Evergrande: la caduta di un gigante

Evergrande: azioni crollano dell’87%, cosa succede all’economia cinese?

La liquidazione di Evergrande, fallisce la seconda azienda immobiliare cinese più capitalizzata. Cosa sta succedendo al colosso?

Le azioni di Evergrande sono crollate a picco nella giornata di ieri e oggi le contrattazioni sulla stock sono state sospese. Il motivo è connesso alla decisione dell’Alta Corte di Hong Kong che ha ordinato la liquidazione del gruppo.

Qual è la storia recente di questo colosso del mercato immobiliare Cinese, cosa è successo dal 2021 a oggi e perché questo gigante sta soccombendo? Quali sono gli effetti che il default di Evergrande potrebbe sortire sul mercato cinene e globale? Dobbiamo aspettarci un’altra “crisi del 2008?”

Cos’è Evergrande?

Evergrande, precedentemente nota come Hengda Group, è stata fondata dall’uomo d’affari Hui Ka Yan nel 1996 a Guangzhou, nel sud della Cina. L’azienda si è inizialmente insediata nel mercato immobiliare per poi espandersi in altri settori. Attualmente Evergrande Real Estate gestisce più di 1.300 progetti in oltre 280 città della Cina mentre le attività del gruppo spaziano dalla gestione patrimoniale alla produzione di auto elettriche, alimenti e bevande. 

Evergrande possiede anche una delle squadre di calcio più importanti del Paese, il Guangzhou FC. Il suo fondatore Hui Ka Yan è stato in passato la persona più ricca dell’Asia e, nonostante il crollo della sua ricchezza dell’ultimo periodo, ha un patrimonio personale di circa 2,8 miliardi di dollari, secondo Forbes.

Crollo azioni Evergrande: l’inizio della crisi

Il crollo di Evergrande, un tempo secondo colosso immobiliare Cinese, che ha portato l’azienda a contrarre un debito di 330 miliardi di dollari è iniziato nel 2021, quando il default del colosso ha fatto tremare l’economia cinese. Le principali cause di questo crollo sono da attribuire alle politiche aziendali aggressive e al forte indebitamento degli anni passati. L’azienda aveva infatti richiesto prestiti per svariati miliardi di dollari dopo la pandemia di Covid-19 per provare ad entrare in alcuni nuovi mercati, tra cui quello delle auto elettriche e quello dei parchi a tema.

Queste mire espansionistiche sono però coincise con le nuove misure del governo cinese per controllare il debito. Ciò ha provocato una reazione a catena che ha obbligato Evergrande a svendere varie proprietà per far fronte al pagamento degli interessi sui prestiti. 

In quel frangente, nonostante i tentativi, Evergrande non è riuscita a ripagare i costi dei finanziamenti. Questo episodio ha poi obbligato Fitch, una delle più grandi agenzie di rating del mondo, a dichiarare la bancarotta del colosso. Ovviamente i mercati non presero bene la notizia, il titolo dell’azienda cinese crollò tanto da forzare la borsa di Hong Kong a mettere in pausa il trading sull’azione.

Il crollo di Evergrande da agosto a oggi

L’ultimo crollo delle azioni di Evergrande, prima di quello di ieri che ha obbligato la borsa di Hong Kong a interrompere nuovamente il trading sul titolo, è avvenuto alla fine di agosto. A causarlo era stata la pubblicazione del disastroso bilancio della società. Evergrande, nei primi sei mesi del 2023, aveva preso 4,5 miliardi di dollari accumulando un debito totale di 330 miliardi.

Questi dati le garantivano, e le garantiscono tuttora, un triste primato: quello della società più indebitata al mondo. Sempre ad agosto Evergrande aveva presentato un’istanza di fallimento chiedendo la protezione dei creditori che però non ha convinto né i creditori né l’Alta Corte di Hong Kong. D’altronde, già quest’estate, in pochi si aspettavano una risurrezione del colosso.

Il destino del gruppo cinese è dunque la liquidazione, in risposta alla sua incapacità di gestire l’enorme debito accumulato dal default del 2021 in poi. Il direttore esecutivo di Evergrande, Shawn Siu, ha definito “deplorevole” la decisione del regolatore di Hong Kong dichiarando poi che la compagnia si impegnerà per salvaguardare i diritti e gli interessi dei creditori sia nazionali che internazionali.

Il possibile impatto sul mercato Cinese

Salvare Evergrande da questo crollo avrebbe voluto dire compiere una delle più grandi ristrutturazioni del debito della storia. Tuttavia ciò non è avvenuto, e ora il fallimento potrebbe causare un effetto domino devastante per l’economia mondiale. Sono infatti 10 i fondi obbligazionari in credito nei confronti del colosso.

Inoltre, il problema che affligge il mercato immobiliare cinese non è localizzato ma bensì sistemico e sta colpendo anche altre realtà. Anche Country Garden, l’altro colosso nel settore del real estate del paese, recentemente ha faticato a pagare 22,5 milioni di dollari di cedole sulle sue obbligazioni. Questo perché è proprio l’intero mercato immobiliare cinese ad essere in crisi. Le vendite di immobili nei primi due trimestri del 2023 sono scese del 6,5% e il totale della superficie venduta è calato del 50% circa rispetto al 2021.

Il problema più grave però riguarda la dipendenza del mercato cinese rispetto a questo settore. Più del 25% del prodotto interno lordo (PIL) del paese infatti deriva proprio dal real estate. Insomma l’immobiliare è il motore di questa economia.


Infine la Cina, al contrario della maggior parte dei paesi occidentali, sta affrontando un periodo di deflazione, il fenomeno economico opposto rispetto all’inflazione. Quando questa si verifica i prezzi al consumo scendono e la crescita rallenta o addirittura si ferma. Questo scenario, insieme al possibile crollo del settore immobiliare che potrebbe avvenire dopo il collasso di Evergrande, potrebbe causare una crisi senza precedenti per il paese.

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Bitcoin ha perso il 20% in poco più di una settimana, siamo davvero in bull market?

Prezzo di Bitcoin -20%, siamo davvero in bull market?

Il bull market è davvero iniziato? Bitcoin, dall’inizio di gennaio, ha perso circa il 20%. Scopri cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi

Se ci basassimo sulla definizione di bear market per i mercati finanziari tradizionali, Bitcoin, in questi giorni, si troverebbe in una fase di mercato di questo tipo. Questa afferma che i cicli di mercato ribassisti iniziano quando il prezzo di un indice, come il Dow Jones, l’S&P 500 o anche Bitcoin per il mercato crypto, perde almeno il 20% del valore. Questo è esattamente quello che è successo dopo che gli ETF spot su Bitcoin sono stati approvati. 


Il mercato crypto, però, è completamente diverso da quello tradizionale, anche da questo punto di vista. Per dimostrarlo si può analizzare l’andamento di Bitcoin durante tutti i bull market passati: la crypto ha sempre subito importanti battute d’arresto, nonostante movimenti rialzisti incredibilmente esplosivi sul lungo periodo. 

Nel primo mercato “toro” della storia delle criptovalute, BTC ha dovuto affrontare un movimento del 20% ben 19 volte. Mentre per quanto riguarda l’ultimo ciclo (2020 – 2021), questo è successo ogni 73 giorni. Resta quindi da chiedersi dopo la recente correzione del prezzo di Bitcoin, se siamo in bull market o meno.

La discesa di Bitcoin dopo l’approvazione degli ETF

Nei giorni successivi all’approvazione degli ETF spot su Bitcoin abbiamo assistito ad un “sell the news”. Questo significa che il prezzo delle principali criptovalute del mercato è sceso in seguito all’evento. Il valore di Bitcoin ha dapprima raggiunto il punto di massimo annuale dei 49.000$ e poi crollato verso quota 41.500$, registrando un movimento del -15% circa in meno di quarantotto ore.

Nei giorni successivi poi il dump è continuato e ha portato BTC a sfiorare l’area dei 38.500$, dove è, finalmente, fatta sentire la domanda. Ora si trova sul livello dei 40.000$ dove sembra aver trovato un supporto da cui ripartire. Tuttavia, il livello da tenere d’occhio per capire se Bitcoin ha ritrovato il giusto equilibrio è quello dei 41.700$, se dovesse essere riconquistato potrebbe essere il punto di partenza per una nuova fase rialzista.

In ogni caso la price action di Bitcoin resta positiva sul lungo termine. La crypto ha registrato, da ottobre a dicembre, otto settimane rialziste consecutive e mancano meno di cento giorni all’halving, un evento storicamente positivo per il suo prezzo. Dopo quello del 2012 il valore di BTC è aumentato quasi del 12.000%, mentre nei mesi immediatamente successivi a quello del 2020 del 300% circa

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I bull market nella storia

Dopo aver analizzato i recenti movimenti del prezzo di Bitcoin possiamo confrontarli con i cicli rialzisti del passato. Innanzitutto dobbiamo specificare che, se prendiamo come punto di partenza questo ciclo rialzista il periodo immediatamente successivo al crollo di FTX, questo sarebbe il quarto ritracciamento superiore al 20% che affrontiamo. Ma quanti ne sono avvenuti nei cicli passati?

  • Febbraio 2011 – aprile 2013: in quello che molti considerano il primo bull market della storia il prezzo di Bitcoin è sceso del 20% o più in 19 occasioni, spesso molto vicine tra di loro. Il mese più difficile, che probabilmente fece dubitare tanti holder di BTC è stato giugno, per colpa di quattro crolli di prezzo molto ravvicinati tra loro.
  • Giugno 2015 – dicembre 2017: durante questo ciclo rialzista si sono verificati importanti movimenti a ribasso in media ogni 64 giorni. Il movimento di prezzo complessivo di Bitcoin in questo periodo è stato del +8.900%.
  • Febbraio 2019 – novembre 2021: la tesi secondo cui i crolli del 20% o più diventano meno frequenti al crescere dell’adozione di Bitcoin è corroborata da quanto accaduto nell’ultimo bull market. In quel frangente si è verificato questo scenario ogni 73 giorni.

Durante l’attuale ciclo, che dovrebbe essere iniziato a novembre 2022, il prezzo di Bitcoin sta affrontando crolli superiori al 20% mediamente ogni 102 giorni. Con il passare del tempo, BTC diventa sempre meno volatile, il che è normale visto che l’oscillazione del valore è inversamente proporzionale alla capitalizzazione di mercato e che questa sta continuando a crescere.

Cosa succederà in futuro? Bitcoin, con l’ondata di adozione che potranno portare gli ETF spot Bitcoin diventerà un asset sempre più stabile? Potrà mai essere paragonato agli indici più famosi del mercato azionario? 

Donald Trump: NO alle CBDC

La meme coin di Donald Trump su Solana

Donald Trump ha parlato di Central Bank Digital Currencies (CBDC) in un comizio elettorale nel New Hampshire. Scopri cosa ha detto

Donald Trump, attualmente il candidato favorito per le elezioni americane sul fronte repubblicano, ha tenuto un comizio elettorale nel New Hampshire nella giornata di ieri. Tra i diversi temi trattati, compaiono anche le controverse Central Bank Digital Currencies (CBDC), monete digitali emesse dalle banche centrali. 

Sebbene gli istituti di credito abbiano pubblicizzato questa nuova forma di valuta comparandola alle crypto, questi due mezzi di scambio sono profondamente diversi, soprattutto dal punto di vista della decentralizzazione.

Le CBDC sono valute che si ispirano a BTC ma agli antipodi in termini etici. Bitcoin è infatti nato proprio come alternativa alle monete di stato che possono essere illimitatamente emesse dai governi. La sua fornitura massima è invece di 21 milioni, caratteristica che la rende un’ottima opzione per conservare il proprio potere d’acquisto.

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Donal Trump dice no alle CBDC

L’ex presidente degli Stati Uniti, durante un comizio elettorale nel New Hampshire, si è espressamente dichiarato contrario alla CBDC. Durante il suo speech ha affermato che, nel caso in cui venisse nuovamente eletto, non permetterà l’introduzione di un dollaro digitale emesso dalla Federal Reserve (FED). Secondo Trump, infatti, una CBDC contribuirebbe ad accentrare ulteriormente il potere nelle mani della banche centrali.

“Questa sera farò anche un’altra promessa per proteggere gli americani dalla tirannia governativa,” ha detto il tycoon. “Come vostro presidente, non permetterò mai la creazione di una valuta digitale della Banca Centrale. Una tale moneta darebbe al governo federale, al nostro governo federale, un controllo assoluto sul vostro denaro.”

Resta incerto il motivo per cui l’ex presidente abbia scelto di pronunciare queste parole proprio nel discorso di ieri, specialmente considerando che la notizia secondo la quale la Federal Reserve (FED) stia esplorando la possibilità di emettere una CBDC non è recente. L’ultima dichiarazione di Jerome Powell risale a marzo 2023. In quell’occasione il presidente aveva dichiarato che la Banca Centrale Americana avrebbe sicuramente avuto bisogno, in futuro, di una valuta di questo tipo.

CBDC: la situazione attuale

L’adozione di questa “nuova” tipologie di monete sembra in crescita. Secondo il Central Bank Digital Currency Tracker, uno strumento che misura, in tempo reale, la situazione in tutti i paesi che fanno parte del Consiglio Atlantico, il 98% (130 paesi) sta esplorando questa opzione per applicarla alla propria economia. Questo numero è fortemente cresciuto negli ultimi anni, nel 2020 gli stati che consideravano di evolversi in questo senso erano soltanto 35. Inoltre, quasi la totalità dei paesi appartenenti al G20 (19) sarebbero in una fase avanzata dello sviluppo delle CBDC.

I paesi in cui questo tipo di valuta sono state effettivamente lanciate sono però, ad oggi, soltanto 11: Nigeria, Bahamas, Jamaica e otto Paesi membri dell’Unione valutaria dei Caraibi orientali (Anguilla, Antigua e Barbuda, Grenada, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Dominica, Saint Vincent and the Grenadines, Montserrat). 

Pertanto, questi ‘esperimenti’, essendo stati condotti in paesi con economie relativamente piccole, potrebbero non fornire un’indicazione affidabile dell’impatto delle CBDC nelle economie più sviluppate. Continua a seguire il nostro blog per leggere tutte le ultime news su questo controverso tema.

Bonus asili nido 2024: come funziona?

Bonus asili nido 2024: come funziona?

Il bonus asili nido subirà un incremento nel 2024, grazie al pacchetto di misure a sostegno delle famiglie previste dall’ultima legge di Bilancio. Ecco cosa succederà

L’incremento del bonus asili nido che vedremo nel 2024 è una delle misure contenute all’interno dell’ultima legge di bilancio che ha avuto più successo insieme alla conferma del taglio del cuneo fiscale. 

Quali saranno le famiglie che beneficeranno di questo aumento e quanti soldi verranno loro distribuiti? Sciogli tutti i tuoi dubbi sull’incremento del bonus asili nido del 2024 leggendo questo articolo.

Bonus asili nido: che cos’è e a chi spetta?

Il bonus asili nido è un rimborso spese, o un contributo, che può essere utilizzato per sostenere i costi relativi ai servizi socio-educativi per i propri figli. In altre parole è possibile utilizzare questo denaro per pagare le rette degli asili nido (pubblici e privati) autorizzati.

Questa misura ha ormai diversi anni, è stata introdotta dalla legge di Bilancio del 2017, ma verrà rafforzata nei prossimi mesi grazie alle novità di quella del 2024. Il suo obiettivo principale è quello di invertire il trend demografico, uno dei problemi più gravi che affligge la nostra penisola. Oggi si fanno molti meno figli rispetto al passato soprattutto per colpa del carovita e quindi ai bassi stipendi e alle alte spese e dell’inflazione che erode il potere d’acquisto dei cittadini. 

Uno degli strumenti che, negli ultimi anni, si è dimostrato più utile per proteggersi da questo fenomeno è Bitcoin. Questa criptovaluta, se acquistata regolarmente mediando il prezzo di ingresso, può essere il giusto scudo contro la svalutazione a cui sono soggette le monete fiat come l’euro o il dollaro.

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I requisiti per ricevere il bonus asili nido non cambieranno nel 2024, ma saranno invece modificati gli importi che le famiglie potranno ricevere. La quota massima che verrà distribuita agli aventi diritto è passata da 3.000€ a 3.600€ annui.

Bonus asili nido: quali sono i requisiti?

Ora che sai cos’è e come funziona il bonus asili nido 2024 è il momento di approfondire chi sono i soggetti che lo possono ricevere e gli importi massimi attualmente concessi ai beneficiari dell’incentivo.

  • ISEE fino a 25.000€: bonus totale annuo pari a 3.000€, erogabile in massimo 11 mensilità dal valore di 272,72€ ciascuna;
  • ISEE da 25.001 a 40.000€: bonus totale annuo pari a 2.500€, erogabile in massimo 11 mensilità dal valore di 227,27 € ciascuna;
  • ISEE oltre 40.000 €: bonus totale annuo pari a 1.500 €, erogabile in massimo 11 mensilità dal valore di 136,37 € ciascuna.

Per i secondogeniti nati nel 2024 in famiglie che hanno già un figlio di età inferiore a 10 anni e un ISEE non superiore ai 40.000 € l’importo massimo erogabile è di 3.600€ annui. Questi derivano da un incremento del bonus asili nido affrontato in precedenza di 600 € per famiglie con ISEE inferiore ai 25.000€ e di 1.100 per quelle con un ISEE compreso tra 25.000 e 40.000. Questi importi sono da sommare ai precedenti, rispettivamente ai 3.000€ e ai 2.500€.

Nelle famiglie in cui ci sia un bambino affetto da gravi patologie croniche e inferiore a 3 anni l’incentivo ha un valore di 1.500 € a prescindere dall’ISEE.

Bonus asili nido: come fare domanda?

Per richiedere il bonus asili nido bisogna compilare il modulo Bonus INPS Asilo Nido non appena verrà pubblicato sul sito web dell’Istituto. Con grande probabilità il processo sarà molto simile a quello per il 2023, ovvero sarà necessario:

  • Accedere al sito web dell’INPS e inserire nella barra di ricerca “Bonus Nido”
  • scegliere l’opzione Bonus asilo nido e aiuti per l’assistenza domiciliare tra i risultati trovati;
  • entrare nel sito usando le proprie credenziali SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
  • riempire il modulo con le informazioni necessarie.

Ora che sai cos’è e come funziona il bonus asili nido puoi valutare di usufruire di questo incentivo se possiedi uno o più figli e richiedere il denaro che ti spetta in base al tuo ISEE.

Come funziona il pagamento con contrassegno?

Pagamento in contrassegno: il significato spiegato

Stai per fare un acquisto online ma non sai cosa significa pagare con contrassegno?  Il signifcato del termine spiegato e dei consigli pratici

Stai per finalizzare un acquisto online e hai notato che puoi anche effettuare un pagamento in contrassegno, ma non conosci il significato del termine? È una valida alternativa alle carte di debito o di credito e ai sistemi più innovativi (Paypal, Apple o Google Pay), che ti permette di completare la transazione solamente quando ricevi gli oggetti acquistati.

Ecco come funziona il pagamento in contrassegno e il significato del termine spiegato.

Pagamento in contrassegno: il significato spiegato

Effettuare un pagamento in contrassegno significa pagare l’importo dovuto alla consegna, ovvero quando si riceve il prodotto acquistato. Questo metodo di pagamento, nonostante sia sempre meno utilizzato, è ancora un’opzione valida comprare su un e-commerce. Soprattutto perché, secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, gli italiani che comprano online, sono più di 25 milioni e ognuno ha esigenze leggermente diverse.

Dopo aver chiarito cosa significa effettuare pagamento in contrassegno bisogna anche specificare che, al contrario di quanto qualcuno potrebbe pensare, non è obbligatorio effettuare questa transazione in contanti. È possibile pagare in contrassegno anche attraverso un assegno circolare o tramite il POS.

Non solo è possibile ma diventa anche obbligatorio evitare le banconote per i pagamenti in contrassegno per importi superiori a determinate soglie, che variano a seconda del corriere scelto dal venditore. Per esempio, Poste Italiane consente un pagamento in contrassegno fino a 3.000$, con un massimo di 258,23€ in contanti. Mentre UPS prevede un limite massimo in contanti di 1.999€ e assegni fino a 50mila euro.

Pagamento in contrassegno: vantaggi e svantaggi

Nonostante la popolarità di questo metodo di pagamento sia in calo e che venga spesso preferito dalle carte di credito o debito e da altri sistemi più innovativi il pagamento in contrassegno comporta comunque dei vantaggi. Innanzitutto è il modo più indicato di acquistare su un e-commerce per chi non si fida dei pagamenti online, oppure se è impossibile verificare la serietà del venditore. È quasi impossibile venire truffati se si sceglie il pagamento in contrassegno. Inoltre, può essere anche un’alternativa per le persone che non hanno accesso ad altri strumenti.

Gli svantaggi del pagamento in contrassegno sono connessi principalmente al costo, sempre superiore rispetto agli altri metodi più innovativi e alla necessità di essere disponibili in prima persona o incaricare qualcuno del ritiro il giorno della consegna.

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Bonus trasporti: cosa succederà alla misura nel 2024?

Bonus trasporti 2024: come funziona e cosa succederà?

L’ultimo bonus trasporti del 2023 è stato esaurito in meno di due ore. Come funziona questo incentivo e cosa accadrà nel 2024?

In Italia, negli ultimi anni, si sono susseguiti una serie di sviluppi riguardanti il bonus trasporti, un’iniziativa intrapresa dal governo per sostenere l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico. Il programma relativo a queste iniziative ha subito diverse modifiche nel corso di quest’anno e probabilmente verrà rimpiazzato nel 2024. L’ultima emissione è avvenuta il 1 dicembre e i fondi stanziati si sono esauriti in meno di due ore. Che cos’è e come funziona il bonus trasporti? È destinato a scomparire nel 2024? 

Bonus trasporti: cos’è e come funziona?

Il bonus trasporti è un’iniziativa lanciata dal governo italiano per fornire un sostegno economico agli utenti dei servizi di trasporto pubblico. Il governo Meloni aveva, inizialmente, stanziato 100 milioni di euro per il 2023, ma a metà agosto, i fondi si erano esauriti, portando alla sospensione delle richieste sulla piattaforma. Successivamente, sono stati aggiunti altri 35 milioni, che hanno coperto le spese per novembre e dicembre

Per capire davvero come funziona il bonus trasporti bisogna sapere che questo incentivo copre il 100% della spesa sostenuta per abbonamenti ai trasporti pubblici, fino a un massimo di 60 euro. Fino a qualche giorno fa potevano ricevere il bonus tutti i cittadini che percepivano un reddito lordo annuo non superiore a 20.000€, effettuando la richiesta attraverso il portale dedicato. Cosa ci aspetta per il 2024?


Bonus trasporti: cosa cambia nel 2024?

Nel 2024 il bonus trasporti verrà rimpiazzato, visto che l’incentivo, almeno per come lo conosciamo oggi, non è stato rinnovato. Al suo posto il governo prevede l’uso della carta acquisti “Dedicata a te”, destinata alle famiglie con un ISEE inferiore ai 15.000€, che non ricevono altri sussidi. Questa carta non è di fatto un bonus trasporti dato che è stata originariamente pensata per l’acquisto di beni alimentari e carburante, ma potrà anche essere utilizzata per gli abbonamenti ai trasporti pubblici.

Il panorama dei sussidi, soprattutto nel nostro paese, è in costante evoluzione e, come già anticipato, conoscere cos’è e come funziona il bonus trasporti non servirà più, almeno per i prossimi mesi. Questo incentivo non è infatti stato rinnovato all’interno della legge di bilancio per il 2024 e scomparirà da gennaio in poi. Il bonus trasporti è stato un aiuto importante per molti cittadini che, probabilmente, vorrebbero continuare a riceverlo; vedremo se la nuova “carta acquisti” verrà accolta positivamente o se le famiglie rimpiangeranno il sussidio per i mezzi pubblici.

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La riunione del FOMC fa ripartire il mercato

Le news sul FOMC fanno ripartire il mercato crypto

La riunione del FOMC del 13 dicembre ha fatto ripartire il mercato crypto. Scopri cos’ha deciso la FED e le parole di Powell 

Le news sul FOMC e, in particolare, la decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi di interesse, hanno fatto ripartire il mercato crypto. In realtà la scelta presa dal Federal Open Market Committee era prevedibile, le probabilità che i tassi sarebbero variati erano infatti vicine allo zero. Ma quindi qual è la causa del recente pump del mercato crypto? Scoprila in questo articolo.

Il FOMC e le parole di Powell spingono i mercati

Dopo la riunione del FOMC, in cui sono stati lasciati invariati i tassi di interesse, il mercato crypto è esploso a rialzo, cancellando il lieve movimento ribassista dell’inizio della settimana. Ad aver spinto verso l’alto i mercati però non è stata solamente la decisione della FED, già annunciata dalle previsioni degli esperti nelle scorse settimane, ma bensì le parole di Jerome Powell. Il presidente della banca centrale statunitense ha dichiarato che i tassi potrebbero aver raggiunto il picco e che potrebbero scendere nei prossimi mesi. Se questo dovesse accadere quale sarà l’impatto sul prezzo di Bitcoin? Monitora in tempo reale il suo valore e il grafico per non perderti i movimenti più importanti.

Segui il prezzo di Bitcoin

Anche i titoli connessi al settore ma quotati sul mercato azionario hanno reagito bene alla decisione della FOMC. Coinbase (COIN) e MicroStrategy (MSTR), hanno registrato un +7,8% e un +5% e le azioni dell’azienda di mining Bitcoin Marathon Digital (MARA) sono esplose a rialzo grazie a un movimento del 12,6%.

Gli investitori e gli analisti vedono questo aumento delle azioni crypto come riflesso del sentimento favorevole generato dalla decisione della Federal Reserve. L’S&P 500, indice di riferimento per le azioni statunitensi, ha guadagnato l’1,37% in risposta all’annuncio

Il futuro del mondo crypto tra ETF, tassi di interesse e halving 

Dopo la riunione del FOMC di ieri, gran parte degli analisti analisti si aspettano che la stagione di taglio dei tassi che potrebbe iniziare nel 2024 sarà un catalizzatore significativo per il bull market. Questo sviluppo è particolarmente cruciale anche perché arriva in un momento in cui l’interesse istituzionale per gli ETF spot su Bitcoin sta raggiungendo il culmine, con la  decisione definitiva attesa per l’inizio di gennaio. 

Chissà dove può arrivare BTC nel caso in cui vengano approvati gli ETF spot. Insomma, potrebbe essere il momento giusto per posizionarti su Bitcoin se non l’hai ancora fatto.

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Inoltre, pochi mesi dopo la decisione della SEC su questi strumenti finanziari, sarà il momento dell’evento più significativo di questo ciclo, che potrebbe ulteriormente facilitare la crescita di Bitcoin e del mondo crypto in generale: il prossimo halving di Bitcoin previsto per aprile 2024. 

Il prezzo di Bitcoin è cresciuto del 150% da inizio e ora tutti aspettano la fatidica data del 10 gennaio 2024, questo momento tanto atteso dagli investitori potrebbe essere un punto di svolta epocale per il settore.

Bitcoin supera i 40.000$ per la prima volta da aprile 2022

Valore Bitcoin: supera i 40.000$ dopo 18 mesi

Bitcoin ha superato il traguardo dei 40.000$ e ha toccato, nella giornata di ieri, i 42.000$. Quali sono le principali cause del pump?

Il valore di Bitcoin non toccava questi livelli da diciotto mesi (aprile 2022). Ma quali sono le motivazioni principali che stanno spingendo verso l’alto la crypto? Secondo gli analisti principalmente la possibilità che la Federal Reserve metta fine alle politiche dovish e l’approvazione dell’ETF spot, che potrebbe arrivare a gennaio.

Scopri come si è mosso il prezzo di Bitcoin nelle ultime ore, dove può arrivare e i motivi in questo articolo.

Gli ultimi movimenti di prezzo di Bitcoin

All’inizio della scorsa settimana BTC si trovava sul livello dei 37.500$, dopo aver tentato più volte, senza successo, di infrangere la resistenza dei 38.000$ che lo aveva respinto in zona 36.800$. Venerdì, però, il trend è cambiato, Bitcoin è ripartito con forza conquistando l’all-time high mensile a 38.800. Da lì in poi abbiamo assistito ad una vera esplosione del valore di Bitcoin. Domenica ha superato il grande traguardo dei 40.000$ e lunedì si è portato nella zona dei 42.000$

Questi movimenti hanno comportato liquidazioni per oltre $100 milioni nelle ultime 24 ore, la maggior parte delle quali hanno colpito gli shorter; secondo i dati di CoinGlass, sono state liquidate posizioni short per un valore totale di circa 67 milioni di dollari.

L’exploit rialzista di Bitcoin è molto importante anche dal punto di vista psicologico, dato che il prezzo di Bitcoin ora si trova in una zona del grafico che non frequentava da 18 mesi, ovvero da aprile 2022. La performance da inizio anno è del +136% e la capitalizzazione di mercato è cresciuta di 500 miliardi di dollari.

Se proviamo a descrivere l’ultimo movimento rialzista del valore di Bitcoin utilizzando l’analisi tecnica notiamo come la crypto abbia superato tutte le resistenze mensili che la limitavano in precedenza. La forza dimostrata nelle ultime settimane suggerisce che Bitcoin  potrebbe essere diretto verso i suoi massimi storici; in fondo, dal punto di minimo dei 25.000$, il suo prezzo non ha ancora subito correzioni significative.

Puoi valutare di prepararti a questa evenienza acquistando regolarmente Bitcoin, in questo modo il tuo portafoglio soffrirà meno la volatilità e tu sarai meno condizionato emotivamente. Su Young Platform, fino alla fine di dicembre, è attivo lo sconto sulle commissioni di deposito con carta. Le fees sono del 1,89% + 0,25€ rispetto al solito 2,2% + 0,25€.

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Come mai il valore di Bitcoin è esploso?

Secondo alcuni analisti sono state le dichiarazioni più morbide del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ad innescare l’ultimo rally rialzista del valore di Bitcoin. Il capo della FED ha infatti dichiarato che non sono, per ora, in programma ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Inoltre, gli ultimi dati del Consumer Price Index (CPI), l’indicatore macroeconomico utilizzato per stimare l’inflazione, mostrano come questo fenomeno sia in calo negli USA. Insomma, la crescita di mercato potrebbe essere connessa al possibile decremento dei tassi che potrebbe arrivare a breve.

Questa non è però l’unica causa del recente movimento di Bitcoin. Il mercato è infatti trainato anche dall’ottimismo intorno alla possibile approvazione degli ETF spot su Bitcoin, che potrebbe arrivare nei primi giorni del 2024. Secondo l’analista di Bloomberg, James Seyffart, diversi segnali indicano che la Securities and Exchange Commission (SEC) approverà in blocco tutte le richieste dei fondi di investimento.



Perché il prezzo di Bitcoin è rialzista oggi? Ecco 5 motivi

Perché il prezzo di Bitcoin è rialzista oggi? Ecco 5 motivi

Il prezzo di Bitcoin ha appena superato i 38.500$! Ecco 5 possibili motivi del recente rialzo dei prezzi

Bitcoin ha finalmente superato il suo all-time high annuale, rompendo la resistenza dei $38.000 e portandosi al di sopra dei 38.500$. L’ottimo stato di forma di BTC quindi prosegue, dopo qualche settimana “di riposo” passata a lateralizzare nel range compreso tra i 35.000$ e i 38.000.

Ma quali sono i fattori che hanno permesso alla crypto di rompere la resistenza che la teneva ingabbiata? Il movimento rialzista del suo prezzo potrebbe essere stato causato dall’uscita di alcune news bullish e dalla situazione on-chain che continua a migliorare. Scopri i 5 principali motivi del recente rialzo dei prezzi in questo articolo.

1. MicroStrategy ha comprato altri Bitcoin

Da circa tre anni, il fondo di investimenti MicroStrategy capitanato da Michael Saylor sta accumulando Bitcoin, indipendentemente dal prezzo. Grazie all’ultimo acquisto di 16.120 Bitcoin (593 milioni di dollari) effettuato ieri, giovedì 30 novembre, il saldo complessivo detenuto da MicroStrategy è ora di 174,530 BTC accumulati ad un prezzo medio di 30.252$.

L’acquisto potrebbe essere uno dei motivi che ha spinto il prezzo di Bitcoin verso l’alto nelle ultime ore, ma attenzione, il movimento potrebbe ancora non essersi concluso. Al di sopra dei 38.500$ ci sono circa 1,5 miliardi di dollari di operazioni short che verrebbero liquidate in caso di un’ulteriore spinta a rialzo. Se questo dovesse accadere potremmo assistere ad uno short squeeze, e ad un rapido aumento di prezzo causato dalla chiusura di queste posizioni. 

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2. Possibile ribasso dei tassi di interesse

Un’altro motivo che potrebbe far crescere ulteriormente il prezzo di Bitcoin è connesso alla situazione macroeconomica attuale. Gli ultimi dati del Consumer Price Index (CPI) ci dicono che l’inflazione americana è in calo (a novembre il dato è stato del 3,3%). Questo scenario potrebbe risolversi in un decremento dei tassi di interesse a partire da maggio, almeno secondo alcuni analisti.

Se ciò si verificherà potremmo assistere ad un forte afflusso di liquidità, che potrebbe avvantaggiare gli asset considerati più rischiosi per via della loro volatilità, ad esempio Bitcoin. Insomma, in altre parole, la FED e le altre banche centrali potrebbero allentare la stretta sull’economia e tutti gli asset più volatili, principalmente le azioni e le criptovalute, ne beneficerebbero.

Puoi valutare di prepararti a questa evenienza acquistando regolarmente Bitcoin, in questo modo il tuo portafoglio soffrirà meno la volatilità e tu sarai meno condizionato emotivamente.

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3. Prossimo Halving di Bitcoin

Un altro fattore chiave per i prossimi movimenti di prezzo di Bitcoin è il prossimo halving, in arrivo durante la primavera del 2024. Questo evento, che dimezzerà le ricompense per i miner, ha sempre avuto un impatto positivo sul prezzo di BTC. Gli ultimi rialzi potrebbero anche essere stati causati dal tentativo, da parte degli investitori, di anticipare l’evento e il movimento rialzista che, di solito, lo segue.

Attualmente, il prezzo del Bitcoin ha superato i $38,300 e continua a mostrare tendenze rialziste. Se questa tendenza dovesse continuare, la criptovaluta potrebbe superare il livello dei $40,000 prima della fine del mese.

4. Nuovi afflussi di capitale nel mercato crypto

Un altro dei 5 motivi per i quali il prezzo di Bitcoin è rialzista oggi riguarda gli afflussi di capitale nel mercato crypto, che sono in costante aumento nell’ultimo periodo. La scorsa settimana è stata da record; dal 19 al 26 novembre sono entrati nel mercato 346 milioni di dollari, di cui 311 in Bitcoin.

5. Sempre più avidità nel mercato

Un’altra metrica che può, in parte, spiegare l’ultimo movimento rialzista di Bitcoin è il Fear and Greed index. Questo indicatore finanziario stima il sentiment di mercato, ovvero l’atteggiamento e le emozioni degli investitori nei confronti di un particolare asset, in questo caso BTC. 


Questo viene spesso rappresentato come un contachilometri la cui lancetta oscilla tra le due emozioni che muovono maggiormente i mercati: paura e avidità. La lancetta del Fear and Greed index è tornata nella zona che va da 54 a 74 (zona di avidità) da più di due mesi e in questo momento misura 71.


Affitto con riscatto: come funziona e quali sono i vantaggi?

Affitto con riscatto: come funziona e gli svantaggi

Come funziona l’affitto con riscatto? Ecco gli svantaggi e i punti di forza di questa innovativa forma di contratto

Il termine “leasing immobiliare” può farti comprendere all’istante che cos’è e come funziona l’affitto con riscatto, una formula di contratto immobiliare sempre più popolare. Proprio come accade per le automobili, chi sceglie questa formula affitta una proprietà per un periodo di tempo prestabilito e può decidere in un secondo momento se riscattarla o meno. 

Scopri in questo articolo che cos’è e come funziona l’affitto con riscatto e i principali svantaggi e punti di forza.

Come funziona l’acquisto con riscatto?

Per rispondere alla domanda che cos’è l’acquisto con riscatto si può partire dal semplice funzionamento di un contratto d’affitto. Invece che pagare soltanto il canone mensile però, ogni mese viene inviata al proprietario dell’immobile una somma di denaro aggiuntiva da stanziare per ammortizzare il prezzo totale d’acquisto. In questo modo, una volta che l’affittuario deciderà se riscattare o meno l’immobile, dovrà versare un importo inferiore. In questo modo sta già pagando mensilmente la sua abitazione, poco per volta.

Cercando di capire come funziona l’acquisto con riscatto bisogna anche precisare che il prezzo dell’abitazione in caso di un’eventuale acquisto viene fissato al momento della firma del contratto. Questa formula offre una soluzione flessibile per coloro che non sono immediatamente in grado di acquistare una casa e che necessitano di tempo per accumulare il denaro necessario.

Acquisto con riscatto: vantaggi e svantaggi

Per conoscere a pieno il funzionamento dell’acquisto con riscatto può essere utile analizzare nel dettaglio i pro e i contro di questa pratica. Innanzitutto permette agli acquirenti di acquistare un’immobile senza dover ricorrere ad un mutuo e di “provarlo” prima, velocizzando quindi la scelta per entrambe le parti dell’accordo. Inoltre, bloccando il prezzo di acquisto, gli acquirenti possono “mettersi al riparo” dall’eventuale rialzo dei prezzi del mercato immobiliare. 

Per i venditori invece, offrire anche questa soluzione contrattuale, significa ampliare il bacino dei potenziali clienti, garantirsi un flusso di denaro costante nel tempo e una potenziale vendita alla fine del processo. 

Sapere cos’è e come funziona l’acquisto con riscatto però significa anche conoscere i rischi che comporta questo tipo di contratto, sia per l’acquirente che per il venditore. Innanzitutto il canone mensile sarà sicuramente più alto rispetto ad un affitto normale e il proprietario potrebbe impedire modifiche strutturali all’abitazione. Inoltre, se l’affittuario deciderà di non riscattare l’immobile avrà pagato di più rispetto agli standard di mercato e il proprietario dovrà trovare un’altro cliente a cui vendere l’abitazione. 

Affitto con riscatto: le norme

Sapere come funziona l’affitto con riscatto significa anche conoscere la normativa che lo disciplina. Questo innovativo tipo di contratto è disciplinato dal Decreto Legge 122 del 2014, soprannominato Decreto Sblocca Italia. All’interno di questa norma vengono definite le possibili opzioni di questo tipo di contratto. In altre parole come funziona davvero l’affitto con riscatto per la legge italiana; ecco alcuni dei punti principali:

  • Questo tipo di contratto può durare, al massimo, dieci anni;
  • Il contratto può essere annullato in caso di mancato pagamento della rata. Deve però essere specificato al suo interno il numero massimo di ritardi complessivi;
  • Sul contratto deve essere specificato se l’acquisto futuro dell’immobile è vincolante o meno.

Ora che hai scoperto che cos’è e come funziona l’affitto con riscatto puoi valutare anche questa opzione quando deciderai di comprare casa.


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