?



GameStop investirà in Bitcoin: come si è mosso il prezzo delle azioni?

Le azioni di GameStop cresceranno dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin

Il prezzo delle azioni GameStop si muoverà a rialzo dopo l’annuncio dell’investimento in Bitcoin. L’azienda vuole seguire le orme di MicroStrategy

A Wall Street si è tornato a parlare delle azioni di GameStop (GME) e questa volta è merito di Bitcoin e non dei pump & dump di quella che molti considerano una meme stock. Il celebre rivenditore di videogiochi ha annunciato di voler seguire le orme di MicroStrategy e quindi investire parte delle sue riserve di liquidità in Bitcoin. 

L’annuncio arriva in un momento complicato per l’azienda, che ha appena registrato un calo del 28% per quanto riguarda i ricavi trimestrali, scesi a 1,28 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2023. Nonostante ciò, gli investitori sembrano entusiasti della nuova decisione strategica, il cui annuncio presuppone una crescita a rialzo delle azioni di GameStop. Martedì il prezzo di GME ha chiuso a 25,5$, mentre ieri ha raggiunto il livello dei 30$ per poi crollare a 24,8$ nelle ultime ore.

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GameStop e Bitcoin: è arrivata la conferma!

Già a febbraio 2025 alcune indiscrezioni avevano provocato un rialzo delle azioni di GameStop del 10%, dopo che CNBC aveva riportato che l’azienda che si occupa di vendite retail di videogiochi fisici e gadget stava valutando l’ingresso nel mondo delle criptovalute. Il motivo? Un’ingente quantità di denaro “liquido” a disposizione e la volontà di seguire esempi virtuosi come MicroStrategy e Tesla, oltre che una crisi strutturale che dura da diversi anni.

Circa un mese dopo è arrivata la conferma ufficiale! Il consiglio di amministrazione ha deciso, accettando all’unanimità una proposta che prevede la possibilità di investire in Bitcoin. Attenzione, si tratta di una possibilità e i piani operativi degli investimenti devono essere ancora annunciati, mentre è già stato inviato alla Security and Exchange Commission (SEC) il form 10-K.

Ad oggi la società ha immesso sul mercato delle obbligazioni convertibili per un controvalore di $1.3 miliardi di dollari per l’acquisto di Bitcoin, oltre a $200 milioni in liquidità per gli investitori interessanti entro i primi 13 giorni dalla vendita.

Il CEO Ryan Cohen aveva lasciato intuire questa mossa già a inizio febbraio. In che modo? Attraverso la pubblicazione su X (ex Twitter) di una foto insieme a Michael Saylor, cofondatore di MicroStrategy, una delle aziende quotate che detiene più Bitcoin a livello globale.

Come hanno reagito le azioni di GameStop

Analizzando i grafici ci si accorge che la notizia ha inizialmente influito positivamente sul prezzo delle azioni di GameStop. Come anticipato nell’intro, il titolo ha aperto la sessione di ieri (mercoledì 26 marzo) a circa 30$, mentre ora si attesta sul livello dei 24,8$.

Analizzando, invece, l’accaduto in termini più generali, possiamo affermare che la strategia dell’azienda riflette una visione che ultimamente condividono molti investitori istituzionali: le aziende che possiedono una quantità di Bitcoin a bilancio sono viste (non sta a noi giudicare se legittimamente o meno) come alternative “indirette” al mondo crypto

Sicuramente, però, non è un caso che la decisione ufficiale arrivi poche settimane dopo che Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha firmato un ordine esecutivo per creare una riserva strategica di criptovalute, utilizzando quelle già in possesso del governo.

Azioni GameStop: mai più meme stock?

L’investimento in Bitcoin rappresenta un nuovo capitolo nella storia di GameStop e delle sue azioni che dal 2021 sono diventate il simbolo più noto del fenomeno delle meme stock

Quanto abbiamo anticipato ti incuriosisce? Trovi la storia completa delle azioni di GameStop in questo articolo.

Quello che possiamo anticiparti è che il rally epico che ha interessato GME, partito dall’app Robinhood e alimentato da una community Reddit di investitori, ha provocato una crescita del prezzo del titolo di oltre 2.200% negli ultimi cinque anni. Tuttavia, il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per le azioni GameStop che hanno perso, ad oggi, circa il 19%.

In conclusione qual è lo status quo di GameStop e delle sue azioni e come si colloca la sua volontà di acquistare Bitcoin? Oggi l’azienda si trova in una fase di transizione: le vendite di giochi fisici sono in calo e il settore videoludico si sposta sempre più verso il digitale. L’investimento in BTC potrebbe essere una leva per restare rilevanti nel nuovo contesto tecnologico e finanziario.

Le nuove stablecoin di Fidelity e Donald Trump

Le stablecoin di Fidelity e della famiglia Trump

Fidelity Investments e World Liberty Financial, il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dalla famiglia Trump, hanno annunciato il lancio di due nuove stablecoin.

Due importanti news riguardanti le stablecoin hanno attirato l’attenzione del mercato crypto nelle ultime ore. La prima è connessa a Fidelity Investments, uno dei fondi di investimento più importanti d’America nonché emittente degli ETF spot su Bitcoin. 

La seconda stablecoin, invece, si chiama USD1, ed è promossa da World Liberty Financial (WLFI), il progetto di finanza decentralizzata (DeFi) sostenuto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Scopri di più sulle nuove due stablecoin del mercato crypto!

Fidelity Investments si prepara al lancio di una stablecoin

Fidelity Investments, uno dei principali gestori di asset a livello globale, è in procinto di lanciare la sua stablecoin, che dovrebbe arrivare entro la fine di maggio 2025. Il fondo di investimento di Boston vuole creare la sua versione di contante digitale, dopo aver esplorato per la prima volta il settore crypto con il lancio dei suoi ETF spot su Bitcoin e Ethereum avvenuto nel 2024.

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Il lancio della stablecoin rientra all’interno della recente proposta di Fidelity alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti di introdurre una versione tokenizzata del suo fondo Treasury Digital Fund, composto da liquidità e treasury USA (titoli di stato), attualmente disponibile soltanto per investitori istituzionali e hedge fund

Questa iniziativa è probabilmente stata facilitata dall’elezione di Donald Trump, un evento che ha segnato una svolta rispetto all’amministrazione precedente per quanto riguarda il settore crypto. Il tycoon ha promosso politiche favorevoli alle criptovalute e sostenuto la crescita delle stablecoin fin dalle prime battute della sua campagna elettorale.

World Liberty Financial introduce USD1

Per dimostrare quanto abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, ovvero dell’appoggio alle stablecoin da parte di Donald Trump, vi presentiamo le ultime news riguardanti World Liberty Financial. Il progetto DeFi della famiglia Trump ha annunciato il lancio di una stablecoin denominata USD1

Anche questa stablecoin, come il fondo che Fidelity intende portare su blockchain grazie alla “magia” della tokenizzazione, sarà completamente supportata da titoli del Tesoro statunitensi, liquidità o asset equivalenti. Non si sa ancora molto su USD1 a parte le blockchain sulle quali sarà, almeno inizialmente, disponibile: Ethereum e la blockchain EVM compatibile creata da Binance, la Binance Smart Chain.

In conclusione le ultime news dal mondo crypto ci dicono che Fidelity Investments ha deciso di lanciare la sua stablecoin per prepararsi al lancio pubblico del suo Treasury Digital Fund. Questo prodotto che sicuramente rientra nella categoria dei Real World Asset (RWA) ha le carte in regola per accrescere notevolmente l’adozione del mondo crypto. 

D’altra parte, il presidente Donald Trump sta da tempo manifestando un crescente interesse per le criptovalute, promuovendo iniziative volte a posizionare gli Stati Uniti come leader nel settore. La creazione di World Liberty Financial e il lancio di USD1 sono esempi concreti di questo impegno.



Fuori Tesla, dentro Bitcoin: Standard Chartered rivoluziona l’indice Mag 7

Standard Chartered sostituisce le azioni Tesla con Bitcoin

Standard Chartered rimpiazza Tesla con Bitcoin nel suo indice Mag 7B: rendimento più alto e volatilità più bassa. Scopri come la crypto è entrata nell’olimpo degli asset?

Il colosso bancario Standard Chartered ha pubblicato un nuovo report in cui propone una variante del celebre paniere delle “Magnifiche 7”, le sette big tech che guidano il mercato azionario globale. In questa nuova versione, chiamata Mag 7B, le azioni Tesla sono state sostituite da Bitcoin.

L’obiettivo? Verificare se la criptovaluta può essere considerata un’alternativa valida – se non migliore – rispetto a una delle aziende più iconiche del settore tecnologico. In parte i risultati sono già chiari: più rendimenti e meno volatilità, Tesla sembra non riuscire dalla profonda crisi che l’ha colpita dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.

Azioni Tesla e Bitcoin: cos’è l’indice Mag 7B e l’information ratio

Sostituendo Bitcoin alle azioni Tesla nell’indice Mag 7, che replica il comportamento dei migliori asset tecnologici globali, viene fuori il Mag 7B. No, non ci siamo inventati noi questo esperimento, bensì è opera di Standard Chartered, una delle banche più importanti del Regno Unito. La cosa più interessante è che Geoffrey Kendrick, Head of Digital Assets Research dell’istituto di credito, ha dichiarato che questa nuova composizione avrebbe generato rendimenti superiori di circa il 5% dal 2017 a oggi, riducendo al contempo la volatilità media annua di quasi il 2%

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Il risultato di quanto affermato da Kendrick risulta particolarmente visibile se si analizza l’information ratio. Questo indicatore mette in evidenza il rapporto tra extra rendimento rispetto al benchmark di mercato e la tracking error volatility (volatilità dei rendimenti differenziali del portafoglio rispetto ad un indice di riferimento). Senza entrare troppo nel tecnico possiamo dire che è utile per valutare le performance di un determinato asset mettendole in relazione con il rischio ad esso associato.

Il risultato della sostituzione delle azioni Tesla con Bitcoin all’interno dell’indice Mag 7? Un information ratio più elevato (e quindi performance migliori): 1,13 contro 1,04. La scelta di inserire Bitcoin al posto delle azioni Tesla nasce da un’osservazione precisa: secondo Kendrick, BTC si comporta sempre più come un titolo tech che come una riserva di valore, di conseguenza è più correlato al Nasdaq 100, un indice che traccia l’andamento delle 100 aziende tecnologiche americane più capitalizzate, che all’oro. 

In ogni caso i dati ci dicono che da gennaio 2025, ovvero da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca,  le performance di prezzo di BTC sono più simili a quelle di Nvidia, mentre quelle di Tesla appaiono più vicine a quelle di Ethereum, almeno in termini di volatilità.

Bitcoin nei portafogli istituzionali diventerà la normalità?

L’inclusione di Bitcoin a discapito delle azioni Tesla nell’indice Mag 7B non è solo un esperimento accademico. Riflette un cambiamento più ampio nel mondo degli investimenti: sempre più fondi, anche sovrani, stanno valutando di esporsi direttamente a BTC, come ribadisce anche Larry Fink, il CEO di BlackRock, da due anni a questa parte. E con il lancio dell’ETF Bitcoin di BlackRock anche in Europa (notizia di oggi), la possibilità che gli investitori istituzionali allochino capitali su BTC è diventata ancora più concreta. Inoltre, l’Europa è un continente di ricchi risparmiatori i quali potrebbero scegliere di esporsi ad un asset nuovo ma decisamente solido.

In sintesi l’analisi di Kendrick va oltre il rendimento: la minore volatilità che si potrebbe ottenere sostituendo le azioni Tesla con Bitcoin suggerisce che l’asset crypto può persino ribilanciare il rischio complessivo di un portafoglio tech. Il messaggio è chiaro: Bitcoin non è più un outsider, ma può essere considerato un componente a tutti gli effetti all’interno dei portafogli orientati all’innovazione.

Sbarca in Europa l’ETF Bitcoin di BlackRock: è il più economico sul mercato?

L’ETF Bitcoin di BlackRock sbarca in Europa

BlackRock lancia il suo ETF Bitcoin anche in Europa, con commissioni tra le più basse del mercato. Scopri come funziona l’ETF Spot già quotato su Euronext.

L’ETF su Bitcoin di BlackRock è finalmente disponibile anche per gli investitori europei. Dopo il clamoroso successo negli Stati Uniti nell’ultimo anno, il colosso finanziario americano ha deciso di espandere la propria offerta nel vecchio continente, lanciando il proprio prodotto su Euronext Amsterdam.

Si tratta di un ETF Spot, proprio come quello lanciato in America a gennaio 2024: questo significa che detiene come sottostante direttamente e fisicamente Bitcoin e non solo strumenti derivati. Ma a colpire è soprattutto un aspetto: le commissioni, tra le più basse del settore. Scopri tutto sull’ETF su Bitcoin lanciato in Europa da BlackRock.

ETF Bitcoin BlackRock: le caratteristiche principali

Il nuovo ETF Bitcoin di BlackRock sarà accessibile sia in dollari americani (USD) su Euronext Amsterdam, il più grande mercato azionario paneuropeo e una dei principali exchange al mondo per quanto riguarda i prodotti derivati, sia in Euro (EUR) tramite Nyse Euronext Paris e Cetra. L’ISIN di questo strumento finanziario, il codice internazionale che lo identifica in modo univoco è XS2940466316.

Il prodotto verrà gestito da iShares, il brand ETF di BlackRock, e prevede il seguente TER (Total Expense Ratio), ovvero la quota delle spese di esercizio o l’ammontare dei costi annuali applicabili:

  • 0,15% per il primo anno;
  • 0,25% dal secondo anno in poi.

Questi costi rendono l’ETF di Blackrock estremamente competitivo, anche rispetto ad altri ETP o ETN europei già presenti sul mercato e scambiabili. Secondo Rachel Aguirre, responsabile dei prodotti iShares in America, l’arrivo dell’ETF Bitcoin in Europa è una risposta alla crescente domanda di accesso regolamentato agli asset digitali. Le parole della responsabile, riportate da Bloomberg, confermano l’intento di BlackRock di consolidare la propria leadership anche fuori dagli Stati Uniti. C’è da dire che già a febbraio 2025 circolavano indiscrezioni sul lancio europeo di questo prodotto, ma l’azienda non aveva confermato ufficialmente la notizia fino ad oggi.

Quale sarà l’impatto sul mercato europeo?

Sebbene l’Europa abbia già visto nascere diversi prodotti basati su Bitcoin, la credibilità e la rete di clienti istituzionali di BlackRock potrebbero fare la differenza. Soprattutto alla luce del volume di trading generato dagli strumenti finanziari equivalenti negli Stati Uniti. 

Dal loro lancio ad oggi solo i prodotti emessi da BlackRock stessa hanno registrato 39 miliardi di dollari di inflow e detengono circa 50 miliardi di Bitcoin in controvalore. Il mercato europeo degli ETF, tuttavia, è molto più piccolo rispetto a quello americano, e difficilmente si raggiungeranno volumi simili nel breve termine. 

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Cosa cambia per chi investe in Europa?

Il lancio europeo degli ETF su Bitcoin arriva in un momento strategico. Negli ultimi giorni gli strumenti finanziari americani stanno registrando nuovamente afflussi di capitale, dopo un periodo, durato circa 1 mese, dominato da forti outflow. Quello di BlackRock, in particolare, ha chiuso sei sessioni consecutive in positivo, segnalando un rinnovato interesse da parte degli investitori.

Con la quotazione su Euronext, l’ETF Bitcoin BlackRock sarà accessibile a un numero crescente di investitori europei. La semplicità di accesso, la reputazione dell’emittente, che è il più importante fondo di investimento al mondo con in gestione 11 trilioni di dollari e i costi di gestione contenuti potrebbero rendere questo prodotto il punto di riferimento per chi vuole esporsi a Bitcoin attraverso strumenti regolamentati.

È, però, importante ricordare che questi strumenti finanziari sono utili solo nel caso in cui un investitore voglia esporsi alla volatilità di Bitcoin. Infatti, investendo in Bitcoin attraverso un prodotto finanziario regolamentato, come un ETF, ETP o ETC, non è possibile spostare i propri Bitcoin in un wallet self-custody (o non custodial), a differenza di quando lo si acquista direttamente e fisicamente attraverso un exchange di criptovalute regolamentati come Young Platform.

Young Platform e Okipo rinnovano la partnership per offrire il servizio di dichiarazione fiscale crypto più completo e conveniente sul mercato

report fiscale okipo

Torino, 21/03/2025 – Young Platform, la principale piattaforma italiana per l’acquisto e la gestione di criptovalute, annuncia il rinnovo della partnership strategica con Okipo, la soluzione leader in Italia per la fiscalità crypto. L’obiettivo è offrire agli utenti un servizio di dichiarazione dei redditi crypto sempre più accessibile, automatico e completo, a un prezzo competitivo.

La normativa fiscale in Italia

Negli ultimi anni, il quadro normativo italiano sulle criptovalute è cambiato radicalmente. Dal 2016 a oggi, le regole fiscali sono state modificate tre volte, con innumerevoli chiarimenti, aggiunte e correzioni, rendendo sempre più complessa la gestione della dichiarazione.

Per chi deve compilare la dichiarazione dei redditi 2025 o mettersi in regola tramite ravvedimento operoso, sia perché non ha mai dichiarato le proprie crypto, sia perché lo ha fatto solo in parte o erroneamente, il processo può risultare particolarmente complicato. Dichiarare correttamente le proprie criptovalute tenendo conto di tutti questi fattori è essenziale per evitare sanzioni e garantire la conformità fiscale.

Un servizio per tutti gli investitori in criptovalute

Grazie alla collaborazione tra Young Platform e Okipo, chiunque può accedere a strumenti avanzati per la gestione delle tasse crypto, con soluzioni su misura in base alle proprie esigenze. L’offerta non è riservata solo agli utenti di Young Platform: basta creare un account sulla piattaforma per usufruire dei servizi agevolati di Young Platform e Okipo, ottenendo così il massimo risparmio sulla dichiarazione delle criptovalute.

Un servizio fiscale per ogni esigenza

La rinnovata partnership consente di scegliere tra due opzioni per la dichiarazione delle criptovalute:

  • Report Fiscale Young Platform: pensato per chi ha operato esclusivamente su Young Platform, offre un calcolo automatico delle plusvalenze e la compilazione precompilata dei moduli fiscali (Quadri RW, RT, W e T), semplificando l’intero processo dichiarativo. A partire da €19,99 ed include tutti gli anni fiscali.
  • Report Fiscale Young-Okipo: ideale per chi utilizza più exchange, wallet esterni, piattaforme DeFi o possiede NFT. Questo report aggrega automaticamente tutte le transazioni, consentendo di dichiarare le proprie crypto in modo accurato e senza errori. A partire da €79  ed include tutti gli anni fiscali. 

Entrambe le soluzioni sono disponibili nella sezione “Tasse & Report” di Young Platform.

Dichiarazione crypto senza pensieri e al miglior prezzo

Uno dei principali vantaggi della partnership è la possibilità di ottenere il report fiscale più competitivo sul mercato:

  • Pagamento unico per tutti gli anni fiscali: a differenza della maggioranza dei servizi, Young Platform e Okipo consentono di dichiarare più anni senza costi aggiuntivi.
  • Prezzi scontati: i prezzi di entrambi i report risultano ultra competivi rispetto ai prezzi standard di mercato che si aggirano intorno a €300 per ogni anno fiscale.
  • Tracking degli investimenti: connessione automatica a exchange e wallet per monitorare i propri asset.
  • Compilazione automatica dei modelli fiscali: Quadri RW, W, RT e T precompilati, riducendo il rischio di errori.
  • Calcolo delle imposte sulle plusvalenze: calcoli precisi per evitare sanzioni.
  • Supporto personalizzato: supporto da commercialisti esperti in fiscalità crypto per risolvere dubbi e ottimizzare la tassazione.

Club di Young Platform 

Inoltre, chi è iscritto a un Club Young Platform può abbattere ulteriormente il costo del report. Ad esempio:

  • Il Report Fiscale Young Platform può costare €3,99€ per i membri del Club Platinum.
  • Il Report Fiscale Young-Okipo è accessibile a soli €44 per i membri del Club Platinum.

Grazie a queste agevolazioni, gli utenti possono regolarizzare la propria posizione fiscale con un investimento minimo, ottenendo un servizio di qualità al miglior prezzo sul mercato.

Un impegno comune per la semplificazione fiscale

La tassazione delle criptovalute è un tema sempre più rilevante in Italia, e il nostro obiettivo è renderla semplice e accessibile a tutti” – afferma Andrea Ferrero, CEO di Young Platform. “Grazie a questa partnership con Okipo, offriamo una soluzione completa che elimina la complessità burocratica e garantisce la conformità fiscale al miglior prezzo sul mercato.”

Anche Simone Notaristefano, CEO di Okipo, sottolinea l’importanza di questa collaborazione: “Automatizzare la fiscalità crypto significa ridurre i rischi per gli investitori e semplificare un processo che spesso può risultare complicato. Con Young Platform, vogliamo fornire uno strumento efficace e affidabile per dichiarare correttamente le proprie criptovalute sempre aggiornato rispetto alla normativa italiana.”

Grazie al rinnovo della partnership tra Young Platform e Okipo, la dichiarazione delle criptovalute non è mai stata così semplice, veloce e conveniente.Per maggiori informazioni, visita la sezione “Tasse Crypto” del Blog di Young Platform.

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Il 2025 di Young Platform

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