Riunione Fed Giugno 2023: i tassi rimangono fermi. Cos’è successo?

Riunione Fed, giugno 2023: tassi fermi, ma non è tutto

Le previsioni degli esperti sulla riunione Fed del 13 e 14 giugno 2023 si sono avverate. Ecco quello che è successo durante il meeting

La riunione Fed di giugno ha confermato le previsioni degli esperti, orientate verso una pausa dei rialzi dei tassi di interesse. Dall’anno scorso la Banca Centrale degli Stati Uniti ha alzato il costo del denaro10 volte (un ritmo così serrato non si vedeva dagli anni ‘80) con l’obiettivo di riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. 

Ieri con la decisione del FOMC, il comitato esecutivo della Fed, si è interrotta l’escalation che da 15 mesi ha visto un aumento dopo l’altro. Ecco cos’è successo durante la riunione Fed di giugno, non solo in termini di tassi di interesse, ma anche di previsioni su crescita e inflazione e l’attesissimo grafico Dot Plot

Riunione Fed giugno 2023: pausa sui tassi di interesse confermata

La maggior parte degli esperti che hanno avanzato le loro previsioni sulla riunione Fed di giugno e sui tassi di interesse, era convinta che la Banca Centrale questo mese avrebbe fatto una pausa. Per il CME FedWatch Tool, la Federal Reserve avrebbe sospeso i rialzi con una probabilità del 70% e così è stato. I tassi rimangono quindi nella fascia 5%-5,25%

Con voto unanime, la Banca Centrale ha deciso di non modificare il costo del denaro specificando però che si tratta solo di uno stop temporaneo e preannunciando due nuovi rialzi entro fine anno

Quello che è successo durante la riunione Fed di giugno ha a che fare principalmente con il rallentamento dell’inflazione a maggio. In concomitanza con il meeting sono stati resi noti i dati sul carovita calcolato con l’indice dei prezzi al consumo: l’inflazione negli Stati Uniti a maggio è scesa al 4% (il dato più basso da marzo 2021). 

Alla luce dell’esito della riunione Fed di giugno la previsione più accurata è stata quella di Jim Caron di Morgan Stanley. Secondo l’economista ci vuole tempo affinché l’effetto dei rialzi abbia un impatto sull’economia e il livello del 5% è sufficiente per riportare l’inflazione ai livelli target. Quella della Fed sembra infatti una “pausa di riflessione” per dare più tempo alla politica monetaria attuata negli ultimi mesi di rendersi effettiva. E verificare se la strada intrapresa è quella giusta. 

Nel comunicato del FOMC si può leggere che “gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica continua a crescere a un ritmo modesto” e che “l’inflazione rimane elevata. Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente. È probabile che condizioni di credito più restrittive per famiglie e imprese pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta. Il Comitato resta molto attento ai rischi di inflazione”

Riunione Fed giugno 2023: l’aggiornamento del grafico Dot Plot

I membri del FOMC hanno indicato le loro aspettative sui tassi futuri aggiornando il grafico Dot Plot. I punti si sono spostati decisamente verso l’alto, la previsione sui tassi di interesse è quella del 5,6% entro la fine del 2023. Questo conferma che la pausa della Fed per giugno 2023 non è definitiva: supponendo che nei prossimi mesi la Banca Centrale si muova con un aumento di un quarto di punto percentuale alla volta, dovrebbero verificarsi due nuovi rialzi. Secondo Bank America questi saranno a luglio e a settembre. La prossima riunione Fed è prevista da calendario per il 25 e 26 luglio.

La pausa della Fed e le reazioni della borsa

Nonostante la pausa e quindi un ammorbidimento della politica monetaria, la reazione iniziale dei mercati è stata negativa, gli investitori si sono concentrati sulle proiezioni della Banca Centrale per il resto dell’anno e quindi sui prossimi rialzi dei tassi di interesse. Lo S&P 500 ha guadagnato poco, salendo dello 0,08% e chiudendo a 4.372,59. Il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,39% chiudendo a 13.626,48, sostenuto dai guadagni di Nvidia e AMD.

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Crescita economica e inflazione

Cosa è successo alla riunione Fed di giugno sul fronte crescita economica e inflazione? Gli economisti della Banca Centrale hanno presentato anche gli ultimi dati su crescita e inflazione degli Stati Uniti.

Per il PIL l’aspettativa per il 2023 è al rialzo con un +1% rispetto alla stima dello 0,4% di marzo. L’ottimismo si è riscontrato anche per il tasso di disoccupazione che dovrebbe attestarsi al 4,1% contro il 4,5% previsto sempre a marzo. 

I funzionari hanno alzato la proiezione collettiva al 3,9% per l’inflazione core (che esclude acqua ed energia), in precedenza la stima era del 3,6%. 

Il meeting si è concluso il giorno prima di un altro attesissimo evento, quello sulla politica monetaria della BCE. Se quello che è successo durante la riunione Fed di giugno si può interpretare come un segnale ottimista, le previsioni per la Banca Centrale Europea ipotizzano nuove misure per combattere l’inflazione. 

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Le possibili conseguenze del default USA: il rischio è globale?

Default USA: tutte le conseguenze possibili

Che succede al debito pubblico degli Stati Uniti? Quali le possibili conseguenze del default USA?

Quali sarebbero le conseguenze del default USA? La domanda è più che lecita ora che gli Stati Uniti si stanno pericolosamente avvicinando alla “data X” in cui il governo non potrà più pagare i propri debiti, e Repubblicani e Democratici non riescono a trovare un compromesso per risolvere la situazione del debito pubblico. Capire che succede in situazioni come queste è fondamentale per anticipare (per quanto possibile) le conseguenze di un default come quello che stanno rischiando ora gli USA e che sta tenendo tutti con il fiato sospeso. 

Default USA: che succede?

Prima di approfondire le possibili conseguenze del default USA, ripercorriamo cosa sta succedendo al debito pubblico statunitense e gli eventi che hanno portato alla tensione degli ultimi giorni. 

Il primo nome da tenere presente in questa vicenda è quello di Janet Yellen, la segretaria del Tesoro. Quest’ultima lo scorso gennaio aveva annunciato che il tetto del debito pubblico a 31.400 miliardi era stato raggiunto e che per soddisfare gli obblighi sarebbero servite misure straordinarie. La segretaria nelle ultime settimane ha rinnovato la preoccupazione sostenendo che gli Stati Uniti non saranno più in grado di pagare i propri debiti già a partire dal 1° giugno. Cosa che ha messo in allarme molti sulle conseguenze del default USA. In poche parole, da gennaio lo Stato non può più spendere un dollaro per finanziare spese pubbliche. 

Il “tetto del debito” infatti è uno strumento di controllo delle finanze statunitensi creato nel 1917 e fissato per legge, indica fino a che punto lo Stato può indebitarsi. 

Le opzioni per scongiurare il default USA e le sue conseguenze

Ciò che succede attualmente al debito pubblico statunitense si può spiegare semplicemente con “le uscite sono più alte delle entrate”. Per rientrare nei limiti stabiliti e scongiurare il rischio default USA e le sue conseguenze, le opzioni sono aumentare le tasse, diminuire le spese o alzare il tetto del debito. E su questo punto si scontrano le due principali forze politiche del paese. Se i Democratici non intendono tagliare le spese che erano già state stanziate, i Repubblicani non accettano l’aumento delle tasse

I rappresentanti del dibattito sono il presidente Joe Biden e Kevin McCarthy, il presidente della Camera dei Rappresentanti che fa il portavoce dei Repubblicani. Che non sono ancora arrivati ad un accordo su come pagare i debiti della nazione. Biden durante la conferenza conclusiva del G7 di Hiroshima ha pubblicamente rifiutato una delle proposte repubblicane per recuperare un po’ di fondi ovvero la sospensione del tax-loss harvesting per i trader crypto.

Il presidente Biden potrebbe però giocarsi la carta del 14° emendamento che è stato ratificato nel 1869 secondo cui “la validità del debito pubblico degli Stati Uniti, autorizzato dalla legge, compresi i debiti contratti per il pagamento di pensioni e di indennità per i servizi resi nel reprimere l’insurrezione o la ribellione, non può essere messa in discussione”. E alzare il tetto del debito da solo. 

L’entità del debito pubblico è impressionante, questo “debito” è di gran parte di proprietà degli investitori singoli, dei fondi pensione, delle compagnie di assicurazione e dei governi stranieri ed è sempre stata considerata una forma di investimento sicura e fondamentale per l’economia. Se gli Stati Uniti non dovessero pagare chi detiene questo debito, la fiducia potrebbe essere persa per sempre. E questa è solo una delle tante possibili conseguenze del default USA.  

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Default USA, conseguenze: che succede se il paese non paga i debiti

Le conseguenze del default USA non sono facilmente prevedibili perché il paese non è mai stato insolvente prima, solo nel 2011 si era prospettata questa possibilità e l’unico effetto era stato un declassamento del rating del credito da AAA a AA+ da parte di Standard & Poor’s.

Oggi le conseguenze del default USA potrebbero essere più gravi e “a cascata”. In primo luogo il mercato azionario perderebbe gran parte del suo valore se gli investitori fossero spaventati dall’instabilità. Sarebbero colpiti direttamente gli investimenti degli americani, i titoli scenderebbero fino a un terzo del loro valore. Secondo Moody’s Analytics, ciò cancellerebbe circa 12.000 miliardi di dollari di ricchezza delle famiglie.

Sempre secondo Moody’s il tasso di disoccupazione salirebbe al 5% con la perdita di 7.4 milioni di posti di lavoro, e l’economia si contrarrebbe di quasi mezzo punto percentuale. Questo perché inizierebbe una recessione su scala globale, al G7 Yellen ha commentato: “un’insolvenza minaccerebbe i guadagni che abbiamo ottenuto con tanta fatica negli ultimi anni nella nostra ripresa dalla pandemia. E scatenerebbe una recessione globale che ci farebbe arretrare ancora di più”.

Zillow ha stimato che i costi degli alloggi aumenterebbero del 22%, con un tasso di interesse per i mutui trentennali a tasso fisso superiore all’8%, e le vendite di case esistenti scenderebbero del 23% al loro punto più basso in caso di default del debito.

Un’altra delle più probabili conseguenze del default USA è il rallentamento o addirittura la sospensione del sistema previdenziale. Il Tesoro insomma dovrà compiere scelte difficili sui quali fatture pagare, e quali no. Attualmente circa 66 milioni di pensionati e lavoratori con disabilità ricevono delle pensioni, per un totale di 25 miliardi di dollari a settimana con una media di 1.827 dollari al mese di contributo a persona. Verrebbero intaccati anche i sostegni ai veterani e alle famiglie dei superstiti. 

Infine le conseguenze del default USA non rimarrebbero solo in casa, ma potrebbero altresì espandersi oltreoceano soprattutto perché il sistema finanziario globale dipende dalla stabilità del dollaro. Sono particolarmente a rischio i paesi che detengono i Buoni del Tesoro americani, come Giappone, Cina e Regno Unito. 

Alcuni analisti sostengono che gli Stati Uniti riusciranno a cavarsela fino alla metà di giugno, le tasse dei contribuenti potrebbero far slittare la “data X” alla fine dell’estate. Nel frattempo rimangono aperte tutte le previsioni sulle conseguenze del default USA, che rimangono comunque molto negative. 

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Le news sulle criptovalute dal G7 di Hiroshima

Criptovalute news: tutte le novità crypto al G7

Le ultime news sulle criptovalute e la loro regolamentazione vengono dal G7 appena concluso ad Hiroshima 

Non sono mancate le news sul fronte criptovalute al G7 di Hiroshima. Durante la 49° edizione del summit, i leader politici di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno discusso ed elaborato propositi su vari temi come il conflitto in Ucraina, la resilienza economica, la sicurezza alimentare, il disarmo nucleare ma anche delle sfide della nuova finanza digitale. Ma cosa è successo davvero e in che modo l’evento ha puntato i riflettori sul mondo crypto? Le ultime news sulle criptovalute provenienti dal G7 hanno suscitato immediatamente l’attenzione di tutti gli interessati. 

Criptovalute news: il G7 sostiene le CBDC

La prima tra le news sulle criptovalute e la loro regolamentazione riguarda l’appoggio che i membri del G7 hanno dato alle Central Bank Digital Currency, ovvero le monete digitali emesse dalle banche centrali come l’euro digitale a cui sta già lavorando la BCE. Altra questione al centro dei dibattiti è stata il tracciamento e la regolazione delle transazioni in criptovalute, chiamando in causa la “trave rule” che già nel 2019 la Financial Action Task Force (FATF) proponeva di applicare ai crypto asset. Secondo questa regola gli istituti finanziari che elaborano transazioni crypto superiori ai 3.000 dollari dovrebbero tenere traccia di nome, indirizzo e informazioni sul conto. 

News sulla regolamentazione che arriva poco dopo che il Consiglio europeo ha approvato il MiCA che impone ai fornitori dei servizi crypto, i “crypto-asset service provider” (CASP), di raccogliere informazioni sui trasferimenti di criptovalute di qualsiasi importo per garantire la tracciabilità e identificare le transazioni sospette. Il tutto nell’ottica di rafforzare le norme dell’Unione Europea contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Il Regno Unito, un po’ controcorrente, ha raccomandato invece di regolamentare il trading di criptovalute come se fosse gioco d’azzardo a causa dei rischi intrinseci connessi per i consumatori.  

Per riassumere le news sulle criptovalute provenienti dal G7, si può dire che i paesi del summit si stanno impegnando a fornire standard internazionali per l’innovazione sia delle crypto e dei digital asset, che per l’intelligenza artificiale. 

Il discorso di Biden sulle crypto

Per il settore delle criptovalute, le news sono continuate con il discorso di chiusura del G7 pronunciato da Joe Biden. In questa occasione il presidente degli Stati Uniti ha espresso la sua opposizione alla proposta dei Repubblicani di sospendere il tax-loss harvesting per i trader crypto come uno dei tentativi di riduzione del deficit dello Stato. In poche parole si tratterebbe di attuare una “scappatoia fiscale”, meccanismo già applicato agli azionisti: l’idea è quella di vendere gli investimenti che hanno subito perdite per ridurre l’imponibile fiscale e compensare le plusvalenze di altri investimenti. 

Biden è stato molto fermo nella sua posizione: “non accetterò un accordo che protegge i ricchi imbroglioni fiscali e i trader di criptovalute mettendo a rischio l’assistenza alimentare per quasi cento — scusate — quasi un milione di americani”.

Le ultime news sulle criptovalute giunte dal G7 hanno prospettato un futuro all’insegna di grandi e movimentate discussioni, tutte volte a determinare delle regole comuni. 

Riunione BCE maggio: rialzo dei tassi di interesse confermato

Riunione BCE maggio 2023: tutte le decisioni prese

Nuovo aumento dei tassi d’interesse confermato. Ecco cos’è successo durante la riunione BCE del 4 maggio 2023

La riunione BCE di maggio ha portato un nuovo rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base. Le previsioni più hawkish si sono avverate, Christine Lagarde ha annunciato che l’inflazione “è ancora troppo alta e per troppo tempo” e che “c’è ancora molta strada da fare”. La decisione arriva proprio il giorno dopo il verdetto della Federal Reserve, che seppur in un contesto diverso, rispecchia a pieno la politica monetaria europea. Ecco quello che è successo durante la riunione BCE del 4 maggio!

Riunione BCE Maggio 2023: nuovo aumento dei tassi d’interesse

Nuovo aumento dei tassi di interesse confermato. La Banca Centrale Europea ha agito da manuale, negli scorsi meeting infatti la presidente dell’istituto non ha mai nascosto futuri nuovi aumenti (per un totale di +100 punti base complessivi nel primo trimestre dell’anno) qualora i dati sull’inflazione dovessero richiederlo. E così è stato. 

L’inflazione dell’Eurozona, escludendo i prezzi dei generi alimentari e dell’energia, è del 5,6%. Ancora molto lontana dall’obiettivo del 2%. 

Tuttavia l’ipotesi più accreditata del rialzo dei 50 punti percentuale è stata smentita, e nella sua riunione di maggio la BCE ha optato per un rialzo inferiore di 25 punti base. A partire dal 10 maggio, i tassi si attesteranno tra il 3,25% e il 4%, non erano così alti dal 2008. 

Le richieste di fermare la politica restrittiva di alcuni governatori delle Banche Centrali nazionali europee non sono state accolte. Questi avevano espresso alla stampa le loro opinioni sulle imminenti mosse della BCE durante la riunione primaverile del Fondo Monetario Internazionale tenutosi tra il 10 e il 16 aprile a Washington (dove sono state redatte anche le previsioni sull’economia globale). 

I fattori da considerare secondo gli economisti durante riunione BCE di maggio erano due: l’andamento dell’inflazione e la crisi bancaria statunitense e il possibile effetto valanga sull’Eurozona. 

Robert Holzmann, governatore della banca nazionale austriaca nonché membro della BCE, sembrava voler rivedere la politica di innalzamento dei tassi di interesse a causa delle turbolenze bancarie. “Sicuramente quello che abbiamo vissuto con la crisi bancaria negli Stati Uniti e con la Svizzera ha portato a cambiamenti nelle prospettive e se le prospettive cambiano, dobbiamo cambiare il nostro punto di vista”, ha spiegato alla CNBC. 

Il governatore aveva spiegato che l’inflazione non doveva essere l’unico aspetto che conta nelle previsioni per la riunione BCE di maggio, visto che le condizioni finanziarie infatti si sono inasprite e che l’accesso al credito è diminuito per le famiglie e le imprese.

Anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, era orientato in questo senso. Chiedeva infatti una rivalutazione dei rialzi, alla luce anche delle nuove analisi dei dati sull’inflazione che sembrerebbe rientrare nell’obiettivo a piccoli passi. 

Visco ha dichiarato che le banche europee “vanno bene” ma il contagio è ancora un rischio: “ciò che conta è anche la situazione dei mercati finanziari. Se la situazione dei mercati finanziari si consolida e diventa più difficile per le famiglie e le imprese ottenere credito, bisogna tenerne conto. Di quanto [i tassi debbano aumentare] dipende molto da ciò che ci dice il contesto in questo momento”. 

La linea portata avanti nella riunione BCE di maggio ha rispecchiato le idee di altri membri del Consiglio direttivo per cui l’istituto non poteva permettersi di mettere un freno e diminuire il ritmo dei rialzi. 

Gediminas Šimkus, presidente della Banca di Lituania, aveva commentato che il caro vita è preoccupante anche considerando che gli effetti delle politiche monetarie saranno visibili sul lungo periodo. Il governatore suggeriva che l’inflazione potrebbe non aver ancora raggiunto il picco: “molti si chiedono quale sia… il tasso terminale? Ma le nostre decisioni vengono prese sulla base di vari dati, proiezioni macroeconomiche, dati finanziari ed economici in arrivo, non si tratta solo del numero dell’inflazione… Si tratta di tutta questa serie di dati, che formano la decisione”.

Anche Edward Scicluna, governatore della Banca Centrale di Malta, nelle sue previsioni per la riunione ha affermato che la BCE ha “ancora un po’ di strada da fare” nella sua lotta contro l’aumento dei prezzi.

Nella conferenza stampa che ha seguito la riunione BCE di maggio, Lagarde ha confermato che l’approccio dell’istituto rimane data driven. E che il mood del direttivo è stato quello della “determinazione a combattere l’inflazione” e che le decisioni sono discusse ma prese all’unanimità

Sono state confermate anche le politiche di quantitative tightening e l’interruzione degli investimenti obbligazionari. 

Crescita e inflazione

Non solo tassi di interesse, in occasione della riunione BCE del 4 maggio 2023 sono state discusse anche la crescita e l’inflazione dell’Eurozona calcolata sul CPI. In particolare sono state riviste in ottica positiva le previsioni sull’inflazione annua. L’economia dell’Eurozona è cresciuta meno del previsto nel primo trimestre dell’anno, ma i dati sulla disoccupazione hanno mostrato un miglioramento rispetto a marzo attestandosi al 6,5%. 

Sul tema della crisi delle banche, l’istituto ha spiegato che il sistema europeo è molto più forte di quello statunitense e che la situazione è monitorata costantemente. 
Un recente report dell’istituto ha mostrato che le banche hanno notevolmente ristretto l’accesso al credito, cosa che suggerisce  che l’aumento dei tassi d’interesse ha iniziato a pesare sull’economia reale. Ecco dunque quello che è successo durante la riunione BCE di maggio. Le previsioni sul nuovo aumento dei tassi si sono avverate con tutte le conseguenze per i cittadini.

Riunione Fed Maggio 2023: cos’è successo? Nuovi rialzi ma forse è l’ultima volta

Le news sul FOMC fanno ripartire il mercato crypto

Nuovo aumento dei tassi di interesse durante la riunione Fed di maggio. Cosa aspettarsi ora? Sarà l’ultima volta?

Le previsioni sul nuovo aumento dei tassi di interesse durante la riunione Fed, svolta da calendario per il 2 e 3 maggio 2023, si sono avverate. Nonostante il rialzo dei tassi di di 25 punti base deciso lo scorso marzo, la situazione economica degli Stati Uniti è ancora incerta. L’inflazione rimane alta (anche se in calo) e la crisi bancaria, con il fallimento di First Republic Bank degli ultimi giorni, non è ancora rientrata. Ecco cos’è successo durante la riunione Fed di maggio.

Riunione Fed maggio 2023: aumento dei tassi di interesse confermato

Durante la riunione del 2 e il 3 maggio 2023, la Fed ovvero la Banca Centrale degli Stati Uniti, si è espressa sui tassi di interesse decidendo un aumento di 25 punti base. Ora i tassi della Banca Centrale degli Stati Uniti si trovano nella fascia tra il 5% e il 5,25%. La politica monetaria hawkish di Powell non dà segni di cedimento, del resto nell’ultimo report pubblicato il 12 aprile 2023 l’istituto ha spiegato che “per quanto riguarda le prospettive di politica monetaria, le misure delle aspettative di mercato suggeriscono che il tasso sui federal funds raggiungerà un picco nel maggio 2023” per poi abbassarsi nei mesi successivi.  

In altre parole, era stata la stessa Fed a prevedere un nuovo possibile aumento dei tassi di interesse per la riunione di maggio 2023. Favorevole a nuovi aumenti  anche Loretta Mester, funzionaria della Fed di Cleveland, secondo la quale tutti i responsabili politici dovrebbero spingere i tassi di interesse ben oltre al 5% per quest’anno. I dati positivi sull’inflazione tra febbraio e marzo, un aumento solo dello 0,1%, non sono serviti ad ammorbidire i funzionari del FOMC che si sono espressi all’unanimità

Questa è la decima volta consecutiva che la Banca Centrale USA alza i tassi di interesse ma forse Powell ha in mente una pausa. Dopo quello che è successo durante la riunione Fed di maggio, secondo alcune interpretazioni del comunicato ufficiale messo a confronto con quello dello scorso marzo, questo aumento potrebbe essere l’ultimo. Infatti non viene già anticipata la possibilità di nuovi rialzi

Le decisioni della Federal Reserve sulla politica monetaria hanno un impatto sia sui mercati tradizionali, sia su quelli della nuova finanza digitale. In occasione di questi meeting i prezzi delle criptovalute possono variare e creare delle opportunità.

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Riunione Fed, cosa è successo oltre ai tassi di interesse 

Durante la riunione Fed di maggio, gli economisti hanno condiviso anche i dati su crescita, inflazione e mercato del lavoro. Come anticipato, lo stato del caro vita di marzo per gli Stati Uniti è risultato migliore delle aspettative. Il CPI, ovvero l’indice dei prezzi al consumo utilizzato per calcolare l’inflazione, si è attestato allo 0,1%. E i mercati, compreso quello delle criptovalute, hanno reagito bene: subito dopo la notizia Ethereum ha registrato un +6,42% e Bitcoin un +0,25%. 

Il mercato del lavoro rimane forte, “l’aumento dei posti di lavoro è stato robusto” arrivando a +296.000 (a marzo erano 142.000). L’inflazione rimane al 5%, ben al di sopra dell’obiettivo della Banca Centrale, Powell ha dichiarato ai giornalisti che: “l’inflazione si è moderata un po’ dalla metà dello scorso anno, tuttavia le pressioni inflazionistiche continuano ad essere elevate e il processo per riportare l’inflazione al 2% è ancora lungo”. L’indice ISM sui servizi è di 51,9 ad aprile (dato precedente: 51,2). 

Considerando il suo ultimo report, la Banca Centrale si aspetta che l’inflazione scenderà al 2,8% nel 2023. E che alla fine dell’anno inizierà una lieve recessione che sarà recuperata nel giro di due anni. Inoltre il PIL rimarrà sotto le stime anche per il 2024, mentre la disoccupazione aumenterà all’inizio dell’anno prossimo. Non ci resta che scoprire se le aspettative verranno confermate. 


Quello che è successo durante l’ultima riunione Fed di maggio non è stato un fulmine a ciel sereno. Il rialzo dei tassi di interesse era stato previsto dalla maggior parte degli esperti e la Banca Centrale ha agito senza sorprese. Cosa succederà ora? L’emergenza bancaria rientrerà? I mercati inizialmente hanno reagito bene, incoraggiati dalla comunicazione più morbida ma la preoccupazione rimane e gli indici sono presto scesi.

Intanto oggi pomeriggio aspettiamo la conferenza stampa della BCE e vedremo se anche per l’Eurozona le previsioni restrittive saranno confermate come accaduto in sede di riunione Fed.

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Conferenza stampa BCE in diretta: come e dove vedere l’evento? 

Diretta BCE: dove vedere la conferenza stampa in streaming

Dove vedere la conferenza stampa della BCE in diretta? Tutte le info utili sullo streaming 

Dove vedere la diretta BCE? Ogni riunione della Banca Centrale è seguita dalla conferenza stampa tenuta dalla presidente Christine Lagarde. È possibile seguire l’evento in streaming per scoprire le decisioni di politica monetaria dell’istituto e le questioni sollevate dei giornalisti. Ogni diretta BCE è sempre seguitissima da tutti coloro che non vogliono perdersi neanche una parola della conferenza stampa. Ecco dunque come vedere l’evento, tra i più seguiti di politica monetaria. 

Al seguente link tutte le decisioni prese nella riunione di settembre.

Diretta BCE: dove vedere la conferenza stampa in streaming 

Il primo sito dove vedere la diretta BCE in streaming è Youtube, nello specifico sul canale ufficiale della Banca Centrale Europea: “European Central Bank”. 

La diretta BCE ha inizio alle 14:45, puoi impostare la campanella di notifica per ricevere l’avviso quando inizia. L’evento si svolge in inglese

Ma cosa succede durante questa conferenza stampa? La presidente della Banca Centrale Europea, accompagnata solitamente da un altro funzionario dell’istituto, presenta il resoconto della riunione svolta il giorno stesso e le decisioni prese dai membri. Tra queste ci sono le politiche sui tassi di interesse, sul quantitative easing e sul quantitative tightening, le previsioni sulla crescita, l’inflazione, la disoccupazione dell’Eurozona

Dopo la presentazione, Lagarde risponde ai giornalisti delle più importanti testate internazionali. 

A questo link il calendario completo delle prossime riunioni BCE. 

Diretta BCE, altri link e canali per lo streaming 

Oltre a Youtube, dove vedere la diretta BCE? Si può seguire la conferenza stampa anche sul sito internet ufficiale della Banca Centrale, nella sezione del menù “Media”. 

Qui puoi trovare il video streaming ma anche il comunicato ufficiale e il riassunto delle decisioni in forma scritta. Così come le proiezioni macroeconomiche e delle infografiche esemplificative. 

Sul sito ufficiale si può ascoltare la diretta BCE anche in versione podcast, disponibile anche sulla piattaforma “Soundcloud” o su “pod.link”.

Inoltre il profilo Twitter @ecb pubblica in tempo reale i punti salienti della conferenza. 

Ora che sai dove vedere la diretta BCE della conferenza stampa in streaming, segnati sul calendario questo importantissimo evento per il futuro dell’economia dell’Eurozona. 

Cos’è la Fed: le cose da sapere sulla più importante istituzione finanziaria USA

Cos’è la Fed? Significato, importanza e cose da sapere

Che cos’è la Fed, qual è il significato del termine e perché è così importante? 

Che cos’è la Fed e qual è il significato del termine? Domande che spesso tornano a galla fra i meno esperti di politica monetaria, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. L’acronimo Fed sta per “Federal Reserve System”. La Federal Reserve è uno dei pilastri su cui si regge l’economia americana e le decisioni che prende hanno un impatto significativo sull’economia mondiale. Vediamo dunque nel dettaglio che cos’è la Fed, qual è il significato del termine, di cosa si occupa, come è strutturata e perché è importante.

Che cos’è la Fed: significato e compiti principali

La Federal Reserve è l’istituzione monetaria più importante degli Stati Uniti d’America e ha il dovere di regolare il sistema bancario e finanziario del paese. È la Banca Centrale degli USA e il suo ruolo è simile a quello della Banca Centrale Europea nell’Eurozona. È stata fondata nel 1914 ed il suo obiettivo principale è garantire la stabilità dei prezzi e favorire la crescita economica. Il suo presidente è Jerome Powell, in carica dal 2018 e già membro del consiglio dei governatori della Banca Centrale degli USA dal 2012. 

Per comprendere a pieno che cos’è la Fed è necessario capire quali sono i suoi compiti principali. Questa istituzione si occupa innanzitutto di regolamentare il settore finanziario americano: vigila sulle banche garantendone la sicurezza, l’efficienza e la stabilità. La Fed è responsabile anche di emettere il dollaro e di distribuirlo nel sistema bancario del paese. In questo modo essa aumenta o diminuisce la quantità di denaro in circolazione e quindi agisce sul potere d’acquisto delle imprese e dei cittadini. 

Attraverso il suo comitato operativo, il FOMC (Federal Open Market Committee), attua le politiche monetarie degli Stati Uniti. Ad esempio decide se aumentare o diminuire i tassi di interesse e se attuare politiche espansive o hawkish (di quantitative easing o quantitative tightening). Infine tiene sotto controllo i mercati finanziari del paese e interviene, se necessario, per contrastare l’instabilità e scongiurare le crisi economiche.

Com’è strutturata la FED?

Ora che sappiamo che cos’è la Fed e il suo significato vediamo come è strutturata. La Banca Centrale degli Stati Uniti d’America è formata da tre organi:

  • Il consiglio dei governatori della Fed (Board of Governors):

composto da sette membri nominati dal Presidente degli Stati Uniti e vagliati dal Senato. Quest’organo definisce la politica monetaria degli Stati Uniti e ne supervisiona anche l’attuazione . Inoltre il consiglio dei governatori vigila sulle banche e gli istituti finanziari statunitensi.

  • Le banche federali regionali (Regional Federal Reserve Banks):

dodici istituti di credito situati in diversi distretti geografici degli Stati Uniti che  guidano le banche private, distribuiscono i contanti, e supportano gli istituti di credito del territorio.

  • Il Federal Open Market Committee (FOMC)

Cos’è il FOMC, il comitato più importante della Federal Reserve

Per rispondere alla domanda “che cos’è la Fed” bisogna analizzare il FOMC ovvero l’ente operativo della Federal Reserve. Quando senti parlare degli “incontri o riunioni della Fed” è in realtà questa commissione che si riunisce. Il FOMC è responsabile di stabilire la politica monetaria degli Stati Uniti, in particolare si esprime sull’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse e sulle politiche di mercato aperto, decide infatti se acquistare o vendere i titoli di Stato degli USA. Il comitato è composto dai sette membri del Board of Governors e dai dodici presidenti delle Federal Reserve Banks

Durante una riunione del FOMC, che avviene generalmente, ogni sei settimane (a questo link il calendario per il 2023), ogni membro del comitato esprime la propria opinione sulle condizioni economiche degli Stati Uniti e sulle politiche monetaria da attuare. Questa discussione avviene in modo formale, con i membri che si alternano per parlare. Una volta terminato il dibattito, i membri del FOMC votano tra le proposte dei membri selezionate dal presidente della Fed. Una volta che i voti sono stati espressi, la decisione viene presa sulla base della maggioranza semplice (numero di voti superiore alla metà del totale dei votanti) e viene comunicata ai cittadini attraverso un comunicato stampa. 

In alcuni di questi incontri viene anche presentato il Dot Pot, la rappresentazione grafica delle previsioni sui tassi di interesse dei membri del FOMC. Questo prospetto è di solito molto atteso, perché mostra le previsioni anonime (di breve medio e lungo periodo) di ogni membro sui tassi di interesse, molto importanti in un periodo storico come quello che stiamo vivendo caratterizzato da una forte inflazione che le politiche monetarie  tentano di contrastare.


Sapere che cos’è la Fed, il suo significato, di che cosa si occupa e quando si riunisce il suo comitato principale (il FOMC) è importante dato che le sue decisioni influenzano l’economia globale e di conseguenza il potere d’acquisto di tutti.

Cos’è la BCE e di cosa si occupa?

Cos’è la BCE: significato, sede, presidente e importanza della Banca Centrale Europea?

Che cos’è la BCE? Di cosa si occupa e qual è la sua struttura?

Che cos’è la BCE e qual è il suo significato? La sigla sta per “Banca Centrale Europea”, ovvero la principale istituzione monetaria dell’Eurozona fondata nel 1998 per garantire la stabilità dei prezzi e una crescita economica sostenibile. La sua sede si trova a Francoforte, e in questo periodo è stata ancor più al centro dell’attenzione per via della decisione comunicata dalla presidente di aumentare nuovamente i tassi di interesse, una politica monetaria utile a contrastare l’inflazione. Scopri che cos’è la BCE e tutti gli aspetti che la riguardano, dal presidente dell’Istituto ai suoi compiti e alla sua struttura.

Che cos’è la BCE?

La BCE è la Banca Centrale dell’Unione Monetaria Europea (UME) composta da tutti gli Stati che hanno adottato l’euro come valuta comune. Ma quali sono i compiti della Banca Centrale Europea? Questa istituzione innanzitutto è responsabile della gestione delle politiche monetarie dell’area, al fine di mantenere i prezzi stabili, promuovere la crescita economica e l’occupazione. La BCE si occupa di emettere e gestire la circolazione dell’euro, la valuta comune dell’UME. Quindi se ti chiedevi “chi stampa gli euro per l’Italia e gli altri paesi dell’unione Europea?” Ora hai la risposta. Ecco dunque cos’è la BCE.

Essa ha anche il compito di controllare le banche dell’eurozona, attraverso il meccanismo di supervisione unico (SSM), un sistema di sorveglianza creato per garantire la stabilità del sistema bancario europeo, prevenire le bolle speculative e ridurre il rischio di crisi finanziarie. Per questo motivo è importante che sia imparziale, indipendente e autonoma; la Banca Centrale Europea deve favorire l’interesse generale e non quello di una particolare nazione o gruppo di interesse. 

Infine la BCE si occupa di rappresentare l’Eurozona in diverse sedi internazionali, come i summit del G20 o nelle riunioni del Fondo Monetario Internazionale e collabora con le banche centrali dei paesi del mondo per promuovere la stabilità finanziaria a livello globale.

Le politiche monetarie della BCE

Quando si risponde alla domanda “che cos’è la BCE”, è necessario citare anche gli strumenti che questa istituzione utilizza per adempiere ai suoi compiti riguardanti le politiche monetarie. Quelle più popolari e conosciute riguardano l’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse che hanno delle conseguenze sulle banche e i cittadini dell’Eurozona

La BCE però utilizza anche altri strumenti per influenzare l’offerta di denaro, ad esempio le operazioni di mercato aperto. Queste sono prevalentemente l’acquisto e la vendita di titoli di stato dei paesi europei, attraverso i quali la Banca Centrale Europea regola la quantità di moneta in circolazione. Una di queste è, ad esempio, il quantitative easing. Un tipo di politica monetaria che prevede l’acquisto di titoli di Stato che la BCE ha attuato in più occasioni negli ultimi anni.

La struttura della BCE

Ora che sai cos’è la BCE, vediamo come è composta. La Banca Centrale Europea è formata da tre organi principali: il Consiglio dei governatori, il Comitato esecutivo e il Consiglio generale.

  • Il Consiglio direttivo è formato dai presidenti delle banche centrali nazionali dei paesi della zona euro, nel caso dell’Italia Ignazio Visco, e dai membri del Comitato esecutivo. Esso è responsabile di stabilire la politica monetaria della zona euro e di decidere sui tassi di interesse e sulle operazioni di mercato aperto;
  • Il Comitato esecutivo è composto dal presidente e dal vicepresidente della BCE, attualmente Christine Lagarde e Luis de Guindos e da altri quattro membri nominati dal Consiglio europeo, con il consenso del Parlamento europeo. Il Comitato esecutivo è responsabile dell’attuazione delle politiche monetarie della BCE;
  • Il Consiglio generale riunisce i presidenti e i vicepresidenti delle banche centrali nazionali dell’Eurozona, inclusi quelli dei paesi che non hanno ancora adottato l’euro. Esso è responsabile di assistere il Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo nella gestione della BCE e di svolgere altre funzioni consultive e di coordinamento.

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea in genere si riunisce otto volte all’anno (a questo link il calendario delle riunioni BCE per il 2023).

Sapere cos’è la BCE e conoscerne il funzionamento è molto importante. Le decisioni che questa istituzione prende, in particolare scegliendo quale politica monetaria attuare, influenzano l’economia europea, i mercati finanziari ma anche la quotidianità di tutti i cittadini dell’Eurozona.

Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Previsioni economia italiana (e globale): cosa sta per accadere secondo il FMI

Le previsioni per l’economia italiana e globale del FMI. Crescita, inflazione e disoccupazione, cosa succederà?

Quali sono le previsioni per l’economia italiana e globale del Fondo Monetario Internazionale? Con il suo report pubblicato l’11 aprile, e intitolato “Una ripresa difficile”, il FMI ha rivisto le sue stime per la crescita, l’inflazione e la disoccupazione a livello mondiale e con un focus sui singoli Stati. 

Previsioni economia italiana: crescita, inflazione e disoccupazione per 2023 e 2024

Concentriamoci subito sulle previsioni per l’economia italiana redatte dal FMI. Per quest’anno è prevista una crescita dello 0,7% e per il 2024 dello 0,8%. In questo caso le stime sono state riviste al rialzo dello 0,1% rispetto alle ultime di gennaio. Nonostante questo l’Italia rimane in ultima posizione tra i paesi del G7. Quest’anno farà peggio solo la Germania per cui si prevede un PIL piatto che però recupererà notevolmente nel 2024. Anche l’economia britannica si arresta, con un PIL negativo dello 0,3%. A trascinare l’eurozona c’è la Spagna con una crescita dell’1,5% per il 2023 e del 2% nel 2024. 

Tornando alle previsioni per l’economia italiana, il FMI si aspetta un aumento della disoccupazione all’8,3% rispetto all’8,1% del 2022; e un calo dell’inflazione dall’8,7% del 2022, al 4,5% del 2023 al 2,6% del 2024. 

Previsioni economia globale 

Come si può intuire dal titolo del report, le previsioni per l’economia globale non sono tra le più rosee. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto a ribasso le sue stime per l’economia mondiale, a 2,8% per il 2023 e 3% per il 2024. Il calo, rispetto alle precedenti previsioni di gennaio, è stato dello 0,1%. 

Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI, ha spiegato che nonostante la graduale ripresa dalla pandemia e dall’invasione dell’Ucraina, il clima rimane incerto. “La ripresa economica globale resiste, ma la strada si fa impervia”, soprattutto a causa della recente instabilità bancaria. Per il FMI la crescita economica globale rimane debole rispetto agli standard storici, i rischi finanziari sono aumentati e l’inflazione non ha ancora invertito la rotta.

Secondo il report l’inflazione globale dovrebbe rallentare al 7% quest’anno (rispetto all’8,7% del 2022). Il livello rimane al di sopra degli obiettivi che si sono date le Banche Centrali degli Stati Uniti e dell’Unione Europea (2%), il che suggerisce che le politiche monetarie restrittive probabilmente continueranno. 

Nelle sue previsioni sull’economia globale, il FMI sottolinea come la Russia stia resistendo alle sanzioni, il suo PIL crescerà dello 0,7% (un aumento dello 0,4% rispetto alle stime precedenti). Un cenno anche alla Cina in ripartenza con un 5,2% nel 2023. Negli Stati Uniti invece la crescita è doppia rispetto all’eurozona, il PIL dovrebbe aumentare dell’1,6% ma il prossimo anno la situazione dovrebbe essere invertita a vantaggio dell’area euro. 

Le previsioni sull’economia italiana e globale del FMI arrivano mentre si attendono con il fiato sospeso le nuove decisioni sui tassi di interesse durante la prossima riunione della BCE e della Federal Reserve previste rispettivamente per il 4 maggio e il 2-3 maggio.

Riunione Fed Marzo 2023: cosa è successo oltre al rialzo dei tassi?

FED

Powell sceglie la stabilità dei prezzi, la riunione Fed di Marzo ha portato un nuovo aumento dei tassi di interesse. Cosa è successo?

Durante la riunione Fed di Marzo in calendario martedì e mercoledì sono state prese delle scelte difficili. Nonostante il sistema bancario e finanziario statunitense si trovi in una situazione delicata dopo la crisi di SVB, Signature e Silvergate, la Banca Centrale ha deciso comunque di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, ovvero di un quarto di punto percentuale. 

Riunione Fed Marzo 2023: nuovo aumento dei tassi di interesse 

Durante la riunione Fed del 21 e 22 Marzo è arrivato l’atteso rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse. Il tasso di riferimento federale ora si trova tra il 4,75% e il 5%. Questo incremento è stato il nono consecutivo, ed è il più alto dal 2006. La Federal Reserve continua quindi la sua politica monetaria hawkish, che a molti ricorda quella attuata negli anni ‘80 per combattere l’inflazione

Powell ha riconosciuto che nonostante i recenti avvenimenti nel sistema bancario porteranno a un inasprimento delle condizioni di credito, il taglio dei tassi di interesse non rientra nella politica del FOMC per il 2023. Insomma non sono previste pause per i rialzi. 

In altre parole, in sede di riunione la Fed ha scelto di rimanere focalizzata sulla stabilità dei prezzi, continuando a far salire i tassi di interesse e tenendo conto del rischio di ulteriori difficoltà per gli istituiti bancari. La Federal Reserve comunque ha istituito un fondo per la liquidità garantendo di risarcire i depositanti delle banche fallite in questo periodo. Powell si è dimostrato fiducioso sulla solidità delle banche degli Stati Uniti

Questa decisione è stata giustificata così: “i recenti sviluppi potrebbero determinare un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”. 

Nonostante tutto, infatti, la principale sfida della Federal Reserve rimane la lotta all’inflazione per mantenerla al 2%

Durante la riunione Fed di Marzo è stato anche reso noto il grafico Dot Plot, che mostra le posizioni dei singoli membri del FOMC sul futuro dei tassi di interesse sul breve, medio e lungo termine. 

Le proiezioni indicano un picco del 5,1%, lo stesso indicato lo scorso Dicembre. Questo ci dice che la maggior parte dei funzionari (7 su 18) si aspetta per il futuro ulteriori aumenti dei tassi di interesse. 

Riunione Fed Marzo 2023: focus su crescita, inflazione e disoccupazione

Oltre alla decisione sui tassi di interesse, i funzionari della Fed nella riunione di marzo hanno aggiornato anche le loro proiezioni sull’economia statunitense. Sono state aumentate leggermente le aspettative sull’inflazione, che per quest’anno ci si aspetta essere al 3,3%. A Dicembre questa previsione era del 3,1%. 

La view sul tasso di disoccupazione è stata abbassata al 4,5%, mentre le prospettive per il PIL sono scese allo 0,4%.

L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali, uno degli indicatori di inflazione preferiti dalla Fed, è aumentato dello 0,6% rispetto a Gennaio ed è cresciuto del 5,4% rispetto a un anno fa se si escludono gli alimenti e l’energia.

A una settimana di distanza dal rialzo dei tassi di interessi della BCE, è arrivato anche quello della Banca Centrale degli Stati Uniti. La riunione della Fed di Marzo 2023 porterà caos nei mercati finanziari? Di sicuro l’aumento dei tassi di interesse ha delle conseguenze non solo per le banche ma anche per i consumatori.