Bitcoin in Ucraina: le donazioni e il ruolo delle crypto

Donazioni in Bitcoin in Ucraina, quanto valgono le crypto

La solidarietà mondiale passa attraverso le donazioni in Bitcoin in Ucraina. La decentralizzazione è l’arma vincente nelle crisi? 

Il conflitto in Ucraina ha scosso le coscienze in tutto il mondo, la guerra ha avuto un forte impatto sul mondo come lo conosciamo. Compreso quello finanziario. È il primo caso nella storia in cui arriva la notizia di una nazione sotto assedio che chiede donazioni in criptovalute. Che ruolo possono giocare le crypto nei momenti di crisi? Ecco una panoramica delle questioni legate al conflitto russo-ucraino e alle criptovalute.  

Premessa: le criptovalute sono neutrali

Il sistema di Bitcoin è stato ideato nel lontano 2008 per offrire un’alternativa al sistema finanziario centralizzato. Tutte le criptovalute, essendo decentralizzate, non sottendono alle regole delle Nazioni. Nel bene e nel male. Come si comporta qualcosa di completamente indipendente dagli stati in situazioni in cui i protagonisti sono i governi e le forze politiche? Gli eventi geopolitici di questi giorni accelerano la consapevolezza sull’utilizzo di Bitcoin come sistema di pagamento incensurato, che continua a funzionare anche quando i governi e le banche sono in difficoltà. Sia Ucraina che Russia stanno guardando alle criptovalute come risorsa. La prima per finanziare la resistenza, l’altra per difendersi dalle sanzioni imposte per incoraggiare il ritiro dell’esercito.

I volumi delle transazioni e degli acquisti di criptovalute in questi due paesi è aumentato notevolmente. Intanto dopo un parziale crollo cominciato con l’invasione dell’Ucraina il 24 Febbraio 2022, il prezzo di Bitcoin è tornato a salire chiudendo a 43.193 dollari il 28 Febbraio. Ha registrato così un aumento del più 14% in sole 24 ore. 

Le richieste dell’Ucraina: bloccate i wallet russi

Mykhailo Fedorov, vice primo ministro e ministro della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha invitato i broker e gli exchange di criptovalute a bloccare i conti degli utenti russi e bielorussi. Tuttavia questo genere di operazioni non possono essere compiute senza una giustificazione legale ad hoc. Il CEO di Kraken Jesse Powell, per esempio, ha detto che l’exchange “non può congelare i conti dei nostri clienti russi senza un requisito legale per farlo”. All’illegittimità giuridica di bloccare i wallet russi, si unisce il proposito degli exchange di salvaguardare i cittadini russi che non sono coinvolti nel conflitto: Binance ha riferito di non voler congelare unilateralmente i conti di milioni di utenti innocenti.

Yulia Parkhomenko, capo del gruppo di esperti di asset virtuali presso il Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina, ha rivelato l’intenzione di intraprendere un percorso per ottenere i permessi legali per farlo. Sull’accanimento nei confronti dei cittadini russi, Parkhomenko ha commentato: “questa è una misura necessaria. Non c’è modo di identificare chi finanzia la guerra e chi no”.

In Russia? Rublo a picco ed esclusione dalla SWIFT

Anche in Russia si teme una corsa agli sportelli bancari, il rublo infatti è ai minimi storici e gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) è un network di pagamenti che coinvolge istituzioni finanziarie di tutto il mondo, non farne parte significa essere disconnessi dal sistema finanziario internazionale. La principale funzione della SWIFT è fornire un sistema di comunicazione per le transazioni di denaro su scala globale. Secondo la BBC lo SWIFT è usato da 11mila banche in 200 nazioni, e ogni giorno viene usato per più di 40 milioni di trasferimenti di denaro.

Nel comunicato della commissione europea si legge: “mentre le forze russe scatenano il loro assalto su Kiev e altre città ucraine, siamo decisi a continuare a imporre alla Russia dei costi che la isoleranno ulteriormente dal sistema finanziario internazionale e dalle nostre economie”. Le sanzioni dell’Unione Europea prevedono anche delle restrizioni alla Banca Centrale Russa nel caso in cui si adoperi per aggirare i provvedimenti. Tutto ciò potrebbe portare la Russia ad incentivare l’uso di sistemi come Bitcoin per eludere l’isolamento. 

Le donazioni in Bitcoin in Ucraina

In Ucraina per evitare il collasso del sistema bancario, i prelievi di denaro sono stati limitati e, in un secondo momento, congelati. Il tasso di riserva obbligatoria delle banche è sotto attacco, non a tutti i clienti può essere garantito il prelievo dei loro risparmi. Nonostante la soluzione sia comprensibile, questo ha portato diversi problemi agli ucraini. In questo scenario entrano in gioco le criptovalute che in questo particolare momento può portare un aiuto significativo a chi è in difficoltà.

Proprio per questo le crypto vengono usate per raccogliere e distribuire donazioni. Gli aiuti al popolo invaso stanno viaggiando su blockchain, le criptovalute sembrerebbero essere il modo più efficace per far arrivare aiuti economici all’Ucraina dall’estero, ora che i sistemi bancari sono compromessi. Il 26 Febbraio 2022 il profilo Twitter ufficiale dell’Ucraina ha pubblicato i suoi indirizzi chiedendo donazioni in criptovalute (BTC, ETH, USDT e ora anche DOT), ma anche altri enti hanno lanciato l’appello. Come UkraineDAO, l’organizzazione decentralizzata che con NFT della bandiera ucraina, raccoglie fondi per le organizzazioni locali che stanno aiutando chi è stato colpito dall’invasione. La DAO è stata fondata da Nadya Tolokonnikova, di Pussy Riot il gruppo punk rock femminista di Mosca conosciuto per difendere i diritti LGBT e per l’opposizione a Putin. 

UkraineDAO è sostenuta da personalità crypto di spessore come Stani Kulechov, CEO di Aave

Quando si tratta di trasferire i propri soldi è sempre buona norma assicurarsi che i progetti o le associazioni dietro alle raccolte fondi siano affidabili. Le community crypto su Reddit si stanno muovendo per segnalare le truffe. L’informazione è il primo passo per far arrivare la tua donazione a chi ha bisogno.

I millennial sono la generazione di Bitcoin

Bitcoin Millennial

Nonostante le incertezze del mercato, i millennial sono la generazione più interessata a Bitcoin e alle altre criptovalute

Negli USA, i millennial (cioè i nati tra il 1981 e il 1996) sono stanchi degli asset finanziari tradizionali e preferiscono Bitcoin, secondo uno studio di Morning Consult. La ricerca, condotta tra luglio e dicembre 2021, ha interessato 50.000 persone.

Con le nuove tecnologie che arrivano sempre più velocemente, rimanere al passo può essere difficile: per questo è più probabile che la generazione dei baby boomer rimanga ancorata ad asset tradizionali come azioni, oro o ETF. I millennial, d’altro canto, hanno trovato rifugio nelle nuove promettenti tecnologie come la blockchain e Bitcoin.

La stabilità finanziaria che manca ai millennial

Sempre secondo Morning Consult, nel 2022 c’è stato un aumento di persone che non sentono di essere economicamente stabili. Per “stabilità finanziaria” si intende la serenità che ciascuna famiglia ha nei confronti delle proprie finanze. Una coppia di trentenni che non riesce ad arrivare a fine mese, o un lavoratore con un basso stipendio che non può permettersi di riparare la sua macchina, sono esempi di bassa stabilità finanziaria.

Secondo la ricerca, sono soprattutto i millennial ad aver accusato questo calo. La paura delle nuove varianti di Covid, l’inflazione e le crisi internazionali hanno portato questa categoria di persone ad avere sfiducia nelle istituzioni economiche classiche, mentre la generazione dei baby boomer non teme particolarmente questi imprevisti.

Bitcoin, la tecnologia che piace ai giovani

Nel 2022, si può dire che le crypto siano entrate di prepotenza tra gli asset “mainstream”. Lo studio di Morning Consult mostra che il 24% degli intervistati possiede criptovalute. Il dato è molto più interessante quando visto in prospettiva: il 31% degli intervistati possiede un account di brokeraggio, mentre il 23% ha i suoi soldi in un conto deposito.

Le crypto, quindi, hanno addirittura superato uno dei metodi di risparmio ritenuti più sicuri e stabili, cioè i conti deposito delle banche! E, ovviamente, la maggior parte di questa crescita è dovuta ai millennial. Meno del 10% dei baby boomer possiede crypto, mentre, a dicembre 2021, il 48% dei millennial intervistati possedeva Bitcoin o altre criptovalute.

Tuttavia, la ricerca mostra anche che la maggior parte dei millennial che possiede crypto è “un uomo con uno stipendio molto alto”. Il 25% degli intervistati, infatti, guadagna più di 100mila dollari, una cifra che sicuramente lascia ampio spazio per supportare numerosi progetti.

Perché i millennial puntano sulle crypto

La domanda nasce spontanea: perché proprio i millennial credono nella blockchain? Soprattutto negli USA, l’inflazione è aumentata vertiginosamente negli ultimi mesi, come effetto degli aiuti elargiti dal governo per combattere i danni della pandemia. I millennial hanno visto nelle criptovalute una risorsa alternativa e un potenziale da non lasciarsi scappare, allo stesso tempo supportando una tecnologia decentralizzata come quella della blockchain.

I baby boomer, almeno per le questioni finanziarie, sono molto legati a un rapporto diretto con il broker della propria banca. Ti ricorda qualcosa? Un sistema centralizzato, gerarchico, dove chi non si interessa di finanza lascia che a gestire i propri risparmi sia un’altra persona. Dall’altra parte, i millennial sono una generazione abituata alle nuove tecnologie, ai social, e alle community online. La condivisione della conoscenza, unita alla facilità e all’immediatezza con cui adesso è possibile acquistare un’azione o una criptovaluta, ricorda i sistemi decentralizzati della blockchain.

I millennial quindi sono più propensi a credere in Bitcoin perché sono più fiduciosi nell’impatto positivo che le nuove tecnologie possono avere sulla vita quotidiana e finanziaria. Possiamo quindi aspettarci che anche la generazione Z seguirà lo stesso trend? Anche loro avranno la stessa fiducia nelle crypto? Sicuramente le grandi istituzioni finanziarie non staranno a guardare. Proprio lo studio di Morning Consult esorta le banche a prepararsi alla blockchain. “I professionisti finanziari devono conoscere le criptovalute per soddisfare la curiosità dei clienti… chi si limita a guardare dagli spalti rimarrà indietro”.

Everest: l’hub del Web3 su The Graph

The Graph Everest

The Graph è fondamentale per tutto l’ecosistema della blockchain. Ecco come una sua dapp, Everest, contribuisce a supportare i progetti crypto

The Graph è una blockchain molto particolare. A differenza delle altre criptovalute più blasonate, The Graph vuole essere invisibile all’utente finale, ma utilissima per chiunque sviluppi nell’ecosistema crypto.

Il protocollo serve a rendere più efficienti le applicazioni decentralizzate, punto cardine delle crypto di nuova generazione. The Graph accelera il processo di ricerca dei dati nella blockchain, indicizzandoli e rendendoli più accessibili.

Inizialmente nato solo per Ethereum, il network si è ampliato fino a diventare indispensabile per quasi tutte le blockchain. Ma The Graph non è solo una rete di supporto! Everest, un registro universale di tutti i progetti crypto, è stata la prima dapp a essere lanciata sul protocollo, nel 2020: vediamo come funziona e quanto è utile!

Everest, un vero “registro universale” su The Graph

È facile perdersi nell’immenso panorama dei progetti basati su blockchain. Tra protocolli DeFi e nuove DAO che nascevano di continuo, la community crypto sentiva il bisogno di una directory organizzata ma decentralizzata per schedare tutte le dapp – già lanciate o ancora in sviluppo.

Ed ecco che entra in gioco Everest: una dapp decentralizzata, basata su The Graph ma non legata a nessuna blockchain specifica, che contiene al suo interno un registro di 1574 progetti. Questi progetti sono tutti legati al Web3, e sono divisi in macrocategorie per facilitarne la ricerca.

Tra i progetti possiamo trovare DAO, dapp, fondi, organizzazioni no-profit e molto più! Ogni progetto ricade in una categoria ben definita: tra di queste troviamo, per esempio, DeFi o Governance, ma anche le categorie Ambiente e Beneficenza. C’è davvero di tutto, e questo è il grande vantaggio di Everest: la facilità con cui chiunque può aggiungere ed esplorare i progetti crypto.

Sei curioso e vuoi dare un’occhiata alle applicazioni innovative basate su blockchain? Ti basta andare sul sito della dapp per saziare la tua curiosità. Oltre a questo, è anche uno strumento fondamentale per chi sta cercando progetti da supportare: se il creatore di una dapp è particolarmente attivo e aggiorna costantemente i dati presenti su Everest, sta sicuramente inviando un buon segnale a potenziali partner economici!

Come funziona Everest

L’obiettivo di The Graph con Everest è creare un hub globale dove ospitare tutti i progetti crypto aggiornati. Ogni progetto ha un’identità garantita sulla blockchain di The Graph attraverso un token ERC-1056, e grazie a un sistema di controllo decentralizzato è anche possibile eliminare o modificare dei progetti già esistenti qualora si riscontrino delle anomalie.

Il primo passo per apparire su Everest è aggiungere un progetto. Per farlo bisogna pagare una quota d’iscrizione pari a 10 DAI (circa 10$), che finiscono nella riserva di Everest. Il creatore del progetto è anche il suo proprietario, e può scegliere di delegare il controllo oppure passare lo status di proprietario a qualche altro utente della blockchain. Ogni progetto può anche avere dei rappresentanti. Il sistema dei rappresentanti è gerarchico, e quindi i membri più importanti hanno più poteri rispetto agli utenti meno importanti.

Ma se il sistema è open source, cosa impedisce a un utente qualunque di listare e fingere di essere il proprietario di un progetto? Proprio per evitare questo, Everest ha studiato un metodo per contestare i progetti listati. Chi apre una contestazione blocca 10 DAI e impone una votazione. Le ragioni possono essere varie, dai dati non aggiornati alla proprietà di un progetto di una persona che in realtà con quel progetto non ha nulla a che fare. Se la contestazione viene approvata, chi l’ha aperta riprende i DAI bloccati e ne guadagna ulteriori 9. Se la contestazione viene respinta, i 10 DAI finiscono nella riserva di Everest.

Gli utenti della dapp possono votare sulle contestazioni, e ricevere dei DAI se lo fanno, ma solo se hanno già aggiunto un progetto su Everest. I voti dei progetti più longevi “pesano” di più, e hanno più valore rispetto ai voti dei progetti appena inseriti sulla piattaforma. 

Il registro unico per un Web3 decentralizzato

Grazie a Everest, l’ecosistema di The Graph ha messo le basi per un ecosistema davvero decentralizzato. Il sistema di contestazione di Everest e la community attiva del mondo crypto assicurano che il registro riporti dati corretti e funzioni anche senza nessun controllo centralizzato.

Il team di sviluppo di Everest spera che il loro registro diventi sempre più ampio, e dare modo a tutti di trovare informazioni sicure e affidabili sui loro progetti crypto preferiti.

Polkadot: tutto sulla seconda asta per le parachain

Polkadot Parachain Coin

Polkadot comincia a ingranare: dopo il successo della prima asta, adesso ci si gioca i posti per altre 5 parachain

Si è appena chiusa la seconda asta per accaparrarsi il diritto di programmare una parachain su Polkadot! Dopo che il 18 dicembre sono andate online le prime 5 parachain, la blockchain di Gavin Wood ha aperto altri 5 slot.

Le parachain sono delle blockchain “parallele”, che si basano sulla rete principale, ma possono essere programmate a seconda dei bisogni della singola applicazione. Acala, che ha vinto la prima asta tenuta per le parachain, è un progetto DeFi precedentemente basato su Ethereum. Moonbeam, invece, è una blockchain che facilita le transazioni cross-chain tra le piattaforme più utilizzate. Casi d’uso diversissimi, ma basate sulla stessa blockchain: questa è la particolarità di Polkadot!

Come funzionano le aste su Polkadot

La scalabilità e l’interoperabilità promesse dalle parachain allettano molti sviluppatori, ma come funzionano le aste su Polkadot? Il funzionamento è molto semplice. Ci sono 100 slot per le parachain. Questi slot vengono messi periodicamente all’asta in gruppi di 5, a una settimana di distanza l’uno dall’altro, in un ciclo infinito. Infatti, chi vince l’asta ha diritto a utilizzare quella parachain per un tempo limitato, di solito di due anni. L’integrità del network è garantita dai DOT che vengono “bloccati” durante l’asta,  poi restituiti a chi ha contribuito al progetto alla fine del prestito.

Attualmente l’algoritmo sta verificando a chi andrà il decimo slot, l’ultimo di questo gruppo. Le parachain dei progetti vincitori andranno live l’11 marzo, e non mancheranno di portare una boccata d’aria nell’ecosistema di Polkadot!

Efinity

Efinity è la piattaforma che ha vinto l’asta il 31 dicembre, raccogliendo 7,7 milioni di DOT con più di ventimila partecipanti. La piattaforma, sviluppata dal team che ha creato Enjin, supporterà lo scambio di NFT.

Efinity punta tutto sull’interoperabilità e sulla scalabilità della parachain. Il team di sviluppatori, infatti, ha aspramente criticato il mercato NFT di Ethereum. “Gli artisti sono costretti a lavorare con commissioni enormi, smart contract poco flessibili e un’interoperabilità poco chiara”. Al contrario, su Efinity lo scambio di token sarà intuitivo e immediato, “e gli utenti potranno godersi le loro opere d’arte senza preoccuparsi di come funziona la rete su cui stanno operando”.

Composable Finance

Composable Finance ha vinto il settimo slot con più di 6 milioni di DOT. L’obiettivo della parachain è creare una DeFi cross-chain, che faciliti lo scambio di token e smart contract tra tutte le blockchain layer 1.

La vision di Composable Finance è creare un ecosistema “blockchain-agnostic”, ossia compatibile con token di qualunque blockchain, che sia così semplice da far entrare la DeFi nel mondo della finanza mainstream.

Centrifuge

Centrifuge ha vinto l’ottavo slot con più di 5,4 milioni di DOT. La sua mission è riassunta nel concetto di “Real World DeFi”, ovvero una finanza decentralizzata ma basata sul “mondo reale”. Il suo obiettivo è simile a quello di Composable Finance, ma con alcune differenze.

Centrifuge porta gli asset tradizionali nella finanza decentralizzata. Per ora il progetto è attivo su Ethereum, ma grazie alla parachain di Polkadot, la rapidità degli smart contract sarà ancora maggiore. Centrifuge è integrato con alcune importanti realtà DeFi come Aave o MakerDAO.

HydraDX

HydraDX si è guadagnata il nono slot con 2,4 milioni di DOT. È un protocollo DeFi cross-chain con una differenza rispetto agli altri exchange decentralizzati. Normalmente, un exchange ha una “pool” di liquidità per ogni pair (per esempio, DOT/ETH).

HydraDX ha studiato un sistema chiamato “Omnipool”, che comprende tutti i pair in un’unica pool. In questo modo, la liquidità dei token risulta più accessibile, velocizzando gli scambi tra crypto differenti e migliorando l’efficienza della blockchain.

E il decimo slot?

Il decimo slot è ancora conteso, ma per ora il progetto che probabilmente vincerà sembra essere Interlay, con 2,7 milioni di DOT e più di diecimila sostenitori. Interlay è un progetto DeFi completamente concentrato su Bitcoin.

Attraverso un token in rapporto 1:1 col prezzo di bitcoin chiamato interBTC, il progetto vuole rendere possibile l’utilizzo e lo scambio di BTC su ogni blockchain.

L’asta si è conclusa il 24 febbraio, alle 14:45. Manca poco a sapere se Interlay ha conquistato il decimo slot! In ogni caso, gli altri slot per le parachain di Polkadot saranno sbloccati l’11 marzo, con una nuova asta che presenterà delle regole differenti.

Visto che il canary network di Polkadot, Kusama, ha retto bene l’aggiunta di ben 22 parachain, è stata approvata una mozione per aumentare il numero di slot messi all’asta in ogni gruppo. A partire dall’11 marzo, saranno messi a disposizione ben 7 slot invece di 5. Inoltre, i primi due vincitori di ogni gruppo potranno mandare live le loro parachain immediatamente, invece di aspettare l’inizio dell’asta successiva.

Polkadot e le sue parachain stanno prendendo il volo, e noi le seguiremo: appuntamento alla prossima asta!

La crisi russo-ucraina e il prezzo di Bitcoin

Prezzo Bitcoin il crollo per la crisi russo-ucraina

Nel Bear Market dell’ultimo periodo, anche le tensioni militari in Ucraina hanno influenzato il prezzo di Bitcoin. Ecco le tappe della decrescita della criptovaluta a Febbraio 2022

In questo periodo i mercati internazionali e le borse di tutto il mondo risentono della crisi tra Russia e Ucraina, il mercato crypto, già ribassista, ha visto il prezzo di Bitcoin continuare a scendere mano a mano che la tensione geopolitica si aggrava. Il prezzo più basso è stato raggiunto il 24 Febbraio 2022 in concomitanza con il primo attacco militare della Russia. Il mese si è aperto con BTC a 38.743 dollari e al momento della stesura di questo articolo, è 35.408. 

Se il conflitto dovesse prolungarsi sul lungo termine, le conseguenze sui mercati e la situazione energetica globale sarebbero davvero impattanti. Per non parlare del peso sulle vite umane e sulle comunità. Anche se al momento i cittadini ucraini e di tutto il mondo hanno preoccupazioni più pressanti del prezzo delle criptovalute, dare uno sguardo ai mercati è un modo per conoscere lo stato generale di ansia e timori, data l’importanza della Russia nel settore energetico. Il Fear and Greed Index si trova nello stato di “extreme fear” e il prezzo dell’oro ha cominciato a salire confermandosi l’investimento preferito nei momenti di incertezza.

In questo articolo troverai la reazione del mercato e anche quella delle persone nel settore crypto al conflitto in Ucraina.

Cosa succede in Ucraina?

Con crisi russo-ucraina si intende una crisi diplomatica e militare che si porta avanti a fasi alterne dal 2021 ma che rispecchia antichi conflitti tra i due paesi. Il mondo intero si è allarmato vedendo l’enorme quantità di soldati, presidi militari e armi pesanti schierati al confine ucraino. Il territorio interessato dal conflitto è il Donbass in cui dal 2014 si scontrano le forze armate ucraine e le milizie locali filo-russe che vorrebbero l’indipendenza dall’Ucraina. Inoltre l’Ucraina sta cercando di intraprendere un percorso di avvicinamento alla NATO e all’Unione Europea, cosa che sembra non andare a genio a Putin che accusa l’Occidente di voler circondare la Russia da tutti i fronti. 

15 Febbraio 2022 – Bitcoin a 44.575$

Il 15 Febbraio 2022 è la data in cui tutto il mondo ha puntato l’attenzione verso l’Europa Orientale. Perché? La Duma di Stato (ovvero il Parlamento) della Federazione Russa ha approvato la richiesta di Putin di riconoscere l’indipendenza dall’Ucraina dei territori di Doneck e Lugansk. Il prezzo di Bitcoin si è chiuso a 44.575, il giorno prima a 45.586. In un primo momento infatti BTC non ha subito grandi cambiamenti. 

16 Febbraio 2022 – Bitcoin a 43.961$

La preoccupazione del 15 Febbraio sembra essere solo un falso allarme quando il giorno dopo viene annunciato il ritiro delle truppe russe dal confine ucraino. Bitcoin comincia piano piano a scendere. 

18 Febbraio 2022 – Bitcoin a 40.030$

L’annuncio del ritiro delle truppe sembra essere smentito dagli Stati Uniti che sostengono che da Mosca siano arrivate ulteriori forze armate. Mentre i diplomatici di tutto il mondo si riuniscono per scongiurare il peggio, tutti temono l’imminente invasione dell’Ucraina. Il prezzo di Bitcoin tocca i 40 mila dollari. 

23 Febbraio 2022 – Bitcoin a 37.296$

Anche se Mosca sostiene che i soldati siano al confine ucraino per una missione di mantenimento della pace, l’Occidente teme che Putin voglia creare un pretesto per giustificare un eventuale attacco militare. Le azioni russe scendono dell’8% e i mercati azionari europei aprono tutti in ribasso. Un anno fa, il 23 Febbraio, il prezzo di Bitcoin era di 48.824$. 

24 Febbraio 2022 – uno dei prezzi più bassi da Luglio 2021

Putin ha dichiarato che l’esercito russo sta intraprendendo una “speciale operazione militare” in Ucraina e i mercati di tutto il mondo sono crollati. Alle prime luci dell’alba la Russia ha lanciato missili in diverse aree del paese, tra cui la capitale Kiev e la città di Charkiv. Il prezzo di Bitcoin si aggira intorno ai 35 mila dollari, uno dei prezzi più bassi degli ultimi tempi. 

E le altcoin?

Non è stato solo il prezzo di Bitcoin a scendere, anche le principali altcoin stanno accusando il periodo di crisi. Dal 15 Febbraio al 23 Febbraio, il prezzo di ETH è sceso del 18%, quello di ADA del 21%. 

La reazione sentita della Community Crypto

In mattinata Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum di origine russa, ha scritto un tweet nella sua lingua madre che può essere tradotto in questo modo: “sono molto turbato dalla decisione di Putin di abbandonare la possibilità di una soluzione pacifica alla disputa con l’Ucraina e di iniziare invece una guerra. Questo è un crimine contro il popolo ucraino e russo. Voglio augurare a tutti di trovare la pace, anche se so che non ci sarà pace. Gloria all’Ucraina”. In un tweet successivo Buterin ha aggiunto: “promemoria: Ethereum è neutrale, io non lo sono”.

Anche Sam Bankman-Fried si è espresso a riguardo: “E, cosa più importante, potrebbe esserci una guerra. Questo è davvero un male per il mondo. F***k tutta questa roba dei prezzi. Andate fuori e fate qualcosa di carino per qualcuno”.

Tieni d’occhio il prezzo di BTC!

5 curiosità su The Graph

The Graph 5 curiosità sulla crypto per l’indicizzazione

Come mai Vitalik Buterin e Andre Cronje sono interessati a The Graph? Cosa fanno fondatori del protocollo nel tempo libero? A cosa serve la prima dapp nativa?

Sull’exchange di Young Platform c’è un nuovo arrivato, GRT il token del protocollo The Graph. Grazie all’articolo di Academy sappiamo che The Graph è uno strumento davvero potente per lo sviluppo del Web3, ma forse non conosci i suoi lati più pop. Ecco la lista delle 5 curiosità su The Graph, il protocollo per l’indicizzazione! 

1. The Graph: lo sponsor ufficiale del torneo di scacchi dell’ETHDenver 2022

Il 20 Febbraio 2022 a Denver si è concluso l’evento annuale più atteso dai fan di Ethereum, l’ETHDenver la convention degli sviluppatori di tutto l’ecosistema ETH. Dopo workshop e conferenze sulle ultime novità della blockchain, i visitatori hanno potuto partecipare ad attività ricreative come “rilassanti” partite di scacchi con le menti più dotate d’America. Giusto per staccare il cervello dopo aver programmato tutto il giorno. Il torneo ufficiale dell’ETHDenver è stato sponsorizzato proprio da The Graph. Il torneo si è svolto in due fasi: una prima tranche di qualificazione online mentre le ultime partite si sono svolte in presenza. I 10 giocatori migliori e 6 ospiti a sorpresa (tra cui Buterin) hanno disputato le finali nell’Art Hotel Lounge: “16 giocatori si affronteranno in un duello fisico di scacchi fino alla morte (ma per favore non uccidete Vitalik, ci serve vivo e vegeto).” I vincitori hanno ricevuto premi in crypto e un POAP (Proof of Attendance Protocol) ad hoc. Il torneo è stato organizzato da Nifty Chess una dapp sulla blockchain xDai per salvare partite e mosse di scacchi in formato NFT e collezionarli o venderli. 

2. Andre Cronje e The Graph

Nel 2018 Andre Cronje definiva The Graph un “sexy code”. Il protocollo ancora agli inizi è stato subito messo alla prova dal DeFi Architect che in un articolo ha spiegato che nessuno è perfetto e che The Graph, frutto di una di quelle connessioni geniali che ci si aspetterebbe anche da Cronje, doveva aver pur qualche difetto! La sua conclusione dopo l’analisi tecnica? “Grande codice, grande idea, aggiunge un valore reale, ha un vero caso d’uso decentralizzato. Peccato che abbia bisogno di un token (farà male all’adozione), ma è solido. Non vedo l’ora di usarlo, sarà la mia nuova API decentralizzata per Etherscan”, siamo nel 2022 e il token è arrivato! Quindi per Cronje The Graph è il protocollo delle meraviglie? Chissà, intanto nel 2021 è stata stretta la collaborazione tra Fantom e The Graph. La blockchain, di cui Cronje è collaboratore, ha iniziato ad usare il protocollo permettendo agli sviluppatori di costruire dapp su Fantom grazie aidati raccolti da The Graph.

3. Everest, la prima dapp su The Graph

La lista delle 5 curiosità su The Graph continua con  Everest, la prima dapp costruita con The Graph. Si tratta di un registro universale per i progetti crypto. Al momento sono catalogati 1574 progetti divisi in tantissime categorie come Business Service, DeFi, Education, Entertainment, Marketplace, Social. Everest è nata dall’esigenza di tenere traccia di tutte le applicazioni su blockchain e renderle consultabili. Everest è uno strumento di scoperta per il Web3 e rende giustizia al mondo crypto e alla creatività degli sviluppatori che lo stanno costruendo. Su Everest puoi trovare tutte le informazioni dei progetti crypto che sono catalogati e, dal momento che è implementata con il protocollo di The Graph, i dati sono sempre disponibili e reperibili per tutti. Amanti dell’organizzazione, degli elenchi e delle categorie, Everest è la gioia dei vostri occhi. La Marie Kondo del Web3! 

4. Per Vitalik Buterin Ethereum può scalare con The Graph 

Uno dei problemi del network di Ethereum che minano la sua scalabilità è l’enorme di quantità di informazioni da gestire. Vitalik Buterin in un post cita The Graph tra le possibili soluzioni per migliorare la scalabilità di Ethereum. L’idea è quella di espandere lo spazio disponibile su Ethereum spostando su The Graph alcuni dati: “Protocolli come The Graph possono creare marketplace in cui i clienti pagano i server per i dati storici con Merkle Proof della loro correttezza. Questo crea un incentivo per le persone e le istituzioni a gestire server che immagazzinano dati storici e li forniscono on demand.” The Graph potrebbe allora tornare utile nel passaggio a Ethereum 2.0, infatti la nuova chain Proof-of-Stake non conterrà tutto lo storico delle transazioni della blockchain che rimarrà invece nella Proof-of-Work chain. Gli utenti probabilmente cancelleranno il vecchio codice ma con The Graph può essere registrato e reso disponibile qualora dovesse tornare ancora utile. 

5. Una band metal decentralizzata

Jannis Pohlmann, uno dei fondatori di The Graph, è il chitarrista della band metal MÆNAD. Dal palco del Web3 a quello di un concerto è un attimo. Nella band di Lubecca insieme a Pohlmann troviamo sempre alla chitarra Manuel Clös, alla batteria Florian Markowsky e al basso Maik Stille. Avendo un membro crypto, il progetto musicale MÆNAD ha un’impronta tutta decentralizzata. I pezzi della band infatti sono disponibili su Audius, la piattaforma su blockchain per lo streaming in cui gli artisti guadagnano crypto grazie al supporto dei fan. Audius è su Solana e al momento conta più di un milione di ascoltatori al mese. 

La lista delle 5 curiosità su The Graph è finita ma segnati questa data: 2 Giugno 2022, in cui si svolgerà il Graph Day a San Francisco!

Nuove soluzioni per l’interoperabilità di Avalanche

Online nuovo bridge e subnet del network di Avalanche

Un nuovo bridge connette Avalanche e Ethereum in maniera economica e veloce ed è scoppiato il boom dei subnet 

L’espansione del settore DeFi, così come gli NFT o i social token ha reso chiaro che nessuna blockchain da sola può gestire l’intera mole di informazioni e transazioni. Tutte le blockchain sono alla ricerca di nuove soluzioni per l’interoperabilità e la scalabilità: su Avalanche è attivo un nuovo bridge e tutti si preparano a un’ondata di nuovi subnet. 

Su Avalanche c’è un nuovo bridge cross-chain

Si chiama Narni, è già attivo su altre blockchain come quella di Polygon ed è un sistema sviluppato da Umbria Network. Narni dunque è un bridge creato da un ente esterno all’Ava Labs e va ad affiancare il già esistente Avalanche Bridge (AB) operativo da Luglio 2021. L’AB aveva sostituito e potenziato l’Avalanche-Ethereum Bridge (AEB) del Febbraio 2021. Per Avalanche il collegamento con Ethereum è fondamentale per trasferire token da una blockchain all’altra e per poter utilizzare tutte le dapp che sono costruite su Ethereum. In generale l’interoperabilità ovvero la capacità di una blockchain di scambiare informazioni con un’altra, è una caratteristica che tutte le blockchain stanno implementando. Lo scopo infatti è quello di avere a disposizione una rete di servizi e applicazioni aperte e siccome la maggior parte delle dapp sono su Ethereum, avere un collegamento è indispensabile. 

Tuttavia passare da una blockchain all’altra può essere molto costoso e molto lento, la sfida è cercare il bridge più conveniente. Rispetto al bridge ufficiale di Avalanche, l’AB, Narni è più economico e veloce. In questo video si mettono a confronto proprio queste due qualità di AB e di Narni. 

Di fronte alla stessa transazione di 0,01 ETH, AB impiega 10 minuti e 34 secondi, per un costo di 27,62 dollari mentre con Narni la transazione viene validata in 2,42 secondi per 2,43 dollari. La particolarità di Narni è l’utilizzo di un protocollo di fornitura di liquidità, il bridge in questo modo ha sempre a disposizione i token di entrambe le blockchain per facilitare la migrazione da una all’altra. Entro la fine del 2022 Narni sarà attivo anche su Solana e Cardano. 

Avalanche è un network multi-chain: il caso dei subnet

Se parliamo di interoperabilità su Avalanche, non si possono non citare i subnet.  I subnet, abbreviazione di subnetwork, rendono Avalanche un ecosistema multi-chain e nascono con un preciso scopo: migliorare la scalabilità della blockchain. L’obiettivo si può raggiungere in due modi, agendo verticalmente sulla scalabilità della blockchain oppure orizzontalmente. Nel primo caso si cerca di rendere la blockchain stessa più veloce, nel secondo di moltiplicare i livelli della catena e di conseguenza aumentare il numero di TPS. I subnet sono un modo orizzontale per scalare Avalanche, sono infatti blockchain che fanno riferimento al meccanismo di consenso del network principale, ma eseguono le transazioni con un proprio network di validatori e in modo indipendente. 

L’idea alla base è che ogni applicazione su blockchain abbia le proprie esigenze e quindi i subnet permettono di creare la propria blockchain con un estremo livello di personalizzazione. È persino possibile implementare il proprio protocollo per smart contract (Virtual Machine) con specifiche regole per la validazione di transazioni, decidere se rendere la blockchain permissionless (aperta a qualsiasi validatore) oppure se selezionare i validatori che possono lavorarci. Il vantaggio è la libertà di scelta, ma anche la possibilità di accedere immediatamente a un sistema di consenso scalabile, ad ampia liquidità e a un ecosistema in crescita, infatti il network principale di Avalanche si occupa anche di mettere in comunicazione tutti i suoi subnet e le altre blockchain.

Alcuni progetti su Avalanche hanno già espresso la loro volontà di sviluppare il proprio subnet, tra questi troviamo Pangolin (PNG), il primo DEX su AVAX. Il CEO di Pangolin, Justin Trollip, ha espresso i suoi piani per la creazione del subnet chiamato Camelot i cui validatori dovranno possedere PNG. I subnet di Avalanche saranno la nuova tendenza del 2022? 

Ethereum: il vigilante che ha salvato Optimism

Ethereum vigilanti blockchain hacker

Un famoso hacker, Saurik, ha scovato un bug di Optimism, un Layer 2 di Ethereum. Invece di sfruttarlo, l’ha segnalato ricevendo un premio. Mr. Robot nella vita reale?

Ethereum è una delle blockchain più conosciute dopo Bitcoin. Grazie alla sua community florida e alla sua versatilità, negli anni è diventata un punto di riferimento per la DeFi e per le piattaforme layer 2.

Optimism, una rete layer 2 costruita su Ethereum, nascondeva un bug che avrebbe permesso a chiunque l’avesse scoperto di acquistare ETH infiniti e manipolare temporaneamente il mercato. Fortunatamente la blockchain è anche circondata da una community solida: un famoso hacker, Saurik, ha scovato il bug e l’ha sistemato.

Saurik, l’hacker che ha salvato Ethereum

Forse il nome non ti dirà niente, ma Saurik, al secolo Jay Freeman, è un programmatore di successo ed è molto conosciuto nei giri che contano. Per essere più precisi, è un hacker di fama internazionale! Il programmatore è particolarmente famoso per aver sviluppato Cydia, un programma che permette di installare applicazioni di terze parti su prodotti Apple.

Saurik, che lavora come “bug hunter”, ha scritto di aver cominciato a studiare Optimism dopo che il team di sviluppo aveva offerto 2 milioni di dollari se qualcuno avesse trovato un bug critico della loro rete. Dopo un anno di ricerca, l’hacker è riuscito a scovare una falla nel codice della rete layer 2.

Optimism è una rete costruita su Ethereum per velocizzare le transazioni e migliorare la scalabilità della blockchain madre. Saurik aveva scoperto un modo per “attaccare” questa rete e creare un numero infinito di token, che avrebbe potuto scambiare con tutti gli Ether disponibili sul protocollo layer 2. Prima o poi qualcuno si sarebbe accorto della falla, e l’ecosistema di Ethereum si sarebbe ritrovato compromesso.

Invece di sfruttare il bug, Saurik ha trovato un fix e l’ha presentato al team di Optimism. Un gesto onesto che gli ha reso 2 milioni di dollari, visto che il team gli ha offerto una lauta ricompensa per la scoperta. Ti sembrano tanti? Pensa a quanti danni avrebbe creato un hacker con brutte intenzioni: sicuramente Optimism, e gli utenti della rete, avrebbero perso ben più di 2 milioni di dollari.

Una community di ferro: il miglior antivirus

Il lavoro del bug hunter è complesso ma fondamentale. Chi va a caccia di bug è un hacker etico che ricerca, in maniera legale, delle falle di sicurezza all’interno di software o siti. Le aziende mettono spesso a disposizione delle “bug bounties”, ovvero delle taglie che i cacciatori di bug possono riscuotere.

Anche quando si parla della blockchain, i bug hunter sono fondamentali, forse anche di più che rispetto ai software tradizionali! Una delle più grandi missioni delle crypto è proprio la decentralizzazione. La community gioca un ruolo di rilievo nel creare un ecosistema innovativo e funzionale, ed è proprio per questo che le DAO o i launchpad sono modelli molto apprezzati.

Anche per la sicurezza, la community è importante: senza i beta tester, senza i bug hunter, o semplicemente senza la volontà dei programmatori di migliorare la propria blockchain, il mondo delle crypto perderebbe la propria spinta verso innovazione e decentralizzazione.

Non solo Saurik: gli hacker etici sono ovunque

Hai visto Mr. Robot? Allora saprai che il fascino degli hacker etici è innegabile. Ti piacerà sapere che i cosiddetti “white-hat hacker”, ovvero quegli hacker che non intendono davvero derubare il prossimo ma solo aiutare le piattaforme a diventare più sicure, sono molto attivi sulla blockchain! E non si occupano solo di bug su Ethereum, ma si interessano a tutte le piattaforme crypto.

Per esempio, il 10 agosto 2021, Poly Network ha subito un attacco che ha fatto perdere alla piattaforma 610 milioni di dollari in token. “Mr. White Hat”, l’hacker che ha condotto l’attacco, ha fatto sapere il giorno dopo che l’aveva fatto “per divertimento”, offrendosi di restituire tutto il denaro e di far sapere a Poly Network come sistemare il bug.

L’11 febbraio, l’utente twitter Tree of Alpha ha contattato Coinbase per avvisarli di un bug che poteva essere sfruttato per prendere il controllo del prezzo delle criptovalute sul mercato. Grazie alla sua correttezza, l’hacker ha evitato che qualche malintenzionato si arricchisse alle spalle dei trader onesti.

Sei interessato a diventare un bug hunter? Cardano, in preparazione per il rilascio del nuovo update, ha raddoppiato le taglie per chi scova dei bug! Se sei un programmatore, non lasciarti sfuggire l’occasione e contribuisci alla sicurezza della community crypto. Chi holda ADA ti ringrazierà!

Novità su Polygon, l’altcoin trending su Young Platform

Le ultime notizie da Polygon, la crypto del Web3

Sapevi che MATIC è tra le altcoin più scambiate su Young Platform questo mese? Scopriamo le ultime novità e funzionalità che possono aver spinto questo trend!

Nelle prime settimane di Febbraio 2022 nella classifica delle crypto più scambiate sull’exchange di Young Platform trionfa MATIC, il token della blockchain Polygon. Qualcuno dirà “niente di nuovo! Polygon è il Layer 2 più scalabile di Ethereum”, qualcun altro potrà rimanere sorpreso dalle conquiste di MATIC. Gli utenti di Young Platform hanno premiato Polygon e proviamo ad ipotizzare perché. Quali notizie da MATIC? Cosa sta succedendo al network Polygon? 

Un finanziamento da 450 milioni di dollari per l’innovazione

Il 7 Febbraio 2022 Polygon ha annunciato di aver ricevuto un finanziamento di circa 450 milioni di dollari attraverso una vendita privata del suo token nativo MATIC. Il round di finanziamento è stato guidato da Sequoia Capital India e da importanti investitori come SoftBank Vision Fund 2, Galaxy Digital, Galaxy Interactive. Come sarà usato questo bottino dal team di Polygon? Il finanziamento sarà usato per due scopi: rendere Polygon la blockchain di punta del Web3 e continuare a studiare il zero-knowledge protocol (ZK). Questo protocollo, che viene chiamato anche zero-knowledge proof, è considerato da molti (e dal team di Polygon in primis) la chiave per risolvere tutti i problemi di scalabilità delle blockchain. Per lo sviluppo del ZK Polygon ha già investito 1 miliardo di dollari. 

Polygon al lavoro per il Web3

Sandeep Nailwal, co-fondatore di Polygon, ha commento il recente finanziamento di Sequoia Capital India con queste parole: “il Web3 si basa sugli ideali open-source del primo Internet, permettendo agli utenti di creare valore, controllare la rete e raccoglierne i frutti. Ethereum, scalato da Polygon, sarà il fondamento di questa prossima fase dell’evoluzione del Web”.

Al Web3 servono blockchain scalabili, veloci ed economiche e Polygon con le sue tariffe ha intenzione di essere il network di riferimento per il passaggio alla nuova fase di internet. Una causa dell’avvento del Web3 oggi si può ricercare nella diffusione e nella popolarità degli NFT o della DeFi, che hanno congestionato Ethereum e causato un aumento delle tariffe. A questo proposito Polygon conferma il suo obiettivo di scalare Ethereum. Un settore in cui Polygon si dimostra essere già al passo coi tempi è il gaming del Web3: notevoli esponenti di questa industria hanno scelto Polygon, tra loro ci sono Aavegotchi, Decentraland, e The Sandbox di Animoca Brands. A Luglio 2020 è nato anche Polygon Studios, il ramo del network per lo sviluppo del gaming e degli NFT (a Febbraio 2022 ne è diventato CEO Ryan Wyatt, ex l’Head of Gaming di Youtube).

Polygon ieri e oggi: qualche dato della crescita esponenziale del network

La blockchain di Polygon nel 2021 ha registrato 1 miliardo di transazioni, con oltre 130 milioni di indirizzi attivi nel network per un totale di 3 milioni di transazioni al giorno. Più del doppio del volume di Ethereum! Mentre il token MATIC ha una capitalizzazione di mercato di oltre 12 miliardi di dollari. Nel Febbraio 2021 circa un centinaio di Dapp si basavano sul network di Polygon, un anno dopo, il 27 Gennaio 2022 Polygon è arrivata a quota +7000 Dapp. Cosa attira tanti sviluppatori a Polygon? Costi bassi e velocità di esecuzione delle transazioni, sommati alla compatibilità con Ethereum. 

Polygon è sulla strada per diventare l’opzione più scalabile per le piattaforme del Web3, ci si può trovare qualsiasi applicazione! Dai prestiti decentralizzati come Aave, a case di alta moda come Dolce e Gabbana, a marketplace di NFT quale Opensea. Lo scorso Dicembre anche Uniswap, il DEX per eccellenza, è migrato su Polygon con il suo protocollo V3 unendosi all’allegra combriccola di Curve e 1inch

Un dato interessante su queste migliaia di Dapp? Il 55% dei progetti sono integrati esclusivamente su Polygon mentre il 45% usa anche la blockchain di Ethereum. Un bel risultato per un Layer 2!

Passi in avanti per la decentralizzazione della governance di Polygon

Le notizie da Polygon non finiscono qui! Sul blog ufficiale della blockchain il 19 Gennaio 2022 è apparso un post dal titolo “State of Governance: Decentralization” in cui si spiega alla community la fondazione di un nuovo team per ottimizzare la decentralizzazione della governance di Polygon. La missione del nuovo team viene riassunta così “aumentare gradualmente la decentralizzazione dei prodotti Polygon attraverso l’uso di strutture di governance off-chain e on-chain”.

Decentralizzare completamente un progetto ha le sue difficoltà e Polygon lo sa bene, la prima fra tutte è l’immediatezza delle decisioni. Un leader, o un gruppo ristretto di persone, compie delle scelte in maniera più rapida rispetto un’intera community perché non c’è bisogno di passare per un processo decisionale democratico. Scegliere di decentralizzare la governance del network, per Polygon, sarà una sfida di velocità. Una blockchain con transazioni rapide come Polygon non può di certo rallentare sulla governance! Il team perciò ha previsto una decentralizzazione graduale e la fondazione della Polygon Ecosystem DAO

La prima questione da affrontare in stile decentralizzazione riguarda la scelta dei validatori. Polygon infatti utilizza il meccanismo di consenso Proof-of-Stake e i validatori sono i responsabili della creazione dei blocchi. Fin dalla fase di testnet il nucleo originario degli sviluppatori di Polygon ha stabilito che i validatori venissero selezionati tra un gruppo limitato di 100 nodi, tuttavia ora sembra emergere la necessità di sostituire alcuni validatori di questo gruppo, considerati non performanti. La proposta, che passerà attraverso il vaglio della DAO, è quella di selezionare i validatori tramite “aste”. Alcune delle obiezioni che sono già state avanzate nei confronti di questo meccanismo riguardano la creazione di un’ulteriore esclusività: si potrebbero creare dei cartelli e partecipanti più abbienti potrebbero influenzare l’asta. Come sbroglieranno questa matassa in casa Polygon? Attendiamo i prossimi sviluppi che, a quanto precisato dal team, saranno sempre comunicati puntualmente e in maniera trasparente. 

Forse è proprio tra tutte queste novità di Polygon che si nasconde il motivo della sua crescita e dell’affetto degli utenti di Young Platform! Un esercito di cuoricini viola! 

Atlo: le ultime novità dal sistema Terra

Terra Atlo e le ultime novità dalla blockchain di LUNA

Terra è stata la blockchain preferita dagli utenti di Young Platform in questo mese, forse grazie al fortunato lancio del launchpad Atlo su Terra?

A maggio 2022 si è verificato un tracollo dell’ecosistema Terra che ha avuto effetti negativi sia su TerraUSD che su LUNA. Questo articolo è stato scritto prima dell’evento, quindi prima di leggerlo ti invitiamo ad approfondire la situazione e a restare aggiornat*.
In generale, gli articoli di Young Platform sono da considerarsi puramente informativi e non costituiscono un consiglio finanziario.

Da giovane volevi fare l’astronauta? Ti farà sicuramente piacere sapere che LUNA, la crypto nativa di Terra, questo mese si è classificata al 3° posto sul podio delle crypto più scambiate su Young Platform, dopo MANA e SAND. Ovviamente senza considerare gli evergreen: BTC ed ETH. Abbiamo già parlato molto di questi due metaversi, ma nella blockchain di Terra ci avete creduto tantissimo, quindi vogliamo tenervi aggiornati!

News flash: la blockchain made in Corea ha recentemente accolto sulla sua piattaforma un launchpad nuovo di zecca, Atlo. 

I launchpad sono elementi fondamentali per alimentare l’ecosistema delle blockchain. Queste dapp permettono a individui e aziende di pubblicare alcuni progetti e lasciare che la community decida se sono validi o no, attraverso un sistema di votazioni e staking. Atlo è il nuovissimo launchpad rilasciato sulla blockchain Terra, ed è già funzionante al 100%! Scopri di più su Atlo e sui tre progetti che sono nati nel suo ecosistema.

Come funziona il launchpad Atlo

Assembly, Test and Launch Operation: ATLO è un acronimo utilizzato nel campo dell’aeronautica per indicare il processo che porta i razzi nello spazio. Migliaia di ingegneri e astrofisici lavorano in questa fase, rimanendo spesso sconosciuti, al contrario degli astronauti di cui tutti ricordano il nome. Nonostante questo, il loro lavoro è fondamentale e importante tanto quanto quello dei loro più blasonati colleghi.

Proprio da questo procedimento prende forma l’idea di Atlo. Il launchpad ha lo scopo di decentralizzare i lanci di nuove idee crypto, e di gestire in maniera autonoma e indipendente il processo che va dalla presentazione dell’idea al rilascio dei token. “Stiamo creano $ATLO per mettere in pratica i pilastri delle criptovalute: decentralizzazione, autonomia, governance condivisa ed esecuzione”.

L’Atlo Protocol Launch si divide in sei step, portati avanti da tre ruoli fondamentali nel procedimento. I launcher sono gli ideatori di un progetto, in cerca di approvazione e fondi. Gli investors sono individui che vogliono prendere parte al progetto, impegnando parte dei loro $ATLO. I community participant sono coloro che hanno i loro $ATLO in staking, garantendo la qualità e la sicurezza del protocollo, anche senza investire in nessun progetto particolare.

Quali sono i sei step che ogni progetto affronta prima di essere ufficialmente lanciato?

1. Proposta

Un potenziale launcher propone il suo progetto, utilizzando la dapp di governance Atlo. Dopo aver depositato un numero minimo di token e aver rispettato alcuni criteri, la proposta può passare allo step successivo.

2. Valutazione e votazione della proposta

A questo punto, la community vota la proposta utilizzando i propri $ATLO. Il launchpad supporterà creatori e community, semplificando la comunicazione tra le due parti.

3. Decisione

Se la proposta viene bocciata, allora non andrà a buon fine. Se viene accettata, la proposta passa allo step successivo e ottiene un voto basato sulla sua popolarità.

4. Lancio del token

Il protocollo di governance definisce equamente il numero di token del progetto da affidare alla community del progetto, in base agli $ATLO depositati dalla community nello step 2.

5. Generazione dei token

I token vengono generati, e vengono poi distribuiti dal launchpad.

6. Post Launch Evaluation

Dopo il lancio, viene presentato un questionario per permettere alla community di valutare la qualità del lancio.

I tre progetti su Atlo

Il launchpad è già funzionante e ha riscosso un certo successo! Con tutte le persone che hanno idee innovative, c’era da aspettarselo. Sono stati presentati tre progetti, vediamo quali sono!

Fanfury

Fanfury è un metaverso improntato sul gaming. Il mondo di Fanfury si basa su un genere di nicchia, quello del fantasy sport. Se hai mai giocato a Blood Bowl, allora sai di che si tratta! In un mondo distopico, potrai giocare e interagire con un sistema di DeFi perfettamente integrato nelle meccaniche di gioco.

MintDAO

Pensavi che gli NFT non potessero diventare meglio di così? MintDAO dimostra il contrario! La piattaforma di minting di NFT sarà capace di lanciare intere collezioni di arte digitale senza sprecare tempo. Ogni collezione avrà delle variabili personalizzate, e chi sceglie di conservare i propri token non fungibili sarà premiato! Yield farming con gli NFT? Perché no!

Minerva

Una DAO da sommelier: Minerva è un’organizzazione autonoma di appassionati di vini. La DAO selezionerà i migliori produttori di vini da tutto il mondo, e permetterà agli utenti di comprare le loro bottiglie. Durante il tempo di maturazione, la somma pagata verrà impiegata per fare yield farming sulle piattaforme di DeFi. Il produttore di vino otterrà la maggior parte del ricavato, mentre l’acquirente avrà una parte minore… ma sarà ripagato con un calice di ottimo vino!


Non solo stablecoin: l’ecosistema di Terra diventa ancora più ricco di funzionalità e innovazioni. Ed è evidente che la passione per le nuove tecnologie è ciò che piace alla crypto community! Per saperne di più su come funziona Terra, vienici a trovare sull’Academy!